Districarsi nel dedalo di norme e regolamenti necessari per la realizzazione di una manifestazione non è mai semplice: oggi, ad aiutare i presidenti delle ProLoco e gli amministratori arriva il “Manuale di Buone Pratiche. Come organizzare in sicurezza eventi e manifestazioni”, realizzato da Unpli Piemonte con una commissione tecnica specializzata coordinata dal segretario generale Eleonora Norbiato ed il sostegno di ANCI Piemonte. Presentato nella mattinata di mercoledì 27 marzo a palazzo Lascaris, il Manuale sarà ufficialmente disponibile dal prossimo 6 aprile. “Una risorsa– spiega Alberto Avetta, presidente di Anci Piemonte – che non ha pretese di carattere normativo ma si rivela incredibilmente utile per le amministrazioni, soprattutto nelle piccole realtà, che propongono manifestazioni rilevanti e di pregio, fondamentali non solo perché radicate nella tradizione ma anche per la buona economia locale che suscitano. Con questo manuale – prosegue – vogliamo fornire uno strumento che aiuti l’applicazione delle norme per tutelare la sicurezza nelle manifestazioni, aggiungendo un approccio professionale a quanto già fatto in passato”. Un lavoro che ha coinvolto tecnici ed esperti, come spiega il presidente di Unpli Piemonte, Giuliano Degiovanni, che racconta come il manuale sia “una soluzione, che può essere certamente implementata, ma che mancava. All’indomani del decreto Gabrielli e delle circolari uscite in materia di sicurezza, infatti, la realtà si è fatta difficile per proloco e piccoli comuni: le regole erano facilmente applicabili nelle grandi realtà ma si traducevano, nelle piccole, in ostacoli spesso insormontabili. Insieme ai comuni e con l’aiuto di esperti e professionisti abbiamo lavorato per fornire linee guida, gettando le basi di quella che spero possa essere un’alleanza futura: una collaborazione per la salvaguardia di un bene comune”.
"Che storia lo sport" con Stefania Belmondo
Il volto sano e pulito dello sport: un momento di riconoscimento dei meriti sportivi di alcuni atleti piemontesi ma anche un’occasione per parlare delle caratteristiche personali e caratteriali che li hanno contraddistinti nel corso della loro vita agonistica
“Che storia lo sport” con Stefania Belmondo
Il volto sano e pulito dello sport: un momento di riconoscimento dei meriti sportivi di alcuni atleti piemontesi ma anche un’occasione per parlare delle caratteristiche personali e caratteriali che li hanno contraddistinti nel corso della loro vita agonistica
Passioni, temperamento, tenacia, riscatto, determinazione. “Che storia lo sport”, è la cerimonia che si è svolta questa mattina nell’aula consiliare di Palazzo Lascaris condotta dal giornalista Vittorio Oreggia. Ospite d’onore la pluricampionessa olimpica e madrina dell’evento, Stefania Belmondo. Gli sportivi presenti sono stati insigniti del titolo di Ambasciatori dello sport e del benessere per aver incarnato spirito di sacrificio, lealtà, correttezza, dedizione, tenacia, coraggio e rispetto dell’avversario: aspetti che li rendono modelli di comportamento per le giovani generazioni. Tra i tanti grandi nomi dello sport premiati, alla presenza di Tiziana Nasi presidente della Federazione Italiana Sport Invernali Paralimpici, del presidente del Coni Piemonte, Gianfranco Porqueddu: Livio Berruti, campione olimpico nei 200 metri a Roma 1960 e testimonial dello sport pulito, Bernard e Martin Dematteis, campioni della corsa in montagna, esempio di coesione e sacrificio, Emiliano Moretti, difensore del Torino Fc, un esempio di