TRIBUNA- Pagina 94

Renziani della prima ora alla Leopolda? Corsi e ricorsi della politica

chiampa renziLA GANGALA VERSIONE DI GIUSI /

di

Giusi

La Ganga

 

Le battute sulle “conversioni” e sulla “ultima ora” di qualcuno si ripetono banalmente, soprattutto nell’imminenza della Leopolda, che, secondo qualcuno, dovrebbe essere una sorta di festa di “quelli della prima ora”. I tempi cambiano, ma alcune costanti della politica italiana ricorrono.  In verità, se fossi un “renziano della prima ora”, sarei abbastanza tranquillo, giacché l’attuale Presidente tende a privilegiare molto il suo “cortile di casa”

 

Ricordate chi erano i “sansepolcristi”?   Erano i fascisti della “prima ora”, quelli che avevano costituito a Milano nel 1919, in piazza San Sepolcro, il primo Fascio di combattimento.   Durante tutto il ventennio serpeggiò una polemica fra sansepolcristi e quelli “arrivati dopo”. Stessa cosa avvenne durante la Resistenza, con l’esplicita critica (per la verità alquanto giustificata, visto che molti avevano messo in gioco la loro vita) a quanti avevano indossato il fazzoletto rosso il 24 aprile, giusto in tempo per partecipare ai festeggiamenti per la Liberazione.

 

Le battute sulle “conversioni” e sulla “ultima ora” di qualcuno si ripetono banalmente, soprattutto nell’imminenza della Leopolda, che, secondo qualcuno, dovrebbe essere una sorta di festa di “quelli della prima ora”. I tempi cambiano, ma alcune costanti della politica italiana ricorrono.  In verità, se fossi un “renziano della prima ora”, sarei abbastanza tranquillo, giacché l’attuale Presidente tende a privilegiare molto il suo “cortile di casa”

 

Ma anche nella più tranquilla vita repubblicana ricompare il tormentone della “prima” o dell’”ultima” ora. Quando Craxi diventa segretario del PSI è minoranza nel partito: e i suoi seguaci della prima ora entrano in competizione con quelli che definivano “opportunisti” o “convertiti”, che man a mano ingrossavano le file della corrente autonomista, come si chiamavano i nenniani-craxiani di allora. Rino Formica, con la sua lingua tagliente, liquidava i malumori con una semplice battuta: “se non ci fossero quelli della seconda o della terza ora, saremmo ancora in minoranza e non conteremmo niente”.

 

   Mi sono venuti in mente questi riferimenti storici, perché ancora una volta si ripropongono di fronte al fenomeno Renzi.  Le battute sulle “conversioni” e sulla “ultima ora” di qualcuno si ripetono banalmente, soprattutto nell’imminenza della Leopolda, che, secondo qualcuno, dovrebbe essere una sorta di festa di “quelli della prima ora”. I tempi cambiano, ma alcune costanti della politica italiana ricorrono.  In verità, se fossi un “renziano della prima ora”, sarei abbastanza tranquillo, giacché l’attuale Presidente tende a privilegiare molto il suo “cortile di casa”.

 

  Essendo solo un sostenitore politico del Presidente del Consiglio, razionalmente consapevole della sua utilità nell’attuale momento storico, vorrei partecipare alla prossima Leopolda semplicemente per ascoltare, imparare e, come si dice, “dare una mano”.

Torino, il Pd e il centro sinistra

pd manifestoPer dirla con Donat-Cattin, “in Italia la politica è sempre stata politica delle alleanze”. Una costante straordinariamente attuale anche nell’attuale fase politica italiana

 

 

Il prossimo voto amministrativo, come sempre capita in Italia, sarà una verifica importante per l’intera politica italiana. Vanno al voto le città più grandi e, soprattutto, si chiede il voto ai cittadini con una geografia politica radicalmente diversa rispetto anche solo ad un passato recente. L’ascesa costante e quasi irreversibile del movimento Cinque stelle da un lato e il tramonto della tradizionale coalizione di centro sinistra dall’altro, cambiano in profondità la stessa competizione tra i vari schieramenti. Non a caso, almeno stando ai sondaggi, il centro destra appare ad oggi sempre più marginale nella tenaglia tra il Pd da un lato e il movimento di Grillo dall’altro. A cominciare proprio dalla città di Torino.

