AMBIENTE- Pagina 23

In Piemonte raccolte oltre 11170 tonnellate di pneumatici fuori uso nel 2023 da Ecopneus

Sono ben 284 km di asfalti in gomma riciclata da PFU- Pneumatici fuori Uso, resistenti, silenziosi e duraturi.

Sono quelli che si potrebbero realizzare con il recupero delle oltre 11170 tonnellate di PFU pneumatici fuori Uso raccolte e recuperate in Piemonte nel 2023 da Ecopneus, equivalente in peso a circa 1 milione e 240 mila pneumatici da autovettura.

Ecopneus è una società senza fini di lucro, principale operatore nella gestione del PFU Pneumatici Fuori Uso in Italia, ed è responsabile di circa il 60% dei PFU generati ogni anno in italia, 200 mila tonnellate di PFU ogni anno, l’equivalente in peso di circa 22 milioni di pneumatici per automobile, rintracciate in tutti i comuni d’Italia, dai grandi centri ai borghi, dai piccoli comuni montani alle isole minori.

Nel 2023 Ecopneus ha raccolto a livello nazionale oltre 187 mila tonnellate di PFU, raccogliendo il 112% del target di legge e garantendo il raggiungimento degli obiettivi straordinari fissati dal Ministero per l’ambiente e della sicurezza energetica per affrontare le difficoltà del sistema nazionale di raccolta.

Secondo i dati di Ecopneus il Piemonte rappresenta la nona regione in Italia per quantità di PFU generati e raccolti nel 2023, un dato strettamente legato al numero di abitanti e ai veicoli circolanti nella regione. In Piemonte Ecopneus ha esaudito 3773 richieste di prelievo di PFU arrivate da gommisti, stazioni di servizio e autofficine. Ha raccolto 1908 tonnellate di pneumatici fuori uso nella provincia di Alessandria, 463 tonnellate nella provincia di Asti, 793 tonnellate in quella di Biella, 2804 in quella di Cuneo, 1032 nella provincia di Novara, 3154 in quella di Torino, 798 tonnellate nella provincia del Verbano Cusio Ossola e 220 tonnellate nella provincia di Vercelli.

“Nel 2023 Ecopneus – dichiara il Presidente Alessandro De Martino – ha svolto un ruolo fondamentale nella gestione emergenziale sul territorio, superando ampiamente gli obiettivi prefissati e garantendo alti standard di servizio e una raccolta omogenea e capillare in tutta Italia. Proiettati verso il futuro, continuiamo a perseguire la nostra visione di eccellenza, orientando i nostri sforzi anche verso l’innovazione e lo sviluppo di nuove pratiche sostenibili nel trattamento del PFU. Il suo impiego come risorsa energetica, la ricerca di nuove applicazioni nell’ambito degli asfalti e l’esplorazione delle possibilità offerte dal riciclo chimico sono le sfide che ci stimolano a eccellere. Il nostro impegno va oltre il presente, affrontiamo con consapevolezza le sfide emergenti, mantenendo un impegno costante nella valorizzazione di un settore strategico per il nostro Paese”.

Il sistema di riciclo dei PFU, gestito da Ecopneus, rappresenta un caso di eccellenza nel panorama nazionale. La gomma che si ottiene dal riciclo costituisce un materiale prezioso e ampiamente utilizzato in tutto il mondo per realizzare superfici sportive, campi da calcio, asfalti silenziosi, sicuri e duraturi, isolanti acustici, arredi urbani o impiegata per il recupero energetico. Ad oggi il mercato della gomma riciclata è in costante crescita e si stanno aprendo nuovi filoni e settori applicativi attraverso un lavoro di ricerca e sviluppo, come il riciclo chimico e le applicazioni in ambito industriale, distinguendosi per l’impegno profuso nel fornire supporto e consulenza alle amministrazioni locali sulle soluzioni innovative e ecosostenibili offerte dalla gomma riciclata da PFU per le città italiane.

Mara Martellotta

E’ nato il Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile

Partecipano all’iniziativa l’Università di Torino, il Politecnico di Torino, l’Università del Piemonte Orientale e l’Università di Scienze Gastronomiche, con l’obiettivo di attrarre finanziamenti per linee di ricerca applicata e diventare punto di riferimento internazionale sul tema.

Presso l’Aula Magna della Cavallerizza Reale (via Verdi 9, Torino), è stato presentato alla stampa il nuovo Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile, realizzato da Università di TorinoPolitecnico di TorinoUniversità del Piemonte Orientale e Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo. Sono intervenuti Stefano Geuna, Rettore Università di Torino, Guido Saracco, Rettore Politecnico di Torino, Gian Carlo Avanzi, Rettore Università del Piemonte Orientale, Bartolomeo Biolatti, Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche di Pollenzo e Cristina Prandi, Vice-Rettrice per la ricerca delle scienze naturali e agrarie dell’Università di Torino. Per l’occasione è stato lanciato un appello di Carlo Petrini per un nuovo sistema educativo alimentare da sottoscrivere in maniera individuale e collettiva (QUI IL TESTO DELL’APPELLO).

 

Il Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile, che avrà sede a Pollenzo presso l’Università di Scienze Gastronomiche e Carlo Petrini come Presidente, rappresenterà un polo di ricerche e di studi sul cibo come bene complessivo, connesso all’ecologia, all’agricoltura e al consumo sostenibili, all’educazione sensoriale, agli stili di vita consapevoli, al benessere del vivente, all’economia circolare, alle politiche alimentari, all’innovazione non solo tecnologica ma anche concettuale e di modello, con l’obiettivo di attrarre finanziamenti per linee di ricerca applicata e processi di sviluppo di prototipi, e di diventare un punto di riferimento internazionale sul tema.

