Torino e il Natale in mostra all’Archivio storico

Il rapporto nel tempo fra la città e le feste, dalla Natività all’Epifania passando per il «laico» Capodanno, è il tema affrontato nella mostra “Torino e il Natale. Ieri e oggi” all’Archivio Storico della Città di Torino, fino 28 febbraio 2017.

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Il percorso espositivo si apre con «Torino Natale», un’iniziativa promossa nel 1945 dal Comune che partecipa con un milione di lire, realizzata col contributo dell’amministrazione americana e di tanti cittadini, grazie ai quali vengono distribuiti migliaia di regali a bambini e anziani.

 

Torino, non meno delle altre grandi città, ha assistito nel corso degli anni sia al mantenimento di consolidate tradizioni e sia al mutamento o alla scomparsa di alcune: dal ventennio mussoliniano con la «Befana fascista» al dopoguerra segnato dalla povertà; dalle folle a caccia di doni nel periodo del boom economico a quelle più composte che, sempre passeggiando per le vie del centro, cercano di scacciare i fantasmi della recessione nei momenti di crisi. Le feste e la corsa ai regali sono quindi uno dei termometri del benessere sociale: ed è proprio l’incontenibile traffico di Natale a determinare le prime pedonalizzazioni delle strade cittadine. 

 

Frammenti di passato e presente che rivivono in decine di fotografie ma non solo; un’antichissima pergamena riporta notizie e curiosità sconosciute ai più: quanti sanno ad esempio che il 25 marzo del 1153 era il primo giorno dell’anno? O ancora: chi ricorda la «Befana del vigile»? Tradizione molto sentita dai torinesi, almeno fino agli anni Settanta, una festa che assumeva il simbolico significato di riconciliazione tra gli automobilisti e la polizia urbana: i doni ricevuti dai «civich» venivano infatti omaggiati agli enti assistenziali cittadini.

MC www.comune.torino.it

(Foto: il Torinese)

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Mostra: Torino e il Natale Ieri e oggi

fino al 28 febbraio 2017

 

Archivio Storico della Città di Torino

Via Barbaroux, 32

www.comune.torino.it/archiviostorico

tel. 01101131811

 

Ingresso gratuito

 

Orari di apertura:

da lunedì a venerdì 8.30-16.30

esclusi festivi

 

aperture straordinarie:

sabato 17 dicembre 2016 ore 12.30-18.30

sabato 14 gennaio 2017 ore 12.30-18.30

 

Spegne la sua prima candelina “Crushi & Crushimi”

La gastronomia 2.0 che unisce la tradizione piemontese a quella orientale

crushi1Compie un anno proprio ora in questo mese di dicembre “Crushi & Crushimi”, l’attività nata da un’idea di Andrea Colombo, che vanta un piccolo locale in via dei Mille 20, con in programma la creazione di uno più ampio. Si tratta di una forma di gastronomia 2.0 capace di unire la cucina molecolare alla tradizione, sostenuta dalla BCC di Casalgrasso e Sant’ Albano Stura. Crushi & Crushimi, che si può considerare una start up, ha partecipato alla serata dedicata alla presentazione di diversi progetti di start up, in occasione della Business Dinner, tenutasi allo Spazio 7 della Fondazione Sandretto Re Rebaudengo lo scorso 26 ottobre

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“La nascita di Crushi è avvenuta durante un pomeriggio del 1914 – spiega il suo ideatore Andrea Colombo – quando ricercavo un prodotto nuovo per avviare la mia attività ispirata al cibo, in cui si potessero fondere fantasia e ingredienti della tradizione. L’intuizione è stata quella di utilizzare la crushi-2carne cruda battuta al coltello e unirla all’ingrediente del riso, tipico del sushi, venendo a sposare, così, la tradizione piemontese con quella orientale. La carne cruda, di fassona piemontese, viene da noi sceltadai migliori fornitori locali, mentre la cottura del riso procede in modo tale da creare un amalgama perfetto con la carne “. “Il crushi – prosegue Andrea Colombo – nasce grazie a un lungo studio sul prodotto, avviato e proseguito in collaborazione con importanti cuochi esperti di cucina molecolare. Ora è la nostra chef Valeria Rossi che prepara i crushi con spume di gorgonzola e basilico, il tutto condito da prelibato aceto balsamico, mentre il crushimi, che è privo di riso, unisce la bontà della crema di robiola, alle nocciole e al cioccolato”.

