AMBIENTE- Pagina 2

Il Piemonte fa la differenza: raccolta rifiuti differenziata a un passo dal 70%

In Piemonte continua la crescita della raccolta differenziata dei rifiuti urbani: con un ulteriore punto percentuale rispetto al 2023, lo scorso anno è stato raggiunto il 68,9%.

Ogni cittadino piemontese nel 2024 ha consegnato alla raccolta differenziata 360 kg circa di rifiuti, lasciandone invece 163 kg nel rifiuto indifferenziato residuo, un chilo in più rispetto al 2023. A livello provinciale l’obiettivo del raggiungimento del 65% di raccolta differenziata previsto dalla normativa nazionale e dal piano regionale rifiuti viene raggiunto da tutte le realtà: in particolare Vercelli, Cuneo, Biella, VCO e Novara superano il 70%, obiettivo da raggiungere entro il 2025 che verrà quindi verificato sui dati 2026. La Città metropolitana di Torino per la prima volta raggiunge il 65% nel suo complesso, posizionandosi al di sopra del valore medio di questi enti.

I dati sono forniti dalla Regione Piemonte tramite il proprio Osservatorio Rifiuti, che acquisisce sistematicamente dal 2001 informazioni sulla gestione dei rifiuti urbani ed in particolare quelle relative alla produzione, allo smaltimento ed al recupero dei rifiuti differenziati e indifferenziati articolati a livello comunale, consortile e provinciale. Tali informazioni sono necessarie alle attività di pianificazione regionale di settore, nonché di indirizzo e coordinamento, per la valutazione del raggiungimento degli obiettivi di raccolta differenziata.

“Queste cifre ci consegnano un Piemonte in netta crescita che conferma un trend positivo e costante – commenta l’assessore regionale all’Ambiente Matteo Marnati – Superare il 68% di raccolta differenziata è un risultato importante ed è il frutto dell’impegno di amministrazioni comunali, consorzi e soprattutto dei cittadini che ogni giorno dimostrano un senso di responsabilità sempre maggiore”.

La legge regionale n.1/2018, che detta norme in materia di gestione dei rifiuti e servizio di gestione integrata di quelli urbani al fine di perseguire politiche di riduzione della produzione, di riuso e di minimizzazione del quantitativo non inviato al riciclaggio, ha stabilito obiettivi volti a limitare la produzione di rifiuti indifferenziati.

Gli obiettivi prevedono il raggiungimento di una produzione annua di rifiuto indifferenziato non superiore a 126kg/abitante entro il 2025, eccetto la città di Torino per la quale, in deroga, sono stabiliti un obiettivo non superiore a 159kg/ab entro il 2024 e a 126/kg/ab il 2028.

Ricordando che il valore di riferimento per il Rur, Rifiuti urbano residuo, per il 2024 è 159 kg pro capite, si evidenzia di seguito il raggiungimento di tale obiettivo a livello provinciale, anche se la normativa lo pone a livello consortile.

Questa la suddivisione per provincia: Alessandria 171, Asti 144, Biella 146, Cuneo 138, Novara 102, Torino 182, VCO 158, Vercelli 155, Piemonte 163.

La provincia di Novara risulta la pertanto la migliore, poiché con 102 kg pro capite ha già raggiunto l’obiettivo previsto entro il 2025. Non raggiungono invece l’obiettivo Alessandria e la Città metropolitana di Torino che, anche scorporando i dati relativi al capoluogo, al quale l.r.n.1/2018 ha concesso più tempo, ha una produzione di poco superiore ai 159 kg/ab annuo (ovvero 159,9).

A livello di consorzio di area vasta si evidenzia che, per quanto riguarda la percentuale di rifiuti differenziati, 19 consorzi su 21 hanno raggiunto l’obiettivo.

Il podio è occupato dal Medio Novarese e dal Chierese a pari merito (raccolta differenziara 84%) seguito da Albese-Braidese con l’82%, 9 Cav sono tra 80 e 70%, Basso Novarese e Ovadese 78%, CoubVco 75%, Cisa 74%, Cosrab 73%, Csea 72%, Cec 71%, Covevar 70%, Acea 70%.