 

E, proprio a partire dal capoluogo subalpino e parlando del Pd, vorrei fare una sola riflessione politica. Che riguarda, per l’appunto, la coalizione che dovrà affiancare e sostenere il candidato a Sindaco del Pd. Ovvero il sindaco uscente Fassino. Certo, il “valore aggiunto” del candidato a Sindaco non è una variabile indipendente ai fini della vittoria finale. Come non può essere sottovalutato la qualità del programma per la prossima legislatura e, parlando di Torino, del bilancio del governo cittadino di questi ultimi cinque anni. Ma, ed è inutile nasconderlo, con il sistema elettorale a doppio turno, il capitolo dell’alleanza che si mette in campo non è affatto un tema marginale o irrilevante ai fini della raccolta del consenso.

 

E, tra le priorità politiche principali c’è, appunto, la “ricostruzione” di un’alleanza di centro sinistra. Certo, la nascita di “Sinistra italiana” – un progetto politico lontano e alternativo al Pd – non aiuta sotto questo versante. Come, del resto – stando sempre ai sondaggi – non aiuta un esodo di molti cittadini cosiddetti “di sinistra” verso le sponde dei cinque stelle. Comunque sia, una forte alleanza di centro sinistra, riformista e di governo è, oggi, la vera scommessa politica del Pd. A Torino come altrove e in tutte le altre medie e grandi città italiane. Perché la riscoperta della cosiddetta “vocazione maggioritaria” di veltroniana memoria è indubbiamente una strategia improntante per un partito marcatamente interclassista e che punta a guadagnare consensi trasversali come il Pd. Ma è pur vero, al contempo, che da soli difficilmente si vince.

 

Ecco perché è consigliabile recuperare, attualizzandola, un’antica costante della politica italiana. E cioè, per dirla con Donat-Cattin, “in Italia la politica è sempre stata politica delle alleanze”. Una costante straordinariamente attuale anche nell’attuale fase politica italiana.

 

Giorgio Merlo

Cannabis. Sel, vogliamo l’ultimo atto: “la fine della cura proibita”

sel“Continueremo a batterci per non limitare l’uso terapeutico della canapa e la sua produzione. Vogliamo che nessun malato sia più costretto ad acquistare la canapa dalle mafie.”

 

L’Assessore Saitta ha risposto  in aula all’interrogazione urgente presentata dal Capogruppo di SEL Marco Grimaldi, per chiedere di intervenire per modificare lo schema del “Decreto Lorenzin”, che escluda la possibilità di prescrizione e di eventuale rimborso dei farmaci cannabinoidi per Parkinson, Alzheimer, Epilessia, Chron, SLA ed Epatite C, in contrasto con i risultati delle più recenti ricerche mediche e scientifiche.

 

L’Assessore ha sottolineato che nel testo approvato dalla Conferenza dei Presidenti delle Regioni si fa esplicito riferimento alla necessità di un continuo aggiornamento delle evidenze scientifiche e che le indicazioni terapeutiche della Regione verranno adeguate alle nuove conoscenze disponibili.

 

“Continueremo a batterci per non limitare l’uso terapeutico della canapa e la sua produzione. Vogliamo che nessun malato sia più costretto ad acquistare la canapa dalle mafie.” – dichiara Grimaldi – “Oggi abbiamo voluto anche ribadire che la legge regionale 11/2015 sull’uso terapeutico della canapa autorizza la Giunta ad avviare azioni sperimentali e progetti pilota per la produzione di medicinali cannabinoidi non solo con lo Stabilimento Chimico Farmaceutico Militare di Firenze, ma anche ‘con altri soggetti autorizzati, secondo la normativa vigente’, ossia in coerenza con il Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti (l’Art. 17 del D.P.R. n. 309 del 1990).

È un passaggio importante, che non abbiamo inserito per caso: per noi si tratta anche di restituire al Piemonte una vocazione produttiva in cui in passato eccelleva e che ha perduto solo a causa di proibizionismo e oscurantismo”.

 

Apidge per la “Settimana della Sicurezza”

IARIS APIDGE LIBORIOAPIDGE: “Creare una coscienza civica attraverso l’insegnamento a scuola, sin dalla secondaria di primo grado della disciplina della sicurezza e la salute del lavoro”

 

