A Sciolze la zucca è regina

SZUCCA CIBOabato 1 e domenica 2 ottobre a Sciolze si svolge la quindicesima edizione della “Sagra della Zucca” organizzata dall’Associazione Sapori di Sciolze. L’anteprima si svolgerà sabato 1 ottobre, nel pomeriggio al Polo Educativo con la “Prova per lo sport”, possibilità per grandi e piccoli di provare diverse discipline sportive. Dalle ore 15.30 si raccolgono invece le iscrizioni per l’edizione 2016 della corsa – camminata delle zucche”. Invece alle ore 15 in piazza Europa arriveranno i gruppi storici e, alle 15.30, il Bastian Contrario e la Bella Lidia verranno presentati alla Corte Reale dei Savoia. Domenica 2 ottobre, invece, si incomincia al mattino – ore 9.30 – con l’apertura della Sagra vera e propria. Alla 10 ci sarà il saluto del sindaco Gabriella Mossetto, seguiranno l’intervento degli Sbandierato di San Damiano d’Asti e la Santa Messa nella chiesa di San Giovanni Battista. In mattinata si raccoglieranno le adesioni per il concorso “La zucca più bella, la più grande, la più strana”. Sarà presente anche una postazione degli Amici del Cuore Onlus per una giornata di prevenzione gratuita delle malattie cardiovascolari. Il momento culminante sarà nel pomeriggio con la premiazione del concorso.

Massimo Iaretti

 

Giardini Saragat, emblema di ciò che si potrebbe fare ma non si fa

tosettoSTORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

Accedo da via Leoncavallo dall’ ex palazzina impiegati dello stabilimento Ceat. Mi compiaccio: non ci sono più gli uomini e donne che trovavano rifugio. Da una parte anagrafe e vigili urbani e dell’altra una comunità gestita dal Gruppo Abele.

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E comincio a gironzolare per i giardini Giuseppe Saragat. Tre anni fa il sindaco Piero Fassino inaugurava il tutto contestato dai centri sociali, ovviamente, fastidiosi ragazzotti a cui non va mai bene niente di questa società. Finalmente!!!!! Questa riqualificazione urbana è stata completata. Dal 1992 si “trascinava”. In quell’anno il Comune di Torino ha scelto l’area: si costruiranno case in edilizia economica popolare.La parte produttiva dello stabilimento viene abbattuta. nel 1995 i soci assegnatari ed acquirenti di coop ed imprese prendono possesso dei primi alloggi. Poi arriva l’Atc e una decina d’anni dopo con  Gruppo Abele e Vigili urbani, il tutto prende corpo. I giardini interni? Suvvia, un po’ di pazienza, tra fallimenti d’imprese appaltatrici e problemi legati alle bonifiche saragat1del sottosuolo si arriva al 2011 quando riprendono i lavori di sistemazione. Probabilmente molti residenti non erano ancora nati nel 1992. Ma si sa: non dobbiamo essere i soliti piagnoni e detrattori. Faccio un giro per appurare le lamentele di alcuni residenti .Hanno totalmente ragione. Sporcizia (i dipendenti Amiat passano raramente) escrementi di cani, erbacce, e sono passati solo tre anni .La situazione peggiora al pomeriggio con famiglie che si riversano ed anarchicamente occupano il territorio. Donne che si siedono dalle 16  alle 22 senza mai lasciare il posto. Nel mentre i loro figli hanno occupato “militarmente” l’area. Pochi gli italiani che preferiscono una onorevole ritirata. Ovviamente lasciano i fogli di giornale che sono serviti per non sporcarsi.Peccato…..ma spero che non sia l’ennesima occasione buttata . Non mi capacito, a soli 10 metri la stazione dei Vigili dovrebbesaragat3 essere da deterrente per gli incivili..Giorgio, vigile urbano in pensione mi fa notare:  i vigili che escono per servizio e vanno al mercato potrebbero passare all’interno dei giardini. Con la solita domanda: perchè non avviene? Incontriamo due vigili. Mi complimento per l’assenza dei senza tetto. Risposta: non ci illudiamo, ritorneranno.Quest’anno 4 volte siamo intervenuti, magari cambiano, comunque ritornano. Siamo stufi ma ce ne facciamo una ragione cercando di arrabbiarci il meno possibile. Ammetto : non ho avuto il coraggio di fare altre domande.Tutto inutile, allora? Sicuramente con i tempi sfasati e ciò che è stato realizzato dopo un quarto di secolo, il rischio c’è. Rimane la volontà di non arrendersi non accettando.

(foto: Piero Chiariglione)

MOTORI AERONAUTICI E NANOSATELLITI DEL POLITECNICO ARRIVANO IN CINA

politecnicoE’ il primo passo per una collaborazione stabile nel settore aeronautico il congresso organizzato congiuntamente da Northwestern Polytechnical University-NPU e Politecnico di Torino a Xi’an, in Cina, dal 26 al 29 settembre. Nell’ambito vasto delle sue attività nel Paese asiatico, infatti, il Politecnico ha intrapreso una collaborazione con la prestigiosa Northwestern Polytechnical University, una università statale cinese a carattere scientifico-tecnologico con una spiccata vocazione di didattica e ricerca nei settori dell’aeronautica e dell’aerospazio. La NPU è stata scelta dal governo cinese per entrare a far parte del cosiddetto Project 211, un’iniziativa governativa che ha individuate circa 100 università eccellenti nel Paese per migliorarne con ingenti investimenti la qualità della ricerca e della didattica e renderle poli strategici delle politiche governative di sviluppo.  Sarà quindi per l’Ateneo torinese un partner di primo piano per aprire una collaborazione ora accademica, ma che in futuro potrà mettere in contatto il sistema socio-economici della Cina nord-occidentale e quello piemontese, nel quale il distretto aerospaziale ha una tradizione forte e conta numerosi addetti. Il Politecnico presenterà le attività del Dipartimento di Ingegneria Meccanica e Aerospaziale in particolare con due gruppi di ricerca: il laboratorio Aer-Mec (un laboratorio sperimentale e numerico fondato nel 2004 dal prof. Muzio Gola,  dove si svolge attività di ricerca nel campo della meccanica strutturale e nella progettazione di motori e turbine) e il team studentesco Cube-Sat, che progetta e costruisce nanosatelliti universitari.

