AL TEATRO GIACOSA, INGRESSO GRATUITO
"Giustino Fortunato": Torino ha una nuova università
Per l’anno accademico in corso sono stati attivati i corsi di laurea triennale in Scienze e tecnologie del trasporto aereo, laurea magistrale in Economia aziendale, laurea triennale in Operatore giuridico di impresa e laurea magistrale in Giurisprudenza a ciclo unico
Torino ha una nuova sede universitaria. In corso Matteotti 11 è operativa l’Università degli Studi “Giustino Fortunato” . All’inaugurazione sono intervenuti il presidente del consiglio amministrazione Giovanni Locatelli (già direttore de Il Sole 24 Ore) e Silvio Colombo direttore amministrativo. Rettore, sin dal 2009, Augusto Fantozzi, già ministro delle Finanze, che nell’anno 2010 si è trasferito da La Sapienza di Roma all’ateneo telematico.
La sede statutaria è a Benevento e ci sono tre sei di esame a Milano, via privata Siracusa 2/4, a Roma in via Casilina 133 e a Torino. Per l’anno accademico in corso sono stati attivati i corsi di laurea triennale in Scienze e tecnologie del trasporto aereo, laurea magistrale in Economia aziendale, laurea triennale in Operatore giuridico di impresa e laurea magistrale in Giurisprudenza a ciclo unico.
Il ritorno di Alberto Fortis a Torino
Il 12 dicembre un concerto al Conservatorio per scopo benefico, grazie alla sua collaborazione e a quella di Rotary Crocetta e Lilt (Lega Italiana per la lotta contro i tumori)
Il suo ultimo album “ Do l’anima”, uscito il 30 settembre 2014, sta riscuotendo successo, dimostrando che nonostante il passare degli anni i grandi artisti restano nella vita e nelle emozioni del loro pubblico. Lui è Alberto Fortis cantautore italiano che negli anni ’80-’90 scalò le vette delle classifiche musicali con le sue canzoni ed essendo tornato a Torino per una nobile causa – il 12 dicembre 2015 terrà nell’aula del Conservatorio, un concerto di beneficenza per la ricerca medica – noi del “Il Torinese” non potevamo non incontrarlo e fargli qualche domanda.
Qual è il tuo rapporto con la città di Torino?
Essendo nato a Domodossola, la città di Torino ha sempre fatto in qualche modo parte della mia vita, anche grazie a mio padre che, avendo studiato medicina all’Università di Torino, ha vissuto in questa città per parecchio tempo. E’ una città a cui sono molto affezionato non solo per i vari concerti fatti e per le varie amicizie che si sono instaurate nel corso degli anni, ma anche perché ritengo che Torino abbia un’emanazione storica ed artistica pressoché unica. Qualche tempo fa, l’incontro con Massimo Stringa, Presidente di Polis, ha fatto nascere l’idea di fare un concerto a Torino per scopo benefico e grazie alla sua collaborazione e a quella di Rotary Crocetta e Lilt (Lega Italiana per la lotta contro i tumori), questo mese potrò in qualche modo tornare a vivermi questa città in tutto il suo splendore artistico e umano.
Il tuo spettacolo è a scopo benefico e tocca un argomento importante come quello della ricerca e della prevenzione medica. Quanto pensi sia importante oggi come oggi fare dei concerti a scopo benefico?Pensi che da parte degli altri artisti venga data la giusta attenzione a questi eventi?
Partendo dal presupposto che in ogni ambito e in ogni epoca il “business” continua e continuerà a regnare sovrano, credo che ci troviamo in un momento storico, sociale ed artistico nel quale la voglia di “fare per gli altri” stia pian piano crescendo e non per becero opportunismo ma più che altro per la volontà, da parte delle persone che fanno il mio stesso lavoro, di motivare di più il loro pubblico con un nuovo “credo artistico”. Sono convinto che in un momento come questo di difficoltà economica e per certi versi sociale, sia molto importante la figura dell’artista che, trasmettendo un messaggio di condivisione, speranza e voglia di aiutare, nobilita in un certo senso la sua arte nel modo più umano possibile. Ritengo che i concerti,gli spettacoli a scopo benefico, siano forse l’espressione più pura e significativa del talento di un’artista.
