Da Chiaro Scuro dolcezze, caffè e simpatia

chiaro scuro

E’ possibile gustare torte (personalizzate per i compleanni), pasticcini e ottimi croissant tradizionali

 

Caffetteria di gran classe e pasticceria di qualità. Un locale sobriamente elegante nella sua modernità minimal, accogliente come il personale che è sempre pronto ad un sorriso. E’ la pasticceria Chiaro Scuro, in via Nizza. L’intuizione è nata da un giovane imprenditore romeno che ha pensato di realizzare un locale per  rivolgersi a un pubblico il più ampio possibile. E così, accanto alle specialità golose della Romania, a due passi dalle fermate Nizza e Dante del Metrò, è possibile gustare torte (personalizzate per i compleanni), paste e ottimi croissant tradizionali. Ideale per le colazioni e per una pausa pranzo relax. Praticamente sempre aperto.

 

Pasticceria Chiaro Scuro, via Nizza 107/b Torino

Bersano per Gary Dourdan live

bersano concerto

Questa sera al Foro Boario di Nizza Monferrato, in provincia di Asti

 

Un grande protagonista della musica internazionale, Gary Dourdan. Nella foto lo vedete ospite dell’azienda vinicola Bersano, (www.bersano.it) che ha seguito l’organizzazione del concerto live in anteprima nazionale questa sera al Foro Boario di Nizza Monferrato, in provincia di Asti. L’evento si svolge proprio sotto gli uffici Mescal Official che pubblicherà il nuovo album Mother Tongue. In questa occasione sarà possibile acquistare il nuovo cd in anteprima.

 

Ingresso concerto 22€

Ingresso concerto + cena a buffet con Gary Dourdan 50€

Ingresso concerto + cena a buffet con Gary Dourdan + pernotto in stanza singola 120€

Ingresso concerto + cena a buffet con Gary Dourdan + pernotto in stanza doppia / matrimoniale 140€

Per info e prenotazioni scrivere a info@mescal.it

PREVENDITE A NIZZA MONFERRATO (AT):

– BAR SPORT – Piazza Garibaldi 3

– EFFETTI OTTICI – Piazza Garibaldi 59

– GT TENDE – Via Pio Corsi 6 

– PACE MUSIC HOME – Via Carlo Alberto 32

PREVENDITE ad ACQUI TERME (AL):

– PACE DISCHI – Via Cardinal Raimondi 28

Prevendite disponibili anche sui circuiti Booking Show 

– Tabaccheria Maxi , Via Gramsci, 46 – Alessandria

– Mail Boxes Etc. , Corso Carlo Marx 28 – Alessandria

– Tabaccheria Rovereto di Alessandrini Antonella , Spalto Rovereto 25 – Alessandria

– D Viaggi Srl , Piazza Repubblica 3 – Novi Ligure

– S.O.M.S. Società Operaia Mutuo Soccorso , Via XX Settembre 30 – Oviglio

– Roby Viaggi sas , Strada Sta

Gio Barone, la filosofia del make up

gio barone

“La svolta arriva quando incontro il “guru ” Gil Cagne’ , grande maestro di vita oltre che professionista. È’ stato il truccatore delle grandi dive anni ’50 e ’60 come Grace Kelly , Ursula Andress e Monica Vitti , per citarne alcune. Prima del magico incontro coloravo i visi, grazie a lui adesso li trucco”

 

 

Gio Barone, capo truccatore di X Factor Italia ed affermato make up artist nel modo della moda, ci ha raccontato il suo percorso, la sua filosofia e il clima che differenzia Torino da Milano e Roma, le tre città in cui vive e lavora.

