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La bellezza degli animali a "GiovedìScienza"

In collaborazione con il Goethe Institut. 10 Gennaio 2019, ore 17.45

TEATRO COLOSSEO TORINO

Gli uomini trovano bellissimi i colori, le livree e i canti degli animali, quasi come si trattasse di opere d’arte, dipinti e musica. L’arte è creata dagli umani per gli umani ma che dire delle meravigliose opere della natura, degli ornamenti e dei suoni degli animali? Perché e per chi esistono? Da dove nascono? Ce lo racconta il premio Nobel Christiane Nüsslein-Volhard che sarà la relatrice del quarto incontro diGiovedìScienza. Il modo in cui insetti, mosche e farfalle sviluppano i loro colori è abbastanza noto, ma nei vertebrati molte cose sono ancora oscure. In mammiferi e uccelli, i passaggi critici nello sviluppo di schemi di colore sono nascosti nel ventre della madre o nell’uovo dell’uccello. Su questi processi nei pesci di recente si sono fatti grandi progressi, e questa sarà l’occasione per scoprirli. In un appuntamento gratuito e aperto, la biologa e biochimica, pluripremiata per la scoperta dei geni che controllano lo sviluppo negli animali e nell’uomo, svelerà tutti i segreti della bellezza degli animali e dei loro ornamenti a partire dal suo ultimo studio dedicato ai ‘pattern’ di colore nei pesci.

I Quintorigo tornano a Torino con Mario Biondi

Al Teatro Colosseo – Via Madama Cristina, 71

Dopo la partecipazione al Salone del Libro lo scorso maggio, I Quintorigo tornano a Torino, questa volta sul palco del Teatro Colosseo ospiti di Mario Biondi, nell’ambito del tour partito il 3 dicembre scorso da Napoli.

Sarà la quinta delle dodici date di questo tour teatrale, in cui l’eclettico quartetto romagnolo incornicia con il suo inconfondibile sound, la splendida voce del crooner siciliano.Dopo la partecipazione a Umbria Jazz dove i Quintorigo e Mario Biondi hanno suonato assieme per la prima volta dal vivo e dopo l’uscita lo scorso 9 novembre di “I Wanna Be Free“, nuovo singolo di Mario Biondi con uno straordinario featuring dei Quintorigo, arriva il tour teatrale, qualcosa che sancisce in modo definito l’avvenuto sodalizio tra i cinque artisti.

Li seguo dagli inizi. Sono un estimatore. Il sodalizio nasce proprio da questa mia ammirazione nei loro confronti, iniziata probabilmente ai tempi del primo Sanremo“.

(Mario Biondi)

I Quintorigo, definiti dallo stesso Biondi la “punta di diamante” dell’organico musicale, uniti a Federico Malaman, Max Greco e Josh Peterson, danno vita a un nuovo capitolo live della carriera del crooner, fatto di nuove sonorità e sperimentazione.Ancora una volta i Quintorigo si mettono in gioco, dopo oltre vent’anni di una carriera costellata di soddisfazioni e successi e festeggiata quest’anno con l’uscita del doppio album “Opposites“, lavoro in cui i quattro musicisti hanno giocato con i chiaroscuri della musica del ‘900: da Duke Ellington a Monk, da Oliver Nelson a Ornette Coleman, da David Bowie alle tinte acide dei Rage Against The Machine. Un dialogo tra artisti, fatto di classici rivisitati in stile Quintorigo, più undici brani originali.

Quintorigo e Mario Biondi saranno sui palchi di:

 

Teatro Openjobmetis Varese 10 dicembre 2018Teatro Colosseo Torino 12 dicembre 2018

Obihall Firenze 13 dicembre 2018

Teatro Regio Parma 15 dicembre 2018

Auditorium Santa Chiara Trento 18 dicembre 2018

Gran Teatro Geox Padova 19 dicembre 2018

Teatro Romolo Valli Reggio Emilia 21 dicembre 2018

Europa Auditorium Bologna 22 dicembre 2018

Auditorium Parco della Musica Roma 27 dicembre 2018

 