I consorzi Torino e Alessandrino restano al di sotto del 65%. Tuttavia, per l’Alessandrino, che continua a restare lontano dal 65% di differenziata, se si passa ad approfondire i dati a livello comunale si nota come i comportamenti delle città più popolos, influenzano negativamente il raggiungimento degli obiettivi dell’intero consorzio. Infatti, se si escludono Alessandria e Valenza, con rispettivamente il 49,8% e il 43,9%, la percentuale consortile di raccolta differenziata passa a 81,8% invece di 54%. Per i rifiuti indifferenziati pro capite, escludendo dal calcolo Alessandria e Valenza, il dato diventa di 69 kg, che risponderebbe già pienamente all’obiettivo che la programmazione regionale pone per il 2035.

Relativamente ai rifiuti urbani, i consorzi che hanno superato l’obiettivo di riduzione di 159 kg/ab sono 14 su 21 (due in più rispetto allo scorso anno). Nuovamente il podio è occupato da Chierese (83 kg/ab) e da Medio Novarese (86 kg/ab) e Coabser (103 kg/ab). Tra i consorzi che non hanno raggiunto l’obiettivo di riduzione dei rifiuti indifferenziati si conteggia anche Torino, per il quale la l.r. n.1/2018 ha posto una riduzione di 190 kg/ab annuo.

Per i Comuni capoluogo, la situazione relativa al 2024 è la seguente:

% differenziata                 kg/ab             %urbani kg/ab

– Novara                             77                        113,4

– Verbania                          75,5                      151,2

– Vercelli                            72,4                      169

– Cuneo                             70,7                      158

– Biella                               70,3                      133

– Asti                                  66,6                      163,1

– Torino                              57,4                      216,6

– Alessandria                     49,8                      323,6

I Comuni che superano il 65% di differenziata aumentano a 792 (775 nel 2023) e al 67% in termini di abitanti, di cui 610 superano il 70% (52% in termini di Comuni e 47% in termini di abitanti e 181 hanno superato l’82%). È importante rilevare che, su 792 comuni, la maggior parte (86%) hanno meno di 5000 abitanti residenti (dato Istat 2023).

Sono stati molti i risultati in termini di raccolta differenziata in diversi territori e la Regione Piemonte ha stanziato 3,5 milioni di euro nel biennio 2024-25 per il miglioramento di queste racolte mediante la riorganizzazione dei servizi, il passaggio al porta a porta e la riduzione della produzione di rifiuto indifferenziato mediante il passaggio alla tariffa puntuale/sacco conforme.

Anche il 2026 la Regione Piemonte darà nuove possibilità di finanziamento per i consorzi di area vasta con fondi regionali e comunitari a valere sul Fesr 2021-2027 per complessivi 14,150 milioni di euro, di cui 6,150 per la prevenzione e 8 per l’applicazione e diffusione di tecnologie di riciclaggio, come ulteriore spinta verso il raggiungimento degli obiettivi di riduzione della produzione di rifiuti.

Torino diventa Capitale delle Università Europee 

 Quattro giorni dedicati all’innovazione e alle soluzioni per il cambiamento climatico

Dal 21 al 24 maggio 2026, Torino ospiterà la prima edizione dello European University Festival – Climate Change, tenuto sotto l’Alto Patrocinio del Parlamento Europeo e del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR).

Il Festival è un grande evento internazionale dedicato all’innovazione, al futuro e alla risoluzione delle sfide globali, con un focus inaugurale sul cambiamento climatico.
L’obiettivo è creare una rete scientifica e culturale permanente per le nuove generazioni, coinvolgendo università, studenti, ricercatori e partner da tutto il mondo.
Il Festival si aprirà il 21 maggio 2026 in uno dei simboli più iconici di Torino, con una cerimonia a impatto globale, trasmessa in diretta mondiale e con la partecipazione di star internazionali.

L’evento inizierà con uno spettacolare show di raggi laser che attraversano l’atmosfera, un effetto visivo unico ripreso dai satelliti, che evidenzia la dimensione globale dell’iniziativa.
A seguire, il Concerto Globale per l’Azione Climatica, una performance internazionale di beneficenza a sostegno delle soluzioni universitarie per il clima.
La direzione artistica è affidata a Oscar Generale, produttore e manager hollywoodiano.
Per quattro giorni, Torino diventerà un laboratorio internazionale in cui le università presenteranno i loro progetti di ricerca, dove i ricercatori proporranno soluzioni innovative per contrastare il cambiamento climatico e gli studenti e i giovani talenti collaboreranno in un ambiente creativo e competitivo.

