Una mostra dedicata alla “rivincita” delle supereroine, «Women of Wonder. Donne superpotenti», e un programma con 90 ospiti, tra cui Wu Ming 4, Maurizio Manzieri, David Messina, Claudia Durastanti, Franco Brambilla, Pier Luigi Gaspa.
“Loving the Alien” è in programma venerdì 17 settembre (online dalle 21 sui canali social), e sabato 18 e domenica 19 settembre dalle 11 alle 19,30 in presenza (nella sede del Mufant di piazza Riccardo Valla 5). Il tema di quest’anno è la parità di genere: dalla rappresentanza femminile nel mondo della cultura di oggi alla presenza delle donne nei fumetti, manga e serie televisive. Prendendo in prestito il titolo della canzone di David Bowie, l’evento è dedicato non solo agli alieni fantascientifici, ma anche a quelli simbolici, e a tutte le forme di alterità sulle quali è necessario portare l’attenzione.
La mostra “Women of Wonder. Donne superpotenti”
La prima supereroina è stata Wonder Woman, che quest’anno festeggia i suoi 80 anni. L’icona contemporanea del femminismo è stata creata a tavolino nel 1941 dalla DC Comics, e in particolare dallo psicologo William Moulton Marston e dal disegnatore Harry G. Peters, perché al tempo non esisteva nessuna supereroina donna. Poi sono arrivate tutte le altre, che in mostra ci raccontano la carica e la rivincita delle “donne delle meraviglie”. Ed ecco le cattive Harley Quinn, Goblin Queen e X23, la versione femminile di Wolverine degli X-Men. C’è Supergirl, inizialmente considerata la controparte femminile di Superman e poi diventata un personaggio più determinante nell’universo della DC, Black Widow, protagonista del recentissimo film della regista Cate Shortland, e ancora le “X-Women” come Mistica ed Emma Frost, fino a Spider Woman, la Donna Invisibile, e Wasp degli Avangers. Senza dimenticare Scarlett Witch e Captain Marvel, l’ultima arrivata. Una sezione speciale della mostra è dedicata alle copertine realizzate dall’illustratore Maurizio Manzieri per le principali riviste di fantascienza italiane e straniere. Manzieri, quest’anno candidato al Premio Hugo – ad oggi l’unico italiano ad essere candidato al prestigioso e più importante premio internazionale del settore – è noto per le raffigurazioni di donne fantascientifiche nelle più svariate forme: cyborg, androidi, personaggi fantasy. Maurizio Manzieri sarà anche protagonista di un incontro al festival domenica alle 18.
Women of Wonder – aperta al pubblico da sabato 18 settembre alle 11 e visitabile fino al 28 febbraio 2022, curata da Silvia Casolari e Davide Monopoli – è quindi un viaggio alla scoperta delle principali supereroine dell’immaginario fantastico tra fumetti, cinema e serie tv. In esposizione le prime edizioni di fumetti, tavole originali, toys vintage, action figures, statue in scala 1:1, merchandising da collezione. Una parte importante del percorso è la “sezione Italia”, una sorta di “mostra nella mostra” curata dal fumettista e sceneggiatore Andrea Cavaletto. Si tratta di una personale di 15 tavole originali disegnate da David Messina, fumettista, che è stato il disegnatore italiano ufficiale di Wonder Woman e Catwoman per la DC Comics statunitense, insieme ad altre 10 tavole ispirate alla supereroina di Daniele Statella, Attila Schwanz, Cristiano Sartor, Barbara Astegiano, Cristiano Spadavecchia, Toni Viceconti, Claudio Montalbano, Massimiliano Bertolotti, Federica Di Meo, Elena Chiappini. David Messina incontrerà il pubblico sabato pomeriggio alle 17,30 con una performance di live drawing.
La seconda mostra in programma dal 19 settembre alle 11 al 28 febbraio è “Simboli della trasformazione. Robot trasformabili dalla collezione Marzia Mastroianni”: un percorso espositivo dedicato al tema dei robot trasformabili di produzione giapponese. La mostra è dedicata alla celebre saga dei Transformers e delle loro evoluzioni, con una serie di pezzi di grande rarità e unicità prodotti dalle storiche case di produzione giapponesi come Takara e Tomy, fino a quelli della Hasbro.
Il festival è sostenuto dalla Città di Torino, Fondazione per la Cultura e da Compagnia di San Paolo attraverso il bando Space. Ènato nell’ambito di uno dei progetti di inclusione sociale di Torino Social Innovation e concepito in partnership con la cooperativa sociale Altra Mente di Torino. Fa parte anche quest’anno della grande festa cittadina Torino a Cielo Aperto – Festival d’Estate 2021. Rai 4 è media partner dell’evento.
Il programma del Festival
L’inaugurazione online sui canali social del museo è venerdì 17 settembre alle 21, con Yilun Fan e Mu Ming, pluripremiate scrittrici cinesi di fantascienza che si collegheranno da New York e da Chengdu. Durante l’incontro sarà presentata la mostra “Born Again. Primo Levi and the endless rebirths of Social Science Fiction“, curata dai codirettori del museo Silvia Casolari e Davide Monopoli, che la Città di Torino porterà il prossimo autunno a Chengdu, in Cina, per il festival Europe Culture Season.
