AMBIENTE- Pagina 2

A Verbania “Aria Acqua Terra. Dall’ambiente al paesaggio”

Il Museo del Paesaggio di Verbania ospita fino al 28 settembre prossimo la mostra dal titolo “Aria Acqua Terra. Dall’ambiente al paesaggio” a palazzo Viani Dugnani, in via Ruga 44. Curata da Guido Curto, presenta opere di Maura Banfo, Daniele Galliano, Andrea Massaioli e Pierluigi Pusole.

L’arte contemporanea, declinata in fotografie e dipinti, dialoga con le tele ottocentesche della collezione permanente della Pinacoteca del Paesaggio di Verbania. Sono una ventina le opere esposte degli artisti contemporanei,  affermati e attivi in Piemonte, che trovano ispirazione negli elementi che sono alla base della bellezza del creato, aria, acqua e terra, come indica il titolo della mostra, posti in relazione tra loro, come indica il sottotitolo.
In mostra le opere di Daniele Galliano, originario di Pinerolo (1961) , che si confronta con gli elementi naturali più vicini all’uomo, raffigurandoli con colori forti; cieli blu e prati verdi appaiono costellati di essere umani accennati  con pennellate di tocco, che risultano tipiche dei macchiaioli italiani e del pointillisme francese, rivisitati in chiave moderna.
Un altro artista in mostra è  Andrea Massaioli, nato a Torino nel 1960, che si allontana progressivamente dalla dimensione figurativa, approdando ad un’astrazione che si spinge fino ai confini dell’informale. I suoi grandi quadri presentano un vasto scenario naturalistico  che fa da sfondo al vero soggetto del quadro.
Il paesaggio si mostra attraverso vibrazioni, tracce e composizioni simboliche.
Terzo artista in mostra è  Pierluigi Pusole, anch’egli torinese, nato nel 1963, la cui opera pittorica si ispira a laghi, montagne, cieli solcati da nubi, come quelli tipici dell’estate del Verbano Cusio Ossola, immagini che paiono emergere in un equilibrio fra forma e dissolvenza.
La fotografia in chiave pittorica è, invece, usata da Maura Banfo, sempre artista di nascita torinese ( 1969) , capace di trasformare l’immagine in uno spazio visivo, con paesaggi appena accennati da una luce riflessa.

Così in “Aria Acqua Terra. Dall’ambiente al paesaggio” quattro affermati artisti hanno scelto come  soggetto d’ispirazione poetica gli elementi primigeni della natura e del paesaggio, nella bellezza straordinaria del contesto naturalistico del lago Maggiore. Il risultato della mostra è  un’esposizione site specific, con alcune opere esposte per la prima volta al pubblico proprio a Verbania, e realizzata grazie al sostegno della Città di Verbania, il patrocinio della Regione Piemonte e Distretto Turistico dei Laghi e delle Valli.

Mara Martellotta

Estate al Giardino Botanico Rea

Cultura, natura e comunità nel cuore della Val Sangone
Il Giardino Botanico Rea di Trana – bene regionale e punto di riferimento per la biodiversità vegetale in Piemonte – si prepara a un’estate di iniziative culturali e divulgative pensate per valorizzare il patrimonio naturale e sociale che custodisce da decenni.

Trana,  agosto 2025 – Con oltre 2000 specie, varietà e cultivar provenienti dal Piemonte, dall’Italia e da ogni parte del mondo, il Giardino Rea non è solo uno spazio verde: è un archivio vivo di studio, conservazione e conoscenza del mondo della biodiversità. E in un momento storico in cui il rapporto tra uomo e natura va ripensato alle radici, questo luogo diventa anche un presidio culturale, ambientale e identitario per l’intera comunità della Val Sangone. In quest’ottica, la Regione Piemonte e il Comune di Trana, in collaborazione con numerose associazioni locali, propongono un ricco calendario di eventi estivi che accompagneranno il pubblico fino all’inizio dell’autunno.

Si tratta di attività pensate per tutti – adulti, famiglie, bambini, appassionati e semplici visitatori – con l’obiettivo di far conoscere, attraversare e “abitare” il Giardino come spazio pubblico di cultura, bellezza e relazione.

Tra gli appuntamenti principali:

19 agosto, ore 15.30: Letture in giardino a cura di Sergio Vigna, per riscoprire la parola scritta immersi nella natura.
28 agosto, ore 21:00: per la serie Real Cinema  Proiezione di “Wild”.
Dal 6 al 13 settembre: mostra fotografica “Trana una volta” di Fabio Fin, un racconto per immagini sulla memoria collettiva del territorio.
Sabato 6 e domenica 7 settembre: due giornate dense di attività, tra laboratori per bambini, passeggiate guidate, momenti musicali, incontri gastronomici e presentazioni letterarie.

