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Ecco i sensori che monitorano lo smog dai balconi di casa

A Torino è attiva una rete di 20 sensori che monitorano lo smog direttamente dai balconi dei cittadini!

La startup Wiseair ha distribuito sui balconi di 20 Ambassadors torinesi Arianna, il vaso da balcone che misura la qualità dell’aria. Da oggi tutti i cittadini possono controllare la qualità dell’aria in tempo reale scaricando l’app Wiseair

Wiseair è un progetto nato da 5 giovani ingegneri del Politecnico di Milano con la missione di permettere ai cittadini di accedere ad informazioni chiare e trasparenti riguardanti la qualità dell’aria e attraverso queste informazioni promuovere una nuova attitudine volta a riportare l’aria pulita nelle nostre città.

L’ingrediente segreto del progetto è Arianna, un vaso da balcone che monitora la concentrazione di particolato nell’aria. A partire dai dati forniti dalle Arianne ospitate sui balconi dei cosiddetti Ambassador, tutti i cittadini possono conoscere la qualità dell’aria nel proprio quartiere tramite App, stimolando la nascita di community di cittadini consapevoli che possano guidare il cambiamento.

Dopo aver distribuito una rete di oltre 100 sensori nella città di Milano, Wiseair ha lanciato un nuovo progetto di community dedicato alla città di Torino. Le prime 20 Arianne sono state distribuite gratuitamente selezionando i cittadini torinesi che più di tutti rispecchiavano i valori e lo spirito del progetto. Alla luce di oltre 1000 candidature ricevute, gli Ambassador sono stati selezionati e i sensori sono stati installati sui loro balconi!

Attualmente quindi una prima rete di 20 sensori è distribuita capillarmente nella capitale piemontese e tutti i cittadini possono accedere ai dati raccolti in tempo reale. Per conoscere la qualità dell’aria a Torino basta scaricare l’applicazione Wiseair direttamente dagli store. A partire dai dati raccolti dai sensori cittadini l’applicazione è in grado di mostrare la qualità dell’aria in ogni punto della città, mostrando anche il trend storico giornaliero, mensile e annuale.

Il progetto non si ferma soltanto qua. L’obiettivo è usare queste informazioni per creare un movimento consapevole, che in modo proattivo e propositivo aiuti l’amministrazione nell’affrontare il problema dell’inquinamento. La community è radunata sul gruppo Faceboook ITALIA ARIA PULITA | Wiseair community, che oggi conta diverse migliaia di cittadini e due grandi sottogruppi, Milano Aria Pulita e Torino Aria Pulita, le due città che per prime hanno aderito al progetto Wiseair.

Il progetto Torino Aria Pulita è stato sostenuto da tantissime realtà locali che stanno dando il loro supporto, tra le quali Comitato Torino Respira, Bike Pride e Dott. Questo è l’inizio di un progetto collaborativo che ha l’ambizione di affrontare il tema dell’inquinamento in modo concreto e attivo. Partendo direttamente dallo spirito civico dei cittadini stessi.

Per maggiori informazioni sul progetto Torino Aria Pulita e sulla startup Wiseair:

www.wiseair.vision/community

Alla ricerca della Rul Verda

3@ edizione. Domenica 7 febbraio 2021 a Verrua Savoia (TO)

Riproponiamo questa escursione naturalistica in un territorio unico e particolarmente adatto a questo tipo di eventi, alla ricerca della Cerro-Sughera (Quercus Crenata) che è una varietà di quercia molto rara tanto che  sulla collina piemontese del Po ne esistono solo 3 esemplari, mentre in tutto il Piemonte se ne contano una trentina in tutto.

Questa escursione naturalistica ci porterà fino ai piedi della Rul Verda di Verrua, un esemplare di circa 140 anni alta più di 25 metri con un tronco di oltre 3 metri di circonferenza.

Cammini DiVini & Nordic Walking Valcerrina propone un’escursione naturalistica di 10 Km. con un dislivello di +280 m, per circa 3,5 h.