rispetto e sobrietà dentro e fuori dal campo, Carlotta Gilli, pluricampionessa paralimpica europea di nuoto,Farhan Hadafo, promessa dell’atletica paralimpica con all’attivo già un bronzo europeo, Massimo Berruti, campione di pallone elastico anni ‘70, Hamid En Naour, ragazzo marocchino, diventato poi un campione di rugby grazie anche al sostegno del papà adottivo, ed infine Gianni Stella, atleta podista torinese over 50 vincitore dell’ultima edizione della Maratona di New York nella sua categoria. Ad Andrea Chiarotti, leader dell’hockey paralimpico nazionale recentemente scomparso, e alle sue imprese sportive sono stati dedicati alcuni minuti attraverso immagini significative del suo trascorso da sportivo e da allenatore. Assente ma premiato idealmente anche Giovanni Pellielo detto “Johnny” 4 medaglie olimpiche individuali, 10 titoli mondiali, 12 titoli europei ed anche “discobolo d’oro per la morale”. “Il titolo di questa nostra iniziativa – ha sottolineato il presidente del Consiglio regionale, Nino Boeti – è straordinario perché racconta in poche parole quanto lo sport sia opportunità, fatica e possibilità di farcela senza trascurare le storie personali che spesso si celano dietro alle vittorie e alle sconfitte. Questo è il senso della giornata di oggi, trasferire ai più giovani come qualunque tipo di obiettivo, sportivo e non, vada perseguito con tenacia, determinazione e passione”. “Attraverso questa iniziativa – specifica la vicepresidente del Consiglio, con delega agli Stati generali dello sport e del benessere, Angela Motta – intendiamo premiare quegli atleti che si sono distinti certamente per meriti sportivi indiscussi ma che soprattutto hanno saputo essere interpreti, grazie anche ad un vissuto personale unico e particolare, di uno stile di vita e di valori che meritano di essere valorizzati e condivisi. In un momento in cui le cronache riportano pagine sportive di cui non andare particolarmente fieri, credo sia d’obbligo dedicare spazi e tempo alle storie che raccontano il volto sano e pulito dello sport”.
Ventagli delle montagne
In contemporanea con la mostra omonima esposta al Museo nazionale della Montagna, la Galleria Spagnuolo di Palazzo Lascaris ospita fino all’8 marzo una selezione di 40 ventagli promozionali a tema montano, insieme ad una trentina di carte da collezione, manifesti e fotografie realizzati tra metà Ottocento e gli anni ‘40 del ‘900. Tutti i materiali provengono dalla collezione del Museomontagna. Da giovedì 7 febbraio a venerdì 8 marzo la mostra “Ventagli delle montagne” è visitabile a Palazzo Lascaris dal lunedì al venerdì dalle 9 alle 17, con ingresso gratuito. Il ventaglio promozionale nasce in Europa a metà Ottocento come veicolo di promozione turistica per alberghi, luoghi termali ed eventi, come le grandi Esposizioni nazionali e internazionali. Con l’inizio del ‘900 il ventaglio diventa strumento per pubblicizzare le più svariate tipologie di servizi e prodotti: il produttore di scarpe, il droghiere, le sale da ballo e le imprese di servizi, prime fra tutte quelle di onoranze funebri che lo utilizzano come biglietto da visita. La mostra è realizzata dal Museo nazionale della Montagna in collaborazione con il Consiglio regionale del Piemonte e la Camera di Commercio di Trento ed è esposta in due sedi: il Museo della Montagna di Torino e Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte. L’esposizione sarà visitabile anche a Trento, Palazzo Roccabruna, dal 12 aprile all’11 maggio 2019 in occasione del Trento Film Festival.
