Nuova stagione per la giovane Orchestra Polledro diretta dal maestro Bisio

polledro

Un’orchestra di livello costituita da 40 elementi underground 30, una start up per cambiare musica

 

La giovane orchestra Polledro ha appena inaugurato, il 22 ottobre scorso, al Piccolo Regio la sua nuova stagione musicale, con un programma incentrato su musiche di Mozart, Schubert e Beethoven. Il secondo concerto è in programma giovedì 19 novembre prossimo alle 21, al Conservatorio Giuseppe Verdi,  con un programma d’eccezione,  costituito dalla Sinfonia n. 39 in mi bemolle maggiore K. 543 di Wolfgang Amadeus Mozart e dalla Sinfonia n. 3 op. 55 “Eroica” di Ludwig van Beethoven. A dirigere sarà il maestro Gilberto Serembe.  È sicuramente unica nel panorama italiano un’orchestra come la Polledro che vanta ben quaranta musicisti under 30 di livello e bravura.

 

“L’Orchestra Giovanni Battista Polledro – spiega il suo direttore stabile, il maestro Federico Bisio – nasce per volontà dell’omonima associazione, che si configura come una vera e propria start-up, capace di offrire una qualificata occasione di lavoro a quaranta giovani musicisti. L’orchestra è nata come una sfida, nel 2012, da parte di un moderno mecenate, che ha scelto di scommettere sul rapporto tra musica classica e giovani, riaffermando, già a partire dal nome, un forte legame con la tradizione musicale del territorio piemontese.  L’orchestra,  infatti, si intitola all’ultimo grande rappresentante della scuola violinistica piemontese, Giovanni Battista Polledro, protagonista della rinascita dell’attività musicale torinese, all’indomani dell’epoca napoleonica”.

 

“Sì tratta – aggiunge il maestro Bisio – di una figura simbolica cui ispirarsi per costruire una realtà che sia capace di conquistarsi un ruolo originale nel panorama italiano, diffondendo la passione per la musica con un repertorio di accostamenti mai banali. A tre anni dalla sua fondazione, risulta una formula molto ben riuscita di mecenatismo culturale privato, aperto al dialogo con le pubbliche istituzioni e capace di dimostrare come la musica possa essere una professione proiettata nel futuro. Il progetto “Play the youth” sottolinea come freschezza, curiosità e entusiasmo siano i motori di questa dinamica realtà artistica. L’orchestra vanta, infatti, un repertorio molto ampio, che si estende dai capolavori del barocco a quelli del Novecento, ed è anche impegnata nella diffusione della musica sacra collaborando con cori del territorio.

 

Mara Martellotta

L'INCHIESTA DEL "TORINESE" SULLE PROSPETTIVE CULTURALI DELLA CITTÀ

 

Vanellibiffi gentili fototorino 2015 23mole vittorioLa percezione della città agli occhi dei torinesi, dell’Italia e del mondo e’ completamente cambiata: non solo una realtà industriale e produttiva, ma anche una metropoli apprezzata per il proprio patrimonio architettonico, artistico, paesaggistico ed enogastronomico di qualità . Tutto ciò ha concorso in qualche modo a rendere meno severi gli effetti della crisi economica e sociale di Torino e del Piemonte nell’ultimo decennio

 