Il Sistema Universitario Piemontese, per le caratteristiche differenti e complementari dei quattro Atenei, è in grado di garantire un solido capitale di conoscenze, competenze, infrastrutture di ricerca avanzate, oltre a una rete di collaborazioni con enti e istituzioni nazionali e internazionali non profit, di ricerca e formazione, e associazioni di cittadini. Il Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile sarà un luogo di incontro e di coordinamento, dove nasceranno e da dove partiranno i progetti collaborativi, implementati e realizzati nei laboratori specialistici di UnitoPolitoUniUPO e UniSG, secondo una logica di laboratorio diffuso che sfrutta e valorizza le infrastrutture di eccellenza già presenti nelle sedi degli Atenei piemontesi.

Il nuovo centro si occuperà anche di formazione e terza missione, con una funzione di supporto alle iniziative culturali e turistiche di promozione del territorio e di promozione di una coscienza individuale e collettiva sul tema del futuro della vita umana sul pianeta. Si svilupperà, grazie alla rete di ricercatori, studiosi, studenti, istituzioni e stakeholder che ne saranno parte attiva, lungo due assi tematici principali, che saranno approcciati trasversalmente, in un’ottica completamente interdisciplinare: quella della salute e del benessere e quello della società e della comunità. Questo significherà non soltanto attivare ricerca e formazione, ma anche promuovere e sostenere incubatori creativi e start-up per studenti o alumni delle Università che intendono sperimentare nuove vie imprenditoriali per il futuro della buona alimentazione del pianeta, così da incentivare la nascita di imprese che abbiano al centro un nuovo modello di produzione, distribuzione e consumo del cibo.

Il Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile intende portare avanti un’azione forte di sensibilizzazione delle istituzioni pubbliche affinché l’educazione alimentare e, più in generale, l’educazione a stili di vita consapevoli e sostenibili, entrino in maniera organica nei curricula della scuola primaria e secondaria. La transizione ecologica non può prescindere dalla formazione delle generazioni più giovani fin dai primi anni del proprio percorso formativo. Per realizzare questo obiettivo, oltre che un’azione di advocacy forte nelle sedi istituzionali e decisionali, sarà altresì necessario immaginare strumenti di formazione degli insegnanti e degli operatori dell’educazione primaria, al fine di promuovere un ambiente educativo capace di fronteggiare le enormi sfide della contemporaneità. L’approccio olistico e transdisciplinare del Centro sarà strumento di innovazione al cuore stesso del sistema scolastico italiano ed europeo.

“Il nuovo Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile, realizzato in sinergia con tutti gli atenei piemontesi – dichiara Stefano Geuna, Rettore dell’Università di Torino – è un’importante risorsa multidisciplinare per affrontare le sfide globali che il sistema del cibo pone in questi anni. Aumento della popolazione mondiale, malnutrizione, cambiamento climatico, scarsità d’acqua e desertificazione del suolo sono solo alcune delle principali sfide che l’essere umano dovrà affrontare nel prossimo futuro. La sostenibilità si è imposta come un obiettivo inderogabile e i moderni sistemi di produzione alimentare devono essere progettati per tenere in considerazione questo aspetto. L’Università di Torino metterà a disposizione del Centro tutte le sue competenze tecnico-scientifiche, socio-politiche e giuridiche utili ad affrontare correttamente la complessità dello scenario attuale, così da promuovere ricerca ed innovazione in ambito alimentare e contribuire alla creazione di un ecosistema territoriale capace di condurre progetti strategici e attrarre finanziamenti pubblici e privati”.


“Siamo felici 
– aggiunge il Rettore del Politecnico, Guido Saracco – che questo importante progetto sia giunto a compimento, perché comprende tutti i valori che fondano e guidano la nostra attività di ricerca. Siamo certi di poter dare un contributo importante e siamo felici di poter collaborare con tutti gli atenei piemontesi per valorizzare le eccellenze del nostro territorio e contribuire a diffondere un’attenzione sempre più diffusa sul cibo sano e sostenibile”.

 

“L’Università del Piemonte Orientale – sottolinea Gian Carlo Avanzi, Rettore dell’Università del Piemonte Orientale – dedica da anni un’attenzione multidisciplinare al tema del cibo e dell’alimentazione. La collaborazione con gli altri atenei piemontesi nell’ambito del Centro di Studi e Ricerca sul Cibo Sostenibile è, in questo senso, lo sbocco naturale di un impegno che coinvolge ricercatrici e ricercatori di tutti i nostri Dipartimenti. Siamo convinti che solo un approccio che tenga conto delle implicazioni storico-culturali, economico-sociali e chimico-fisiche del cibo possa creare valore aggiunto per la ricerca e per la condivisione della conoscenza in questo campo così importante per il sistema Italia, verso una declinazione del concetto di sostenibilità meno astratto e più aderente alle necessità delle future generazioni”.

 

“Il centro di ricerca sul cibo – spiega Bartolomeo Biolatti, Rettore dell’Università di Scienze Gastronomiche – nasce con lo scopo di far convergere e incontrare le diverse competenze promuovendone il confronto e la collaborazione.   L’Università di Scienze Gastronomiche si pone come centro ispirazionale sulle tematiche del cibo sostenibile. Un’università che ha dimostrato di saper proporre percorsi nuovi per formare i professionisti del futuro, che ha progettato e realizzato nuovi modelli di integrazione dei luoghi del sapere con il sistema produttivo e le comunità. Prototipi che possono essere sperimentati, integrati e migliorati in collaborazione con gli altri atenei, definendo soluzioni nuove per la formazione, la ricerca e il trasferimento tecnologico. Un importante contributo alla riduzione dell’impatto del sistema alimentare sull’ambiente e sulla salute unica”. 