Esposte a Torino anche due copie della “Quarantana” del Manzoni, illustrata da Francesco Gonin
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Fino al primo febbraio
Pittore ed incisore, fra le figure di maggior spicco dell’Ottocento artistico piemontese, Francesco Gonin (Torino, 1808 – Giaveno, 1889) raggiunse la notorietà a livello nazionale, e non solo, accettando l’invito di Alessandro Manzoni (intermediario il genero dello scrittore milanese, Massimo D’Azeglio) di illustrare l’edizione definitiva dei suoi “Promessi Sposi”, la cosiddetta “Quarantana”, ripulita sotto l’aspetto linguistico – dopo che i panni erano stati “sciacquati in Arno”– e pubblicata a dispense dal 1840 al 1842. Di quell’edizione del primo esempio in assoluto di romanzo “storico” della letteratura italiana, impreziosita e arricchita di illustrazioni a firma del torinese Gonin (che, in certo senso, sottrasse il lavoro a Francesco Hayez cui Manzoni pare avesse inizialmente pensato di affidare l’incarico), due copie originali sono esposte nella mostra a lui dedicata, insieme al fratello Enrico, anch’egli abile litografo e sensibile cultore del paesaggio romantico, negli spazi della “Galleria Spagnuolo” di Palazzo Lascaris, sede del Consiglio Regionale del Piemonte, che promuove la rassegna. “Renzo e Lucia, don Abbondio e la monaca di Monza, don Rodrigo e Perpetua, gli umili personaggi narrati dal Manzoni hanno un volto grazie a Gonin”, sottolinea a ragione Arabella
Cifani, curatrice con Franco Monetti della mostra; sono volti, figure e paesaggi (quelli del territorio lecchese, del lago e dell’alto Lario) diventati realmente indelebili nell’immaginario di un esercito infinito di lettori, icone senza tempo – e non solo letterarie – cristallizzate nella raggiera di spadine in argento fissate a fermare i capelli di Lucia, non meno che negli ampi colletti e nelle maniche a sbuffo alla moda spagnola del tempo, o nei larghi cappelli di feltro con piume di struzzo di don Rodrigo e nelle verdi reticelle che raccoglievano le chiome dei “Bravi” con i baffi arricciati e il ciuffo all’ingiù sulla fronte, per meglio nascondere il viso truffaldino. Ancora oggi è questo per noi il mondo di Lucia Mondella e Renzo Tramaglino; un mondo narrato da Gonin attraverso illustrazioni di rigorosa e realistica precisione di segno, che a Giaveno (buen retiro del pittore nei suoi ultimi
anni) sono diventati “dipinti murali” realizzati sulle case del borgo vecchio e documentati in mostra a Palazzo Lascaris attraverso pannelli e filmati ideati dall’Associazione Pics – Proprietari immobili del centro storico di Giaveno. Fra dipinti, acquerelli e disegni inediti dei fratelli Gonin, va in primis segnalato per la struggente delicatezza dell’immagine e della vicenda umana il “Ritratto di Erminia Provana del Sabbione con il figlio Luigi Casimiro” eseguito da Francesco Gonin nel 1846, un anno dopo la morte (a soli 24 anni) della nobildonna sposata al Conte di Giletta e Caselette Carlo Alberto Cays e di cui in mostra è anche esposta una treccia di capelli biondi tenuti da fiocchi di seta azzurra e riposta in una teca di cuoio che in copertina riporta un’immagine ad acquarello della giovane Erminia. Accanto, altri ritratti di membri della nobiltà piemontese (di intensa interpretazione pittorica quello del 1851 dedicato al “Conte Giuseppe Provana di Collegno” che fra il 1822 e il 1831 indossò più volte la fascia di sindaco della Città di Torino) e due grandi tele commissionate sempre nel 1851 a Francesco Gonin dal Duca di Genova e rappresentanti, in un’epica armonia di corpi armi e cavalli lanciati al galoppo, la “Battaglia di Torino” del 1706 contro gli eserciti ispano-francesi e il più pacato e sacrale “Te Deum in Duomo dopo la battaglia” e la vittoria, cui seguì per voto del Duca Amedeo II la costruzione della Basilica di Superga. In rassegna, anche documenti e filmati sugli affreschi pressoché sconosciuti ideati da Francesco per l’Eremo di Belmonte di Busca (Cuneo), mentre fra i prestiti eccellenti è di grande impatto emozionale la tela del 1844 che immortala fra suggestive trame di luce e ombra “L’eroica morte del carabiniere a cavallo Giovanni Battista Scapaccino – 1834”, proveniente dal Museo Storico dell’Arma dei Carabinieri di Roma. Ad arricchire e a completare il percorso espositivo (pur se un po’ defilate), sono infine le incisioni raffiguranti “I castelli del Piemonte” realizzate dal maggiore dei fratelli Gonin, Enrico (Torino, 1799 – Torino, 1870), apprezzato vedutista, e acquerellate in dodici esemplari (di proprietà del Consiglio Regionale) dalla pittrice di Bene Vagienna Adriana Costamagna. Nota importante: la mostra ha dato anche modo di approfondire gli studi sugli affreschi realizzati da Francesco Gonin all’interno del Palazzo della Prefettura, in piazza Castello a Torino; affreschi che sabato 19 gennaio prossimo saranno eccezionalmente visibili al pubblico.
