A Cavagnolo le ragioni del Sì e del No

Icavagnolo-comunel Gruppo consiliare Unione Cavagnolese organizza una serie di incntri nei locali pubblici di Cavagnolo per approfondire, con i cittadini, le ragioni del Si e del No al referendum costituzionale che si svolgerà il 4 dicembre prossimo. Sabato 19 novmbre, alle ore 18 al Bar Destino, si confrontano per il SI Paolo Cugini, sindaco di Gassino, e per il No, Claudio Giacometti, consigliere comunale di Brusasco. Venerdì 25 novembre, alle ore 21, invece, l’incontro al Bar Leon d’Oro le parti del SI saranno tenute da Mercedes Bresso, europarlamentare, già presidente della Regione Piemonte, mentre quello del NO da Andrea Fluttero, past sindaco di Chivasso. A fare da moderatore in entrambi gli incontri ci sarà il sindaco di Cavagnolo, Mario Corsato.

Massimo Iaretti

 

L’arte africana alla Casa Museo del Conte Verde di Rivoli

Bruno Albertino, con Anna Alberghina collezionista e studioso di arte africana, ci parla di questo mondo misterioso e affascinante

 

Come già scriveva un secolo fa (nel 1915) lo storico dell’arte Carl Einstein, ancora oggi è valida l’osservazione secondo cui “a nessuna arte l’uomo europeo s’accosta con altrettanta diffidenza come all’arte africana. La sua prima reazione è di negare che si tratti d’arte.

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Tale distanza e i pregiudizi che ne derivano rendono difficile ogni giudizio estetico, anzi lo rendono impossibile, in quanto un tale giudizio presuppone in primo luogo un processo di avvicinamento”. E’ proprio grazie al collezionismo se, soprattutto in questi ultimi decenni, a partire dalle antiche sculture, si sono creati degli oggetti rivestiti di un nuovo significato. Una strada, quello del collezionismo appunto, provato e autentico, portatore di profonda quanto significativa conoscenza, percorsa sino a oggi da Bruno Albertino e Anna Alberghina, medici entrambi e viaggiatori, genuinamente appassionati, legato lui in principale modo alla scultura dell’antico continente, alla ricerca lei, attraverso il mezzo fotografico, di fissare ambienti e volti, costumi e tradizioni che siano in grado di consolidare una cultura che per   molti versi non già si stia spegnendo ma vada poco a poco perdendo quella genuinità che dovrebbe essere al contrario la propria maggiore essenza e intimità. Conoscenza e passione che ancora una volta, tra viaggi e volumi editi, tra esposizioni e conferenze, li portano a proporre, da domani 19 novembre fino al 29 gennaio nelle sale della Casa Museo del Conte Verde a Rivoli, con il patrocinio e l’organizzazione della città e dell’Associazione Culturale “Arte per voi”, l’offerta dei loro più preziosi “reperti” nella mostra che ha per titolo “Africa, dove vive lo spirito dell’arte”.

afri-2Dottor Albertino, come è nata in voi la passione che ha portato allo sviluppo della vostra importante collezione di sculture africane?

Con mia moglie Anna, da circa trent’anni compio viaggi attraverso l’Africa, andando dall’Angola al Sudan alla Costa d’Avorio, dal Mozambico alla Nabibia al Ghana, dal Mali al Burkina Faso al Togo. Se spostiamo per un attimo l’attenzione dal solo continente africano, credo che abbiamo toccato complessivamente una sessantina di paesi nel mondo. Una delle nostre prime acquisizioni avvenne proprio in Mali, sulla falesia di Bandiagara, suggestiva roccia sedimentaria che si estende da sud verso nordest per circa 200 km e che termina con il picco dell’Hombori Tondo, il più alto del paese. Proprio lì abbiamo trovato una piccola statuetta Dogon, che conserviamo con affetto.

La statuetta Dogon ha segnato l’inizio ma non soltanto i viaggi vi hanno permesso di raccogliere questo prezioso materiale.