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crushi-464Sono recentemente nate, su idea della chef Valeria Rossi, nuove varianti quali il “carpashi”, carne salata con ginepro, rosmarino e pepe, e le “insalashi”, ovvero insalate di carne. CrushI è anche presente nel forum del teatro Regio di Torino, In occasione delle prime, e sono anche giunte a Andrea Colombo diverse richieste di aperture di punti vendita simili in franchising a Milano, Lugano e Sanremo. Il locale si preoccupa anche di consegnare il menu a domicilio, nella combinazione, per esempio, di 4 crushi abbinati a un’insalata, una bibita e un dessert, il tutto in 30 minuti!

Mara Martellotta

Il locale di Via dei Mille 20 è aperto dal martedì alla domenica dalle 11.30 alle 14 e dalle 18.30 alle 21.30. Tel: 0110447989.

Mario Mazza, sempre fedele al figurativo

mazza21Sempre fedele al figurativo, la lunga carriera artistica di Mario Mazza si avvale di paesaggi che gli si offrono in ogni stagione con tutta la loro bellezza per essere ritratti con realtà e fantasia. Le emozionanti nevicate della campagna e della collina torinese sono le predilette poiché, ovattate e silenziose, trasmettono il temperamento riflessivo e intimista dell’artista.

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COSTANTIN, OMAGGIO “ANTI-CRISI” AD OGNI RIFORNIMENTO 

constantinOrmai è una tradizione. La Costantin spa conferma anche per quest’anno il dono “anti-crisi” per i propri clienti. Il gruppo, marchio leader nella commercializzazione di prodotti petroliferi grazie alle sue 72 stazioni di servizio sparse in tutto il Nord Est, offrirà ad ogni rifornimento una confezione di pasta. L’iniziativa è partita a inizio settimana e terminerà domani, vigilia di Natale, o comunque fino ad esaurimento scorte. Niente accendini, cappellini o magliette, dunque, ma un pensiero che sicuramente più di qualche famiglia gradirà. La pasta, oltre a richiamare l’unità familiare a tavola, sono prodotti dall’azienda Dalla Costa, realtà di Castelminio di Resana che vanta una tradizione ventennale nel settore. La Costantin spa, nata nel 1967 a Taglie di Santa Margherita d’Adige (Padova), ha aperto la sua prima stazione di servizio a Minerbe (Verona) nel 2006. Oggi vanta 270 milioni di fatturato (contando l’intero gruppo), 50 dipendenti, 300 lavoratori nell’indotto, sette tra società controllate, collegate e correlate e soprattutto 72 stazioni di servizio diffuse in mezza Italia.

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La pasta verrà distribuita nelle  stazioni di servizio aperte recentemente in Corso Traiano e Corso De Nicola a Torino.

 