Gianni Milani
“Omaggio a Gonin. Enrico e Francesco, artisti piemontesi dell’Ottocento”
Palazzo Lascaris – Galleria Spagnuolo, via Alfieri 15, Torino; tel. 011/57571 o www.cr.piemonte.it
Fino al primo febbraio
Orari: dal lun. al ven. 9/17
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Un convegno ricorda questa importante conquista e le sue prospettive future
Nel quarantesimo anniversario dall’approvazione della legge 833, istitutiva del servizio sanitario nazionale, un convegno nell’aula consiliare di Palazzo Lascaris, venerdì 7 dicembre alle 10.30, fa il punto sui risultati ottenuti e sulle sfide future del Ssn, soprattutto in termini di diritto alla salute e disuguaglianze ancora in atto. A portare i saluti istituzionali saranno Nino Boeti, presidente del Consiglio regionale e coordinatore per le politiche di genere e socio sanitarie della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e Province autonome, Rosetta D’Amelio, coordinatrice della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome e presidente del Consiglio regionale della Campania, Antonio Saitta, assessore regionale alla Sanità e coordinatore della Commissiona salute della Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome. Interverranno poi Giuseppe Costa, professore ordinario Dipartimento di scienze cliniche e biologiche dell’Università di Torino su Il contributo del Ssn ad una salute più uguale in Italia, Guido Giustetto, Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri con la relazione Il medico e il cittadino nel Servizio Sanitario Nazionale, Stelio Mangiameli, professore ordinario di Diritto costituzionale e direttore Issirfa-Cnr sul tema Il diritto alla salute nel multilevel governement e Nicola Magrini, segretario della Who list of essential medicines, Organizzazione mondiale della sanità, con la relazione Diritto alla salute, sistemi sanitari pubblici e sostenibilità: raccomandazioni OMS e confronti internazionali. L’incontro è promosso dal Consiglio e dalla Giunta regionali del Piemonte con il supporto tecnico del Coripe ed è patrocinato dalla Conferenza delle Regioni e delle Province autonome e dalla Conferenza dei presidenti delle Assemblee legislative delle Regioni e delle Province autonome
Italia – Africa Obiettivo Intercultura
A Palazzo Lascaris (via Alfieri 15 a Torino) il presidente del Consiglio regionale del Piemonte Nino Boeti ha inaugurato la mostra fotografica “Obiettivo Intercultura. Punti di vista, punti di incontro Africa Italia”, promossa dal Consiglio regionale e realizzata dall’associazione Panafricando. Alla presentazione hanno partecipato Jérôme Bouhi Gohuré e Liuba Forte, presidente e vicepresidente dell’Associazione Panafricando.
L’esposizione – aperta al pubblico fino al 18 maggio – si sviluppa su quattro filoni:
Arte e Cultura con fotografie di musiche, danze, sfilate ed esposizioni di artigianato etnico al Festival Panafricano, orchestra Pequeñas Huellas diretta da Esa Abrate, festa della comunità guineana a Torino, festa musicale de L’Isola di Ariel.
Fare Comunità con alcuni esempi di comunità accoglienti a Torino. Con le associazioni ASAI, ACMOS e la cooperativa L’Isola di Ariel; spazi di convivialità organizzati dal Festival Panafricano e dalla comunità guineana a Torino, Festa della Cittadinanza a San Salvario; animazioni organizzate in moschea.