Il workshop sarà anche l’occasione per discutere la possibilità di progetti comuni diricerca e di programmi di scambio tra studenti torinesi e cinesi nell’ambito aerospaziale.

La tradizione trionfa nelle feste popolari

 

di Ivan Quattrocchio

FOLLA PER SALSASIO IN FESTA 2016
Si sono conclusi i festeggiamenti in onore della Madonna, nel borgo carmagnolese

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Si sono conclusi lunedì 19 settembre, con una grande e partecipata cena con specialità tagliatelle al tartufo, i festeggiamenti in onore della Madonna della Mercede, nel borgo Salsasio di Carmagnola.
Sono stati molti infatti, i partecipanti alla festa del borgh ed la Madòna, che ha visto durante la settimana dal 11 al 19 settembre numerossisimi eventi sia religiosi che popolari, dalle manifestazioni sportive, calciobalilla umano, pedalata, gare a bocce e calcio, alle serate gastronomiche, che hanno visto nelle serate del week end del 18 settembre, molti borghigiani e non presenti sotto il palatenda del gusto, nominato palagusto, per assaggiare le specialità piemontesi, come la trippa, gli agnolotti, senza tralasciare ovviamente il prodotto tipico di Salsasio, il peperone, che si è potuto gustare in vari modi, dal peprone con la bagna caoda alla peperonata.
Ma non solo sport e cibo hanno animato il borgo carmagnolese, si sono anche svolte infatti, serate danzanti, cabaret, concerti e il venerdì sera anche una sfilata di moda.

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Il giorno clou della festa, domenica 18 settembre, la grande festeggiata è stata la Madonna della Mercede, Patrona del Borgo. Domenica 18 in mattinata, si è svolta presso la chiesa antica del borgo, su cui si sono da poco conclusi i lavori di rifacimento del tetto, la Messa solenne e la Processione per le vie del borgo, che ha visto riversarsi in chiesa e per le strade di Salsasio, moltissime persone sia del borgo che dei paesi e borghi limitrofi, oltre alla presenza del Sindaco e di una rappresentanza dell’Amministrazione Comunale di Carmagnola.
Dopo la Messa presieduta dal Parrocco di Salsasio, Don Mario Berardo, nella processione si è ricordata anche la Beata Enrichetta Dominici, che a Salsasio è nata e il quinto anniversario della consacrazione della Chiesa nuova del borgo. La processione ha fatto anche tappa alle scuole elementari del borgo, dove si è pregato anche per tutti i bambini e i giovani. La festa religiosa della domenica si è conclusa con l’Affidamento del Borgo alla Madonna nell’Anno Santo, a cui è seguito un lungo applauso tutto dedicato a Maria.

salsasio-buffetFESTEGGIATA LA COMUNITA’ GALLO
A Salsasio l’associazione ha spento 20 candeline

CARMAGNOLA
Sabato 10 settembre a Borgo Salsasio di Carmagnola l’Associazione Giovanni Gallo che gestisce l’omonima Comunità Famiglia ha spento 20 candeline.
Era proprio nel 1996, ad un anno dalla morte del Diacono Giovanni Gallo, quando iniziò l’attività di aiuto dell’Associazione, i primi passi della comunità neo-nata si costruiscono nella casa abitativa della famiglia Gallo per poi spostarsi, un anno dopo il 23/1/97, in via Cavalli 6 in una parte dei locali della storica Casa Cavalli.
La comunità giunse poi in via Cavalli ancora “in fasce” come molti suoi piccoli ospiti e qui è cresciuta con loro. Insomma è diventata un po’ più grande e ha intrapreso un’altra impresa: l’allestimento di una nuova casa di accoglienza! Dal settembre 2010 infatti la sede della comunità è stata trasferita in via Torino 191 (sempre a Carmagnola), presso la storica Casa parrocchiale di Borgo Salsasio. La nuova struttura è accogliente e confortevole, ospita unicamente la comunità e dispone di spazi più ampi, soprattutto in esterno.
La giornata di festa del 10 settembre è stata molto partecipata e ha visto numerosi bambini (tra cui anche quelli dell’U.S.D. Salsasio), divertirsi e allo stesso tempo a gareggiare in un baby derby del Cuore. I bambini hanno poi ricevuto un pacchetto di cioccolatini in premio e la maglietta “ufficiale” del derby.

