ARPIET E UNCEM PRONTI A LAVORARE CON IMPRESE ED ENTI LOCALI PER I NUOVI MICRO-INVASI NELLE AREE MONTANE
Arpiet e Uncem accolgono positivamente lo stanziamento della Regione, nel quadro dell’assestamento al bilancio, di 6 milioni di euro per la realizzazione di nuovi bacini idrici nelle aree montane. Invasi d’acqua che dovranno avere uso plurimo: agricolo, idroelettrico, per l’innevamento, per lo spegnimento di incendi, oltre al grande valore paesaggistico e turistico di ciascun micro-invaso. La proposta di realizzare una serie di laghetti in quota era stata fatta alla Regione da Uncem e Arpiet (Associazione piemontese delle imprese del trasporto a fune) nel 2016. Le due Associazioni di Enti locali e imprenditori avevano elaborato uno studio che fotografa le opportunità di stoccaggio idrico su tutto l’arco alpino piemontese. Ventidue micro-invasi, senza particolari impatti ambientali, dal costo contenuto, che permettono di accumulare complessivamente 650mila metri cubi d’acqua.
“Siamo soddisfatti di questo primo stanziamento di risorse – commentano Giampiero Orleoni, Presidente Arpiet, con Lido Riba e Paola Vercellotti, Presidente e Vicepresidente Uncem Piemonte – La localizzazione e i volumi delle nuove riserve idriche sono stati proposti due anni fa dai proprietari-gestori degli impianti sciistici e il costo medio dello stoccaggio è stimato in 30-35 euro per metro cubo. Ringraziamo la Giunta e il Consiglio regionale per aver accolto la nostra proposta e siamo pronti subito a lavorare con gli Assessori al Turismo e alla Montagna per definire le modalità di realizzazione, progettazione, accesso alle risorse da parte di Enti locali e imprese”.
“Lo studio elaborato dall’ingegner Francione per Arpiet e Uncem – afferma Giampiero Orleoni – dimostra due cose. In primo luogo che le aree sciabili piemontesi rappresentano una importante e fondamentale realtà̀ economica delle Terre Alte, che spesso sopravvivono allo spopolamento e alla desertificazione soltanto grazie alla presenza degli impianti funiviari. In secondo luogo che sono determinanti una serie di interventi strutturali di investimento, necessari per raggiungere delle capacità di invaso adeguate per garantire la possibilità di ricoprire con neve programmata le piste piemontesi in tempo utile”. “I micro-bacini che abbiamo censito e mappato – prosegue Orleoni – si inseriscono perfettamente nei contesti naturali e ambientali dei territori. Nessun impatto ambientale, non vogliamo certo compromettere l’ambiente. L’uso plurimo della risorsa è fondamentale. Le nostre stazioni potranno continuare a vivere, garantendo 700 posti di lavoro, 750 milioni di euro di fatturato nell’indotto e ora anche 650 mila metri cubi d’acqua in più, custodita, stoccata e rilasciata per diversi scopi. Un buon investimento per la montagna, ma anche per la pianura”.
CS