“Sono particolarmente orgogliosa di presentare nella mia squadra questi due nuovi assessori, che vanno a rafforzare la scelta compiuta di aprire Torino al merito ed alla competenza”. Così Chiara Appendino, candidata sindaco per M5S nel presentare i nuovi assessore della sua Giunta, in caso di vittoria alle Comunali. Sono Paola Pisano, docente di gestione dell’innovazione e direttore del centro di innovazione tecnologica multidisciplinare ICXT dell’università di Torino, e visiting lecturer alla Westminster University (Londra) e Federica Patti, architetto, dottore di ricerca, insegnante nella scuola secondaria e presidente del Comitato Genitori (CooGen)” ha dichiarato la candidata sindaca del M5S a Torino, Chiara Appendino.
Il candidato sindaco di Forza Italia, spiega ai nostri microfoni la Torino che sogna e perché la città necessita di raggiungere, accanto all’incremento del turismo, anche quello del commercio e delle aziende presenti sul territorio
Qual è la sua visione per Torino?
La città ha un centro stupendo, che nasce dai finanziamenti di Torino2006: l’allora governo Berlusconi fece arrivare oltre 5 miliardi di euro, di cui 3 e mezzo a Torino. Da quel momento nacque la visione turistica della città, che credo vada rinsaldata. La periferia è più degradata e questo porta disoccupazione, quella generale è del 12,5% quella giovanile del 44%: la città è estremamente disuguale, una famiglia su dieci è povera. Non vi è dubbio che per il futuro si dovranno rilanciare le imprese, per viaggiare su due gambe, e non solo su una.
Che cosa propone dunque, per rilanciare le aziende sul territorio?
Occupandosi anche solo del degrado, il rilancio ha inizio. Attraverso le tasse si devono andare ad acquistare le case sfitte e da sistemare, per rimetterle a posto e così riusciamo a togliere in parte il degrado e a rilanciare il settore edile. Non bisogna occupare nuovi terreni, ma ricollocare e sistemare gli edifici esistenti. Oltretutto ho fatto una proposta riguardo i parcheggi della zona centrale: il lavoratore dichiarato, che ogni giorno si reca lì per lavorare, deve pagare quanto il residente. Così facendo il lavoratore ottiene anche un risparmio alla fine del mese. Non dico che debbano usare i mezzi, perché per dirlo i mezzi pubblici dovrebbero essere efficienti..
In questa città chi può utilizza molto l’auto, proprio perché la metro è molto breve, alcuni punti d’interesse sono mal collegati con mezzi spesso inefficienti…
Lei ha centrato il problema: i cittadini non devono essere colpevolizzati per questo. La situazione non regge più.
Ne risente anche l’inquinamento cittadino…
Sicuramente è una delle problematiche, insieme alla sicurezza e il rilancio economico. Il debito della città è diminuito e questo è vero, ma perché si è andato ad aumentare la tassazione.
Cosa ne pensa del progetto della linea 2 della metro, promosso dall’attuale amministrazione?
La progettazione della 2 sarebbe finanziata in parte. Il problema è trovare le risorse, perché se non si trovano, si dovranno chiedere alle banche e a quel punto non faremmo che aumentare il debito della città. E’ necessario dunque avere la forza politica di chiederli all’Europa o ai privati.
Secondo lei la linea uno sarà terminata in tempi ragionevoli? Per il momento i commercianti di via Nizza sono in ginocchio…
Fassino pensa che poi quella periferia vada a posto per il semplice fatto che quel nucleo sia sistemato in quei duecento metri, ma non è così. In quella zona c’è la necessità di intervenire in fretta.
Ha in mente un progetto preciso per la viabilità torinese?
Un progetto d’incentivo per le linee già esistenti, come la linea 4 ad esempio, che andrebbe rivista completamente. Non c’è alternativa: più frequenza, dunque più personale e più servizi.
Serve una sana spending review e una burocrazia più razionalizzata.
Una delle liste che la sostiene è “Salviamo l’Oftalmico”: che progetti ha per la sanità?
Nonostante sia di competenza della Regione, siamo molto attenti a queste delicate tematiche. L’Oftalmico è una struttura funzionale ed efficiente e la sua chiusura urla vendetta a Dio. Ci chiediamo quali siano le ragioni, anche economiche, per questa decisione. Inoltre le questioni economiche in sanità, vanno messe da parte. Noi mandiamo un chiaro messaggio in merito: no alla chiusura dell’Oftalmico.
Riguardo l’istruzione, come agirebbe?
La proposta che ha fatto Fassino sugli asili mi ha fatto molto piacere… sa perché? Perché quella proposta l’ho fatta io una settimana prima. Non sono contro qualcuno, nel momento in cui si recepisce il discorso. La proposta che lui ha fatto ben venga, soprattutto dato che è nata da quella che ho fatto poco prima. Altro tema che mi sta a cuore è la sicurezza nelle scuole, ma servono fondi governativi perché non accada mai più un altro “caso Darwin”.
Come affronterebbe l’emergenza rom ed ex Moi?
Con due pesi e due misure. Per i rom ci sono i campi autorizzati e quelli non autorizzati, che dunque devono essere chiusi: la legge parla chiaro in merito. Se i campi non hanno i requisiti sanitari necessari, c’è un problema evidente. Perché le persone sono rabbiose nei confronti di queste situazioni? Perché non vi sono gli stessi trattamenti e la legge deve essere uguale per tutti.