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A seguito della partita è stato offerto ai partecipanti un ricchissimo e gustosissimo buffet, preparato dai volontari dell’Associazione.
In conclusione della serata si sono esibiti in un gran concerto, i Senzanome, cover dei Nomadi, che hanno animato la serata e intrattenuto i presenti che hanno apprezzato molto sia il concerto e sia la manifestazione in generale.
Alla festa era anche presente l’Assessore allo Sport di Carmagnola, Massimiliano Pampaloni, che ha sottolineato quanto sia importante l’attività che porta avanti la Comunità Gallo e allo stesso modo ha apprezzato il fatto che gli organizzatori abbiano fatto giocare i bambini, in quanto lo sport fa bene alla salute e per questo è molto importante per i bambini.
La Presidente dell’Associazione, Amalia Panetto, dopo aver spento simbolicamente la candelina con il numero 20, sulla torta che è poi stata offerta ai presenti, ha ringraziato tutti i partecipanti e i volontari che hanno organizzato, realizzato e collaborato all’evento e ha anche aggiunto: “il nostro impegno di aiuto al prossimo continua non solo con l’accoglienza di mamme e bambini, scopo principale dell’associazione, ma anche con i pranzi che si svolgono più volte a settimana per andare incontro ai poveri e al pranzo settimanale per far incontrare gli anziani soli. – e conclcude dicendo – anche la collaborazione con gli enti del territorio e alle feste locali, serve anche per animare la comunità e far sentire a casa e rallegrare le mamme e i bambini presenti nella nostra Comunità.”
La festa si è consclusa cantando tutti assieme la famosa canzone “io Vagabondo” e con un lancio di coriandoli e stelle filanti.
Ivan Quattrocchio

CONCLUSI I FESTEGGIAMENTI AI TUNINETTI
Molta folla per le serate gastronomiche e musicali

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Successo ai Tuninetti per la festa di San Michele 2016, che ha visto moltissime persone riversarsi in piazza nei giorni dal 10 al 13 settembre per partecipare alle numerose serate gastronomiche e a quelle musicali.
Molte infatti, le persone che hanno gustato le grigliate di carne e di pesce preparate insieme a tutte le altre prelibatezze dai borghigiani dei Tuninetti.
Anche le serate danzanti di sabato, domenica e martedì hanno animato la frazione carmagnolese e hanno attirato moltissime persone sia per ballare e sia per “far festa” con musica e buon cibo.
Ma la festa dei Tuninetti non è ancora finita, infatti domenica 25 settembre alle 10 nella Chiesa dei Tuninetti si terrà la Messa e la Processione in onore di San Michele, Patrono della frazione.

 

Un concerto per aiutare il piccolo Denis

L’associazione Gli amici di Denis nasce per l’amore del piccolo DENIS bimbo affetto da una sindrome della quale non si conosce nome e causa e dalla quale l’associazione prende anche il nome: GLI AMICI DI DENIS(GAD-ONLUS). Fondatore è il Sig. FLORIO LUIGI che, insieme ad altri amici , si sta adoperando, e continua in modo costante, nel prendere tutti i contatti necessari rivolgendosi alle Istituzioni per portare a galla un problema noto ormai da tempo: l’abbandono da parte degli Enti preposti alle famiglie che lottano affannosamente, trainati da un amore sconfinato, contro le avversità che gli si presentano a causa della patologia che ha colpito i loro piccoli . La speranza è quella di poter ricevere i supporti/contributi necessari, supporti che in altri Stati vengono adoperati e che per avvalersene bisogna spendere migliaia di euro e viaggi spossanti di lunghi mesi; stiamo parlando di alcune terapie che danno sollievo ai bambini ed alleviano le pene dei genitori, vedendo in loro un briciolo di miglioramento,che su bambini come Denis vuol dire molto! In Italia sono molte le associazioni che difendono i diritti dei bambini cerebrolesi e quelli delle loro Famiglie; per quanto ci riguarda volgiamo solamente aggiungere delle voci a quel coro, sperando che un giorno quello che ci prefiggiamo diventi realtà.

denis-2 L’intero RICAVATO del CONCERTO “ART A TAULA” con John Walter e Andrea Braido del 24 SETTEMBRE 2016 andrà devoluto a Denis PER ACQUISTARE LA PEDANA SOLLEVATRICE PER AUTO www.gliamicididenis.org
l’ingresso sarà ad offerta libera, ci sarà un punto ristoro tante cose buone da mangiare preparate dall’ Osteria la douja di Collegno e poi tante sorprese .. Non potete mancare e una serata di grande solidarie

Lavori in corso: la mappa dei cantieri in città

La Polizia Municipale comunica la mappa dei cantieri in città

 

cantiere castello

LAVORI
– lavori di costruzione parcheggio sotterraneo piazza Carlina
– per alcuni mesi per lavori di completamento cavalcaferrovia corso Romania/Falchera chiusura tratto che passa sotto l’autostrada Torino/Milano; si tratta del collegamento viario tra Falchera nei pressi della Stazione Stura e stada Cebrosa di Settimo Torinese intitolata a Tazio Nuvolari
– lavori di riqualificazione su piazza Baldissera
– sino a sabato 8 ottobre chiusura al traffico della corsia di collegamento tra le due carreggiate di corso Galileo Ferraris,  nel tratto di viale compreso tra  via Cernaia e via Promis. Si evidenzia che la corsia è una piccola bretella di collegamento tra le due carreggiate ma, per tutta la durata dei lavori, per i veicoli provenienti da ovest in via Cernaia non sarà  possibile svoltare a sinistra  in corso Siccardi, consigliato corso Palestro in alternativa, così come i mezzi provenienti da corso Siccardi non potranno svoltare a sinistra in via Cernaia. Questo potrà provocare un considerevole rallentamento del traffico)
+ dalle ore7 alle ore 21 chiusura via Brissogne da via Ozieri a via Bionaz per montaggio gru

LAVORI GTT
– sino al 30 settembre lavori in corso Tassoni ang. corso Appio Claudio e in via Madama Cristina ang. via Valperga Caluso
– sino al 7 ottobre lavori in corso Tassoni ang. via Cibrario

