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Zootecnia in affanno

Allasia (Confagricoltura): “Mortificante che un caffè costi quanto tre litri di latte alla stalla”

Non è soltanto il comparto dei bovini da carne a essere in difficoltà per l’aumento dei costi delle commodities a livello internazionale. La spinta dei prezzi su cereali e leguminose,  che si riflette sui costi di alimentazione del bestiame, riduce a livelli minimi i margini degli allevatori, che in alcuni casi sono costretti a lavorare in perdita. La riduzione degli stock di cereali a livello mondiale, unita alle previsioni di scarsi raccolti a causa di un clima impazzito che penalizza le coltivazioni con piogge torrenziali e periodi di siccità prolungati in diverse aree del pianeta, ha innescato una serie di tensioni sui mercati a termine delle materie prime agricole, che unite alle speculazioni tipiche di questi commerci hanno provocato un’impennata dei prezzi che ha fatto salire il costo degli alimenti zootecnici di circa il 50% nell’arco di un anno.
Un altro comparto zootecnico in difficoltà è quello delle uova, con prezzi all’origine che cedono del 5 – 6% rispetto a un anno fa e con costi di produzione in forte aumento.
Nel comparto lattiero caseario la situazione è estremamente delicata, come spiega Guido Oitana, presidente degli allevatori di bovine da latte di Confagricoltura Piemonte. “Ciò che rileviamo – sottolinea Oitana – è che tra i prezzi all’origine e quelli al consumo esiste un notevole divario. Per quanto riguarda il mercato del latte spot, ovvero quello che non è sotto contratto, nelle ultime settimane i listini hanno fatto segnare aumenti considerevoli. Attualmente la quotazione è di circa 41 centesimi al litro, mentre il latte sotto contratto, vale a dire quello ritirato quotidianamente dai caseifici per la produzione latte fresco o di formaggi, è pagato tra i 35 e i 37 centesimi al litro (al netto dell’Iva). I bilanci 2020 delle principali industrie lattiero-casearie evidenziano un forte recupero di marginalità rispetto all’anno precedente. Gli allevatori sono stretti in una morsa: con un prodotto deperibile e uno scarso potere contrattuale finiscono per essere vittime di un mercato che penalizza in modo pesante i loro sforzi”.
Riequilibrare i rapporti all’interno della filiera agricola richiederà grande impegno. Nel frattempo – annota Confagricoltura – potrebbe essere utile, anche per dare un segnale al mercato, controllare con maggior attenzione l’etichettatura d’origine dei prodotti posti in commercio, per evitare danni a carico dei consumatori e azioni lesive del regime di leale concorrenza tra i produttori.
“Ciò che occorre rilevare – dichiara Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – è che le cause delle tensioni commerciali sulle commodities agricole non possono essere addebitate ai conduttori di seminativi. Il prezzo dei cereali, infatti, che oggi viene considerato eccessivo, ha in realtà recuperato ciò che nell’ultimo decennio gli era stato sottratto. È necessario individuare strumenti che creino i presupposti per lo sviluppo di rapporti di filiera solidi, in grado di consentire alle aziende di reggere a temporanei squilibri di mercato, evitando di passare da una crisi all’altra con il rischio di annientare intere filiere produttive”.
Un altro aspetto – ad avviso di Confagricoltura –  sul quale i consumatori possono svolgere un ruolo importante, è la giusta valorizzazione delle produzioni alimentari. “La distribuzione che offre prezzi super convenienti, scontati o sottocosto per il cibo quotidiano – dichiara Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – non rende giustizia a chi produce, trasforma, commercializza e neanche a chi consuma. Non è possibile che ci vogliano tre litri di latte per pagare una tazzina di caffè al banco. Se non ci rendiamo conto che bisogna bloccare queste mortificazioni a danno di chi produce correremo il rischio di mettere a repentaglio la nostra sicurezza alimentare, sia per quanto riguarda la salubrità dei prodotti, sia per il livello degli approvvigionamenti”.
Confagricoltura ha chiesto nei giorni scorsi un intervento della Regione Piemonte per fronteggiare questa situazione e si augura che il dialogo tra le componenti organizzate del mondo agricolo e dell’industria di trasformazione possa portare all’individuazione di un percorso virtuoso, in grado di porre le basi per una ripartenza della zootecnia piemontese.