 

“L’attenzione che l’accademia piemontese, attraverso il lancio di questo nuovo Centro di Studi e Ricerca inter-ateneo, sta rivolgendo al mondo del cibo è qualcosa di encomiabile e allo stesso tempo di indispensabile – commenta Carlo Petrini, Presidente del Centro e dell’Università di Scienze Gastronomiche -. Dico questo in virtù dell’importanza che l’alimentazione ricopre da sempre per la vita degli esseri umani. Lo ribadisco soprattutto alla luce della centralità che il cibo ha, e sempre più dovrà avere, nel periodo storico che stiamo attraversando. Se la pandemia e le atroci guerre degli ultimi anni ci hanno ricordato quanto il cibo sia un punto dirimente anche a livello geopolitico, la crisi climatica che attanaglia il nostro Pianeta pone l’accento sulla vulnerabilità degli attuali sistemi alimentari, che in questo senso si pongono come vittima (la produzione di cibo sarà interamente da ripensare per via del riscaldamento globale) e carnefice (oggi il cibo è la principale causa della produzione di CO2). Per questi motivi la ricerca sul cibo e l’educazione alimentare saranno i punti nevralgici per un avvenire più sostenibile. Una maggiore attenzione verso il Pianeta è ciò che le nuove generazioni hanno già iniziato a chiedere e che davvero necessitano per realizzare nel miglior modo possibile il loro futuro”.  

Misurabilità, sostenibilità, circolarità, qualità e salubrità saranno le parole chiave intorno alle quali il Centro incardinerà i propri interventi e le proprie progettualità, con lo scopo di perseguire i seguenti obiettivi, tra loro spesso legati:

  1. Promuovere stagionalità e località: la stagionalità comporta la disponibilità di cibi freschi, ciò consentendo di godere appieno delle loro caratteristiche organolettiche e nutritive senza intermediazione di cicli frigorigeni, catene di trasporto complesse o uso di conservanti, entrambi causa di consumi energetici (diretti o indiretti) e quindi di emissioni di gas serra. Proprio per questi minori consumi – energetici o di materiali – il cibo stagionale ha un riscontro anche nel diritto al sapore e alla sostenibilità economica per il consumatore;
  2. Ridurre la plastica all’interno della filiera alimentare: L’inquinamento da plastiche non biodegradabili ha raggiunto livelli preoccupanti. Se da un lato sono oramai necessarie politiche attive per ripulire il mondo dalle pervasive plastiche, dall’altro è urgente sia ridurne al massimo l’utilizzo che aumentarne la riciclabilità;
  3. Ridurre gli sprechi: Ogni anno si producono 2,6 Gton (miliardi di tonnellate) di cibo utile, generando contemporaneamente 1,3 Gton di rifiuti organici, per metà circa originati nelle mura domestiche, per l’altra metà lungo la filiera produttiva. Ridurre gli sprechi alimentari significa produrre meno CO2, disboscare meno foreste per far spazio a produzioni alimentari e, non poco in termini di riduzione delle diseguaglianze, risparmiare;
  4. Promuovere un utilizzo rigenerativo dei suoli: il consumo di suolo continua ad aumentare: In Italia cresce più il cemento che la popolazione, e ogni secondo si perdono 2 mq di suolo fertile. È necessario rafforzare il legame tra agricoltura e ricerca, favorendo il dialogo e la collaborazione tra aziende agricole virtuose dal punto di vista dei servizi ecosistemici e centri di ricerca, con l’obiettivo di iniziare un percorso che porti alla costituzione di un network italiano di lighthouse farms (dimostratori territoriali di buone pratiche, luoghi di formazione e comunicazione) e living labs (luoghi ricerca dove gli stakeholders contribuiscono a sviluppare soluzioni e ad accelerarne l’adozione sui territori), in collaborazione con gli stakeholders attivi nel settore.
  5. Rafforzare la biodiversità: La Convenzione ONU sulla Diversità Biologica definisce la biodiversità come la varietà e variabilità degli organismi viventi e dei sistemi ecologici in cui essi vivono, includendo la diversità a livello genetico, di specie e di ecosistema. Negli ultimi 10 anni sono scomparse 160 specie animali e 35,000 sono quelle a rischio, anche in conseguenza dei cambiamenti climatici, dell’inquinamento e di un uso scorretto dei suoli. Combattere la perdita di biodiversità non è solo una questione etica. Biodiversità significa resilienza e capacità di sopravvivere al cambiamento grazie a un sottile equilibrio che regola le relazioni tra gli esseri viventi, l’uno essendo spesso funzionale all’altro in un ecosistema complesso.
  6. Ridurre gli anelli della filiera di produzione e trasporti delle merci: ogni volta che si tratta una materia prima alimentare se ne compromette in parte le qualità nutritive, si generano scarti, si consuma energia e si contribuisce all’effetto serra. Il trasporto di merci in container a costi bassi ha portato da un lato ad aumentare l’impronta ambientale dei cibi e dall’altro a mettere fuori mercato filiere alimentari autoctone;
  7. Aumentare l’apporto proteico da fonti alternative alla carne: L’allevamento di bovini, anche per la sua estensione, comporta il 4% delle emissioni di gas serra di origine antropica. Questo non è legato tanto alla CO2 ma al metano associato alle deiezioni animali, essendo quest’ultimo 21 volte più efficace del biossido di carbonio nel promuovere il riscaldamento dell’atmosfera. All’insegna del principio “no one left behind” a cui ispirare la transizione ecologica – per non generare squilibri economici controproducenti- sarà necessaria una certa progressione nel disimpegno, almeno parziale, dalla carne come fonte proteica, privilegiando comunque le filiere autoctone di prossimità rispetto a quelle di importazione, su cui pesa l’impronta ambientale aggiuntiva legata al trasporto;
  8. Tracciare e qualificare sempre meglio il cibo: qualificare, certificare e tracciare i cibi prodotti lungo l’intera catena che dal campo passa all’industria di processo, alla tavola dei consumatori fino ad arrivare alla salute di questi ultimi attraverso la blockchain, la rete informatica di nodi che gestisce in modo univoco e sicuro un registro pubblico composto da una serie di dati e informazioni, come le transazioni, in maniera aperta e distribuita, senza che sia necessario un controllo centrale;
  9. Promuovere l’educazione alimentare nelle scuole favorendo il dialogo tra scienza e saperi tradizionali: per raggiungere la massa critica necessaria ad affrontare con successo le enormi sfide della contemporaneità, è necessario crescere una generazione di cittadini consapevoli che i propri stili di vita e in particolare i propri consumi alimentari impattano fortemente sul sistema alimentare globale;
  10. Promuovere la salute attraverso il cambiamento degli stili di vita. La salute è perseguibile attraverso l’adozione di diete sane e sostenibili. In un’ottica di innovazione e di cambiamento del modello sanitario attuale, che dedica una parte cospicua delle proprie risorse al processo di cura, il cibo potrebbe e dovrebbe rappresentare il giro di boa verso un maggiore investimento in piani preventivi, che mirino non solamente all’incremento dell’età media di vita della popolazione, come accaduto negli ultimi decenni, ma con l’obiettivo più ambizioso di promuovere e sostenere un invecchiamento in salute. Inoltre, l’adozione di pattern dietetici sani e sostenibili, ha il duplice vantaggio di preservare non solo la salute dell’uomo, ma anche quella del Pianeta Terra.
  11. Supportare e promuovere la costruzione di “politiche del cibo” alle diverse scale e in particolare quella regionale e locale: le politiche del cibo su scala nazionale e regionale hanno un ruolo fondamentale nella territorializzazione delle politiche europee in campo agro-alimentare. Il nuovo Centro potrà favorire ulteriormente la collaborazione tra gli atenei piemontesi – già avviata con l’Atlante del cibo di Torino metropolitana, il lancio dell’Osservatorio nazionale sulle politiche locali del cibo e le attività della RUS (Rete delle Università per lo Sviluppo Sostenibile) e in particolare di RUS Piemonte – consentendo di giocare un ruolo di riferimento alla scala nazionale e internazionale nel supporto e promozione alla costruzione di food policy place-based che sappiano difendere, promuovere e valorizzare le diversità bio-culturali.

