AMBIENTE- Pagina 34

Merlo e Maurino: Euro 5, bene il Governo. A rischio tutta la seconda cintura torinese

 

“L’intervento del Governo sulla possibilità di utilizzare, o meno, gli euro 5 in città rischia di mettere in ginocchio tutta la seconda cintura torinese. Al di là di chi fa una sterile e ridicola polemica politica ed elettorale contro la Regione Piemonte, è indubbio che per tutte le persone che non abitano nella prima cintura torinese – dove è possibile, con meno problemi, recarsi a Torino con i mezzi pubblici – le difficoltà si moltiplicano e si aggravano in modo esponenziale per tutti gli altri. Per non parlare dei Comuni montani, di tutti i Comuni montani della provincia di Torino. E questo perchè una misura che penalizza, come un fulmine a ciel sereno, intere comunità e migliaia e migliaia di persone non può essere pianificata ed escogitata senza prevedere alcuna misura alternativa o realisticamente percorribile.

E un intervento del Governo, al riguardo, non può che essere salutato positivamente. Perchè sarebbe dettato dalla logica del buonsenso, della responsabilità e, soprattutto, per accogliere le esigenze e le istanze di decine di migliaia di persone che rischierebbero di trovarsi in gravissime difficoltà da un giorno all’altro”.

Giorgio Merlo, Sindaco Pragelato, Consigliere Nazionale Anci.

Mauro Maurino, Vice Sindaco Pragelato.

Agenti di commercio, autotrasportatori, ambulanti: “Il blocco Euro 5 diesel penalizza tutta l’economia”

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LA POSIZIONE DI ASCOM TORINO

L’estate 2023 ha portato una ‘tempesta perfetta’ che rischia di mettere in ginocchio il terziario torinese. L’annuncio del blocco dei diesel Euro 5 è, infatti, l’ultimo atto di una concentrazione di elementi avversi al commercio, al turismo e ai servizi, dall’aumento dei biglietti dei mezzi pubblici e delle strisce blu al rincaro del carburante, dall’inflazione alle temperature eccessive, le bombe d’acqua e le strade interrotte per le frane.

«Siamo seriamente preoccupati – sottolinea la presidente di Ascom Confcommercio Torino e provincia Maria Luisa Coppa – per quella che si configura come un’amplificazione della crisi già in essere di molti settori del commercio, che rischia di pesare anche su un turismo che stava finalmente vedendo la ripresa. Rischiamo un cortocircuito letale, dove il blocco dei diesel Euro 5 rappresenta un problema enorme per molti lavoratori, in particolare per le categorie rappresentate da Ascom. Autotrasportatori, agenti di commercio, ambulanti e tutte le attività che devono portare e ricevere le merci sono le prime vittime di questa misura, che chiediamo di sospendere».

«I consumatori e i lavoratori non sono in grado di adeguarsi a queste disposizioni – dichiara Enzo D’Alicantro Pompilio, presidente F.A.I. Federazione Autotrasportatori Italiani di Torino -, anche in presenza dei pochi incentivi esistenti, che sono del tutto inadeguati. La soluzione proposta dalla Regione, il sistema del “move-in” appare comunque insufficiente e complicato dal punto di vista burocratico. Peraltro, i provvedimenti individuati non sono risolutivi del problema e creano difficoltà assurde alla sola economia e cittadinanza piemontese. Vogliamo inoltre ricordare che il settore dei trasporti è già in forte tensione a causa di due eventi: la chiusura del traforo del Monte Bianco per 15 settimane a partire da lunedì prossimo con un forte impatto sul traffico della A32, la Torino-Bardonecchia (attualmente interessata da un numero eccezionale di cantieri) e il blocco forzato del traforo del Frejus a causa della frana del 27 agosto. Al momento la chiusura del traffico merci ferroviario è previsto per almeno 4 settimane e per il traffico merci stradale si prevede una riapertura più breve, ma con forti limitazioni e tempi di attesa inquantificabili. L’autotrasporto piemontese è di fatto isolato, non può sostenere ulteriori limitazioni al libero esercizio di impresa a causa della nuova normativa regionale per motivi ambientali».