Di recente c’è stata la chiusura del campo di Lungo Stura Lazio e la pulizia di quello in corso Tazzoli, eppure la richiesta di provvedimenti in questo senso era richiesta da anni dai cittadini…
I campi non autorizzati devono essere chiusi, poi vadano dove vogliono. Non sono io a dover trovare una collocazione a loro, preferisco trovarla per la famiglia in difficoltà, per i ristoratori, i negozianti ecc.
Come valuta la candidatura di Chiara Appendino e i recenti sondaggi?
Molto fumo e niente arrosto. Non vedo nulla di concreto nelle sue parole, il consenso che ha è di protesta e non costruttivo. Sono voti di rabbia e protesta. Aldilà dei sondaggi, non si sa mai cosa potrà succedere in una campagna elettorale. Potrebbero esserci delle sorprese…
Il centrodestra è sfaldato, crede che questo abbia influito o influirà sul risultato finale alle urne?
Mi spiace che il centrodestra non sia stato unito. Se i sondaggi sono veri, saremmo arrivati almeno al ballottaggio. L’avevo anche riferito alla Meloni e a Salvini, ma ho notato che forse non ci credevano davvero.
Ritiene si siano concentrati maggiormente su Milano e Roma?
Sì, direi di sì. Questo mi spiace molto, sia per la città sia per la frattura nel centrodestra.
Romana Allegra Monti
La candidata sindaco del Movimento Cinque Stelle racconta ai nostri microfoni le sue idee per una Torino solidale, che investe sui giovani e dialoga con i cittadini
DI ROMANA ALLEGRA MONTI
Qual è la sua visione per Torino?
La città che vogliamo costruire è una città sicura, sana e solidale. Queste sono le tre parole chiave della Torino di domani. Sicura perché ogni cittadino deve poter vivere il suo quartiere, non solo in centro, ma anche nelle periferie della città; sana perché la mobilità deve essere sostenibile e l’aria respirabile; solidale perché per fare questo serve fiducia tra istituzioni e cittadini.
Come pensate di poter ridurre l’inquinamento concretamente?
Abbiamo una serie di gruppi di lavoro e abbiamo tenuto una serata proprio su questo tema: è una delle nostre priorità, il trasporto locale è un elemento che favorisce la sostenibilità e garantisce davvero la mobilità dei cittadini e il loro diritto al trasporto, a prescindere dalla propria disponibilità economica. Prevediamo un allungamento dell’orario di ZTL, un percorso di linea metropolitana che sfrutti la Torino-Ceres e le gallerie sotto via Stradella, collegando l’aeroporto al centro della città. Garantire inoltre la sicurezza per le ciclabili è un altro punto fondamentale per noi, infatti un nostro obiettivo sul breve periodo è realizzare dei parcheggi sicuri anche per le biciclette, per favorirne l’utilizzo in alternativa all’auto.
In città sono carenti i collegamenti con alcuni luoghi di interesse, come il Campus Luigi Einaudi, per dirne uno. Riguardo i mezzi pubblici dunque, pensate di apporre qualche modifica nei collegamenti o nell’attuale viabilità?
Vorremmo lavorare sul tema della viabilità semaforica e velocizzare le linee, facendo sì che siano anche più attrattive con priorità alle linee tramviarie per una questione ambientale. Sicuramente c’è un tema di riprogrammazione del servizio da affrontare con Gtt in modo partecipato, facendo uno studio che in parte è già stato fatto, ma che è rimasto in un cassetto. Da Mirafiori ci si mette meno ad andare a Milano che in centro città e questo è un problema rilevante.
Cosa pensi della promessa dell’amministrazione Fassino di una seconda linea metro per il 2017?
Pensiamo che sia meglio dare priorità alla linea 1, per portarla a termine: è inaccettabile ci sia voluto così tanto tempo per poi neppure terminarla, creando forti disagi al commercio locale che è stato letteralmente ucciso da questi cantieri eterni. Certamente saremmo favorevoli a incrementare un’altra linea, ma solo dopo aver finito la prima e soprattutto aver trovato i fondi per la seconda, questo è il vero problema. Oltretutto riteniamo che un progetto del genere debba coinvolgere la cittadinanza: vorremmo un dibattito pubblico su un’operazione così importante da quasi 1 miliardo e 400 milioni. Andrebbe poi affrontato anche un investimento decisamente minore, quello nella “linea 3”,sfruttando la Torino-Ceres di cui parlavo prima.
Come affrontereste invece l’emergenza abitativa?
Sul tema casa vorremmo lavorare su due elementi: da un lato su un censimento di quelli che sono gli edifici sfitti pubblici, in un’ottica di pianificazione urbanistica, per sfruttare al meglio il patrimonio già esistente. Dall’altro, per quel che riguarda il privato, vogliamo rafforzare i collegamenti affinché un soggetto privato sia incentivato a badare al suo appartamento e magari volerlo affittare a prezzi calmierati. Siamo in una situazione paradossale: l’emergenza casa è in continua crescita, così come gli appartamenti sfitti.