I migliori progetti saranno selezionati e finanziati dal Comitato Scientifico e inseriti nel Manifesto Universitario per il Clima, un documento che raccoglie le proposte più innovative provenienti dalle università europee e internazionali.
Il Comitato Scientifico comprenderà esperti e istituzioni di fama mondiale nei settori del clima, della scienza e dell’innovazione, dal Prof. Luca Mercalli, Coordinatore del Comitato Scientifico, Presidente della Società Meteorologica Italiana, al Prof. Michael Oppenheimer, Geosciences and International Affairs, Princeton University; Participant in the Nobel Prize winning Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC), dal Prof. Claudio Cassardo del Dipartimento di Fisica dell’Università di Torino; esperto di fisica dell’atmosfera, al Prof. Salvatore Bitonti, Direttore dell’Accademia Albertina di Belle Arti di Torino. E ancora Giorgio Chiellini, Campione sportivo internazionale, Capitano della Nazionale Italiana di Calcio, vincitore di UEFA Euro 2021 e altri ospiti e ricercatori di fama mondiale.
L’iniziativa sarà ufficialmente lanciata nel febbraio 2026 con una conferenza presso il Parlamento Europeo, segnando l’inizio di un Festival destinato a diventare un punto di riferimento globale.

Mara Martellotta

Sentieri e rifugi di montagna, interviene la Regione

La Regione compie un nuovo passo nella strategia di valorizzazione della montagna piemontese, approvando uno stanziamento di 50.000 euro per il Club Alpino Italiano, destinato alla manutenzione dei sentieri, della segnaletica, dei rifugi e dei bivacchi alpini.

Un intervento mirato, che applica e rende operative alcune delle azioni previste dal Protocollo d’intesa 2025–2030 tra Regione Piemonte e Club Alpino Italiano, firmato a Macugnaga lo scorso ottobre.

«Dopo aver definito con il CAI un quadro pluriennale di collaborazione, iniziamo subito a dare forma operativa agli impegni presi – dichiara l’assessore regionale allo Sviluppo e Promozione della Montagna, Marco Gallo –. Questi fondi sono un tassello concreto della strategia: investire su sentieri, rifugi e bivacchi significa garantire sicurezza, qualità dell’esperienza outdoor e presidio del territorio».

In particolare, i fondi contengono di finanziare l’attività svolta dal CAI in alcuni ambiti, come: aggiornare e verificare i percorsi escursionistici, le vie ferrate e i siti di arrampicata per l’inserimento nella Rete dei Percorsi Escursionistici (RPE) regionale; intervenire sulla manutenzione della segnaletica, con un’attenzione particolare ai tracciati più frequentati;  programmare lavori di cura e ripristino sui sentieri di maggiore rilevanza, come la Grande Traversata delle Alpi (GTA) e il Sentiero Italia CAI; supportare la manutenzione di rifugi e bivacchi, strutture fondamentali come presìdi di sicurezza e punti di riferimento per escursionisti e comunità locali.

Un percorso che riconosce la rete escursionistica come un’infrastruttura fondamentale per tutelare il territorio, sostenere le comunità montane, rafforzare il turismo sostenibile, e promuovere la sicurezza in ambiente naturale.

«Il Piemonte può contare su una rete di oltre 20.800 chilometri di sentieri e più di 130 strutture alpine tra rifugi e bivacchi – aggiunge Gallo –. È un patrimonio enorme, che richiede cura costante e collaborazione istituzionale. Continueremo a investire perché le nostre montagne siano sempre più accessibili, sicure e valorizzate, non solo per i turisti ma soprattutto per chi le abita ogni giorno».