Diciamo che il 30% della collezione è il frutto delle acquisizioni fatte sul terreno da collezionisti e mercanti africani o europei abitanti in Africa, con cui abbiamo costruito un rapporto di rispetto e collaborazione, il restante lo abbiamo ritrovato in altre collezioni europee, come in aste o gallerie d’arte in Italia, Francia, Belgio e Stati Uniti. Ne è nata una raccolta di oggetti d’uso, terrecotte, maschere, figure, bronzi, oggetti dal grande senso plastico riconducibili al vasto panorama di tutto quanto ha incuriosito i primi viaggiatori e esploratori e poi influenzato artisti e avanguardie artistiche del primo Novecento. Potremmo parlare del Cubismo o del Fauvismo, potremmo citare, per il grande interesse all’Art nègre, Matisse, Emil Nolde, André Derain e ancora Picasso che venne folgorato dall’arte dei Grebo e dei Mahongwe vista al Trocadero di Parigi. Una collezione eclettica la nostra, sia per tipologia (essenzialmente maschere, statue e oggetti d’uso) delle sculture che per riferimento territoriale, per cui andiamo dall’Africa sub-sahariana a quella occidentale e centro-equatoriale.

Qual è il significato intrinseco di un oggetto d’arte africana?

Gli artisti del primo Novecento si limitarono ad una analisi plastica delle sculture, traendone grande ispirazione. Tuttavia, è necessario ricordare che, nell’oggetto africano, la funzione è essenziale, è la ragione prima del suo esistere. Si tratta di oggetti, maschere e feticci, figure di maternità e di afri-bimboantenati, carichi di potenza soprannaturale, strumenti di culto, simulacri del divino in grado di proteggere chi li possiede da influssi maligni, in grado di assicurare l’ordine sociale e la giustizia. Addentrandoci con gli anni nella ricerca, abbiamo sempre cercato di approfondire la storia dell’oggetto, sia per quanto riguarda il suo significato rituale che il suo percorso. In Africa non esiste l’arte per l’arte, la pura componente estetica, vi è una stretta, forte connessione tra forma, funzione pragmatica degli oggetti, uso rituale, politico e sociale, è ben viva quella componente magico-religiosa dentro la quale l’artista è il semplice esecutore votato all’anonimato e non certo il creatore da ricordare e celebrare.

Che cosa è cambiato, in questi ultimi anni, nel continente africano per quanto riguarda la realtà artistica che voi più seguite?

I nostri studi, i viaggi che compiamo, gli scambi che da sempre sviluppiamo con altri appassionati e studiosi ci dicono la necessità di testimoniare di un’Africa che lentamente si dilegua, travolta dal vortice della globalizzazione, dall’economia di mercato, dalle religioni importate e dal neocolonialismo economico. Abbiamo visto negli anni affievolirsi lo spirito vitale dei popoli, il nyama che animava riti e tradizioni ancestrali. Nella cultura e nella vita di quei popoli in troppo rapida trasformazione vi sono ferite sempre più aperte. Le maschere d’Africa rappresentano il cuore pulsante del continente, sono spiriti che parlano e che evocano la forza interiore degli antenati. Maschere, volti, sculture che parlano per raccontarci l’esistenza di uomini e donne nella quotidianaafri-asie fatica di vivere.

Oltre all’oggetto, potrebbe essere definita la figura dell’artista africano?

Come dicevamo, l’artista africano è per lo più anonimo se non in rare eccezioni. La storia è tramandata oralmente, con notizie spesso incerte e frammentarie, che l’epoca coloniale non ha certo contribuito a tramandare. Ma in quelle rare eccezioni trovano posto grandi maestri, capolavori che primeggiano su opere poco più che artigianali. Solo negli ultimi anni sono stati approfonditi gli studi sulle attribuzioni ad opera di importanti studiosi come Ezio Bassani, individuando molti grandi autori come il Maestro di Buli, il Maestro di Bouaflé, il Maestro delle capigliature a cascata e altri ancora. Inoltre si presenta il problema della datazione, che per gli oggetti in nostro possesso varia dalla fine dell’800 alla prima metà del ‘900, ad eccezione delle antiche terrecotte della cultura di Nok, stimabile in Nigeria tra il sesto e il terzo secolo avanti Cristo.