Tra le vere e proprie emergenze in città, vi è anche quella che riguarda l’ex Moi. Cosa propone per risolvere questo annosa criticità?
Crediamo sia corretto effettuare un censimento di tutti coloro che vivono all’interno di quelle palazzine: è inaccettabile che non si sappia chi vi sia all’interno e che diritti abbiano, questo riguarda la prima fase d’intervento. La seconda fase dovrà riportare quegli edifici alla cittadinanza, sulla quale per ora si è solo scaricato difficoltà e tensioni che non fanno altro che aumentare. La situazione va presa in mano. Per coloro che avranno le carte in regola dovranno prevedersi percorsi di integrazione.
In questo dinamico periodo di campagna elettorale è stato ripulito il campo rom di corso Tazzoli e sgomberato quello in Lungo Stura Lazio. Come gestirebbe da sindaco questa situazione?
Fino a pochi mesi fa lavoravo nei dintorni di via Germagnano, quindi ho ben presente le difficoltà che esistono all’interno di quelle baraccopoli e anche all’esterno: situazioni pericolose a livello sanitario e di grande degrado. La nostra linea è quella dell’Europa in questo caso: chiudere le baraccopoli e con i loro stanziamenti – la trasparenza sulle risorse utilizzate e le modalità, deve essere massima – mandare a scuola i bambini e a lavorare gli adulti.
Quindi ricollocando gli abitanti di queste baraccopoli in case comunali o sul mercato privato?
L’obiettivo è superare la situazione dei campi, affinché chi ha intenzione di integrarsi nella società possa farlo a parità di doveri e diritti, come prevede l’Europa, linee che noi vorremmo seguire del tutto.
Sanità. Abbiamo avuto grossi problemi di gestione e visto la chiusura di alcune strutture come l’oftalmico. Come agirebbe lei in qualità di sindaco, per evitare la eventuale perdita di diritti sanitari ai cittadini?
Questo è un tema regionale e il comune ha un potere “limitato”. I nostri consiglieri tuttavia, si sono battuti contro quella chiusura, per la sua storia e per le sue competenze: chiudere un presidio del genere senza avere una degna alternativa è miope e, dal nostro punto di vista, una scelta assolutamente da contrastare. Come sindaco, che può esercitare una certa influenza sulla Regione, ci batteremo affinché vengano garantiti i servizi per i cittadini che al momento sono già carenti.
Torino e il turismo. Merito dell’amministrazione Chiamparino-Fassino?
Penso che la vocazione turistica della città sia nata prima, l’intuizione ci fu già negli anni ’90 con Castellani che, per rispondere alla crisi industriale Fiat, propose questo obiettivo. Tuttavia credo che questo non sia sufficiente a rilanciare la città: penso si debba ripartire dalle piccole e medie imprese, immagino di poter esportare i nostri saperi: quelli della ricerca universitaria e delle piccole e medie imprese. Ci sono realtà interessanti come ICxT, che mette insieme dieci diversi dipartimenti e producono progetti interessanti per le nostre imprese, come il caso Carioca.
Torino ha un’altissima disoccupazione giovanile e vi è uno scollamento netto tra Università e mondo del lavoro…
Come prima proposta appena candidata ho parlato di un fondo da cinque milioni di euro per inserire i giovani nelle piccole e medie imprese, mettendo al centro dell’agenda politica due grandi temi: quello della disoccupazione giovanile, per non perdere la nostra futura classe dirigente e quello delle imprese del nostro territorio, che hanno lunghe storie e molte competenze e possono formare i nostri giovani. La città deve essere la cabina di regia delle interazioni di questi due soggetti. Formare un giovane nelle nostre Università (che son di qualità) e poi vederlo fuggire, è una sconfitta per l’amministrazione ma anche per tutti noi.
Quando ho chiesto agli altri candidati cosa pensassero di Chiara Appendino come candidata, quasi tutti hanno dichiarato che la ritengono una persona degna, ma temono la sua carenza di esperienza rispetto ad altri e il gruppo politico, poco unito ed eterogeneo che la sostiene. Cosa risponde a queste critiche?
Sul mio essere più giovane mi pare chiaro che la differenza in questi casi non la fa l’età, ma le idee che si possiedono, i progetti che si intendono realizzare e la squadra. Ho alle spalle cinque anni al Comune e sono tra i fortunati giovani che hanno potuto avere esperienze di lavoro, anche nell’impresa di famiglia e nell’insieme la mia esperienza mi ha permesso di crescere e capire i bisogni della mia città. Accanto a me sto costruendo la mia squadra attraverso una scelta innovativa: non persone chiamate al mio fianco per amicizia o convenienza, ma per merito e competenza. Gli assessori sono scelti attraverso un bando.
Un metodo contestato da molti…
Credo che molte persone con grandi qualità in questa città non siano stati messi nella condizione di poter emergere, a causa delle solite logiche politiche. Facciamo in questo modo, un ulteriore passo verso la trasparenza nei confronti degli elettori che in questo modo sapranno perché e chi sono le persone della mia squadra, che lavora a stretto contatto con il sindaco. Sono convinta che a Torino serva un’apertura al merito e al cambiamento e penso che noi abbiamo sufficiente esperienza e capacità per poterlo fare, oltre che la volontà. Punto. Torino riparte.