La madre la donna nella società tradizionale africana

afri4Scrivevamo in altre recenti occasioni della riscoperta dell’Art nègre alle origini del secolo appena passato, dell’interesse che abbracciò alcuni dei nomi più interessanti delle manifestazioni artistiche dell’epoca, dello stesso interesse che in questi ultimi decenni, grazie ai viaggiatori e agli appassionati, ai collezionisti e a tutti quanti guardano all’arte africana con studi ammirevoli e con rispetto, nei contatti e negli scambi, nelle frequentazioni sempre più costanti di quelle tribù e di quei popoli che ancora sopravvivono alle più differenti contaminazioni, ha trovato un proprio intimo e ragionato posto. Scrivevamo pure delle mostre – con quelle meno recenti apertesi a palazzo Salmatoris a Cherasco e a palazzo Lomellini a Carmagnola, restando in campo regionale – tuttora in corso, alla rivolese Casa del Conte Verde (“Africa, dove vive lo spirito dell’arte”, sino al 29 gennaio) e a palazzo Foscolo a Oderzo (in provincia di Treviso), “Africa, la Grande Madre”, visitabile sino al 28 maggio del prossimo anno. Mostre, queste ultime due, che hanno visto l’apporto principale nel corpus delle varie opere esposte, pittoriche come scultoree, della coppia Bruno Albertino – Anna Alberghina, nelle molteplici e raffinate vesti di studiosi, ricercatori, studiosi, viaggiatori e collezionisti. Fotografa, inoltre, lei a testimoniare i momenti catturati alla vita quotidiana, i visi e le usanze, le vesti e le acconciature, il lavoro e le afri3atmosfere soprattutto che filtrano dalle tante immagini riportate da villaggi, da panorami mozzafiato, da angoli non ancora contaminati. Su ogni immagine colta, sulla più o meno piccola statua, sugli aspetti religiosi che vanno al di là della bellezza del manufatto, sulla sua prima sensazione artistica, balza prepotente in primissimo piano, a testimoniare se stessa, quella genuinità da sempre messa in pericolo che spinge Bruno Albertino a riaffermare che “i nostri studi, i viaggi che compiamo, gli scambi che da sempre sviluppiamo con altri appassionati e studiosi ci dicono la necessità di testimoniare di un’Africa che lentamente si dilegua, travolta dal vortice della globalizzazione, dall’economia di mercato, dalle religioni importate e dal neocolonialismo economico”.

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A testimoniare ancora una volta la passione e l’interesse di studiosi della coppia, è comparso da breve in libreria, per i caratteri di Neos Edizioni, “Mama Africa, la maternità nell’arte africana” (pp. 176, € 27), dove si sfogliano più di un centinaio d’immagini a colori, corredate ognuna dalle schede delle opere composte di dati tecnici, storici e critici – suddivise in vari capitoli, “Bamboline della fertilità”, “Figure di fertilità”, “Il culto dei gemelli”, “Le figure di maternità”, “Maschere femminili”, “Gli antenati mitici” unite a un ricco apparato bibliografico – in cui compaiono diversissimi gioielli d’arte, provenienti da differenti paesi dell’antico continente, dal Ghana al Burkina Faso, dall’Angola al Mali e alla Costa d’Avorio, in uno scenario assai interessante di materiali (dal legno al metallo, dall’avorio afri2alla terracotta e alla pietra) e di tecniche, di visi e di posture, di composizioni e di forme, di colori e di intarsi. Le figure delle madri, stilizzate o no, levigate o agghindate, sedute o in piedi, rappresentate come unico personaggio o unite al proprio piccolo, abbracciato o tenuto in braccio, o a una coppia di gemelli (comunque diverso è sempre il valore formale della figura materna rispetto al bambino, che riveste sicuramente un ruolo secondario), imponenti o semplici, nere o rossastre, armonizzate o sgraziate, a sviluppare i temi della maternità e della fertilità molto rappresentati nell’arte africana come in tutte le arti figurative delle società umane (come quelli del lavoro agricolo e della cura degli animali affidati alle donne e ai bambini: traccia da cui sviluppare discorsi importanti, come la generazioni di molti figli, le giovani braccia e sane che non devono mai mancare, l’assoggettamento femminile ai maschi e agli anziani che delimitano e definiscono ogni cosa).