Da segnalare:

Sabato 6 settembre

Mattino:

Il corpo comunica con Manuela Versino,
Escape Room: alla ricerca della biodiversità con Alice Reggiani,
Pomeriggio:
Attività “Cucina e dintorni” a cura di Angela Anna Ventruti
Attività per bambini “Un vaso pieno di colore” a cura di Francesca Roi
Aperitivo con musica di sottofondo Pianoforte e voce a cura di MusicAmica
DAL CAMPO AL PIATTO: Lezione sugli utilizzi di erbe spontanee, aromatiche e fiori in cucina a cura de L’Ortobottega e Antea Farm di Trana

Per il proseguimento delle attività, ci si trasferirà in centro a Trana e in particolare:

19:30 – Merenda Sinoira in Piazza Libertà
21:00 – concerto del Tommaso Pagliero Quintet alla Sala CentoPerCento, Piazza Libertà

Domenica 7 settembre

Mattino:

Laboratorio di pittura su stoffa con l’utilizzo di frutta e verdura a cura della Merceria di Trana
Classe di yoga soft posturale a cura dell’associazione I’mperfect
10:30 – Le parole del cuore a cura di Francesca Roi
Passeggiata guidata nel giardino a cura del Giardino Botanico Rea
Pomeriggio:
15.30 – Laboratorio “Api e mieli locali” a cura di Claudia Roggero
17.30 – Simona Coppero dialoga sul territorio con gli scrittori:

Nella Scoppapietra, “Come oro”, Golem Edizioni

Marco Sartori, “I soldati del Sapiente”, secondo vol. Del ciclo fantasy “La saga oscura”. o Luisella Ceretta “Tempo scaduto”, Bertoni editore

13 settembre, ore 17.30: presentazione del libro “A radici nude” di Cristina Converso.
Dal 14 settembre al 14 ottobre: mostra “I giardini pittoreschi”, un percorso visivo attraverso il paesaggio come esperienza sensibile.
28 settembre e 12 ottobre: attività di educazione ambientale dedicate ad anfibi, boschi e biodiversità, a cura rispettivamente di Loredana Macaluso e Franco Correggia.

L’intero programma, realizzato in collaborazione e con il coordinamento di Agenzia Mosaico, è inserito nel circuito Abbonamento Musei Torino Piemonte, a conferma della rilevanza culturale dell’iniziativa anche a livello regionale.

I ghiacciai, testimoni della crisi climatica. Una mostra a Torino

“2025: I Ghiacciai: testimoni della crisi climatica” è un’installazione interattiva multimediale per comprendere attraverso immagini, suoni e dati scientifici come il mondo dei ghiacci stia oramai svanendo sotto la minaccia del riscaldamento globale.

Allestita in occasione dell’Anno Internazionale per la Conservazione dei Ghiacciai è curata dal Comitato Glaciologico Italiano, la storica istituzione scientifica con sede a Torino che dal 1895 custodisce un patrimonio documentale e iconografico di assoluto valore storico – scientifico svolgendo inoltre indagini di campo, ricerche ed attività informative e divulgative.

L’esposizione realizzata nell’ambito del progetto “UniVerso”, grazie anche al contributo del Club Alpino Italiano e del Dipartimento di Scienze della Terra, è aperta a tutti ed è visitabile gratuitamente presso il Rettorato dell’Università di Torino in via

Po con entrata anche da via Verdi, dal lunedì al venerdì dalle ore 9 alle ore 19, sino all’8 settembre, chiusa da lunedi 11 a venerdì 15 agosto. Una bella occasione per informarsi, confrontarsi e capire quanto è urgente agire.

Igino Macagno

Caldo, manca l’erba in montagna: in crisi l’alpeggio del Torinese

Scarseggia l’erba in montagna e per le mucche la situazione inizia a farsi critica. Il gran caldo di fine giugno e inizio luglio insieme alle giornate di vento fanno sentire ora i loro effetti sui pascoli delle valli torinesi. Le erbe montane sono fiorite e poi maturate con largo anticipo mentre i margari salivano negli alpeggi. E mentre pascolavano le mandrie alle quote di inizio stagione, in alto l’erba già ingialliva. Il risultato è che ad appena metà stagione manca già l’alimentazione naturale per gli animali e sicuramente mancherà il pascolo di settembre per mancanza di rigenerazione.