LAVORI IREN
– sino al 30 settembre lavori in via Candiolo, via Olivero, corso Re Umberto, via Marocchetti, via Cellini, via Canova, via Pollenzo, via Principessa Clotilde, piazza Campanella, corso Francia 212, via Buenos Aires, via Vassalli Eandi, via Medardo Rosso
– sino al 30 settembre lavori in via Cherasco 10, corso Caio Plinio 54
– sino al 7 ottobre lavori in via Tripoli 85
– sino al 7 ottobre lavori in via Peyron, via Re, via Arduino
– sino all’8 ottobre lavori teleriscaldamento in via Paconotti, via Cappellina, corso Regina Margherita da via Industria, via Timavo, via Sagra di San Michele, corso Regina Margherita 308, via Spano, via Rey, corso Francia 225, via Clemente, via Digione, corso Peschiera con chiusura controviale sud tra via Spalato e in corso Ferrucci controviale ovest tra corso Peschiera e via cantieriD’Annunzio
– sino al 10 ottobre lavori in via Pio VII 104
– sino al 12 ottobre lavori in via Pio VI 61
– sino al 14 ottobre lavori in via Monfalcone, via Rieti, via Vandalino
– sino al 14 ottobre lavori in piazza Villari
– sino al 15 ottobre lavori in corso Regina Margherita 239
– sino al 15 ottobre in via Bainsizza
– sino al 21 ottobre lavori in via Germonio 27

LAVORI IRETI
– sino al 30 settembre lavori in via Valgioie, via Salbertrand, corso Moncalieri 271, via Cravero, via Saorgio 16, via O.Vigliani
– sino al 30 settembre lavori in corso Unione Sovietica 585, strada Comunale Pecetto 132, strada Comunale di Val San Martino 26, via Gastaldi, via dei Colli, via Valeggio, via Mottalciata, via Rivalta 28, via Martiniana, via Viterbo, corso Toscana 26, via Ventimiglia int. 16,
– sino al 7 ottobre lavori in via Asinari di Bernezzo, via Mogadiscio, via Gaglianico, via Spano int. 14, via Montevideo, via Monginevro, via Sostegno
– sino al 7 ottobre lavori in via Asinari di Bernezzo, via Mogadiscio, via Gaglianico, via Spano, via Montevideo, via Monginevro, via Sostegno
– dal 3 al 7 ottobre lavori in corso Agnelli controviale tra corso Traiano e via Pernati
– sino al 12 ottobre lavori in strada val Pattonera con regolazione traffico alternato con semaforo, in strada San Vito Revigliasco 70
– sino al 14 ottobre lavori in via Filadelfia e in corso Agnelli
– sino al 14 ottobre lavori in via Breglio, corso Toscana, corso Francia 170, piazzetta Jona, via Thonon, va Bizzozero, strada comunale Pecetto
– sino al 14 ottobre lavori in via Breglio, corso Toscana, corso Francia 170, piazzetta Jona, via Thonon, via Bizzozero, strada Comunale Pecetto
– sino al 21 ottobre lavori in via Vibò
– sino al 21 ottobre lavori in piazza della Vittoria, via Fornelli
– dal 3 ottobre all’11 novembre in via Tunisi e in via Spano

LAVORI ITALGAS
– sino al 13 ottobre lavori in via Coppino, via Mosca, via Palli, via Sospello
– sino al 20 ottobre lavori in via Sineo 10
– sino al 28 ottobre lavori in via Marsigli
– sino al 31 ottobre lavori in via Sommacampagna 5
– sino al 31 ottobre lavori in via Ornavasso 17
– sino al 1° novembre lavori in corso Casale 375, in via Avogadro, via Maria Ausiliatrice 7
– sino all’11 novembre lavori in corso Novara, via Regaldi,
– sino al 15 novembre lavori in via Pola, via Felice Romani 15
– sino al 23 novembre lavori in via Vallarsa
– sino al 23 novembre lavori in via Desana 9
– sino al 25 novembre lavori in largo Giulio Cesare 100
– sino al 26 novembre lavori in corso Casale 71
– sino al 30 novembre lavori in via delle Pervinche 37
– sino al 2 dicembre lavori in via Valprato 23
– sino al 3 dicembre lavori in via Roppolo 11
– sino al 30 dicembre lavori in via Coppino, via Roccavione, via Campiglia
– sino al 30 dicembre lavori in via Cardinal Massaia, via Ghiberti, via Sospello, via Madonna di Campagna, via Coppino 116 int.

LAVORI LL.PP. CITTA’ DI TORINO
– in piazza Bengasi, via Genova, via Nizza… lavori di costruzione delle nuove stazioni della metropolitana
– sino al 30 settembre lavori in via Kerbaker
– sino al 28 febbraio lavori in corso Galileo Ferraris tra corso Matteotti e via De Sonnaz

cantieri torino strade lavoriLAVORI METROPOLITANA
– sino a Natale, circa, nell’ambito della realizzazione della tratta “Lingotto-Bengasi” della linea 1 della Metropolitana estensione delle aree di cantiere su via Nizza, dal numero civico 371 al numero civico 373. L’ampliamento del cantiere è necessario per permettere lo svolgimento delle attività per la
realizzazione del limitrofo pozzo di ventilazione. Sarà comunque garantito l’accesso ai passi carrai ed il passaggio pedonale sul
marciapiede