Note di neve, voci del Parco al Museo

Il 3 dicembre 1922 veniva ufficialmente istituito il Parco Nazionale Gran Paradiso che, nel 2025, celebra il suo 103esimo compleanno, confermandosi uno dei più importanti simboli italiani di tutela ambientale, ricerca scientifica e valorizzazione del territorio. Rappresentando un modello di conservazione a livello europeo, il più antico parco nazionale d’Italia continua a essere un punto di riferimento per la protezione della biodiversità, oltre che un luogo in cui generazioni di visitatori possono riscoprire il valore della natura, della ricerca e dell’impegno nel promuovere un turismo responsabile, volto alla scoperta consapevole del patrimonio naturale e culturale delle valli del Gran Paradiso. Proprio al Museo Regionale di Scie ze Naturali, il parco racconterà la sua lunga storia fatta anche di sfide imposte dai cambiamenti dei nostri giorni, non legati solamente al clima. La prestigiosa sede del museo offre infatti una cornice ideale per suggellare la collaborazione avviata nel giugno scorso grazie alla firma di una convenzione tra le due istituzioni per promuovere la ricerca in ambito scientifico e ambientale. Un accordo determinante che mira nel tempo a rafforzarne la collaborazione autorevole. Nel corso della serata di mercoledi 3 dicembre, il pubblico potrà ascoltare la testimonianza di Bruno Bassano, il veterinario che ha lavorato per 40 anni nel servizio scientifico del parco, e che egli ultimi quattro, fino allo scorso agosto, ha diretto con tenacia e passione, e che trasmetterà ricordi, immagini e aneddoti in un racconto vivo, capace e di intrecciare natura e memoria. Il parco è anche cultura e molto altro: da ormai 8 anni, nell’area protetta, si svolge una rassegna corale che incanta il pubblico: “Armonie nel Gran Paradiso”, organizzata dall’Associazione Cori Piemontesi, che promuove la coralità da oltre 45 anni. Si tratta di un esempio di come l’esperienza artistica possa diventare un modo per  reale empatia con la natura, favorendo consapevolezza, rispetto e tutela. Quest’anno la rassegna si sposterà dal consueto calendario estivo a quello invernale, portando nei comuni del parco le voci dei cori durante le festività natalizie. Il compleanno dell’area protetta diventa opportunità per presentare l’edizione invernale della manifestazione, con un concerto dell’ensemble vocale NOX di Torino. Concluso l’evento, verrà offerto un aperitivo con prodotti a  archio di qualità del parco.

Ingresso libero fino a esaurimento posti

Mara Martellotta

Con il Black Friday, Plastic Free Onlus lancia l’alternativa sostenibile

Ogni anno il Black Friday porta con sé un’ondata di acquisti spinti da sconti e promozioni che ci fanno sentire obbligati a comprare. Il risultato? Milioni di prodotti destinati a un utilizzo minimo o nullo, spesso abbandonati nei cassetti o trasformati rapidamente in rifiuti, molti dei quali in plastica. Una plastica che, troppo spesso, finisce a inquinare i nostri fiumi, le nostre spiagge, il nostro mare. In questo scenario, Plastic Free Onlus propone una riflessione e una scelta alternativa: fare scelte consapevoli, sostenendo cause realmente utili.

“Durante il Black Friday – spiega Luca De Gaetano, Presidente di Plastic Free – ci facciamo spesso sedurre dall’idea di risparmiare, ma finiamo per acquistare oggetti inutili, alimentando sprechi e inquinamento. Con le nostre idee solidali, invece, l’utilità è concreta: ogni prodotto sostiene progetti contro l’inquinamento da plastica”.

I prodotti solidali di Plastic Free Onlus permettono infatti di finanziare iniziative ambientali in tutta Italia: raccolte di rifiuti, giornate di sensibilizzazione nelle scuole, azioni di tutela del territorio e progetti di ricerca scientifica.

“Il Black Friday passa – conclude De Gaetano – ma le scelte utili restano. Puoi fare la differenza anche con un piccolo gesto, che diventa un contributo reale per l’ambiente”.

Sul sito dell’organizzazione sono disponibili “torroni per la ricerca”, decorazioni natalizie, bottiglie in vetro, felpe, t-shirt, borracce, shopper, posaceneri tascabili e tazze in ceramica a marchio Plastic Free: un regalo che vale doppio, per chi lo riceve e per il pianeta.