Nei prossimi due anni 650 mila nuove piante nel territorio della Città Metropolitana

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Il 2024 si è aperto con notizie positive sul fronte della tutela dell’ambiente: la Città metropolitana di Torino ha avuto conferma dell’erogazione dei 22 milioni e 220.000 euro che erano stati richiesti al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica per la realizzazione di 5 progetti di forestazione urbana ed extraurbana presentati a fine settembre. I progetti (relativi alla Missione 4.2.3.1 del bando) consentiranno di intervenire su 5 ambiti metropolitani per mettere a dimora 650.000 piante nei prossimi due anni.

torrente Stura – Comune di Borgaro Città di Torino, SMAT con la riforestazione dell’area del lago Villaretto, del parco Chico Mendes e dell’area SMAT Stura, per una spesa di 4.515.000 euro

torrente Chiusella e fiume Dora Baltea – Comune di Montalto Dora, Comune di Pavone Canavese e in aree del Demanio regionale, con il ripristino dei corridoi ecologici del Chiusella e della Dora Baltea, per una spesa di 2.881.000 euro

torrente Orco – Comune di Foglizzo, Comune di Montanaro, Comune di San Benigno e aree del Demanio regionale, con il ripristino del corridoio ecologico dell’Orco, per una spesa di 6.450.000 euro

Alta Valle di Susa – Comune di Salbertrand, Comune Sauze di Cesana, Comune di Chiomonte, Comune di Exilles, con il ripristino di boschi danneggiati da valanghe in alta Valsusa, per una spesa di 2.365.000 euro

fiume Po – ripristino del corridoio ecologico in aree del Demanio Regionale e del Parco del Po nel tratto tra Città di Chivasso e il confine con la provincia di Vercelli, per una spesa di 7.009.000 euro.

ℹ Per approndire https://bit.ly/3vQHRNK

Nuova Acropoli-Torino Spazio Pubblico: raccolti 23 sacchi di spazzatura all’Arrivore

Dopo due mesi di pausa, la squadra Nuova Acropoli-Torino Spazio Pubblico scende in campo per affrontare rifiuti e arbusti che coprono le sponde del laghetto al parco Arrivore!

In questa occasione, il gruppo ha deciso di concentrarsi sulla pulizia ecologica per ripulire l’area che circonda il lago. Inoltre, si sono addentrati in una zona che non avevano mai esplorato perché solitamente coperta da una vegetazione molto fitta. Il gruppo ne è uscito vincitore, portando nel punto di raccolta rifiuti ben 23 sacchi di spazzatura!

