Torino, Museo Nazionale della Montagna, 15 settembre – 10 dicembre 2017 – Inaugurazione giovedì 14 settembre 2017 – ore 18.30

Per fotografare bisogna avere occhio. Quante volte lo si sente dire E verrebbe da pensare che non potrebbe essere altrimenti, utilizzando un dispositivo ottico come l’apparecchio fotografico. Ma anche oggi che il digitale ha facilitato e velocizzato il processo fotografico per fotografare gli occhi non bastano, seppur “digitali”. Questo lo dimostra bene l’associazione Oculus Digitale con il suo progetto Borgate montane che il Museo ha accolto con entusiasmo e messo in mostra nelle sue sale. Gli occhi, le mani, e le gambe per andare vicino o lontano che sia non sono sufficienti a fare una buona foto. L’interesse e la curiosità per il mondo prima di tutto, la cultura visiva dall’altra; che si tratti di digitale come di analogico è sempre la testa ad avere occhio!
Fin dalla sua nascita il Museo Nazionale della Montagna si è interessato alla fotografia come documentazione delle terre alte. Negli anni ha costituito un enorme archivio fotografico, organizzando mostre specifiche, missioni fotografiche sulle montagne del mondo e partecipando a progetti di diversa entità, come quello di Oculus Digitale. L’associazione, nata nel 2011 senza fini di lucro e con sede a Torino, riunisce appassionati di fotografia, realizza progetti fotografici di vario genere e ha già numerose mostre collettive al suo attivo. Oculus è spesso ispirata dal principio dei “chilometri zero”: una buona foto si può fare anche senza viaggiare in capo al mondo. Ne deriva che i suoi lavori sono sempre sviluppati sul territorio piemontese e prevalentemente a Torino.
Nel corso del 2015 è iniziato Borgate montane, lavoro collettivo che raccoglie le fotografie scattate nelle frazioni di bassa montagna, senza pretesa di offrire una documentazione scientifica e completa dei luoghi. Sono state pertanto selezionate otto borgate, in base alla posizione geografica: Balboutet, comune di Usseaux nel cuore dell’alta Valle Chisone; Campertogno, borgata della Valsesia; Indiritto una frazione di Coazze in una delle più belle vallate minori della Val Sangone; Ostana, piccolo comune della provincia di Cuneo, in Valle Po; Rochemolles frazione del comune di Bardonecchia; Rorà, in provincia di Torino in Val Luserna; Valdieri, in provincia di Cuneo, nel Parco delle Alpi Marittime; Vrù nel comune di Cantoira, in Val Grande di Lanzo.

Si temeva di trovare situazioni ricorrenti e ripetitive, ma ci si è invece resi conto dell’originalità e unicità di ciascun luogo e di conseguenza delle numerose possibilità di rappresentarli. Le riprese con fotocamere reflex digitali, la postproduzione e la stampa, con tecnologia inkjet su carta cotone, sono state effettuate in autonomia da ciascun socio.
Le stampe in mostra, che sono state tutte donate alla Fototeca – Centro Documentazione del Museomontagna, raccontano storie, come i testi che le accompagnano. Storie di luoghi vicini che sembrano lontani nel tempo, dei loro abitanti, e dei fotografi che li hanno visitati con occhi aperti ed entusiasti. Di borgate montane e appunti fotografici.
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BORGATE MONTANE
Appunti fotografici
Torino, Museo Nazionale della Montagna, 15 settembre – 10 dicembre 2017
Inaugurazione giovedì 14 settembre 2017 – ore 18.30
Una mostra del
Museo Nazionale della Montagna “Duca degli Abruzzi” – CAI-Torino
da un progetto di
OCULUS DIGITALE
Manifestazione Riconosciuta FIAF: A26/17
con
REGIONE PIEMONTE
e la collaborazione di
Città di Torino
Club Alpino Italiano
Fotografi (e autori dei testi dei paesi)
Santo Algieri
Enrico Barale
Daniela Berutti
Gino Casavecchia
Alberto Dagna
Alberto Dumassi
Aurora Intile
Andrea Maina
Michelangelo Mileto
Federico Moschietto
Alessandro Pereno
Maurizio Rosati
Giuliana Vittonetto
TORINO, MUSEO NAZIONALE DELLA MONTAGNA, Piazzale Monte dei Cappuccini 7, 10131 Torino –Tel. 0116.604.104 / stampa.pr@museomontagna.org / www.museomontagna.org
Arrivano a 70 le città europee che hanno aderito all’iniziativa di Mytaxi, l’innovativa App che promette di rivoluzionare il settore dei taxisti, ormai da qualche anno nell’occhio del ciclone.
Nel settembre del 2007 inaugurava, sulla collina di Pino Torinese, Infini*to il primo pionieristico Science Center italiano dedicato all’astronomia, dotato di uno dei planetari più avanzati al mondo. Nato dall’idea di dare visibilità e spazio alla ricerca scientifica torinese e piemontese, dopo 10 anni, Infini.to è riconosciuto come un importante centro di didattica e divulgazione scientifica inserito nel panorama internazionale dell’educazione non formale.
Arrivano i dati ufficiali di un’indagine che ha analizzato più di 1800 pratiche di mutuo relative al periodo di tempo compreso tra il 1° gennaio 2016 al 30 giugno 2017
Campania, le quali, chi più chi meno, sono sopra il dato nazionale.
StarHotel Majestic****

