AMBIENTE- Pagina 4

La navetta AuToMove si guida da sola

 

Da questa settimana e’ possibile viaggiare gratuitamente a bordo della navetta a guida autonoma AuToMove, attualmente in fase di test a Torino e parte del progetto Living Lab ToMove, dedicato allo sviluppo di nuove soluzioni di mobilità urbana smart e sostenibile. Ieri il sindaco Lo Russo ha fatto il percorso inaugurale . Dopo una prima fase di test tecnici, finalizzati alla raccolta dati e al monitoraggio dell’interazione tra il mezzo, l’infrastruttura tecnologica e l’ambiente urbano, i torinesi potranno salire a bordo dell’innovativo shuttle per sperimentare direttamente il servizio di trasporto collettivo autonomo “a chiamata”.

Il percorso, lungo circa 3 km, si sviluppa lungo un anello che collega corso Tortona, corso Regina Margherita e Lungo Dora Siena, con capolinea presso il Campus Luigi Einaudi dell’Università di Torino e cinque fermate complessive.

Nei giorni scorsi l’assessora all’Innovazione e alla Mobilità della Città di Torino, Chiara Foglietta, ha effettuato un viaggio in anteprima a bordo del veicolo, accompagnata dai rappresentanti dei partner di progetto: GTT, 5T, Università di Torino, Politecnico di Torino, Fondazione LINKS, Fondazione Piemonte Innova

“AuToMove rappresenta un passo importante per Torino nel percorso verso una mobilità più innovativa e sostenibile – ha commentato l’assessora –. Essere tra le prime città in Italia a sperimentare un servizio autonomo su strada ci consente di esplorare nuove soluzioni capaci di migliorare concretamente la vita quotidiana delle persone. Questo progetto dimostra come la tecnologia possa contribuire a rendere i nostri spostamenti più sicuri, efficienti e a misura di cittadino.”

La navetta AuToMove, fornita da Ohmio e gestita operativamente da GTT è un veicolo elettrico a guida autonoma e connessa, integrato nel sistema di trasporto pubblico locale. Il mezzo comunica con altri veicoli e, grazie a tecnologie e dispositivi specifici progettati e messi in campo dalla società in house 5T, con l’infrastruttura stradale.

Si tratta di uno shuttle di livello SAE 4, compatibile con infrastruttura V2X per l’attraversamento automatico delle intersezioni semaforiche. Il servizio è attivo su un percorso urbano con 5 fermate, con a bordo un safety driver GTT appositamente formato, e può essere prenotato tramite app Wetaxi.

Grazie alla sensoristica di bordo e alla capacità di ricevere informazioni in tempo reale (ad esempio, sulle fasi semaforiche delle intersezioni), la navetta è in grado di muoversi in sicurezza nel contesto urbano. Il safety driver supervisiona il funzionamento del veicolo e può intervenire manualmente in caso di necessità. La navetta è dotata di una postazione manuale che consente il passaggio alla guida tradizionale in qualsiasi momento.

Il servizio sarà attivo nei giorni feriali, dalle 11:00 alle 16:30, con una capacità massima di 8 passeggeri per corsa. L’utilizzo è gratuito previa prenotazione (a partire da lunedì 13 ottobre) tramite l’app Wetaxi, selezionando il servizio AuToMove.

L’iniziativa fa parte del progetto Living Lab ToMove, finanziato dal Dipartimento per la Trasformazione Digitale (PNRR), e vede la collaborazione di un ampio partenariato pubblico-privato: Città di Torino, GTT, 5T, Politecnico di Torino, Università degli Studi di Torino, Fondazione LINKS, Fondazione Piemonte Innova.

Nel solco della CCAM e del paradigma Mobility as a Service (MaaS), la sperimentazione integra soluzioni cooperative, connesse e autonome, digitalizzando il trasporto locale e offrendo un’esperienza continua — dalla pianificazione al pagamento — su più modalità. Torino si conferma laboratorio urbano di riferimento e modello replicabile per il TPL autonomo: gli elementi emersi su esercizio, sicurezza, interazioni V2X e soddisfazione degli utenti orienteranno linee guida tecniche e futuri quadri regolatori a livello locale e nazionale, accelerando un’adozione sicura e consapevole.

