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Rifiuti, in Piemonte aumenta la raccolta differenziata

In Piemonte aumenta la raccolta differenziata ediminuisce la produzione di rifiuti indifferenziati: anche per il 2023 si consolida dunque l’andamento positivo.

In particolare, il raggiungimento del 67,9% di raccolta differenziata supera l’obiettivo del 65% previsto dalla normativa nazionale e dal Piano regionale dei rifiuti e si avvicina alla quota del 70% prevista per la fine del 2025.

La differenziata risulta in crescita rispetto al 2022 di quasi un punto percentuale: ogni cittadino piemontese nel corso del 2023 ha separato 10 kg di rifiuti in più rispetto all’anno prima, lasciando nell’indifferenziato 162 kg contro 163. Così, del 2.140.900 tonnellate di rifiuti prodotte quelle raccolte maniera differenziata sono state 1.454.049. L’indicatore più significativo per verificare l’efficacia della raccolta differenziata e delle attività di riduzione della produzione di rifiuti è il quantitativo pro capite di rifiuto indifferenziato prodotto, il cui valore di riferimento per il 2023 era 159 kg pro capite: l’obiettivo è stato raggiunto in tutte le province tranne Alessandria (165 kg/anno per abitante, in miglioramento rispetto al 2022) e Torino (181 kg/anno per abitante con un obiettivo di 190).

«I dati ufficiali del 2023 dimostrano che il lavoro che stiamo portando avanti, in termini di piani e di investimenti, sta raccogliendo i frutti con risultati sempre migliori – commenta l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati – Passo dopo passo, dopo aver raggiunto quasi ovunque l’obiettivo del 65%, ci avviciniamo a quelli fissati entro la fine del 2025. Il costante aumento della raccolta differenziata indica che stiamo recuperando materiale da riciclare e quindi avere, da una parte un minore impatto sull’ambiente, e dall’altra andare nella direzione dell’economia circolare potenziando sempre più le filiere del recupero. Il Piemonte sta diventando una regione dove si rafforza sempre di più l’economia circolare col potenziamento di tutta la filiera del recupero dei materiali. Questo sarà uno dei punti chiave di sviluppo industriale».

La raccolta in dettaglio

La principali frazioni di rifiuti raccolte separatamente

Le frazioni maggiormente raccolte pro capite nel 2023 sono state la carta e il cartone (298.332 tonnellate, 70,2 kg pro capite), l’organico (267.885 tonnellate, 63 kg pro capite), sfalci e potature (150.242 tonnellate, 35,3 kg pro capite), il vetro (124.621 tonnellate, 29,3 kg pro capite) e il legno (110.155 tonnellate, 25,9 kg pro capite).

A livello di province l’obiettivo del raggiungimento del 65% di raccolta differenziata, previsto dalla normativa nazionale e dal Piano regionale dei rifiuti, viene superato da tutte le province ad esclusione di Torino, che comunque registra un miglioramento di 2 punti percentuali rispetto al 2022, attestandosi ora al 64% contro il 62%.

A livello di Comuni quelli che nel 2023 hanno superato quota 65% di differenziata sono saliti a 757 (64,1%, erano 714 nel 2022 pari al 60,5%), la maggior parte dei quali, circa l’85%, ha meno di 5mila abitanti. In 182 hanno superato l’82% di raccolta differenziata.

Per quanto riguarda il dato di raccolta differenziata riferito ai Comuni capoluogo al primo posto si è collocata Novara (77,18%), seguita da Biella (76,75%), Verbania (76,71%), Vercelli (70,12%), Cuneo (67,67%), Asti (66,5%), Torino (57,2%) e Alessandria (47,8%).

A livello di Consorzio di area vasta il 65% di raccolta differenziata stato raggiunto o superato da 18 Consorzi su 21. Il podio spetta a Medio Novarese e Chierese, a pari merito con l’84%, seguiti da Albese Braidese (81%). Altri sei Consorzi sono tra l’80 e il 70% e restano al di sotto del 65% Alessandrino, Area Vasta Torino e Canavesano. L’obiettivo di riduzione dei rifiuti indifferenziati a 159 kg/abitante è stato raggiunto da 12 Consorzi su 21: il podio è occupato da Chierese (80 kg/abitante), Medio Novarese (84) e Basso Novarese (104).