Negli anni 80′-90′ sei stato uno dei cantautori italiani più amato dal pubblico, tanto che il tuo album “La grande grotta” è stato in cima alle classifiche per molto tempo. Com’è cambiato il tuo pubblico rispetto a quegli anni?I giovani di oggi ascoltano ancora le tue canzoni?
Penso che un’ artista, soprattutto un cantautore, tenda sempre a rivolgersi ad un pubblico con una fascia d’età corrispondente alla sua e che poi solo con il passare del tempo e con l’affermarsi della propria musica, aspiri ad arrivare a tutti. Posso dire che per me, effettivamente, è stato un po’ così. All’epoca ovviamente le mie canzoni, vuoi per la musica, vuoi per il messaggio racchiuso nel testo, erano molto seguite e apprezzate dai ragazzi della mia età. Oggi posso dire che quei ragazzi sono diventati madri o padri che forse hanno per così dire “tramandato” o per certi versi “inculcato” ai loro figli o nipoti i loro gusti musicali, facendo così conoscere il passato alla nuova generazione. Nei miei concerti sono presenti diverse generazioni, poi è ovvio che non bisogna mai dimenticarsi dell’elemento classifica: se il tuo brano è tra i primi posti della classifica significa che sei tornato con un pezzo che arriva a tutti e che di conseguenza attirerà persone di diversa generazione.
Nei tuoi testi oltre a bellissime parole d’amore, sono presenti importanti messaggi di denuncia e ribellione. Pensi che i cantanti che stanno in cima alle classifiche comunichino le stesse cose?
Penso che oggi tutto venga preso, metabolizzato, vissuto e gettato molto velocemente. Mi è sempre piaciuto vedere la figura degli artisti un po’ come animali della giungla che a seconda di come si nutrono, di conseguenza vivono. Ritengo che i cantautori di oggi si nutrano di una realtà un po’ più sedimentata rispetto a quella che vivevamo “noi” e che di conseguenza vi sia una rappresentazione del sociale di impronta un po’ più bassa. Ovviamente ritengo che esistano ancora moltissimi artisti capaci di essere “cantautori di protesta” e cioè capaci di sintetizzare e rappresentare molto bene le tematiche sociale odierne; credo che però la grande differenza sia proprio nel fatto che per quanto arrabbiati, per quanto furibondi e contestatori, spesso l’importanza ricada più sulla sneakers di moda, sul tatuaggio giusto o sul bracciale più in voga. Sono convinto che ci siano ancora molti artisti capaci di esprimere e comunicare le loro ideologie e le loro convinzioni, solo che forse a differenza di prima, oggi tutto tende a ricadere inevitabilmente nel mondo del “business”.
Com’è cambiato oggi il tuo modo di far musica rispetto al passato?
Il mio modo di fare musica è cambiato soprattutto in base alle esperienze fatte e di conseguenza agli stimoli ricevuti. Ad esempio lavorare parecchio tempo negli Stati Uniti è stata per me un’esperienza fondamentale che mi ha donato per quanto mi riguarda grande professionalità, voglia di mettersi sempre in gioco e di sperimentare.Oggi forse, grazie alla “palestra di qualità” fatta negli anni, cerco di dare maggiore attenzione alla melodia e cerco di avere una percezione diversa e più attuale per il segnale sonoro in modo da cambiare e trasformare il mio mondo ritmico ma senza “scimmiottare” qualcuno o qualcosa. Ritengo che l’arte sia un po’ come l’amore: se non sperimenti e non fatichi, difficilmente riuscirai a tenerla viva. Nel mio ultimo album “Do l’Anima” forse grazie anche all’inserimento e all’apparizione di una band, si respira tutto questo.
Cosa dobbiamo aspettarci dal concerto che terrai a Torino il 12 dicembre?
Ritengo che il concerto che si terrà il 12 dicembre sia davvero qualcosa di unico, sia da un punto di visto artistico ma soprattutto da un punto di vista per così dire “umano”. La formula principale dello spettacolo sarà <<pianoforte più voce>> e vi sarà anche la proiezione di un video creato appositamente per questo concerto. Sarà una sorta di percorso visivo e musicale che ripercorre un po’ i momenti più importanti della mia carriera artistica e di conseguenza della mia vita. Sono molto entusiasta di questo progetto perché mi ha dato non solo la possibilità di esprimermi artisticamente per una nobile causa, ma anche di poter ritornare in una città a cui sono molto legato e affezionato. La responsabilità del progetto è molto forte sia per lo scopo ma anche per il luogo in cui si svolgerà il concerto: ritengo che la Sala del Conservatorio Giuseppe Verdi possa essere definito una sorta di tempio musicale meraviglioso. Mi auguro che il concerto del 12 dicembre possa lasciare un’impronta positiva e che possa sottolineare l’importanza della musica come portavoce di solidarietà.