Per pagarmi gli studi lucidavo le scarpe dei clienti vip negli alberghi, nel frattempo a 19 anni anni entro a lavorare a Cinecittà come truccatore per gli effetti speciali e a 24 anni 3 mesi e 3 giorni poi, mi laureo in biologia , una passione che nasce dal voler trasmettere e diffondere benessere al prossimo. Sono un giovane virgulto, vinco il concorso come biologo allo Spallanzani di Roma, e si afferma così la mia carriera di biologo. Ma un giorno un amico mi propone di andare a lavorare per la rete Globo in Brasile con lui e fu così che scelsi di fondere la passione per il trucco con la mia competenza in biologia. Ma la svolta arriva quando incontro il “guru ” Gil Cagne’ , grande maestro di vita oltre che professionista. È’ stato il truccatore delle grandi dive anni ’50 e ’60 come Grace Kelly , Ursula Andress e Monica Vitti , per citarne alcune. Prima del magico incontro coloravo i visi, grazie a lui adesso li trucco. La mia maturità biologica ha creato un connubio non indifferente, tra  scienza e arte , che dà un know how al mio profilo. Truccare nel 2020 vuol dire valorizzare idratare e proteggere. In questo momento di totale destabilizzazione, io non mi reputo un truccatore, mi  definisco un image maker artist. Studiare l’immagine e l’essenza della persona per vestire l’anima e gridarla al mondo. Io dico grida al mondo la tua bellezza!

Vivo tra Roma Torino e Milano e a Torino mi lega il suo essere una petit Paris, mi trasmette una sensazione che fonde il nevrotico di Milano e il caotico di Roma, Torino mi avvolge con le sue vibrazioni positive. La storia della moda e del cinema poi, è nata a Torino, ma per motivi impercettibili forse, tutto è’ stato portato via e ad oggi in molti lo ignorano. Torino è’ una città dalle grandissime potenzialità , oltre che di  grande bellezza e cultura.Non so esattamente se questa è’ la mia città, ma mi da delle buone pause di riflessione che danno una scintilla anche al mio modo di lavorare. Il mio motto è’ stare con i piedi per terra e la testa alle stelle, io sono convinto che la bellezza salverà il mondo. Un consiglio affinché la bellezza sia sul volto di ogni donna: la pelle è’ l’essenza della profonda espressione dell’anima, quindi va nutrita bene e idratata per prepararla all’invecchiamento e non farla così, invecchiare.

 

CV

L'Osservatorio sul lusso per GC CANTONI

CANTONI LUSSOLa foto della lavorazione ritrae un momento della realizzazione di ornamenti in metallo prezioso puro, con titolo 999/1000, nello specifico oro puro. Detti ornamenti sono realizzati a mano da artigiani orafi utilizzando il particolare metodo di lavorazione descritto nella domanda di brevetto per invenzione industriale depositata a nome di Giovanna Cantoni

 

INFORMAZIONE COMMERCIALE

 

Giovanna Cantoni con le sue gocce di metallo prezioso puro , ha plasmato il modo di vivere il gioiello e il concetto di perfezione: solo l’essenza dell’oro puro, del platino puro e dell’argento puro , possono completare, accendere e impreziosire lo stile della donna che intende donare un’anima a ciò che indossa  per affascinare e coinvolgere con la propria personalità . È’ questo ciò che emerge dall’ Osservatorio sul Lusso, allegato de il Giornale e che verrà distribuito all’ Expo Milano 2015 il primo giorno di ogni mese per tutti i mesi dedicati all’evento.L’Osservatorio sul  Lusso è dedicato alle eccellenze italiane, alle quali da sempre rivolge la sua attenzione che in questo caso è’ inevitabilmente ricaduta sulla maison GC CANTONI, i cui preziosi sono realizzati dalle mani di esperti e sapienti artigiani.

 

La foto della lavorazione ritrae un momento della realizzazione di ornamenti in metallo prezioso puro, con titolo 999/1000, nello specifico oro puro. Detti ornamenti sono realizzati a mano da artigiani orafi utilizzando il particolare metodo di lavorazione descritto nella domanda di brevetto per invenzione industriale depositata a nome di Giovanna Cantoni, avvocato e titolare della GC CANTONI Srl. L’immagine del prezioso ritrae una creazione delle GOCCE  CREATIVITY  del mondo GC CANTONI, che nascono dal connubio tra la purezza delle pietre e quella dei metalli preziosi: la prima volta che le pietre preziose, i brillanti , gli smeraldi , i rubini, gli zaffiri… incontrano il metallo prezioso puro. Sono ciondoli in oro e platino con titolo 999/1000 con pietre preziose incastonate. Base delle gocce e billier apribile- adattabile a qualsiasi supporto- in oro giallo o bianco titolo 750/1000. L’essenza della perfezione per i vostri messaggi d’amore , di speranza, di vita…