Ulteriori info su www.plasticfreeonlus.it/regali-solidali

Mara Martellotta

Il Green Game accende i riflettori sulle scuole

Green Game, il format didattico ideato dai Consorzi Nazionali BIOREPARK, CIAL, COMIECO, COREPLA, COREVA e RICREA, è  pronto a ripartire con la sua tredicesima edizione, trasformando la raccolta differenziata e la sostenibilità ambientale in una sfida a squadre.
Il format è  completamente gratuito per le scuole e riservato agli studenti degli istituti di secondo grado italiani.
La versione ‘in presenza’ del Green Game coinvolgerà oltre cinquanta scuole in Sardegna, confermando il modello che rende l’apprendimento non soltanto istruttivo, ma anche divertente.
Per Torino scendono in campo il liceo statale Domenico Berti, il liceo artistico Aldo Passoni, l’IIS Giolitti, l’IIS Romolo Zerboni , il liceo Einstein, il liceo Giordano Bruno e l’IIS ‘F. Albert’ di Lanzo Torinese. Si tratta di realtà scolastiche da sempre sensibili ai temi del riciclo e dell’educazione ambientale. Studenti e studentesse prenderanno parte alla sfida nazionale del Green Game, confrontandosi con coetanei di tutta Italia.

“L’educazione ambientale è l’investimento più importante per il nostro futuro – hanno congiuntamente dichiarato i Consorzi – il Green Game, in questi anni di crescita costante della raccolta differenziata,  ha dimostrato di essere un veicolo eccezionale per promuovere la cultura del riciclo responsabile.  Il coinvolgimento di migliaia di studenti, insegnanti e famiglie, sta trasformando concretamente il modo in cui la società civile percepisce l’impegno verso l’Agenda 2030”.
Il format alterna lezioni interattive condotte da formatori quali Alvin Crescini e Stefano Leva di Peaktime, agenzia produttrice del format, a un quiz a squadre in cui velocità, attenzione alla lezione e al lavoro in team trasformano la conoscenza in sana competizione.
Le migliori classi di ogni scuola si contenderanno l’accesso alla Finalissima Nazionale di Roma, dove sono in palio buoni per materiale didattico  da 2 mila, 1500 e mille euro.
L’iscrizione e la partecipazione sono totalmente gratuite. Green Game è  un progetto patrocinato dal Ministero dell’Ambiente e Sicurezza Energetica.
La classe che è  stata vincitrice  dell’edizione 2024-2025 è stata la seconda C dell’IIS Gentileschi di Carrara.

Mara   Martellotta

La Regione valorizza il patrimonio tartufigeno

Il viaggio di Tuber Next Gen 2025, il percorso regionale dedicato alla pianificazione e alla valorizzazione del patrimonio tartufigeno piemontese, si è concluso ieri a Torino, nel giorno della Giornata nazionale degli alberi.

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Dopo le tappe di Alba, Asti e Alessandria, il Grattacielo Piemonte ha accolto l’ultimo appuntamento di un percorso che, tappa dopo tappa, ha raccolto l’interesse di amministratori, tecnici, professionisti, associazioni di cercatori e realtà territoriali. Un coinvolgimento che ha confermato quanto la tutela del tartufo sia percepita come un tema strategico non solo dal mondo agricolo e forestale, ma anche da chi si occupa di pianificazione, gestione del paesaggio e sviluppo urbano.

Al centro del confronto torinese le nuove Carte di Attitudine dei Suoli alle Produzioni Tartufigene e le Carte di Potenzialità Territoriale elaborate per la Regione da IPLA, strumenti conoscitivi aggiornati che tengono insieme qualità dei suoli, uso del territorio, presenza di foreste, filari e aree agricole, offrendo un quadro indispensabile per orientare le scelte di gestione e protezione del patrimonio tartufigeno.

All’incontro sono intervenuti l’assessore alla Pianificazione territoriale, Urbanistica, Biodiversità e Tartuficoltura Marco Gallo, il consigliere delegato della Città Metropolitana di Torino Alessandro Sicchiero, i rappresentanti dell’Ordine dei Dottori Agronomi e Forestali e dell’Ordine degli Architetti, Pianificatori Paesaggisti e Conservatori.

«La tappa di Torino conclude un percorso che ha visto una buona partecipazione da parte dei territori – ha dichiarato l’assessore Gallo –. In ogni provincia abbiamo trovato un interesse profondo per il patrimonio tartufigeno, che è prima di tutto un patrimonio di suoli, boschi, biodiversità e paesaggio. Con Tuber Next Gen abbiamo messo a sistema questi elementi, facendo dialogare strumenti tecnici e conoscenza locale. La crescita delle superfici vocate individuate e la qualità dei contributi dei partecipanti dimostrano che il Piemonte ha la capacità di guardare lontano, unendo pianificazione e cura del territorio».