I simboli e la mente

GiovedìScienza – Teatro Colosseo giovedì 22 febbraio 2018 – ore 17:45

Francesco d’Errico, Direttore di ricerca del Centre National de la Recerche Scientifique, Università di Bordeaux. In collaborazione con L’Ambasciata di Francia – Institut Français Italia

Ci circondano, ci fanno sognare, animano le nostre aspirazioni e ci permettono d’interpretare la realtà. Tutte le popolazioni che conosciamo sono sottomesse al diktat dei simboli: ma è sempre stato cosi? A quanto risalgono le più antiche tracce archeologiche del pensiero simbolico, in che cosa consistono, e che cosa ci dicono sui meccanismi che hanno spinto i primi produttori di simboli a prendere la strada ricca ma difficile e costosa, che ci ha portati alla complessità simbolica delle società attuali? La capacità di produrre simboli è la conseguenza diretta dell’origine della nostra specie in Africa o il risultato di un processo più lungo, che ha visto come attori altri membri, estinti, del nostro genere? Risponderà a questi e altri affascinanti quesiti sulle nostre origini il paleontologo Francesco d’Errico, direttore di ricerca presso il Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS) di Bordeaux, ospite di GiovedìScienza il 22 febbraio con “I simboli e la mente. Gli ultimi 80.000 anni della nostra storia culturale” (alle 17:45 al Teatro Colosseo, in Via Madama Cristina 71 a Torino). Autore di oltre 250 pubblicazioni scientifiche, responsabile di progetti internazionali, d’Errico – nato a Foggia ma cresciuto a Torino, dove ha condotto i suoi studi – è tra i ricercatori più citati in scienze sociali negli ultimi quattro anni ed è il ricercatore italiano più citato in scienze umane. Il suo nome è legato alla scoperta dei più antichi strumenti in osso, ornamenti e incisioni astratte in Africa e Asia, che ha rimesso in discussione l’ipotesi di un’origine europea delle culture moderne.

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Ingresso libero fino a esaurimento dei posti disponibili.

Programma completo e diretta streaming su: www.giovediscienza.it

Segreteria organizzativa tel. 011 8394913

CONTRO IL CANCRO: CHE LA FORZA DELL’ ADROTERAPIA SIA CON NOI

Nuove tecnologie per combattere i tumori  limitando i danni collaterali. Con Simona Giordanengo ed Elisa Fiorina, INFN sezione di Torino

Giocano un ruolo essenziale in medicina, in campo sia diagnostico che terapeutico. Sono le particelle, protagoniste dal 1895 – quando Roentgen scoprì i raggi X – a oggi di scoperte eccezionali, fino ad arrivare alle nuove tecnologie per combattere il cancro limitando i danni collaterali. In particolare negli ultimi anni, alla radioterapia si è affiancata l’adroterapia, che sfrutta le caratteristiche delle particelle cariche a interazione forte per ridurre il danno collaterale ai tessuti sani durante il trattamento di alcuni tipi di tumori. Nel mondo, e anche in Italia, il numero di centri che utilizzano protoni e ioni è in rapido aumento, e l’efficacia dei piani terapeutici migliora costantemente. Tutto ciò grazie a tecnologie inizialmente sviluppate per l’accelerazione e la rivelazione di particelle in esperimenti di fisica nucleare, opportunamente migliorate e adattate al contesto medico. Tra queste, la tomografia ad emissione di positroni (PET), nata per la diagnostica, consente di valutare in tempo reale la precisione nell’esecuzione delle sessioni di trattamento in adroterapia.  GiovedìScienza ha invitato a parlarne Elisa Fiorina e Simona Giordanengo, ricercatrici della sezione di Torino dell’Istituto Nazionale di Fisica, che con il loro lavoro rendono possibile lo sviluppo dei rivelatori di particelle e dei complessi algoritmi che gli permettono di funzionare. Giovedì 14 dicembre ultimo appuntamento del 2017 con “Che la forza dell’adroterapia sia con noi” , al Teatro Colosseo (alle 17:45 in Via Madama Cristina 71, Torino).