«Il caldo anomalo di inizio estate – commenta il presidente di Coldiretti Torino, Bruno Mecca Cici – ha sottratto riserve alimentari agli alpeggi che ora si trovano in difficoltà. Un problema che ripropone l’importanza di riaprire la fitta rete irrigua alpina, oggi completamente abbandonata, fatta di piccole canalizzazioni con le prese nei torrenti che un tempo irrigavano in modo capillare i pascoli».

Ma questo ennesimo problema per l’allevamento alpino ci ricorda quanto siano urgenti politiche per l’agricoltura montana.

L’economia d’alpeggio rappresenta una quota importante dell’economia agricola del Torinese.

Nelle valli pascolano oltre 35mila bovini, distribuiti in 420 alpeggi provenienti da 789 allevamenti di pianura. A questi si aggiungono gli oltre 44mila ovini e distribuiti in 200 alpeggi.

Nelle vallate piemontesi i bovini sono oltre 96mila mentre gli ovicaprini superano quota 105mila.

Gli addetti alla pastorizia d’alpeggio sono circa 3.000 in provincia di Torino.

La produzione di formaggi e burro pregiati vale circa 7 milioni.

Delle 35mila mucche che trascorrono i classici 100 giorni estivi in alpeggio circa la metà sono bovini da carne dove prevale la pregiata razza piemontese. L’altra metà è composta da bovine da latte che, in una stagione in alpeggio, producono oltre 11 milioni di litri di latte che, nei circa 200 caseifici d’alpeggio autorizzati vengono trasformati in oltre 80mila forme di formaggio stagionato, dove primeggia la profumata Toma (la più celebrata è quella di Lanzo) seguita dal Plaisentif, il formaggio delle violette, dal Cevrin, dal Blu erborinato (per citare i più ricercati). A questi vanno aggiunti gli oltre 200mila panetti da mezzo Kg di prelibato burro ricco di vitamina A, vitamina E, flavonoidi.

«L’economia d’alpeggio vede una presenza importante di giovani che seguono le orme dei genitori nella passione dell’allevamento e del pascolo. Giovani che sono pronti ad abbracciare questo lavoro con una visione innovativa fatta di servizi per il turismo, per la coesione sociale del territorio, di manutenzione ambientale. Ma ricordiamo che la pastorizia montana ha bisogno di sostegni per non rischiare l’abbandono degli alpeggi. Non possiamo immaginare le conseguenze di un’eliminazione dei premi europei PAC che rischiano di essere cancellati dalla Commissione europea che cerca soldi per il riarmo. Ai margari va affidata la manutenzione del territorio montano così come va promossa la filiera del latte con campagne di promozione sul valore nutrizionale delle proteine animali e dei prodotti ottenuti dal pascolo delle erbe di alta montagna. Inoltre va promosso il soggiorno in agriturismo d’alpeggio e l’acquisto dalla vendita diretta dai pastori. Ma in generale serve un’attenzione forte verso l’agricoltura alpina e promuovere le spinte all’innovazione. Se dovesse sparire alle nostre montagne rimarrebbero soltanto il dissesto, lo spopolamento, l’impoverimento economico».

Piano per la qualità dell’aria, Confagricoltura: “senza modifiche, a rischio il settore agricolo”

/

In Piemonte, entro pochi mesi, entreranno pienamente in vigore alcuni adempimenti previsti dal Piano Regionale per la Qualità dell’Aria (PRQA) che, secondo il mondo agricolo, rischiano di generare enormi difficoltà sia tecniche sia gestionali per le aziende, oltre a risultare in molti casi economicamente insostenibili.

Le misure più criticate da Confagricoltura riguardano la copertura degli stoccaggi di reflui zootecnici e la Comunicazione preventiva di spandimento. All’inizio del 2025, di fronte ai costi elevati e alle complessità costruttive delle coperture fisse, la Regione aveva affidato all’Università di Torino uno studio per valutare tecniche alternative di contenimento delle emissioni dai cumuli di letame. Sebbene siano già emerse indicazioni interessanti, i risultati completi richiedono almeno un anno di osservazioni: tempistica incompatibile con le scadenze fissate dal PRQA, soprattutto considerando la successiva fase di applicazione nelle aziende.

Anche la Comunicazione di spandimento, nella sua forma attuale, è considerata eccessivamente complessa sia per le imprese agricole sia per gli enti pubblici. La sua entrata in vigore è già stata rinviata più volte, ma le modifiche attese non sono ancora state definite.

“Siamo in una situazione di incertezza insostenibile – afferma Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – le aziende esitano a mettere mano ad interventi strutturali dai costi elevatissimi, e in molti casi impossibili da sostenere, in attesa di quelle evoluzioni della normativa più volte sollecitate e mai introdotte”.