Così il consigliere di Città Metropolitana, Sicchiero: «Puntare sul nostro patrimonio tartufigeno è fondamentale e la Città metropolitana è parte attiva di questo percorso. L’utilità delle Carte è molto alta per i Comuni, sia sul piano agricolo e colturale, sia per la tutela del patrimonio tartufigeno. È fondamentale promuovere comportamenti consapevoli da parte dei cittadini, attraverso una comunicazione chiara che aiuti a proteggere il nostro territorio. In Piemonte le aree vocate si sono ridotte anche a causa dei cambiamenti climatici, tema che è stato giustamente richiamato».

Torino e provincia: un territorio che cresce nella conoscenza e nella pianificazione

Nel territorio della Città Metropolitana di Torino, le superfici vocate ricadono in tre Ambiti di Integrazione Territoriale, Torino, Chivasso e Chieri. Ambiti nei quali il Piano Territoriale Regionale pone obiettivi chiave legati anche alla valorizzazione del patrimonio agricolo e forestale, alla tutela del paesaggio rurale e allo sviluppo della gestione forestale sostenibile.
Su questa struttura si innestano le nuove Aree Forestali, tra cui l’Area 22 “Torinese e Chierese” e l’Area 24 “Chivassese”, all’interno delle quali saranno predisposti i Piani Forestali di Indirizzo Territoriale.

Il lavoro del PFIT potrà contare su un quadro conoscitivo aggiornato: dalle carte forestali alla viabilità silvo-pastorale, fino alla nuova edizione della carta pedologica e delle attitudini tartufigene. È proprio quest’ultima ad aver evidenziato un cambiamento significativo: la superficie vocata è infatti passata da circa 5.000 a 22.000 ettari, con 2.000 ettari ad alta attitudine e 20.000 a media attitudine.

Anche il numero dei Comuni vocati cresce sensibilmente. Ai 24 già riconosciuti negli anni scorsi si aggiungono oggi Baldissero Torinese, Cambiano, Chieri, Moncalieri, Pavarolo, Pecetto Torinese e Trofarello, per un totale di 31 Comuni. Territori caratterizzati da una forte presenza di ambienti favorevoli dal punto di vista ecologico alle specie tartufigene.

Accanto all’attitudine dei suoli, le nuove Carte di Potenzialità Territoriale integrano dati su urbanizzazione, colture agrarie e soprassuolo forestale, mostrando come querceti, saliceti, pioppeti e filari rurali possano incrementare la capacità produttiva anche in aree dove l’attitudine è solo media o bassa. Sotto questa lettura, il territorio metropolitano presenta circa 19.000 ettari a potenzialità alta o media, con una parte significativa di suoli inizialmente a bassa attitudine che, grazie alla presenza di foreste o filari, riescono a esprimere, nei contesti rurali e urbani, valori di potenzialità più elevati.

Partecipazione e qualità dei contributi: un percorso che rafforza il ruolo del Piemonte

Il ciclo Tuber Next Gen ha registrato una partecipazione costante: circa 200 persone, tra amministratori, tecnici forestali, agronomi, trifolau, rappresentanti delle associazioni agricole e di categoria hanno preso parte al tour.

È emersa una forte richiesta di informazioni e di una maggiore consocienza di strumenti di consultazione immediati, come il Geoportale regionale, che già pubblica tutte le carte aggiornate. Prezioso il primissimo contributo del mondo dei professionisti della pianificazione urbanistica e paesaggistica, che ha offerto una prospettiva di lavoro comune sulle dinamiche di tutela del paesaggio rurale.

Tra i temi da sviluppare nel prossimo futuro, un dialogo sempre più strutturato con il sistema camerale, in particolare per quanto riguarda il rafforzamento delle filiere forestali e le possibilità di realizzare compensazioni ecologiche scegliendo boschi e aree  vocate del territorio piemontese.

Le nuove indennità tartufigene: uno strumento più efficace e vicino ai Comuni

Parallelamente al percorso di pianificazione, la Regione Piemonte ha aggiornato il sistema delle indennità per la conservazione del patrimonio tartufigeno.