 

 

Tariffinder, la miglior tariffa smartphone

TARIFFINDER

Tariffinder permette ai suoi utenti di acquistare sim+offerte direttamente presso un punto vendita: l’utente potrà scegliere il negozio affiliato più comodo dove recarsi

 

A chi non è mai capitato almeno una volta di dover cercare la miglior tariffa per il proprio smartphone? La battaglia tra gli operatori telefonici è senza esclusione di colpi, e andare nei vari siti, o negozi, dei gestori scovando quella realmente più adatta e più economica, non è semplice. Tariffinder lo fa automaticamente: controlla e confronta le offerte di Tim, Vodafone, Wind, 3 e Poste Mobile in modo semplice, dettagliato e gratuito.  L’idea è nata direttamente dietro i banconi di un negozio di telefonia, come spiega Alessandro Baicchi, amministratoree co-fondatore: “Ho sperimentato le difficoltà dei clienti riguardo le tariffe. Alla fine dopo una piccola indagine si riesce a soddisfare il cliente: ma in questo modo si risolve il problema di un solo cliente; quindi ho pensato ad internet come cassa di risonanza per risolvere i problemi a più persone”.

 

Era il 2011 e da quel momento Tariffinder è nato e si è sviluppato. Ora oltre al “Calcolatore” di tariffe, c’è un “Catalogo” dove scegliendo l’operatore di interesse vengono presentate tutte le sue offerte attivabili, e un forum dove chiedere maggiori informazioni o discutere di un problema. “Il nostro obiettivo è semplificare la telefonia avvicinandola agli utenti” aggiunge il co-fondatore e programmatore Adriano Viviani “ora il passo successivo è quello di permettere loro di acquistare la propria offerta”. Un acquisto che sarà smart “Uno dei problemi principali dei clienti è il tempo. Tante volte mi è capitato di avere il negozio con clienti in coda anche per svariati minuti, e come si sa aspettare non piace a nessuno”continua Baicchi “chi deve prendere i bambini a scuola, chi ha un appuntamento; il risultato è che il cliente si innervosisce e quando tocca a lui spesso non riesce a spiegare al negoziante cosa realmente vuole”.

 

Da lunedi 27 aprile Tariffinder permette ai suoi utenti di acquistare sim+offerte direttamente presso un punto vendita: l’utente potrà scegliere il negozio affiliato più comodo dove recarsi. “Abbiamo deciso di concludere la semplificazione all’utente permettendogli di prenotare l’orario a lui più comodo”continuano i due soci” il cliente presenterà in negozio un coupon che gli garantirà la priorità e permetterà al negoziante di sapere cosa vuole il cliente. Insomma stop alla fila aspettando il proprio turnoe basta incomprensioni”. Tariffinder inizierà questo servizio nella città di Torino, città dove è nato e dove è supportato da TreataBit, il programma per startup digitali di I3P, l’incubatore di imprese innovatitve del Politecnico di Torino. Il servizio vuole estendersi su tutto il territorio nazionale e nei prossimi mesi metterà a disposizione nuovi servizi per essere sempre più smart&easy.

 

www.tariffinder.it

Mogherini: "Tirana guarda all'Europa"

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tiranaLa comunità albanese a Torino e in Piemonte è molto forte e integrata pienamente da anni. Inizia da oggi – attraverso il nuovo link del Torinese, IL TIRANESE – la pubblicazione di notizie, opinioni e servizi giornalistici incentrati sui rapporti tra il Piemonte e il Paese delle Aquile, nello spirito di amicizia e interscambio culturale e sociale. 

 

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L’AnsaMed riporta le dichiarazioni del capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini, che ha ribadito l’impegno dell’Unione dei 28 rispetto all’Albania

 