L’iniziativa lascerà in eredità a Torino infrastrutture digitali e V2X riutilizzabili (dai sensori ai sistemi di orchestrazione) e competenze operative e scientifiche su esercizio, safety, integrazione nel TPL e governance dei dati. Inoltre, rafforza l’attrattività del territorio verso startup e ricercatori interessati a testare soluzioni in contesto reale, aprendo la strada a nuovi modelli di mobilità urbana: servizi a chiamata — autonomi e tradizionali — pienamente integrati nel MaaS, che ampliano le opportunità di spostamento. Il tutto promuovendo, in attuazione della visione “Torino verso la neutralità climatica 2030”, ambienti urbani più vivibili, dove natura e tecnologia dialogano e la mobilità lenta (a piedi, in bici, micromobilità) si connette alla rete del Trasporto Pubblico Locale.

Per prenotare il viaggio e scoprire di più sul progetto, è possibile scaricare gratuitamente l’app Wetaxi e selezionare il servizio AuToMove. Per maggiori info sul progetto: https://torinocitylab.it/to-move/

Partner della sperimentazione: il comitato promotore

Ambito mobilità e trasporti:

GTT S.p.A.: ha partecipato alla co-progettazione e gestisce operativamente il servizio sperimentale di trasporto collettivo autonomo on demand. A bordo della navetta sono presenti i suoi safety driver. Si è inoltre occupata della selezione dei fornitori.

5T S.r.l.: gestisce la centrale della mobilità e infomobilità della Città di Torino. Si è occupata del dispiegamento dell’infrastruttura tecnologica e ha partecipato alla co-progettazione della sperimentazione, supportando l’integrazione del servizio sperimentale nel servizi MaaS

Enti di ricerca:

Università di Torino, Politecnico di Torino e Fondazione LINKS, conducono attività di ricerca applicata e supportano la valutazione tecnico-strategica delle soluzioni CCAM, monitorando e accompagnando i test sul campo. LINKS  ha supportato lo sviluppo dei protocolli di communicazione fra la navetta e l’infrastruttura stradale oltre a condividere l’esperienza tecnico-normativa acquisita in progettualità pregresse. Il Politecnico di Torino ha favorito il test di sensoristica per la rilevazione di utenti vulnerabili. L’Università di Torino ha coadiuvato le attività di coinvolgimento di utenti e di analisi dell’accetabilità degli utenti.

Ecosistema innovazione e impresa:

Fondazione Piemonte Innova: coordinatore del Polo di Innovazione ICT della Regione Piemonte e del Cluster Tecnologico Nazionale Smart Communities. Garantisce il raccordo con altre aziende e centri di ricerca che sviluppano soluzioni innovative nel settore, ampliando il potenziale delle sperimentazioni del Living Lab.

Fornitori tecnologici

Ohmio – produttore neozelandese con basi in Europa e negli USA, fornitore del veicolo

WeTechnology e Padam, partner tecnologici responsabili dell’integrazione del servizio di prenotazione e gestione della corsa all’interno dell’app Wetaxi e incaricati dello sviluppo del modulo orchestratore del servizio, elemento chiave per la gestione del sistema di trasporto autonomo on demand.

TORINO CLICK

Investimenti “green” nelle imprese italiane, bene il Piemonte

Calano gli investimenti green nelle imprese italiane, ad eccezione di alcune Regioni, tra cui il Piemonte, che registra un +1,2%. La tendenza è contenuta da un rapporto realizzato dall’Ufficio Studi di Confartigianato su dati Union Camere ed Excelsior, che rivela una flessione dal 25,2% del 2023 al 21,4% del 2024, facendo registrare una flessione del 4,1%. Analisi che ha rilevato anche un Green Tax Spread, la tassazione ambientale su cittadini e imprenditori italiani, che pesa 11,1 miliardi di euro in più rispetto alla media dell’Unione Europea, pari a 188 euro pro capite di maggiori costi.