A partire dalla metà degli anni ’90 Torino ha iniziato un percorso di riconversione della sua immagine: da città grigia legata esclusivamente all’industria  ad una metropoli dal volto più accogliente , consapevole della sua storia e della sua bellezza .  La città doveva trovare delle opportunità alternative a fronte della ormai prevista crisi dell’industria dell’auto e ciò fu possibile grazie alla straordinaria stagione di concordia istituzionale tra i governi nazionale, regionale e municipale che,  se pur di colore politico differente , hanno collaborato per raggiungere obbiettivi comuni. Nel recupero del patrimonio storico e culturale si sono avviate e realizzate importanti trasformazioni nel territorio , come ad esempio il superlativo recupero della Reggia di Venaria, ed inoltre sono stati promossi con grande successo la Fiera del Libro, il Salone del Gusto, i Giochi Olimpici Invernali 2006, Torino World Design Capital, le celebrazioni dell’Unita’ d’Italia e i grandi rinnovamenti urbanistici come la metropolitana e il passante ferroviario. Con questi mutamenti la percezione della città agli occhi dei torinesi, dell’Italia e del mondo e’ completamente cambiata: non solo una realtà industriale e produttiva, ma anche una metropoli apprezzata per il proprio patrimonio architettonico, artistico, paesaggistico ed enogastronomico di qualità . Tutto ciò ha concorso in qualche modo a rendere meno severi gli effetti della crisi economica e sociale di Torino e del Piemonte nell’ultimo decennio. Su questi temi,  il Torinese ha avviato un’inchiesta sulla situazione attuale e sulle prospettive di rilancio dell’azione pubblica e privata per la valorizzazione culturale e turistica della nostra città e del nostro territorio . Su questo, abbiamo incontrato  Alberto Vanelli (a sinistra nella foto in alto), uno dei protagonisti di questa trasformazione della città , già dirigente dei Beni Culturali della Regione Piemonte e direttore della Reggia di Venaria, che alla luce degli importanti e ambiziosi risultati raggiunti ci ha illustrato il suo punto di vista. Ecco il link all’intervista:

 

http://www.iltorinese.it/vanelli-generazione-imprenditori-creativi-per-aumentare-pil-torino-culturale/

 

Dopo Vanelli abbiamo intervistato Enzo Biffi Gentili (a destra nella foto in alto) , che da decenni si occupa di mostre e iniziative culturali di livello. Dal 2000 è l’anima del Miaoo, il Museo Internazionale delle Arti Applicate, in via Maria Vittoria 5,  nel complesso monumentale di San Filippo Neri:

 

http://www.iltorinese.it/biffi-gentili-torino-cultura-tradita-dibattito-langue-proliferanio-i-fabbriconi-costosi/

 

L’inchiesta proseguirà nei prossimi giorni con altre interviste. Attendiamo anche proposte, commenti e interventi da parte dei nostri lettori

 

IL TORINESE

A CASELLE PRIMO VOLO TORINO-CASABLANCA CON ROYAL AIR MAROC

caselle ram

Il collegamento serve la comunità marocchina presente in Piemonte (tra le più numerose d’Italia con oltre 60mila cittadini residenti, circa la metà nella sola provincia di Torino

 

E’ atterrato sulla pista di Caselle alle ore 10.27 in punto  il primo volo Torino-Casablanca della compagnia aerea Royal Air Maroc, ripartito poi  alle 11.50 alla volta della città marocchina. Nel primo giorno di operatività il collegamento ha registrato un Load Factor superiore all’80%. Il volo è attivo ogni martedì, giovedì e sabato. Da Torino è possibile, attraverso l’hub di Casablanca, volare nel resto del Marocco e nell’Africa  Subsahariana. 

 

Il collegamento serve la comunità marocchina presente in Piemonte (tra le più numerose d’Italia con oltre 60mila cittadini residenti, circa la metà nella sola provincia di Torino) e le altre comunità africane residenti in regione, oltre che tutti coloro che viaggiano per motivi di business e di turismo. 

 

Ecco le e tariffe: Casablanca da 143 Euro A/R tasse incluse con bagaglio gratis fino a 23 kg.
Africa Subsahariana da 480 Euro A/R tasse incluse con bagaglio gratis fino a 46 kg.

 

Da 55 anni sul mercato, Royal Air Maroc vanta una flotta moderna (età media 7 anni). E’ tra le migliori compagnie operanti sull’Africa Subsahariana ed ha ottenuto il riconoscimento 4-Star Airline SkyTrax 2015. L’attuale  network collega cinque continenti.

Vittorio Amedeo II contro il parcheggio interrato

micca pietro sfilatamicca pietro sfilata2

La proposta, che il Comitato Pietro Micca ribadisce, è il blocco totale del cantiere e la creazione di un Parco Archeologico

 

Torino è forse tornata ai tempi della Guerra di successione del trono di Spagna, quando, regnante Vittorio Amedeo II, venne salvata dall’invasione francese dall’eroico gesto del biellese Pietro Micca ? Per carità non è così ma c’è una serie di circostanze che potrebbero dare a pensare. Sabato il Comitato Pietro Micca ha manifestato , supportato dalla presenza di alcuni tra i più importanti Gruppi storici militari del Piemonte, sotto il comando di “Vittorio Amedeo II” contro il parcheggio interrato che il Comune di Torino intenderebbe costruire in mezzo alle Galleria della Cittadella sotterranea, in piena area archeologica, assolutamente importante per la storia e l’identità di Torino.