 

mogheriniTirana “ha una chiara prospettiva europea”. L’AnsaMed riporta le dichiarazioni del capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini, che ha ribadito l’impegno dell’Unione dei 28 rispetto all’Albania, dopo l’incontro con il premier albanese, Edi Rama, svoltosi di recente a Bruxelles. Durante la riunione si è parlato degli sviluppi politici nel Paese delle Aquile e delle riforme che l’Albania sta adottando, soprattutto dopo aver ottenuto lo status di Paese candidato tirana-4all’adesione lo scorso anno. L’alto rappresentante per la politica estera Ue, aggiunge l’Ansa rileva il “fermo impegno di Rama rispetto al cammino europeo dell’Albania, incluso il necessario lavoro di riforme. I due esponenti istituzionali hanno anche discusso della dimensione regionale e Mogherini ha espresso il proprio apprezzamento per i continui sforzi dell’Albania “per essere un partner costruttivo nella regione e oltre”. nonostante le recenti dichiarazioni del leader albanese sulla  spinosa questione storica della ‘Grande Albania’ e la riunificazione con il Kosovo.

 

Rama e il mito della Grande Albania

La comunità albanese a Torino e in Piemonte è molto forte e integrata pienamente da anni. Inizia da oggi – attraverso il nuovo link del Torinese, IL TIRANESE – la pubblicazione di notizie, opinioni e servizi giornalistici incentrati sui rapporti tra il Piemonte e il Paese delle Aquile, nello spirito di amicizia e interscambio culturale e sociale

 

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RASSEGNA STAMPA – Tratto da: Europae, rivista di affari europeiRAMA

Il 7 aprile il premier albanese, Edi Rama, durante un’intervista congiunta con il Ministro degli Esteri kosovaro, Hashim Thaci, ha definito “l’unione degli albanesi dell’Albania e del Kosovo inevitabile ed indiscutibile”. “Avverrà in funzione dell’UE” – ha aggiunto – “come un processo naturale e ben compreso da tutti, oppure come reazione alla cecità e alla pigrizia europea”. Ha poi proseguito dicendo di  voler “sfruttare tutte le opportunità che offre oggi la pace per unire realmente gli albanesi dal livello individuale a quello statale, dall’economia all’istruzione, dall’energia al turismo, dall’agricoltura al commercio, dalle infrastrutture e altro ancora, in modo che tutti gli albanesi siano parte dell’UE, e come tali si sentano più difesi e più sicuri, con pari dignità rispetto agli altri cittadini”. Quanto ai timori della Serbia sul ritorno della cosiddetta “Grande Albania”, Rama ha affermato che Belgrado “non può più trattare gli albanesi come cittadini di serie B: devono accettare il fatto che oggi gli albanesi sono una nuova realtà nei Balcani, nonché una forza decisiva per il futuro della regione”.

Le lotte per la Grande Albania

tiranaParole infuocate. Un’intervista che ha fatto molto discutere, dal momento che l’Albania è candidata all’ingresso nell’UE, ma a quanto pare ancora interessata, insieme al Kosovo, a ricomporre la diaspora albanese nel sogno mai sopito della “Grande Albania”. Un’idea politica che risale alla pace “di Santo Stefano” tra Russia e ottomani del 1878, che non considerò l’esistenza di una nazione albanese e spartì i territori formalmente controllati dagli ottomani tra Serbia, Montenegro e Bulgaria. Anche durante il Congresso di Berlino emerse la stessa tendenza: il Kosovo e la Macedonia tornarono sotto il dominio turco, la Grecia ottenne alcuni territori a nord, mentre il Montenegro ricevette alcune terre del nord dell’Albania. La risposta albanese a questa tendenza fu la costituzione della Lega di Prizren. Questo movimento già in vista del Congresso di Berlino aveva avanzato alcune rivendicazioni, tra cui la difesa dei territori albanesi inseriti nei progetti di espansione di Serbia, Montenegro e Bulgaria, la creazione di istituti scolastici per l’insegnamento dell’albanese, l’uso della lingua albanese nei pubblici uffici, la possibilità di eleggere un’assemblea rappresentativa e la creazione di una entità autonoma che riunisse i vilayet di Kosovo, Yannina, Monastir e Scutari. L’ultimo punto del programma delinea in forma embrionale il progetto di “Grande Albania”, proponendo per la prima volta l’unificazione degli albanesi in una cornice istituzionale unitaria. Le rivendicazioni furono però stroncate, nel 1881, dalla repressione ottomana che seguì l’annuncio della creazione di un governo provvisorio ed indipendente a Prizren.

