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Destreggiarsi tra gli alimenti per un allergico può essere un vero incubo. Questa ragione ha spinto il Dott. Davide Iozzi, Biologo Nutrizionista, ad approfondire tutto sull’argomento.
L’allergia è ancora un tema poco conosciuto e spesso molti si ritrovano a sottoporsi a svariate visite specialistiche senza raggiungere una soluzione definitiva. Il connubio tra il dott. Iozzi e l’istamina non è arrivato per caso. Lo stesso infatti aveva sofferto per alcuni anni di orticaria cronica idiopatica e grazie alla sua sete di conoscenza e alla continua ricerca, ha ridotto tutti quegli alimenti che contenevano tale molecola. I benefici immediati e visibili, hanno convinto il dott. Iozzi a continuare a cercare, studiare e approfondire per creare diete adatte per tutti i soggetti allergici.
Recentemente il dott. Iozzi ha deciso di raccogliere tutta la sua conoscenza sull’allergia e trasferirla su un libro, “La dieta Ipoistaminica” (https://www.amazon.it/dieta-ipoistaminica-Davide-Iozzi/dp/884814358X/ref=sr_1_1?crid=320IE067F0QW7&keywords=la+dieta+ipoistaminica&qid=1671570964&sprefix=la+dieta+ipoi%2Caps%2C524&sr=8-1) All’interno troverete non solo le classiche nozioni necessarie per capire cosa sia l’istamina, ma anche tutti gli effetti della stessa sull’organismo. Facile da capire e suddiviso in capitoli correlati da menù in modo da fornire, a chi voglia cimentarsi, gli strumenti adatti per poter combattere l’allergia.
Per chi vuole approfondire il tema potete visitare le sue pagine social: Facebook (https://www.facebook.com/dottdavideiozzi) e Instagram (https://www.instagram.com/davideiozzi/) per restare sempre aggiornati sul tema alimentazione e non solo.
Un suggestivo scatto della lettrice Maria Rosa Barbero.
Paesaggi Notturi. Il Monviso visto dal Lago Fiorenza ancora ghiacciato. Fotografare ai confini della notte. Di Giampaolo Gigli.
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Nella mostra aperta fino all’8 aprile presso la galleria Malinpensa by Telaccia
È dedicata a due artisti, Rolando Rovati, e Davide Tornielli, l’esposizione dal titolo “Verso l’infinito”, ospitata dal 28 marzo all’8 aprile prossimo presso la galleria d’arte Malinpensa by Telaccia.
Il percorso espositivo dell’artista Rolando Rovati è espressione di un temperamento molto vivo e di un’autentica maestria interpretativa, che egli realizza con creatività irrefrenabile, unita a una magistrale ricerca ricca di effetti estetici, di simboli costanti e di un’espressione geometrica in cui la sicurezza tecnica è unita aun marchio scenico di affascinante resa scenografica.
Il gioco dei colori caldi si accompagna nelle opere di Rovati a un’interessante originalità.
Vengono raggiunti risultati di sicura maturità artistica, unita alla consapevolezza dei mezzi espressivi utilizzati.
I rossi e i verdi compongono una sinfonia piuttosto suggestiva, in cui il timbro cromatico e l’armonia ritmica raggiungono un notevole punto di equilibrio.
La sua attività artistica, che ha riscosso anche un notevole successo di pubblico e di critica, rivela un linguaggio moderno interpretato alla luce di un sicuro simbolismo, altamente personale, che non passa di certo inosservato.
La capacità di racconto, unita alla dinamica strutturale prospettica e all’espressione della materia mista su tavola, scandiscono l’opera di Rolando Rovati. L’artista compone le sue immagini accompagnandole a un elemento di meditazione che rafforza un’idea progettuale di notevole risonanza.
L’elaborazione costante di nuove progettazioni strutturali e il loro legame si materializzano in un’azione costruttiva di notevole campitura cromatica e di rara comunicazione emotiva. La stesura fluida della materia su tavola di legno attraversa un dialogo incessante, trasformandosi in emozione pura.
L’arte di Davide Tornielli va al di là della resa della tecnica e del piacevole lirismo cromatico, diventando una realtà pittorica più interiore che esteriore, intrisa di contenuti e di valori.
Il suo mondo pittorico rivela una verità di espressione pura, che si trasforma in uno stato d’animo e in una struttura coerente in cui i movimenti cromatici giungono al limite dell’astratto, creando unimpatto visivo e simbolico di notevole effetto.