Ritrovo alle 13,30 di fronte alla Parrocchia di San Giovanni, partenza alle ore 14,00 mentre  il rientro è previsto intorno alle 17,30.

Il percorso si snoderà tra le svariate frazioni e borgate del Comune di Verrua, partendo dalla località Valentino e dirigendoci verso Longagnano per poi scendere fino alla frazione di Cervoto, risalendo verso la caratteristica borgata di Scandolera e dopo aver trovato l’oggetto della nostra ricerca faremo ritorno sfiorando la frazione di Collegna. Il tutto attraversando boschi e vallate coltivate immerse nella natura incontaminata dove è facile perdersi nella contemplazione del paesaggio.

Quota partecipazione: €. 5 cad.

Percorso accessibile a tutti, con un misto di strade asfaltate a bassa percorrenza di auto e sterrati in buone condizioni. Si consigliano: Calzature da trekking – riserva d’acqua – abbigliamento comodo ma adeguato alla stagione.

N.B.: L’escursione è a posti limitati (max 25 pax), è quindi necessaria la prenotazione
CORONAVIRUS

Lo svolgimento delle escursioni proposte da professionisti è subordinato a disposizioni, protocolli operativi e regolamenti così come richiesti dai ministeri di riferimento e accolti dalla Commissione Tecnica Scientifica e Formazione di AIGAE. Ciò comporta, per quanto vi riguarda: avere con sé ed a portata di mano i necessari dispositivi di protezione individuale;
PER INFORMAZIONI ED ISCRIZIONI POTETE CONTATTARE I SEGUENTI RIFERIMENTI
Info ed iscrizioni:

Augusto tel. 339 4188277 – mail: augusto.cavallo66@gmail.com   

http://camminidivini.altervista.org/alla-ricerca-della-rul-verda-3-edizione/

https://www.facebook.com/events/3045921828844561

https://www.facebook.com/augustonordic/

https://www.facebook.com/groups/1722191187995377/

“Svanite le speranze per i macachi del Progetto Light-up”

QUA LA ZAMPA / Il CONSIGLIO DI STATO AUTORIZZA LA SPERIMENTAZIONE SUI MACACHI

Caro direttore, il Tavolo Animali & Ambiente, costituito dalle associazioni ENPA, LAC, LAV, LEGAMBIENTE L’Aquilone, LIDA, LIPU, OIPA, PRO Natura e SOS Gaia, apprende con sgomento la decisione del Consiglio di Stato di autorizzare la ripresa, dopo alcuni mesi di sospensione, degli esperimenti sui cervelli dei macachi del progetto delle Università di Torino e Parma. Un progetto finanziato con 2 milioni di euro dei contribuenti, che implica secondo gli stessi ricercatori, “grave sofferenza”.

Un esperimento doloroso, inutile e senza ritorno, compiuto ai danni di creature senzienti. A dimostrazione che l’esperimento  è estremamente invasivo è prevista la soppressione dei macachi a fine progetto, ma chiediamo che comunque  vengano consegnati ad un centro di recupero.
E’ ormai nota l’elevata percentuale di fallimento dei test sugli animali. Sono trascorsi cinquant’anni da quando la sperimentazione sugli animali è stata giudicata non attendibile per l’innegabile diversità genetica fra uomo ed altri animali. Infatti la ricerca su nuove cure per persone ipovedenti ha compiuto ad oggi passi importanti grazie alle sperimentazioni su malati umani consapevoli.
Il Consiglio di Stato, nei mesi scorsi, sospese lo studio “Light-up” sottolineando che non era stata sufficientemente argomentata l’impossibilità di ricorrere ad altri metodi.
Il parere è però stato delegato ad un ente esterno che non ha minimamente considerato la documentazione presentata dalla LAV che smontava scientificamente il progetto in ogni punto.
Questo risultato non sorprende viste le gravi intimidazioni e pressioni che ha ricevuto persino il Presidente del più alto grado di giudizio.
Ha perso la ricerca scientifica nel nostro paese. Proseguiremo a rappresentare quei cittadini che hanno chiesto, con manifestazioni e firme, che venga abbandonata una ricerca fuorviante , eticamente inaccettabile e inutile a fini scientifici.
Il Tavolo Animali & Ambiente inoltre ribadisce la richiesta alla Giunta della Regione Piemonte di dare piena attuazione alla legge 9/2018 “Norme in materia di promozione dei metodi sostitutivi alla sperimentazione animale”
Il Tavolo Animali & Ambiente continuerà a sostenere una ricerca che non provochi sofferenza ad alcun essere senziente.

