Qual è l’opinione dei torinesi sui rinnovati Giardini Reali? Ecco alcuni dei commenti apparsi nel sondaggio sulla nostra pagina Facebook
















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ECCO LA MAPPA DEI TIROCINI ALL’ESTERO Della FONDAZIONE
Da Barcellona a Londra, da Parigi a Berlino, da Copenaghen a San Pietroburgo: sono alcune delle 76 le città europee in cui 400 studenti piemontesi potranno fare quest’estate, subito dopo la maturità, un’esperienza di lavoro all’estero di tre mesi, grazie al bando “Talenti Neodiplomati” 2016 della Fondazione CRT, che ha investito 1,8 milioni di euro.
La mappa delle destinazioni dei Talenti Neodiplomati, “disegnata” in base ai progetti di attivazione dei tirocini oltreconfine da parte di 67 scuole selezionate, include ben 19 Stati: Cipro, Danimarca, Francia, Germania, Irlanda, Lituania, Malta, Russia, Slovenia, Spagna, Regno Unito, Ungheria, cui si aggiungono le “new entry” Bulgaria, Croazia, Estonia, Grecia, Polonia, Repubblica Ceca, Slovacchia.
Le città che accoglieranno i ragazzi salgono a 76 (erano 47 lo scorso anno), con un aumento del 65%: “resistono” le classiche mete irlandesi e britanniche come Dublino, Cork, Londra, ma si affacciano sullo scenario del progetto nuove destinazioni come Tallin, Cracovia, Praga, Budapest, oltre a località meno note della Germania, della Slovacchia, della Slovenia e molte altre. Un risultato dovuto alla positiva risposta delle scuole del Piemonte all’invito della Fondazione CRT a innovare la propria progettualità. Sono proprio gli istituti scolastici, infatti, a scegliere le mete e a programmare le esperienze per gli studenti, in linea con uno degli obiettivi del bando Talenti Neodiplomati: promuovere l’apertura internazionale delle scuole e valorizzare le proposte più innovative degli insegnanti.
I tirocini, della durata minima di 12 settimane, avranno luogo in enti e aziende che operano all’estero nei più svariati settori: alberghi e ristoranti, boutique, charity shop, aziende informatiche e del settore automotive, aziende ittiche, musei, attività amministrative e gestionali nelle scuole e nelle università. I 400 Talenti Neodiplomati 2016 si aggiungono agli oltre 2.500 “colleghi” che hanno già preso parte al progetto, per un investimento complessivo della Fondazione CRT di oltre 10 milioni di euro in 12 anni.
“Talenti Neodiplomati apre l’Europa ai giovani, ed è un motore di innovazione per il nostro territorio – spiega il Segretario Generale della Fondazione CRT Massimo Lapucci –. Questo progetto, da un lato, favorisce la mobilità internazionale dei ragazzi subito dopo le superiori, attraverso un’esperienza di lavoro, di crescita personale e di interculturalità utile per il futuro; dall’altro lato, dà l’opportunità alle scuole di costruire solide reti di partnership europee con istituti, aziende e istituzioni di altri Paesi”.
A questo link è disponibile la mappa dei Talenti Neodiplomati 2016 in Europa:
https://www.google.com/maps/d/edit?mid=zafv13u5AoME.kaWheF1ftwEU&usp=sharing
Primo appuntamento il 4 maggio con Toni Servillo che leggerà brani da ‘Le piccole virtù, raccolta di testi autobiografici
Natalia Ginzburg, nel centenario della sua nascita, il 14 luglio 1916, è protagonista della rassegna che apre il programma culturale di Intesa Sanpaolo per promuovere l’ auditorium realizzato all’interno del Grattacielo progettato da Renzo Piano. in corso Inghilterra. L’Auditorium ha 364 posti a sedere e si raggiunge dalla hall con due scale mobili. Primo appuntamento il 4 maggio con Toni Servillo che leggerà brani da ‘Le piccole virtù, raccolta di testi autobiografici, del 1962. Poi, 10 maggio Anna Bonaiuto con pagine di ‘Lessico familiare’, del 1963, e il 18 maggio Lella Costa, impegnata nella lettura di due delle 11 commedie della scrittrice, ‘Ti ho sposato per allegria’ e ‘La parrucca’.