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Quaglieni: “I miei 50 anni di ricordi”

L’ANNIVERSARIO DEL CENTRO PANNUNZIO

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Di Pier Franco Quaglieni *

Nel 1966 “Il Mondo” di Pannunzio sospendeva le pubblicazioni. A Torino nel 1967 ,per volontà di Arrigo Olivetti, imprenditore di Ivrea ed editore del settimanale, si costituì l’associazione degli Amici del “Mondo” che ,alla morte di Pannunzio nel febbraio 1968, si intitolò a lui, assumendo l’attuale denominazione di Centro Pannunzio. Fra i primi soci ricordo Carlo Casalegno, l’appoggio determinante dei due direttori de “La stampa” De Benedetti e Ronchey che intervenivano spesso  ai nostri incontri. Il capo cronista Ferruccio Borio e Giorgio Calcagno  diedero  subito spazio ai nostri eventi su “La stampa”. Carla Gobetti come segno di buon augurio ci regalò una fotografia di Piero che è rimasta nella nostra  sede a fianco di una di Piero Calamandrei  donata dalla nipote. Furono, da subito, molto  presenti tra gli altri Frida Malan, Valdo Fusi, Paolo

Foto Daniele Solavaggione

Greco e tanti altri. Tra i sindaci attenti al Centro Pannunzio vanno citati  Cardetti, Magnani Noya, Zanone, Castellani, Fassino. In Regione i presidenti Oberto, Viglione ,Brizio, Ghigo. Con gli assessori regionali alla cultura Fiorini, Leo e Oliva c’è stata molta intesa e nacque anche un’amicizia personale. Con il Vice presidente del Consiglio regionale Boeti è nata soprattutto un’amicizia personale ed anche con sua moglie Bruna Bertolo si è stabilita una collaborazione proficua .Per me la simpatia umana e la stima hanno sempre avuto il sopravvento, il tornaconto non mi ha mai interessato, anzi ho cercato di evitarlo. Il Centro in pochi mesi raggiunse più di un centinaio di associati, destinati negli anni ad arrivare a mille, diffusi in tutta Italia. Giunse subito un telegramma di felicitazioni  del Presidente della Repubblica Saragat  che ci  ricevette  al Quirinale.

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Noi combattemmo da subito una ferma battaglia nell’Università contro le intolleranze della contestazione e per il rinnovamento della scuola e dell’Università. Molti docenti furono con noi. Da Franco Venturi ad Aldo Garosci, da Alessandro Passerin d’Entreves. Da Giorgio Gullini ,ad altri. Durante gli anni del terrorismo Carlo Casalegno mi disse una volta a bruciapelo: “Il Centro Pannunzio non si lascia mettere in riga”. Le sue parole furono come un viatico, specie dopo che venne

Foto Daniele Solavaggione

ammazzato dai Brigatisti, nei momenti più difficili ho pensato alle sue parole e al suo esempio. E’ stato difficile rimanere fedeli a quelle parole. Poi vennero l’amicizia con Rosario Romeo, il grande storico di Cavour, e con Giovanni Spadolini ,Leo Valiani e Marco Pannella  , per ciò che riguardava l’impegno per i diritti civili, in primis il divorzio. Jemolo fu un altro punto di riferimento : il nostro manifesto contro il finanziamento pubblico  dei partiti e la moralizzazione della vita pubblica  lo rivide lui, come l’articolo 1 dello Statuto fu ispirato da Bobbio che partecipò a tanti nostri incontri come relatore e come semplice spettatore. Tra gli eventi più importanti è da

Foto Daniele Solavaggione

ricordare  nel 1975 la mostra dei disegni di Leonardo conservati alla Biblioteca Reale di Torino, vincendo  mille resistenze burocratiche. Nel 1975 avemmo oltre 150 mila visitatori, un manifesto in giro per il mondo  in quattro lingue realizzato da Armando Testa che creò anche la famosa “testa rossa” diventato il logo del Centro.