Per il Tavolo Animali & Ambiente:
Marco Francone
LAV Piemonte

Al Green Pea il progetto di upcycling di Samsung

Il percorso “Going Green” del brand leader nel mercato TV incontra il primo Green Retail Park al mondo, firmato Oscar Farinetti, con una serie di soluzioni innovative per la casa nate dal riutilizzo creativo degli imballaggi della gamma TV Samsung

 Utilizzare materiali di scarto per creare nuovi oggetti di valore, questo è l’upcycling o riutilizzo creativo, che sempre più aziende stanno adottando all’interno dei propri percorsi di sostenibilità per sensibilizzare i consumatori sulla riduzione dell’impronta ambientale. Tra queste spicca Samsung Electronics, che a pochi giorni dal CES di Las Vegas, in cui ha presentato la propria visione di un futuro sostenibile, ha deciso di portare all’interno di Green Pea, il Green Retail Park di Torino, una serie di soluzioni innovative per la casa realizzate a partire dagli imballaggi in cartone riciclabile ecologico della propria gamma TV.

La scelta di collaborare con Green Pea, primo Green Retail Park al mondo dedicato al tema del Rispetto della Natura, si inserisce all’interno di un impegno di lungo periodo per la tutela dell’ambiente intrapreso da Samsung e che punta alla creazione di prodotti e soluzioni che facciano della sostenibilità il proprio core business. Ne è un esempio l’introduzione sul mercato, già nel 2021, del primo telecomando a energia solare che riceve energia anche dalle fonti luminose di casa, e che permetterà di eliminare lo scarto di 99 milioni di batterie in sette anni.

L’incontro avvenuto  tra Alex Lim (Presidente di Samung Electronics Italia), Bruno Marnati (Head of Audio Video) e Francesco Cordani (Head of MarCom) con Oscar Farinetti, ha avuto lo scopo di inaugurare l’esposizione dell’esclusiva selezione di oggetti nati a partire dall’eco-packaging della gamma TV di Samsung, realizzato in cartone ondulato ecologico e che rappresenta una soluzione innovativa per consentire ai consumatori un riciclaggio più semplice, incoraggiando l’upcycling per un riutilizzo creativo.

“La consapevolezza è il primo passo verso un futuro sostenibile e tecnologia e innovazione rivestono un ruolo fondamentale nella ricerca di nuovi modi per dare vita al cambiamento” ha affermato Bruno Marnati, Head of Audio Video Division Samsung Electronics Italia. “Per questo motivo abbiamo intrapreso la collaborazione con Green Pea, prima come partner tecnologico e poi portandovi una selezione di oggetti realizzati con il nostro premiato design eco-packaging, perché è un luogo che invita al rispetto per la natura e a un consumo più consapevole, e a uno stile di vita più sostenibile, valori che Samsung condivide e vuole sempre più sottolineare nel suo business”.

 

Da porta riviste a tavolini per il salotto, fino a scaffali per riporre piccoli oggetti di casa o dispositivi elettronici, sono queste alcune delle realizzazioni che sarà quindi possibile trovare all’interno di Green Pea e che i visitatori potranno ammirare in modo permanente, per scoprire in prima persona come anche solo nella scelta di un TV si possa fare la differenza. Grazie al design a matrice presente su ciascun lato delle scatole dei TV Samsung è infatti possibile creare piccole nuove soluzioni d’arredo, capaci di contribuire a ridurre l’impatto ambientale.