Tornielli traduce l’emozione con una manualità tecnica particolare e l’immagine della natura coglie una fantasia che si accende di una chiarezza cromatica unica e irripetibile. La magistrale stesura dell’olio a spatola su tela, la valenza materica e l’armonia compositiva avvolgono l’opera di una carica volumetrica graduale, capace di accrescere sempre più il senso di interpretazione, l’immediatezza pulsante del colore, il segno del tratto dinamico e il rigore assoluto della tecnica.
L’immagine della natura che si coglie sulla tela di Davide Tornielli si carica di riflessività e di vitalità, i bagliori intensi della foglia in oro e argento sono capaci di cogliere diversi toni chiaroscurali, ottenendo un’unità di sintesi formale e un equilibrio esatto nella scansione degli spazi.
Il suo linguaggio è condotto alla luce di una dinamica compositiva in costante equilibrio, con un’atmosfera cromatica pregnante di stile e di un significato che esplora in profondità l’animo umano.
MARA MARTELLOTTA
Galleria d’arte Malinpensa by Telaccia, corso Inghilterra 51, Torino
Orario 10.30- 12.30; 16-19.
Chiusura lunedì e festivi.
Tel 0115628220
Una nuova serie tv targata Groenlandia ha scalato le classifiche italiane, arrivando quasi al livello della tanto amata “Mare fuori”. Dalla sua uscita infatti ha conquistato il badge delle “più viste” dagli utenti della piattaforma di streaming, riscuotendo un enorme consenso. Si tratta de “La legge di Lidia Poet“, ambientata a Torino. La ricetta del suo successo è facilmente giustificabile dato che racchiude in sé tutti gli ingredienti per affascinare il grande pubblico: il recupero di una figura poco conosciuta, la fiction storica e una componente noir. La storia della prima donna ammessa all’esercizio dell’avvocatura viene dunque ripresa in una versione più pop e contemporanea che però non ha mancato di far storcere il naso ad alcuni.
La storia fra realtà e finzione
Nella finzione la protagonista (Matilda De Angelis) non segue in toto le azioni del personaggio storico. L’unico segmento della trama che si attiene alla realtà è quello che la vede laurearsi in Legge presso l’Università di Torino, svolgere regolarmente il praticantato e superare l’esame per avvocati. Dopo l’iscrizione all’albo arriva però una contestazione che le vieta di praticare l’attività in quanto donna. Il motore narrativo della vicenda consiste nel suo desiderio di presentare un ricorso, mentre collabora con il fratello in qualità di sua assistente legale.
I dettagli però cambiano vertiginosamente. Nello sceneggiato la donna continua a lavorare, occultandosi dietro ad Enrico Poet e accettando i clienti al posto suo. Difende dei casi disperati, caratterizzati da condizioni sociali difficilmente riscattabili e da scarse possibilità economiche con un solo intento: svelare la verità. Con l’aiuto di suo cognato, il giornalista Jacopo Barberis (Eduardo Scarpetta), riesce a indagare sul campo e a ottenere delle informazioni decisive per la difesa dei propri imputati. Finge infatti di essere una sua collega e così riesce ad interrogare i sospettati ed esaminare i luoghi del delitto. L’estrema vicinanza dei due porterà allo sviluppo di un interesse amoroso e a un inaspettato risvolto politico. I sei episodi si esauriscono sulla scia di diversi casi risolti dall’avvocata-detective, che alla fine riuscirà a raggiungere i propri scopi.
Lidia Poet e Torino
La maggior parte delle scene all’interno del tribunale sono state girate presso l’Ex Curia Maxima di Via Corte d’Appello e Palazzo Falletti Barolo. Invece la redazione della testata giornalistica in cui Barberis scrive è situata a Palazzo dei Cavalieri. Inoltre le riprese dall’alto della città presentano una chicca che gli spettatori più attenti sicuramente avranno notato: una versione incompleta della Mole Antonelliana, priva della cosiddetta “Lanterna”. Infatti la serie è ambientata nel 1883, momento in cui la guglia non era ancora presente.
Le voci fuori dal coro
Questo adattamento però non ha mancato di scatenare delle polemiche, soprattutto dagli eredi di Lidia Poet stessa. La pronipote infatti ha dichiarato di non avere apprezzato questa rappresentazione della propria antenata e di non capire come mai non si sia dato più credito alla vicenda reale. Altri parenti invece sono rimasti infastiditi dal modo in cui la protagonista è stata resa una caricatura, inappropriata per le limitazioni imposte all’epoca. Inoltre pare che fosse una donna seria e schiva, molto diversa dal carattere che dimostra lungo il corso di tutta la narrazione.