(Foto: il Torinese)
Le statistiche dell’Osservatorio, registrano i nuovi record regionali di arrivi: 4 milioni 700 mila persone (+5,7% sul 2014) e di presenze con 13 milioni 680 mila pernottamenti (+ 4,8%) si devono all’eccezionale traino del turismo estero
Secondo i dati elaborati dall’Osservatorio turistico regionale relativi al 2015, presentati al Circolo dei Lettori di Torino dal presidente della Regione, Sergio Chiamparino, e dall’assessore regionale alla Cultura e al Turismo, Antonella Parigi, l’anno appena trascorso è quello della consacrazione del Piemonte come destinazione turistica internazionale. Le statistiche dell’Osservatorio, registrano i nuovi record regionali di arrivi: 4 milioni 700 mila persone (+5,7% sul 2014) e di presenze con 13 milioni 680 mila pernottamenti (+ 4,8%) si devono all’eccezionale traino del turismo estero. A confronto con il 2014 nel 2015 gli stranieri giunti nella nostra regione sono stati 1 milione 884 mila (il 40% del totale) con un incremento del 19,9%, che si sono tradotti in quasi 6 milioni di presenze nelle strutture (+16,4% e il 44% del totale). Un fenomeno importante, che compensa ampliamente la contrazione fatta registrare dai flussi nazionali.
“Da presidente – ha detto Sergio Chiamparino – non posso che esprimere grande soddisfazione per i risultati che non sono frutto del destino, ma di un lavoro organizzato, di scelte su cui si deve continuare ad investire. Tutte le Atl vanno bene, e bisogna puntare sull’asse agricoltura- paesaggio e cultura”.
Ma ecco l’analisi dei singoli mercati che hanno prodotto l’affluenza internazionale. I più affezionati al Piemonte restano i tedeschi, giunti in 362 mila, in crescita del 9,1% per un totale di 1 milione 371 mila pernottamenti e una permanenza media di 3,8 giorni. Poi i francesi con 318 mila arrivi (+28,3%) e 756mila notti (2,4 giorni di permanenza), gli svizzeri con 209 mila arrivi (+10%) e 513 mila notti (2,4 giorni di permanenza), mentre il Regno Unito registra un vero e proprio exploit e con 168 mila arrivi segna un aumento del 34,1% e 638 mila notti (3,8 giorni di permanenza). Unico mercato europeo in flessione è il BeNeLux, che vede scendere a 135 mila gli arrivi (-1%) ma che rimane comunque la terza area per presenze nelle strutture ricettive con 643 mila notti.
Gli stati Uniti rappresentano, invece, il primo mercato extra-continentale, con arrivi in Piemonte a quota 104 mila (+31,2%) e a cui corrispondono 272 mila pernottamenti (+36%). In termini di crescita percentuale, particolarmente evidente il raddoppio (+96,2%) degli arrivi dalla Spagna che toccano le 58 mila unità, mentre significativo appare anche l’incremento del 35,9% dalla Russia (59 mila arrivi), del 33,7% dall’Austria (47 mila arrivi), del 22,1% dalla Cina (oltre 23 mila arrivi).
Una conferma dei successi turistici del Piemonte arriva anche dal progetto “Smart Tourism”, in collaborazione con Vodafone Italia per analizzare le presenze attraverso lo strumento dei Big Data delle reti di telefonia mobile. Un metodo in grado, ad esempio, di analizzare gli spostamenti nella regione, le aree di permanenza, la frequenza delle visite, i luoghi d’accesso.
Abbinato alla crescita della domanda, lo sviluppo dell’offerta: sono più di 196 mila i posti letto offerti dal sistema ricettivo piemontese, 3 mila in più rispetto all’anno scorso che si concentrano soprattutto nel sistema extralberghiero, mentre le varie categorie di alberghi evidenziano una crescita più contenuta attestandosi sugli 84.500 posti letto. Per quanto concerne la stagionalità, il semestre “estivo” segna un +9% negli arrivi e un +7% nelle presenze, mentre i mesi con i picchi maggiori sono stati maggio al +18%e ottobre al +16%. L’assessore Parigi: “la capacità attrattiva del Piemonte nei confronti dei flussi internazionali ha ormai le caratteristiche di un fenomeno strutturato. Non v’è dubbio che nel 2015 abbiano rivestito un ruolo nelle dinamiche turistiche anche l’Ostensione della Sindone e l’Expo, ma il raffronto con i dati del passato indicano che il Piemonte oggi rappresenta una scelta. Ma guai se ci accontentassimo dei risultati raggiunti e, proprio attraverso le moderne metodologie offerte dalla tecnologia, intendiamo ora acquisire ulteriori elementi di conoscenza del nostro pubblico, come quelli offerti dalla sperimentazione fatta con Vodafone Italia, al fine di sviluppare strategie di marketing in Italia e all’estero”.