L’autunno porta sempre con se, soprattutto a Torino, due ricorrenze che non devono cadere nel dimenticatoio. Una è il 22 novembre, anniversario del crollo al Liceo Darwin, l’altra è quel tragico 6 dicembre 2007 quando vi fu il rogo delle Acciaierie ThyssenKrupp a Torino.  Sicurezza e Lavoro presenta lunedì 30 novembre, alle ore 11, nella sede dell’agenzia principale Torino Castello della Reale Mutua Assicurazioni (nel grattacielo di piazza Castello 111), le iniziative della sesta edizione della “Settimana della Sicurezza”, ed il progetto “Io non rischio” per promuovere la cultura della sicurezza tra i giovani. Tra gli interventi c’è quello, significativo di, Antonio Boccuzzi ex operaio Thyssenkrupp oggi componente della Commissione lavoro della Camera e di Umberto D’Ottavio della Commissione Istruzione di Montecitorio, Massimiliano Quirico “La Settimana della Sicurezza e il progetto “Io non rischio” sono organizzati da Sicurezza e Lavoro in occasione dell’anniversario della tragedia alla ThyssenKrupp di Torino (6 dicembre 2007), in cui morirono sette operai (Giuseppe Demasi, Angelo Laurino, Rocco Marzo, Rosario Rodinò, Bruno Santino, Antonio Schiavone e Roberto Scola), per sensibilizzare e coinvolgere attivamente giovani, studenti, sportivi, enti pubblici e privati, amministratori, imprenditori e lavoratori sui temi di salute, sicurezza e diritti sul lavoro e a scuola.”

 

Sull’argomento interviene Massimo Iaretti, coordinatore per il Piemonte di APIDGE – Associazione Professionale Insegnanti Discipline Giuridiche ed Economiche, che sostiene con convinzione entrambe le iniziative. “La sesta edizione della “Settimana della Sicurezza” per ricordare le vittime della ThyssenKrupp di Torino il 5 dicembre 2007 e il progetto “Io non rischio” per promuovere la cultura della sicurezza tra i giovani sono due iniziative di Sicurezza e Lavoro alle quali APIDGE aderisce con convinzione. La prima deve perpetrare la memoria di coloro che hanno perso la vita in un gravissimo incidente sul lavoro, ennesima ferita ad una regione come il Piemonte, dove si sono consumati altri drammi come quelli dell’Eternit di Casale Monferrato e di Cavagnolo, ancora lungi dall’essersi rimarginati.

 

L’altra è un’importante azione nei confronti dei giovani. Come Associazione Professionale degli Insegnanti di Discipline Giuridiche ed Economiche, proprio abbiamo sempre sottolineato, in  tutte le sedi istituzionali, dal Parlamento alla Regione Piemonte, l’importanza che la scuola può avere nella diffusione di una cultura della sicurezza dei  luoghi di lavoro e di tutela della salute dei lavoratori e dei cittadini, attraverso un suo insegnamento sin dalle scuole secondarie di primo grado. La “Buona Scuola” consente di ritagliare un ruolo per questa disciplina nelle scuole superiori ma occorre fare un passo in più, rendendolo centrale.

 

La creazione di una coscienza civica in materia di sicurezza del lavoro nei futuri cittadini e lavoratori è un fondamentale passo di prevenzione dei rischi del quale non si potranno non averne i benefici. APIDGE evidenzia che i docenti di discipline giuridiche ed economiche, che hanno le competenze in materia, sono pronti a fare la loro parte.”

 

Torino, 29 novembre 2015

 

Massimo Iaretti

Coordinatore Apidge del Piemonte

                                                                                             

Fratelli d'Italia: "Follia 30 mila euro per due feste in Borgo Vittoria"

marrone fnMARRONE/LEOTTA: BORGO VITTORIA QUARTIERE IN GINOCCHIO
 
Alla Circoscrizione 5 l’opposizione è sul piede di guerra dopo la presentazione da parte del Presidente Rocco Florio di due progetti di feste di via nei quartieri di Borgo Vittoria e Madonna di Campagna. Fabrizio Leotta, consigliere circoscrizionale di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, spiega:  <<  nulla da eccepire sulla possibilità di pianificare iniziative che valorizzino Via Borgaro, Via Coppino e Via Chiesa della Salute in vista del Natale, se non fosse che la Giunta prevede una spesa da parte della Circoscrizione 5 di ben 30.000 euro da destinare alle associazioni per delle feste di via a cui solo pochi mesi fa era stato ipotizzato un budget di poco superiore ai 1.000 euro. In considerazione delle oltre 450 buche censite sulle strade del quartiere e il pressoché totale stato di abbandono in cui versa il commercio di prossimità, anche per il 2015 sarebbe più opportuno limitarsi alle sole luci di Natale anziché pensare a cornamuse, addobbi e il noleggio di 14 pini veri. Il PD sembra l’orchestra del Titanic, con la differenza che in questi anni avrebbe dovuto governare>>Maurizio Marrone, capogruppo di FDI-AN al Comune di Torino e alla Regione Piemonte, aggiunge <<a pochi mesi dalle elezioni, l’amministrazione riesce a trovare risorse che fino a pochi mesi fa erano impensabili, evidentemente al Comune vogliono pulirsi la coscienza dopo aver ceduto intere aree urbane ai palazzinari e ai centri commerciali con gli oneri di urbanizzazione. Ma da via Borgaro a via Chiesa della Salute, i negozianti non hanno l’anello al naso e sapere di pagare le aliquote fiscali più alte d’Italia per queste costose, sporadiche e discutibili iniziative di certo non li rincuora e non risolve il dramma di un quartiere in ginocchio>>.