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 Organizzammo   migliaia di eventi, realizzammo mostre storiche sul “Mondo”, sui suoi principali collaboratori, grandi convegni per gli studenti riempendo  persino il teatro Colosseo, il più  grande di Torino, per un evento su Gabriele d’Annunzio presieduto da  Giorgio Barberi Squarotti. Nel 1988 venne Indro Montanelli a commemorare Pannunzio a Palazzo Lascaris. Molto importante fu la collaborazione con il presidente Aldo Viglione. E poi i premi “ Pannunzio” dal 1982 conferiti, tra gli altri, a Spadolini, Bocca, Montanelli, Bettiza, Abbagnano, Barbara Spinelli, Galante Garrone, Ronchey, Forattini, Mila, Romano, Piero e Alberto Angela, Claudio Magris, Emma Bonino, Allegra Agnelli… Il Premio “Valdo Fusi” assegnato ,tra gli altri, a Riotta, Botto, Gramellini,ai magistrati Silvio Pieri e Mario Garavelli, Giovanni Giovannini, Tullio Regge. Non tutti i premi assegnati si rivelarono,  sulla lunga distanza, meritati. Anche molti Premi Nobel ebbero lo stesso destino… Mario Soldati che fu presidente

 Foto Daniele Solavaggione

del centro per 20 anni e lo aprì ad un pubblico più ampio, liberandolo da un certo accademismoo che lo caratterizzò durante altre presidenze. Lui, grande comunicatore, volle una svolta decisa verso il grande pubblico. E’ il periodo in cui nascono i viaggi del “Pannunzio”  in giro per Torino e l’Italia  e per il mondo: Usa, Russia, Egitto, Grecia, Romania e mille altre mete. Sempre con obiettivi culturali.Primo Levi venne a tenere una conferenza sull’intolleranza razziale che abbiamo pubblicato tante volte. Meriterebbe una riedizione soprattutto oggi.

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Foto Daniele Solavaggione

Sarebbe impossibile elencare le migliaia e migliaia di conferenzieri venuti dall’Italia e dall’estero a parlare. Ricordo il filosofo Karl Popper, uno dei tutti. Il Centro ha avuto più sedi da quella piccolissima e modesta di via Bava a quella che ci mise generosamente  a disposizione per anni Sergio Pininfarina, alla attuale dove ci siamo trasferiti nel 1988, in via Maria Vittoria, a due passi da Palazzo nuovo per mantenere i rapporti con l’Università con cui c’è stata una costante collaborazione. Non a caso, abbiamo ricordato i 50 anni nell’Aula Magna che vide nascere i primi incontri del Centro. I giovani sono stati presenti da subito. Appartenevo al gruppo originario .Eravamo studenti di lettere, di legge, scienze politiche e del Politecnico. Un gruppo che è stato determinante nei primi anni e che è rimasto un elemento di forza del Centro che riesce a parlare con i giovani anche oggi. I presidenti del Centro sono stati Arrigo Olivetti, Mario Bonfantini, francesista  e resistente, Luigi Firpo, Edoardo Ruffini, uno dei dodici professori che non giurarono al fascismo nel 1931, Mario Soldati, Alda Croce, Camillo Olivetti. Alda Croce, torinese di nascita e figlia del filosofo napoletano, presidente dal 1997 al 2003 , ha promosso soprattutto  l’attività editoriale  del Centro con la nascita degli “Annali” e la pubblicazione del “Perché non possiamo non dirci cristiani”, il saggio scritto da suo padre nel 1942 che molti citano ,ma pochi hanno letto. A giugno eleggeremo un nuovo presidente. Io stesso lascerò la direzione. Non abbandonerò le attività del Centro, ma assumerò compiti meno impegnativi. Vorrei dedicarmi  di più alla scrittura di libri programmati ,ma sempre rinviati. Molti presidenti della Repubblica hanno dedicato la loro attenzione al Centro Pannunzio. Pertini mandò un suo assegno personale di mezzo milione a sostegno del Centro, Cossiga venne ad inaugurare la mostra “Cavour nella caricatura” allestita alla biblioteca nazionale, Ciampi appoggiò tante iniziative con messaggi non formali. 