Siamo estremamente orgogliosi di questo gruppo perché sono un esempio di come la costanza porti ottimi risultati!  (Facebook Torino Spazio Pubblico)

Il Comitato Pellerina raccoglie le firme

Per fare un albero ci vuole il seme
Per salvare il nostro verde ci vuole la tua firma
Dal  27 gennaio avviamo, a Partire dal Parco della Pellerina, area giostre, la raccolta delle firme
per presentare il Referendum propositivo vincolante per l’amministrazione comunale, sulla
salvaguardia del verde della Città e contro la cementificazione delle aree libere iniziando dalla
tutela del Parco Carrara.
Poichè gli attuali amministratori, di concerto con la Regione, non intendono rispettare gli impegni
elettorali sul consumo del suolo, saranno i cittadini ad esprimersi in proposito.
Potrete apporre la Vostra firma per Salvare la Pellerina e tutti i parchi della Città, le aree verdi, così
come richiesto dal testo referendario, presso tutte le circoscrizioni, l’URP di Piazza Palazzo di Città,
la sede UIC di Via Cigna 37 -TO, la piattaforma digitale del Comune reperibile sul sito
www.comune.torino.it/elezioni e nelle varie postazioni mobili che saranno comunicate di volta in
volta sui social FB, Telegram e Whatsapp. Non fare mancare la Tua firma.
Aiutaci a salvare il verde della Città.

Comitato Referendario Salviamo la Pellerina e il Verde di Torino

Torino Outlet Village investe sull’e-mobility

Con l’arrivo di 8 colonnine Supercharger Tesla V4 Torino Outlet Village è il più grande Charging Hub del Nord-Ovest. 24 ore su 24, 21 colonnine a disposizione di chi deve ricaricare la propria auto.

 

Sin dalla sua apertura nel 2018 Torino Outlet Village ha investito nella mobilità elettrica con l’installazione delle prime colonnine Duferco. Proprio in questi giorni verranno installate 8 colonnine Tesla Supercharger di nuova generazione adatte a qualsiasi vettura, anche per i clienti non Tesla. Si tratta, per la casa americana, del quarto Hub nel torinese, il primo installato in Piemonte dotato dei nuovi Supercharger V4 – l’ultima generazione della tecnologia Supercharger, da 250 kW, in grado di caricare la batteria di una vettura elettrica fino a 275 km in appena 15 minuti – e uno dei primi in Italia insieme a Milano, Genova e Roma.

“Si tratta di un importante investimento in termini di smart mobility – dichiara Luca Frigeri, direttore Torino Outlet Village – che, grazie alla recentissima installazione di 8 nuove colonnine Supercharger Tesla, rende il nostro outlet un punto di riferimento per tutti coloro che hanno una vettura elettrica. Il nostro obiettivo è posizionarci sempre più come un punto di riferimento per il territorio, non solo per lo shopping ma per tutti i servizi che il nostro outlet può offrire, ai torinesi e ai turisti. La nostra posizione strategica, a pochi passi dall’autostrada e dalla tangenziale, permette all’Outlet, che ha una forte vocazione turistica, di essere anche un hub molto importante per tutti i viaggiatori che hanno bisogno di ricaricare la propria vettura!”.

Gli appuntamenti che celebrano l’inaugurazione delle colonnine Supercharger Tesla saranno numerosi: dal 26 gennaio sul piano commerciale e fino al 16 febbraio ci saranno in esposizione la Model Y e la Model S e i clienti avranno già l’opportunità di prenotare il test drive; nel weekend del 10 e 11 febbraio Torino Outlet Village ospiterà i test drive Tesla e i clienti potranno provare Model Y, l’auto più venduta in assoluto in Europa nel 2023, e Model 3, la celebre berlina recentemente rinnovata.

www.torinooutletvillage.com

TORINO OUTLET VILLAGE

Via Torino 160. Settimo Torinese (TO)

 

 

Torino Outlet Village

Torino Outlet Village, il più recente tra i progetti di Arcus Real Estate, è un complesso di 20.000 mq distribuiti su un unico livello a cielo aperto. Attraversato da una promenade lunga 290 metri, accoglie negozi delle migliori marche e servizi di ospitalità pensati per offrire ai propri visitatori un’esperienza di shopping unica. Riconosciuto come una delle principali “shopping tourism destination” del nord Italia, il Village si trova a soli 10 minuti da Torino e a 50 minuti da Milano. Tra i servizi offerti anche l’Area Kids, la Nursery, l’Info Point multilingue, la possibilità di prenotare un personale shopper, il servizio “hands-free shopping” per un’esperienza senza l’ingombro degli acquisti effettuati e il servizio di navette che lo collega al centro cittadino. Il progetto architettonico è firmato dall’architetto Claudio Silvestrin, uno dei maggiori esponenti italiani dell’architettura contemporanea.

Arcus Real Estate

Arcus Real Estate è una società italiana della “galassia” Percassi fondata nel 2006 specializzata nella commercializzazione e gestione di progetti immobiliari per il retail di lusso, outlet e full price. Tra i progetti di successo della società vi sono Sicilia Outlet Village (2010) che conta oggi oltre 140 boutique dei marchi più prestigiosi, Torino Outlet Village (marzo 2017) che ha confermato ogni attesa di successo e Roma Outlet Village entrato recentemente nel portafoglio dei progetti dell’azienda ed attualmente oggetto di un restyling completo, oltre alla recente commercializzazione della terza fase di Orio Center che ha portato la presenza di marchi premium per la prima volta in un centro commerciale.

Da Torino riparte il tour nazionale de “Il Libro Bianco del Verde”

 Promosso da Assoverde, Confagricoltura e Képos.