“Ora però il tempo a nostra disposizione si sta esaurendo rapidamente – prosegue Sebastiano Villosio, allevatore della provincia di Torino – anzi, per gli interventi più complessi come le coperture dei cumuli di letame, le tempistiche necessarie per le autorizzazioni e per la costruzione vanno già oltre le scadenze attualmente imposte dal PRQA. Senza contare che gli agricoltori inadempienti rischiano di perdere i premi del primo pilastro della Pac per violazione della condizionalità. Occorre quindi avviare con urgenza una revisione delle norme per introdurre reali elementi di semplificazione degli interventi strutturali e di apertura a tecniche innovative di trattamento dei reflui, rivedendo nel contempo tutte le scadenze di applicazione degli adempimenti e le modalità di gestione della Comunicazione preventiva, anche per consentire alle aziende di utilizzare gli strumenti di sostegno e accompagnamento presenti nel Complemento di Sviluppo Rurale, così come prevede il PRQA stesso”.

Confagricoltura ricorda che il settore agricolo, pur contribuendo solo in maniera secondaria alle emissioni complessive del Piemonte, con il Piano Stralcio dedicato è stato tra i primi a fornire un contributo concreto al miglioramento della qualità dell’aria.

“Nel quadro globale di riduzione emissiva della nostra regione – conclude Allasia – occorre però bilanciare attentamente l’efficacia degli interventi con la loro sostenibilità economica, per non correre il rischio di danneggiare irreparabilmente uno dei settori produttivi trainanti del Piemonte anche se ciò dovesse andare a vantaggio di altri comparti. Infatti, nello scenario politico ed economico attuale, caratterizzato da forti elementi di instabilità, quali i dazi commerciali e i conflitti internazionali, la salvaguardia delle produzioni agricole e zootecniche locali non è solo più un fattore economico, ma anche strategico per l’intera nazione: occorre quindi mettere in atto tutte le azioni possibili per tutelarle e garantirne la continuità”.

Anche il Consiglio regionale sembra condividere questa impostazione: è infatti in attesa di discussione una deliberazione che andrebbe a modificare il PRQA introducendo le linee di applicazione indicate dal settore agricolo.

In sintesi, il mondo agricolo denuncia un clima di crescente preoccupazione e incertezza, che rischia di compromettere la continuità delle attività. Per questo viene chiesto un segnale immediato di disponibilità alla revisione delle norme, in un’ottica di realismo e fattibilità, al fine di evitare il peggioramento della situazione e l’innesco di dinamiche difficili da gestire.

Ambiente, Spinetta Marengo: incontro in Regione

Parole confortanti sono quelle che sono state espresse dagli assessori alla Sanità Federico Riboldi e all’Ambiente Matteo Marnati al termine dell’incontro conclusosi il 4 agosto scorso con i vertici italiani di Syensqo e la direzione dell’impianto di Spinetta Marengo, incontro cui era presente anche il Coordinatore della Commissione tecnica della Task Force Pfas, Fabrizio Priano.

“Sono stati compiuti importanti passi in avanti per arrivare a un accordo preciso e puntuale per la salvaguardia  ambientale e della salute dei cittadini- hanno dichiarato i due assessori.
Un incontro proficuo che siamo fiduciosi porti nero su bianco gli impegni dell’azienda per la futura produzione,  le bonifiche ambientali e la salute di lavoratori e cittadini”.

Sul tavolo molti i temi affrontati nell’ambito del Pfas, e non solo, per arrivare a settembre ad un accordo ad ampio raggio, che preveda una produzione sempre più  sostenibile, accompagnata da investimenti sulla bonifica del sito. “Entro fine settembre vorremmo giungere alla chiusura dell’accordo- hanno sottolineato gli assessori Riboldi e Marnati- dove saranno anche specificate nel dettaglio le modalità di monitoraggio, affidate ad un ente certificatore terzo”.

“L’impegno della Regione Piemonte sui Pfas e sullo stabilimento di Spinetta Marengo rimane alto e determinato, quindi ringraziamo l’azienda per il confronto costruttivo su questo tema, che, ricordiamo, ha al centro la salvaguardia della salute e dell’ambiente e, soprattutto, l’uscita dalla produzione e dall’uso di fluorotensioattivi – hanno concluso Federico Riboldi e Matteo Marnati.