L’Albania indipendente

Indipendenza solo rimandata. Dopo la prima guerra balcanica (ottobre 1912-maggio 1913), il governo ottomano preferì riconoscere l’indipendenza albanese (appoggiata dall’Impero Austro-Ungarico e dall’Italia) pur di impedire l’espansione territoriale della Serbia. In questo modo gli Asburgo e l’Italia evitavano che la Serbia conquistasse un accesso al mare e che l’influenza russa si allargasse.Il nuovo Stato albanese nacque però privo di una parte consistente dei territori abitati da albanesi: il Kosovo, la Valle di Preševo e la Macedonia occidentale divennero parte del Regno di Serbia, Malesija, Ulcinij, Krajina e Plav furono inglobate nel Montenegro, mentre la Çameria andò alla Grecia. Dalla rivendicazione di questi territori “irredenti” nacque l’idea della “Grande Albania”.

La Grande Albania oggi

Un’idea mai abbandonata nemmeno oggi: il terzo partito del Kosovo ad esempio, Vetëvendosje, persegue apertamente questo obiettivo,  che precedentemente rientrava tra quelli dell’Esercito di Liberazione del Kosovo (UCK). Le parole di Rama non rappresentano nulla di nuovo quindi, ma la sua retorica sciovinista ha comunque fatto discutere. Il premier serbo Vučić ha immediatamente ribattuto che l’intenzione di Rama non potrà mai realizzarsi. La stessa UE, impegnata come mediatrice nel dialogo per la normalizzazione delle relazioni tra Belgrado e Pristina, ha bacchettato Rama, ritenendo le sue dichiarazioni provocatorie ed inaccettabili: “i Paesi dei Balcani occidentali stanno progredendo nella strada verso l’integrazione europea”, ha commentato il portavoce dell’Alto Rappresentante “e quindi verso la cooperazione regionale, la riconciliazione ed il buon vicinato“. Se si è trattato soltanto di un passo falso dialettico, la bocciatura non si è dunque fatta attendere.

 

(www.rivistaeuropae.eu)

Granero, le donne e i brillanti

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granero2La storia di questo piemontese lanciato nel mondo è un bell’esempio di genialità e successo; vale la pena raccontarla a partire dagli esordi

 

Se è vero – come sosteneva Marilyn Monroe – che i brillanti (e per estensione i gioielli) sono i migliori amici di una donna, allora per una sorta di magica proprietà transitiva Fabrizio Granero è l’alleato che tutte vorremmo avere. Perché -partito da Pinerolo, tappa a Montecarlo, arrivato alle vette di Gstaad- oggi è il gioielliere più amato dal jet set internazionale ed i nomi più altisonanti di aristocrazia, industria, finanza e spettacolo, è a lui che si rivolgono se vogliono un gioiello unico, creato a misura della loro personalità. Dai principi di Monaco alla famiglia Douglas, da Liz Taylor a Joan Collins, passando per i Rossellini, i Sinatra, Sammy Davis Jr. e tanti altri. L’attenzione al dettaglio, la ricerca continua e il feeling con le clienti, sono gemme preziose del suo lavoro e dall’atelier (dove riceve solo su appuntamento) escono solo pezzi di alta manifattura e notevole raffinatezza. Come la sua ultima creazione -i cuori di Gstaad- gioiello personalissimo (e must have)  riservato esclusivamente ai proprietari di uno chalet nell’Olimpo delle Alpi Bernesi.

 

La storia di questo piemontese lanciato nel mondo è un bell’esempio di genialità e successo; vale la pena raccontarla a partire dagli esordi: «Dato che a scuola andavo maluccio, mia madre mi impose di fare qualcosa nella vita e di scegliere tra alcune opzioni: la gioielleria è quella su cui puntai, partendo subito per Valenza Po. Dopo 6 mesi vendevo già diamanti  molto importanti».

 

-Quando il primo scatto?

«La mia fortuna è stata quando amici di famiglia torinesi divorziarono e la signora volle disfarsi di tutti i gioielli che le aveva regalato il marito. Così, a 19 anni, mi sono trovato a trattare pezzi importantissimi, compresi diamanti da 20 carati».

 

-Perché all’inizio proprio Montecarlo?

«La mia famiglia andava a Cap d’Ail ed è li che ho trascorso le estati della mia infanzia. Ho sempre detto che poi sarei andato a vivere a Montecarlo, dove tra l’altro il clima non è niente male».