Smog, fino a mercoledì 12 marzo confermato il livello 0 (bianco)

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Prosegue fino a mercoledì 12 marzo 2025 compreso – prossimo giorno di controllo – l’applicazione delle sole misure strutturali di limitazione al traffico: sulla base dei dati previsionali sulla qualità dell’aria forniti da Arpa Piemonte è stato infatti confermato il livello 0 (bianco) delle misure antismog.

Eventuali variazioni del semaforo antismog in vigore, con le relative misure di limitazione del traffico, verranno comunicate il lunedì, mercoledì e venerdì, giorni di controllo sui dati previsionali di PM10, ed entreranno in vigore il giorno successivo.

L’elenco completo delle misure antismog a tutela della salute, delle deroghe e del percorsi stradali esclusi dai blocchi è disponibile alla pagina www.comune.torino.it/emergenzaambientale

TORINO CLICK

Guardie ecozoofile a Chieri

Un’attività di vigilanza svolta da guardie eco-zoofile sul territorio della città di Chieri, con cadenza settimanale o bisettimanale, in particolare nei giorni di mercato: è quanto previsto dalla convenzione siglata tra il Comune di Chieri e l’associazione “Guardie Ambientali d’Italia”.

Le guardie eco-zoofile, provenienti dai distaccamenti di Torino, Rivarolo e Chieri, opereranno con appositi automezzi e divise, d’intesa e con il coordinamento del Comando di Polizia Locale, procedendo a sopralluoghi e controlli su segnalazione dello stesso Comando.

I controlli (che hanno finalità non solo sanzionatorie ma anche di natura informativa e preventiva) riguardano sia la vigilanza ambientale sia la tutela del benessere animale.

Spiega l’assessore alla Prevenzione e Sicurezza e Polizia Locale Biagio Fabrizio CARILLO: «Si tratta di un servizio di vigilanza che era stato attivato in via sperimentale per quattro mesi durante il 2024, con una trentina di controlli. Ora abbiamo rinnovato la convenzione e definito apposite linee guida per definire un piano di interventi preventivi e repressivi.Non si pensi che le guardie abbiano solo il compito di sanzionare le deiezioni canine o altri comportamenti bagatellari (ad es. la regolare condotta al guinzaglio o la verifica anagrafica del microchip e dei documenti). C’è molto di più: si tratta, infatti, di vigilare sul rispetto delle norme in materia di benessere animale, a cominciare da quelle previste dal nostro Regolamento comunale, contrastando gli abbandoni, l’incustodia o il maltrattamento. E questo riguarda sia gli animali d’affezione sia quelli presenti nelle aziende agricole. Inoltre, le guardie svolgeranno controlli sul corretto conferimento dei rifiuti e potranno essere impiegate durante lo svolgimento di particolari manifestazioni cittadine, per attività di assistenza informativa e di osservazione, sempre a supporto della nostra Polizia Locale».

Le guardie eco-zoofile dell’Associazione Guardie Ambientali d’Italia sono volontari che svolgono la loro attività in modo gratuito (salvo un rimborso delle spese sostenute) e rivestono la qualifica di pubblico ufficiale.

Comunità di energia rinnovabile, ecco il regolamento

Il Consiglio comunale ha approvato all’unanimità una delibera, presentata dall’assessora Chiara Foglietta, riguardante l’approvazione del Regolamento per la costituzione di un elenco di Comunità di energia rinnovabile (CER) dei gruppi di autoconsumo collettivo coerenti con i valori e gli obiettivi della Città e l’attivazione del registro delle CACER (Configurazioni di autoconsumo per la condivisione dell’energia rinnovabile).

Il testo del documento spiega che il perseguimento di azioni finalizzate allo sviluppo di Configurazioni di autoconsumo di energia rinnovabile si inserisce nel lungo percorso già sviluppato dalla Città nella lotta ai cambiamenti climatici e nella trasformazione del sistema energetico urbano verso un modello più sostenibile.

Pequesto è interesse dell’Amministrazione mappare le Comunità di energia rinnovabile che stanno nascendo sul territorio comunale, per sostenerle e garantire il loro massimo sviluppo, in coerenza con i principi ed i valori già precedentemente individuati dalla Città.