Foto Daniele Solavaggione CONCERTO DEL PIANISTA SANDRETTO PER I 50 ANNI DEL CENTRO PANNUNZIO NELL’AULA MAGNA DEL RETTORATO

Giorgio Napolitano ha scritto “Il Centro in questo lungo periodo di vita si è sempre distinto per aver perseguito  e promosso una attività di ricerca  ispirata ad un ampio  scambio di esperienze e di idee”. Ignazio Silone, poco dopo che nacque il Centro  scrisse :” Il Centro Pannunzio è una tradizione che vive ,una voce che conta, un’associazione che cresce.” Dopo cinquant’anni quello che era un augurio, malgrado le tantissime difficoltà, è diventato una realtà. 

 

*Direttore del Centro Pannunzio

E’ Morto Giorgio Barberi Squarotti

Di Pier Franco Quaglieni

E’ mancato  a Torino Giorgio Barberi Squarotti, docente universitario, critico letterario e poeta. Si era occupato di letteratura italiana moderna e contemporanea, spaziando da Manzoni a Verga, da Pascoli a Gozzano per giungere   ai principali autori di tutto il ‘900. Fu un lettore attento di Gabriele d’Annunzio ,contribuendo in maniera determinante a “sdoganare” uno dei più grandi poeti novecenteschi, condannato all’oblìo perché considerato un ispiratore di Mussolini e del fascismo.

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Tra i suoi interessi ci fu anche Machiavelli e Giordano Bruno. Il suo saggio su Camillo Sbarbaro del 1971 consacrò in modo definitivo il valore del poeta ligure. Veniva dalla scuola di Giovanni Getto, ma fu uno di quegli allievi che seppe serbare rispetto per il maestro, pur andando oltre il suo magistero. Di quella scuola torinese appare oggi il più fecondo, originale, aperto allievo che, forse, ha superato lo stesso maestro. Ricordo che nel clima buio del ’68 ,quando Getto venne contestato ed emarginato, la figura di Giorgio incominciò ad emergere in modo sicuro come un riferimento intellettuale di grande significato. Dopo la morte di Salvatore Battaglia diventò  direttore scientifico del  monumentale Grande dizionario della lingua italiana edito dalla Utet ,la più importante opera dopo il Dizionario di Niccolò Tommaso. In questa fatica si avvalse soprattutto  del lavoro diuturno e meticoloso di Loris Maria Marchetti che coordinò quel progetto. Nel 1971 creò la Biennale  di poesia ad Alessandria  con Gianluigi Beccaria, Marziano Guglielminetti e Giorgio Caproni. Era un uomo aperto al dialogo che non si irrigidì mai nell’accademismo astratto, pur mantenendo ,come è doveroso per un grande studioso, il necessario distacco critico. Negli anni in cui  spadroneggiavano i furori ideologici ed Edoardo Sanguineti ,altro allievo di Getto, si lasciò trascinare nella politica militante ed a volte faziosa, Barberi si mantenne sempre in disparte. Anche Guglielminetti si lasciò sedurre dal Pci e fece l’assessore al comune di Torino. Il nome di Giorgio rimase fuori dalla corsa di troppi intellettuali verso il Pci. Ci volle del coraggio e una notevole indipendenza di giudizio.

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Nel 1977 lo invitai-come feci tante altre volte nel corso degli anni- a parlare al Centro “Pannunzio”.
Si trattava di un incontro previsto nell’Aula Magna dell’Università di Torino e dedicato a Gabriele d’Annunzio. Il rettore  Giorgio Cavallo- che amava anche lui d’Annunzio, non foss’altro che per le sue origini abruzzesi- mi telefonò e mi disse che i contestatori avevano minacciato di occupare l’aula magna perché si parlava di un “fascista”. Risolse il problema Barberi suggerendo il tema: ”Le distanze da d’Annunzio”. Così si tenne, nell’indifferenza incolta dei potenziali disturbatori, il convegno dannunziano che ebbe grande successo di pubblico. Dieci anni dopo con l’editrice Paravia organizzai un convegno su d’Annunzio al teatro Colosseo con studenti provenienti da tutto il Piemonte. Anche in quella occasione Barberi fu,insieme ad altri studiosi di rango , fu protagonista. Più o meno in quello stesso periodo invitai Giovanni Getto ,quasi dimenticato da tutti, a tenere una lectio magistralis sui “Sepolcri” del Foscolo .Tanti vennero ad ascoltare il vecchio maestro, in primis Barberi Squarotti.
La cultura italiana ha perso un maestro, quella torinese un uomo coraggioso che seppe tutelare l’indipendenza dei suoi studi che ,ad un certo livello, sono solo cultura, anzi altissima cultura.