Sabato 18 e domenica 19 oltre 90 ospiti si alterneranno sui due palchi in piazza Riccardo Valla per talk, interviste, presentazioni di libri, tavole rotonde, postazioni di gioco, performance. Nel parco del fantastico ci saranno 20 stand, che ospiteranno diverse realtà tra cui CS_libri, Doctor Who Italian Fan Club, Gruppo Italiano Appassionati Gundam, Libreria del Golem, Jedi Generation Show Academy, e l’associazione culturale Leiji Matsumoto.

Tra gli ospiti, Wu Ming 4 parteciperà a in un incontro sabato 18 alle 16 dedicato a Tolkien. In occasione del ventennale dall’uscita del primo film de Il Signore degli Anelli, Wu Ming 4 ci aiuterà a comprendere come la saga di J.R.R. Tolkien sia da catalogare tra i classici della letteratura contemporanea. Sabato dalle 14 è invece previsto l’incontro con Franco Forte, direttore editoriale delle collane di genere di Mondadori che presenterà “Resurrezione”, il romanzo vincitore dell’ultimo Premio Urania, con l’autrice Elena Di Fazio. Sempre da “casa Mondadori”, ospite del festival – domenica alle 15,30 – anche Franco Brambilla, principale illustratore delle copertine della rivista Urania da oltre 20 anni. Domenica alle 16 c’è Claudia Durastanti, scrittrice e traduttrice di opere del calibro di Chthulucene di Donna Haraway, condotta da Chiara D’Ippolito (redattrice de L’indice dei Libri del Mese, media partner del festival) per parlare del gender gap culturale. Alle 11,30 di sabato si affronterà lo stesso tema con Carola Messina di “Torino Città per le Donne”, Nicoletta Vallorani, scrittrice noir e di fantascienza, Tiffany Vecchietti, divulgatrice digitale e feminist influencer, e il gruppo di attiviste “Non una di Meno”. Tutta al femminile anche la tavola rotonda di sabato alle 16,30 curata dalla cooperativa sociale Altra Mente, dedicata al videogame, con le giornaliste Alessandra Contin e Fabrizia Malgieri, e la psicoterapeuta Viola Nicolucci.
Altro tema che attraversa il festival è la questione ambientale. La fantascienza è in grado di immaginare un futuro che integri le nuove tecnologie alla sostenibilità ambientale? Numerosi gli appuntamenti dedicati al modo in cui queste tematiche sono affrontate in ambito fantascientifico. A partire da Pier Luigi Gaspa (domenica alle 11), biologo e saggista esperto di fumetto, che accompagnerà il pubblico in una passeggiata “fantabotanica”. Domenica alle 14,30 è invece la volta della tavola rotonda “Ambienti urbani. Rigenerazione e clima fra realtà e fantascienza” alla quale parteciperanno, tra gli altri, Alberto Unia, assessore all’ambiente della Città di Torino e Giorgia Pagliuca, Green Content Creator. Sempre a questo proposito, attenzione particolare è riservata al Solarpunk, un genere di fantascienza contemporanea che pone al centro un futuro sostenibile con una perfetta e ideale integrazione fra tecnologie, ambiente e umanità. Uno degli appuntamenti è sabato alle 17,30 con tra gli altri Franco Ricciardiello, curatore di Atlantis, e la scrittrice Giulia Abbate.
Ospite del festival anche il Premio Calvino: Franco Pezzini – saggista ed esperto di letteratura fantastica -, curerà un incontro (domenica alle 18,45) dedicato al concorso per racconti brevi di genere fantastico realizzato di recente in partnership con il Mufant. Oltre alla questione femminile, alla parità di genere nella cultura e nel fantastico, e all’ambiente, il festival darà spazio anche al tema dell’identità di genere. Se ne parlerà domenica alle 12,30 nell’ambito della presentazione della raccolta di racconti Queer Fobia (D Editore) con i curatori del volume e con Marco Giusta, assessore alle pari opportunità della Città di Torino. Spazio anche al genere anime con Elisabetta Tosi, conosciuta su Youtube come Lilletta Ely, che parlerà della sulla passione per gli anime e l’universo “nerd” domenica 19 alle 17.
Serate cinema
Le due serate del festival sono dedicate al cinema: sabato alle 21 è prevista la proiezione di “Robolove”, regia di Maria W. Arlamovsky, a cura di TOHorror Fantastic Film Fest. Domenica sempre alle 21 c’è la première di “Futuropolis (Torino 2020)”, film di fantascienza del regista Carlo Reposo.
Il programma completo è su: www.mufant.it
Per accedere al Loving the Alien Fest è necessario esibire il Green Pass. L’ingresso al festival è gratuito, il biglietto intero per la mostra costa 10 euro (ridotto 7 euro).