In arrivo fondi regionali per i prodotti nelle fiere

Aperto il bando regionale a sostegno dei produttori di qualità che partecipano agli eventi negli anni 2021-2022

In arrivo dalla Regione Piemonte nuove risorse per aiutare a promuovere i prodotti piemontesi ai grandi eventi attraverso l’apertura del bando pubblicato oggi dall’Assessorato regionale all’Agricoltura e Cibo.

Con una dotazione finanziaria complessiva di1,4 milioni di euro, il bando, attivato sulla misura 3.2.1 del Programma di sviluppo rurale, sostiene le associazioni e organizzazioni di produttori piemontesi per la promozione e valorizzazione dei prodotti agroalimentari e vitivinicoli di qualità nelle fiere e manifestazioni internazionali e nazionali ritenute di rilevanza strategica.

I contributi vengono assegnati per la partecipazione alle seguenti fiere in Italia e nella Comunità europea che si svolgeranno negli anni 2021 – 2022:

Cheese Bra settembre 2021 e iniziative nazionali comparto latti ero caseario set 2021

Sana – Bologna ortofrutta set 2021

Vinitaly special edition – Verona ott 2021

ATP Finals Tennis Torino – Torino nov 2021

Golosaria 2021 – Milano e sedi minori nov 2021

Fruit Logistica – Berlino feb 2022

Wine Paris feb 2022

Biofach Vivaness – Norimberga feb 2022

Cibus – Parma mag 2022

MacFrut – Rimini e iniziative nazionali comparto ortofrutti colo set 2022

Fruit A raction Madrid ott 2022

Salone del Gusto Torino e iniziative nazionali regimi di qualità ott 2022

ATP Finals Tennis Torino – Torino nov 2022

Golosaria 2022 – Milano e sedi minori nov-22

Per la richiesta di contributi è necessario effettuare la preiscrizione entro il 30 settembre 2021, mentre il termine ultimo per la presentazione delle domande è il 2 novembre 2021. Gli interventi per i quali si presenta la domanda di contributo devono essere realizzati a partire dalla data di apertura del bando e conclusi entro il 31/12/2022.

L’assessore regionale all’Agricoltura e Cibo Protopapa sottolinea l’importanza di partecipare alle grandi manifestazione di richiamo internazionale attraverso un’azione coordinata e sinergica tra gli operatori dell’agroalimentare e del vitivinicolo per promuovere in modo efficace i prodotti di qualità del Piemonte sul mercato interno e sui mercati esteri. Gli eventi ritenuti strategici sono stati individuati sulla base delle esigenze espresse dai consorzi e dalle associazioni dei produttori.

Il bando è pubblicato sul sito della Regione Piemonte al link https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/psr-2014-2020-operazione-321-informazione-promozione-dei-prodotti-agricoli-alimentari-qualita-bando-1

Mais e soia, una giornata dimostrativa nel podere

Si terrà mercoledì 8 settembre la manifestazione dedicata ai confronti varietali e alle tecniche di coltivazione di mais e soia a Villafranca Piemonte
È prevista per mercoledì 8 settembre la giornata dimostrativa sul tema “Confronti Varietali e tecniche di coltivazione del mais, della soia e delle cover crops estive”, ospitata dalla Fondazione Podere Pignatelli presso la sede di Villafranca Piemonte, Frazione Madonna Orti 49. L’evento, organizzato con il patrocinio della Regione Piemonte e dei Comuni di Villafranca Piemonte e Vigone, costituirà un’occasione di confronto rivolto, in particolare, agli agricoltori e ai tecnici che operano nel settore maidicolo, ai rivenditori, a contoterzisti e professionisti.
Punto di riferimento e modello per l’agricoltura locale, la Fondazione Podere Pignatelli è oggi un centro di ricerca e sperimentazione di riferimento per la maiscoltura del Piemonte, grazie anche alle molteplici collaborazioni con realtà private, università, CAPAC ed enti pubblici.
La manifestazione, che si inserisce all’interno delle principali finalità dell’ente, avrà inizio alle ore 10:00 con le visite ai campi sperimentali e terminerà alle ore 17:00.
Durante la giornata è previsto un buffet, offerto dalla Fondazione Podere Pignatelli. L’intera manifestazione si svolgerà nel pieno rispetto delle norme anti COVID-19 in vigore.
Per maggiori informazioni, è possibile scrivere a info@poderepignatelli.it o chiamare lo 011.9807021.