(Foto: il Torinese)
Un convegno che si svolge, in due tempi, lunedì e martedì 4 e 5 aprile
Massimo D’Azeglio, uomo politico, pittore e scrittore, ed il nipote Emanuele, ambasciatore in diverse capitali europee, vedono ricorrere quest’anno, rispettivamente, il centocinquantesimo anniversario della morte ed il bicentenario della nascita. Vengono ricordati in un convegno che si svolge, in due tempi, lunedì e martedì 4 e 5 aprile: “I d’Azeglio. Cultura, politica e passione civile”. L’evento si svolgerà nella prima giornata a Palazzo Lascaris, sede del Consiglio regionale del Piemonte e nella seconda alla Fondazione Einaudi di Palazzo Taparelli d’Azeglio.
Il convegno di studi vedrà il coinvolgimento, oltre che del Consiglio regionale, del Comune di Torino e del Dipartimento Studi storici dell’Università di Torino, dei Musei Reali e del Centro Studi Piemontesi. Per l’occasione, verranno anche ricordati, Roberto d’Azeglio, primo direttore della Galleria Sabauda insieme a sua moglie Costanza Alfieri di Sostegno, fine scrittrice e testimone del suo tempo. La poliedricità e l’impegno civile dei d’Azeglio, dalla politica alla storia, dall’arte al collezionismo, dalla letteratura alla diplomazia e filantropia, consentono una lettura a tutto campo della storia e della società dell’800, tra il Piemonte, l’Italia e l’Europa.
Massimo Iaretti
Lunedì 4 aprile, alle ore 17.30
Il salone in piazza del Comune di Tavagnasco ospita lunedì 4 aprile, alle ore 17.30, l’incontro “Comuni ed Unioni Montane sfide per lo sviluppo” a cura di Uncem, Bim – Bacino imbrifero montano della Dora Baltea e Comune di Tavagnasco. Sarà l’occasione per fare il punto sulle varie opportunità di sviluppo che si presentano per le aree montane.
Massimo Iaretti
Proiezione in prima piemontese mercoledì 6 aprile, alle ore 20.45 a Villar Dora in Valsusa
La pellicola “Il Regno condiviso. La Royaume partagà. La storia degli Stati di Savoia” prodotta da Project Images Film e France 3 verrà proiettata in prima piemontese mercoledì 6 aprile, alle ore 20.45 a Villar Dora in Valsusa., al centro sociale comunale di via Pelissero. Seguirà un dibattito di approfondmento sul tema degli Stati di Savoia moderato da Carlo Comoli ed Alberto Ballestrassi, esponenti dell’Associazione cultura Gioventura Piemonteisa, con l’introduzione di Mauro Carena, sindaco di Villar Dora. Interverrà anche Claude Megevanda, presidente dell’associazione “La Salevienne” promotore dell’opera. L’ingresso alla serata è libero.