 

Venerdì 26 gennaio, dalle 9:30 alle 13:30, presso il campus Luigi Einaudi di Torino, docenti, ricercatori, esponenti delle istituzioni, cittadini e operatori del settore si confronteranno sul tema “Economia verde, paesaggio e salute: criticità, prospettive e proposte per lo sviluppo delle città”, un convegno webinar in collaborazione con il Politecnico di Torino, il CREA e AIAPP. Ricominciare dal paesaggio per radicare l’identità delle comunità urbane e collocare il verde al centro di un progetto che punta a rendere più sano, accogliente e resilienza lo spazio pubblico. Questo è il tema attorno al quale ruota il convegno che Assoverde, Confagricoltura e Associazione Képos organizzano venerdì 26 gennaio al campus Luigi Einaudi di Torino. Quella della Regione Piemonte, con Torino, costituisce la prima tappa del percorso del “Libro nianco del verde” del 2024, a oltre due anni dalla presentazione nazionale a Roma della prima edizione del volume dal titolo “Per un neorinascimento della cura e della gestione del verde” avvenuta il 12 ottobre 2021, e a un anno dalla presentazione della seconda edizione avvenuta il 20 gennaio 2021 sui “Parchi della Salute” e i relativi criteri di certificazione.

“Il libro Bianco del Verde” è un progetto nato due anni fa dalla volontà di promuovere un cambiamento nei modi di intendere e intervenire nel settore del verde. Si tratta di una sfida volta a rendere la natura protagonista della nostra città e di creare una rete tra tutti gli operatori pubblici e privati per condividere obiettivi, individuare priorità e criticità, presentare soluzioni e proposte. Si tratta di una piattaforma a supporto delle amministrazioni per ottimizzare le risorse, indirizzare programmazione e investimenti e per accrescere la consapevolezza del valore che i parchi, i giardini, le aree verdi pubbliche e private determinati in termini di qualità delle città, della vita e del benessere psicofisico dei cittadini. A questo tavolo permanente hanno aderito amministrazioni, università e enti di ricerca, dando prestigio a un progetto fortemente voluto da Assoverde e Confagricoltura, e che gode del patrocinio dei Ministeri, delle Politiche Agricole, della Transizione Ecologica, della Cultura e dell’ANCI.

“le grandi città metropolitane come Torino sono le protagoniste di una lenta ma progressiva svolta green, in favore di un concetto di salute sempre più esteso e accessibile. Noi agricoltori possiamo fattivamente contribuire a questo tipo di cambiamento – ha dichiarato Enrico Allasia, Presidente di Confagricoltura Piemonte e della Sezione Foreste e Pioppi di Confagricoltura”.

“Confagricoltura Piemonte è fiera di aver organizzato questo evento accessibile a tutti. Da sempre siamo impegnati in un lavoro di sensibilizzazione delle varie utenze nel diffondere la cultura del verde con tutte le istituzioni a livello regionali, aumentandone la capacità di incidere a livello politico le scelte per la destinazione del verde urbano, ampliando la rete degli operatori, delle professionalità e della rappresentanza in campo, con i liberi cittadini che intervengono in maniera propositiva nelle diverse iniziative, venendo informati del ruolo fondamentale del settore primario nella tutela della lo salute”.

“Siamo particolarmente orgogliosi di presentare a Torino, in una regione che ha una forte valenza socioeconomica questo volume del ‘Libro Bianco del Verde’. La riteniamo una tappa fondamentale per i promotori di questo progetto che ha come parole chiave il benessere e la salute psicofisica delle persone – evidenzia Giuseppe Stroppa, Consigliere nazionale di Assoverde.”

“L’interesse crescente per il verde e le sue potenzialità è stato sviluppato con un approccio interdisciplinare che ha coinvolto vari esperti scientifici, tra cui medici, psicologi, ricercatori universitari, docenti delle amministrazioni, progettisti e operatori del settore del verde. Da questo percorso culturale nascono i parchi della salute, elementi concreti e certificati di come il verde generi benessere. ‘Il Libro Bianco del Verde’ vuole affermare anche in Italia un nuovo paradigma nella relazione tra uomo e natura in città, e ci fa comprendere come il verde sia parte integrante della nostra salute”.

Grandi opere in Piemonte, non solo Tav: Terzo valico, i lavori proseguono nei tempi previsti

Nella commissione Trasporti della Regione, presieduta da Valter Marin, sono stati ascoltati  in audizione: Mariano Cocchetti responsabile Rfi del progetto Terzo Valico, Paolo Costa Medich e Giuseppe Irace competenti per il consorzio Cociv e Andrea Perego per Italferr. “I lavori per la costruzione del Terzo Valico dei Giovi, in particolare nella interconnessione con la linea ferroviaria storica Genova-Torino, stanno proseguendo come da programma: saranno conclusi entro il 2026 ed entreranno in funzione nel 2027”. Questa, in sintesi, la dichiarazione dei responsabili del Consorzio Cociv che sta realizzando il progetto finanziato con il Pnrr,  in Commissione  in Consiglio regionale.

 

L’audizione era stata chiesta dai consiglieri Francesca Frediani (M4o-Up) e Sean Sacco (M5s) con particolare riferimento alle questioni sollevate dai sindaci della zona interessata e dai cittadini di Novi Ligure, in una precedente audizione in Commissione.
Frediani e Sacco hanno posto alcune domande agli auditi in particolare sull’aumento dei costi, sull’impatto ambientale dell’opera e sulla ricaduta all’interno del tessuto urbano di Novi Ligure.
Gli auditi hanno risposto che in questo momento si stanno scavando le due gallerie, per poi arrivare alle porte di Novi. In merito all’impatto acustico saranno predisposte le barriere antirumore in città per 4,5 km, di diverse altezze e trasparenti sugli attraversamenti e ci sarà un adeguamento della viabilità cittadina. I costi sono aumentati in base ai prezzi delle materie prime.
Alle domande dei consiglieri sugli eventuali cedimenti strutturali in seguito ad eventi sismici e atmosferici gravi (possibile ingrossamento del Rio Gazzo), gli esperti hanno assicurato che sono stati fatti tutti gli approfondimenti previsti sugli aspetti ambientali e idrogeologici, non solo per la fase dei lavori di costruzione, ma anche in vista della funzionalità della linea, che interesserà sia treni merci che passeggeri.