Imprenditoria e lavoro con immagini del ristorante di Ibrahim a Poirino; la creperia a Torino dove lavora Jeremiah, la pescheria di Ahmed al mercato di piazza Madama.
Punti di vista e punti d’incontro con fotografie da varie parti del mondo: Casa Acmos a Torino; la comunità guineana a Torino, sguardi dall’Etiopia e dagli Stati Uniti, una famiglia italo-capoverdiana a Parigi.
L’esposizione è organizzata in collaborazione con l’associazione Stelo Onlus e grazie a sei fotografi torinesi: Federico Anzellotti, Fabio Bianco, Massimo Damiano, Simone Migliaro, Deka Mohammed, Augusto Montaruli.
Dal 24 al 27 maggio la mostra “Obiettivo Intercultura. Punti di vista, punti di incontro Africa Italia” sarà esposta al Festival Panafricano di Torino, nei locali dell’ex Carcere Le Nuove di Torino.
La notte di sabato 12 maggio – fino all’una – per la Notte Bianca della Fotografia, organizzata con Fo.To. Fotografi a Torino, Palazzo Lascaris rimarrà aperto e ospiterà spettacoli di musica e performance sulla contaminazione con le culture africane: i tamburi del Drum Theatre, il coro Le Voci di Ariel e la partecipazione di Esa Abrate, musicista e cantautore di origini africane
La mostra fa parte del percorso “Identità” di Fo.To. Fotografi a Torino, dal 3 maggio al 29 luglio 2018, organizzato dal MEF Museo Ettore Fico.
- Educare giovani e adulti a svolgere un ruolo attivo nella vita civile democratica, contribuendo alla difesa di una cultura universale dei diritti umani
I Lucani nel mondo si incontrano a Torino
Il 22 maggio ricorre la Giornata dei Lucani nel mondo, che richiama il giorno di approvazione dello Statuto regionale (22 maggio 1971). Per celebrare questo anniversario in maniera nuova e inusuale la Regione Basilicata ha scelto di venire in trasferta a Torino, in occasione del Salone Internazionale del Libro che presenta Matera 2019 quale ospite d’onore.
L’Aula di Palazzo Lascaris ha così accolto un convegno sul tema dell’emigrazione storica italiana e lucana in particolare, seguito dall’Assemblea delle associazioni dei Lucani in Italia.
“Oggi stiamo celebrando un inno all’identità, quella realtà viva che si articola fra continuità e cambiamento e che ci riporta a una realtà passata senza il ricordo della quale non si può guardare al futuro. Il progetto per Matera 2019 dimostra che gli amministratori stanno facendo un ottimo lavoro per valorizzare le peculiarità e le ricchezze della Basilicata e noi Lucani nel mondo ci candidiamo a esserne ambasciatori nel mondo. Nella gestione dell’immigrazione per tutti noi politici oggi è indispensabile relazionarci con dignità verso coloro che lasciano la loro terra, abbiamo la responsabilità di guardare aldilà della semplice gestione della logistica, con un’ottica culturale di lungo termine”, ha affermato il presidente del Consiglio regionale del Piemonte.
Il giornalista e saggista Lorenzo Del Boca è intervenuto con un’ analisi sociale sul primo grande esodo migratorio nel periodo post-unitario in Italia, mentre Pierangelo Campodonico, direttore del Mu.Ma. di Genova ha effettuato una riflessione sull’emigrazione lucana attraverso il contesto storico italiano.
Sono intervenuti anche Vincenzo Laterza, presidente della Federazione delle associazioni e circoli lucani del Piemonte, Paolo Verri, direttore della Fondazione Matera 2019, il presidente del Consiglio regionale della Basilicata e un consigliere regionale della Basilicata.
A moderare i lavori del convegno è stato Luigi Scaglione, coordinatore Centro Lucani nel mondo “Nino Calice”, che ha sottolineato come il Piemonte sia stato una terra d’accoglienza che ha saputo riconoscere le capacità di molti emigrati lucani.
ec – www.cr.piemonte.it