Quali sono le sensazioni, i sentimenti che riportate dai vostri viaggi?

Ci colpiscono di volta in volta, ad ogni singola occasione, le esperienze vissute sul campo, la difesa delle tradizioni, il piacere di aggiungere una tappa in più, imbatterci in percorsi sino a quel momento non ancora affrontati; senza dimenticare l’accoglienza che vediamo sempre migliore nei luoghi meno turistici. Negli altri, quelli sempre più percorsi da chi s’affida quasi esclusivamente alla curiosità, ti accorgi di vivere il ruolo del turista, hai un filtro storico che si forma in modo inevitabile tra noi e il nativo.

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Se lei dovesse spiegare il fascino dell’arte africana a chi visiterà la mostra, che cosa direbbe?

L’ingresso al Metropolitan Museum of Art di New York e al Pavillon des Sessions del Louvre parigino nel 2000 ha segnato la definitiva consacrazione dell’arte africana nel mondo occidentale. Direi che essa è caratterizzata da visione plastica e percezione immediata dello spazio, in particolare la maschera è l’estasi immobile del volto, una fissità che esprime una estrema e pura espressione liberata da ogni contestualizzazione e condizionamento. E’ proprio tra ricerca di adeguatezza tra trascendente e realtà concreta che prendono vita e si concretizzano le sculture africane. Si sono attribuiti valori artistici a seconda delle epoche e dei gruppi di collezionisti, dal classicismo all’astratto, dalle raffinate maschere ritratto delle popolazioni Baoulé e Dan della Costa d’Avorio alle maschere cubiste dei Sogye e a quelle straordinariamente astratte dei Tèké, rintracciabili entrambe nel Congo. Si mescolano naturalismo e astrattismo, patine di colori minerali e vegetali naturali opposte a patine lucide, volti umani abbinati a figure zoomorfe. Piani diversi di lettura e di esecuzione, soprattutto la sovrapposizione di fattori estetici e magico-religiosi, da questo nasce nel collezionista e nello studioso di ieri e di oggi la passione per l’arte e per le maschere d’Africa.

Elio Rabbione

Immagini, dall’alto:

Villaggio Gabbra, Kenia, foto di Anna Alberghina

Maschera Galoa, Gabon, coll. Albertino-Alberghina

Bimbo Karimojong, Uganda, foto di Anna Alberghina

Figura Asie Uso Baoulé, Costa d’Avorio, coll. Albertino-Alberghina

Bruno Albertino e Anna Alberghina qui nello Zimbabwe, in uno dei loro tanti viaggi

Confagricoltura, un’annata difficile: “Troppa burocrazia, la Regione deve fare di più”

agricolturaE’ stata un’annata difficile per i settori agricoli di cerealicoltura, zootecnia da latte e apicoltura, invece  ottima per uva da vino e frutta. La fotografia è di Confagricoltura che chiede alle istituzioni e in particolare  alla Regione Piemonte di fare di più per  dare la spinta giusta al comparto. Secondo il presidente dell’associazione torinese Paolo Dentis c’è carenza di  politiche in grado di stimolare la crescita e serve una pianificazione lungimirante. “Sono irrisolti i problemi della burocrazia, del proliferare della fauna selvatica  i giovani faticano a inserirsi”, sostiene. E aggiunge che il “Piano di sviluppo rurale ha creato larga insoddisfazione tra gli agricoltori, in gran parte esclusi dai finanziamenti erogati dall’Europa a favore di un’agricoltura moderna e attenta all’ambiente, come è stato dimostrato dalla massiccia partecipazione alla manifestazione di Confagricoltura Piemonte”. Le imprese agricole nella nostra regione sono 54.960 rispetto alle 55.097 dello stesso periodo dell’anno scorso e delle 54.748 di fine 2015. I giovani agricoltori sono il 5,9%.