Non è poi tardata ad arrivare una precisazione: la prima avvocata d’Italia è databile a ben quattro secoli prima e corrisponde al nome di Giustina Rocca. Ciò non toglie la rilevanza di Lidia Poet e delle sue battaglie per il suffragio universale femminile e per la difesa delle fasce di popolazione più emarginate e indigenti. La sua caparbietà e la sua fermezza la porteranno a rientrare nell’ordine degli avvocati nel 1920, all’età di sessantacinque anni.
Leggi anche – I luoghi ricchi di armonia da scoprire a Torino
Francesca Pozzo
Oggi vi proponiamo una suggestiva immagine di Torino inviataci dal lettore Gianluca Pannuccio.
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Il Café Muller è stato il palcoscenico dove si è tenuta la performance teatrale dal titolo “Mutamorfosi”, di e con Sara Lisanti e introdotto da un reading di poesie del poeta Gian Giacomo Della Porta.
Lo spettacolo ha avuto come tematiche fondamentali la trasformazione e il cambiamento; partendo dall’immagine della muta di un rettile, si è approdati al concetto universale di cambiamento, che ha coinvolto la protagonista, l’artista salernitana Sara Lisanti. La performance ha avuto inizio col momento poetico denominato “La calma della crisalide”, simbolo dell’imminente trasformazione, un’interpretazione contemporanea della poesia del cambiamento, capace di individuare anche la forza che precede l’esplosione in bellezza, preparando lo spettatore alla fase in cui la parola lascia spazio ai colori, al silenzio, alla musica di un’immagine in movimento.
Tale immagine è stata interpretata dall’artista Sara Lisanti che, partendo da un bozzolo, si è trovata rinchiusa all’interno della propria sofferenza, simboleggiata dal terrario, rappresentazione della gabbia e contemporaneamente della forza che innesca la trasformazione.
Attraverso una continua stratificazione di suoni, si è determinata l’intensità delle diverse fasi dello spettacolo. Sara Lisanti ha cambiato pelle più volte prendendo spunto dalla muta tipica dei rettili e armonizzandosi nel concetto di “venire al mondo”.
Molto interessante è stata la contaminazione artistica con la poesia di Gian Giacomo Della Porta.
Un successo di pubblico importante, che ha fatto registrare il “soldout” al Café Muller.
MARA MARTELLOTTA
Sono quattro le artiste in mostra alla galleria d’arte Malinpensa by Telaccia, che convergono nell’esposizione dal titolo “Le donne nell’arte”.
La prima delle artiste le cui opere sono esposte è Federica Caprioglio, laureata in Scienze Naturali che, sin da piccola, è stata attratta dal richiamo della natura e delle sue meraviglie, comprendendo che si trattava di un punto di partenza per sognare luoghi e paesaggi immaginari, dentro ai quali muoversi per esplorarne i dintorni.
Si tratta di opere che esprimevano la frustrazione di non riuscire a dare forma a quanto avesse in mente, esprimendo il desiderio di voler comunicare qualcosa a se stessa e al mondo esterno.
Le opere di Maria Luisa Piccoli sono, in particolare, costituite da collage e tecniche miste su carta. L’artista esprime i suoi soggetti in una forma di particolare interazione fantastica, descrivendo una luce altamente poetica in cui i tratti sicuri e il colore incisivo sono estremamente significativi.
Conseguita la maturità classica e frequentata l’Accademia di Belle Arti di Bari, l’artista risulta una personalità variegata quale pittrice, scultrice, poeta e scenografa.
Professoressa di Arte e Immagine, è una viaggiatrice e ricercatrice sociale e spirituale.
L’intera visione pittorica fa emergere singolari cromatismi, fantasia di composizione e azione formale capaci di offrire alle opere una ricchezza di valori pittorici notevole. Il gioco delle figure vive in perfetta simbiosi con i vari materiali utilizzati dall’artista. I soggetti si avvalorano di uno stile unico che si esprime con un linguaggio estremamente comprensibile.
Una terza artista in mostra è Séline, che fa uso di un linguaggio tecnico-stilistico, in cui convergono anni di ricerca e di studi, che infondono al fruitore una notevole abilità espressiva.
La natura si è trasformata per via della manipolazione umana, dei problemi ambientali e dello squilibrio ecologico, diventando una chiave di lettura di valida narrazione, attraverso una metafora ricca di vulnerabilità e forza.