Infine è stato sottolineato che il previsto tavolo di lavoro sulle barriere antirumore non è mai stato convocato dal Ministero dell’Ambiente: il presidente Marin si è fatto carico di sollecitarlo attraverso l’assessore regionale competente.

Il Master in Comunicazione Turistica e Enogastronomica “Mario Soldati”

 E’ giunto alla sua settima edizione, temi principali saranno l’inclusività, la sostenibilità e il futuro del pianeta

 

Con la sostenibilità e l’inclusione il Master Mario Soldati allarga i propri orizzonti. Si tratta del primo Master in Comunicazione Turistica ed Enogastronomia, che ha scelto di ampliare il tema della sesta edizione per la settima, che si presenta come un’edizione abbastanza innovativa, che avrà l’obiettivo di creare nuovi strumenti di visibilità, di narrazione e valorizzazione per i professionisti che operino nel green, nel biologico, nel turismo, in armonia con l’ambiente, nelle produzioni certificate per il loro impegno sostenibile.

Titolo del master è, infatti, “Inclusione e sostenibilità ambientale per raccontare il territorio”.

Si tratta di un’edizione inclusiva che, tramite apposite borse di studio, favorirà l’accesso a soggetti fragili, economicamente svantaggiati, senza barriere di genere e nazionalità.

Il 15 marzo prossimo, alle ore 17:00, presso EDIT, si terrà il passaggio di consegne tra gli allievi del Master Mario Soldati della sesta edizione e la nuova classe che inizierà in quell’occasione la propria esperienza nel progetto formativo nazionale dedicato alla comunicazione turistica enogastronomica.

Nato nel 2021 in pieno periodo pandemico, il Master Mario Soldati, giunto alla settima edizione, ha garantito qualità nell’approccio formativo, eccellenza nella didattica, costante dialogo con le istituzioni territoriali, continuità del progetto didattico con due edizioni all’anno e il pieno gradimento da parte di docenti e discenti. In questa nuova fase, il progetto formativo non si limita ad arricchire il programma con i temi della sostenibilità ambientale e dell’inclusione, ma rimodula la didattica in una logica imprescindibile nel racconto, nelle azioni di visibilità e nella reputazione del comparto turistico e enogastronomia. Il progressivo cambiamento delle condizioni climatiche, la ripresa disomogenea e economica nel periodo post pandemico, la crisi bellica in Ucraina non ancora risolta, la fragilità e le disuguaglianze dell’economia globale impongono un profondo ripensamento del turismo in quanto tale e della cultura di viaggio connessa al territorio, al benessere, al recupero dei sapori tradizionali, al cibo e alla nutrizione. Non è quindi utopistico pensare ad un nuovo turismo, a concepire e organizzare, ma anche da narrare e divulgare con tutti gli strumenti più attuali della comunicazione.

In questo scenario in continua evoluzione, è doveroso riferirsi agli obiettivi e ai target di sviluppo sostenibile dell’agenda 2030 delle Nazioni Unite, fonte di ispirazione e indirizzo come quello del Master.

La tesi collettiva degli allievi della prima edizione è stata dedicata a un primo possibile magazine “Mandragola”, dedicato ai temi del turismo “green”, progettato integralmente con la stone paper, carta in polvere di pietra a zero impatto ambientale.

Questo progetto potrebbe vedere la concreta attuazione nel prossimo anno.

Il Master Mario Soldati ha sempre favorito, nella logica di una completa inclusività e del sostegno verso i soggetti fragili, l’iscrizione gratuita di allievi tramite specifiche borse di studio. Il nuovo turismo, la nuova gastronomia che gli studenti della settima edizione sono chiamati a studiare partono da valutazioni di impatto economico e ambientale oggettive. L’organizzazione mondiale del turismo (l’agenzia delle Nazioni Unite) fa riferimento specifico a un turismo consapevole del suo impatto sociale segnalando tre presupposti: il primo è che il turismo non pregiudica l’ambiente a livello locale e globale, ma assicura la conservazione della diversità biologica sostenendo attività “low carbo”, nel rispetto della neutralità climatica e della mobilità ecologica. Facilità l’uso di fonti rinnovabili con un approccio “plastic free” e, sotto un secondo aspetto, il turismo valorizza l’etica e l’integrazione sociale tra visitatori e abitanti, la tutela del patrimonio artistico, ambientale, storico e culturale, il rispetto delle leggi e delle tradizioni. Il turismo, inoltre, rappresenta un enorme potenziale economico che non deve penalizzare le comunità locali più vulnerabili. Occorre promuovere l’inclusione sociale, nuovi posti di lavoro, minore inquinamento e preservazione di ecosistemi.

Il comunicatore del futuro deve puntare su due direttive parallele: la creazione di una coscienza civica e turistica, consapevole dei rischi ambientali connessi a una fruizione scorretta e dannosa dell’ambiente, ma anche promuovere un approccio più rispettoso del territorio e delle persone, tali da permettere una fruizione armoniosa del patrimonio da parte di chi si apre alla conoscenza di luoghi nuovi, quindi da parte dei turisti.