 

La proposta, che il Comitato Pietro Micca ribadisce,è il blocco totale del cantiere la creazione di un Parco Archeologico Pietro Micca che raccordi il Mastio, il Museo Pietro Micca, il Pastiss ed i nuovi ritrovamenti, attraverso la ricostruzione di quanto era stato abbattuto all’inizio dell’anno. Durante la manifestazione, che è stata molto partecipata e che ha attraversato tutto il centro storico, sono stati distribuiti migliaia di volantini per informare cittadinanza e turisti di tutto questo e per cercare di salvare e valorizzare un pezzo della storia della prima capitale d’Italia e della capitale del Piemonte

 

Massimo Iaretti

Il Museo Lombroso da luogo di cultura a campo di battaglia

lombroso logoDa oltre un mese sostenitori e detrattori del polo, si stanno sfidano a colpi di firme sul portale Change.org, dando vita a una vera e propria guerra di petizioni, avente come focus della questione la chiusura o meno del Museo dedicato all’ antropologo-criminologo più famoso di sempre

 

Nonostante il trascorrere dei giorni, la polemica che ormai da mesi si sta sviluppando intorno al museo di Antropologia criminale di Torino sembra non volersi proprio arrestare. Può un museo, luogo di cultura e di conoscenza, trasformarsi, anche se virtualmente, in un vero e proprio campo di battaglia? Ebbene sì, perché questo è proprio quello che sta succedendo ormai da tempo al Museo Cesare Lombroso. Da oltre un mese sostenitori e detrattori del polo, si stanno sfidano a colpi di firme sul portale Change.org, dando vita a una vera e propria guerra di petizioni, avente come focus della questione la chiusura o meno del Museo dedicato all’ antropologo-criminologo più famoso di sempre. Il Museo di Antropologia criminale dell’Università di Torino, riallestito e aperto al pubblico nel 2009, presenta la figura di Lombroso tramite una lettura bifocale della sua attività scientifica: viene sì rappresentata l’importanza del percorso dello scienziato nella storia della ricerca medica e della criminologia, ma viene anche messo l’accento sugli errori di metodo e di interpretazione utilizzati dallo stesso, soprattutto per quanto riguarda la sua teoria dell’atavismo criminale.museo lombroso 23

 

 

Ideatore e promotore della petizione “Chiudiamo il Museo Lombroso” è Domenico Iannantuoni, ingegnere pugliese conosciuto per aver fondato nel 2010 il “Comitato No Lombroso” e nel 2004 l’Associazione “Per il Sud” diventata poi in seguito un partito politico.Il Comitato No Lombroso, che porta avanti la sua battaglia contro il museo dal 2010 – ricordiamo che il Comune calabrese di Motta Santa Lucia insieme al Comitato hanno indetto una causa per ottenere la restituzione delle spoglie del famoso brigante Giuseppe Villella- con l’ultima petizione ha raccolto più di 10mila firme, accaparrandosi consensi un po’ in tutta Italia, soprattutto tra le file dei Neoborbonici. Additato come “fossa comune dei briganti” o peggio ancora come “museo razzista”, il polo di lombroso teschioAntropologia criminale viene più che altro attaccato a causa della collezione anatomica esposta (all’interno della collezione sono presenti i resti di alcuni briganti, tra cui appunto Villella) e a causa delle teorie sostenute all’epoca da Lombroso, considerate da Iannantuoni e dai suoi seguaci offensive e discriminatorie per le persone originarie dell’Italia centro-meridionale. Fino ad oggi i rappresentanti del museo (tra cui il direttore scientifico Silvano Montaldo e la responsabile dell’archivio storico, Cristina Cilli) non si erano ancora esposti pubblicamente, preferendo semplicemente difendersi dalle accuse e continuando il più tranquillamente possibile il proprio lavoro. È stato il polverone suscitato dalla grafica torinese Chiara Ascheri e dalla sua raccolta firme per tenere aperte le porte del Museo (ad oggi la contro-petizione conta circa 7mila adesioni), a far sì che anche i rappresentanti del polo di antropologia criminale esponessero pubblicamente la propria posizione, diffondendo e aderendo anche loro alla petizione dell’Ascheri.