«I rappresentanti e gli agenti di commercio sono tra le categorie più colpite, ma l’emergenza è ben più ampia – evidenzia Gino Mattiolo, presidente Piemonte e Val d’Aosta FNAARC Federazione Nazionale Associazioni Agenti e Rappresentanti di Commercio -. Annunciare il blocco dei mezzi

 

da mattina a sera significa, di fatto, paralizzare totalmente l’economia del territorio. Non parliamo, infatti, solo delle difficoltà per gli agenti di commercio, per i quali l’automobile è il bene strumentale indispensabile, ma pensiamo anche, ad esempio, ai negozianti che non possono ricevere la merce dai padroncini o ai ristoratori a cui non vengono consegnati i prodotti. Non diciamo che le misure ambientali non vadano prese, ma chiediamo di dare ai lavoratori un tempo congruo per provvedere al cambio mezzo. La transizione significa ‘accompagnamento’, quindi le imprese devono essere accompagnate da misure governative utili, in modo che non siano una mannaia sul collo delle imprese».

«La categoria degli ambulanti – commenta Silvano Ritta, presidente UBAT Unione Battitori Ambulanti Torino – è nella totale disperazione. I nostri mezzi servono solamente per portare la merce sul posto di lavoro, rimangono fermi per otto ore, quindi non inquinano. In questo modo impediscono a molti di noi di lavorare. Il sistema del move-in proposto non è risolutivo e, inoltre, nella zona arancione non permette la circolazione. Acquistare un mezzo nuovo con la crisi in corso e dopo una pandemia è impossibile: i tempi di attesa per la consegna sono di un anno, un anno e mezzo. Temiamo, inoltre, che di questo passo a breve vengano bloccati anche gli euro 6».

«Da parte nostra – conclude la presidente Coppa – siamo impegnati a collaborare con le istituzioni locali per trovare soluzioni immediate e a lungo termine, dove le imprese non siano soggetti passivi, ma protagonisti delle innovazioni che ci permetteranno di superare questa crisi e le problematiche ambientali. Torino è una città sensibile al tema ambientale, ma i problemi non si risolvono senza la cooperazione e il supporto di tutte le istituzioni».

Euro 5, Confartigianato: “Non bastano rinvii e deroghe. Il blocco va abrogato”

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GIORGIO FELICI  Presidente Confartigianato Piemonte interviene nel dibattito

“Ci auguriamo che l’approfondimento tecnico tra ministri porti ad uno stop del provvedimento di blocco degli Euro 5 e non a un semplice rinvio o a qualche deroga. La priorità in questo difficile contesto economico segnato dai rincari deve essere la tutela delle categorie produttive, delle famiglie e non certo impedire agli artigiani di lavorare e raggiungere i loro clienti. Nell’attesa, apprezziamo l’iniziativa dei ministri Salvini e Pichetto Fratin che hanno dimostrato che è possibile far prevalere il buon senso contro le politiche fintoambientaliste da Ztl che rendono i ricchi liberi di circolare con le auto di ultima generazione e i poveri costretti ad andare a piedi o a viaggiare su scassati bus e treni. Oltre all’abrogazione del blocco, servono interventi strutturali che coinvolgano i vari livelli istituzionali, dal Governo alla Regione ai Comuni, e che non guardino solo alla mobilità privata. Rinnovare il parco auto è fondamentale, ma attraverso incentivi ben pensati ma sul lungo periodo e svincolati dalla richiesta di credito. Non servono gli incentivi a sostituire auto e furgoni se questi costringono le famiglie e gli imprenditori ad indebitarsi, perché bisogna aiutare chi i soldi per cambiare il mezzo non li ha e non chi li ha ed è in procinto di cambiare il mezzo. Ma soprattutto occorrono immediati, seri ed efficaci provvedimenti sugli impianti termici e sulle altre fonti di inquinamento ambientale, oltre al potenziamento del trasporto pubblico locale, da tutti invocato ma mai attuato. Non possiamo più accettare che la lotta all’inquinamento si traduca nell’imporre il fermo a oltre 600mila mezzi, penalizzando famiglie e imprese in termini di rinuncia alla libertà di movimento e alla libertà di impresa: se si supera un certo livello di vessazione le istituzioni perdono di credibilità, con tutto quello che può conseguirne”.

L’emergenza idrica non è finita, colture in stress a causa della carenza d’acqua e del caldo

L’ultima ondata di calore rischia di fare precipitare una situazione già critica nelle campagne piemontesi.

Nonostante le piogge primaverili e di inizio estate abbiano dato in parte sollievo alle colture del nostro territorio, siamo ancora in deficit idrico. A ricordarlo è Confagricoltura Alessandria che evidenzia come molte coltivazioni diano segnali di stress idrico.