“Nonostante i segnali incoraggianti a livello piemontese, questa opportunità richiede un cambio di rotta nelle politiche pubbliche a sostegno della transizione ecologica – commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – il riordino degli incentivi previsti con la prossima legge di bilancio nazionale, dovrà rappresentare un momento di svolta. Occorrerà recuperare le risorse rimaste inutilizzate e indirizzarle verso un modello capace di sostenere in particolare le piccole imprese che decidono di investire nella sostenibilità”.
A livello nazionale la flessione rilevata è dello 0,5%, data dal 25,2% del 2023 confrontata con il 24,7% del 2024, mentre a livello territoriale, la propensione delle imprese negli investimenti green vede una situazione in chiaroscuro: l’Emilia Romagna registra l’incremento più netto rispetto all’anno precedente delle imprese che investono nel green, con un balzo in avanti di 1,6 punti percentuali, seguita dal Piemonte con il +1,2%, Campania +1%, Valle d’Aosta +0,8%, Lazio e Umbria allo 0,7% e Abruzzo con un +0,3%. Di segno opposto dati che riguardano la Basilicata che, pur mantenendo la prima posizione assoluta, ha visto un calo marcato di 8,6 punti percentuali rispetto al 2023, seguita dalla Calabria con un -4,6%, la Sardegna con un -4,1%, il Trentino Alto Adge che segna -3,3%, Marche -2,9% e Puglia -2%. Si riduce anche l’incidenza degli investimenti green in Friuli Venezia Giulia, Liguria e Sicilia. A frenare gli investimenti green delle aziende sono gli elevati oneri finanziari imposti dalla stretta monetaria e la scarsa efficacia del Piano Transizione 5.0: al 15 settembre 2025 risultano inutilizzati ben 4,2 miliardi di euro, pari al 68,1% delle risorse disponibili.
Per ciò che riguarda il Green Tax Spread, il prelievo fiscale ambientale in Italia ha raggiunto i 54,2 miliardi di euro, pari al 2,5% del PIL, un valore superiore di 0,5 punti alla media europea, del 2%. Questo nonostante il nostro impatto pro capite sia inferiore dell’ 8,4% rispetto all’UE.

“Questo spread fiscale, che penalizza cittadini e imprese – sottolinea De Santis – è ingiustificato e contraddice il principio europeo ‘chi inquina, paga’. Per questo sollecitiamo una riforma della fiscalità ambientale che tenga conte dell’efficienza energetica reale, e del contributo delle imprese alla transizione ecologica. Non può esserci sostenibilità ambientale senza sostenibilità economica. Le micro e piccole imprese italiane devono essere messe in condizione di competere, non penalizzate con un carico fiscale superiore a quello dei concorrenti europei”.
Questa situazione contraddice il principio che la stessa UE adotta, ovvero “chi inquina, paga”. L’Italia inquina di meno ma paga di più. Si tratta di una sorta di Green Tax Spread che penalizza aziende e famiglie italiane. Le voci principali riguardano le accise sui carburanti (25,7 miliardi), le imposte su energia elettrica e gas (12,6 miliardi) e il settore trasporto (11,2 miliardi). L’accise italiana sul gasolio è la più alta d’Europa (24,9% in più rispetto all’Eurozona), mentre quella sulla benzina è l’11,6% sopra la media dell’Eurozona.
“Anche in questo caso l’Italia figura tra i Paesi con il carico fiscale più elevato, alle spalle solo di Paesi Passi e Finlandia – spiega Confartigianato – per questo sarebbe necessaria una riforma della fiscalità ambientale che tenga conto dell’efficienza energetica reale e del contributo delle imprese alla transizione ecologica”.

Mara Martellotta

Un click d’amore per la montagna

“Oltre lo scatto”: è la mostra fotografica presentata dal “Forte di Bard”, in collaborazione con il “Parco Nazionale Gran Paradiso”

Fino all’8 dicembre

Bard (Aosta)

Fotografia “Wildlife”. Scatti di “Natura”. Le meraviglie di boschi e di prati incontaminati, la montagna a far da cornice a scenari in cui paiono vivere solo esseri umani “illuminati” e animali selvatici che hanno imparato (o forse è il contrario) a condividere le loro giornate con quegli “amici”, esseri umani “illuminati”. Che bella e rassicurante è la mostra “Oltre lo scatto” ospitata fino a lunedì 8 dicembre nelle “Scuderie” del “Forte di Bard” e organizzata dall’antica “Fortezza sabauda” in collaborazione con il “Parco Nazionale Gran Paradiso”! Mostra “etica”, l’hanno definita i responsabili. “Etica” e (aggiungerei) saggiamente “didattica”. L’obiettivo è infatti, si sottolinea, quello di “promuovere una riflessione sull’etica della fotografia naturalistica e più in generale sull’importanza di un approccio all’ambiente alpino rispettoso, proponendo un percorso che accompagni il visitatore oltre la dimensione estetica dell’immagine e invitandolo a interrogarsi su ciò che accade prima, durante e dopo lo scatto fotografico”. C’è un prima, un durante e un dopo dietro ogni scatto. No all’improvvisazione, no alla fotografia a tutti i costi “perfetta” (anche in barba al buon senso e al doveroso rispetto verso animali e cose) da condividere magari sui social “tanto più accattivante quanto più rappresentativa di momenti eccezionali, come gli incontri con gli animali selvatici”. Teniamo a riposo per un attimo (e anche un po’di più) l’obiettivo per evitare che i nostri comportamenti possano avere effetti negativi sulla fauna selvatica. Adottiamo atteggiamenti responsabili. E’ questo il monito che arriva dalle opere esposte. E dai testi che spesso accompagnano la mano del fotografo e le sue immagini, “raccontando le emozioni, il caso, la tenacia, l’ironia, le verità che si nascondono dietro ogni incontro con la fauna alpina”: parole sante, scritte per Roberto Andrighetto, guida valdostana che dal 2006 conduce con il fotografo Enzo Massa Micon i trekking foto naturalistici in Vallée e le Escursioni Fotografiche “Obiettivo Parco” organizzate in collaborazione con il “Parco Nazionale Gran Paradiso”.