 

-La fama com’è arrivata?

«Ho fatto dei gioielli per clienti casuali; alcuni personaggi famosi li hanno visti e a loro volta mi hanno commissionato creazioni che abbiamo disegnato insieme. La mia musa-cliente è stata la principessa Caroline di Monaco che mi ha portato fortuna e presentato al mondo. Ancora oggi, in occasioni particolari, i Grimaldi mi chiedono di creare i gioielli adatti».

 

-Quanto è stato difficile diventare il gioielliere dell’elite internazionale?

«Direi che è stato casuale e non complicato. Fondamentale il passa parola. Uno dei primi è stato Roger Moore che mi ordinò dei gioielli per la moglie Luisa; poi lei mi presentò agli amici e così  ho iniziato a vendere dall’uno all’altro, a catena. Non ho mai dovuto fare pubblicità per promuovere il mio lavoro. E sono clienti come gli altri, forse perfino meno capricciosi».

 

– C’è qualche aneddoto che può raccontarci?

«Barbara, la moglie di Frank Sinatra, voleva un anello con diamante molto importante e chiesero consiglio anche a me, che allora avevo 24-25 anni. Ebbi l’idea di chiamare New York e fare tagliare un solitario con le misure corrispondenti alla sua data di nascita. Quando gli altri gioiellieri del mondo presentarono le loro creazioni, dissi che erano tutte molto belle, ma che nessuna avrebbe avuto le date che la rappresentavano, è così che scelsero la mia».

 

-Cosa può dirci di Liz Taylor, famosissima per le strepitose parure?

«L’ho conosciuta che aveva già tutti i gioielli del mondo; io gliene ho modificati alcuni. Quando era a Gstaad in vacanza le ho fatto anche un importante anello con zaffiro».

 

-Come sono nati i cuori di Gstaad?

«Un po’ come segno di gentilezza verso la città in cui abito da anni. Ho sempre trovato divertente l’arte locale del découpage ed  ho pensato di riprodurre sull’oro quello che altri fanno sulla carta. Ed ecco l’idea di creare un gioiello solo per i proprietari di chalet, personalizzandolo con la loro abitazione al centro di un paesaggio bucolico e inserendo elementi a scelta: dall’orso, simbolo araldico di Berna, agli animali di casa. Ogni ciondolo è diverso dall’altro e per non inflazionarli li creo solo per chi ha casa qui».

 

-Quindi sono simbolo di un certo lifestyle; ma lei fa solo gioielli dal costo proibitivo?

«No, anche perché la mia filosofia è che l’unicità di un gioiello non è dettata dal costo, ma da chi lo indossa. Recentemente ne ho creato uno da meno di mille euro, e le assicuro che non è inferiore ad altri. Comunque, neanche il jet set ama sprecare i soldi».

 

-Le sue pietre preferite?

«Quelle di colore, come zaffiri, rubini e smeraldi: sono più rare e particolari, hanno più charme, storia ed eleganza rispetto ai diamanti, che comunque uso molto».

 

-Gli errori da evitare quando si sceglie o si fa fare un gioiello?

«Intanto, farselo fare è già un passo avanti. Comprarlo è un’altra cosa. Ci sono clienti che chiedono “di chi è quello?” Ma il gioiello non è di qualcuno; se non fa parte della personalità di chi lo porta, è un errore. Quindi no all’omologazione. E quando si vede arrivare prima il gioiello della persona, c’è qualcosa che non va».

 

– Qualche buona regola da seguire?

«Un po’come per gli abiti, occorre dosare in modo adeguato all’occasione. I gioielli sono importanti, devono brillare e vedersi, sono fatti per quello e ci devono essere; ma non sempre e non è detto che stiano bene a chiunque. Non c’è una regola generale».

 

-Come si sfugge all’omologazione?

«Scegliendo oggetti che non siano solo questione di prezzo, ma che abbiano dentro anche qualcosa di chi li possiede. E’ una questione di buon gusto; oggi molte persone preferiscono non comprare una borsa o un gioiello che hanno tutti».

 

-Le sue soddisfazioni più grandi?