 

Da quando nel 2009 il Museo Cesare Lombroso ha aperto le porte a studenti, visitatori e turisti, i suoi rappresentanti ed il museo stesso, sono stati oggetto di polemiche e di accuse da parte del Comitato “No Lombroso” e del suo maggiore esponente : oltre alla causa ancora in corso per lombroso museo 1la “restituzione” dei resti di Villella (l’udienza è prevista per il 5 aprile 2016), qualche tempo fa il direttore scientifico Silvano Montaldo è stato addirittura denunciato con l’accusa di vilipendio di cadavere.Insomma una situazione ben poco piacevole che però,nonostante i grossi disagi creati allo “staff”, sembra non aver danneggiato la credibilità del Museo e di conseguenza la sua affluenza di visitatori, continuando a far mantenere una media annua (solo del Museo Lombroso escluso il museo di Anatomia) di circa 35mila persone tra turisti e torinesi.

 

Di questa situazione si sono occupati anche l’ICOM Italia (International Council of Museums) e il Comitato per l’Etica di ICOM, che dopo essere stati interpellati dal Comitato “No Lombroso” si sono espressi a favore del Museo dichiarando quanto segue: “Il nuovo allestimento vuole fornire al lombrosovisitatore gli strumenti concettuali per comprendere come e perché questo personaggio così controverso formulò la teoria dell’atavismo criminale e quali furono gli errori di metodo scientifico che lo portarono a fondare una scienza poi risultata errata[…] Il Museo torinese che, con attenzione, con rispetto e con la pietas dovuta ad ogni individuo, ne conserva il cranio, ha inserito nella sua mission << l’impegno di negare la teoria dell’atavismo criminale e di mettere in evidenza gli errori di metodo che portarono Lombroso a fondare una scienza poi risultata errata>>. E aggiungono : “La restituzione dei resti, operazione per altro non consentita dall’attuale Codice dei Beni Culturali, disperderebbe del tutto una memoria, certamente dolorosa, che fa parte della travagliata storia del nostro paese”. Le dichiarazioni del Consiglio Direttivo dell’ICOM Italia, sembrerebbero lasciar intendere che le porte del Museo Lombroso possano e anzi debbano continuare a restare aperte, ma Iannantuoni e i suoi sostenitori hanno già fatto sapere che non si daranno per vinti e che continueranno la loro battaglia.

lombroso2

Sinceramente ci viene da dire che far chiudere un Museo che rappresenta e racconta una parte della storia del nostro Paese e non solo (le teorie di Lombroso sono conosciute in tutto il mondo) sia pressoché assurdo. Cesare Lombroso era figlio del suo tempo e così anche le sue teorie ed il suo metodo scientifico. Se si dovesse fare un processo a posteriori a tutti quei filosofi, scienziati, medici che nel corso della loro vita hanno in qualche modo leso la dignità del prossimo, probabilmente tantissimi nomi illustri e conosciuti sparirebbero dai nostri libri di storia. Lasciamo al Museo di Antropologia criminale dell’Università di Torino il suo ruolo di “museo”. Razzismo e discriminazione si possono e si devono necessariamente combattere; accanirsi contro un esponente del Positivismo e contro le sue teorie superate e smentite non rappresenta sicuramente il modo migliore per contrastare questi tristi fenomeni.

 

Simona Pili Stella

Il Museo del Cinema dedica una vetrina a Mario Celso, imprenditore valsusino

È stato l’inventore di uno strumento per raddrizzare la corrente e eliminare lo sfarfallio sullo schermo cinematografico

film cinema

Il Museo Nazionale del Cinema ha dedicato una vetrina permanente, inaugurata lo scorso 14 ottobre, a Mario Celso. Si tratta di un personaggio particolarmente noto ai Valsusini, perché fondatore della Irem, Industria Raddrizzatori Elettromeccanici, da anni leader nel mondo in questo settore. Ma forse non tutti sanno che è proprio questo imprenditore a dare un importante contributo all’innovazione tecnologica applicata al cinema, tanto da meritarsi,  nel 1992, il Premio Oscar Scientific and Technical Award “per il suo lavoro pionieristico nel progetto,  nello sviluppo e nella produzione di apparecchi per l’alimentazione degli archi a carbone, delle lampade Xenon e per gli accenditori usati nella produzione cinematografica”.