 

(foto Genesi Editrice)

Dalle reti neurali all’intelligenza artificiale

Dalle reti neurali artificiali all’intelligenza artificiale: è la nuova avventura che renderà le macchine capaci di prestazioni sempre più simili a quelle umane nel campo dell’apprendimento automatico, cioè nell’estrazione di informazioni anche molto complesse a partire da dati non organizzati. Riconoscere immagini e parlato, apprendere strategie in giochi complessi, ma anche analizzare dati nella medicina di precisione: sono solo alcuni esempi di come le macchine possano raggiungere prestazioni “umane”. Tuttavia, malgrado gli enormi progressi nelle applicazioni, siamo ancora lontani dal modo di apprendere degli umani e degli animali. Ma poco per volta le macchine “imparano a imparare”. Riccardo Zecchina, ordinario di Fisica teorica al Politecnico di Torino e responsabile dell’unità di Inferenza statistica e Biologia computazionale all’HuGeF, spiegherà comein un futuro non troppo lontano – i sistemi cognitivi artificiali andranno oltre quelli neurali basati sul “deep learning”, verso la “vera” intelligenza artificiale. Il prof. Zecchina, ultimo allievo di Tullio Regge, sarà ospite di GiovedìScienza giovedì 9 marzo, alle 17:45 al Teatro Colosseo (a Torino, in via Madama Cristina 71).

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ECCO COME PARLEREMO NEL 2050: CE LO SVELA L’ACCADEMIA DELLA CRUSCA

Tra nuove tecnologie, migrazioni, demografia e contaminazioni. Claudio Marazzini Presidente della celebre istituzione e professore di Storia della lingua italiana all’Università del Piemonte Orientale

marazzini-scienza

Creature vive, che ogni giorno si plasmano e rinnovano con l’evolversi di costume, letteratura, tecnologia e delle relazioni tra popoli. Sono le lingue parlate, protagoniste con la loro vitalità del primo appuntamento del nuovo anno di GiovedìScienza. Vitalità che si misura nella capacità di assorbire parole straniere, magari adattandole, e neologismi introdotti dalle innovazioni tecniche e scientifiche: ingredienti che negli ultimi anni portano a dei cambiamenti più veloci che mai.

Come parleremo quindi nel 2050? Lo scopriremo con il Presidente dell’Accademia della Crusca Claudio Marazziniprofessore di Storia della lingua italiana all’Università del Piemonte Orientale, giovedì 12 gennaio alle 17:45  al Teatro Colosseo (a Torino, in via Madama Cristina 71).

La diffusione dei nuovi mezzi di comunicazione e delle applicazioni social di Internet, i grandi flussi migratori che caratterizzeranno questo secolo, i nuovi comportamenti, le tendenze demografiche che vedono il declino numerico degli italiani e l’aumento schiacciante dei cinesi, degli indiani e delle popolazioni arabe, l’affermarsi di un basic english d’uso comune: sono tutti  elementi che stanno modificando profondamente la lingua del nostro paese. Il  prof. Marazzini spiegherà come l’obiettivo non sia conservare a tutti i costi le parole che ci hanno tramandato secoli di letteratura, ma di interpretare il nuovo corso e orientare in modo culturalmente consapevole la formazione della lingua italiana che si parlerà nei prossimi decenni.