Nucleare, Azione e la Carta delle Aree Potenzialmente idonee

Per la costruzione del Deposito Unico Nazionale delle scorie radioattive.

Sogin, società di Stato responsabile del decommissioning degli impianti nucleari italiani e della
gestione dei rifiuti radioattivi, su autorizzazione dei Ministeri dello Sviluppo economico e
dell’Ambiente, ha pubblicato la CNAPI (Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonei). Il
documento individua 67 aree, di cui 8 in Piemonte: 2 in provincia di Torino e 6 in quella di
Alessandria, per la costruzione del Deposito Nazionale e di un Parco Tecnologico in un’area di
circa 150 ettari.

Le 67 aree sono suddivise in fasce, secondo il grado di idoneità. Le 8 piemontesi ricadono tutte
in fascia A, quelle classificate come più idonee.

L’infrastruttura dei depositi nazionali è presente in tutti Paesi Europei ed accoglierà non solo le
scorie ereditate dalle centrali nucleari, ma anche quelle prodotte dall’industria, dalla ricerca e dalla
medicina attualmente stoccati in siti “temporanei” come quelli di Saluggia e Trino.

Queste 2 località piemontesi ospitano, in siti nati per altre funzioni e non allo scopo per il quale sono
usati attualmente, la maggior parte delle Scorie Radioattive del territorio nazionale, e sono stati
esclusi dalle aree potenzialmente idonee in quanto a ridosso di fiumi e soggette ad alluvioni.
Il Piemonte quindi è già deposito di scorie nucleari: in Piemonte si trova il 18 per cento dei rifiuti
radioattivi misurati in metri cubi e l’81 per cento degli stessi rifiuti (più le sorgenti dismesse e il
combustibile irraggiato) misurati in becquerel, cioè in effettivo pericolo emissivo.

Dopo la pubblicazione del documento si sono levate ovunque forti contestazioni, riassumibili nella
formula “da noi no”. In effetti, la situazione potrebbe solo migliorare rispetto a quella attuale.
Detto questo, la Carta è per definizione provvisoria e soggetta a valutazione. Essa dà l’avvio ad un
percorso lungo e articolato e che ci auguriamo continui ad essere trasparente, nel quale le forze
politiche dovranno fare la loro parte individuando le eventuali criticità dei siti individuati per il
Piemonte.

Per affrontare la situazione in modo efficace e senso di responsabilità, Azione Piemonte,
impegnandosi a fare la propria parte, invita le istituzioni, Regione, Province e Comuni interessati, ad
attivare e coordinare le migliori competenze esistenti sul territorio, per analizzare i profili tecnico
ingegneristici, geologici, ambientali dei siti in valutazione ed a partecipare senza pregiudizi
ideologici, con rigore scientifico, alla consultazione nazionale.

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Claudio Lubatti
Resp. Regione Piemonte Azione

Differenziata, tre anni a Torino per adeguarsi

Con un emendamento approvato in Commissione ambiente  in regione  e proposto dalla Giunta, si introduce un correttivo sugli obiettivi stabiliti per la Città di Torino per le caratteristiche che la contraddistinguono rispetto a tutti gli altri comuni piemontesi anche in considerazione dell’elevato flusso di pendolari. Il limite massimo dei 159 chilogrammi di raccolta indifferenziata per abitante, viene infatti posticipato all’anno 2024.

È stato deciso durante la seduta presieduta da Angelo Dago, che ha proseguito l’esame del Disegno di legge 88 che modifica alcune norme in materia di gestione dei rifiuti. Presente l’assessore Matteo Marnati, sono stati discussi e votati i primi sei articoli della legge.

Approvati alcuni emendamenti tecnici presentati dall’assessore e appunto uno che stabilisce una deroga, per la sola città di Torino, che fissa il limite massimo di 190 chili di rifiuti indifferenziati per abitante per l’anno 2020 e 159 chili entro il 2024 e non il 2022, come nella legge vigente datata 2018. Ciò significa quindi che gli obiettivi di raccolta differenziata slittano a loro volta di due anni.