Rifacendosi alla normativa regionale che ha disciplinato le comunità energetiche, con questo provvedimento la Città intende quindi rispondere all’esigenza di monitorare lo sviluppo delle CER e dei Gruppi di Autoconsumo sul territorio e di sostenere la loro struttura e la capacità organizzativa oltre a verificare la trasparenza amministrativa ed economica delle Configurazioni e l’assenza di situazioni di conflitto di interessi con la Città.

Il provvedimento intende, infine, favorire la più ampia conoscenza delle Configurazioni locali, con l’obiettivo di coinvolgere un numero crescente di cittadini e risultare un modello per altre realtà locali; lo sviluppo di azioni in materia di produzione e consumo di energia da fonti rinnovabili; gli interventi in favore delle famiglie in condizioni di povertà economica o di particolare vulnerabilità, con azioni dirette a sostenere interventi di natura sociale, educativa e culturale.

Nuovo inceneritore, i dubbi degli ambientalisti

Le associazioni ambientaliste torinesi  Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta, Comitato Torino Respira, SequS – Sostenibilità Equità Solidarietà, Giustizia Climatica Ora, Circolo Legambiente Molecola, Circolo Legambiente greenTO, Fridays For Future Torino, Ecoborgo Campidoglio Aps, Co.Mu.Net Officine Corsare, Comitato torinese del Forum Salviamo il paesaggio, Circolo L’Aquilone Legambiente, Legambiente metropolitano Torino esprimono dubbi e contrarietà in merito alla costruzione del nuovo inceneritore regionale

“Secondo l’analisi dei dati non è necessario. Impatterà fortemente sulle gestione virtuosa dei rifiuti, sulle emissioni climaalternanti e sul costo della tassa rifiuti che pagherà la cittadinanza”.

Autorità Rifiuti del Piemonte ha sciolto le riserve, indicando la realizzazione di una nuova linea dell’impianto del Gerbido come soluzione prescelta per dare seguito alle indicazioni contenute nel PRUBAI. L’opposizione all’impianto ha ragioni ambientali, sociali ed economiche.

Dalla cronaca torinese dei principali quotidiani apprendiamo che l’Autorità Rifiuti del Piemonte ha deciso che la (presunta) necessità di incenerimento aggiuntiva rispetto a quella oggi disponibile sarà soddisfatta con un ampliamento dell’impianto TRM del Gerbido. Una linea aggiuntiva che brucerà, secondo quanto riportato dagli organi di stampa “fino a 280 mila tonnellate in più l’anno”, de facto aumentando quasi del 50 per cento l’attuale capacità dell’impianto ( poco più di 600 mila tonnellate all’anno)” affermano le associazioni ambientaliste torinesi che esprimono forte contrarietà all’impianto, al netto della sua localizzazione per regioni ambientali, sociali ed economiche.

In una Regione che ha raggiunto il 65% di raccolta differenziata solo nel 2021, con nove anni di ritardo rispetto all’obiettivo di legge fissato per la fine del 2012, si torna a parlare di inceneritori. Sembra paradossale che Torino, uno dei Comuni piemontesi con valori di raccolta differenziata più bassi e con i maggiori problemi per una gestione sostenibile dei propri rifiuti, sia candidata a un’ulteriore scelta impiantistica.

Per gli RSU non serve un nuovo impianto. Usando i dati demografici scelti come riferimento nel PRUBAI per il calcolo dei rifiuti prodotti ( peraltro smentiti dalla recente pubblicazione dell’Annuario Stattistico Regionale predisposto dalla stessa Regione Piemonte in collaborazione con ISTAT), la necessità di smaltimento massima sarebbe di 576.592 tonnellate annue nell’operativo prescelto.

L’inceneritore del Gerbido ha bruciato nel 2023 più di 600.124 tonnellate di rifiuti e 604.532 tonnellate nel 2022, un quantitativo largamente sufficiente a soddisfare le esigenze di incenerimento nello scenario definito più conveniente dal PRUBAI.

Impatto economico Sul piano economico i costi della tassa rifiuti, la TARI aumenterebbero significativamente in tutta la regione: i costi di conferimento presso gli impianti di incenerimento sono già in forte crescita in tutta Italia e il nuovo impianto non potrà sottrarsi a tale tendenza.

Con la nuova modalità di calcolo della tariffa rifiuti prevista da ARERA verrà meno una fonte di introito importante per l’inceneritore del Gerbido perché i GRIN (ex certificati verdi, ovvero la tariffa incentivante con cui GSE acquista il 51% dell’energia prodotta dall’impianto) verranno fortemente depotenziati, fino al quasi totale annullamento.