Mara Martellotta

Torino Respira, trasporti per studenti: importante ma nessun impatto su smog

Solo il 5% degli studenti si sposta in auto

Il Comitato Torino Respira interviene sul lancio di “Piemove – Piemonte Viaggia Studia”, il nuovo abbonamento gratuito al trasporto pubblico per studenti universitari under 26 iscritti agli atenei piemontesi, promosso dalla Regione Piemonte con il supporto di Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica, Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Università del Piemonte Orientale, Fondazione Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT. La misura, che sarà attiva in sei capoluoghi di provincia, è stata presentata come un passo importante verso una mobilità più sostenibile e accessibile.

L’iniziativa ha un indubbio valore sociale, ma il Comitato Torino Respira mette in evidenza che non si tratta di una politica efficace sul piano ambientale. L’intervento è utile per le famiglie e per il diritto allo studio, ma il suo impatto sulla qualità dell’aria è del tutto marginale.

“La tessera Piemove è positiva sul piano sociale, ma non ridurrà l’inquinamento. Solo il 5% degli studenti si sposta in auto. Serve più rigore nel valutare l’efficacia ambientale delle politiche pubbliche”, dichiara Roberto Mezzalama, presidente del Comitato Torino Respira.

Secondo un’indagine del Politecnico di Torino, solo una minima parte degli studenti utilizza l’auto per recarsi all’università. La maggior parte si sposta già con mezzi pubblici, a piedi o in bicicletta. Il rischio, dunque, è quello di sovrapporre misure sociali con politiche ambientali, attribuendo a iniziative simboliche un valore che non trova riscontro nei dati.

“Ancora una volta si spacciano delle misure sicuramente popolari e utili per ragioni sociali come misure per ridurre l’inquinamento, ma non si spende una sola parola e non si analizzano i dati che già abbiamo per capire quale contributo effettivo diano alla riduzione delle emissioni”, aggiunge Mezzalama.

Il Comitato invita le istituzioni a valutare con maggiore rigore scientifico l’efficacia delle politiche ambientali, evitando slogan e semplificazioni. La lotta all’inquinamento atmosferico – che a Torino resta uno dei problemi sanitari più gravi – richiede misure strutturali, a partire dalla riduzione del traffico motorizzato privato, che continua ad essere la principale fonte di inquinamento in ambito urbano.

Torino Respira ribadisce che Piemove è una buona misura di welfare, ma non va presentata come un provvedimento ambientale, almeno fino a quando non si avranno dati che mostreranno l’impatto positivo dell’iniziativa.

 

Comitato Torino Respira

www.torinorespira.it/

Piemonte, stop al blocco dei diesel Euro 5: ecco il Piano per la qualità dell’aria con misure alternative

/

Il presidente della Regione Piemonte, Alberto Cirio, insieme agli assessori Matteo Marnati e Andrea Tronzano, annuncia l’avvio della modifica del Piano regionale per la qualità dell’aria, con l’obiettivo di recepire la recente norma nazionale che supera lo stop alla circolazione dei veicoli diesel Euro 5, inizialmente previsto dal 1° ottobre 2025.

«Una scelta di buon senso e sostenibile che garantisce il diritto alla mobilità per le famiglie e le imprese e tutela l’ambiente».

Il nuovo provvedimento riguarda oltre 307.000 veicoli, tra auto private e mezzi commerciali, attualmente in circolazione in Piemonte. Solo nella provincia di Torino si contano 134.197 veicoli, di cui 46.729 all’interno del Comune. Seguono Cuneo con 59.915, Alessandria con 34.865, Novara con 25.306, Asti con 14.746, Biella con 13.627, Vercelli con 12.985, e il Verbano-Cusio-Ossola con 11.995.

Il presidente Cirio ha sottolineato come il pressing delle Regioni del bacino padano abbia portato il Governo a rivedere il blocco, evitando gravi ricadute sociali ed economiche:

«Come presidenti delle Regioni del bacino padano avevamo sollecitato l’azione del governo per superare il blocco dei diesel Euro 5, che avrebbe duramente penalizzato famiglie e imprese, e ringrazio l’esecutivo per aver agito stoppando l’entrata in vigore del divieto di circolazione. La norma ora prevede che il divieto si applichi dal 2026 e solo nella città con più di 100 mila abitanti, che in Piemonte sarebbero Torino e Novara, a meno che le Regioni non mettano in campo misure alternative che consentano di raggiungere gli obiettivi di qualità dell’aria superando il blocco dei veicoli. Ed è quello che ha deciso di fare la Regione Piemonte, che avvierà da subito le procedure per la revisione del Piano attraverso un task force formata da tecnici, esperti e rappresentanti istituzionali, con il contributo scientifico di Arpa Piemonte, con l’obiettivo di introdurre misure per la qualità dell’aria che però non ledano il diritto alla mobilità dei cittadini. A questo obiettivo, oltre alle nuove misure che saranno il frutto del lavoro degli esperti, contribuiscono anche quelle di incentivo all’uso del trasporto pubblico, a partire dalla Tessera dello studente, che coinvolge 107 mila universitari under26 nelle aree urbane e quindi potenzialmente più inquinate».