Le precipitazioni del mese di luglio hanno solo sfiorato alcune aree della nostra provincia, mentre sono state più insistenti nel casalese e acquese. Nonostante ciò, il bilancio idrico resta negativo. Seppur benefiche soprattutto per la vite, a ben poco potranno servire  eventuali nuove piogge previste per fine mese, a stagione ormai conclusa per colture come girasole, mais, soia. Inoltre, dopo due anni di siccità, il livello delle falde resta basso. Se non ci saranno abbondanti piogge autunnali, gli agricoltori saranno impossibilitati a seminare culture irrigue nella prossima stagione in buona parte delle provincia”, fa presente la presidente di Confagricoltura Alessandria, Paola Sacco.

A mancare sono soprattutto le risposte politiche alle sollecitazioni del mondo agricolo. Confagricoltura Alessandria chiede da anni interventi strutturali e normativi per consentire agli agricoltori di gestire al meglio la risorsa.

“I nostri agricoltori – ricorda il direttore di Confagricoltura Alessandria, Cristina Bagnascosono da tempo impegnati nell’utilizzare sistemi di irrigazione localizzata e di precisione per una gestione accorta e razionale della risorsa idrica, ma ciò non è sufficiente a superare periodi sempre più siccitosi”.

Non siamo più in emergenza, ci troviamo piuttosto davanti ad un problema che si ripropone ogni anno. Ecco perché sosteniamo che sia necessario investire su una rete idrica efficiente (ricordiamo che, in media, oltre il 30% della risorsa va perduta), su un sistema di infrastrutture, come grandi invasi e micro invasi, che consenta di immagazzinare acqua quando disponibile. Ad oggi i costi per la siccità ricadono soprattutto sugli agricoltori, i quali devono sostenere crescenti spese per l’irrigazione o, in alternativa, rischiare di perdere parte del raccolto. Quest’anno, peraltro, non è stata neppure concessa la proroga, da noi richiesta, del credito d’imposta per l’utilizzo del gasolio agricolo adoperato anche per alimentare impianti di pompaggio dell’acqua o per refrigerare le stalle. Così come non sono previsti incentivi o sgravi per il mantenimento d’impianti irrigui di precisione. E stiamo ancora attendendo risposte sull’utilizzo del fondo di emergenza legato alla Pac”, conclude la presidente Paola Sacco.

Tra le richieste inoltrate alla Regione Piemonte ed in attesa di riscontro, figura anche un’assegnazione supplementare di gasolio agricolo a prezzo agevolato giustificata dal forte depauperamento dei contingenti di carburanti assegnati, dovuto alle ripetute irrigazioni di soccorso alle coltivazioni, a cui sono dovute ricorrere le aziende di estesi areali della provincia stante la carenza di precipitazioni piovose che perdura dal mese di giugno.

Scuola: la Regione vuole migliorare la qualità dell’aria in classe

PRONTA LA MISURA SPERIMENTALE REGIONALE: INVESTITI 3 MILIONI DI EURO.

PER L’ASSESSORE A ISTRUZIONE E MERITO CHIORINO:“LA SALUTE E LA SICUREZZA SONO PRIORITÀ ASSOLUTE”. 

“È come sempre una priorità assoluta garantire nelle scuole del Piemonte la tutela della salute e la sicurezza dei nostri studenti, degli insegnanti e di tutto il personale scolastico: introdurre degli ulteriori migliorativi per il loro benessere è un passo avanti che dimostra la nostra massima attenzione.  La scuola è il luogo dove i nostri figli trascorrono la maggior parte del loro tempo e per questo dobbiamo garantire loro luoghi confortevoli, accoglienti e adatti per le attività didattiche. Con questa nuova misura sperimentale, finanziata con 3 milioni di euro, in sinergia con gli amministratori locali, verranno installati sistemi di purificazione/ventilazione meccanica dell’aria in classe con l’utilizzo di strumenti innovativi di ultima generazione”. Cosi l’Assessore regionale all’Istruzione e Merito, Elena Chiorino commenta la nuova misura sperimentale il cui bando è già online e che assegnerà contributi per migliorare il comfort micro climatico negli edifici scolastici. 