Il Parlamento Europeo ha recentemente approvato a larghissima maggioranza un emendamento al pacchetto di norme per la riduzione delle emissioni di gas climalteranti noto come “FIT FOR 55”, che prevede che l’incenerimento dei rifiuti non sia più esentato dalla partecipazione al sistema di scambio delle emissioni di carbonio ( Emission Trade Scheme – ETS) che prevede il pagamento di un costo per ogni tonnellata CO2 emessa già dal 2026.

Di conseguenza anche gli inceneritori pagheranno una cifra che già oggi è 80 euro/ton e probabilmente destinata a crescere quasi raddoppiando così le tariffe di conferimento che sono oggi pari a 112,56 euro /ton.

Considerando il fattore di emissione utilizzato recentemente dalla Città di Torino nell’ambito del ‘Climate City Contract’, pari a 434 g/t di CO2 equivalente, l’inceneritore del Gerbido ha causato nel 2023 l’emissione di oltre 260 mila kg/anno di CO2, il che ne fa la singola fonte di emissione di gas climalteranti più importante della città.

“Ci chiediamo come un aumento di quasi il cinquanta per cento delle emissioni possa sposarsi con l’azzeramento delle stesse entro il 2030, come scritto nel citato Climate City Contract che la Città di Torino ha sottoscritto con l’UE, a meno di azzerare queste emissioni utilizzando tecniche di cattura e stoccaggio della Co2, ipotesi peraltro contenuta nel Ccc, priva si ogni analisi di fattibilità, che aggiungerà un costo ulteriore tale da rendere l’incenerimento dei rifiuti estremamente anti economico”. concludono gli ambientalisti.

 

Mara Martellotta

Pianezza e Rivalta di Torino Comuni Plastic Free

 

Napoli, 8 marzo – Rivalta di Torino premiata con “due tartarughe” per il suo livello di virtuosismo e Pianezza (TO). Sono due i Comuni Plastic Free piemontesi che hanno ottenuto il riconoscimento promosso da Plastic Free Onlus, l’organizzazione di volontariato impegnata dal 2019 nel contrastare l’inquinamento da plastica. La cerimonia di premiazione della quarta edizione si è tenuta oggi a Napoli, presso il Teatro Mediterraneo, sotto l’alto patrocinio del Parlamento europeo, del Senato della Repubblica, della Camera dei deputati, del Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica e del Comune di Napoli. In totale 122 i borghi, paesi e città italiane che si sono distinti per la lotta contro gli abbandoni illeciti, per la promozione di comportamenti responsabili e le opere di sensibilizzazione sul territorio nonché per l’impegno in una gestione virtuosa dei rifiuti urbani.

“Oggi più che mai, il riconoscimento di Comune Plastic Free non è solo un titolo, ma una responsabilità – ha dichiarato Luca De Gaetano, fondatore e presidente di Plastic Free Onlus – Significa aver scelto un percorso virtuoso, fatto di azioni concrete per ridurre l’inquinamento da plastica, sensibilizzare i cittadini, educare le nuove generazioni e costruire una comunità più consapevole e sostenibile. Un Comune Plastic Free è un motore di trasformazione, un nuovo modo di pensare, un nuovo modo di vivere il proprio territorio. E quando il legame tra Istituzioni e cittadini è così forte, il cambiamento non solo è possibile, ma diventa inarrestabile”.

Tra le autorità intervenute durante la cerimonia il sindaco di Napoli e presidente ANCI, Gaetano Manfredi, che ha ricevuto un riconoscimento speciale. “Essere Plastic Free non significa solo ridurre la plastica ma impegnarsi assieme quotidianamente per la propria comunità – ha dichiarato Manfredi – Come Sindaci siamo in prima linea, vogliamo fare tanto per i nostri territori ma vogliamo farlo assieme ai cittadini”.

In questa legislatura daremo attuazione al Green Deal che contiene una serie di misure per il contrasto ai cambiamenti climatici. Una di queste è la SUP che vieta la plastica monouso così da limitare l’impatto sull’ambiente – ha dichiarato l’On. Antonio Decaro, presidente della Commissione per l’ambiente, la sanità pubblica e la sicurezza alimentare del Parlamento europeo – Ringrazio Plastic Free Onlus per questo riconoscimento che mette in competizione virtuosa i Comuni, che possono così scambiarsi buone pratiche per tutelare i nostri splendidi territori”.