Dida: le illustrazioni in allegato sono le tavole in mostra degli artisti che hanno interpretato le supereroine, insieme alla locandina e ai pezzi in esposizione
Storie dal manicomio”, firmato e prodotto da “Lab22” nella seconda serata del “Flowers Festival”. L’appuntamento, messo in scena in un luogo fortemente simbolico, è per martedì 6 luglio, a partire dalle 21. Dentro quei terribili muri di cinta, costruiti su progetto dell’inegner Luigi Fenoglio e che separavano totalmente il mondo dei “matti” dalla realtà del paese che viveva tutt’intorno, all’esterno, prende corpo una pagina orribile e disumana di storia locale e nazionale, insieme alle vite di chi – adulto o bambino – fu rinchiuso e cancellato come essere umano in quei tetri corridoi, sottoposto a crudeli terapie sperimentali e a punizioni e costrizioni vergognose, sotto l’aspetto psicologico e corporale. Il testo è stato scritto da Serena Ferrari partendo dalle inchieste dei giornalisti Alberto Papuzzi e Alberto Gaino e dal libro di Bruna Bertolo “Donne e follia in Piemonte”, ma anche dalle vite dei protagonisti del tempo, come lo spregiucato professor Giorgio Coda, vice direttore dell’Ospedale psichiatrico, processato nel 1970-1974 per “maltrattamenti” con relativa condanna a cinque anni di detenzione, al pagamento delle spese processuali e all’interdizione dalla professione medica per cinque anni. Ma la storia intreccia anche l’amore nei versi di Alda Merini e in quelli cantati da Simone Cristicchi e da Franco Battiato. Racconta quel mondo e la battaglia che nacque al suo interno e condusse, poi, nel 1978, alla promulgazione della legge n. 180 relativa agli “Accertamenti e trattamenti sanitari volontari e obbligatori”, comunemente nota come Legge Basaglia, che portò alla chiusura dei manicomi. Già l’anno precedente l’Amministrazione Comunale di Collegno aveva fatto abbattere il primo tratto del muro di cinta che circondava il Manicomio, precorrendo la coraggiosa misura legislativa che decretò il definitivo superamento degli ospedali psichiatrici, con una conseguente e rinnovata sensibilità nei confronti del disagio psichico. Serena Ferrari, insieme a Fabrizio Rizzolo, firma anche la regia di “Fuori. Storie dal manicomio” che conta su un cast numerosissimo, fatto di attori professionisti, ballerini ma anche di un’orchestra che realizza dal vivo, sul palco, tutte le musiche di accompagnamento. “Negli ultimi anni abbiamo creato degli spettacoli su temi d’impegno civile. Ne abbiamo firmato uno sulle morti bianche e sui morti della Thyssen Krupp di Torino, uno per contrastare la violenza sulle donne, uno sulla scomparsa del ragazzo collegnese Fabrizio Catalano» spiega il presidente di “Lab 22”, Claudio Ferrari. Nessuno ha però ottenuto il riscontro di “Fuori”, che ha inanellato, dalla sua prima messa in scena, 15 repliche e 15 sold out. Uno spettacolo forte, che “urla” come suggerisce la slide che viene proiettata prima dell’inizio della pièce. Al centro storie di abusi e violenze. Di speranze e di poesia. Di muri costruiti e non più abbattuti. Di esclusione del diverso. “A tratti un pugno allo stomaco, a tratti una musica che unisce amori e storie. Uno spettacolo intenso che mescola movimento e parole, ricordi e il messaggio che escludere non porta mai a nulla”.
A venticinque anni dalla morte di uno dei maggiori storici del secolo scorso, Renzo De Felice ,autore di una monumentale opera su Mussolini e sul fascismo, e’ necessaria una riflessione sul significato di una presenza fondamentale come la sua nella storiografia italiana, osteggiata da fanatismi ideologici che arrivarono allo scontro fisico e alla violenza non solo verbale. A De Felice fu impedito di far lezione e si chiese persino di cacciarlo dalla cattedra di ruolo all’Università di Roma.
C’è un punto sul quale sia pare sia calato il silenzio ed è quello della Giustizia che necessita di riforme rapide e profonde che in primis limitino lo strapotere dei magistrati, riportandoli agli ambiti fissati dalla Costituzione. I magistrati hanno gravissime responsabilità nelle disfunzioni della Giustizia al pari dei ministri che si sono susseguiti, in particolare l’ultimo.
Spriano era uno storico di un certo spessore anche se era anche un militante disciplinato, una posizione non facilmente conciliabile con la libera ricerca storica. I suoi volumi erano diretti ai militanti e non ad una ricostruzione spassionata dei fatti. In ogni caso quei volumi in occasione del centenario di fondazione del Pci sono scomparsi dal dibattito ed è un peccato perché sarebbe stato interessante un confronto tra il lavoro di Spriano e quanto e’ stato scritto dopo la sua morte avvenuta nel 1988,un anno prima della caduta del Muro di Berlino.