AUTOCROCETTA PER L’ARTE: OPERE DI MARCO CALVETTO E ALESSIA PERETTO E DESIGN GALANTHOME  

Dal 29 novembre 2016, la Galleria allestita nel nuovo Showroom di Autocrocetta in Via Moncenisio 8 a Moncalieri, ospita una mostra permanente di arte contemporanea e design che vede protagoniste le opere Marco Calvetto e Alessia Peretto accanto agli arredi Design firmati Galanthome

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L’iniziativa – spiega l’Amministratore Delegato di Autocrocetta Paolo Bolleroè il risultato di un nuovo progetto espressamente dedicato all’incontro tra gli artisti, il design, la produttività e il collezionismo. L’obiettivo sta nel tracciare un ponte tra realtà diverse che insieme possono migliorarsi reciprocamente, aprire varchi di pensiero, creare sinergie e opportunità di sviluppo economico e culturale”.

 

A rappresentare l’avvio del Progetto Autocrocetta per l’Arte, concepito per tracciare un ponte tra Arti Visive/Design e Lifestyle, sono il binomio Marco Calvetto e Alessia Peretto – due artisti di rilevante interesse che insieme hanno sviluppato una ricerca del tutto personale e al contempo ascrivibile alle tendenze più avanzate nel campo del linguaggi espressivi odierni – e gli Arredi Galanthome, un marchio giovane nato con l’intento di rinnovare il panorama dei complementi d’arredo prendendo spunto dalla tradizione all’abbigliamento maschile inglese come base per innovare e dar vita ad una collezione di mobili “su misura”. Diversi nello stile personale, ma accomunati dalla sperimentazione e dalla condivisione dei contenuti, i lavori di Marco Calvetto e Alessia Peretto prendono i vita dalla confluenza delle reciproche esperienze: rispettivamente dall’interesse di Marco Calvetto per l’arte coniugata all’aspetto scientifico delle tecnologie, che lo ha portato a scoprire, negli Stati Uniti e in Inghilterra, le possibilità speciali di resine poi rielaborate e trasposte nella sua pittura, e dal rigore perfezionista di Alessia Peretto, artista che al brillante talento unisce l’eccellenza della padronanza esecutiva interdisciplinare. Due percorsi paralleli, che incrociandosi hanno dato origine a una produzione realizzata lavorando fianco a fianco nello stesso atelier, autentica officina artistica da dove nascono opere innovative e al contempo idealmente collegate alla continuità dei maestri antichi: minuziosa applicazione tecnica, studio dettagliato dei soggetti trattati e processi di lavorazione lenti e meticolosi, a cui si aggiunge una percentuale di imprevedibilità dovuta alle caratteristiche delle materie usate, che in fase di assestamento, anche per influenza degli eventi atmosferici, producono esiti sempre diversi e unici. Cicli dedicati ad auto, barche, orologi, diamanti, moto e altri oggetti-culto della società industriale, trovano significato in grandi pannelli/quadro dalle superfici bidimensionali e tridimensionali, sui quali scorrono parole, numeri e richiami tra le cui righe l’osservatore potrà scoprire tratti di Scritture Metropolitane, riferimenti a una nuova street art, ai cartelloni pubblicitari, ma anche a Frida Kahlo e alla Pop Art. Collante e atmosfera di fondo è poi un alone di Nuovo Futurismo interpretato intorno all’osservazione di un vivere odierno tra tendenze e nuovi miti. Tessuti British spigati, gessati, tartan, nickerbocker rappresentano invece la linea Galanthome, brand produttore di una collezione di arredi che spazia dai mobili agli imbottiti, ed è impegnato inoltre in allestimenti di case private, hotel, spazi pubblici, illuminazione, pubblicazioni cartacee.