A CHI E’ RIVOLTA LA MISURA

Comuni capoluogo di Provincia, Amministrazioni Provinciali e Area metropolitana potranno presentare progetti per un massimo di quattro edifici scolastici, mentre gli altri Enti Locali potranno richiedere il contributo per un solo fabbricato. Le sedi scolastiche ammissibili sono Scuole statali dell’infanzia, primaria, secondaria di primo e secondo grado.

INTERVENTI FINANZIABILI 

Dispositivi di purificazione e sanificazione (1 milione di euro), impianti fissi di aereazione (1 milione di euro), tinteggiatura con vernici fotocatalitiche (1 milione di euro). Per evitare di esaurire le risorse in un numero limitato di interventi per gli edifici scolastici più grandi, la Regione ha stabilito un tetto massimo di contributo per intervento di 300 mila Euro, ridotto a 100 mila Euro per gli edifici privi di verifica di vulnerabilità sismica. Inoltre, considerata l’attuale congiuntura che, per i combinati effetti del patto di stabilità e della diminuzione della possibilità di indebitamento, riduce la capacità di spesa di tutti gli Enti locali, non sarà richiesto il consueto cofinanziamento degli interventi da parte dell’ente proponente. Le domande potranno pervenire a partire da domani, mercoledì 9 agosto fino a martedì 19 settembre.

Il bando è pubblicato sul sito della Regione Piemonte alla pagina: https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/qualita-dellaria-negli-ambienti-scolastici-2023

Stop ai Diesel Euro 5, è polemica

Dal  15 settembre 2023, i veicoli diesel Euro 5 non potranno circolare a Torino e in molti comuni del Piemonte. la Regione  Piemonte manterrà la restrizione  fino al 15 aprile 2024. Nel 2021, la giunta del presidente Cirio aveva approvato un provvedimento per anticipare di due anni il divieto per i diesel più recenti (inizialmente era previsto per il 2025), collegandolo alla limitazione già in vigore per i veicoli diesel Euro 3 ed Euro 4.

Le nuove restrizioni al traffico a Torino e in alcune zone del Piemonte hanno suscitato polemiche di automobilisti, artigiani e commercianti e coinvolgono i seguenti veicoli:

  1. Auto diesel omologate fino a Euro 5
  2. Moto omologate fino a Euro 1

Il divieto di circolazione è in vigore dal 15 settembre 2023 al 15 aprile 2024 e si applica nei seguenti orari e modalità:

  • Per le auto diesel adibite al trasporto di persone e/o merci, omologate fino a Euro 5 compresa, la circolazione è vietata dalle 8:00 alle 19:00 nei giorni feriali dal lunedì al venerdì.
  • Per le moto con classe d’inquinamento fino a Euro 1, il divieto è in vigore 24 ore al giorno, tutti i giorni, inclusi i festivi.

Via Druento, l’appello: Addio al polmone verde di Torino!

 Allarme per i lavori di via Druento: a rischio la vita di tantissimi animali 

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
A Torino la vastissima area verde di via Druento finisce sotto il cemento: verranno costruite case popolari. A rischio la vita di tantissimi animali, e non solo.
È protesta per i lavori edilizi di via Druento 49, a Torino. La vastissima area incolta, piena di alberi e animali, è finita in un progetto di costruzione di case popolari, perciò i torinesi dovranno dire addio al polmone verde della loro città. A rischio inoltre la vita dei tantissimi animali abitanti del luogo, che rischiano di essere uccisi dalle ruspe. Oltre a una colonia felina, nell’area vivono ricci, scoiattoli, uccelli e altri animali.
“Un grave danno per tutti, non soltanto per gli animali che rischiano di essere uccisi dalle ruspe” – dice la referente dell’associazione Meta Parma – “Sembra che l’uomo, oltre all’importanza della tutela degli animali, si sia dimenticato anche l’importanza degli alberi per la nostra stessa esistenza. Gli animalisti stanno protestando per salvare la vita degli animali di via Druento, ma la protesta coinvolge anche la tutela dell’ambiente e della vita umana, perchè è tutto collegato. Perdere l’area verde di via Druento sarà un grave danno per la città di Torino, non dimentichiamoci che per vivere abbiamo bisogno degli alberi e l’aria che respiriamo è già troppo piena di smog. Gli alberi sono vita, bisogna tutelare e preservare le aree verdi come quella di via Druento, invece di cementificarle.”
L’allarme è stato lanciato dal veterinario Massimo Vacchetta del Centro Recupero Ricci La Ninna, che ha organizzato un presidio pacifico davanti all’area verde di via Druento 49 per salvare ricci, uccelli e scoiattoli. In diretta sulla sua pagina facebook il dottor Vacchetta ha invitato tutti a unirsi alle proteste per salvare gli animali: “Siamo preoccupati per i ricci, questa è la stagione degli amori, le mamme hanno i piccoli e di giorno è impossibile vederli perchè si nascondono. Oltre ai ricci, sono a rischio anche gli uccelli che hanno fatto i nidi sugli alberi, e ci sono anche tantissimi scoiattoli.  Non possono buttare tutto giù con le ruspe in questo modo, devono darci il tempo di salvare gli animali. Ora è il momento di unirsi tutti in questa battaglia di civiltà, non solo per salvare gli animali, ma anche per difendere il loro diritto alla vita.”
Il primo presidio pacifico è stato organizzato per lunedì 21 agosto in via Druento n.49, a partire dalle ore 8.30.
Per partecipare ai presidi contattare il veterinario Massimo Vacchetta al numero 337-352301
Link appello facebook:

Torino Città 30: parte il progetto “bassa velocità”

Con la presentazione dei tre studi di fattibilità sulle aree Nord Ovest e Sud del territorio cittadino, affidati dalla Città alle società Sertec, Citec e Decisio, ha preso il via il percorso verso la Città 30.

Un quadro di partenza di quelli che saranno gli interventi che verranno realizzati introdotto dall’intervento dell’Assessora alla Mobilità Chiara Foglietta, alla presenza di presidenti e coordinatori alla viabilità delle Circoscrizioni, della Città Metropolitana di Torino, della Consulta della mobilità ciclistica e moderazione del traffico di Torino, della Consulta per l’Ambiente e il Verde e dei tecnici comunali, da mesi al lavoro insieme a Urban Lab.

A settembre l’evento di presentazione pubblica, cui seguiranno altri incontri sia con le Circoscrizioni che con la cittadinanza stessa, nell’ottica di portare avanti questa grande trasformazione verso un futuro più sostenibile e a misura di persona.

Christian Ruggeri

Migrazione del Piviere, area interdetta nel Gran Bosco di Salbertrand

Anche quest’anno, dal 20 agosto al 15 settembre, nel Parco del Gran Bosco di Salbertrand, sarà interdetta al pubblico (con particolare riferimento all’attività video fotografica) l’area in prossimità del rifugio Casa Assietta Jack Canali.

Lo spazio, opportunamente delimitato con apposite tabelle di segnalazione, ha l’obbiettivo di tutelare un importante sito di sosta durante la migrazione post riproduttiva di numerosi individui di Piviere tortolino Charadrius morinellus, specie inserita nell’allegato I della direttiva “Uccelli” 79/498/CE.

https://www.parchialpicozie.it/news/detail/17-08-2023-istituita-area-di-tutela-temporanea-per-la-sosta-del-piviere-tortolino/
Sauze d’Oulx Ufficio del Turismo
Pragelato Ufficio del Turismo
Sestriere Ufficio del Turismo
Rifugio Assietta

Torino sempre più verde. In autunno tremila nuovi alberi in città

La Città di Torino è costantemente impegnata nella cura e nella salvaguardia del proprio patrimonio arboreo. In questi giorni una serie di analisi approfondite hanno interessato alcuni alberi campione in corso Re Umberto.

Si tratta di approfondimenti che hanno lo scopo di raccogliere informazioni aggiuntive sullo stato di salute degli alberi che con i controlli standard risultano stabili, ma che potrebbero nascondere altri problemi. Con i dati raccolti sarà possibile prevenire situazioni di pericolo quali lo schianto improvviso di piante apparentemente sane, come quello avvenuto l’anno scorso proprio su corso Re Umberto, dove cadde un grosso ippocastano.

Nello specifico, vengono eseguite prove di trazione, per simulare la tenuta dell’albero e dell’apparato radicale con l’azione del vento superiore ai 100 km/h. Attraverso un leggero scavo manuale, poi, si indagano le condizioni delle porzioni di fusto che nei decenni sono state interrate nelle varie trasformazioni del viale e che potrebbero aver danneggiato l’apparato radicale. Inoltre si prelevano dei campioni che saranno oggetto di analisi molecolari, svolte con la collaborazione di DISAFA – Dipartimento di Scienze Agrarie, Forestali e Alimentari dell’Università di Torino, con lo scopo di valutare la presenza precoce di funghi agenti di marciumi, anche di assenza di manifestazioni esterne e visibili nella pianta.