In generale, attraverso la discussione degli emendamenti presentati sia dalla Giunta sia dai consiglieri intervenuti, sono stati affrontati i temi della raccolta differenziata dei rifiuti nei comuni turistici (che vedono moltiplicarsi il numero degli abitanti nei periodi di vacanza), dell’economia circolare e del riciclo dei rifiuti, delle competenze delle Province in questa materia ed anche della gestione delle discariche esaurite.

Il consigliere Sean Sacco (M5s) ha presentato diversi emendamenti (che sono stati approvati) sul recepimento delle direttive UE in omaggio al principio dell’economia circolare, per incentivare il mercato dei prodotti riciclati, per il sostegno alla ricerca in materia di riciclo dei rifiuti e sulla pianificazione degli investimenti per infrastrutture e la promozione di campagne di comunicazione sulla raccolta differenziata.

Altri interventi sugli emendamenti discussi sono stati svolti da Daniele Valle e Alberto Avetta (Pd), Valter Marin (Lega), Riva Vercellotti (Fi).

Torino maglia nera per qualità dell’aria

I 35 capoluoghi di provincia fuori norma per polveri sottili nel 2020 vedono Torino maglia nera con un “pacchetto” di 98 giorni di sforamenti

A seguire Venezia (88) e Padova (84). Questi i dati del report annuale Mal’aria di città 2021 di Legambiente. Sono ben 60 le città italiane che registrano una media di Pm10 superiore alla soglia indicata dall’Organizzazione mondiale della sanità.

E prima in classifica è sempre Torino, seguita da Milano, Padova, Rovigo, Venezia, Treviso, Cremona, Lodi, Vicenza, Modena.

Nucleare, Cirio: “Il metodo è sbagliato. Bisogna coinvolgere sindaci e cittadini”

“Dobbiamo darci un metodo diverso perché il Piemonte sul nucleare la sua parte l’ha già fatta, pagando personalmente in termini di salute pubblica, occupazione del territorio, investimenti di turismo: abbiamo già subito scelte del passato. Il metodo utilizzato è sbagliato”. Così il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio ha aperto il dibattito del Consiglio regionale aperto, dedicato interamente al Deposito nazionale unico per le scorie nucleari.

Una questione soprattutto di metodo, quindi: “Si tratta di scelte impattanti – ha aggiunto – che non si possono assumere senza il coinvolgimento diretto dei sindaci e dei cittadini. Non è rispettoso istituzionalmente, nei confronti delle competenze dirette dei primi cittadini e della Regione stessa”.

Per questo Cirio ha ringraziato il Consiglio regionale del Piemonte che, primo in Italia, ha voluto aprire un dibattito pubblico e aperto sul tema. Alla riunione in videoconferenza, hanno partecipato anche molti parlamentari piemontesi e soggetti interessati: “Si deve porre il problema per trovare una soluzione, ma solo con metodi partecipativi e con il rispetto delle comunità territoriali – ha ribadito -. Come regione faremo da garanti perché la voce dei territori giunga nei palazzi dove si decide sulla vita reale delle persone, perché su questi temi non ci sono colori o maggioranze ma la salute pubblica di un Paese. Personalmente ho appreso della possibilità che il Piemonte potesse ospitare diversi siti di stoccaggio attraverso agenzia di stampa. Situazioni  e valutazioni di questo genere non possono essere presi in qualche ministero romano per poi essere trasmessi a mezzo stampa ai territori interessati”.

È quindi intervenuto Luigi Perri, Presidente della Sogin Spa, che si è detto “Consapevole della complessità del tema, obiettivo strategico non solo per il Piemonte ma per Italia che ci consentirà di risolvere problematica annosa senza doverla trasferire alle generazioni future”.