Per incentivare le iniziative ambientali sui territori locali e sostenere le Amministrazioni nei percorsi virtuosi, Plastic Free Onlus ha deciso di aprire le candidature per il 2026 già dal prossimo giugno. Nel frattempo, si aprirà una interlocuzione con gli Enti regionali per trovare le risorse che possano sostenere economicamente il cambiamento nei Comuni volenterosi.

Il Piemonte al 3° incontro annuale per lo Sviluppo sostenibile delle Regioni

Gli assessori Gabusi e Tronzano: «Piemonte pronto a giocare un ruolo da protagonista»

Si è tenuto nella sede di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) a Roma, il terzo Incontro annuale per lo sviluppo sostenibile delle Regioni, un appuntamento chiave per il confronto sulle strategie di crescita e innovazione del Paese.

A rappresentare la Regione Piemonte sono stati l’assessore al Bilancio, Finanze e programmazione economica e finanziaria, Sviluppo delle attività produttive, Andrea Tronzano e l’assessore alle Infrastrutture e trasporti Marco Gabusi, quest’ultimo in qualità anche di coordinatore della Commissione Affari istituzionali della Conferenza delle Regioni.

L’evento, promosso da Cdp, Conferenza delle Regioni e Associazione nazionale finanziarie regionali (Anfir), ha posto al centro del dibattito il Piano strategico Cdp 2025-2027, con un focus particolare su strumenti finanziari a sostegno degli investimenti territoriali, fondi pubblici, rigenerazione urbana e sostenibilità.

«La giornata di oggi ha fatto emergere chiaramente come la sfida attuale sia quella di costruire l’Italia di domani, rendendo le nostre regioni sempre più competitive e sostenibili. Il Piemonte è pronto e vuole giocare un ruolo da protagonista», hanno dichiarato gli assessori Marco Gabusi e Andrea Tronzano, sottolineando l’importanza del coordinamento istituzionale tra le Regioni per garantire un efficace utilizzo delle risorse disponibili.

Il Piemonte, con la sua visione strategica, punta su investimenti mirati per infrastrutture moderne e resilienti, strumenti di credito per le imprese e soluzioni innovative per affrontare le sfide della transizione ecologica e digitale.

Nei prossimi mesi, le indicazioni emerse dall’incontro saranno fondamentali per definire nuove progettualità e garantire un impatto concreto sul territorio.

Esposizione ai campi elettromagnetici, l’Associazione C.C.E in Consiglio regionale

Il presidente della Commissione Ambiente Sergio Bartoli: “necessaria una valutazione approfondita con la IV Commissione Sanità”

La Commissione Ambiente, presieduta da Sergio Bartoli, ha ascoltato oggi in audizione l’Associazione Comuni Contro Elettrosmog for the Environment (C.C.E.) sul tema dell’inquinamento elettromagnetico e sull’innalzamento dei limiti di esposizione ai campi elettromagnetici, passato da 6V/m a 15V/m il 30 aprile 2024.
“Dal 30 aprile 2024, con le nuove norme, in Italia i rischi biologici legati ai campi elettromagnetici prodotti dalla tecnologia 5G sono sempre più elevati – ha dichiarato Maurizio Giani, presidente dell’Associazione C.C.E. – soprattutto per chi ha un pacemaker o un impianto cocleare, ma anche per tutti noi. La nostra associazione ha il compito di sensibilizzare i Comuni, che devono dotarsi di un Piano per le antenne e farle installare almeno lontano dalle scuole e dai luoghi sensibili. L’alternativa è quella di puntare soprattutto sui cablaggi degli edifici scolastici”.
Durante la seduta, sono stati presentati dati tecnici e scientifici, insieme a studi nazionali e internazionali, che sollevano preoccupazioni sugli effetti a lungo termine dell’esposizione ai campi elettromagnetici, con particolare riferimento alle emissioni della tecnologia 5G. L’Associazione C.C.E. ha evidenziato l’assenza di un parere sanitario ufficiale da parte delle autorità competenti e ha ribadito la necessità di adottare il principio di precauzione.
Alla discussione hanno partecipato i consiglieri Paola Antonetto (FdI), Alberto Unia (M5s), Davide Buzzi Langhi (Fi).
Commenta Bartoli: “Nel corso dell’audizione, il Vicepresidente Alberto Unia ha sottolineato l’importanza di approfondire ulteriormente la questione. In qualità di Presidente della Commissione Ambiente, ritengo che tale approfondimento debba avvenire attraverso una seduta congiunta con la IV Commissione Sanità, affinché si possano valutare in modo più ampio le possibili implicazioni, non solo ambientali ma anche sanitarie, legate all’innalzamento dei limiti di esposizione”.
A tal proposito, il Presidente della Commissione, Sergio Bartoli, ha annunciato la volontà di calendarizzare una prossima seduta congiunta con la IV Commissione Sanità, per approfondire il tema dell’elettrosmog, strettamente legato alla tutela della salute pubblica, con l’audizione dell’International Society of Doctors for the Environment (ISDE).
“Ritengo fondamentale che il confronto con esperti e istituzioni sanitarie possa fornire elementi utili per eventuali azioni di tutela della popolazione, con particolare attenzione alle categorie più vulnerabili, come bambini, anziani ed elettrosensibili.
Desidero ringraziare il Vicepresidente Alberto Unia per aver introdotto la seduta e tutti i membri della Commissione per la partecipazione attiva a questa audizione, auspicando che il lavoro prosegua in modo condiviso e approfondito”, ha concluso Bartoli.