LAVORI SMAT
– sino al 30 settembre lavori in piazza Pasini, ponte Sassi, lungo Po Antonelli ang. corso Belgio
– sino al 30 settembre lavori in via Vanchiglia tra i civici 34 e 44, in via Parma tra i civici 29 e 31, in via Pergolesi tra i civici 86 e 89 e tra i civici 91 e 93, in via Galliari1
– sino al 30 settembre lavori in strada Cascinette, in corso Giulio Cesare vicino strada Cascinette, corso Romania
– sino al 30 settembre lavori in via Sant’Ambrogio
– sino al 7 ottobre lavori in via Beinasco
– sino al 29 ottobre lavori in via San Francesco d’Assisi, strada comunale Mongreno, via Bionaz, via Brissogne, via De Maistre, via Castellino

La Torino “bianca” della magia, tra la Gran Madre e il cancello di Palazzo Reale

“Poi prese il calice e, dopo aver reso grazie, lo diede loro, dicendo: “Bevetene tutti, perché questo è il mio sangue dell’alleanza, versato per molti, in remissione dei peccati.” (Matteo 26:27-28)

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Ai piedi della collina torinese, in borgo Po,  a poca distanza dal fiume e proprio davanti alla piazza Vittorio Veneto, sorge la  neoclassica chiesa  della Gran Madre di Dio. Sulla sua scalinata, quando scende la sera e – in autunno, con le foglie ad ingiallire i viali – sale quella nebbiolina che ovatta ogni cosa, si fa più acuta la sensazione di trovarsi in uno dei luoghi magici di Torino. Una percezione d’arcano, di soprannaturale che, a poco a poco, diventa quasi palpabile. Commissionata nel 1814 dal Consiglio dei Decurioni, nei fatti l’antenato del moderno consiglio comunale, allo scopo di celebrare il ritorno di Vittorio Emanuele I di Savoia dopo la sconfitta di Napoleone, la chiesa porta sul frontone l’epigrafe latina “Ordo Populusque Taurinus Ob Adventum Regis”, ovvero “la nobiltà e il popolo di Torino per il ritorno del re”. Se c’è un luogo che, tra i tanti di Torino, richiama la “magia bianca”, madre-dragoquesta chiesa lo rappresenta pienamente, a partire dalle due statue poste all’entrata che , richiamando la Fede e la Religione, mostrerebbero il luogo dove è sepolto il Sacro Graal, il calice da cui Gesù bevve durante l’ultima cena con gli apostoli. Una delle due statue, infatti, regge una coppa, che rappresenterebbe il sacro calice, mentre l’altra con lo sguardo rivolto lontano indicherebbe il cammino da seguire per ritrovarlo. Uno studio condotto dal Politecnico di Torino sostiene che lo sguardo della statua indicherebbe il Palazzo di Città dove, prendendo per buona l’inetra storia, sarebbe stato sepolto il Graal; viceversa, alcuni esoterici sostengono che la coppa da cui il figlio di Dio avrebbero bevuto, starebbe proprio lì, in quel punto esatto,collocata tra le due statue. Ovviamente, essendo un mistero, non v’è certezza alcuna. Il “cuore bianco” della città, parrebbe però localizzato tra la piazzetta Reale e i giardini, in particolare attorno alla fontana dei Tritoni. Siamo nell’area adiacente alla centralissima Piazza Castello, da cui si irradiano le principali arterie del centro storico, da via Po a via Roma,  da via Garibaldi a via Pietro Micca. L’influenza positiva dei luoghi dove sono custodite preziose reliquie, prima fra tutti la Basilica Cattedrale di San Giovanni Battista, cioè il Duomo di Torino, dov’è conservata da quattro secoli la Santa Sindone, offre una garanzia alla città che si trova ad una delle estremità di entrambi i triangoli magici e, nel caso, di quello “bianco”, condividendone le sorti con Lione e Praga. Per la Sindone occorrerebbe un discorso a  parte. Alcuni esoteristi sostengono che essa “racchiude in sé i quattro elementi che compongono l’Universo: Terra, Fuoco, Aria e Acqua. E’ nata dalla Terra come un fiore di lino, è stata tessuta dall’uomo, ha viaggiato attraverso l’Acqua, attraverso l’Aria, ossia il tempo, mentre il Fuoco è Cristo medesimo, è la luce, la conoscenza”. Niente e nessuno può distruggerla, a partire da quel fuoco che ne ha più volte minacciata l’integrità. Del resto è sempre in voga la leggenda secondo la quale chi possiede una reliquia del Cristo, di conseguenza, e possiede tutte, sostenendo – ad esempio, nel nostro caso – come i sotterranei della Basilica di Maria Ausiliatrice custodiscano una croce fatta con lo stesso legno di quella su cui Gesù fu crocifisso. Tornando al “cuore bianco”, nella parte recintata dei giardini reali, si trova una bianca, marmorea vasca con al centro la Fontana di Nereide e i Tritoni, più semplicemente conosciuta come “Fontana dei Tritoni”. L’opera raffigura una ninfa marina circondata, appunto, da tritoni che, nella mitologia, sono i figli del dio Poseidone. Siamo sul confine tra la città bianca e quella nera: il cancello del palazzo Reale, con le due stature dei Dioscuri, Castore e Polluce.