L’intervento di Perri ha voluto rassicurare gli intervenuti riguardo la partecipazione alle scelte. “La carta dei siti potenzialmente idonei che è stata pubblicata, non è ancora definitiva ma si tratta semplicemente di una traccia, una mappatura ipotetica che terrà conto di tutte le valutazioni tecniche che riceveremo da questi territori, per giungere a decisioni condivise. Sogin seguirà dibattito garantendo supporto a tutti i soggetti interessati e accoglierà eventuali modifiche. Ribadisco che il deposito nazionale è un’infrastruttura fondamentale perché ci consentirà di razionalizzare e di efficentare il sistema rispetto agli attuali 19 siti provvisori sparsi per Italia.

Emanuele Fontani, amministratore delegato, ha aggiunto che “Sogin è proprietà dello Stato e noi facciamo ciò che lo Stato ci dice di fare, quindi lavoriamo per il deposito nazionale unico. Oggi abbiamo 19 siti di stoccaggio e si è iniziata la procedura di individuazione, che sarà effettuata con la massima partecipazione democratica, dei territori potenzialmente idonei. Del resto il prodotto principale di Sogin è appunto la sicurezza dei cittadini”.

Fabio Chiaravelli, direttore deposito nazionale ha ricordato che “da anni si lavora su questo progetto, le attività specifiche hanno avuto inizio nel 2010, ma il problema nasce ben prima, già negli anni Sessanta. Si tratta di iniziare la procedura di localizzazione, pubblicando la carta delle località potenzialmente idonee. Questo serve per iniziare la procedura: da qui in poi si comincia, non c’è nulla di deciso, ma c’è il materiale per poter cominciare a parlare e poi a decidere. Si mira al coinvolgimento di tutti coloro che sono interessati nei territori che potenzialmente risultano idonei alla collocazione del deposito nazionale”.

Il deposito, ha specificato Chiavarelli, “non è una discarica, ma un’infrastruttura di superficie ingegneristica che contiene in piena sicurezza i rifiuti radioattivi. Consistono in circa 95mila metri cubi, compresi i contenitori. Non ci sono rifiuti sciolti o liberi. Di questi 78mila sono di attività molto bassa o bassa e 17mila a media e alta attività: tra questi ultimi anche quelli che torneranno presto da Francia e Gran Bretagna dove sono stati inviati per essere trattati. Oggi abbiamo depositi temporanei, ma nessuno di questi siti ha le caratteristiche per poter diventare deposito nazionale. La gestione in sicurezza di un sito unico centralizzato sarà molto più semplice”.

Dopo l’intervento di Francesco Bochicchio, istituto superiore Sanità, Maurizio Pernice, direttore dell’ispettorato nazionale sicurezza nucleare ha sottolineato che il ritardo nella realizzazione del deposito unico rappresenta maggiori costi per il Paese. “Il deposito unico sarebbe ancora più sicuro e costerebbe meno. Quanto alle osservazioni da proporre, condivido che sessanta giorni per una materia del genere sono realmente insufficienti. Ma in realtà ci sono due termini, quello di 60 giorni per le osservazioni e 120 giorni per preparare il seminario. Dopodiché ci sono altri 30 giorni dalla scadenza del seminario”.

Il Vicerettore Politecnico di Torino, Roberto Zanino, professore impianti nucleari ha ricordato che “il tema è delicato, ma non procrastinabile. C’è già una procedura di infrazione europea aperta sul punto. Oggi il Piemonte ospita già la maggior parte dei depositi nucleari e il nostro Ateneo si mette a disposizione per aiutare nelle decisioni, anche ai fini di una corretta comunicazione e diffusione della questione”. Gian Carlo Avanzi, rettore Università del Piemonte orientale, ha sottolineato “che oltre al deposito è previsto anche un centro di ricerca, che potrebbe essere un importante volano di occupazione e crescita per il territorio. I depositi ci sono già, si tratta soltanto di organizzare meglio la situazione”.

Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura, ritiene inopportuno che il Piemonte sia la “pattumiera d’Italia”, visto che già oggi ha l’84% delle scorie nucleari sul proprio territorio.