(Foto: il Torinese)
Massimo Iaretti
Un libro di William Bonapace
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William Bonapace , docente di Storia e Filosofia nei licei e ricercatore presso l’Idos (Dossier statistico Immigrazione), ha rivolto i suoi interessi allo studio dei processi migratori contemporanei e alle vicende balcaniche a seguito delle tragiche guerre degli anni ’90 nell’ex Jugoslavia. Ed ora si cimenta con “Italiani d’Albania” (Città del Sole Edizioni, 2015) nell’intento di far luce sulla storia di quegli italiani che, alla fine della seconda guerra mondiale, quando le frontiere dell’Albania – in poco tempo – si chiusero ermeticamente al proprio interno, rimasero lì, dopo essere giunti nel Paese delle Aquile per motivi e in tempi diversi. Il libro sarà presentato venerdì 8 aprile, alle18.00, nella Sala Musica del Circolo dei Lettori di Torino, al numero 9 di via Bogino. A discuterne con l’autore ci saranno Donatella Sasso, storica dell’Istituto Salvemini e Cesare Panizza, dell’Isral, l’istituto per la Storia della Resistenza di Alessandria .Una storia in larga parte dimenticata o volutamente nascosta da parte italiana per celare il passato fascista e la rovinosa ritirata dopo l’8 settembre 1943, per non inficiare i rapporti internazionali del nuovo ordine geopolitico postbellico, ma anche per semplice quanto banale inerzia amministrativa e politica. Nei primi anni ’90, dopo il crollo del regime di Enver Hoxha, decine di migliaia di profughi
provenienti dall’Albania sbarcarono sulle coste pugliesi in cerca di un futuro migliore, solo in pochi si accorsero che tra di loro vi erano anche numerosi cittadini italiani abbandonati al di là dell’Adriatico alla fine della Seconda guerra mondiale. Risucchiati nell’oblio della storia e lasciati al loro destino in un Paese che presto si sarebbe chiuso ermeticamente al mondo, essi erano ciò che restava della sconsiderata politica imperiale mussoliniana e il tragico prodotto della Guerra Fredda. La loro drammatica vicenda è rimasta sconosciuta per tutto il periodo del regime totalitario e solo negli ultimi anni, grazie all’impegno degli stessi rimpatriati, è potuta venire alla luce in tutta la sua assurdità. Attraverso la storia del tormentato rapporto tra l’Italia e l’Albania nel corso del XX secolo, il volume di Bonapace intende ricostruire le loro vicende umane, restituendo ai protagonisti la parola, grazie a lunghi e intensi incontri tenutisi in Italia e in Albania, così come recuperando le memorie personali da loro trascritte nel timore che potessero svanire per sempre, e quindi risarcire, almeno in parte, il debito contratto dal nostro e loro paese per quelle mancanze politiche e morali che sono costate la vita a tante persone dimenticate al di là del mare.
IL MONDO DEL BIO / Di Ignazio Garau*
In Francia, vicino a Valence, posizionata tra Die e Loriol, lungo la Drôme, si estende per 2.000 chilometri quadrati la “Biovallée”, un Biodistretto che persegue l’obiettivo di trasformare il territorio in una vetrina verde, per diventare riferimento europeo in materia di sviluppo umano sostenibile
La transizione ecologica è possibile, è a qualche ora di treno (o d’auto) da Torino, la si sente nell’aria della Drôme, nel luogo dove assume il nome che è anche un marchio territoriale e un programma: Biovallée.
Qui, tra Loriol-sur-Drôme et Die, dove i massicci rocciosi del Vercors rivaleggiano tra di loro in maestosità, amministratori locali e cittadini lavorano da diversi anni per realizzare il primo laboratorio territoriale di una società più sostenibile. Tutti gli attori del territorio sono coinvolti: amministratori locali, associazioni, agricoltori, artigiani, eco-albergatori, imprenditori, ricercatori e cittadini. Tutti gli aspetti economici e sociali della vita della comunità diventano oggetto di intervento con obiettivi precisi da raggiungere in direzione di un’economia più sostenibile. Il progetto è sostenuto dalla Regione Rhone Alpes, dal Dipartimento de la Drôme, dalle Comunità dei Comuni della Val de Drôme, Diois, Pays de Saillans e Crestois. L’Associazione Biovallée riunisce tutti i protagonisti e garantisce la governance delle iniziative.
Sono tornato a Die nello scorso mese di gennaio, in occasione del 14° appuntamento annuale organizzato dall’Associazione ECOLOGIE AU QUOTIDIEN. Il clima e l’accoglienza erano festosi come sempre, il territorio coinvolto e partecipe, molte le volontarie e i volontari che hanno sostenuto l’impegno di organizzare i dibattiti, i convegni internazionali, gli incontri conviviali e, più in generale, la festa. Presente anche una nutrita delegazione di docenti e studenti dell’Università di Lovanio (B), intervenuti per conoscere e indagare su questa esperienza di progetto territoriale. Con me erano presenti delegazioni provenienti, oltre che dall’Italia, dalla Slovenia, dalla Repubblica Ceca, dalla Lettonia, dalla Macedonia e da Cipro, tutte interessate a un confronto sul progetto e sull’esperienza dei Biodistretti.