Allevamenti bovini a rischio chiusura

Confagricoltura: diminuisce il numero degli allevamenti bovini da carne,  a rischio la filiera zootecnica piemontese

 

Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte: in 10 anni sparito un allevamento su cinque. Chiuse le stalle è praticamente impossibile riaprirle 

L’Italia importa oltre il 50% della carne bovina che consuma, ma nonostante questo gli allevamenti zootecnici sono in difficoltà. I prezzi all’origine sono stazionari o in flessione da troppo tempo e l’incremento del costo di tutte le materie prime, compresi i cereali, che negli ultimi sei mesi ha fatto registrare un aumento di circa il 50%, incide in modo pesante sui costi dell’alimentazione degli animali, costringendo gli allevatori a lavorare in perdita.
Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte, sottolinea che “se questa situazione dovesse perdurare molte stalle chiuderanno, con un danno irreparabile per quanto riguarda la qualità delle nostre produzioni, la filiera agro-zootecnica e la tutela del paesaggio”. Sono molte, infatti, le mandrie che nei periodi estivi raggiungono gli alpeggi, contribuendo a tenere vive le nostre montagne.
Anche il comparto della Razza Piemontese, che fino a qualche anno fa sembrava al riparo da crisi di mercato, fa registrare una flessione dei prezzi dei bovini maschi di circa il 25% nell’ultimo anno, fatto che spinge molti allevatori a valutare la conversione della produzione.
Nel 2010 in Piemonte c’erano 3.625 stalle di bovini da carne che allevavano 264.488 capi. A luglio di quest’anno – evidenzia Confagricoltura – il numero degli allevamenti è sceso a 2.828, con 239.821 capi bovini allevati.
“In Piemonte in un decennio si è registrata una flessione del 22% del numero degli allevamenti – dichiara Allasia – e una volta chiuse le stalle è quasi impossibile riaprirle: per costituire un allevamento valido dal punto di vista genealogico servono infatti competenza, passione e investimenti rilevanti, tutti elementi di cui i giovani non dispongono. Per questo è necessario concentrare gli sforzi per evitare che chiudano altri allevamenti”.
Confagricoltura ha chiesto all’assessore regionale all’Agricoltura Marco Protopapa la convocazione di un incontro “per individuare congiuntamente alle altre organizzazioni della filiera le iniziative da adottare per fronteggiare l’emergenza”.

 

Siccità, occorre gasolio agevolato per l’irrigazione

SICCITA’. CARENINI (CIA PIEMONTE):  INOLTRATA RICHIESTA CIA A REGIONE 

“In tutto il Piemonte è allarme siccità. Le colture, già messe a dura prova dai violenti temporali dei mesi scorsi che hanno danneggiato i raccolti e non hanno apportato benefici in termini di irrigazione, stanno patendo la totale mancanza di precipitazioni dell’ultimo mese e mezzo”. Così Gabriele Carenini, presidente di Cia Piemonte, sulla prolungata assenza di pioggia.

“I nostri agricoltori sono costretti ad effettuare costanti irrigazioni, utilizzando mezzi ed attrezzature alimentati perlopiù a gasolio. Per agevolarli e offrire loro la possibilità di continuare ad assicurare ai campi l’acqua di cui hanno bisogno – conclude Carenini -, abbiamo chiesto alla Regione un supplemento straordinario di gasolio agricolo agevolato, fondamentale per questo tipo di attività”.

Giovani agricoltori, 500 progetti da finanziare

45,6 milioni di euro per l’insediamento di giovani agricoltori. Confagricoltura Piemonte: “Favorire il patto generazionale con l’obiettivo di migliorare la redditività”

 

Con i fondi stanziati verranno finanziati oltre 500 progetti. In Piemonte i giovani under 41 rappresentano solo il 13,6% degli occupati nel settore primario, mentre gli ultra sessantacinquenni sono il 32,2% del totale

 

Si possono presentare le domande di contributo per l’insediamento di giovani agricoltori collegate a piani di miglioramento aziendale per favorire il rendimento globale e la sostenibilità .

La Regione, spiega Confagricoltura Piemonte, ha infatti attivato un bando, cofinanziato con fondi europei, per favorire l’inserimento di giovani nel settore primario, con uno stanziamento di 45,6 milioni di euro. Potranno partecipare al bando giovani agricoltori che al momento della presentazione della domanda abbiano un’età compresa tra 18 anni (compiuti) e 41 anni (non compiuti) e siano già titolari di un’azienda agricola da non più di 24 mesi.