Sulla stessa linea l’assessore all’Ambiente, Matteo Marnati:

«Abbiamo avviato un nuovo percorso importante e unico nel panorama italiano ed europeo per mettere in campo tutte le conoscenze tecnologiche e scientifiche a disposizione, con l’obiettivo di trovare nuove soluzioni sempre più efficaci al problema degli inquinanti in aria. La nostra struttura speciale avrà il compito di superare quelle misure che mettono in difficoltà economicamente i nostri cittadini e le piccole e medie imprese con misure alternative altrettanto efficaci per la riduzione degli inquinanti. Insieme agli atenei piemontesi abbiamo già avviato un percorso per fare tutte le sperimentazioni nei laboratori e certificare dei nuovi modelli e tecnologie da impiegare. In particolare, vogliamo diventare i massimi esperti per la produzione e l’uso delle nuove energie e dei biocarburanti ma anche molto altro nei settori della chimica verde, dell’industria, riscaldamento e dell’agricoltura sostenibile».

Anche l’assessore alle Attività produttive, Andrea Tronzano, ribadisce l’importanza di un equilibrio tra tutela ambientale e sviluppo economico:

«La tutela dell’ambiente è un obiettivo essenziale, ma non può essere perseguita a scapito delle imprese, del lavoro e della crescita economica. Serve una transizione che accompagni il nostro sistema produttivo con misure efficaci e compatibili. È questa la direzione su cui stiamo lavorando: soluzioni concrete per migliorare la qualità dell’aria senza compromettere la competitività delle attività produttive piemontesi».

Per sviluppare e attuare le misure alternative, è stata istituita una Struttura speciale che coinvolge la Direzione Ambiente, Energia e Territorio della Regione, Arpa Piemonte, Politecnico di Torino, Università di Torino, Università del Piemonte Orientale, Città Metropolitana di Torino, Province piemontesi ed esperti di settore. Le aree di intervento includono energia, mobilità, industria, agricoltura, rigenerazione urbana e riduzione delle sostanze climalteranti.

Secondo le simulazioni di Arpa Piemonte, l’obiettivo è ridurre ossidi di azoto di 500-700 tonnellate e polveri sottili di 40-70 tonnellate, grazie a misure concrete, tra cui:

  • Incentivazione dei biocarburanti, capaci di ridurre le emissioni fino al 30% senza modifiche ai motori;

  • Riduzione dell’attività delle centrali turbogas;

  • Maggiore uso di fonti rinnovabili come il fotovoltaico e il biogas riconvertito in biometano;

  • Uso dell’intelligenza artificiale per la gestione del traffico urbano;

  • Tessera dello studente, che consente a 107.000 studenti under26 di viaggiare gratuitamente sui mezzi pubblici urbani;

  • Bonus TPL aumentato da 100 a 150 euro ed esteso anche ai possessori di auto diesel Euro 6.

La struttura speciale sta inoltre valutando soluzioni tecnologiche innovative già sperimentate a livello internazionale:

  • Cubi filtranti modulari alimentati da fonti rinnovabili per abbattere ossidi e polveri in aree critiche;

  • Sistemi di nebulizzazione d’acqua per catturare il particolato atmosferico;

  • Materiali fotocatalitici integrati in strade e facciate per neutralizzare agenti inquinanti con la luce solare;

  • Autostrade intelligenti con regolazione dinamica del traffico e della velocità;

  • Kit di ibridazione per la riconversione dei motori diesel, applicabili anche su veicoli Euro 4 e 5, pubblici e privati.

Attraverso queste misure, la Regione Piemonte punta a una transizione ambientale che coniughi sostenibilità, innovazione e salvaguardia della mobilità e dell’economia locale.

Andar per “Forti”, 13 tappe e 17 strutture per riposare e dormire

Dal mese di agosto, varo del nuovo cammino nel Pinerolese

Pinerolo (Torino)

Notizia ghiotta per il popolo dei “camminatori montagnini”. Di mestiere o per hobby. Esclusi i “fenomeni”, gli “esagerati” quelli del voglio arrivarci a tutti i costi; ben accetti quanti cercano la “vacanza lenta”, quella “per ritrovarsi”, per fare nuovi incontri e amicizie fra lande di natura incontaminata e resti di architetture ferme lì da secoli, testimoni di antiche storie e culture cui ancor oggi abbeverarsi é “cosa più che buona e giusta”.