Simona Pili Stella
“Timbuktu” al Comunale di Condove
La pellicola ha concorso alla Palma d’oro di Cannes
E’ un tema forte e di stretta attualità quello che la campagna “Io sto con il Valsusa Filmfest” propone per giovedì 3 dicembre, alle ore 21, al Cinema Comunale di Condove in piazza Martiri della Libertà 13. Sullo schermo, infatti, c’è “Timbuktu”, del regista mauritano Adberrahmane Sissaki che è incentrato sul tema della repressione jihadista in Africa, argomento ancora troppo poco conosciuto. La pellicola ha concorso alla Palma d’oro di Cannes 2014, dove ha vinto il premio della giuria ecumenina ed il Francois Chalais Prize. Inoltre ha ricevuto la candidatura all’Oscar come miglior film straniero 2015. Nel film un pastore vive con la sua famiglia in un villaggio nei pressi di Timbuktu nel Mali, la cui tranquillità viene bruscamente disturbata dall’arrivo di elementi armati jihadisti che imponegono la Sharia.
Massimo Iaretti
Danilo, dal "pruché" rivivi gli Anni '50
Sul modello delle antiche barberie, qui si può fare un tuffo negli Anni ’50 con arredi e immagini del passato e riscoprire il fascino di un tempo
Il negozio del Pruché Danilo, in via Nizza 45/c a Torino nel quartiere San Salvario è presente da 21 anni. Svolge attività di parrucchiere & barbiere per soli uomini ed è specializzato in tagli per bambino.
Ma non è una semplice bottega: sul modello delle antiche barberie, qui si può fare un tuffo negli Anni ’50 con arredi e immagini del passato e riscoprire il fascino di un tempo.
Prossimamente verrà rintrodotto il servizio di barba con panni caldi
L’opera promozionale dello sport offre anche l’occasione di iniziative dalle possibili ricadute turistiche, culturali, economiche, aggregative come ad esempio la valorizzazione del patrimonio paesaggistico, artistico e museale, la promozione dell’immagine della città, le opportunità di intrattenimento e di spettacolo
di Paolo Pietro Biancone *
Torino, con decine di impianti di base in ogni quartiere, è città di sport di base e per tutti a 360 gradi e ha ottenuto il titolo di Capitale europea dello Sport per il 2015. Si caratterizza come un titolo rilevante che, a partire dallo sport come fenomeno di partecipazione sociale (sport per tutti) e di formazione dell’individuo (educazione, integrazione, salute e benessere, educazione), si prefigge il coinvolgimento di tutte le realtà sociali della Città e dei territori circostanti. In tale modo, l’opera promozionale dello sport offre anche l’occasione di iniziative dalle possibili ricadute turistiche, culturali, economiche, aggregative come ad esempio la valorizzazione del patrimonio paesaggistico, artistico e museale, la promozione dell’immagine della città, le opportunità di intrattenimento e di spettacolo e, di conseguenza, diviene una modalità di servizio al territorio.
Gli effetti di questo “marchio” per la Città si vedranno nel termpo e dovrebbero essere quantificati e rappresentati anche in bilancio: si tratta di quello che in dottrina si chiama intangible assets. Il punto di partenza è la definizione degli intangible assets per l’azienda pubblica: il termine intangible assets non descrive l’insieme di beni immateriali di un’azienda ma, piuttosto, una serie di risorse non facilmente traducibili in termini finanziari, a causa della mancanza di criteri standardizzati per una loro valutazione monetaria.
Per le aziende pubbliche la definizione degli intangible asset è strettamente connessa alla natura pubblica e filantropica che è l’essenza di questa tipologia di aziende: come nelle aziende private, dovrebbe essere rilevata se, e solo se: (A) è probabile che i benefici economici futuri attesi o servizi potenzialità che sono attribuibili all’attività affluiranno all’entità; e (B) Il costo o fair value dell’attività possono essere misurati attendibilmente.