E proprio di Andrighetto è una stupendo, per effetto tecnico e di acuta intuizione, scatto fotografico presente in mostra, dove una simpatica paciosa “Marmotta” si lascia immortalare, per nulla stranita, dall’obiettivo di un “amico fotografo”, intento a “documentare” e a “raccogliere emozioni”, ben lontano dalla ricerca dello “scoop”, della “foto rubata” che avrebbe forse spaventato e allontanato l’“amica marmotta”. Un altro scatto di Jean Laurent Jordaney (detto “Patience”) – guida di Courmayeur – ci racconta invece della fierezza e della geniale capacità di mimetizzarsi con l’ambiente, di un “Gufo” sicuramente “Reale” o “Gufo Aquila” (per quei bizzarri ciuffi di piume sulla testa che sembrano orecchie), quasi un tutt’uno con la corteccia e l’intreccio dei rami dell’albero che è ormai la sua casa. Simpatica, di una vivacità e vitalità quasi sfrontata è, poi, la vispa “Volpe” dal pelo  grigio-marrone in perfetto risalto cromatico con il candore della neve, cristallizzata, senza disturbo alcuno alla quiete che è nell’aria intorno, dall’aostano Dario De Siena, fotografo e, dal ’90, Guardiaparco del “Primo Parco Nazionale d’Italia”, con lo “Stambecco” a simbolo universale.

Complessivamente sono oltre 20 le immagini, in grande e medio formato, esposte a Bard. Con esse, uno storytelling che evidenzia le conseguenze di azioni umane solo in apparenza innocue, due pannelli didattici, di cui uno interattivo, che permettono di scoprire i mesi più vulnerabili per alcune specie montane e le complesse interconnessioni tra flora e fauna nell’ecosistema alpino. Il percorso si conclude con due proiezioni video: ad uno, in special modo, è affidato il compito di far ritrovare al fruitore “equilibrio e connessione” con la natura di cui fa parte, avvicinandolo con gli occhi e con il cuore a quell’ecosistema alpino fatto (e questo è importante sapere) di delicati equilibri e di stretti legami in grado di tenere uniti piante, animali e uomo. “La mostra – concludono gli organizzatori – diventa così un viaggio di consapevolezza che porta a riconoscere il nostro ruolo all’interno di questa rete ecologica e a comprendere come ogni gesto, ogni scelta, ogni scatto lasci un segno”.

Da segnalareFino a domenica 26 ottobre, il “Forte” presenta anche la decima edizione de “Le Sommet de l’Artisanat Valdôtain” esponendo, nell’ex “Cappella Militare” le opere premiate alla 72^ “Mostra-Concorso dell’Artigianato Valdostano” di Aosta. L’evento intende essere un omaggio all’eccellenza di un artigianato che ha saputo evolvere nei tempi, senza mai rinnegare l’antica sapienza di un “savoir-faire” che porta i tratti rigorosi di un “mestiere” tramandato nei secoli.

Gianni Milani

“Oltre lo scatto”

Forte di Bard, via Vittorio Emanuele II, Bard (Aosta); tel. 0125/833811 o www.fortedibard.it

Fino all’8 dicembre. Orari: Feriali 10/18; sab. dom. e festivi 10/19

Nelle foto: alcuni scatti di Roberto Andrighetto, Jean Laurent Jordaney e Dario De Siena con una scultura dalla mostra “Le Sommet de l’Artisanat  Valdôtain”.

Semaforo antismog: da oggi scatta il livello arancio

Da  sabato 11 ottobre, e fino a lunedì 13 ottobre 2025 compreso (prossimo giorno di controllo), le misure di limitazione del traffico passeranno al livello 1 (arancio).

I dati previsionali forniti oggi da Arpa Piemonte evidenziano infatti il superamento del valore di 50 mcg/mc di concentrazione media giornaliera di PM10 nell’aria per tre giorni consecutivi.