Séline è un’artista che è nata a Foggia nel 1976, vive e lavora in Toscana. Dopo gli studi Accademici in Decorazione presso l’Accademia di Belle Arti ha proseguito il suo percorso di Alta Formazione Artistica e Culturale conseguendo Titoli di Specializzazione, di Perfezionamento e Master.
Abilitata ai Corsi COBASLID, affianca all’attività artistica l’insegnamento di Discipline Grafiche e Pittoriche presso il Liceo Artistico di Porta Romana e Sesto Fiorentino, n provincia di Firenze.
Séline fonde, in una costante ricerca, lo studio di materiali e tecniche con la sua forte creatività.
Fonte ispiratrice centrale per questa artista risulta essere la natura, madre e generatrice di forme, colori e emozioni, che l’artista risulta capace di trasporre in arte.
Séline intende esaltare la bellezza e l’importanza del mondo naturale, anche in virtù ei cambiamenti climatici in corso, anche a causa del devastante impatto dell’uomo sulla natura.
La pittura dell’artista Anna Maria Terracini risulta, invece, carica di dignità tecnica e di consistenza contenutistica, capace di evidenziare un’interpretazione intrisa di sensibilità lessicale e di una rara tensione emotivo-espressiva. L’artista era una donna molto solitaria, con grandi difficoltà nell’approccio con il prossimo. Di religione ebraica, nata a Algeri, ha vissuto la sua vita da esule, viaggiando per l’Europa e l’Africa.
Anna Maria Terracini utilizza in modo magistrale alcune tecniche tra le quali quella dell’olio su tela, l’acquerello, la china, la tempera, delineando una ricerca attenta alla stesura materica e a una notevole manualità.
Il sentimento dell’opera risulta immediato e ben evidente, segnando immagini altamente evocative e al tempo stesso suggestive. La sua ricerca è particolarmente attenta alla stesura materica e a una notevole manualità.
Orario galleria 10.30-12.30; 16-19
Orario galleria 10.30-12.30; 16-19
Chiusura lunedì e festivi.
Corso Inghilterra 51. Torino
Tel 0115628220; 3472257267
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Successo di pubblico e critica per lo spettacolo “Muta-Morfosi”, di e con Sara Lisanti e introdotto dalle poesie di Gian Giacomo Della Porta, messo in scena all’interno della splendida cornice dello Spazio44
Dopo la data sold out del 9 febbraio scorso al Café Muller, “Muta-Morfosi ripete il successo di pubblico e critica anche allo Spazio44 di Via Maria Vittoria, a Torino.
“Una performance che definire toccante è riduttivo – affermano Angela e Claudia dello Spazio 44 – Sara è una performer eccellente, la cui esibizione ci ha coinvolte in maniera viscerale; Gian Giacomo ha una grande presenza scenica e il suo monologo d’apertura non poteva essere migliore. Il pubblico è rimasto impressionato dal talento e dall’estro di questo giovane gruppo di artisti e molti si sono fermati per far loro complimenti che non possiamo che condividere con entusiasmo”.
“ Per noi è stata una bella e grande conferma del lavoro che stiamo facendo – continuano Angela e Claudia – L’evento dell’altra sera ha dato vita a quanto di meglio abbiamo immaginato creando il progetto Spazio44: un luogo in cui gli artisti possono esprimersi in tutte le forme possibili e immaginabili, in uno spazio vicino al centro della città, che sia visibile e catturi l’attenzione, a beneficio di chi decida di unirsi al nostro progetto, sia come parte della crew in crescita, sia che si tratti di una collaborazione di passaggio. Cerchiamo di costruire un ambiente di aggregazione per gli artisti e gli amanti dell’arte tutta”.
Lo spettacolo ha avuto come tematiche fondamentali la trasformazione e il cambiamento; partendo dall’ immagine della muta di un rettile, si è approdati al concetto universale di cambiamento, che ha coinvolto la protagonista, l’artista salernitana Sara Lisanti. La performance ha avuto inizio col momento poetico denominato “La calma della crisalide”, simbolo dell’imminente trasformazione, capace di individuare la forza che precede l’esplosione in bellezza, preparando lo spettatore alla fase centrale in cui la parola lascia spazio ai colori, al silenzio, alla musica di un’immagine in movimento.
Immagine interpretata dalla bravissima Sara Lisanti che, partendo da un bozzolo, si è trovata rinchiusa all’interno della propria sofferenza, simboleggiata dal terrario, rappresentazione della gabbia e contemporaneamente della forza che innesca la trasformazione.