I sistemi tradizionali di reporting considerano prevalentemente le performance di natura economica, presentando un contenuto numero di informazioni riferite alle performance aziendali che esulano dall’ambito di rendicontazione reddituale, patrimoniale e finanziaria. La focalizzazione del bilancio sulle performance economiche sembra, però, limitarne la capacità di rispondere alla domanda di informazioni esistente. Tale bilancio pare inadeguato a supportare il management nel tentativo di sviluppare ottime performance intese in senso ampio, in particolare nello sviluppare l’azienda secondo i principi di una crescita sostenibile. La necessità di osservare simultaneamente gli effetti prodotti da ogni operazione aziendale sulla globalità delle performance, sostenuta dalla stakeholder view, ha favorito nei manager l’interesse a estendere l’ambito di osservazione nell’ottica della triple bottom line.
Il bilancio è un documento che rendiconta le performance economiche di un’azienda, ma fornisce limitate informazioni per esprimere un giudizio sulle risorse che determinano prospettive di performance future, in particolare fornisce una contenuta informativa a riguardo del posizionamento e della qualità delle risorse a disposizione dell’azienda. In ambito privato, un sempre maggior numero di aziende è impegnato nella redazione di bilanci delle risorse intangibili ed è occupato nell’implementazione di sistemi di misurazione e di rendicontazione dell’andamento di tali risorse. Questo approccio dovrebbe essere adottato anche per i sistemi di reportistica delle aziende pubbliche.
Il Dipartimento di Management dell’Università di Torino sta studiando, tra l’altro, come quantificare il valore di Torino Capitale dello Sport. Al momento, la ricerca è arrivata ad ottenere un indicatore, che mette in rapporto con effetto moltiplicatore:
– Somma Investimenti in strutture sportive nella città da parte del Comune (isc)
– Somma Contributi ad associazioni sportive del territorio da parte del Comune (cac)
– Somma Investimenti in strutture sportive da parte delle associazioni finanziate e patrocinate dal Comune (isas)
Con
– Numero di strutture sportive della Città (sport)
Gli effetti nei bilanci pubblico nel rendicontare i “marchi” acquisiti per il territorio sono sicuramente positivi e rappresentativi, in termini contabili, di una realtà affermata con riconoscimenti da parte del contesto sociale.
* Director of the European Research Center for Islamic Finance
Editor in Chief European Journal of Islamic Finance
Department of Management
University of Turin
(Foto: il Torinese)
Giovani cuochi dal Piemonte a Expo
Andrea Brusaschetto e Stefano Nava, entrambi astigiani, raccontano la loro storia formativa e professionale, comune per alcuni punti, con un allontanamento e poi di nuovo sullo stesso binario di lavoro
Un anno e mezzo fa quando sono si sono diplomati erano due bravi studenti con tante belle speranze, uno di crescere come maitre, l’altro come chef. Adesso, passati i sei mesi intensi dell’esperienza di Expo, dove sono cresciuti notevolmente sotto l’aspetto professionale, sono due uomini che guardano ad un futuro. Andrea Brusaschetto e Stefano Nava, entrambi astigiani, raccontano la loro storia formativa e professionale, comune per alcuni punti, con un allontanamento e poi di nuovo sullo stesso binario di lavoro. Dopo la scuola frequentata per cinque anni all’Istituto alberghiero Artusi di Casale Monferrato, e un corso di 5 giorni all’Alma summer school di Marchesi, le loro strade di sono divise. Andrea, in particolare, è stato “Alli Due Buoi Rossi” da Andrea Ribaldone, l’hotel storico di Alessandria. “ E proprio qui – dice Stefano – è iniziata la nostra esperienza in Expo, ci siamo trovati il 28 aprile per conoscerci e vedere quale sarebbe stato il team che dove affrontare l’esperienza milanese, davvero eccezionale con tanti commensali, tantissimi chef che ogni giorno passavano da quella cucina, l’opportunità di lavorare con tanti chef stellati”. Un’esperienza pesante, certamente ma Stefano è contento di “averla vissuta, ho vito mille preparazioni, mille tipi di cottura, la voglia di fare bene e di andare avani ha preso il sopravvento, le giornate hanno avuto un altro ritmo e in un secondo ci siamo trovati alla fine”. Dello stesso tenore l’esperienza di Andrea Brusaschetto, in Expo da giugno: “Ho conosciuto metodi nuovi di lavoro e curato particolari che prima non curavo,mi sono trovato in alcuni momenti a fare da leader della squadra e prendere decisioni”. Andrea, adesso sta aspettando di concretizzare chiamate e proposte che ha avuto nel period di Expo, in Italia, ma anche all’estero, negli Stati Uniti, a Parigi, a Dubai. Sono davvero lontane le mete di un percorso iniziato a Casale sui bamchi di scuola e nei laboratori di sala e di cucina, e rafforzato dagli stage negli ultimi anni. Entrambi sono concordi che “è importante un’esperienza estera per imparare a cavarsela da soli, lontano da casa, e imparare bene un’altra lingua”. Sia Stefano che Andrea sono poi concorsi sul atto che “in Italia il settore della ristorazione in generale e la cucina è sull’onda del successo grazie alla televisione” ma, aggiunge Nava “spero solo che questa continua ricerca del gusto e della perfezione estetica non cambi il modo di pensare al cibo ed al gusto”, mentre Brusaschetto auspica di poter dare il proprio contributo, lavorativamente parlando, “alla crescita ed all’innovazione nel mondo della ristorazione, proseguendo un cammino di crescita personale”.
