Dono dell’ANA di Alpignano all’Istituto di studi militari
L’Associazione Nazionale Alpini ha donato al Comando per la Formazione e Scuola di Applicazione dell’Esercito una fedele riproduzione in legno dello stemma araldico dell’Istituto di studi militari. La delegazione, guidata dal sindaco di Alpignano dott. Gianni Da Ronco e composta da soci del locale Gruppo ANA, della 5^ Zona e della Sezione di Torino è stata ricevuta a Palazzo Arsenale dal Comandante, Gen.D. Claudio Berto. Realizzata in legno di faggio e mogano, l’opera ha richiesto oltre un mese di paziente lavoro. L’autore, Franco Nicol, non è nuovo a questo tipo di imprese: suoi gli stemmi del
Reggimento Logistico di Rivoli e della Brigata alpina “Taurinense”. Una passione per la scultura, quella di Nicol, sorretta anche da una profonda ammirazione per il nostro Esercito. Dopo lo scoprimento della scultura da parte di due ufficiali in uniforme storica, il Gen. Berto ha ringraziato gli astanti ed ha descritto il significato di un emblema che racchiude la storia di uno degli istituti di studi militari più antichi d’Europa. Nel suo intervento il sindaco di Alpignano ha affermato che il dono rappresenta “un piccolo ma tangibile segno di riconoscenza per il diuturno impegno della forza armata, in Italia e all’estero, a tutela della sicurezza e della pace”.





Da evidenziare che il Politecnico di Torino è 9/o e 10/o in Europa per l’Ingegneria Civile e Strutturale e l’Ingegneria Elettrica ed Elettronica

ferocia,
Erzegovina (Bratunac, Prijedor, Foca, Kljuc, Sanski Most, Vlasenica e Zvornik), “limitatadosi” in questi casi alla condanna per crimini contro l’umanità, omicidio e persecuzione. Con la sentenza si chiude un processo durato più di sei anni, dopo la cattura di Karadžić nel luglio del 2008 che mise fine ad una latitanza durata 12 anni. All’udienza conclusiva nell’aula del tribunale dell’Aja hanno assistito diverse associazioni di vittime e sopravvissuti, a partire dalle “Donne e le Madri” di Srebrenica che persero i loro cari per mano dell’altro criminale di cui ora si attende una condanna esempale: il generale 
universitario, al quale egli stesso aveva contribuito, segnando la trasformazione dell’area in passato occupata da impianti dell’Italgas.
svuotarono di produzione e di lavoro, all’inizio letti come manifestazione di un declino irreversibile, poi rivelatisi una disponibilità di territorio straordinaria con cui ripensare la città. Mellano è stato uno degli uomini che con la sua passione civica e competenza ha dato moltissimo alla città ed è stato uno dei protagonisti della Torino in cui viviamo”.

In segno di vicinanza ai familiari delle vittime degli attentati che hanno colpito la capitale belga e ai cittadini di Bruxelles, la cupola della Mole Antonelliana – lato via Po -, dall’imbrunire fino a mezzanotte viene illuminata con i colori della bandiera del Belgio: nero, giallo e rosso.