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E’ qui che si trova l’immaginaria linea di demarcazione tra la Torino sacra e  quella diabolica,  tra la zona est da quella ovest, tra la parte della luce dalla quella delle tenebre. Per restare nei dintorni di piazza Castello, ci sono altri tre motivi che accrescono l’energia positiva e magica di Torino: il Museo Egizio, la fontana di piazza Solferino e le grotte alchemiche che si troverebbero sotto Palazzo Madama, dove si dice che i Savoia proteggessero chi, usando al pietra filosofale, praticasse antica arte che si proponeva la trasformazione dei metalli in oro, come Cagliostro e Nostradamus. Il Museo Egizio di via Accademia delle Scienze, ospiterebbe invece dei reperti in grado di sprigionare “una carica positiva di grande forza”. Tra questi si segnerebbero quelli che riguardano e raffigurano il faraone Thutmosi III, maestro nelle discipline esoteriche che regnava in Egitto proprio quando la città di Augusta Taurinorum venne fondata. Oggetti dotati di energia positiva e benefica, dunque, necessari a contrastare la nefasta presenza di tutto ciò che riguarderebbe Tutankhamon, il faraone bambino (di cui è esposto un solo reperto, la celebre scultura, proveniente da Tebe, che lo rappresenta al fianco del dio Amon, mentre altri giacciono nei sotterranei del museo). Stesso madre-2discorso per la piccola testa mummificata del malefico Seth, fratello e assassino di Osiride, anch’essa intrisa di energia negativa. Il più importante e antico museo egizio del mondo, dopo che quello del Cairo è stato selvaggiamente saccheggiato,  offrirebbe così alla città che lo ospita un enorme campo energetico positivo. Ci si sposta un po’, nemmeno troppo distante, ed ecco un altro simbolo esoterico tra i più noti: la Fontana Angelica di Piazza Solferino, d’ispirazione massonica. Nella fontana si trovano raffigurate due figure femminili che rappresentano allegoricamente la Primavera e l’Estate e due figure maschili, l’Autunno e l’Inverno. L’Inverno volge lo sguardo verso oriente, dove sorge il sole, simbolo di energia positiva. L’acqua versata dalle otri (che rappresentano i segni zodiacali dell’Acquario e dell’Ariete) rappresenterebbe invece la conoscenza data agli uomini , con una marcata, evidente, simbologia positivista. La Torino “bianca” non esaurisce qui i suoi “luoghi d’elezione” se pensiamo che lo stesso simbolo della città, la Mole Antonelliana, non sarebbe altro che una gigantesca antenna in grado d’irradiare energia positiva sulla città dei quattro fiumi. Nell’elenco non sfigurano certamente il bassorilievo di Cristoforo Colombo, in piazza Castello 211 ( toccarne il mignolo porterebbe fortuna, alla pari del calpestare il toro sotto i portici di piazza San Carlo) e la fontana dei Dodici Mesi, al Valentino, che sorgerebbe nel punto dove si sarebbe schiantato il carro solare di Fetonte, il figlio di Apollo, sulle cui ceneri sarebbe stata fondata la città. E che dire dell’enigmatico e misterioso “quadrato magico” del Sator, composto da 25 lettere, nella forma classica a griglia di caselle a cinque per cinque, sullo stabile al civico 23 di via Gioberti? Messaggio positivo o negativo? Segno che punta sul bianco o sul nero? I più, nel dubbio, immaginano una prevalenza del bene sul male. Più evidente il ruolo dei “guardiani di porta”, che – dalle facciate di molti edifici – mostrano la lingua, proteggendoli dalle influenze negative. Comunque, un fatto è certo. Nella sulfurea Torino, dove si aggirava il solitario Domingo, maestro di trucchi e diastuzie, creato dalla penna di Giovanni Arpino, non mancano certo i misteri.