Massimo Iaretti
Debutta a Roma “Albania casa mia”
Testo dell’esordiente Aleksandros Memetaj
Debutta in prima assoluta all’Argot Studio di Roma, dal 1° al 13 dicembre, il testo d’esordio del giovane autore albanese Aleksandros Memetaj, “Albania casa mia”, per la regia di Giampiero Rappa. Memetaj è arrivato in Italia con la famiglia nel 1991, su uno dei famosi pescherecci partiti dai porti albanesi alla volta dell’Italia: aveva solo sei mesi. “Albania casa mia” è la storia di un figlio lontano dalla terra natia, che si trova a crescere in Veneto, territorio che non gli darà mai un pieno senso di appartenenza; ma è anche la storia di un padre, dei sacrifici che ha fatto e dei pericoli che ha corso per evitare di crescere il figlio nella miseria di uno Stato che si è dissolto. Mercoledì 2 dicembre alle ore 19.30 si terrà presso l’Argot Studio un dibattito aperto al pubblico sul tema dell’immigrazione, organizzato in collaborazione con l’Ambasciata Albanese. Vi prenderanno parte Shqiponja Dosti, economista, esperta in migrazione e sviluppo; Gerarta Zheji Ballo, Responsabile Cultura dell’Ambasciata di Albania, Fioralba Duma, operatrice di Gus Albania, oltre all’autore Aleksandros Memetaj e al regista Giampiero Rappa.
“Mirafiori Luna Park” per il Filmfest della Valsusa
Le proiezioni si svolgono al cinema comunale di Condove in piazza Martiri della Libertà13
“Mirafiori Luna Park” di Stefano Polito, proiettato il 26 novembre, seguito da “Timbuktu” del regista mauritano Abderrahmane Sissako (3 dicembre) e “Non essere cattivo” di Claudio Caligari (10 dicembre9 – film postumo del regista che rapprsenterà l’Italia agli Oscar 2016come miglior film straniero – costituiscono il trittico di proiezioni nell’ambio dell’iniziativa “Io sto con il Valsusa Filmfest”. Si tratta di una raccolta fondi per finanziare l’edizione 2016 della rassegna, cui si aggiungerà, in luogo e data ancora da definire, l’evento con la presentazione del libro di Paolo Ferrari “Lou Dalfin – Vita e miracoli dei contrabbandieri di musica occitana”. Le proiezioni si svolgono al cinema comunale di Condove in piazza Martiri della Libertà13, con ingresso a sei euro. Tutti gli eventi di “Io sto con il Valsusa Filmfest” saranno anche occasione per presentare il BANDO DI CONCORSO e per dare anticipazioni sulla XX edizione del festival e sulla XVIII edizione di CINEMA IN VERTICALE, rassegna sul cinema e la cultura di montagna organizzata dall’associazione Gruppo 33 di Condove nei mesi di gennaio e marzo.
Il Bando di Concorso è reperibile in www.valsusafilmfest.it insieme alla scheda di partecipazione e a tutte le informazioni sulle modalità e sulle regole di iscrizione.