 

Nato a  Sant’Antonino di Susa nel 1917, lavorò come fresatore e aiuto recordista,  conoscendo famosi registi quali Goffredo Alessandrini e stringendo amicizia con Mario Soldati. Appassionato fin da ragazzo di elettrotecnica e di cinema, verso la fine degli anni Quaranta riuscì a concretizzare il suo sogno giovanile realizzando il primo raddrizzatore elettromeccanico per archi a carbone utilizzato per le proiezioni cinematografiche. Da questo primo raddrizzatore nascerà un linea completa di prodotti dedicata all’alimentazione e accensione delle lampade a scarica a gas. Dopo la seconda guerra mondiale iniziò la sua carriera imprenditoriale fondando la Irem e brevettando diverse apparecchiature tecnologicamente innovative.

 

A Mario Celso è anche stata intitolata, con una cerimonia tenutasi il 31 maggio del 2013, la nuova centrale idroelettrica Enel di Bardonecchia Rochemolles.  Infatti proprio il fondatore di Irem, con l’obiettivo di produrre energia pulita,  si è anche impegnato nella produzione di piccole turbine idroelettriche per produrre energia dall’acqua,  fonte rinnovabile e facilmente reperibile sul territorio della Val di Susa. Con la passione che ha sempre contraddistinto la sua intera esistenza, ha seguito personalmente la progettazione e l’installazione delle prime turbine idroelettriche,  facendo attenzione ad ogni piccolo dettaglio e studiando le soluzioni più idonee ed efficaci rispetto alla necessità di consumo ed alle caratteristiche del territorio. 

 

Oggi le microcentrali idroelettriche prodotte dalla Irem sono installate in tutto il mondo. L’impianto idroelettrico di Bardonecchia  è entrato in funzione nel 1921. La produzione avviata da Mario Celso, nei decenni, si è, così, arricchita con l’introduzione degli stabilizzatori a pressione, e, a partire dalla fine degli anni Ottanta, Irem ha presentato sul mercato una nuova gamma di prodotti destinati a ottimizzare la gestione degli impianti di illuminazione. Oggi, dopo il conferimento,  nel 1992 a Los Angeles,  del Premio Scientific and Technical Award,  giunge un nuovo importante riconoscimento da parte del Museo del Cinema di Torino. In collaborazione con la famiglia Celso, il Museo ha deciso di dedicare una vetrina a Mario Celso. Accanto alle foto e ai documenti realtivi alla cerimonia di premiazione dell’Oscar sono esposti i diversi modelli delle invenzioni di questo imprenditore valsusino, a partire dal primo  esemplare datato 1946 fino a quello elettronico per lampade allo Xenon, in uso oggi.

 

 Mara Martellotta

INTRAPPOLA.TO AD HALLOWEEN: DETECTIVE PER UN’ORA

INTRAPPOLA.TO

Rinchiusi in una cella semi-buia, piena di enigmi con soli 60 minuti per risolverli e fuggire…

 

Avete impegni per la notte di Halloween? Se amate il mistero e gli enigmi, che siate in famiglia o con gli amici, il posto giusto dove festeggiare la notte più mostruosa dell’anno è sicuramente la cantina di Intrappola.to! La squadra (da due a sei giocatori) si ritrova chiusa in una stanza, buia e misteriosa, e ha un’ora di tempo per scoprire indizi, identificare codici, risolvere combinazioni e aprire un lucchetto dopo l’altro per tentare di riconquistare la libertà. Il gioco, tutto adrenalina, intuizione e cervello, consiste nell’entrare e, accompagnati dall’inesorabile scorrere del tempo, concentrarsi per risolvere una serie di enigmi e di giochi di logica e osservazione.Non possiamo anticiparvi molto ma non venite mascherati…Quando uscirete non sarete più gli stessi!!!  