In ultimo: un commento sull’istanza al Tar che porta la tua firma e quella di Bono, riguardo le Liste del Grillo – No Euro, che ancora una volta cercano non solo di confondere gli elettori, ma che addirittura li prendono in giro inserendo persone decedute negli elenchi…
Ritengo scandaloso che si giochi sui cittadini con queste liste civetta, che creano volutamente confusione e che mancano di rispetto alla democrazia stessa. Raccogliere poi firme di persone decedute è addirittura incommentabile. Tutto ciò è quanto di più distante dalla nostra politica ed è triste che tutte le volte si debba parlare di firme false… poi ci si chiede perché le persone non vanno a votare e non credono nell’amministrazione. Noi vogliamo dialogo e fiducia con i cittadini, vogliamo coinvolgerli e consultarli sui temi che li riguardano da vicino: vi sono poche risorse, ma questo non è un buon motivo per lasciare da solo il cittadino e farlo sentire abbandonato. Se dovessimo vincere, vorremmo inserire un’assicurazione per i cittadini derubati o scippati, di modo che possano ricevere un massimale dalla città. Perché? Perché in un momento di difficoltà l’amministrazione deve far sentire la sua voce, non per soffocare quella della cittadinanza, ma per rispondere alle sue esigenze concretamente e simbolicamente.
COMUNALI 2016 / I PROTAGONISTI
Di Romana Allegra Monti
Sindaco Fassino, quale ritiene essere il suo più grande successo nell’amministrazione della città?
Il mio miglior successo non è il singolo intervento, ma aver mantenuto la parola data. Siamo riusciti a tenere in piedi la città in anni di dura crisi, garantendo comunque i servizi a disposizione dei cittadini e la sua capacità di investimento. Inoltre abbiamo ridotto il debito che pesava sulle spalle della città. Abbiamo fatto di Torino una città di cultura, arte e turismo. Queste quattro questioni – garantire il servizio ai cittadini, continuare a investire, farne un polo culturale e ridurne il debito: non sono affatto obiettivi scontati da realizzare, soprattutto in un periodo difficile. Questo è, io penso, un successo: ha permesso alla città di essere pronta oggi per cogliere le opportunità che possono giungere da una ripresa economica che è alle porte.
Come è riuscito a ridurre il debito di mezzo miliardo?
Torino aveva un alto debito non perché si fossero sprecati i soldi, ma perché aveva investito molto, nella metropolitana, nel termovalorizzatore per gestire i rifiuti, nel teleriscaldamento per ridurre le emissioni di Co2, gli impianti olimpici, gli investimenti sulle aree industriali dismesse e tutto questo ha determinato un debito alto. Noi siamo riusciti a riportarlo a livello d’indebitamento che la città aveva nel 2003, una riduzione di quasi 600 milioni di euro. Lo abbiamo fatto agendo su più fronti, abbiamo aperto le nostre società pubbliche a soci privati, continuiamo a essere soci ma cedendo delle quote abbiamo liberato delle risorse.
Dunque le aziende “rosse”, che l’unanimità del centrodestra definisce come un costo eccessivo per il comune, le partecipate che loro vorrebbero alienare, sono già in parte private?
Sì, noi non le abbiamo vendute, abbiamo aperto a soci privati mantenendo una presenza della città, perché queste società erogano un servizio importante per i cittadini, ma abbiamo ridotto la nostra quota, così facendo abbiamo liberato risorse. Sono stati alienati immobili che non erano necessari all’ente, abbiamo ri-organizzato la macchina comunale: la pianta organica del comune è di circa 12 mila dipendenti e oggi siamo sotto i 10mila. Sono stati ri-negoziati i contratti con coloro che erogano i servizi alla città – acqua ed energia ad esempio – il debito lo abbiamo ridotto così.
Insomma, le proposte che oggi arrivano dal centrodestra in realtà sarebbero già state realizzate. Per quanto riguarda invece la viabilità: la città ora dispone di una prima linea di metropolitana (ancora da terminare), quando prevede possa arrivare, concretamente, la seconda?
Stiamo investendo sulla mobilità cittadina in tre modi: il primo riguarda il completamento della linea uno della metropolitana verso piazza Bengasi e verso Rivoli: quella in direzione piazza Bengasi potrà essere completa già nella primavera del 2017. Verso rivoli invece, i lavori stanno proseguendo e nel 2017 avremmo due tratte che ci porteranno fino a Cascine Vica, poi si proseguirà.Il secondo riguarda l’investimento ferroviario metropolitano, che è molto importante: attualmente ha otto linee e prevediamo l’attivazione di altre due, dando un servizio ancora più completo per tutta l’area metropolitana: utilizzano questo sistema tantissime persone che lavorano a Torino, ma abitano fuori città. La terza scelta d’investimento riguarda la linea 2, è in corso il bando (che chiude il 9 maggio) per la scelta della progettista, seguirà la fase del progetto esecutivo e parallelamente costruito il piano finanziario, infine si parte con i cantieri. Credo possano essere aperti tra la fine del ’17 e l’inizio del 2018.