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Il segreto della Gioconda

angela-albertoUn quadro da ammirare ma anche un viaggio nella mente e nelle emozioni di Leonardo. È la Gioconda, una porta che si spalanca su un luogo e su un’epoca indimenticabili: Firenze (ma anche Milano, Roma, Mantova, Urbino…) e il Rinascimento. Monna Lisa stessa “racconta” Leonardo, il genio che l’ha potuta pensare e realizzare, svelando i segreti delle incredibili macchine e invenzioni (un palombaro, un paracadute, un robot!). Ma che cosa sappiamo di lei? Chi è davvero questa donna misteriosa? Alberto Angela risponde a questi e altri affascinanti enigmi nel terzo appuntamento di Giovedì Scienza, giovedì 1° dicembre alle 17:45 al Teatro Colosseo (a Torino, in via Madama Cristina 71). Partendo da ogni dettaglio del quadro e ricostruendo le circostanze in cui Leonardo lo dipinse, Alberto Angela accompagna alla scoperta di nuovi retroscena: si scopre così che il volto della Gioconda non ha ciglia né sopracciglia, o che il segreto del paesaggio va ricercato nel nuovo tipo di prospettiva “aerea” ideato da Leonardo. Piccoli dettagli come il viso o il vestito dicono molto invece dell’epoca in cui il genio l’ha realizzata, mente le mani svelano approfonditi e sorprendenti studi di anatomia.

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GiovedìScienza riparte dalla “Gioia di vivere”

La scienza in diretta settimana per settimana GiovedìScienza riparte dalla “Gioia di vivere” Al via la 31a edizione dal 17 novembre al 16 marzo 2017 con Vittorino Andreoli, Alberto Angela, Alberto Bardelli, Thibault Damour, Carlo Alberto Redi, Riccardo Zecchina e un inedito Paolo Conte tra spartiti e formule matematiche

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Ha 31 anni ma non li dimostra, con le sue 700 ore di spettacolo, i 442 incontri e un pubblico che ha superato il mezzo milione. È la nuova edizione di GiovedìScienza, la storica rassegna torinese dedicata alla scienza e raccontata dal vivo dai suoi protagonisti. Dal 17 novembre al 16 marzo, 13 appuntamenti per scoprire le nuove frontiere della ricerca spaziale, dell’intelligenza artificiale o della terapia genica contro il cancro, ma anche lasciarsi incuriosire e affascinare da matematica, geometria e paleontologia.

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Alberto Angela, lo psichiatra di fama mondiale Vittorino Andreoli, il presidente dell’Associazione Europea per la ricerca sul Cancro Alberto Bardelli e Paolo Conte, sono solo alcuni degli ospiti che si alterneranno sul palco del Teatro Colosseo (a Torino, in Via Madama Cristina 71), con alcune ‘trasferte’ nelle sedi dell’Università e del Politecnico di Torino, ma come sempre con inizio alle 17:45 e ingresso gratuito. IL PROGRAMMA Si parte giovedì 17 novembre con “La gioia di vivere. Dalla fatica di vivere al ben d’essere”. Vittorino Andreoli spiegherà come – in un mondo dominato dalle strategie per essere vincenti, dal mito della bellezza e dall’insoddisfazione – il “magico potere” della gioia non sia altro che la capacità di passare dalla dimensione dell’“io” a quella del “noi”: ovvero contare sui legami affettivi, guardando in faccia il presente, senza le costruzioni di desideri difficili o impossibili che spostano sempre la gioia al futuro, senza i rimpianti che respingono nel passato.