L’agricoltura biologica è il riferimento da cui è partito il progetto della Biovallée, ma sono tre gli assi su cui ci si muove:
Sviluppare il territorio in modo da preservare le risorse naturali (acqua, aria, suolo, la luce del sole, e la biodiversità);
Valorizzare le risorse naturali del territorio per soddisfare le esigenze della popolazione per quanto attiene: acqua potabile, cibo, habitat, salute, energia, qualità della vita;
Costruire un territorio di riferimento che accompagni le innovazioni, identifichi le buone pratiche dello sviluppo sostenibile, le diffonda attraverso la formazione, la cooperazione tra i suoi attori.
La metamorfosi del territorio è evidente. Ad esempio la Drôme, il fiume che da il nome al Dipartimento omonimo, affluente alla sinistra del Rodano, è diventato balneabile per il 90%, quando prima era per il 90% vietato alla balneazione: i pesci risalgono nuovamente il corso del fiume, la biodiversità sta riguadagnando terreno, la lontra è ritornata, si sviluppano le attività turistiche (nuoto, canoa, kayak, rafting, pesca, escursioni …).
Una delle realizzazioni più visibili è il Campus Écosite du Val de Drôme, una sorta di gigante bio che si sviluppa su 9 ettari – con una sala conferenze e un incubatore di imprese ecologico, dove è in fase di realizzazione la piattaforma per la distribuzione dei prodotti bio dedicata alla ristorazione scolastica e collettiva.
Un ambiente che si presenta ancora incontaminato, che conta più di 5000 specie di piante e la maggiore densità di cervi, castori, orchidee di tutta la Francia. E’ un territorio che garantisce servizi e offre una qualità della vita notevole per una zona rurale. Sono oltre 1.000 le associazioni attive, sono presenti attività culturali diversificate con cinema, teatri, artisti di strada distribuiti in oltre 100 compagnie, creatrici di spettacoli apprezzati a livello mondiale, che organizzano 15 festival dedicati, un’offerta di attività sportive e per il tempo libero, una forte solidarietà, con oltre il 20% dei posti di lavoro creati nell’economia sociale, con la presenza importante di cooperative edilizie e di consumo.
Per poter partecipare a Biovallée, le imprese e le associazioni devono aderire a una carta dei valori e scegliere tra 55 azioni (impegni ambientali), valorizzate da 1 a 5 punti ciascuna, in modo da raggiungere i 30 punti in tre anni.
Ma sono gli obiettivi che Biovallée si pone per il 2020 che meritano attenzione, ecco i più significativi:
Realizzare 15 ecoquartieri
Raggiungere il 20% di risparmio nel consumo di energia
Arrivare a soddisfare il fabbisogno energetico della Biovallée con il 100% di energia da fonti rinnovabili
Ristrutturare il patrimonio edilizio esistente (a partire dal patrimonio pubblico con obiettivo 500 edifici ogni anno di qui al 2020) per ottenere efficienza energetica
Potenziamento del Campus Écosite du Val de Drôme, polo della conoscenza e del sapere, e della formazione tecnica e professionale
Compostaggio del 100% dei rifiuti organici
Stop al consumo di suolo agricolo
Creare una navetta metropolitana leggera per il trasporto merci e passeggeri
Consolidare l’esperienza degli ecoparchi produttivi (attualmente sono 5 con oltre 3.000 occupati)
Sviluppo dell’agricoltura biologica con creazione di filiere locali (50% delle superfici e delle aziende in biologico)
Abbattimento del 50% dell’utilizzo delle sostanze chimiche nell’agricoltura convenzionale
80% di prodotti bio nella ristorazione scolastica
Molto interessante anche il progetto “Le réseau des stages StarTer”, che è stato avviato da qualche anno in collaborazione con l’Università Joseph FOURIER di Grenoble. L’obiettivo è quello di incoraggiare i futuri diplomati e laureati a fare il loro stage in un contesto agricolo, offrendogli supporto, assistenza e accoglienza. In particolare, c’è un’azienda agricola di 8,5 ha, che viene messa a disposizione dei giovani perché possano autonomamente sviluppare il loro progetto imprenditoriale e, quindi, decidere il loro futuro percorso professionale. “In questo modo – mi dicono i responsabili di Biovallée – aiutiamo le persone che non hanno terra, senza risorse e poca esperienza a diventare agricoltori. Per tre anni, i giovani possono disporre di terreni, attrezzature e mettere il loro progetto e la loro determinazione alla prova”.