 

Si chiama Intrappola.TO e nasce sul modello straniero delle Escape Room, i giochi di fuga che hanno già conquistato l’Europa e gli Stati Uniti. Rinchiusi in una cella semi-buia, piena di enigmi con soli 60 minuti per risolverli e fuggire…. A metà tra una caccia al tesoro, un gioco di ruolo dal vivo ed una scena di Saw- L’enigmista (senza sangue però!), Intrappola.TO è il nuovo format di gioco che fa impazzire tutti, adulti e bambini.

 

Torino, Milano, Rimini e Genova sono le città in cui poter divertirsi con gli enigmi e i rompicapi dell’Escape Room più apprezzato del momento. Già più di 10.000 persone hanno giocato a questa avvincente sfida; e non è un caso che, secondo gli utenti di Tripadvisor, a Torino, per esempio, il gioco di fuga di Intrappola.To sia al terzo posto nella classifica delle attrazioni più importanti e consigliate della città. Sono già in programma le aperture di Venezia, Roma e Brescia; un successo travolgente che sta contagiando moltissime altre città (persino a Los Angeles e alle Canarie).

 

L’esperienza è coinvolgente, inquietante, appassionante, assolutamente divertente. La squadra (da due a sei giocatori) che si ritrova chiusa in una stanza, ha un’ora di tempo per scoprire indizi, identificare codici, risolvere combinazioni e aprire un lucchetto dopo l’altro per tentare di riconquistare la libertà. Il gioco, tutto adrenalina, intuizione e cervello, consiste nell’entrare e, accompagnati dall’inesorabile scorrere del tempo, concentrarsi per risolvere una serie di enigmi e di giochi di logica e osservazione.

 

I giocatori sono soli sin dal loro arrivo, e forse questa è una delle caratteristiche che rendono Intrappola.TO diverso da tutti i giochi che avete provato sino ad ora. La porta di ingresso è anonima, niente c’è reception né accoglienza, solo un codice di ingresso inviato via mail dopo l’iscrizione on line. Tutti possono giocare e da 6 a 99 anni nessuno esce deluso: gruppi di amici, addii al celibato e nubilato, famiglie e colleghi di lavoro… chi ha già provato ha un solo obiettivo…Ritornare! Perché il gioco è complesso, gli enigmi sono tanti e la probabilità di risolverli tutti al primo tentativo oscilla attorno al 2%.

 

Iscriversi per giocare a Intrappola.TO è semplice. Basta compilare il form on line su www.intrappola.to.

 

Il costo per ogni sessione di gioco è di € 60 a squadra ed è possibile iscriversi per giocare in una stanza oppure, per gruppi più numerosi, in due contemporaneamente, per sfide sempre più complesse e adrenaliniche.

Agenda Piemonte a Carmagnola

carmagnola 2 

“Perché proporre oggi il piemontese, quando alle porte bussano il cinese e l’inglese”

 

Carmagnola, nel cuore del “vecchio Piemonte” ospita domenica 25 ottobre, alle ore 16, nella Biblioteca civica, un importante appuntamento. Si tratta della presentazione dell’Agenda del Piemonte, agenda giornaliera giunta alla sesta edizione che tutti i giorni presenta uno spunto per conoscere la storia e le tradizioni subalpine ed usare la lingua piemontese. E il titolo dell’evento è significativo: “Perché proporre oggi il piemontese, quando alle porte bussano il cinese e l’inglese”. La relazione sarà tenuta dal professore emerito Sergio Maria Gilardino. Poi seguiranno i contributi di Luigi Griva e Milo Julini. Scorrendo le 320 pagine si scopre che la nitroglicerina è un’invenzione piemontese (anzi casalese perché Ascanio Sobrero, il suo inventore, era nato proprio a Casale Monferrato), poi ci sono la Peota, il Bucintoro sabaudo, e personaggi illustri come Marcel Bich, la maglia azzurra della nazionale di calcio e Umberto Tozzi. In campo gastronomico tutti sanno fare il lesso, ma qual è il segreto del grande bollito misto piemontese per tacere i bagnetti della trazione. Il prezzo è di 12 euro con consegna gratuita in tutto il territorio della Repubblica.

