
Un’orchestra di livello costituita da 40 elementi underground 30, una start up per cambiare musica
La giovane orchestra Polledro ha appena inaugurato, il 22 ottobre scorso, al Piccolo Regio la sua nuova stagione musicale, con un programma incentrato su musiche di Mozart, Schubert e Beethoven. Il secondo concerto è in programma giovedì 19 novembre prossimo alle 21, al Conservatorio Giuseppe Verdi, con un programma d’eccezione, costituito dalla Sinfonia n. 39 in mi bemolle maggiore K. 543 di Wolfgang Amadeus Mozart e dalla Sinfonia n. 3 op. 55 “Eroica” di Ludwig van Beethoven. A dirigere sarà il maestro Gilberto Serembe. È sicuramente unica nel panorama italiano un’orchestra come la Polledro che vanta ben quaranta musicisti under 30 di livello e bravura.
“L’Orchestra Giovanni Battista Polledro – spiega il suo direttore stabile, il maestro Federico Bisio – nasce per volontà dell’omonima associazione, che si configura come una vera e propria start-up, capace di offrire una qualificata occasione di lavoro a quaranta giovani musicisti. L’orchestra è nata come una sfida, nel 2012, da parte di un moderno mecenate, che ha scelto di scommettere sul rapporto tra musica classica e giovani, riaffermando, già a partire dal nome, un forte legame con la tradizione musicale del territorio piemontese. L’orchestra, infatti, si intitola all’ultimo grande rappresentante della scuola violinistica piemontese, Giovanni Battista Polledro, protagonista della rinascita dell’attività musicale torinese, all’indomani dell’epoca napoleonica”.
“Sì tratta – aggiunge il maestro Bisio – di una figura simbolica cui ispirarsi per costruire una realtà che sia capace di conquistarsi un ruolo originale nel panorama italiano, diffondendo la passione per la musica con un repertorio di accostamenti mai banali. A tre anni dalla sua fondazione, risulta una formula molto ben riuscita di mecenatismo culturale privato, aperto al dialogo con le pubbliche istituzioni e capace di dimostrare come la musica possa essere una professione proiettata nel futuro. Il progetto “Play the youth” sottolinea come freschezza, curiosità e entusiasmo siano i motori di questa dinamica realtà artistica. L’orchestra vanta, infatti, un repertorio molto ampio, che si estende dai capolavori del barocco a quelli del Novecento, ed è anche impegnata nella diffusione della musica sacra collaborando con cori del territorio.
Mara Martellotta









Antropologia criminale viene più che altro attaccato a causa della collezione anatomica esposta (all’interno della collezione sono presenti i resti di alcuni briganti, tra cui appunto Villella) e a causa delle teorie sostenute all’epoca da Lombroso, considerate da Iannantuoni e dai suoi seguaci offensive e discriminatorie per le persone originarie dell’Italia centro-meridionale. Fino ad oggi i rappresentanti del museo (tra cui il direttore scientifico Silvano Montaldo e la responsabile dell’archivio storico, Cristina Cilli) non si erano ancora esposti pubblicamente, preferendo semplicemente difendersi dalle accuse e continuando il più tranquillamente possibile il proprio lavoro. È stato il polverone suscitato dalla grafica torinese Chiara Ascheri e dalla sua raccolta firme per tenere aperte le porte del Museo (ad oggi la contro-petizione conta circa 7mila adesioni), a far sì che anche i rappresentanti del polo di antropologia criminale esponessero pubblicamente la propria posizione, diffondendo e aderendo anche loro alla petizione dell’Ascheri.
la “restituzione” dei resti di Villella (l’udienza è prevista per il 5 aprile 2016), qualche tempo fa il direttore scientifico Silvano Montaldo è stato addirittura denunciato con l’accusa di vilipendio di cadavere.
visitatore gli strumenti concettuali per comprendere come e perché questo personaggio così controverso formulò la teoria dell’atavismo criminale e quali furono gli errori di metodo scientifico che lo portarono a fondare una scienza poi risultata errata[…] Il Museo torinese che, con attenzione, con rispetto e con la pietas dovuta ad ogni individuo, ne conserva il cranio, ha inserito nella sua mission << l’impegno di negare la teoria dell’atavismo criminale e di mettere in evidenza gli errori di metodo che portarono Lombroso a fondare una scienza poi risultata errata>>. E aggiungono : “La restituzione dei resti, operazione per altro non consentita dall’attuale Codice dei Beni Culturali, disperderebbe del tutto una memoria, certamente dolorosa, che fa parte della travagliata storia del nostro paese”. 





Nel Paese delle Aquile sono pieni di voglia di vivere e assaporano la liberta’, che sanno bene cosa vuol dire dopo 50 anni di durissima dittatura comunista