Uscire dalla crisi che attanaglia il nostro paese e l’Europa tutta si può, a patto di non rincorrere i mercati finanziari per rassicurarli nella loro volontà di continuare a speculare e di sceglier la valorizzazione delle risorse di ogni territorio, promuovendo l’agricoltura e l’economia sostenibile. E’ necessario ripartire dai territori e la Francia ci fornisce un ottimo esempio, da seguire.
*Presidente ItaliaBio
Circa 18,8 mila unità edilizie – ricomprese in 1.654 edifici – e 6.410 particelle di terreno, per un valore pari a 4,2 miliardi di euro. Questi i numeri del patrimonio immobiliare della Città di Torino: questi dati sono contenuti nel Popular Financial Reporting del Comune
di Paolo Pietro Biancone*
Circa 18,8mila unità edilizie – ricomprese in 1.654 edifici – e 6.410 particelle di terreno, per un valore pari a 4,2 miliardi di euro. Questi i numeri del patrimonio immobiliare della Città di Torino: questi dati sono contenuti nel Popular Financial Reporting del Comune, http://www.comune.torino.it/pdf/pfrtorino.pdf. Di questo patrimonio la Città utilizza direttamente 40 immobili che sono destinati all’esercizio delle funzioni amministrative proprie: sedi degli uffici comunali, compresa la sede di piazza Palazzo di Città, e circoscrizionali, magazzini, autorimesse.
Il resto degli immobili viene utilizzato dalla Città per le attività dei diversi servizi: alloggi di edilizia residenziale pubblica, impianti sportivi, strutture destinate ad ospitare servizi sociali, asili nidi, scuole, biblioteche, ambulatori delle aziende sanitarie locali (Asl), Università.
Per far fronte all’emergenza abitativa, a esempio, la Città si avvale dell’ATC (Agenzia Territoriale per la Casa)che gestisce 11.405 alloggi destinati all’edilizia residenziale. Inoltre la Città utilizza per il medesimo scopo 5.784 alloggi, a cui ne vanno aggiunti ulteriori 624 gestiti da altri enti pubblici (CIT, ecc.), per un totale di 17.813. Al fine di favorire l’incontro tra la domanda e l’offerta sul mercato privato della locazione, la Città ha costituito Lo.C.A.Re. (l’Agenzia sociale comunale per la locazione): nel 2014 l’Agenzia ha contribuito alla sottoscrizione di 376 mediazioni immobiliari, mentre nel primo semestre 2015 ha contribuito a 150 mediazioni.
Oltre 550 sono le sedi scolastiche comunali: 157 destinate a nidi di infanzia, 219 a scuole materne, 110 a scuole primarie, 67 a scuole medie. In particolare, Il Comune ha competenza esclusiva nella programmazione e gestione dei nidi d’infanzia e delle scuole dell’infanzia comunali. Si occupa della programmazione, manutenzione e realizzazione degli edifici destinati alle scuole dell’infanzia, alle scuole primarie e secondarie di primo grado statali. Con le medesime funzioni le Province e le Città Metropolitane si occupano degli istituti di scuola secondaria di secondo grado statali. Le Università invece sono di esclusiva competenza Statale, anche se il Comune di Torino fornisce la maggior parte delle strutture in cui vengono svolte le attività didattiche e amministrative.
Il Comune di Torino ospita l’Università degli Studi di Torino e il Politecnico di Torino a cui afferiscono le diverse Scuole mettendo a disposizione numerose strutture del patrimonio cittadino: in tutto 19 plessi. A cui si aggiungono 39 immobili a disposizione delle Asl (Aziende sanitarie Locali) e 15 al Ministero della Difesa per le Caserme di zona.
Un patrimonio da gestire, che richiede anche impegni di manutenzione ordinaria e straordinaria, ingenti. La sostenibilità di alcuni interventi può essere sostenuta anche grazie a sostegno di finanziatori portatori di interesse, gruppi di cittadini per piccole opere, cordate d’aziende, che sponsorizzano opere di medie dimensioni, fondi sovrani, che finanziano opere di grandi dimensioni.
*Presidente del corso di studi in Professioni Contabili
Coordinatore del corso di dottorato in Business & Management
Università di Torino