La scadenza per la presentazione delle domande è fissata al 20 dicembre 2021.

È un provvedimento importante – dichiara il presidente di Confagricoltura Piemonte Enrico Allasia – che potrà offrire a oltre 500 giovani piemontesi l’opportunità di misurarsi imprenditorialmente insediandosi per la prima volta in agricoltura o assumendo la titolarità delle imprese di famiglia. È necessario prestare la massima attenzione alle opportunità di investimento –  aggiunge Allasia – e per questo con i nostri tecnici impegnati nelle Unioni Agricoltori del Piemonte siamo a disposizione dei giovani per fornire loro gli strumenti necessari per l’elaborazione dei progetti e la definizione dei business plan”.

Nella nostra regione (elaborazioni Confagricoltura su dati Regione Piemonte) le imprese agricole condotte da giovani di età inferiore a 41 anni sono 5.811 su un totale di 42.652.

I giovani rappresentano solo il 13,6% degli occupati nel settore primario a livello imprenditoriale, mentre gli ultra sessantacinquenni sono 13.741, pari al 32,2% del totale. Per questo – afferma Ercole Zuccaro, direttore di Confagricoltura Piemonte – è necessario favorire un patto che agevoli il ricambio tra vecchie e nuove generazioni di imprenditori agricoli. Non è facile partire da zero e inventarsi agricoltori: Confagricoltura segue le nuove imprese con un percorso di tutoraggio aziendale anche dopo il periodo di primo insediamento, formando e sostenendo i giovani imprenditori e indirizzandoli verso un’agricoltura capace di guardare al futuro nel rispetto delle tradizioni, tenendo sempre presente l’obiettivo di garantire redditività perché l’iniziativa sia economicamente sostenibile”.

Piemonte: per Confagricoltura le assicurazioni da sole non bastano più

Gelate primaverili, tempo eccessivamente umido e grandinate estive dirompenti stanno costringendo i frutticoltori piemontesi a veri e propri tour de force per controllare lo sviluppo di parassiti e fitopatie.

E’ un’annata difficile – chiarisce Michele Ponso, presidente della federazione nazionale di prodotto frutticola di Confagricolturache ci vede impegnati a tempo pieno per adottare pratiche colturali integrate per limitare al  minimo i trattamenti chimici per la difesa dei frutteti. Il cambiamento climatico in atto impatta pesantemente sulle modalità di coltivazione e le calamità che si susseguono stanno assestando duri colpi alla nostra capacità imprenditoriale. Per questo chiediamo un aiuto alle istituzioni, le quali devono presente che il comparto frutticolo in Piemonte coinvolge oltre 5.800 aziende agricole e una superficie di 13.000 ettari”.

Le gelate dell’ultima primavera, in particolare nel Saluzzese e, seppur in minor misura, negli altri areali frutticoli del Piemonte hanno ridotto drasticamente se non azzerato del tutto la produzione di albicocche, susine, kiwi e pere. Michele Ponso, di Lagnasco (Cuneo), frutticoltore che conduce un’azienda con 130 ettari di frutteti nelle province di Cuneo e Verona, dove vengono prodotti piccoli frutti (mirtilli, lamponi e kiwi berry), pesche, nettarine, susine, kiwi e mele, conosce bene i problemi.

“Le difficoltà sono molte – sottolinea Ponso – a partire dalla carenza di liquidità, indispensabile per sostenere i costi di gestione delle coltivazioni, che quest’anno non daranno frutti, in attesa del raccolto del prossimo anno. Auspichiamo un sostegno degli enti pubblici nelle garanzie da fornire al sistema bancario per prorogare le scadenze delle operazioni di credito, oltre alla definizione puntuale delle provvidenze, che oggi ancora manca, relative allo sgravio contributivo per i lavoratori autonomi e per i dipendenti delle imprese danneggiate”.

Alle difficoltà climatiche e a quelle del Covid – spiega Confagricoltura – si aggiungono i danni dell’infestazione della cimice asiatica, parassita difficile da contenere.

Confagricoltura ribadisce inoltre la necessità di una rivisitazione complessiva del decreto legislativo 102/2004, relativo al cosiddetto Fondo di solidarietà nazionale contro le calamità atmosferiche: oggi gli aiuti sono limitati, non coprono tutto il danno e vengono erogati con molto ritardo. “Servono strumenti più agili – sottolinea Enrico Allasia, presidente di Confagricoltura Piemonte – integrando la dotazione del Fondo che manifesta tutti i suoi limiti nell’offrire una compensazione adeguata rispetto alle perdite del settore primario”.