Viridea invita tutti i bambini a partecipare domenica 1 ottobre ad un laboratorio creativo gratuito organizzato all’interno dei garden center in occasione della Festa dei Nonni
Consulta per la Cultura, presieduta da
edizioni di Grafica Ex Libris, mostra internazionale. Un suo vetro figura nella collezione “Presepi d’autore” di Conzano. Nel 2005 personale alla Giornata Italiana a Milwaukee (USA). Nel 2006 ha illustrato il libro ” Il disegno di luoghi e mercati di Torino” edito dal Politecnico. E’ in contatto con il Gabinetto delle Stampe di Bagnacavallo. Da diversi anni collabora con la Stat Viaggi e il bisettimanale Il Monferrato per la realizzazione delle incisioni e delle ceramiche ricordo delle crociere in sinergia con la Costa. Tra le ultime partecipazioni su invito: a Napoli “Incisioni al femminile”, a Bologna “Silenzio su carta” e “Lo Scorrere dell’arte” a Torino (Biblioteca Nazionale) “Cinquant’anni di Italia 61 – Ricordi Xilografici”, al Castello di Casale “Casale capitale del Monferrato”. Poi alle Biblioteche Nazionali di Torino, Cosenza e Roma ”Stemperando” (biennale). Ha partecipato al ciclo “Incontro con l’artista” a Cerrina, organizzato dall’Inac. Ha eseguito per Mon.D.O. la Locandina d’Arte 2013 del “Nadal an Munfra’”. Molto ricercati i calendari annuali di “Appunti di Viaggio”. Sue le cartoline nel settembre 2013 per il volo storico delle “Madonne Nere” con le immagini di Crea – Oropa e Cagliari e nel 2015 per quello Casale-Parigi-Casale con tre incisioni in ricordo di D’Annunzio e Palli. Nel 2014: Mostra “Visioni Pittoriche” – Istituto Italiano di Cultura – Praga, Torino – Art Gallery. Per la Pasqua 2016 a Conzano villa Vidua ” L’uovo di cioccolato”. Nel 2017 personale al castello Isimbardi a Castel d’Agogna.
spronato dal pittore Gino Mazzoli e dall’insegnante di disegno Rina Testera Porta. Diplomato nel 1970 all’Istituto Statale d’Arte “Benvenuto Cellini” di Valenza, ha lavorato come ideatore e disegnatore di gioielli. Ha avuto esperienze nel campo dell’illustrazione e della realizzazioni di manifesti, copertine di dischi, fumetti e cartoline. In campo pittorico ha esposto in collettive in Italia e all’estero ed allestito mostre personali ottenendo lusinghieri apprezzamenti. Dal 1972, trasferitosi a Genova, ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra cui il premio “Arte grafica per la Liguria”. Nel 1980 ha esposto a Palazzo Ducale di Genova insieme ai principali artisti liguri e nel 1981 ha vinto il “Premio Murano” con un’opera realizzata dalle vetrerie veneziane. Si è dedicato alla pittura fino alla fine degli anni ’80. Dopo una parentesi in veste di paroliere e compositore di musica leggera, negli anni ’90 è tornato a operare in campo pittorico e grafico. Ha curato manifestazioni dedicate al mondo del fumetto e del cinema western. In questa veste ha ideato e curato, nel 2009, 2010 e 2014, tre edizioni della mostra commemorativa “C’era una volta il west – Omaggio al cinema di Sergio Leone”. A giugno 2017 ha festeggiato 50 anni di attività artistica con la mostra antologica “Mauro Galfrè, Giocando con l’Arte 1967-2017” allestita nella prestigiosa cornice di Villa Vidua a Conzano (impreziosita da un’ esauriente biografia).
Nel cuore
legno metallo avorio terracotta e pietra, gli aspetti sociali e religiosi cui sono indirizzate le sculture raccolte durante i viaggi.
necessario ricordare che, nell’oggetto africano, la funzione è essenziale, è la ragione prima del suo esistere. Si tratta di oggetti, maschere e feticci, figure di maternità e di antenati, carichi di potenza soprannaturale, strumenti di culto, simulacri del divino in grado di proteggere chi li possiede da influssi maligni, in grado di assicurare l’ordine sociale e la giustizia. Addentrandoci con gli anni nella ricerca, abbiamo sempre cercato di approfondire la storia dell’oggetto, sia per quanto riguarda il suo significato rituale che il suo percorso. In Africa non esiste l’arte per l’arte, la pura componente estetica, vi è una stretta, forte connessione tra forma, funzione pragmatica degli oggetti, uso rituale, politico e sociale, è ben viva quella componente magico-religiosa dentro la quale l’artista è il semplice esecutore votato all’anonimato e non certo il creatore da ricordare e celebrare”.