Tutto è pronto sulle montagne piemontesi al confine con la Francia. Dal 1° di agosto, infatti, per gli amanti della camminata “soft”, sono pienamente percorribili (dopo mesi dedicati agli incontri e alla formazione di esperti operatori nonché all’allestimento di tutta la piattaforma logistica ed organizzativa) le cosiddette “Strade dei Forti”, attentamente studiate per un tipo di turismo (come sopra accennato) rispettoso delle tradizioni e sostenibile in termini di impatto ambientale e accoglienza turistica. Promosso dal “Consorzio Turistico Pinerolese e Valli”, il percorso, dal Po al Monviso, prevede 13 tappe tra i luoghi più belli e culturalmente significati del Pinerolese,  tra frutteti, castelli, vigneti, paesini, dimore fiorite, borghi fra i più belli d’Italia come Usseaux e, poi, la “Strada dell’Assietta”, la città di Pinerolo, e ovviamente “Forti minori” disseminati tra prati e rododendri e la grande “Muraglia piemontese”, il Forte di Fenestrelle, con i suoi 4mila gradini, la “più grande struttura fortificata d’Europa” e la più estesa (lo sapevate?) “costruzione in muratura dopo la Muraglia cinese”.

Ben 13, si diceva, le tappe, con percorsi che si snodano, per una parte, all’interno del “Parco delle Alpi Cozie” e, per un lungo tratto, sul “Sentiero del Glorioso Rimpatrio dei Valdesi”. Sentieri già da secoli esistenti e percorribili, ma oggi pienamente riattati. Tutto a regime sotto ogni aspetto, comprese la “logistica” e l’“organizzazione” nel suo complesso.

A confermarlo, sono le cifre:  17 sono attualmente le strutture convenzionate dove dormire, 18 quelle dove fermarsi a mangiare mentre sette realtà partner si occupano di servizi, dalle guide escursionistiche al trasporto bagagli.

È stata inoltre creata la “credenziale”, la compagna di viaggio più fidata dei camminatori. Non solo un documento, ma la “traccia concreta” del percorso effettuato, una collezione di timbri, incontri, storie e chilometri. Durante il tragitto, si potrà farla timbrare in diversi punti: strutture ricettive, uffici turistici, bar, ristoranti e “Associazioni locali”. Ogni timbro equivale ad una tappa conquistata. Una sorta di “trofeo” da esibire con un pizzico di immodestia che, se non è boria sfacciata, non guasta mai!

La “credenziale”, ritirata di persona o spedita via posta, dà anche diritto a uno sconto sulle strutture convenzionate e permette di ottenere la versione Pro dell’“app Outdooractive” per un mese per poter camminare in sicurezza anche senza connessione.  Insieme alla “credenziale”, una “surprise bag” raccoglie altri gadget e strumenti utili al Cammino, inserito con i suoi 224 chilometri (distribuiti su tre valli, Chisone, Germanasca e Pellice) sulla piattaforma “Cammini d’Italia”.

Da sottolineare ancora che per i “cicloescursionisti” più accaniti o per chi ami affrontare comunque le strade di montagna in sella ad una bici, il percorso prevede anche 5 tappe speciali, dalla pianura fino alla “Strada dell’Assietta” (2500 metri), verso “Sestriere” e ritorno.

Estremamente orgogliosi gli organizzatori. E ne ha ben donde, se si pensa che “una terra di confine, costellata di Forti e Fortificazioni ideate per dividere e per difendere i territori e le comunità, sotto l’aspetto politico, geografico, culturale e religioso, offre ora, con questo nuovo progetto, l’opportunità di unire, condividere e conoscere questo esteso patrimonio locale”.

Per info: “Ufficio di Turismo e Provincia” , via del Duomo 1, Pinerolo (Torino), tel. 0121/795589 o “Ufficio del Consorzio Turistico Pinerolese e Valli”, via Mazzini 30, Pinerolo (Torino), tel. 331/3901745 o su www.lestradedeiforti.it

g.m.

Nelle foto: Il Forte di Fenestrelle; Il Gran Serin; Il Borgo di Usseaux

Alpi on the road è la nuova guida Lonely Planet 

Nei sette stati delle alpi. Uncem partner del progetto editoriale   

Dai passi alpini iconici, ai paesi più remoti, passando per laghi e città: Alpi on the road è la nuova guida attività Lonely Planet – in collaborazione con Uncem – che contiene 50 itinerari da percorrere in auto, moto o camper. I percorsi si snodano lungo tutto l’arco alpino, da Monaco a Trieste, collegando Italia, Francia, Svizzera, Liechtenstein, Germania, Austria e Slovenia. Un volume pensato per chi desidera vivere un’avventura indimenticabile nel pieno rispetto dell’ambiente alpino.