Alle limitazioni strutturali in vigore, per il trasporto persone si aggiungerà il blocco dei veicoli diesel con omologazione Euro 5 valido tutti i giorni (festivi compresi) dalle ore 8 alle 19, mentre il blocco dei veicoli diesel Euro 3 e Euro 4 si prolungherà alle giornate di sabato e domenica, sempre dalle ore 8 alle 19.

Stessa regola anche per i veicoli adibiti al trasporto merci, che vedranno il divieto di circolazione estendersi ai diesel con omologazione Euro 3, Euro 4 ed Euro 5 su tutti i giorni (festivi compresi), sempre con orario 8-19.

Con l’attivazione del livello arancio si fermeranno anche tutti i veicoli dotati di dispositivo “Move In”, in quanto comunque soggetti alle limitazioni temporanee della circolazione veicolare conseguenti alle previsioni di perdurante accumulo degli inquinanti nell’aria.

Si ricorda infine che eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, vengono comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entrano in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e dei percorsi stradali esclusi sono disponibili alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambientale.

TORINO CLICK

Bonifica della Regione all’ex discarica Montefibre

Il progetto di riqualificazione dell’ex discarica Montefibre di Vercelli, situata tra corso Rigola e l’argine destro del fiume Sesia, è stato al centro del sopralluogo e della conferenza stampa, nella mattinata di giovedì 9 ottobre, da parte dell’assessore regionale all’Ambiente, Matteo Marnati.

Il sito è stato candidato dalla Regione Piemonte, che ha stanziato oltre 5,3 milioni di euro per la realizzazione della bonifica dei “ siti orfani” nell’ambito dei fondi legati al Pnrr, per un’azione nazionale coordinata per il risanamento dei territori contaminati. L’intervento, in corso di svolgimento, comporta la messa in  sicurezza e la riconversione ambientale, con l’obiettivo di trasformare la zona dell’ex discarica in un grande parco urbano di oltre  13.000 mq, attrezzato e accessibile al pubblico. La bonifica riguarda la vecchia discarica ubicata su un’area in sponda orografica destra del fiume Sesia, nel territorio comunale di Vercelli. L’intervento in corso di realizzazione, si qualifica come messa in sicurezza permanente finalizzata all’interruzione  dei percorsi di esposizione dei contaminanti presenti all’interno del corpo della ex discarica. Le attività di committenza lavori sono state affidate alla società in – house di Regione Piemonte Scr Spa.

«Questo intervento è un passo importante per il risanamento ambientale  e la valorizzazione del territorio – ha dichiarato l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati – la bonifica dei siti orfani è un intervento di primaria importanza per l’intero territorio piemontese, e la bonifica dell’ex discarica Montefibre, garantisce la sicurezza a lungo termine dell’area, prevenendo il rischio di contaminazione futura. Si consegnerà  alla città di Vercelli un’area verde bella, attrezzata e sicura, che potrà diventare uno spazio di relax, sport e aggregazione sociale per tutta la cittadinanza e non solo. Il progetto rappresenta un esempio virtuoso di collaborazione tra istituzioni locali, regionali e nazionali per trasformare una ferita industriale, in una risorsa verde, al servizio della comunità».

Il progetto rientra nella Misura M2C4  del Pnrr, Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, finalizzata alla bonifica dei siti orfani, che con Decreto del Ministro della Transizione Ecologica n. 301 del 4 agosto 2022, ha assegnato alla Regione Piemonte 36.675.937,16 euro per gli interventi sui siti orfani, destinando al Comune di Vercelli  3.826.275 euro, cifra poi aumentata a 5.303.545,33 euro a seguito della richiesta di risorse aggiuntive da parte dello stesso Comune, per l’intervento sull’area  ex Montefibre. «Già più di 15 anni fa ci adoperammo, senza fondi Pnrr, per la sicurezza di un primo lotto. Oggi – afferma l’assessore all’Ambiente, Verde e Qualità Urbana di Vercelli, Antonio Prencipe – si è arrivati a questo grande risultato, consentendoci non solo di bonificare e mettere in sicurezza questo terreno, ma anche di valorizzarlo con un parco di 13 mila metri quadrati, che può essere un viatico per la riqualificazione dell’intero lungo-Sesia».