Questi approfondimenti rientrano nei controlli di stabilità sugli alberi previsti nell’appalto operativo dall’autunno del 2021, che finora ha portato al controllo di oltre 35 mila alberi.

Un altro esempio di questi controlli straordinari è l’intervento di cura realizzato nei mesi scorsi su una grossa quercia del parco Rignon. L’albero presentava gravi problemi di stabilità, con cavità a livello di fusto e di branche, e i tecnici della Città, in accordo con i professionisti incaricati dei controlli, per salvarlo hanno deciso un intervento di potatura associato al consolidamento con cavi, per ridurre i rischi e delimitare l’area di potenziale caduta delle branche.

Tra le strategie di gestione della “foresta urbana” torinese (costituita da oltre 150 mila alberi a cui si aggiungono 220 mila alberi presenti nei boschi collinari di proprietà comunale) queste verifiche rappresentano un tassello fondamentale ed indispensabile nella cura del verde cittadino, che consente di avere una fotografia aggiornata e precisa delle condizioni di salute e stabilità degli alberi, una risorsa ambientale unica da salvaguardare e incrementare.

Gli alberi svolgono infatti un ruolo sempre più importante di contrasto ai cambiamenti climatici, ma proprio in ambito urbano vengono sottoposti ai maggiori stress e a importanti sollecitazioni.

Uno degli effetti più evidenti dei cambiamenti climatici è l’aumento degli eventi meteo estremi, come le piogge intense e i venti forti, che si verificano con sempre più frequenza e che possono portare ad allagamenti, a cadute di alberi o di loro porzioni. Sono fenomeni sempre più violenti, che possono accentuare le fragilità dei patrimoni arborei pubblici e privati caratterizzati da piante adulte, cresciute in un ambiente urbano non sempre favorevole.

Anche la siccità dell’anno scorso ha causato inoltre danni significativi, a Torino come in molte altre città italiane ed europee. Si stima che nella nostra città siano ad oggi circa 1400 gli alberi adulti che sono stati abbattuti. Sono piante inevitabilmente compromesse e sulle quali gli stress sono difficilmente gestibili e a poco servono le irrigazioni di soccorso. In questi casi l’unica strada possibile è l’abbattimento, in quanto le piante secche possono costituire un grave pericolo per l’incolumità di persone e cose.

Gli effetti della siccità che ha interessato Torino nel 2022 potrebbero purtroppo durare ancora a lungo, ed entro fine anno il calcolo degli alberi da abbattere potrebbe arrivare a circa 2mila e 800/ 3mila unità. Tra gli ultimi interventi realizzati, segnaliamo quello sui 30 carpini secchi di corso Galileo Galilei mentre, da questa settimana, altri 70 in corso Tazzoli dovranno purtroppo subire la stessa sorte. Proprio i carpini, insieme ai faggi, sono le specie arboree che più hanno risentito della siccità.

Per compensare queste perdite, a partire dall’autunno la Città avvierà un importante intervento di riforestazione urbana, con 3mila nuovi alberi da verde urbano (altezza 2-2,5 metri e circonferenza fusto 16-20 cm) che verranno messi a dimora nei punti maggiormente interessati dagli abbattimenti.

In autunno la Città avvierà inoltre una collaborazione con il Disafa, per capire come tutelare gli alberi adulti dagli effetti dei cambiamenti climatici e dalle patologie che possono insorgere, perché in situazione di stress funghi e batteri possono creare maggiori danni alle piante.

L’assessore al Verde pubblico Francesco Tresso ha commentato: “Per compensare le perdite causate dal caldo anomalo e dalla straordinaria siccità che nel 2022 ha colpito anche Torino, come Città ci siamo impegnati a realizzare un importante programma di piantumazione, andando a rimpiazzare gli esemplari abbattuti, perché morti o deperiti, con 3mila nuovi alberi. Continuiamo quindi con convinzione nel nostro programma di valorizzazione della foresta urbana torinese  – continua l’assessore -, una risorsa fondamentale per rendere la città più sostenibile e capace di adattarsi ai cambiamenti climatici, attenta a valorizzare i benefici prodotti del verde per una migliore qualità della vita dei suoi cittadini”.