Una città che aspira ad internazionalizzarsi e a essere sempre più un polo turistico ha bisogno di un sistema efficiente di mobilità…
Certamente. Stiamo rinnovando anche il parco dei mezzi pubblici, aumentando mezzi elettrici e a basso impatto ambientale, infine stiamo potenziando il bike sharing e il car sharing, insomma tutto ciò che consente ai cittadini di muoversi bene con differenti modalità di trasporto.
La città è cambiata molto, ma molti luoghi d’interesse restano scollegati con gran parte della città: il campus Luigi Einaudi ne costituisce un esempio. Per caso è prevista una rivisitazione delle linee e dei collegamenti degli autobus?
Sì, le tratte devono essere adeguate a come evolve la città: è evidente che occorre tenere conto dei nuovi campus, delle spine residenziali, dei nuovi investimenti e quindi c’è un continuo lavoro di adeguamento della rete dei trasporti ai flussi di mobilità.
Un discorso che si collega ai parcheggi di superficie…
Abbiamo appaltato una decina di parcheggi pertinenziali, cioè parcheggi sotterranei destinati a chi voglia comprare un garagema c’è una quota di acquisto e una di parcheggio pubblico, una decina in realizzazione. Per ciò che riguarda i parcheggi di superficie, nella parte centrale e semicentrale vi è la zona blu: ma anche questo sarà oggetto di una revisione in relazione al mutare della città, tenendo conto dei flussi di mobilità.
Zone a pagamento che verranno allargate dopo le elezioni…
Non è un generale allargamento, è un ridisegno delle zone con sosta a pagamento, in relazione a una verifica di quali sono da un lato i flussi di mobilità e dall’altro le esigenze dei residenti. Non sarà necessariamente un allargamento.
In tema di parcheggi: come può un’amministrazione attenta all’arte e alla cultura permettere la costruzione di un parcheggio privato laddove vi sono le gallerie Pietro Micca?
Un problema risolto, quando gli scavi hanno fatto emergere le gallerie abbiamo bloccato i lavori, insieme al ministero dei beni culturali e della sovrintendenza abbiamo rimodulato il progetto, riducendo il numero di posti auto in questi parcheggi e facendolo arretrare, in ragione tale che le gallerie siano salvaguardate, ma soprattutto utilizzate. Quello che non si dice mai è che fino a quando non si è fatto questo scavo, quelle gallerie non se le filava nessuno, il progetto di adesso evita che il parcheggio possa compromettere le gallerie e prevede un piano di valorizzazione di esse, per poterle rendere visitabili.
Quindi non verranno danneggiate o distrutte?
Assolutamente no, anzi non fosse stato per questi scavi, quelle gallerie non sarebbero mai state cercate e di conseguenza, rese accessibili al pubblico.
Lungo Stura Lazio è stato sgomberato, ma vi sono ancora molti campi nomadi critici, come quello in via Germagnano…
Lo abbiamo chiuso non con le ruspe, ma ricollocando 600 rom in soluzioni abitative e 200 con rimpatrio assistito in Romania. Il prossimo intervento sarà in corso Tazzoli
Sarà un intervento dello stesso tipo?
Sì, su ogni campo nomade sarà intrapreso questo percorso di allocazione di queste persone in soluzioni abitative e la chiusura e la pulizia dei campi. Proprio questa mattina ero a fare un sopralluogo, proprio perché c’è un problema di pulizia di queste aree. Poi bisognerà affrontare via Germagnano, l’area più delicata.
Parliamo ora della campagna elettorale. Non le chiedo nulla sulla notizia di questi giorni di un sondaggio, di cui non si conoscono autori o metodi e sul quale si è già espresso…
Infatti. Se vuole le faccio l’elenco dei sondaggi sbagliati degli ultimi anni, sono molto scettico: li guardo ma non me ne faccio condizionare…
Preferirei domandarle cosa pensa della sua rivale più papabile, la pentastellata Chiara Appendino.
Non do giudizi sugli altri candidati che ovviamente si candidano avendo speranza di vincere, cercando di raccogliere un voto più largo, coinvolgendo ogni tipo di elettore, sulla base delle proprie proposte. Rispetto e mi confronto con tutti i candidati, penso che se si guardano i cinque anni che abbiamo alle spalle si può constatare che io e la mia giunta siamo stati in grado di governare la città in una fase molto delicata. Siamo affidabili e credibili, ciò che proponiamo per i prossimi non sono sogni, sono progetti credibili che abbiamo dimostrato di saper realizzare. Sulla base del nostro programma chiederemo i voti ai cittadini e ci confronteremo con gli altri candidati.
“I manifesti e le gigantografie elettorali a sostegno di Piero Fassino e di altri candidati sindaci, che continuano a comparire in questi giorni, in piena campagna elettorale, sui mezzi di trasporto dell’azienda Gtt – azionista unico dell’azienda del comune di Torino – nel mentre è stata oscurata tutta la cartellonistica elettorale di Torino, sono in rotta di collisione con un corretto ed equilibrato utilizzo degli spazi elettorali. Questo indipendentemente dalle controverse interpretazioni delle norme che regolano l’utilizzo degli spazi elettorali, norme che secondo noi dovrebbero essere nel senso di impedire lo svolgimento della campagna elettorale sui mezzi mobili, tanto più se di aziende a partecipazione (diretta o indiretta) pubblica. Nella realtà, in alcune città, come a Torino, chi ha più soldi e più potere si arroga la potestà di usufruire spazi elettorali mobili di grandissimo impatto visivo. Per tutti gli altri multe a non finire nel caso in cui un manifesto, anche solo per sbaglio, finisca fuori da un solo spazio assegnato di tabellone elettorale. Questa non ci sembra proprio l’applicazione del principio della “legge è uguale per tutti”. Al sindaco Fassino, così come ad altri candidati e schieramenti danarosi, chiediamo di rimuovere immediatamente i propri manifesti elettorali dagli autobus e di attenersi ad una modalità di svolgimento della campagna elettorale corretta e rispettosa del principio di “par condicio” per tutti gli schieramenti, compresa la lista “Torino in Comune – La Sinistra” di cui facciamo parte”.
