S
abato 1 e domenica 2 ottobre a Sciolze si svolge la quindicesima edizione della “Sagra della Zucca” organizzata dall’Associazione Sapori di Sciolze. L’anteprima si svolgerà sabato 1 ottobre, nel pomeriggio al Polo Educativo con la “Prova per lo sport”, possibilità per grandi e piccoli di provare diverse discipline sportive. Dalle ore 15.30 si raccolgono invece le iscrizioni per l’edizione 2016 della corsa – camminata delle zucche”. Invece alle ore 15 in piazza Europa arriveranno i gruppi storici e, alle 15.30, il Bastian Contrario e la Bella Lidia verranno presentati alla Corte Reale dei Savoia. Domenica 2 ottobre, invece, si incomincia al mattino – ore 9.30 – con l’apertura della Sagra vera e propria. Alla 10 ci sarà il saluto del sindaco Gabriella Mossetto, seguiranno l’intervento degli Sbandierato di San Damiano d’Asti e la Santa Messa nella chiesa di San Giovanni Battista. In mattinata si raccoglieranno le adesioni per il concorso “La zucca più bella, la più grande, la più strana”. Sarà presente anche una postazione degli Amici del Cuore Onlus per una giornata di prevenzione gratuita delle malattie cardiovascolari. Il momento culminante sarà nel pomeriggio con la premiazione del concorso.
Massimo Iaretti
STORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto
del sottosuolo si arriva al 2011 quando riprendono i lavori di sistemazione. Probabilmente molti residenti non erano ancora nati nel 1992. Ma si sa: non dobbiamo essere i soliti piagnoni e detrattori. Faccio un giro per appurare le lamentele di alcuni residenti .Hanno totalmente ragione. Sporcizia (i dipendenti Amiat passano raramente) escrementi di cani, erbacce, e sono passati solo tre anni .La situazione peggiora al pomeriggio con famiglie che si riversano ed anarchicamente occupano il territorio. Donne che si siedono dalle 16 alle 22 senza mai lasciare il posto. Nel mentre i loro figli hanno occupato “militarmente” l’area. Pochi gli italiani che preferiscono una onorevole ritirata. Ovviamente lasciano i fogli di giornale che sono serviti per non sporcarsi.Peccato…..ma spero che non sia l’ennesima occasione buttata . Non mi capacito, a soli 10 metri la stazione dei Vigili dovrebbe
essere da deterrente per gli incivili..Giorgio, vigile urbano in pensione mi fa notare: i vigili che escono per servizio e vanno al mercato potrebbero passare all’interno dei giardini. Con la solita domanda: perchè non avviene? Incontriamo due vigili. Mi complimento per l’assenza dei senza tetto. Risposta: non ci illudiamo, ritorneranno.Quest’anno 4 volte siamo intervenuti, magari cambiano, comunque ritornano. Siamo stufi ma ce ne facciamo una ragione cercando di arrabbiarci il meno possibile. Ammetto : non ho avuto il coraggio di fare altre domande.Tutto inutile, allora? Sicuramente con i tempi sfasati e ciò che è stato realizzato dopo un quarto di secolo, il rischio c’è. Rimane la volontà di non arrendersi non accettando.