«In realtà mi muovo in un mondo molto particolare, occorre cautela: da un lato, c’è il desiderio e l’orgoglio di mostrare quello che si crea; dall’altro, l’obbligo alla discrezione che vieta di dire a chi si è venduto il gioiello. Ma le soddisfazioni non mancano; per esempio un anno fa, su un giornale italiano, è apparso un personaggio che indossava una mia creazione fatta 25 anni prima e per me è stata un’enorme gratificazione».

 

-Consigli per i giovani che vogliono intraprendere e percorrere la sua strada?

«Ormai è tutto molto standardizzato e la maggior parte del lusso si fabbrica in Cina e India; io sostengo che il vero lusso non può essere quello. E’ importante imparare da chi conosce bene il mestiere e poi andare oltre: non copiare, non accontentarsi mai, lavorare sulle proprie idee, magari anche sbagliando».

 

-Lei come e a cosa sta lavorando?

«Ho un laboratorio privato con 4 dipendenti, mentre per alcuni lavori particolari mi avvalgo  di collaboratori a Valenza e Ginevra. Ho appena fatto un girocollo di zaffiri molto importante e sto pensando ad una collana incassata a tubo. La mia è una continua ricerca: da 3 settimane lavoro allo snodo di un orecchino che abbia la parte alta fissa, e la possibilità di agganciare facilmente vari pendenti, a seconda delle occasioni».

 

-Immagino che la sua clientela non senta la crisi, ma arabi e russi come si regolano?

«Effettivamente il gioiello importante  non conosce battute d’arresto. Ho 3-4 clienti arabi estremamente raffinati, per niente problematici; anzi dal loro buon gusto imparo molto. Invece  i russi sono attaccati alla griffe; per loro conta il nome famoso che etichetta ed è fondamentale che gli altri sappiano quanto hanno speso».

 

-In definitiva, i gioielli cosa aggiungono alle donne?

«Una donna ha già molto di suo; il gioiello, se ben fatto, dà luminosità, vita ed éclat».

 

-E quando lei crea un gioiello a cosa pensa?

«Alla persona che lo indosserà: a cosa dovrebbe o potrebbe portare, e darle un qualcosa di più».

 

Laura Goria

 

-I gioielli realizzati da Fabrizio Granero sono  distribuiti in esclusiva da KUNTA SA

www.kuntaluxury.com

 

 

Quattro piani e 10 mila metri: ecco l'Egizio

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egizio nnegizio llEvelina Christillin: “Siamo felici di esserci riusciti.Ora abbiamo un mese per offrire al pubblico dell’Expo un museo perfettamente fruibile”

 

Riapre dopo tre anni di ristrutturazioni il Museo Egizio di Torino, nel suo  nuovo allestimento da  50 milioni di euro. Inaugurato dal ministro per i  Beni Culturali Dario Franceschini, il più famoso museo torinese nel mondo  metterà in mostra nuovi tesori, come gli affreschi di fine ’700 della Galleria dei Sarcofagi. La superficie del museo sarà quasi raddoppiata e occuperà 10 mila metri quadrati su quattro piani collegati da un sistema di scale mobili che richiamano un simbolico percorso di risalita del Nilo. E’ stato ideato dallo scenografo Dante Ferretti, già autore del coreografico Statuario del piano terra.  

 

Tra le novità più curiose previste, la possibilità di girare per le sale del museo con un tablet o uno smartphone alla mano per tradurre in tempo reale i geroglifici. Il nuovo Egizio è “un grande traguardo” raggiunto “rispettando tempi e costi”, dice la presidente Evelina Christillin. “Siamo felici di esserci riusciti.Ora abbiamo un mese per offrire al pubblico dell’Expo un museo perfettamente fruibile”. Il sindaco Piero Fassino ha espresso la propria soddisfazione per il rispetto dei tempi del cronoprogramma di realizzazione dei lavori di ristrutturazione.Il direttore Greco: “Oggi il museo cessa di essere un cantiere e inizia ad essere quello che deve essere: un museo. Siamo la seconda collezione al mondo, ma non il secondo museo. Dobbiamo fare ricerca e la ricerca è fatta di persone, per questo voglio ringraziarle una ad una”.