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afri1Un tema, quello della maternità nell’arte africana, che trova la propria realizzazione in un’ampia area, dall’Africa subsahariana a quella occidentale sino alle aree più inaccessibili di quella centro-equatoriale, e che si rispecchia nelle opere più geometriche, cubiste dei popoli Dagon e Bamana del Mali a quelle estremamente naturalistiche dei Baoulé, dei Dan e degli Attié della Costa d’Avorio e della Liberia. Balza agli occhi la qualità impeccabile nella figura materna (dove è tra l’altro assente un sentimento materno-filiale), mentre spesso il bambino è scolpito in modo informe, abbozzato, quasi a significare la condizione ancora imperfetta prima dei riti di iniziazione e sempre in pericolo per l’elevatissima mortalità infantile. L’immagine principe della madre appare come miracolosa e misteriosa generatrice di vita, scolpita con tratti ieratici, quasi divini, animata da una taumaturgica forza interiore, lontana dalle cure terrene, la forza di una madre che è capace di traghettare il proprio figlio dal mondo dei morti, un passaggio denso di pericoli, come insegna la tradizione africana.

 

Elio Rabbione

Montagna e ambiente: ecco il cinema del Valsusa Filmfest

È stato pubblicato nel sito www.valsusafilmfest.it il bando di concorso cinematografico della XXI edizione del Valsusa Filmfest, festival poliartistico sui temi della memoria storica, della montagna e dell’ambiente che da 21 anni anima un territorio aperto all’incontro e al confronto culturale attraverso concorsi cinematografici e numerosi eventi tra letteratura, cinema, musica, teatro, arte e impegno civile. Filmakers italiani e stranieri sono invitati a partecipare e ad inviare le loro iscrizioni entro il 28 febbraio 2017. Nel sito sono reperibili il bando completo, la scheda di partecipazione e tutte le informazioni sulle modalità e sulle regole di iscrizione.

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Nella scorsa edizione sono pervenute 240 opere molte delle quali dall’estero e specificatamente da Australia, Bangladesh, Germania, Spagna e Russia. La principale novità consiste nell’inserimento di una sezione intitolata “Workshop Laboratorio Valsusa”  particolarmente rivolta a cortometraggi amatoriali e/o sperimentali  con l’obiettivo di dare spazio anche a lavori creati con budget ridotti ma con una lodevole volontà di ricerca espressiva e di rappresentazione tipica di chi esordisce dietro l’obiettivo. Gli autori selezionati saranno invitati a partecipare ad un workshop con registi e operatori sul tema “comunicazione linguaggio e nuove tecnologie” che si concluderà con la proiezione dei film ed ai primi tre classificati verrà rilasciata una menzione con relativa valutazione da parte di una giuria che analizzerà i lavori pervenuti. La qualità delle opere partecipanti al concorso è aumentata molto nel corso degli anni e questa sezione è stata pensata per dare spazio ad autori che non potrebbero competere con produzioni professionali. C’è anche una importante novità all’interno dell’Associazione Valsusa Filmfest che organizza la kermesse: dopo 12 anni di presidenza Roberto Canu lascia l’incarico che l’assemblea dei soci ha deciso di conferire a Linda Cottino.

Massimo Iaretti

(foto: Videomakers.net)