Il volume si può trovare qui:
https://shop.lonelyplanetitalia.it/prodotto/guida-di-viaggio-alpi-on-the-road

Scritta dagli autori Lonely Planet Piero Pasini e Denis Falconieri, che del volume è anche il curatore, la guida propone 25 itinerari in Italia – dalle Alpi Marittime alle montagne friulane, passando per i grandi Quattromila e le Dolomiti – e 25 percorsi oltre confine, alla scoperta di alcune delle aree alpine più spettacolari: Grenoble, Megève, Chamonix, Annecy in Francia; Crans-Montana, Zermatt e l’Oberland Bernese in Svizzera; il Tirolo, il Grossglockner, Klagenfurt e Graz in Austria; Lubiana e le Alpi della Slovenia.

Ogni percorso è studiato per guidare il viaggiatore lungo strade panoramiche e suggestive, accompagnandolo con mappe dettagliate e indicazioni chiare tappa dopo tappa. Non manca l’attenzione alla parte organizzativa: la guida include consigli pratici sull’abbigliamento da montagna e sulla sicurezza, con innumerevoli suggerimenti per chi desidera svolgere attività outdoor, con livelli di esperienza diversi, dall’escursionismo alla bicicletta o alle gite in battello. Una sezione è dedicata a chi viaggia in moto o in auto, con accorgimenti sulla guida in montagna, la stagionalità dei valichi alpini e le specificità dei percorsi ad alta quota.

“Nel 1984 usciva la prima edizione di un libro che è rimasto pietra miliare nella storia delle politiche per la montagna. Il geografo Warner Batzing pubblicava Le Alpi. Un faro per comprendere le geografie europee. Poco dopo sarebbero arrivate una serie di iniziative istituzionali come la Convenzione delle Alpi e poi la cooperazione transnazionale con “Spazio alpino”, da ultimo nel 2013 la Strategia macroregionale alpina. Sette Stati, 70 milioni di abitanti, 48 regioni. È da qui che siamo partiti, Lonely Planet e Uncem – evidenzia Marco Bussone, Presidente nazionale Uncem, che ha ispirato la guida – per un racconto delle Alpi On the Road, da attraversare e da vivere, nella prima guida turistica che unisce la ‘regione unica al centro dell’Europa’, le Alpi-cerniera che non sono più barriera fra gli Stati, ma da solcare per scoprire come stanno cambiando i paesi, come si modificano i versanti, i terrazzamenti e le foreste, le montagne, l’accoglienza, i campanili“.

Il volume è arricchito da approfondimenti culturali – sulla storia locale, le tradizioni, le identità linguistiche -, fa focus sulle Green Community e da sezioni dedicate alle soste gastronomiche e alle specialità regionali. Le numerose fotografie a colori restituiscono la bellezza e la varietà del paesaggio alpino, dalle cime innevate ai borghi di pietra, dai laghi cristallini agli alpeggi. Alpi on the road è una guida per viaggiatori curiosi, consapevoli e indipendenti, scritta, verificata e testata per chi ama costruire il proprio itinerario giorno per giorno, con il piacere della scoperta e lo sguardo sempre rivolto al viaggio.

“Questi itinerari sono i migliori per scoprire innovazione, trasformazioni, grandi opportunità, ma anche la capacità di stare nelle grandi transizioni. Come le Alpi affrontano le crisi climatica e demografica, lo spopolamento, e come le comunità locali che abitano migliaia di piccoli paesi stanno in relazione e dialogano con le città. Questi itinerari partono infatti dai capoluoghi, dove ci sono stazioni, aeroporti, hub di merci, ma anche università, centri di ricerca, grandi imprese. Le città – prosegue Busone – che guardano alle valli alpine per andarle a scoprire in modo nuovo, con nuovi occhi rinnovati dalla scelta di affrontare le crisi di oggi con le risposte di domani. Insieme. Comunità nella sostenibilità, green community che dimostrano come i Comuni alpini di tutti e sette i Paesi sanno crescere nel NOI, oltre i campanilismi, oltre le difficoltà, scoprendo nella montagna più unita alle città. Un nuovo fronte anche di accoglienza, oltreché di vivibilità che fa bene a tutto il vecchio continente“.