Anna Andorno, Presidente Carp – coordinamento ambientalisti rifiuti Piemonte Vercelli ha sottolineato che la fragilità del nostro territorio può essere messa ancora più a rischio. Negli anni il Piemonte è stato sotto attacco ambientale, da Saluggia a Trino.

Gian Piero Godio di Legambiente, ha ricordato a sua volta che già il Piemonte è di fatto la regione dove si concentrano i depositi, per cui creare quello unico nazionale può essere anche un vantaggio. Nei passaggi successivi della procedura si dovrà evidenziare che alcune aree individuate in Piemonte come potenzialmente utilizzabili, presentano falde profonde e possibilità di alluvione. Valerio Grosso, dell’associazione Piccoli Comuni, ha lamentato la scarsa o nulla partecipazione da parte dei territori e dei municipi sino a questo momento dell’individuazione dei siti. Luisa Memore, presidente piemontese Medici per l’Ambiente, ha sostenuto che se per caso si decidesse per il Piemonte, come contropartita bisogna chiedere bonifiche di altre zone oggi compromesse.

Gian Matteo Passuello, Vicepresidente Uncem Piemonte ha a sua volta insistito sulla necessità di massima partecipazione dei territori.

Nel corso della mattinata si sono susseguiti altri interventi di associazioni e soggetti interessati. I rappresentanti di molti territori si sono detti “diffidenti” per le scelte assunte, visto che “come al solito il Piemonte sui 12 siti ritenuti più idonei, addirittura 7 sono nella nostra Regione”.

Forza Italia: “Ecoisole san Salvario: quanti parcheggi in meno?”

La Consigliera di Forza Italia Federica Scanderebech insieme al Coordinatore Cittadino di Forza Italia Marco Fontana hanno recentemente incontrato diversi residenti e rappresentanti di San Salvario e alla vigilia della sperimentazione delle ecoisole, gli esponenti di Forza Italia On. Rosso, Fontana e Scanderebech dichiarano:

“Questo provvedimento rientra in una serie di provvedimenti a scapito dei posti auto a raso, come se ve ne fossero in abbondanza. Quanti posteggi toglieranno 72 ecoisole, agli occhi di tutti evidentemente ingombranti, non è dato saperlo, o forse si resta ignari del dato per non agitare il territorio, già stremato da una riduzione di circa 180 posti auto, dovuti al piano di Torino Mobility Lab e altri dalla delibera per l’ampliamento dei dehors, contestata dal territorio esclusivamente per la carenza appunto di posteggi”.

Continuano Rosso, Fontana e Scanderebech (Forza Italia): “Abbiamo depositato oggi in Comune un’interpellanza poiché la maggior parte di residenti e ristoratori non è stata minimamente coinvolto nelle trasformazioni in atto. Abbiamo recentemente incontrato diversi abitanti e un’associazione estremamente rappresentativa della zona anch’essa ignara dei progetti della circoscrizione e del comune”.

Aggiungono gli azzurri Rosso, Fontana e Scanderebech (Forza Italia Torino): “Non ci è dato sapere se si sia studiato l’impatto che può avere il rumore della caduta della bottiglie di vetro nei contenitori durante le ore della movida. Se sia stata studiata l’incidenza di percezione che tali ecoisole, così copiose, possono avere sulle strade di San Salvario. Ma soprattutto è stato valutato quanti posteggi in meno ci saranno in questa zona già al collasso e quale il piano di riassetto di tale riduzione?”