 

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Dal 29 novembre 2016

Showroom – Galleria Autocrocetta

Via Moncenisio,8 – Moncalieri (Torino)

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Orari: lun – ven 09:00 – 12:30 e 14:30 – 18:30, sab 09:00 – 12:30 e 15:00 – 18:00

 

 www.autocrocetta.com

 

 

 

Da speaker a scrittrice, il passo è breve

Marco Malinverno  e Simona Vivo presentatori, Daniela Monti voce narrante, hanno vivacizzato l’incontro di sabato 12 novembre al Palazzo Parasi  di Cannobio (VB), per presentare il libro di Barbara Vesco, a sua volta presentatrice – speaker di Radio Studio Star, la cui sede è proprio la cittadina prossima al confine con la Svizzera. Non che di vivacità ci fosse estremo bisogno, visto il carattere dell’autrice, per dimostrazione diretta, letteraria, radiofonica.

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Attenta e vivace anche la partecipazione del pubblico, di tutte le età. Il titolo del libro “Telefonami tra vent’anni”, edito da AMARGANTA, mette subito frammenti di curiosità ai possibili lettori. “L’ho scritto in un mese e mezzo, approfittando delle pause in cui il mio primo bambino – allora non avevo ancora avuto il secondo – dormiva sul divano” ha spiegato l’autrice. “Ho potuto scegliere presto la casa editrice, dopo alcune proposte diverse; ho vissuto negli anni ‘ 90 , sono figlia della “Smemoranda” (per molti anni un’agenda  innovativa, con articoli, opinioni, saggi, notizie, poesie, e vesco-motellavignette, ndr ). “E’ un libro per tutti, ma specialmente per chi gli anni ‘90 li ha vissuti. E’ la storia di Alice e Andrea, che vivono una forte storia d’amore che, come spesso accade, s’interrompe. Ma, dopo vent’anni….. “. La stessa Barbara Vesco ha anche spiegato che, i primi riscontri dei lettori sono stati complessivamente positivi, ma qualcuno l’ha anche criticata sfavorevolmente. “Io l’ho già letto due volte” ha detto (allo scrivente) una coetanea e amica di Barbara “lo definirei un riflesso dell’attualità: emozionante, stravolgente, con un finale schock”.

Elio Motella

Guardia ambientale a Lauriano

guardie-laurianoE’ stata inaugurata la sede della Guardia nazionale ambientale, distaccamento di Lauriano in corso Torino 16. Sono intervenuti il responsabile del distaccamento Antonio Cantafio, la vice responsabile Simona Corio, il presidente Alberto Raggi, il dirigente regionale interregionale Valerio Russo, la dirigente della segreteria di presidenza Milena Solazzi, il dirigente intermedio Alessia Angeli, il sindaco di Monteu da Po Laura Gastaldo, le stazioni dei carabinieri di Casalborgone e Cavagnolo, i dieci agenti della Guardia nazionale ambientale. La Gna è un ente riconosciuto con un decreto del ministro dell’Ambiente del 29 aprile scorso. Il Comune di Monteu ha, sin dallo scorso mese di aprile stipulato una convenzione per l’affidamento dei servizi di vigilanza ambientale sul suo territorio, in particolare per il controllo dell’abbandono dei rifiuti, delle discariche abusive, tutela corsi d’acqua, controllo ecologico sugli animali da affezione o passeggio, monitoraggio per il contenimento del randagismo, controllo, monitoraggio e censimento cani pericolosi, controllo ambientale, forestale e collaborazione di supporto con le forze dell’ordine. “I volontari – spiega il sindaco di Monteu da Po Laura Gastaldo – sono operativi sul territorio e sono stati sinora di grande aiuto alla polizia locale con cui vi è un’ottima collaborazione”.