Segretario provinciale Prc-Se
Lunedì 16 maggio, alle ore 18 presso il Comitato elettorale di Piero Fassino Sindaco in via Pavia 18, a Torino, si terrà un incontro con i candidati del Partito Democratico alle prossime elezioni in Consiglio comunale Silvio Viale e Laura Onofri dal titolo: “Torino città dei diritti”.L’incontro con gli elettori torinesi sarà moderato da Andrea Trigolo. Sarà l’occasione di approfondire i temi legati ai diritti civili in Italia dopo l’approvazione in Parlamento della legge sulle Unioni civili e di illustrare le proposte e le azioni da realizzare per costruire una Torino capitale dei diritti.
M5S vince al Tar, esclusa lista del Grillo
Il Movimento 5 Stelle ce la fa al Tar del Piemonte e ottiene l’esclusione del Movimento No Euro Lista del Grillo alle elezioni comunali a Torino, la lista “civetta” che avrebbe potuto creare confusione tra gli elettori. Il ricorso è stato accolto dai giudici.”Pare al collegio – si legge – che la natura evocativa e confondente sia esplicita e seria, tale da indurre in confusione anche un elettore medio”.
Gli impegni dell’Assessorato allo Sport, Polizia Locale, Personale e Organizzazione diretto da Giovanni Maria Ferraris
Giovanni Maria Ferraris dal 2014 siede in Consiglio regionale e dal 16 giugno di quell’anno ricopre l’incarico di Assessore allo Sport, Polizia locale, Personale e Organizzazione. La sua esperienza politica torinese risale al lontano ’90, quando, dopo aver conseguito la laurea in Ingegneria Chimica al Politecnico di Torino, venne eletto consigliere nella VIII Circoscrizione, nella quale dal 2001 ricoprì il ruolo di vicepresidente. Nel 2006 venne poi eletto nel Consiglio Comunale di Torino, dove divenne nel 2010 assessore ai Servizi civici, Cooperazione e Relazioni internazionali.
Il suo Assessorato regionale è molto sensibile al tema del bullismo, riguardo al quale il 9 dicembre 2015 è stato sottoscritto un Protocollo d’Intesa di Contrasto al Bullismo, nell’Aula Magna dell’Itis Avogadro di Torino, tra l’ Ufficio Scolastico Regionale per il Piemonte, la Regione Piemonte, varie Questure e la Procura della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni del Piemonte e Valle d’Aosta.
“Abbiamo firmato – spiega l’assessore Giovanni Maria Ferraris – un Protocollo d’intesa, che rinnova per il prossimo triennio 2015-2018 l’impegno congiunto di diversi protagonisti istituzionali; rappresenta il coronamento di un percorso già avviato da alcuni anni, che vede impegnate istituzioni e forze di polizia in diverse attività, nell’ambito della prevenzione del rischio e della promozione del benessere a scuola. Vogliamo rafforzare le sinergie già consolidate in materia di bullismo e disagio, attraverso l’attivazione di incontri formativi nelle scuole del territorio, approfondimenti sulle modalità di prevenzione e gestione di eventuali comportamenti a rischio, oltre a percorsi di apprendimento con i ragazzi e le loro famiglie sui rischi delle nuove tecnologie. Un altro obiettivo è anche quello, non meno importante, della formazione del personale docente e dei dirigenti scolastici sulle tematiche legate all’educazione alla legalità. Abbiamo inoltre promosso la distribuzione di una nuova edizione del volumetto “Bulli e Bulle? No grazie”, con le due versioni, una rivolta agli studenti, l’altra ai genitori e agli insegnanti”.
” Un’altra iniziativa del nostro Assessorato – aggiunge Ferraris – è quella del potenziamento del vigile di prossimità, una figura relativamente nuova, capace di entrare in contatto con la popolazione scolastica e di diventare un punto di riferimento per le famiglie e i loro ragazzi, per la prevenzione dei fenomeni del bullismo e cyberbullismo. Il vigile di prossimità, a differenza del semplice vigile di polizia amministrativa, compie un’azione maggiormente culturale, di prevenzione dei conflitti, rappresentando il canale comunicativo preferenziale tra le istituzioni e il cittadino. Abbiamo anche promosso il Progetto Iter di incontro tra genitori e vigili”
“Un’altra promozione da parte del nostro Assessorato – precisa Giovanni Maria Ferraris – è stata quella nel campo dello sport, con una particolare attenzione al suo ruolo di strumento sociale e allo sport della disabilità. Abbiamo ricevuto una risposta positiva nel settore, promuovendo il ruolo dello sport come strumento di valorizzazione delle persone, contro qualsiasi tipo di discriminazione. Lo sport è fondamentale che sia un mezzo di inclusione delle persone e di relazione tra loro. È anche essenziale la formazione degli educatori sportivi, che non si devono limitare a insegnare una disciplina sportiva, ma devono includere nel loro insegnamento processi culturali più ampi. Non è un caso che la Regione Piemonte dedichi il 2016 al tema della lotta al razzismo, all’ antirazzismo in ambito sportivo, per evitare che mai più si registrino atteggiamenti razzistici e omofobi sugli spalti dei campi di calcio”.