Concludono Rosso, Fontana e Scanderebech (Forza Italia): “La problematica del vetro nella zona di San Salvario è agli occhi di tutti, ma non si capisce come mai questa amministrazione preveda l’installazione di ecoisole adibite, quindi autorizzandone implicitamente la prassi della vendita appunto del vetro nella zona. Vi è l’ordinanza 3653 del 2019 che ne vieta la totale vendita per l’asporto, sia in forma fissa che in forma ambulante; il consumo in luogo pubblico e la detenzione in luogo pubblico di bevande contenute in bottiglie di vetro ed in lattine chiuse, anche ove dispensate da distributori automatici. Il divieto di vendita, consumo e detenzione si applica in San Salvario tutti i giorni dalle h. 19,30 alle h. 7,00. Non si comprende per quale motivo il Comune non proceda puntualmente con il semplice rispetto di tale ordinanza, implementando una forte azione di repressione dei trasgressori e sanzionando tutti quei numerosi minimarket spuntati come funghi che non adempiono alle regole. Anche questa è un’evidente sconfitta politica, è innegabili  che prevedendo l’installazione di ecoisole per il vetro fruibili dalla collettività si vada nella direzione di trasmettere un segnale implicito di resa al contrasto dell’uso del vetro”.

ON. ROBERTO ROSSO FORZA ITALIA

COORDINATORE CITTADINO FORZA ITALIA MARCO FONTANA

CONSIGLIERA COMUNALE FORZA ITALIA FEDERICA SCANDEREBECH

Arpa Piemonte: le polveri sottili non veicolano il Covid

“L’ipotesi che le polveri sottili agiscano come vettore (carrier) del virus è poco plausibile: i campionamenti effettuati da Arpa Piemonte, infatti, non hanno rilevato Sars-CoV2 sui filtri della qualità dell’aria.

È invece allo studio la possibilità che alte concentrazioni di particolato facciano da amplificatore (booster) del processo di infiammazione prodotto dal virus”: lo ha detto il presidente di Arpa Piemonte, Angelo Robotto, in una congiunta delle commissioni regionali Quarta e Quinta, presieduta da Angelo Dago. 
Nel corso dell’audizione, sollecitata dal consigliere Giorgio Bertola (Movimento 4 ottobre) sono stati illustrati i risultati preliminari del campionamento Sars-Cov2 nell’aria e i dati raccolti da Arpa sulla qualità dell’aria durante l’emergenza Covid.
La lettura di questi ultimi indica che durante i mesi del lockdown, in cui il traffico veicolare è stato di molto inferiore rispetto al 2019, c’è stato un calo netto sia delle emissioni che delle concentrazioni di biossido di azoto (No2), mentre rispetto alle polveri sottili, in particolare il pm10, si sono registrate riduzioni significative sulle concentrazioni ma non sulle emissioni: “Ciò indica che il contributo del traffico veicolare non è sostanziale per le emissioni di pm10 – ha detto Robotto – mentre discorso diverso vale per gli ossidi di azoto”.
Dal monitoraggio è emerso che in ambiente esterno il virus Sars-Cov2 non è finora risultato rilevabile nell’aria; negli ambienti ospedalieri, in particolare nei reparti con presenza di malati anche caratterizzati da cariche virali elevate, le concentrazioni sono risultate generalmente contenute, anche per l’elevato tasso di ricambio dell’aria. Al contrario, in ambiente domestico le concentrazioni sono risultate più consistenti.
Sono stati anche riportati i risultati del recente studio condotto dal Consiglio nazionale delle ricerche e da Arpa Lombardia, che parla di probabilità di trasmissione del virus per via aerea molto bassa in condizioni esterne, ad eccezione delle situazioni di affollamento.
La seduta congiunta è proseguita con l’audizione delle associazioni ambientaliste Legambiente, Pro Natura e Italia Nostra, che hanno svolto le rispettive relazioni sui rischi da inquinamento dell’aria per la salute e avanzato proposte di interventi migliorativi.
I consiglieri Bertola, Alessandro Stecco(Lega) e Sara Disabato (M5s), oltre al presidente Dago, hanno chiesto una serie di chiarimenti sui luoghi in cui sono state effettuate da Arpa le campionature per individuare la presenza di materiale genetico del virus (Rna), sull’incidenza dell’inquinamento da biomasse e i sistemi per abbattere questo tipo di emissioni, e infine sugli interventi che la Regione può mettere in campo per contrastare l’inquinamento atmosferico.