Massimo Iaretti

 

 

800 TESSERE MUSEI TORINO PIEMONTE PER GLI STUDENTI DEL LICEO “ALDO PASSONI”

musei-passoniIn questi giorni sono state consegnate agli studenti del Liceo Artistico “Aldo Passoni” di Torino 800 tessere dell’Abbonamento Musei Torino Piemonte, la card che consente l’accesso libero e illimitato in moltissimi musei, Residenze Reali, castelli, giardini e fortezze, collezioni permanenti e mostre temporanee di Torino e del Piemonte. L’Istituto ha acquistato le tessere per i propri studenti perché crede fermamente nell’importante funzione svolta da questo strumento per favorire al meglio la diffusione della cultura anche tra i più giovani e per stimolare in misura sempre maggiore l’interesse alla scoperta e alla conoscenza del patrimonio artistico cittadino e regionale, come dimostrato dai numeri che hanno fatto registrare oltre 130.000 abbonati in Piemonte.

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Per maggiori informazioni sull’Abbonamento Musei:

Numero Verde 800.329.329 –  www.abbonamentomusei.it

“Contemporary art week”: da The Others a Operae, l’amore per il bello ha invaso la città

Code per entrare alle fiere di arte contemporanea, grandi performance per l’avanguardia musicale del Club to Club. Da The Others a Operae, anche quest’anno il tanto atteso weekend torinese è stato un successo

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“La bellezza salverà il mondo”, diceva un saggio. Il weekend dell’arte si è concluso e già ne proviamo nostalgia. Il primo fine settimana di novembre è uno di quei momenti torinesi che ci fa sentire orgogliosi della nostra città e della sua impronta culturale – quell’impronta che non vorremmo perdere. Alberghi pieni, ristoranti stracolmi, file e file di persone, tutte unite dall’amore per il bello. Da The Others a Operae, da Flash Back a Paratissima, da Nesxt a Dama, fino alle vecchie glorie Artissima e Club to Club.  26 mila i visitatori che hanno affollato l’ex ospedale Maria Adelaide da giovedì a domenica sera. Una nuova ambientazione per la stessa atmosfera un po’ lugubre e dimessa che tanto caratterizza la fiera delle giovani gallerie di The Others art fair: nonostante l’abbandono delle carceri, il cortile dell’ospedale e i suoi corridoi sono stati comunque presi d’assalto e lunghissime erano le file fuori dall’entrata. <Sono felice perché il cambio di sede è stata una bella sorpresa – ha raccontato Andrea Casiraghi, l’organizzatore -: gli spazi erano più arte-ricci-2ampi e più fruibili dal pubblico, fatto che ha reso più felici anche gli stessi espositori. Inoltre ci siamo trovati molto bene a Borgo Rossini: il quartiere ha risposto molto positivamente al nostro arrivo>. Da quest’anno la nuova impronta della fiera è il “nomadismo culturale”, spostarsi in luoghi abbandonati della città per riqualificarli: <Certo ci piacerebbe rimanere ancora un anno, con l’obiettivo di raddoppiare le gallerie e aprire il piano superiore – ha concluso Casiraghi -; poi, chissà>. Piume disegnate con perfezione metodica, uova che diventano teschi se non vengono accudite, stanze fatiscenti che riprendono vita con l’estro di un disegnatore, esplosione di sentimenti su una tela di arte-ricci-1colori. A The Others il talento è di casa. Artissima ha visto l’arrivo di 50 mila visitatori, 2500 collezionisti, 193 gallerie in rappresentanza di 34 paesi. Cinquanta i curatori e direttori di musei che hanno disposto le ben 2 mila opere d’arte che hanno invaso l’Oval Lingotto. La novità di quest’anno sono state le tre nuove sezioni: Present Future, per i nuovi talenti; Back to the Future, per i grandi artisti pionieri del passato, e Per4m, lo spazio dedicato alle performance. Grandi numeri anche per Paratissima. 600 artisti emergenti, 37 creativi premiati, 14 gallerie di arte contemporanea, 17 nazioni, 5 progetti internazionali, tantissimi bambini e famiglie. Girando per la fiera di Torino Esposizioni non si può non rimanere attratti dai cerbiatti di Betty Amicucci, dove microcosmo e macrocosmo si mescolano arrivando all’onirico, oppure dai bellissimi libri di Maurizio Alfero, che con cura metodica piega pagina per pagina trasformandole in scritte o disegni tridimensionali. E poi ci sono le polaroid incastrate in custodie di vecchi Cd del progetto #sottoilcieloditorino, le ironiche statue di Viviana Greganti che lanciano appelli come “Dio dammi un segno della tua assenza”, oppure i dipinti su erba sintetica di Gian Luca Zuccarello. Fino ai bellissimi gioielli di ArkyFly, dove i quadri, i baffi e lo spirito di grandi pittori e artisti prendono vita nel plexiglass. 44 gallerie e 14 mila visitatori per Flashback, all art is contemporary, la fiera di arte antica e moderna che invade il Pala Alpitour, mentre 33 designer e oltre 18 mila e cinquecento i visitatori di Operae, il primo festival dedicato al design indipendente a Palazzo Cisterna. Alto livello qualitativo, partecipazione internazionale e business le tre parole chiave; Designing the future il tema. Grande l’apprezzamento per Piemonte Handmande, il progetto che vede la sinergia di artigiani locali, designer e gallerie di design contemporaneo, riuniti insieme per produrre dieci progetti unici chearte-ricci-4 sono stati presentati in anteprima all’interno della fiera. Un modo concreto per valorizzare la tradizione artigiana proiettandola fattivamente verso il futuro. Dulcis in fundo, successo totale per il Club to Club, il più grande festival di musica elettronica in Italia: più di 50 artisti provenienti da 15 paesi del mondo, 70 performance tra cui 18 in esclusiva italiana e 12 in anteprima assoluta, ma soprattutto 45 mila spettatori provenienti da 33 paesi del mondo. Quaranta le ore di musica suonate tra i capannoni industriali dell’Oval, le calde atmosfere della Reggia di Venaria e l’intimità del Conservatorio Verdi. Il tutto per ospiti d’eccezione: da Jonny Greenwood dei Radiohead feat il compositore israeliano Shye Ben Tzur a dj Shadow, da Arca a Ghali. Quest’anno l’obiettivo era spaziare in più generi musicali, dal rock industrial degli Swans ai ritmi africani di Nan Kolè all’ipnosi noise degli Autechre fino alla dance di Laurent Garnier. E ha funzionato. Con la sua “contemporary art week” da tutto esaurito, Torino si riconferma città di cultura, arte e amore per il bello.