Confagricoltura chiede inoltre alla Regione e ai parlamentari del territorio di impegnarsi sulla ristrutturazione del sistema assicurativo, che con il cambiamento climatico in atto spinge le compagnie a trascurare questo ramo di rischio per la frequenza dei sinistri. “Dobbiamo garantire un miglior efficacia della difesa passiva, costituita dal sistema assicurativo, e al tempo stesso sperimentare nuove possibilità di intervento nella difesa attiva – conclude Allasia – per limitare danni che diventano sempre più importanti”.

 

Siccità, l’allarme di Coldiretti: a rischio le produzioni agricole estive

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Grande caldo e  siccità prolungata stanno impoverendo l’agricoltura in Piemonte.

La conferma giunge dal monitoraggio della Coldiretti sugli effetti dell’estate  che ha causato un miliardo di danni nelle campagne italiane favorendo il diffondersi degli insetti dannosi per le coltivazioni, come la cimice asiatica.

Nella nostra regione  i fiumi ed i torrenti hanno una portata ridotta tra il 35% ed il 65% rispetto alle medie storiche. Media che negli ultimi giorni è calata di un ulteriore 20% per mancanza di piogge. A rischio in particolare il comparto cerealicolo ed in prospettiva quello zootecnico, in difficoltà per mancanza di foraggi.

Per risparmiare l’acqua, aumentare la capacità di irrigazione e  la disponibilità di cibo per le famiglie, Coldiretti intende attivare un tavolo di lavoro su un progetto nel Recovery Plan. E’ necessario un intervento strutturale per via dei cambiamenti climatici, caratterizzati dall’alternarsi di precipitazioni violente a periodi di assenza di acqua in tutto il territorio nazionale

Agrifood talk show: #Parlaconme Speciale Carmagnola

“In occasione della 72^ edizione della Fiera Nazionale del Peperone di Carmagnola, sono in programma dal 27 agosto al 5 settembre 2021, 10 giorni di eventi gastronomici, culturali e artistici con esperienze creative e coinvolgenti per tutti i sensi e per tutte le fasce di età.

Sul grande palco di Piazza Sant’Agostino si svolgerà ogni giorno, dalle ore 17 alle ore 21 il Salotto della Fiera con un serie di appuntamenti che verranno proposti anche in live streaming sulla pagina www.facebook.com/fiera.peperone con regia e trasmissione a cura del media partner Radio Vida Network.

Simona Riccio – Agrifood & Organic Specialist e Social Media Marketing Manager – avrà l’occasione di partecipare e di condurre il talk show #Parlaconme Speciale Carmagnola che dallo scorso anno propone durante la manifestazione questo interessante spazio di approfondimento dedicato al mondo dell’Agroalimentare”

Gestione dei cinghiali: in definizione le linee guida regionali

Dopo mesi di accurato lavoro e confronti sul tema della gestione degli ungulati che hanno coinvolto anche le Province e le Prefetture dell’intero territorio regionale, l’Assessore all’Agricoltura, Cibo, Caccia e Pesca della Regione Piemonte, accompagnato dal Presidente della Commissione Agricoltura, Caccia e Pesca del Consiglio regionale e dai funzionari dell’assessorato, nei prossimi giorni si recherà a Roma presso la sede dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA), al fine di definire le linee guida atte a contrastare l’emergenza ungulati che ha messo particolarmente sotto scacco nell’ultimo anno Covid l’intero Piemonte.

L’Assessore evidenzia che il documento sarà una risposta concreta all’impegno preso in Consiglio Regionale su due ordini del giorno di maggioranza e dell’opposizione e lo sarà nei confronti dei Sindaci e soprattutto degli agricoltori della nostra regione, sperando in una totale condivisione con l’ISPRA e mettendo come priorità lo stato emergenziale in cui ci troviamo.

L’Assessore aggiunge che quanto proposto ed elaborato faciliterà la gestione dei cinghiali ed uniformerà sul territorio regionale il modo di affrontare la calamità che sta colpendo duramente il settore agricolo e la sicurezza stradale.

Il testo successivamente sarà trasmesso alle associazioni venatorie e agricole prima della definitiva approvazione della Giunta Regionale.