Dopo anni di analisi ambientali, che hanno rilevato la presenza di idrocarburi nel terreno, il Comune di Vercelli aveva infatti già avviato nel 2009 un progetto pilota  di bonifica, con il coinvolgimento di enti ambientali come Regione Piemonte, Arpa, Asl e Provincia. Al 30 settembre scorso risultava completato l’intervento di sistemazione del bacino interno, residuo delle attività sperimentali di bonifica effettuate negli anni 2009/2010. Il completamento dei lavori di messa in sicurezza permanente dell’intera area di intervento avverrà entro il termine contrattuale di appalto del 29 gennaio 2026. Gli obiettivi legati al Pnrr impongono il raggiungimento della riqualificazione di almeno il70% delle superfici di suolo oggetto di finanziamento.

L’ingegner Andrea Tarallo, responsabile unico del procedimento per Scr Piemonte, ha espresso «il profondo orgoglio con cui stiamo partecipando, attraverso il nostro ruolo tecnico, alla riqualificazione di questa importante area. Stiamo trasformando una ferita del passato industriale in una risorsa per il futuro della comunità: un nuovo parco pubblico che restituirà verde e vitalità al territorio. L’avanzamento dei lavori procede in linea con il crono programma stabilito e con le tempistiche del Pnrr così che entro il primo trimestre 2026 consegneremo le aree al Comune di Vercelli: tale risultato può essere conseguito solo potendo contare, come in questo caso,sulla reale collaborazione istituzionale».

Aree protette Appennino Piemontese, i sindaci vogliono scegliere il presidente

In Quinta commissione,  del Consiglio regionale presieduta da Sergio Bartoli, si è svolta l’audizione sollecitata da Pasquale Coluccio (M5s) per chiarire lo stallo nella nomina del presidente dell’ente di gestione delle Aree protette dell’Appennino Piemontese, commissariato da gennaio 2025. Da allora la guida è affidata a Danilo Repetto, nominato commissario straordinario con mandato temporaneo in attesa dei nuovi organi di gestione.
Il presidente della Commissione Ambiente Sergio Bartoli

All’audizione sono intervenuti Giuseppe Antonio Canepa, sindaco di Voltaggio, Alberto Caminati di Casaleggio Boiro e Domenico Merlo, primo cittadino di Bosio e vicepresidente dell’Unione montana Dal Tobbio al Colma. Tutti e tre hanno ribadito la necessità di un confronto aperto con le comunità locali e hanno espresso il diritto di poter scegliere.

Il bando per la presidenza è scaduto e la Regione renderà pubblici i nomi e i curricula di tutti i tredici candidati; al momento gli enti locali del territorio ne hanno potuto esaminare solo cinque, facendo cadere la scelta all’unanimità su Gianni Repetto, già alla guida del Parco Capanne di Marcarolo.

“Chiediamo una decisione rapida e condivisa – hanno detto gli auditi – serve una guida stabile e legittimata per evitare che il Parco resti ostaggio di logiche burocratiche e di scelte calate dall’alto, anche se poi la decisione finale, dopo l’espressione del nostro parere, spetta alla Giunta regionale”. Il prossimo 16 ottobre è prevista una nuova assemblea durante la quale la Giunta ha annunciato la presentazione di tutti i candidati.

Il Parco dell’Appennino Piemontese tutela un territorio di oltre 20.000 ettari, compreso tra l’Alessandrino e il confine ligure. Ne fanno parte aree di grande valore naturalistico come il Parco delle Capanne di Marcarolo, la Riserva del Neirone e il Parco dell’Alta Val Borbera. Boschi, corsi d’acqua, pascoli e antichi borghi convivono in un ecosistema ricco di biodiversità, dove sspecie alpine e mediterranee si incontrano in un raro equilibrio ambientale.

Per delucidazioni sono intervenuti Domenico Ravetti (Pd), Coluccio e Roberto Ravello (Fdi).

Ufficio Stampa CRP

A Torino raccolti 47 kg di rifiuti e 6.300 mozziconi sul Lungo Dora

47 kg di rifiuti differenziati in poche ore: è il bilancio dell’intervento realizzato a Torino in occasione del World Cleanup Day 2025, la più grande giornata di pulizia civica a livello globale che ha coinvolto 193 Paesi e milioni di volontari in tutto il mondo.

L’iniziativa, organizzata da Retake Torino insieme ai volontari di Plastic Free, ha avuto come punto di ritrovo via Reggio, da cui è partita la camminata ecologica lungo le sponde del Dora. I partecipanti, armati di guanti, pinze e sacchi, hanno rimosso rifiuti abbandonati nelle aree verdi e nei tratti pedonali, restituendo decoro e pulizia a un’importante zona naturalistica della città.