Boschi promossi: sostenibilità forestale, Piemonte al terzo posto per superficie certificata

PEFC Italia presenta il Rapporto Annuale sulla certificazione di gestione forestale sostenibile: a fine 2024 sono 1.061.059,26 gli ettari di superficie certificata PEFC (+8,2% rispetto all’anno precedente). Il Piemonte si posiziona sul podio – dopo Trentino Alto Adige e Friuli-Venezia Giulia – per superficie forestale certificata. Press kit Un traguardo significativo per l’ecosistema della certificazione forestale: il 2024 ha registrato il maggior numero da sempre di nuove aziende certificate in un solo anno, confermando la validità del sistema di certificazione PEFC in particolare per le piccole e medie imprese. Gli ettari di foreste e piantagioni gestite in maniera sostenibile in Italia nel 2024 sono saliti a quota 1.061.059,26 (+8,2% rispetto all’anno precedente) e sono 236 le nuove aziende ad aver ottenuto la certificazione di catena di custodia (o CoC, dall’inglese Chain of Custody) che, sommate a quelle degli anni precedenti, raggiungono un totale di 1.585, registrando un +16,8% rispetto al 2023.

Sono questi i numeri emersi dal Rapporto Annuale del PEFC Italia, ente promotore della certificazione della buona gestione del patrimonio forestale. Per quanto riguarda i servizi ecosistemici da foreste certificate, sono 15 le nuove attestazioni rilasciate, di cui 14 riguardanti il servizio ecosistemico del carbonio e 1 per la biodiversità. Attualmente, PEFC Italia conta 35 certificati di servizi ecosistemici, con un coinvolgimento di 27.856 ettari, a dimostrazione della sempre più crescente attenzione verso la tutela della biodiversità, la promozione del turismo e del benessere forestale e dei benefici ecosistemici. Piemonte sul podio per superficie forestale certificata e maggior incremento di aziende certificate Tra le regioni protagoniste del report PEFC Italia, spicca il Piemonte, che si conferma al terzo posto per superficie forestale certificata con 86.847,97 ettari gestiti in modo sostenibile (dopo Trentino Alto Adige con 598.463,29 ettari e il Friuli-Venezia Giulia con 98.570,46 ettari). Il Piemonte si distingue inoltre per il numero di nuove aziende che hanno ottenuto la certificazione di Catena di Custodia PEFC nel 2024: con 70 nuove certificazioni, la regione registra il maggior incremento a livello nazionale. Questo risultato porta il totale delle aziende certificate in Piemonte a 179, evidenziando l’interesse crescente delle imprese verso la sostenibilità e la tracciabilità, garantendo che il materiale legnoso e i prodotti derivati siano gestiti e trasformati in modo responsabile, dal bosco al consumatore finale. A livello provinciale, il contributo del Piemonte è variegato e significativo.