BERNHARD RIEMANN: UN RICORDO PIU’ CHE DOVEROSO

motella-riemannSe le spoglie di un grande scienziato riposano nel territorio di Verbania, troviamo più che giusto che un convegno sulla sua vita e sulle opere si svolga al Maggiore di Verbania. Lo ha dimostrato anche la nutrita presenza (quasi 200 persone) dello scorso lunedì 19 dicembre. Stiamo parlando del famoso matematico tedesco Bernhard Riemann: sono passati esattamente 150 anni dalla sua scomparsa (purtroppo prematura), ma le sue scoperte sono state fortemente valorizzate a livello universale. Si potrebbe dire “non solo Euclide….” se non fosse  che dobbiamo tener conto anche degli altri grandi matematici della storia; il commento resta comunque appropriato dal punto di vista tecnico, a proposito delle Geometrie non euclidee: provate a immaginare la superficie di un lago alpino, perfettamente calmo; provate poi a pensarne una parte, a forma di quadrato, per esempio: quel che state immaginando è un piano veramente piano o leggermente curvo? …. La Geometria di Riemann: ovviamente il passo non è così breve, ma… spero d’aver reso almeno l’idea. Ha introdotto il convegno Emanuela Mattiuzzo, docentemotelle-r di Matematica all’Istituto Cobianchi di Verbania. A seguire, Lucio Coco ha illustrato le parti principali delle sua traduzione (dal tedesco, con la collaborazione di Silvia Torelli) della “Vita di Riemann”, di un altro autorevole matematico: Richard Dedekind: nel cui resoconto biografico compaiono le fasi salienti della breve esistenza dell’amico. L’intervento di Francesca Rigotti, già docente all’Università di Gottingen, ha vivacizzato il convegno: all’Università di Gottinga ha insegnato, per molti anni, lo stesso Riemann. La Rigotti, descrivendo le diapositive delle foto e delle stampe del tempo, ci ha fatto rivivere lo spirito e l’ambiente di quegli anni, nella grande città della Bassa Sassonia. Dell’ambito più squisitamente tecnico si è occupata poi la prof Emanuela Mattiuzzo insieme a Guido Boschini, Dirigente scolastico dell’Alto Verbano, nonché prof di Matematica. “Di cosa si occupa un matematico?” : di modelli e strutture della natura, di numeri, funzioni e figure, di previsioni e applicazioni” ha spiegato Mattiuzzo “In particolare Riemann si è occupato di Geometria, Funzioni e Analisi”. Dal canto suo, il prof Boschini ha illustrato un problema affascinante di cui si è occupato a lungo il grande matematico tedesco, chiamato “l’ipotesi di Riemann”. Nessuno è riuscito a dimostrarla, nonostante a questo obiettivo si siano rivolte alcune delle menti matematiche più geniali motella-riemdegli ultimi due secoli. È un’ipotesi strettamente connessa ai numeri primi, ed essendo i numeri primi i “mattoncini” essenziali dell’intera aritmetica (qualunque numero può essere espresso come prodotto di primi), l’ipotesi  è in realtà centrale alla matematica. Non solo: c’è una correlazione con problemi fisici (in particolare, con i livelli energetici di alcuni sistemi quantistici).Tornando alla vita di Riemann, chiudiamo con una frase dello stesso Dedekind: “I viaggi che Riemann fece in Italia, nonostante il triste motivo che li causarono (malattie ai polmoni ndr), costituirono per lui un momento affascinante: non solo per lo splendore del paese, della natura, dell’arte, eccetera, che gli procurarono felicità, ma per la libertà di cui ha potuto godere…..”. Il grande matematico morì a Selasca (VERBANIA) durante uno dei suoi soggiorni: una stele lo ricorda, all’interno del Cimitero di Biganzolo. L’incontro è stato organizzato da ARIED – Associazione per la ricerca Educativa e Didattica.

Elio Motella

 

Trent’anni di Slow Food e scudetto della Juve nel “Libro dei francobolli”

poste italiane‘Il Libro dei Francobolli 2016’ è la raccolta delle emissioni filateliche prodotte durante l’anno. Si va dal 40/o anniversario della Repubblica ai 50 anni dell’alluvione di Firenze. Poi, ancora, il francobollo per lo scudetto della Juve e quello per i trent’anni di Slow Food. E’ stato  presentato nello Spazio Filatelia delle Poste e sarà prodotto in 15 mila esemplari: ogni libro sarà numerato con un ologramma. L’opera è stata illustrata da Pietro La Bruna, responsabile filatelia di Poste Italiane, da Francesco Bianchi, responsabile Nord Ovest di Poste Italiane e Giulio Filippo Bolaffi, amministratore  del Gruppo Bolaffi, che ne ha curato la realizzazione. All’interno  i 95 francobolli emessi dal Ministero dello Sviluppo Economico in tutto il 2016 e l’ annullo del giorno di emissione.

 

(foto: il Torinese)

Ancora una medaglia per coreografo dell’Ice Club Torino

castel23È Sofia Sula la campionessa finlandese categoria junior. La giovanissima pattinatrice tredicenne, allenata nel suo Paese da Stefan Zins, ha deciso, alcuni mesi fa, di far realizzare le proprie coreografie a Torino da Edoardo De Bernardis dell’Ice Club Torino presso il castel24Palatazzoli. Sofia ha pattinato sulle musiche di Ezio Bosso e ha eseguito la combinazione triplo toeloop , triplo toeloop, oltre a realizzare quattro salti tripli diversi.