Complessivamente sono stati raccolti 25 kg di rifiuti indifferenziati12 kg di vetro10 kg di plastica e 6.300 mozziconi di sigaretta.

«Il World Cleanup Day è per noi un momento di incontro e collaborazione, ma l’impegno continua tutto l’anno. Torino ha bisogno di cura costante e di cittadini attivi, capaci di unire le forze per costruire una città più vivibile e sostenibile», dichiara Fabrizio Milone, presidente di Retake.

Il World Cleanup Day 2025 è promosso a livello nazionale da Let’s Do It! Italy, in collaborazione con Puliamo il Mondo di Legambiente e con Retake, con il sostegno di amministrazioni comunali e partner privati. L’iniziativa gode dell’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo e dei patrocini della Commissione Nazionale Italiana per l’UNESCO, dell’ASviS – Alleanza Italiana per lo Sviluppo Sostenibile e dell’ANCI – Associazione Nazionale Comuni Italiani.

“Tra natura e quota – Giovanni Storti sopravvive alle Alpi Apuane”

Il 2 ottobre, presso il cinema Sabrina di Bardonecchia, alle ore 21, verrà proposto il documentario di Giorgia Lorenzato e Manuel Zarpellon dal titolo “Tra natura e quota – Giovanni Storti sopravvive alle Alpi Apuane”. Il documentario è prodotto da Cineblend in partnership con il Club Alpino Italiano, e la proiezione avverrà in collaborazione con il CAI di Bardonecchia.

Protagonista del documentario è Giovanni Storti, noto al grande pubblico come il Giovanni del trio comico Aldo, Giovanni e Giacomo,  che si addentra nel cuore delle Alpi Apuane, alla scoperta di un territorio affascinante e allo stesso tempo impervio. Lo esplora con uno sguardo curioso, ironico e consapevole, tipico di chi conosce e ama la montagna. La storia intreccia esperienza personale, riflessione sulla conservazione dell’ambiente e narrazione visiva, con l’obiettivo di sensibilizzare il pubblico sull’importanza della tutela della biodiversità e sulla gestione del rischio in ambiente montano. Nel corso del racconto si alternano le voci di esperti del territorio: Alessio Piccioli, presidente della struttura operativa “Sentieri e cartografie del CAI”; Andrea Ribolini, dottore forestale e guida ambientale escursionistica; Elena Alberti, biologa dell’Orto Botanico Pellegrini Ansaldi; Jonata Landi, guida alpina; Alberto Grossi, esperto ambientale; Veronica Pierotti, presidente dellamsezione CAI di Forte dei Marmi. Il progetto è stato realizzato con il supporto di Karpos, Aku, Vibram, Garmin Italia, Subaru Italia, Buona Visione snc e Hotel La Lanterna. Gli autori, Lorenzato e Zarpellon, dopo aver registrato l’interesse del pubblico in occasione delle centinaia di proiezioni del documentario sulla tragedia della Marmolada, e sul mondo del soccorso alpino, hanno ritenuto di prendersi un respiro per tornare a parlare di ambiente e sicurezza in montagna, questa volta volutamente con leggerezza e ironia, due temi che inevitabilmente e involontariamente sono stati vissuti in modo drammatico nel precedente lavoro “Marmolda 03-07-22”. Riflettere sul mondo montano in evoluzione, per effetto dell’entropizzazione o dell’innalzamento delle temperature, e capire che per frequentarlo è necessario aggiornare le proprie conoscenze e attrezzature, è una tematica a cui si doveva dare una risposta, e la persona che più di tutte poteva portare al grande pubblico questa tematica con ironia e leggerezza era proprio Giovanni Storti.

Un’occasione per scoprire un territorio selvaggio e riflettere sui problemi che ne minacciano la conservazione. Filo rosso di questa avventura è la biodiversità, termine coniato nel 1988 dall’entomologo Edward Wilson: l’interconnessione magica tra gli individui di ogni specie che, come ricorda lo stesso Giovanni Storti, può essere definita come la ricchezza di vita sul nostro pianeta. Secondo filo rosso è la riduzione del rischio in montagna, qui introdotti grazie all’ironia di Giovanni, con il giusto equilibrio fra leggerezza e profondità. L’obiettivo è di far prendere consapevolezza al pubblico riguardo a questo importante tema, soprattutto in questo momento di grande mutamento per il territorio. Tre le giornate di questo percorso: la prima immersa nelle fragranze e nel fascino dell’Orto Botanico Pellegrini-Ansaldi, per poi arrivare are nel pomeriggio al rifugio Puliti; la seconda giornata è dedicata al monte Nona e il terzo giorno alla ferrata del monte Procinto, la più antica d’Italia.