E’ il primo passo per una collaborazione stabile nel settore aeronautico il congresso organizzato congiuntamente da Northwestern Polytechnical University-NPU e Politecnico di Torino 

FESTEGGIATA LA COMUNITA’ GALLO



D’Annunzio
LAVORI METROPOLITANA
questa chiesa lo rappresenta pienamente, a partire dalle due statue poste all’entrata che , richiamando la Fede e la Religione, mostrerebbero il luogo dove è sepolto il Sacro Graal, il calice da cui Gesù bevve durante l’ultima cena con gli apostoli. Una delle due statue, infatti, regge una coppa, che rappresenterebbe il sacro calice, mentre l’altra con lo sguardo rivolto lontano indicherebbe il cammino da seguire per ritrovarlo. Uno studio condotto dal Politecnico di Torino sostiene che lo sguardo della statua indicherebbe il Palazzo di Città dove, prendendo per buona l’inetra storia, sarebbe stato sepolto il Graal; viceversa, alcuni esoterici sostengono che la coppa da cui il figlio di Dio avrebbero bevuto, starebbe proprio lì, in quel punto esatto,collocata tra le due statue. Ovviamente, essendo un mistero, non v’è certezza alcuna. Il “cuore bianco” della città, parrebbe però localizzato tra la piazzetta Reale e i giardini, in particolare attorno alla fontana dei Tritoni. Siamo nell’area adiacente alla centralissima Piazza Castello, da cui si irradiano le principali arterie del centro storico, da via Po a via Roma, da via Garibaldi a via Pietro Micca. L’influenza positiva dei luoghi dove sono custodite preziose reliquie, prima fra tutti la Basilica Cattedrale di San Giovanni Battista, cioè il Duomo di Torino, dov’è conservata da quattro secoli la Santa Sindone, offre una garanzia alla città che si trova ad una delle estremità di entrambi i triangoli magici e, nel caso, di quello “bianco”, condividendone le sorti con Lione e Praga. Per la Sindone occorrerebbe un discorso a parte. Alcuni esoteristi sostengono che essa “racchiude in sé i quattro elementi che compongono l’Universo: Terra, Fuoco, Aria e Acqua. E’ nata dalla Terra come un fiore di lino, è stata tessuta dall’uomo, ha viaggiato attraverso l’Acqua, attraverso l’Aria, ossia il tempo, mentre il Fuoco è Cristo medesimo, è la luce, la conoscenza”. Niente e nessuno può distruggerla, a partire da quel fuoco che ne ha più volte minacciata l’integrità. Del resto è sempre in voga la leggenda secondo la quale chi possiede una reliquia del Cristo, di conseguenza, e possiede tutte, sostenendo – ad esempio, nel nostro caso – come i sotterranei della Basilica di Maria Ausiliatrice custodiscano una croce fatta con lo stesso legno di quella su cui Gesù fu crocifisso. Tornando al “cuore bianco”, nella parte recintata dei giardini reali, si trova una bianca, marmorea vasca con al centro la Fontana di Nereide e i Tritoni, più semplicemente conosciuta come “Fontana dei Tritoni”. L’opera raffigura una ninfa marina circondata, appunto, da tritoni che, nella mitologia, sono i figli del dio Poseidone. Siamo sul confine tra la città bianca e quella nera: il cancello del palazzo Reale, con le due stature dei Dioscuri, Castore e Polluce.
discorso per la piccola testa mummificata del malefico Seth, fratello e assassino di Osiride, anch’essa intrisa di energia negativa. Il più importante e antico museo egizio del mondo, dopo che quello del Cairo è stato selvaggiamente saccheggiato, offrirebbe così alla città che lo ospita un enorme campo energetico positivo. Ci si sposta un po’, nemmeno troppo distante, ed ecco un altro simbolo esoterico tra i più noti: la Fontana Angelica di Piazza Solferino, d’ispirazione massonica. Nella fontana si trovano raffigurate due figure femminili che rappresentano allegoricamente la Primavera e l’Estate e due figure maschili, l’Autunno e l’Inverno. L’Inverno volge lo sguardo verso oriente, dove sorge il sole, simbolo di energia positiva. L’acqua versata dalle otri (che rappresentano i segni zodiacali dell’Acquario e dell’Ariete) rappresenterebbe invece la conoscenza data agli uomini , con una marcata, evidente, simbologia positivista. La Torino “bianca” non esaurisce qui i suoi “luoghi d’elezione” se pensiamo che lo stesso simbolo della città, la Mole Antonelliana, non sarebbe altro che una gigantesca antenna in grado d’irradiare energia positiva sulla città dei quattro fiumi. Nell’elenco non sfigurano certamente il bassorilievo di Cristoforo Colombo, in piazza Castello 211 ( toccarne il mignolo porterebbe fortuna, alla pari del calpestare il toro sotto i portici di piazza San Carlo) e la fontana dei Dodici Mesi, al Valentino, che sorgerebbe nel punto dove si sarebbe schiantato il carro solare di Fetonte, il figlio di Apollo, sulle cui ceneri sarebbe stata fondata la città. E che dire dell’enigmatico e misterioso “quadrato magico” del Sator, composto da 25 lettere, nella forma classica a griglia di caselle a cinque per cinque, sullo stabile al civico 23 di via Gioberti? Messaggio positivo o negativo? Segno che punta sul bianco o sul nero? I più, nel dubbio, immaginano una prevalenza del bene sul male. Più evidente il ruolo dei “guardiani di porta”, che – dalle facciate di molti edifici – mostrano la lingua, proteggendoli dalle influenze negative. Comunque, un fatto è certo. Nella