Marco Travaglini

Il “triangolo nero” da Piazza Statuto al Rondò della Forca

Sto nostradamusituata sul 45° parallelo, alla metà esatta  dell’emisfero, Torino da sempre è accompagnata dalla sua fama di città magica, collocata al vertice del “triangolo bianco”, insieme con Lione e Praga, ma anche del  “triangolo nero”, con Londra e San Francisco. Nel bel mezzo di un importante nodo energetico, tra due fiumi, la “femminea” Dora e il “maschio” Po, la città ancor prima di diventare il centro di potere della dinastia sabauda, aveva saldi e diffusi legami con le pratiche esoteriche. Non a caso Torino divenne meta dei viaggi dell’ alchimista e astrologo svizzero Paracelso e di Giuseppe Balsamo, il famoso Conte di Cagliostro che, condannato dalla chiesa cattolica come eretico dedito alla magia,  morì rinchiuso nella fortezza di San Leo, sull’appennino tosco-romagnolo. Lo stesso vale per il misterioso alchimista e avventuriero francese noto come il Conte di Saint-Germain, un “maestro Asceso”, ossia una di quelle persone che dopo una o più esperienze terrene, realizzata in sé la fusione tra materia e spirito, ottenevano – a loro dire –  un “corpo di gloria” non più soggetto alle leggi di gravità e di morte. A metà del 1500 anche il più famoso dei medici, astrologi e veggenti, Michel de Nostredame ovvero Nostradamus, raggiunse Torino per far visita a Margherita di Valois e al duca Emanuele Filiberto di Savoia, con il compito di aiutare i due nobili ad avere un figlio. Gli esoteristi, però, sostengono che a muovere i suoi interessi fossero piuttosto le misteriose  tre grotte alchemiche che si celerebbero  nelle viscere dell’altra Torino, quell’ universo parallelo di gallerie, cripte, cunicoli che ne contraddistingue il sottosuolo. Secondo alcuni, una traccia concreta della permanenza torinese del famoso estensore di profezie consisterebbe in una  marmorea lapide, scritta in francese, un tempo collocata  sull’androne della cascina Domus Morozzo, appartenente alla omonima famiglia risiedente presso la villa Vittoria to frejusdi via Lessona in borgata Parella, demolita negli anni sessanta. La traduzione della scritta  indicava come “Nostradamus alloggia qui, dov’è il Paradiso, l’Inferno, il Purgatorio. Io mi chiamo la Vittoria, chi mi onora avrà la gloria. Chi mi disprezza, la completa rovina”. Per vie e palazzi di Torino, nei primi decenni del secolo scorso,  s’aggirava anche un misterioso autore di libri di alchimia che si faceva chiamare Fulcanelli,  la cui identità non fu mai stata resa nota. All’ombra della Mole Antonelliana , nel 1903, nacque il sensitivo e veggente Gustavo Adolfo Rol, una delle figure esoteriche più discusse del novecento. Una targa, affissa al civico 31 di Via Silvio Pellico, dove visse per oltre sessant’anni, ricorda la sua straordinaria figura, nota per lo sguardo magnetico. Il baricentro dove si concentrano le energie negative a Torino si trova a Piazza Statuto. In epoca romana ospitò una grande necropoli e da sempre venne considerata un luogo in ombra, misterioso, tutt’altro che positivo. Al centro della piazza un monumento in pietra scura ricorda le vittime sul lavoro per la costruzione del primo vero tunnel sotto le Alpi ( se si escludono  i 75 metri del “buco di Viso”, che separano la valle Po da quella francese del Queyras ). Il monumento, la Fontana del Frejus, è sormontato da un genio alato che porta sul capo una stella a cinque punte ma, secondo la leggenda nera, si tratterebbe di ben altro e più inquietante personaggio: Lucifero, il “portatore di luce” , l’angelo ribelle caduto in disgrazia. La sua figura, rappresentata con le mani rivolte verso il basso, indicherebbe l’accesso segreto agli Inferi. Non a caso , proprio al centro della piazza, si trova  l’accesso che conduce al complesso sistema to rondo cafassofognario (che all’altezza di piazza Statuto ha il suo snodo principale), da cui si accederebbe ai cunicoli che condurrebbero alle già citate grotte alchemiche. Ma c’è di più: i cultori dei misteri di Torino sostengono che in città il vertice del triangolo della magia nera cada esattamente nel punto indicato da un piccolo obelisco  ( la “guglia Beccarla”, eretta nel 1808) che porta sulla sommità un astrolabio, situato nell’aiuola del piccolo giardinetto che si trova di fronte al monumento del Traforo ferroviario del Frejus. Non  distante da piazza Statuto, fulcro della Torino esoterica, c’è il Rondò della Forca. Lì, alla confluenza degli attuali corsi Valdocco, Principe Eugenio e Regina Margherita con via Cigna, per quasi vent’anni – dal 1835 al 1853  venne innalzata la forca per le esecuzioni capitali per mano del boia. Illuogo, a quel tempo in aperta campagna, venne scelto per la sua vicinanza alla prigione che si trovava in quella che oggi è via Corte d’Appello. In precedenza le impiccagioni venivano effettuate sulle rive del Po, della Dora per poi essere inscenate in Piazza delle Erbe (l’attuale Palazzo di Città) e nella Piazza Reale (oggi Piazza San Carlo). Solo negli anni dell’occupazione francese la forca fu sostituita dalla ghigliottina  ( la “beatissima”) e le teste rotolarono sotto la sua mannaia in Piazza Carlo Emanuele II detta anche Piazza Carlina, in quegli anni chiamata “Place de la Liberté”. Tutto ciò non fece che aumentare la “sulfurea” reputazione della zona occidentale della città, la più tenebrosa, tanto che lo stesso nome del Corso Valdocco deriverebbe dal toponomastico di latina memoria “Vallis Occisorum”, la “valle degli uccisi”. Alla congiunzione tra corso Principe Eugenio e corso Valdocco, all’inizio degli anni sessanta, è stato inaugurato un monumento dedicato a San Giuseppe Cafasso, conosciuto come il “prete della forca”, per la sua opera di assistenza spirituale ai carcerati e ai condannati a morte. I cadaveri dei condannati venivano poi sepolti in San Pietro in Vincoli, nel cimitero dei giustiziati. Per non farsi mancare un brivido in più, al numero due di via Bonelli, nel quadrilatero torinese – tra via delle Orfane e via Sant’Agostino – ecco la “casa del boia”. E’ lì che, quando la via portava il nome di Contrada Pusterla e in seguito via dei Fornelletti, per tradizioneto boia bonelli secolare vivevano i più temuti tra i cittadini di Torino: gli incappucciati  addetti a tirare la corda del patibolo. L’ ultimo, tal Pietro Pantoni, misantropo, tutto casa e lavoro, non usciva quasi mai dalla propria abitazione  e  si racconta che l’ unico suo amico fosse un certo Caranca, becchino di Rivarolo. Nella vicina chiesa di Sant’Agostino, il boia, poteva contare su di un banco separato dagli altri e un certo timoroso rispetto, viceversa nella Chiesa della Misericordia, in via Barbaroux, sono conservati alcuni reperti, tra cui il registro con i nomi dei giustiziati e il cappuccio dei condannati. Pur essendo il suo “mestiere” ben pagato (un editto del 1575 stabiliva un prontuario di servizi con relativi compensi: si andava dalle 21 lire per un’ impiccagione semplice alle 36 lire in caso di squartamento cruento)  tutto ciò non lo metteva al riparo da una sorta di gogna sociale e dal disprezzo dei più. Per questo, ancora oggi, passando davanti a quel portone, si può avvertire un senso di disagio e un filo d’ansia.

Marco Travaglini

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I mestieri tra tradizione e futuro

 

di Paolo Pietro Biancone *

 

Cosa fa l’ornista, l’intrecciatore di paglia? E’ un lavoro ancora richiesto? Come si impara il mestiere?