Mara Martellotta

Plastic Free, Piemonte: rimossi oltre 7.500 chili di plastica e rifiuti 

Oltre 75 tonnellate il bottino complessivo dei circa 230 eventi in tutta Italia per l’iniziativa Sea & Rivers targata Plastic Free

Anche il Piemonte ha partecipato con determinazione alla grande mobilitazione ambientale Sea & Rivers, promossa da Plastic Free Onlus con il patrocinio morale del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e il supporto di MINI Italia come main sponsor. Nel weekend del 27 e 28 settembre, 20 appuntamenti hanno visto protagonisti 261 volontari piemontesi, impegnati a ripulire spiagge, fiumi, parchi e aree verdi: il risultato è stato la rimozione di 7.534 chilogrammi di plastica e rifiuti dall’ambiente. Un’azione concreta, coordinata dalla referente regionale di Plastic Free, Flavia Faccia, e parte di una mobilitazione nazionale che ha coinvolto 228 eventi in Italia, con un totale di 6.375 volontari attivi e oltre 75 tonnellate di rifiuti rimossi.

“Un grazie di cuore ai nostri referenti e volontari che, anche in condizioni non sempre favorevoli, si sono rimboccati le maniche per difendere ciò che abbiamo di più prezioso – dichiara Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Plastic Free Onlus –. Difendere mari, fiumi e corsi d’acqua non è solo una battaglia ambientale, ma una scelta di tutela della nostra salute. Le ricerche scientifiche parlano chiaro: microplastiche e nanoplastiche sono ormai state rilevate nel sangue, nei polmoni, nel latte materno e nei tessuti umani. Prendersi cura dell’ambiente vuol dire amare anche noi stessi”.

Secondo le stime, circa l’80% della plastica che arriva in mare proviene dalla terraferma, trasportata dai fiumi che ogni anno riversano tra 1,15 e 2,41 milioni di tonnellate di rifiuti plastici. In Italia, studi recenti condotti in prossimità delle foci di 12 fiumi hanno evidenziato che l’87% dei rifiuti è composto da plastica, con oltre il 38% rappresentato da plastica monouso.

Dal 2019 ad oggi, Plastic Free ha organizzato oltre 9.100 appuntamenti di pulizia ambientale, rimuovendo più di 4,7 milioni di kg di rifiuti e confermandosi come una delle realtà più dinamiche del panorama ambientale italiano, oggi attiva in oltre 40 Paesi nel mondo. Con una rete capillare di referenti locali, progetti educativi nelle scuole, collaborazioni istituzionali e campagne di pulizia, continua a portare avanti la sua missione: liberare il Pianeta dalla plastica, un’azione concreta alla volta

Piemonte, via libera al PRAE. Bartoli: certezze per 300 imprese e tutele per l’ambiente

Torino, 30 settembre 2025 – Il Consiglio regionale del Piemonte ha approvato oggi il Piano Regionale delle Attività Estrattive (PRAE) – Stralcio Primo e Terzo Comparto 2024-2034, comprensivo di rapporto ambientale, dichiarazione di sintesi e piano di monitoraggio.

Il PRAE è lo strumento di pianificazione decennale che definisce le regole per la gestione delle attività estrattive piemontesi, coniugando le esigenze produttive con la tutela ambientale e offrendo stabilità a oltre 300 imprese del comparto.

Sergio Bartoli, Presidente della V Commissione Ambiente, dichiara: «Con questo Piano garantiamo al Piemonte i materiali essenziali per costruzioni e infrastrutture, indispensabili allo sviluppo, ma dentro un quadro di regole chiare e rigorose tutele ambientali. È un equilibrio fondamentale: crescita e ambiente devono viaggiare insieme».

Bartoli ha sottolineato come il PRAE sia il risultato di un lavoro condiviso con tecnici, enti locali e organismi di valutazione:

«Abbiamo costruito un percorso di programmazione che dà certezze alle imprese, ai Comuni e ai cittadini, con l’obiettivo di coniugare competitività e sostenibilità. Ringrazio l’Assessore Marco Gallo per l’impegno dimostrato».

L’approvazione riguarda i comparti degli aggregati per le costruzioni e dei materiali industriali. Per il settore delle pietre ornamentali sono previsti ulteriori approfondimenti, a conferma della volontà di procedere con responsabilità e attenzione.

«Il PRAE è una scelta di visione: una pianificazione che guarda al futuro e che mette insieme sviluppo e tutela del territorio», ha concluso Bartoli.