” Lo scorso anno il nostro Assessorato – conclude Ferraris – ha compiuto grandi operazioni per la riduzione delle spese, accorpando diversi settori e riducendo, quindi, il loro numero. Abbiamo anche approfittato del piano della trasparenza e applicato il criterio della rotazione. L’aggiornamento della macchina regionale, accanto alla comparsa di nuove motivazioni in ambiti lavorativi diversi, ha anche consentito un miglioramento del servizio nei confronti dell’ utenza”.
Mara Martellotta
Il notaio, candidato sindaco per il centrodestra alle prossime elezioni comunali, confida ai nostri microfoni cosa vorrebbe per la città e racconta una Torino diversa, lontana da un rilevante incremento del turismo e dal dimezzamento del debito
Cosa vorrebbe per Torino?
Io vorrei una città che riprenda a sperare nel futuro, una Torino dove i torinesi si sentano a casa e la città sia trattata equamente, le periferie come il centro. Dove insomma non esista degrado urbano e gli eventi siano in tutta la città non solo nel centro. Sogno una Torino risanata dal debito: con 4 miliardi e 380 milioni di debito è difficile possa sopravvivere, non ha risorse a sostegno dei progetti che servono alla cittadinanza.
Dunque quale percorso sceglierebbe per provare a risanare il debito?
Vendendo le partecipate di valore, non sono molte, ma quell’incasso potrebbe diminuire in modo significativo il debito. So che non esiste la bacchetta magica, ma un po’ di risorse per ridurre il debito si possono ricavare dalla revisione dei contratti di appalto del comune, tuttavia sono risorse marginali rispetto a quello che servirebbe.
Fassino ha ridotto il debito della città di “oltre mezzo miliardo”, come si legge nei suoi volantini…
Questa è una bugia. Il debito era di 4 miliardi e 460 milioni nel 2011 e 4 miliardi e 370 milioni è oggi, è calato dunque solo di 90 milioni. Facile pensare al solo debito finanziario, esiste anche quello commerciale e le obbligazioni.
Come opererebbe invece sulla viabilità cittadina?
Partiamo dalla Metro: credo che con somma fatica si dovrà cercare di finire la prima linea, i lavori devono essere svolti in tempi ragionevoli, affinché non uccidano tutto ciò che gli sta intorno. Per la linea due, che dal punto di vista teorico è un’opera importante e utile ma con la situazione economica e finanziaria della città, sarebbe ipotizzabile solo a fronte di uno studio di fattibilità tecnica: tempistiche, finanze e impatto sull’ambiente circostante. Un’opera da realizzare in tempi normali, altrimenti rischia di servire a poco.
E per i bus, parcheggi e la ZTL?
Ci sono due possibili impostazioni: quella di alcune grandi città come Londra, Parigi e Milano, nelle quali si paga una tassa di accesso al centro, così da ridurre quella dei parcheggi, liberalizzando il centro; oppure si prosegue nel concetto di ZTL, che comunque non riduce lo smog e non serve a nulla. La tassa di accesso invece, non solo diviene risorsa del comune ma è utile a rendere la città più vivibile. Sono laico su questo punto: va studiato con i tecnici e con la cittadinanza.
La città è molto cambiata dall’ultima volta che furono progettati i collegamenti autobus, non crede vadano rivisti?
Si è cambiata, io sono per parlare seriamente dei problemi, le soluzioni vanno studiate insieme agli esperti e ai cittadini. Senza contare il degrado dei mezzi e l’insicurezza che si percepisce su di essi, ne abbiamo avuto un esempio vedendo quanto successo al giornalista di Repubblica il giorno che presi la linea 4. Prossimamente faremo un’altra gita: prenderemo l’autobus 68, che passa dal Campus Einaudi, per vedere con i miei occhi i problemi quotidiani dei giovani. Fassino c’è mai salito? Non mi pare, eppure è il sindaco.
Se i mezzi pubblici non sono efficienti, ne risentono i cittadini come anche i turisti e per una città che aspira ad avere vocazione internazionale questo è inconcepibile…
La prima cosa che serve al turista è un aeroporto che funzioni, tutti quelli che arrivano dagli Stati Uniti ad esempio, arrivano a Malpensa e ci mettono più di due ore ad arrivare a Torino.
Si potrebbe ipotizzare una linea che colleghi i principali siti turistici della città, soprattutto in alcune stagioni dell’anno.
Eppure il vanto della corrente amministrazione è soprattutto quello di aver incrementato il turismo, anche grazie alle passate Olimpiadi..