Torino guida la classifica regionale con una superficie forestale certificata di 50.076,22 ettari, di cui 2,25 ettari di pioppeti, e 90 aziende certificate nella catena di custodia. Il Verbano-Cusio-Ossola contribuisce con 16.771,58 ettari certificati e 4 aziende CoC, mentre Vercelli registra 10.860,8 ettari certificati e 4 aziende CoC. Cuneo segue con 5.866,94 ettari certificati, di cui 151,95 di pioppeti, e 58 certificazioni CoC. Alessandria si distingue per i suoi 2.764,29 ettari di pioppeti certificati e 12 aziende CoC.Infine, Asti e Biella, pur con superfici più contenute – rispettivamente 163 ettari e 259,71 ettari – dimostrano un impegno crescente, con 7 aziende certificate ad Asti e una a Biella. Biella, infine, vanta una certificazione per il servizio ecosistemico del carbonio. “I risultati di quest’anno sono straordinari e dimostrano come la certificazione PEFC stia diventando un elemento chiave per le aziende italiane orientate a perseguire pratiche sostenibili e obiettivi di responsabilità sociale d’impresa. Questo è un percorso fondamentale per trasformare processi produttivi e organizzativi”, spiega Marco Bussone, Presidente di PEFC Italia.

“Il Piemonte, in particolare, si conferma una regione all’avanguardia nella gestione forestale sostenibile e nella certificazione PEFC: il crescente numero di aziende certificate e gli ettari di foreste gestiti in modo responsabile dimostrano come la sostenibilità sia ormai parte integrante delle strategie produttive e organizzative delle imprese piemontesi. Pianificare e certificare è una necessità, una opportunità anche per il sistema degli Enti locali, in particolare nel quadro delle Strategie di Green Community”. “In generale, l’aumento delle certificazioni PEFC non è solo un numero ma piuttosto il segno tangibile di un cambiamento culturale in direzione della sostenibilità e della trasparenza delle filiere di approvvigionamento”, conclude Antonio Brunori, Segretario Generale PEFC Italia. “In un momento storico in cui la crisi climatica è al centro del dibattito globale, la certificazione PEFC rappresenta un impegno concreto per il futuro del nostro patrimonio forestale, per la sua gestione al fine di una mitigazione degli estremi climatici e per il benessere della società”.

Iren a KEY, evento europeo dedicato alle tecnologie

Il Gruppo parteciperà alla manifestazione con uno stand immersivo e due eventi dedicati a fotovoltaico, autoconsumo ed elettrificazione per le imprese

 

Anche quest’anno il Gruppo Iren parteciperà a KEY, The Energy Transition Expo, il principale evento europeo dedicato alle tecnologie, ai servizi e alle soluzioni integrate per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili, che si terrà presso il Rimini Expo Centre dal 5 al 7 marzo.

L’evento sarà l’occasione, per l’azienda, di valorizzare le best practice sviluppate nelle diverse aree di business che spaziano dallo sviluppo di innovative soluzioni per l’efficienza energetica delle abitazioni alle opzioni di autoconsumo per le imprese, offrendo al pubblico presente in fiera una panoramica di tutti i servizi disponibili.

Lo stand Iren, suddiviso in due ampie aree, si trova al Padiglione A1: attraverso un percorso immersivo realizzato con foto, video e materiali interattivi, i partner e gli ospiti saranno guidati alla scoperta delle attività del Gruppo, attraverso una galleria digitale dei progetti realizzati nei diversi territori.  Presso lo stand sarà anche possibile partecipare a due momenti di approfondimento: il primo sarà dedicato al contesto e ai trend di mercato del prodotto fotovoltaico (mercoledì 5 marzo alle ore 15.15), mentre il secondo avrà l’obiettivo di fare il punto sull’autoproduzione di energia da fonte rinnovabile e l’elettrificazione dei consumi per le imprese (giovedì 6 marzo alle ore 15.30).

Attraverso case studies e confronti con esperti del settore, Iren si propone di accompagnare i clienti e gli operatori a comprendere le principali sfide e opportunità legate alla transizione energetica, anche in maniera integrata rispetto alle commodities di privati e aziende.

Inoltre, lo stand sarà sempre presidiato dai professionisti di Iren che potranno proporre consulenze personalizzate sulle soluzioni di Iren luce gas e servizi e di Iren Smart Solutions a tutti i potenziali clienti interessati e alle imprese di settore.