 

(Foto: il Torinese)

 

Una "San Giuseppe" di successo

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Per tutta la durata dell’evento un afflusso costante di pubblico

 

E’ calato alle 21 di domenica il sipario sull’edizione numero sessantanove della Mostra regionale di San Giuseppe che si è svolta, a partire da venerdì 13 al Quartiere fieristico della Cittadella. E anche in questo fine settimana come nel precedente c’è stato un afflusso tale da costringere, sia pure una sola volta, intorno alle 17.30 di domenica, a bloccare il flusso dei visitatori. Carlo Manazza, di Manazza Gefra Srl di Cassolnovo (Pavia) società specializzata nel settore fieristico che ha organizzato la Mostra rileva, con soddisfazione come “Questa edizione sia stata un successo e la conferma della formula vincente degli ultimi anni, con l’ingresso libero ed il percorso a giorni alterni. Lo ha dimostrato l’afflusso continuo sin dalla sera dell’inaugurazione, proseguito per tutte le serate, con i picchi del primo fine settimana, quando domenica 15 si è dovuto provvedere per ben sedici volte al fermo temporaneo degli ingressi e di questo fine settimana, dove comunque è stato notevole”. A dimostrazione dell’eco che la Mostra h ormai anche al di fuori del Monferrato Casalese e della provincia di Alessandria, nei giorni scorsi sono giunte all’Ufficio Fiera molte richieste provenienti dalla Lomellina, dall’Astigiano, dal Vercellese ed anche dal Novarese. Tutti i settori merceologici hanno dato il loro contributo alla riuscita di un evento che ormai costituisce una vetrina che va al di là del Casalese, e – come ogni anno – il pubblico si è soffermato nell’area riservata all’enogastronomia, locale e nazionale, arricchita dalla presenza degli stand della Regione Siciliana. Positiva è stata la anche la partecipazione agli eventi collaterali, altro elemento di arricchimento della manifestazione fieristica, che hanno occupato tutte le sere senza interruzioni l’area eventi, dove sono state collocate le 150 fotografie di Pier Giuseppe Bollo che con il suo grandangolo ha colto il Monferrato in aspetti che possono davvero essere una stupenda carta di presentazione per Expo o l’Unesco. Tra le manifestazioni, oltre ai momenti musicali, al convegno sul Controllo di vicinato (cui hanno preso parte diversi amministratori monferrini e non), alla rappresentazione della Bella e la Bestia a cura della comogania Giovani Artisti, alle due partecipate iniziative della Croce Rossa, presente in forza all’evento, una menzione particolare la  merita quella a cura della sezione casalese dell’Ana e dell’Istituto superiore Balbo sui “Il papà e la famiglia nella Grande Guerra” che ha registrato un pienone come si era visto rare volte. E insieme alla San Giuseppe si è conclusa la 21 edizione di Arteinfiera curata dall’artista e critico Piergiorgio Panelli, con un ricordo positivo sia dal punto di vista qualitativo dei 12 artisti scelti che dall’affluenza del pubblico tra i quali molti  giovani. Gli invitati di questa edizione intitolata “Quasi energia” hanno regalato veramente un ‘energia contaminante di creatività usando linguaggi diversi dall’espressionismo di Michele Tammaro, all’informale luminoso dello stesso Panelli, all’installazione eclatante e filosofica di Saldì, alla gestualità di Andrea Pollastro, alla raffinata matericità di Iris Devasini. Le fotografie poetiche di Igor Furlan, l’opticall art sofisticata di Massimo Salvadori, l’iperrealismo di Giulia Savino e quello di Livio Degiovanni, l’energia di Giada Ronci, l’onirico di Simone Murru, l’astrattismo di giuliano Mangani, la plasticità di giorgio Grosso. Positiva e graditissima è stata, infine, Casale Comics 10, la decima edizione dedicata agli eroi di carta della Sergio Bonelli Editore, allestita dallo staff di Monferrato Eventi con la supervisione di Luigi Corteggi “Cortez”, art director della casa editrice milanese. E proprio “Cortez” è stato il protagonista, insieme ai tre disegnatori presenti domenica in Mostra, Claudio Villa, Pasquale del Vecchio ed Alessandro Picinelli, di una grande giornata di creazioni dal vivo, che hanno trovato un grande apprezzamento da parte del pubblico.