Guardando i dati non ne sono così convinto. L’81% del turismo è italiano, in barba all’internazionalizzazione tanto sbandierata. Il restante 19% arriva da Francia, Olanda e Germania. Non credo sia sufficiente, il turismo di un giorno e un giorno e mezzo è un turismo che spende poco. Noi abbiamo bisogno di americani e cinesi, che spenderebbero sicuramente molto di più: abbiamo creato una via del lusso, potremmo anche avere qualche marchio in più e allora sì che verrebbero. I cinesi, come anche i russi vanno a Milano solo per andare al quadrilatero prima ancora che per il resto. Inoltre abbiamo eccellenze museali che sono mondiali, come il Museo Egizio: non è pensabile sia visitato solo da italiani. Un americano però fa prima ad andare a Milano piuttosto che venire a Torino. Non è che non sia stato fatto nulla, è che bisogna fare di più. Non mi pare siano chiare le linee guida per perseguire il salto di qualità: Torino deve divenire un brand, ad oggi non è così. Faccio l’esempio americano perché ho lavorato molto lì e quando mi chiedevano di dove fossi, dovevo rispondere “a un’ora da Milano”, per far capire qualcosa al mio interlocutore, Torino all’estero non è conosciuta.
Riguardo invece il problema dell’immigrazione, come agirebbe lei da sindaco?
Ciò che è illegale va represso, ciò che è legale va integrato. Non si può pensare di fare una politica anti-immigrati quando in città ve ne sono circa 150 mila. Non si può essere contro gli stranieri che vivono qui e che lavorano regolarmente, la città morirebbe. Nel 25% di popolazione anziana in città, non ci sono stranieri: questo è un dato importante. Nei prossimi dieci anni, che ci piaccia o no, la conformazione sociale della città sarà molto diversa. Il discorso di chi occupa invece è ben diverso, però attenzione perché vi sono anche i rifugiati politici e non possiamo avere 3000 mila domande e smaltirne 356 in un anno, questo è un problema di inefficienza.
Qual è la fonte di questi dati?
Dalla polizia, non me lo sono inventato. Se nel mio ufficio lavorassero con questo ritmo, sarebbero tutti licenziati.
Nel concreto come gestirebbe questa problematica?
Quello che può fare un sindaco è rafforzare gli uffici che devono dare delle risposte, attivando la prefettura. Oggi, con i poteri attuali, il sindaco non può fare molto di più. E’ in corso una legge di approvazione che pare darà più poteri ai sindaci.
Cosa pensa della discussa candidata pentastellata?
Ho avuto modo di incontrare Chiara Appendino una volta, per poco. Mi è parsa una persona normale e per bene. La perplessità che può avere un uomo molto più vecchio come sono io, è relativa all’esperienza di lavoro:dalle idee alla loro messa in pratica c’è di mezzo un mondo. Non so se questa candidata ha idea di cosa significhi amministrare una città e soprattutto una città con questi problemi sociali (record degli sfratti) e con questo debito.
La sua mancanza all’evento organizzato dagli architetti è sintomo di questo?
Per me è stata una scelta, per sottrarsi a un dibattito rispetto al quale non è preparata. Qualche giorno fa c’era un dibattito con Confabitare e non è venuta. Tutti avrebbero bisogno di capire quale sia l’idea dei candidati sindaco sui temi che riguardano la città e come molti altri, io non ho la più pallida di idea di quale sia la sua. Forse non lo sa neanche lei.
Su molte cose il centrodestra cittadino sarà anche diviso, ma sulle titubanze verso la candidata penstastellata pare siate tutti in accordo…
A questo proposito, con grande onestà le dico che credo poco nel programma di risanamento di Forza Italia, perché è stata all’opposizione per tanto tempo, con sette/otto consiglieri e li ha persi tutti: sono tutti nella maggioranza. Non aveva alcuna visione d’opposizione.
Romana Allegra Monti
(Foto: il Torinese)
Gli aspiranti sindaci al confronto di Confabitare
Temi “caldi”, quelli affrontati nel dibattito moderato dalla giornalista del “Torinese”, Mara Martellotta: dall’emergenza abitativa, alle politiche per la casa, alla dismissione del patrimonio immobiliare del Comune
Confabitare ha organizzato al Circolo dei Lettori un confronto al quale sono stati invitati i candidati alla carica di sindaco di Torino appartenenti alle diverse formazioni politiche. Presenti per Forza Italia Osvaldo Napoli, poi Guido Montanari, l’assessore indicato dal Movimento 5 stelle in rappresentanza della candidata Chiara Appendino, l’assessore all’urbanistica Stefano Lo Russo a fare le veci di Fassino, Massimo Lapolla per Giorgio Airaudo di Torino Comune, Roberto Rosso per l’Udc, Alberto Morano di Lega e Fratelli d’Italia, Roberto Usseglio candidato per Forza Nuova, Marco Rizzo per il Partito Comunista e Pier Carlo Devoti, aspirante sindaco della lista civica La Piazza. Temi “caldi”, quelli affrontati nel dibattito moderato dalla giornalista del “Torinese”, Mara Martellotta: dall’emergenza abitativa, alle politiche per la casa, alla dismissione del patrimonio immobiliare del Comune.
(Foto: Isabella Ippolito)