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Ritiro della Nazionale di pattinaggio artistico junior a Pinzolo: i campioni di domani

A Pinzolo si si sta svolgendo dal 18-21 dicembre il Raduno della Nazionale di pattinaggio castel1artistico junior – Progetto Giovani Talenti 2020 organizzato dalla Federazione Italiana Sport Ghiaccio. Partecipano al raduno per l’Ice Club Torino asd due giovani talenti allenati da Claudia Masoero e Edoardo De Bernardis, i torinesi Lucrezia Beccari e Paolo Balestri. Lucrezia Beccari è la Campionessa Italiana Cadetti Elite in carica. La giovane promessa torinese è reduce da un infortunio che l’ha tenuta lontana dal ghiaccio per tre mesi e ha recentemente ripreso la preparazione si in vista delle prossime competizioni . Lucrezia ha fatto parlare molto di sé durante la scorsa per essere riuscita ad eseguire elementi tecnici di altissimo livello. Paolo Balestri è stato medaglia di bronzo per 2 anni consecutivi ai Campionati Italiani junior Elite , e quest’anno agli Assoluti di Egna ha terminato la gara in quarta posizione.

 

Barbara Castellaro

Ufficio Stampa Ice Club Torino asd

www.iceclubtorino.it

 

 

Barbara Castellaro

Ufficio stampa Ice Club Torino a.s.d.

www.iceclubtorino.it

“PAIDEIA MAGIC SHOW”: AL TEATRO CARIGNANO VA IN SCENA LA MAGIA

Mercoledì 21 dicembre lo spettacolo organizzato da Fondazione Paideia per far divertire tutta la famiglia e sostenere il progetto Centro Paideia Per festeggiare il Natale, la Fondazione Paideia presenta il “Paideia Magic Show”, uno spettacolo per bambini e famiglie all’insegna della magia, dell’illusione e del divertimento in programma mercoledì 21 dicembre alle ore 20:30 al Teatro Carignano di Torino.

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Nel corso della serata, presentata da Francesco Giorda, saliranno sul palco artisti di fama internazionale: il giovanissimo Luca Bono, enfant prodige della magia italiana e ospite fisso del tour “Brachetti & Friends”; Alberto Giorgi e Laura, con illusioni ispirate ai romanzi di Jules Verne e ai film di Tim Burton; Mister David ed Elena Timpanaro, per un’imperdibile esibizione di magia acrobatica; il Mago Budinì, graffiante cabarettista nei panni di un bizzarro prestigiatore e folle illusionista nei panni di un comico raffinato; Mago Skizzo, “The Pirate of Magic” dalla Melevisione e da Italia’s Got Talent e infine Jonny Magic, con la straordinaria performance che paideiagli ha permesso di vincere il Campionato Italiano di Magia 2016. I biglietti sono disponibili presso il Christmas Shop di Fondazione Paideia in Piazza Solferino 9 a Torino con un’offerta a partire da 20 euro per gli adulti e 10 euro per i bambini da 4 a 14 anni (ingresso gratuito fino a 3 anni). Tutto il ricavato dello spettacolo verrà destinato a sostegno del progetto Centro Paideia, che prevede la costruzione entro il 2017 di un polo di eccellenza di 3.000 metri quadrati per la riabilitazione infantile e uno spazio di socializzazione e inclusione per tutte le famiglie che avrà sede in Via Moncalvo 1 a Torino.

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È possibile sostenere il progetto anche tramite il sito www.centropaideia.org – Paideia Magic Show Mercoledì 21 dicembre 2016 Teatro Carignano – Piazza Carignano 6, Torino Apertura porte ore 19:45 Inizio spettacolo ore 20:30 Per maggiori informazioni: 011-5520236 info@fondazionepaideia.it