La revisione adegua i contributi al valore ecologico delle piante tartufigene: fino a 20 euro per le querce, 18 euro per le altre specie idonee e 12,50 euro per il nocciolo. Le nuove disposizioni ampliano inoltre la finestra temporale dei Comuni per le istruttorie delle domande e chiariscono i criteri per individuare i raccoglitori esperti indicati dalle associazioni che affiancheranno le Commissioni comunali, garantendo un’applicazione più uniforme e attenta alle esigenze dei territori. Il nuovo bando è aperto: le domande si possono presentare fino al 27 gennaio 2026.

«La tutela del tartufo passa dalla tutela degli alberi e degli ecosistemi che lo rendono possibile – ha aggiunto l’assessore Gallo –. Queste nuove indennità rafforzano un approccio che non parla solo di prodotto, ma di ambiente, paesaggio e cura del territorio. È un investimento sul futuro delle nostre comunità e sulla qualità del Piemonte».

Extinction Rebellion tinge di verde il Po contro l'”ecocidio”

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Questa mattina le acque di 10 città italiane, tra le quali Torino, sono state temporaneamente tinte di verde da Extinction Rebellion. “Una protesta dal forte impatto visivo, realizzata tramite  fluoresceina, una sostanza innocua, per rendere visibili i luoghi devastati da crisi climatica, inquinamento e sfruttamento”, commentano gli attivisti che hanno colorato le acque del Po all’altezza della Gran Madre.

Lo slogan “Fermare l’ecocidio”, aggiungono: “denuncia le “politiche ecocide” del Governo Italiano e il disimpegno da qualunque azione concreta per fermare il collasso climatico. L’Italia, infatti, insieme alla Polonia, è l’unico stato europeo ad essersi opposta ad includere l’abbandono delle fonti fossili nella bozza di accordo presentata a Belém, in Amazzonia, alla COP30. Conferenza che si sta concludendo con un accordo tardivo e insufficiente per contenere il riscaldamento globale e i suoi effetti più gravi sulla popolazione”.

Le città coinvolte nell’iniziativa sono: Bologna, Genova, Milano, Padova, Palermo, Parma, Taranto, Torino, Trieste, Venezia.

Extinction Rebellion: 30 tavoli verdi davanti al grattacielo della Regione

Questa mattina Extinction Rebellion ha scaricato 30 tavoli verdi davanti al grattacielo della Regione Piemonte e aperto uno striscione “COP30: Tavoli Mancati”. I tavoli rovesciati vogliono rappresentare, scrivono in una nota gli attivisti “tutte le occasioni mancate e le promesse infrante di oltre 30 anni di conferenze per il clima”. Nei giorni conclusivi della conferenza sui cambiamenti climatici che si tiene a Belém, il movimento denuncia “gli impegni disattesi da Governo e Regione nel contrasto alla crisi ecoclimatica e l’aperta opposizione del Governo alle politiche climatiche europee e alla COP30″.

Come migliorare il traffico a Torino con l’intelligenza artificiale

L’Assessore Regionale all’Ambiente Matteo Marnati è intervenuto alla seduta della Commissione presieduta da Sergio Bartoli, per presentare ai Commissari la parte del Defr e del bilancio di previsione 2026-2028 relativa alle materie di sua competenza: ambiente, risorse idriche e rifiuti.

Il presidente Sergio Bartoli

“Il bilancio 2026 – ha dichiarato Marnati – prevederà l’utilizzo di 88 milioni e 600 mila euro per l’abbattimento degli inquinanti, realizzando alcune iniziative quali le velostazioni Back to Work, progetti di mobilità sostenibile e sicurezza stradale, la forestazione urbana e incentivi per la rottamazione di auto per le amministrazioni. Inoltre verrà sviluppato il telelavoro e ci saranno misure per creazioni di filiere per la produzione di biocarburante, biometano e bioidrogeno”.

L’Assessore ha segnalato anche l’inizio di un progetto per la fluidificazione del traffico a Torino  utilizzando l’intelligenza artificiale, e che verranno intensificate le azioni per recuperare le aree dismesse e bonificarle, per trasformarle in aree da valorizzare.

Mara Martellotta