 

Giulia Ricci

 

“L’ultimo lenzuolo bianco”, da Kabul a Sciolze

IRAQ ESODO 2Le associazioni Sapori di Sciolze e Montaldo Cultura organizzano per sabato 12 novembre, alle ore 21, nel salone comunale di via Roma 2 a Sciolze l’incontro con l’autore Farhad Bitani. Questi presenterà il suo libro “L’ultimo lenzuolo bianco – l’inferno ed il cuore dell’Afghanistan”. Nel libro viene raccontata la sua esperienza di vita segnata da un profondo cambiamento che fa riflettere e capire la realtà della guerra vista da una prospettiva diversa. L’autore è stato ospite della trasmissione “I fatti vostri” su Rai Due e presto e atteso a Porta a Porta di Bruno Vespa.

Massimo Iaretti

Fiera di San Martino, Chieri in festa

agricolturaChieri ospita dall’11 al 15 novembre la tradizionale Fiera di San Martino, che parte dalla data che segna l’inizio della nuova annata agraria. Location saranno i luoghi più rinomati del centro storico cittadino. Molti sono gli eventi in programma a partire dalla Fiera agricola e zootecnica, per proseguire con i laboratori e le degustazioni guidate, la mostra mercato di produzioni tipiche di eccellenza locali e dei territori. Inoltre si potranno gustare i piatti tipici regionali di Gusto in Piazza, passeggiare per la fiera mercato tradizionale e nel centro storico ricco di esercizi commerciali ed animato da diversi eventi per l’occasione.

Massimo Iaretti