GC ARTIGIANO 2

In un territorio come l’Italia, in cui prevalgono piccole e medie imprese con alta specializzazione artigiana, che porta il made in Italy a essere riconosciuto a livello mondiale per qualità e perfezione, i mestieri registrano una crisi di vocazioni. Secondo l’ultimo studio “Costruire il futuro sulle trame del passato” su www.isr-ms.it, il 50% degli imprenditori è autodidatta e ha appreso il mestiere sul campo, il 37% è invece figlio d’arte e ha, quindi, appreso il mestiere nell’azienda di famiglia. Solo il 4%, quindi una parte veramente minima del campione, si è formata in un percorso scolastico. Tanto è il divario tra scuola e impresa: è un punto di debolezza strutturale. Gli antichi mestieri, i mestieri della tradizione, possono essere una possibile strada per dare risposte al tema occupazionale ed un volano per i giovani costretti a scappare dal nostro paese perché senza alternative. Tradizione, creatività, abilità tecnica, capacità imprenditoriale: sono queste le doti dei “maestri artigiani” che non possiamo permetterci di perdere anche alla luce del sempre meno scontato ricambio generazionale che ha interessato, negli ultimi cinque anni, il 12% delle imprese (il 4% in quelle gestite dagli under 50). C’è poi un altro fattore non trascurabile: nei prossimi il 17% delle imprese (20% nelle over 50) dovrà affrontare la successione: il 63% passerà il testimone all’interno della famiglia ma quasi 4 imprese su 10 non hanno ancora pianificato il loro futuro con il rischio concreto di smarrire altre tradizioni, saperi e manualità uniche. A preoccupare è inoltre un altro dato: il 19% degli imprenditori con più di 50 anni ha intenzione di chiudere l’attività nei prossimi anni. Le rilevazioni Istat confermano questa tendenza:   su I.Stat, all’interno dell’argomento “Lavoro” sono sempre aggiornate stime preliminari del tasso di posti vacanti nelle imprese dell’industria e dei servizi: si tratta del rapporto percentuale fra numero di posti vacanti e somma di posti vacanti e posizioni lavorative occupate.. Nel secondo trimestre 2016, il tasso di posti vacanti destagionalizzato nel complesso delle attività economiche considerate è pari allo 0,5%, in calo di 0,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Il tasso decresce di 0,1 punti percentuali sia

Jeweler using a blowtorch while he works on a ring

nell’industria sia nei servizi, dove raggiunge rispettivamente lo 0,5% e lo 0,6%. I posti vacanti misurano le ricerche di personale che alla data di riferimento (l’ultimo giorno del trimestre) sono già iniziate e non ancora concluse. Sono, infatti, quei posti di lavoro retribuiti che siano nuovi o già esistenti, purché liberi o in procinto di diventarlo, per i quali il datore di lavoro cerchi attivamente un candidato adatto al di fuori dell’impresa interessata e sia disposto a fare sforzi supplementari per trovarlo. Usato assieme ad altri indicatori, il tasso di posti vacanti può fornire informazioni utili ad interpretare la congiuntura. I posti vacanti, infatti, possono dare segnali anticipatori sull’andamento del numero di posizioni lavorative occupate nel prossimo futuro. E il segnale punta sulla ricerca di artigiani e abili nei mestieri: sarti, marmisti, falegnami, idraulico, esperti enologi e altri professionisti nel settore agricolo e vitivinicolo, ma anche meccanico da rally. La necessità è duplice: fornire professionalità alle aziende e al territorio, orientare e formare i giovani per imparare i mestieri. La Città dei Mestieri opera nel torinese con l’obiettivo di rispondere a iniziative di promozione e orientamento: obiettivo del Polo è sperimentare il contatto con realtà virtuose del mercato del lavoro e favorire l’osservazione e la scoperta di opportunità che attivano le persone nella realizzazione del proprio percorso. Occorre così rispondere alla necessità crescente di supportare i giovani nella costruzione e realizzazione autonoma di un proprio progetto personale formativo e professionale, promuovendo l’incremento di opzioni di scelta professionale. Non solo, è importante nell’auto-esplorazione di abilità, attitudini e conoscenze, favorendo l’incremento di possibilità di esercizio delle proprie risorse in vari contesti professionali. L’orientamento e il supporto non può prescindere da una formazione e sostegno alle famiglie e agli insegnanti nella delicata azione di accompagnamento alle scelte dei bambini e dei giovani.

* Professore Ordinario di Economia Aziendale dell’Università di Torino

Coordinatore del Corso di Dottorato in Business & Management

Abitare a Torino: aumentano gli alloggi sociali, diminuscono gli sfratti. Lieve calo degli affitti

casaSono 17.800 gli alloggi di edilizia sociale e14 mila le domande presentate per una casa popolare, a bando dal 2012 al 31 dicembre dello scorso anno. Di queste 12.688 sono  valide, un migliaio per l’emergenza abitativa, con un calo del 10%. Crescono del 28% gli alloggi sociali assegnati, a quota 567, e del 17% le domande per i fondi sostegno alla locazione: hanno superato le 7 mila, 125 famiglie  hanno avuto accesso al fondo ‘salva sfratti’ per la morosità incolpevole. E’ quanto registra il XII Rapporto dell’Osservatorio sulla condizione abitativa della Città di Torino 2015 presentato in IV Commissione a Palazzo Civico. Torino conta 500.851 unità abitative e 252 mila famiglie.  Il 56% del totale, abita in alloggio di proprietà. Nel 2015 sono stati registrati 43.258 atti di affitto nel mercato privato e un calo del 13% degli sfratti (4.095), di questi il 97% per morosità. In un anno i canoni medi di locazione di due camere e cucina sono calati di 10 euro, dai 491 a 481 euro,fino a 402 euro nei quartieri più periferici.

(foto: il Torinese)