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Il 24 novembre, in occasione del conferimento del Premio Peano dell’Associazione Subalpina Mathesis, scopriremo “Il fascino dei numeri. Storie e segreti”, con Albrecht Beutelspacher, direttore del Museo Mathematikum di Giessen (in collaborazione con il Goethe Institut Turin). Il 1° dicembre lo scrittore e divulgatore Alberto Angela svelerà invece “Il segreto della Gioconda”, lasciando che sia il quadro a “raccontare” di Leonardo: piccoli dettagli come il viso o il vestito diranno così molto dell’epoca in cui il genio l’ha realizzata, mente le mani sveleranno approfonditi e sorprendenti studi di anatomia. Matematica, geometria e musica. Se esistono delle “Buone vibrazioni tra pentagramma, forme e formule” le troveranno di sicuro il 15 dicembre Paolo Conte, avvocato e musicista, Alberto Conte (Università di Torino) e Moreno Andreatta (Vice Presidente della Society for Mathematics and Computation in Music). Con il presidente dell’Accademia della Crusca Claudio Marazzini (12 gennaio) sapremo “Come parleremo nel 2050. Tra nuove tecnologie, migrazioni, demografia e contaminazioni”, mentre Carlo Alberto Redi dell’Università di Pavia racconterà (19 gennaio) la “Storia di una cellula fantastica: scienza, cultura e natura dell’uovo”. Si parla di antropologia nella prima trasferta al Politecnico di Torino (26 gennaio) con Damiano Marchi (Università di Pisa) e “L’antenato che non ti aspettavi”, l’enigmatico Homo naledi raccontato da uno dei suoi scopritori. Si torna al Colosseo (2 febbraio) con “La fatica di cambiare idea”: Walter Quattrociocchi dell’IMT Alti Studi di Lucca spiega come si formano e si fissano le opinioni, tra internet e costellazioni di credenze. È da poco stato nominato presidente dell’European Association for Cancer Research: un riconoscimento prestigioso per Alberto Bardelli, professore di Medicina dell’Università di Torino e ricercatore dell’Istituto di Candiolo, che spiegherà “Cancro, perché? Dai geni alle nuove terapie” (9 febbraio).

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Per gli appassionati di fisica appuntamento alla Cavallerizza dell’Università di Torino (16 febbraio) con “L’enigma della gravità”, un percorso tra universi possibili e ricerche teoriche con Thibault Damour (Institut des Hautes Études Scientifiques e Académie des Sciences). Tocca invece a Dalila Burin (Dipartimento di Psicologia dell’Università di Torino) – la giovane vincitrice del Premio GiovedìScienza 2016 – spiegare (23 febbraio al Politecnico) “Il grande gioco della riabilitazione”, cioè i percorsi interattivi della realtà virtuale verso nuove pratiche terapeutiche. Due appuntamenti con il futuro, in chiusura della rassegna. Prima in viaggio nel “Deep learning”, dalle reti neurali artificiali alla vera intelligenza artificiale, con Riccardo Zecchina del Politecnico di Torino (9 marzo) e poi partenza per “L’avventura interstellare” (16 marzo alla Cavallerizza dell’Università) con Giancarlo Genta del DIMEAS Politecnico di Torino, alla scoperta delle sonde che supereranno l’impresa delle navicelle Voyager. IL PREMIO PER I GIOVANI SCIENZIATI Con la rassegna torna anche il Premio GiovedìScienza, il riconoscimento per la divulgazione scientifica rivolto ai ricercatori under 35. Giunto alla sesta edizione il Premio allarga i suoi orizzonti, guardando alle altre regioni e – con la sezione Futuro – all’opportunità di ‘fare impresa’. Per info: premio@centroscienza.it SPECIALE SCUOLE Per lo Speciale Scuole due appuntamenti su prenotazione: per le scuole secondarie di secondo grado un argomento di grande attualità “Pokémon Go: e dopo? Cosa c’è ‘oltre la vita’ del gioco location based più gettonato del 2016?” (2 febbraio) in collaborazione con il Museo Piemontese dell’Informatica, mentre per la scuola primaria Andreas Korn Müller alias “Magic Andy” con lo spettacolo dedicato alla chimica “Magic Andy: chimicamente esplosivo!” (9 marzo).

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La manifestazione è ideata e organizzata dall’Associazione CentroScienza Onlus, promossa dalla Città di Torino e dalla Regione Piemonte, con il patrocinio della Città metropolitana di Torino. Sostenuta dalla Compagnia di San Paolo. Con il contributo di: Fondazione CRT, Banca d’Alba, UniCredit Spa, Camera di commercio di Torino e Smat. L’iniziativa si svolge nell’ambito del Sistema Scienza Piemonte. GiovedìScienza è realizzato in collaborazione con Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Accademia delle Scienze di Torino e Associazione Subalpina Mathesis e Ce.Se.Di della Città metropolitana di Torino. Media Partner: TGR Leonardo, Tuttoscienze, Torinoscienza, Gravità Zero e Scienza in Rete. Partner tecnici: Teatro Colosseo e TopiX.

Programma completo su: www.giovediscienza.it