 

Massimo Iaretti

Nuove regole per tutelare le piazze auliche da banchetti e baracconi

muro biennale 3Non sono consentiti manifestazioni ed eventi che prevedano una occupazione di suolo superiore a 10 m2 in piazza San Carlo, piazza Vittorio Veneto, piazza Carignano, piazza Castello, piazza Carlo Alberto, piazza Palazzo di Città, piazza Carlo Felice, piazza CLN e piazza Statuto, se non a seguito di deliberazione della Giunta comunale

 

Il Consiglio comunale ha approvato la delibera proposta dal vulcanico consigliere Silvio Viale (PD) che modifica il regolamento COSAP , ovvero il Canone di Occupazione Spazi ed Aree Pubbliche, allo scopo di garantire una reale tutela della piazze auliche, spesso invase da banchetti e baracconi di ogni sorta.

 

Il documento prevede sostanzialmente la modifica dell’articolo 23 del Regolamento con l’aggiunta  del comma 7 che recita: “Non sono consentiti manifestazioni ed eventi che prevedano una occupazione di suolo superiore a 10 m2 in piazza San Carlo, piazza Vittorio Veneto, piazza Carignano, piazza Castello, piazza Carlo Alberto, piazza Palazzo di Città, piazza Carlo Felice, piazza CLN e piazza Statuto, se non a seguito di deliberazione della Giunta comunale, assunta su proposta del Sindaco e dell’assessorato promotore dell’iniziativa che ne valuti l’impatto e la necessità e autorizzi espressamente la componente commerciale. Sono esentate le manifestazioni politiche e sindacali che non comportino attività di vendita e di somministrazione”. La Sala Rossa ha approvato anche una mozione della consigliera Chiara Appendino (M5S) che impegna Sindaco e Giunta a limitare il più possibile la concessione di deroghe al regolamento che prevede l’occupazione di suolo pubblico nelle piazze auliche.

 

 La mozione impegna inoltre Sindaco e Giunta al coordinamento con le autorità statali per la concessione di tali deroghe e a dare adeguata comunicazione alla cittadinanza della loro avvenuta autorizzazione.

 

Prima della votazione dei due documenti, in Sala Rossa si è svolto un dibattito fra i consiglieri. Di seguito una breve sintesi.

 

Silvio Viale (PD): “Invito il Consiglio a votare a favore di questa modifica regolamentare, perché va nella direzione di favorire le manifestazioni in centro città, garantendo che sia l’amministrazione con una scelta politica a decidere se effettuare o meno la manifestazione che impegna quello spazio e con quali modalità”.

Chiara Appendino (M5S): “Non è in questione l’effettuazione o meno di grandi eventi in centro città. Ma è necessario che il Consiglio comunale prenda una posizione limitando il più possibile la concessione di deroghe per l’occupazione delle piazze auliche. Se il regolamento diventa solo un continuo susseguirsi di deroghe, quel regolamento allora non ha più senso di esistere. Serve una valutazione caso per caso, anche in coordinamento con le autorità statali quali le soprintendenze”.

Maurizio Trombotto (SEL): “La discussione prosegue il dibattito di commissione che ha permesso di migliorare la proposta di Viale. Personalmente ritengo che non dovrebbero svolgersi manifestazioni che in qualche modo deturpano le piazze auliche. Per questo voteremo a favore della proposta, aspettandoci però dal Sindaco atti tali da impedire manifestazioni che possano in qualche modo contribuire a deturpare le piazza auliche del centro città”.

Alessandro Altamura (PD): “Una proposta che va nella direzione di responsabilizzare chi organizza iniziative. Le manifestazioni nelle piazze auliche un tempo erano ben regolamentate: gli assessori avevano un coinvolgimento diretto nelle iniziative, grazie alla conferenza dei servizi, e si coordinavano con i vari operatori addetti al controllo e alla pulizia. Se c’è disorganizzazione la città è meno attrattiva rendendo vane politiche di promozione turistica. Quello che accade nelle piazze auliche deve essere tenuto sotto controllo, per evitare iniziative senza un filo conduttore logico, che squalifichino la città. E’ necessario applicare una selezione alle varie proposte, in modo da avere manifestazioni di qualità, che portino turismo e che facciano risaltare l’eccellenza di Torino e del territorio”.

Domenica Genisio (PD): “Mi associo a quanto detto dai miei colleghi in precedenza. Voterò favorevolmente anche se non ritengo così drammatica la situazione; un po’ di folklore ogni tanto non può fare male. Inoltre chiedo al proponente di specificare nel secondo emendamento la possibilità di realizzare iniziative anche alle organizzazioni sindacali, oltre che, come determinato, a quelle politiche”.