Massimo Iaretti
Le opere dei 20 fan-artisti di Madonna presenti in mostra utilizzano le più svariate tecniche di esecuzione per raccontare la loro personale interpretazione dell’icona Madonna: dagli acquerelli al collage, dall’arte digitale ai pastelli e altro ancora
In occasione delle uniche date italiane del “Rebel Heart Tour” di Madonna, che torna a Torino dopo 25 anni, è in corso la mostra ICONIC – Portraits & Artwork inspired by “The Queen of Pop” nelle sale dell’Appartamento Padronale di Palazzo Saluzzo Paesana (Via della Consolata 1 bis – Torino). La mostra collettiva, che sarà visitabile dal 19 al 24 novembre, è un variopinto e stravagante insieme di opere di creativi e talentuosi fan di Madonna che si sono ispirati alla poliedrica immagine pubblica della “Regina del Pop” e hanno creato un interessante ed eccentrico parterre visivo di rappresentazioni iconiche dell’artista stessa. Le opere dei 20 fan-artisti di Madonna presenti in mostra utilizzano le più svariate tecniche di esecuzione per raccontare la loro personale interpretazione dell’icona Madonna: dagli acquerelli al collage, dall’arte digitale ai pastelli e altro ancora. La maggior parte delle opere, che provengono da tutto il mondo, sono state scelte da Madonna stessa per entrare a far parte dello straordinario video che anima il palco del concerto durante la performance della traccia “Rebel Heart”, mentre altri sono stati più volte pubblicati sul profilo Instagram della cantante, che lei stessa ha definito in una recente intervista “an art gallery for my thoughts” (“Una galleria d’arte per i miei pensieri”). ICONIC – Portraits & Artwork inspired by “The Queen of Pop” proporrà anche un’installazione sitespecific creata appositamente per l’evento, grazie alla collaborazione di L’Oréal Professionnel e frutto del talento dell’hair stylist Franco Curletto, anche lui fan di Madonna, che ripercorrerà in chiave pop le acconciature più iconiche dell’artista nel corso dei suoi trent’anni di carriera.
“La mostra offre ampia visibilità alle opere dei fan-artisti – commenta Gabriele Ferrarotti, curatore della mostra in collaborazione con Ettore Ventura – grazie a un attento lavoro di allestimento che saprà interagire al meglio con gli ambienti dello spazio espositivo di Palazzo Saluzzo Paesana, così da realizzare un iconico tributo visivo della ‘Regina del Pop’ proprio in occasione della sua presenza a Torino. Lo stile barocco del Palazzo è per certi versi affine al personale gusto estetico della cantante, che ha più volte dichiarato la sua passione per l’Italia e in particolare per l’epoca settecentesca, la stessa del Palazzo, e consente di creare, grazie all’estrema contemporaneità delle opere che verranno esposte, un effetto di contrasto che da trent’anni caratterizza molta della produzione artistica della cantante“. Gli artisti selezionati per ICONIC – Portraits & Artwork inspired by “The Queen of Pop”, tutti di grande talento creativo e tutti fan di lunga data della “Regina del Pop”, provengono da ogni parte del mondo: Aldo Diaz (Brasile), Aleix Pons (Spagna), Arsen Suleymanov (Russia), Ben Youdan (UK), Fran Sànchez (Spagna), Franco Curletto (Italia), Janka+creator (Italia), Jérôme Trudelle (Canada), Laertes de Oliveira (Brasile), Magia2000 (Italia), Marco De Matteo (Italia), Nicolas Obery (Francia), Noah (Canada), Pablo Lobato (Argentina), Rob Jacobs (Olanda), San Siguenza (Stati Uniti), Sergio Daricello (Italia), Silvio Alino (Spagna), Son Of The Moon (Stati Uniti), Timothy Aerts (Belgio).
Orari visite: da giovedì 19 fino a martedì 24 novembre dalle ore 11.00 alle ore 20.00 (ultimo ingresso ore 19.15) Ingresso intero 8.00 Euro – ridotto 5.00 Euro (Possessori Tessera Musei / Possessori di un biglietto per il REBEL HEART TOUR del 19-21-22 novembre 2015 / membri del fanclub ufficiale di Madonna “ICON” / possessori di un biglietto di ingresso al “Rebel Queever” Party del 21 novembre 2015)