Saranno attivati percorsi specifici rivolti a strutture alberghiere certificate, tour operator attenti alla valorizzazione ambientale, hotel ecologici costruiti con i principi della bioarchitettura, aziende attive nella produzione bio e realtà operanti tramite filiere corte e economia circolare.

Il direttore didattico del Master è Guido Barosio.

Per un selezionato numero di persone sono previste borse di studio gratuite.

Lavazza è il main sponsor e la tesi sarà su questa azienda.

 

Mara Martellotta

Il Comitato Salviamo la Pellerina continua la sua battaglia

Caro direttore,

quando, nel gennaio 2023, abbiamo appreso che la Città di Torino e la Regione Piemonte hanno pianificato di insediare un nuovo ospedale nell’area verde del Parco della Pellerina, il Comitato “Salviamo la Pellerina” si è mobilitato per impedirne la cementificazione.
Dopo una petizione, conclusasi con uno “sberleffo” da parte dell’Amministrazione Comunale, in data 27 giugno 2023, abbiamo depositato la delibera d’iniziativa popolare sostenuta da 1600 firme valide di cittadini che desiderano fortemente cambiare l’attuale destinazione d’uso industriale dell’area Thyssen e, una volta bonificata a spese di chi ha inquinato (come prescrive la legge), asservirla a parco e a servizi sanitari in modo da poter insediarvi il nuovo presidio ospedaliero di Torino nord-ovest.
Dopo 6 mesi, durante i quali “stranamente” la delibera si era persa nei meandri comunali, finalmente in data 17 gennaio 2024, siamo stati invitati alla sua discussione nelle competenti Commissioni Comunali.
Nonostante le nostre argomentazioni, i consiglieri che hanno preso la parola, ad esclusione dei 5 Stelle, hanno dimostrato che a loro poco importa di bonificare realmente l’area Thyssen e invece di far ripristinare le condizioni naturali del suolo accettano una sorta di “tombatura” del sito, proposta da chi ha inquinato e che sarebbe tenuto a bonificarla.
Nessuna apertura da parte dei consiglieri di maggioranza Alice Ravinale (Sinistra “Ecologista”) e Claudio Cerrato (PD), mentre i due rappresentanti dei 5 Stelle, Andrea Russi e Valentina Sganga, oltre a difendere la proposta di deliberazione fatta dai cittadini, hanno anticipato che apporteranno alcuni emendamenti per superare le obiezioni dell’Ufficio Tecnico, ribadendo che la scelta dell’area della Pellerina, come futura sede di un ospedale, il Sindaco non avrebbe neppure dovuto proporla.
Anche il rappresentante di Torino Bellissima, Pietro Abruzzese, in qualche modo non ha osteggiato la delibera dichiarando che prima di spendere i soldi del finanziamento per il nuovo ospedale “Maria Vittoria” e occupare un’area a parco con la scusante dell’urgenza, bisognerebbe occuparsi di realizzare la Città della Salute, da anni ferma al palo.
Il capogruppo dei FdI, Giovanni Crosetto, evidentemente poco sensibile alla tematica ambientale, oltre ad aver dichiarato erroneamente “area asfaltata” la porzione del Parco attualmente occupata dai giostrai (300 famiglie, che non hanno mai ricevuto la proposta di un sito alternativo), senza remore ha affermato che l’abbattimento di un centinaio di alberi non desta preoccupazione alcuna, dimenticando quanto siano essenziali gli alberi, soprattutto di alto fusto, nella lotta all’inquinamento e alla stessa sopravvivenza degli esseri umani.
Il Comitato “Salviamo la Pellerina”, pur concordando sulla necessità di un nuovo ospedale, ha ribadito che la scelta del luogo prescelto dalla Città di Torino è impropria non solo dal punto di vista idrogeologico e dell’abbattimento degli alberi ma anche per l’insalubrità e la rumorosità dell’area che si trova su un incrocio a traffico molto elevato, mentre un ospedale dovrebbe avere caratteristiche ambientali opposte, con una classe acustica prossima a quella delle aree agricole.

Degna di nota l’affermazione del capogruppo di “Europa e Radicali liberi” Silvio Viale, che ha affermato che essendo disponibili i soldi per la realizzazione del nuovo ospedale non si può tornare indietro sulla scelta dell’area, come dire che non ha importanza se si devasta un parco, l’importante è non perdere il finanziamento (sic!)
L’assessore Mazzoleni non ha escluso la possibilità di trasformare (chissà quando e come…) una parte dell’ex area Thyssen in parco.
La delibera non viene ancora inoltrata al Consiglio comunale in attesa dell’audizione del Comitato Attac Torino, chiesta via mail fin dal 2 gennaio e non trasmessa ai Presidenti delle Commissioni competenti, alla quale parteciperemo ribadendo le nostre posizioni anche alla luce degli emendamenti che il capogruppo dei 5 Stelle si è impegnato di presentare.
Il Comitato “Salviamo la Pellerina” ovviamente continuerà le sue battaglie non solo a difesa del Parco Carrara ma di tutto ciò che riguarda il Verde e l’ambiente, per la salvaguardia della salute degli esseri viventi, siano essi umani, animali o vegetali.
A tal proposito lo scorso 13 gennaio è stato presentato un nuovo testo referendario che potrà essere sottoscritto on-line sul sito del Comune o presso tutte le Circoscrizioni e che, speriamo, possa finalmente dar voce ai cittadini sulle scelte che riguardano il proprio territorio.
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Per il Comitato Salviamo la Pellerina
Giorgio Zimbaro, Roberta Barbara Contratto