Maurizio Marrone (FdI): “E’ un dibattito insensato quello di oggi visto che poi la Città è la prima a non rispettare i suoi regolamenti. I nostri regolamenti già pongono paletti come i preavvisi, quegli stessi che, ad esempio, non sono stati rispettati per l’installazione del tendone in piazzetta reale”.

Michele Paolino (PD): “Qui non si sta parlando dell’installazione di un tendone con tutti requisiti, stiamo parlando di quando vengono autorizzate manifestazioni e collateralmente si sviluppa un’attività di bancarelle che nulla hanno a che fare con le iniziative e con il senso stesso delle piazze auliche. Le nostre piazze devono essere ricche di manifestazioni. piene di gente e di iniziative nel rispetto della loro storia, del loro valore architettonico, della loro funzione urbanistica. Mi auguro che si possano ospitare altre iniziative come il Forum della scorsa settimana perché rappresentano la Torino che abbiamo in mente, connessa col mondo e con le istituzioni che lo governano. E’ positivo che si coinvolga fin dall’inizio la Giunta come organo collegiale perché si individuino i responsabili dei procedimenti amministrativi e di deroghe”.

Per ultimo è intervenuto il Sindaco, Piero Fassino: “La proposta del consigliere Viale va nella direzione di accrescere il controllo sull’utilizzo delle piazze auliche – come richiesto dai cittadini – affidando, dopo l’istruzione dell’Assessore competente, l’ultima valutazione al Sindaco. Può essere utile come forma di verifica e controllo ulteriore. In ogni caso, mi rimetto al voto del Consiglio. Per quanto riguarda invece la tensostruttura allestita in centro per il Forum Onu, l’intervento si è reso necessario a causa del mutamento di orientamento degli organizzatori dell’evento, che hanno richiesto di svolgere il Forum nel centro cittadino e non, come previsto originariamente, alla Reggia di Venaria. Essendo il Teatro Regio occupato per l’inizio della stagione lirica, la tensostruttura in piazzetta Reale era l’unica soluzione per dare accoglienza a 2.000 persone nel centro di Torino. Inoltre, il ricorso a tensostrutture per eventi di grandi dimensioni è spesso praticato in moltissimi Paesi. Peraltro, vorrei sottolineare anche che la soluzione è stata molto gradita da parte dei nostri ospiti stranieri”.

Al termine del dibattito, la Sala Rossa ha approvato i due provvedimenti all’unanimità.

Ufficio stampa Consiglio comunale – Foto: il Torinese

La nuova Albania corre verso l'Europa

albania elezaj

tiranese 22

albania elezajjNel Paese delle Aquile sono pieni di voglia di vivere e assaporano la liberta’, che sanno bene cosa vuol dire dopo 50 anni di durissima dittatura comunista

 

 

 LEGGI GLI ALTRI ARTICOLI DEL “TIRANESE” NELL’ARCHIVIO CLICCANDO SU VETRINA 1 SOPRA IL TITOLO

 

Guardate il video        https://www.youtube.com/watch?v=X7GZgV-q-aQ  che sfata tutti gli stereotipi sull’ Albania, un paese che corre verso l’Europa alla velocita’ della luce, che fa invidia a noi Italiani impantanati nella nostra decrescente economia. Nel Paese delle Aquile sono pieni di voglia di vivere e assaporano la liberta’, che sanno bene cosa vuol dire dopo 50 anni di durissima dittatura comunista .Un popolo di giovani pieni di energia con tanta voglia di emergere. Dopo la visione di queste immagini come non puo’ venire la voglia di prendere il volo e dopo 1 ora e 30 fiondarsi nella festa loca albanese che vive 7 giorni su 7 tutto l’anno?  Da Tirana a Durazzo a  Saranda centinaia di discoteche, pub,bar con musica ovunque e occasione per fare festa, sempre.  E che musica live, tantissimi sono i gruppi musicali molti anche ribaltati nella scena internazionale con la loro musica: uno degli ultimi artisti nelle top ten al mondo  è Kristine Elezaj – cantante – (nelle foto)  celebre negli Stati Uniti.