ituata sul 45° parallelo, alla metà esatta dell’emisfero, Torino da sempre è accompagnata dalla sua fama di città magica, collocata al vertice del “triangolo bianco”, insieme con Lione e Praga, ma anche del “triangolo nero”, con Londra e San Francisco
di via Lessona in borgata Parella, demolita negli anni sessanta. La traduzione della scritta indicava come “Nostradamus alloggia qui, dov’è il Paradiso, l’Inferno, il Purgatorio. Io mi chiamo la Vittoria, chi mi onora avrà la gloria. Chi mi disprezza, la completa rovina”. Per vie e palazzi di Torino, nei primi decenni del secolo scorso, s’aggirava anche un misterioso autore di libri di alchimia che si faceva chiamare Fulcanelli, la cui identità non fu mai stata resa nota. All’ombra della Mole Antonelliana , nel 1903, nacque il sensitivo e veggente Gustavo Adolfo Rol, una delle figure esoteriche più discusse del novecento. Una targa, affissa al civico 31 di Via Silvio Pellico, dove visse per oltre sessant’anni, ricorda la sua straordinaria figura, nota per lo sguardo magnetico. Il baricentro dove si concentrano le energie negative a Torino si trova a Piazza Statuto. In epoca romana ospitò una grande necropoli e da sempre venne considerata un luogo in ombra, misterioso, tutt’altro che positivo. Al centro della piazza un monumento in pietra scura ricorda le vittime sul lavoro per la costruzione del primo vero tunnel sotto le Alpi ( se si escludono i 75 metri del “buco di Viso”, che separano la valle Po da quella francese del Queyras ). Il monumento, la Fontana del Frejus, è sormontato da un genio alato che porta sul capo una stella a cinque punte ma, secondo la leggenda nera, si tratterebbe di ben altro e più inquietante personaggio: Lucifero, il “portatore di luce” , l’angelo ribelle caduto in disgrazia. La sua figura, rappresentata con le mani rivolte verso il basso, indicherebbe l’accesso segreto agli Inferi. Non a caso , proprio al centro della piazza, si trova l’accesso che conduce al complesso sistema
fognario (che all’altezza di piazza Statuto ha il suo snodo principale), da cui si accederebbe ai cunicoli che condurrebbero alle già citate grotte alchemiche. Ma c’è di più: i cultori dei misteri di Torino sostengono che in città il vertice del triangolo della magia nera cada esattamente nel punto indicato da un piccolo obelisco ( la “guglia Beccarla”, eretta nel 1808) che porta sulla sommità un astrolabio, situato nell’aiuola del piccolo giardinetto che si trova di fronte al monumento del Traforo ferroviario del Frejus. Non distante da piazza Statuto, fulcro della Torino esoterica, c’è il Rondò della Forca. Lì, alla confluenza degli attuali corsi Valdocco, Principe Eugenio e Regina Margherita con via Cigna, per quasi vent’anni – dal 1835 al 1853
secolare vivevano i più temuti tra i cittadini di Torino: gli incappucciati addetti a tirare la corda del patibolo. L’ ultimo, tal Pietro Pantoni, misantropo, tutto casa e lavoro, non usciva quasi mai dalla propria abitazione e si racconta che l’ unico suo amico fosse un certo Caranca, becchino di Rivarolo. Nella vicina chiesa di Sant’Agostino, il boia, poteva contare su di un banco separato dagli altri e un certo timoroso rispetto, viceversa nella Chiesa della Misericordia, in via Barbaroux, sono conservati alcuni reperti, tra cui il registro con i nomi dei giustiziati e il cappuccio dei condannati. Pur essendo il suo “mestiere” ben pagato (un editto del 1575 stabiliva un prontuario di servizi con relativi compensi: si andava dalle 21 lire per un’ impiccagione semplice alle 36 lire in caso di squartamento cruento) tutto ciò non lo metteva al riparo da una sorta di gogna sociale e dal disprezzo dei più. Per questo, ancora oggi, passando davanti a quel portone, si può avvertire un senso di disagio e un filo d’ansia.
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Sono 17.800 gli alloggi di edilizia sociale e14 mila le domande presentate per una casa popolare, a bando dal 2012 al 31 dicembre dello scorso anno