Se volere una Torino dignitosa significa essere conformisti e benpensanti

tosettoSTORIE DI CITTA’ / di Patrizio Tosetto

 

 Vicino alla sfavillante città il degrado delle droghe, nel pieno centro della tristezza. Non posso fare nulla se non descrivere luci ed ombre di Torino. Caro amico, hai ragione: sono un benpensante e non voglio legittimare con il silenzio questa ignominia. Non sono conformista perché non voglio conformarmi a questa realtà

 

Po alberi imbruniremole vittorioAll’imbrunire,  in centro a Torino. Sono alla “caccia” di un libro editato nel ’99. Entro ed esco dalle librerie, la strada è piena di passanti. Molta allegria e l’imbrunire rende tutto maggiormente magico. Per approssimazione ed errore mi ritrovo in Piazza madama Cristina. 

Penso ad un incontro con un vecchio amico. Ci si conosce da oltre 50 anni, dalle elementari. carignano imbrunire

 

Quando ci si rivede sono molte e reciproche le battute  Ha la compiacenza di leggere i miei articoli ed il giornale. Alla fine sbotta ed amabilmente e mi dice: ma sai Patrizio sei diventato benpensante e conformista, si capisce dai tuoi scritti. Lì per lì non rispondo. Ora posso dirgli : benpensante assolutamente sì, conformista assolutamente no! Al mercato compro qualcosa. Corso massimo d’Azeglio angolo corso Vittorio. Attraversiamo la strada. Un coppia di fidanzati. Una ragazza con cane, un giovane imbacuccato Mi accorgo che nel viale interno ci sono capannelli di ragazzi di colore. Cerco di capire. Mi abbordano e li scopro essere spacciatori, più di una decina. 

 

clochard imbrunireAccidenti, se sono lì al freddo vuol dire che hanno mercato. Vicino alla sfavillante Torino il degrado delle droghe, nel pieno centro della tristezza. Non posso fare nulla se non descrivere luci ed ombre di questa città. Caro amico, hai ragione: sono un benpensante e non voglio legittimare con il silenzio questa ignominia. Non sono conformista perché non voglio conformarmi a questa realtà. Di ritorno in piazza Vittorio, tanta gente sorridente. Questa la mia Torino. Mi trovo a mio agio, qui.

 

(Foto: il Torinese)

Partiti e democrazia, intreccio pericoloso?

montecitorio 22I partiti contemporanei, tutti i partiti, ormai ridotti a soggetti “post identitari”, “post politici” e forse anche post democratici. Una moda? Un fatto strutturale o un epilogo definitivo ed irreversibile?

 

Ilvio Diamanti, come sempre, ci regala commenti politici che non possono essere sottovalutati o sorvolati. In uno degli ultimi articoli su Repubblica parla dei partiti contemporanei, tutti i partiti, ormai ridotti a soggetti “post identitari”, “post politici” e forse anche post democratici. Una moda? Un fatto strutturale o un epilogo definitivo ed irreversibile? Certo, sono domande che, per chi continua a credere nei partiti come strumenti democratici che concorrono “a determinare la politica nazionale”, non puo’ non farsi. E sono domande che richiedono anche risposte precise e atteggiamenti conseguenti. Soprattutto nell’attuale fase politica italiana dove, purtroppo, si riducono sempre piu’ le storiche distinzioni che hanno contribuito a caratterizzare per molti anni il dibattito politico nel nostro paese. E cioe’ la storica differenza tra la destra e la sinistra, tra il centro destra e il centro sinistra. Ora, non credo che la deriva personalistica, verticistica e culturalmente indifferente che sta dominando l’orizzonte politico nel nostro paese, debba diventare un esito scolpito nella pietra e per giunta immodificabile. Chi pensa che il partito, tutti i partiti, continuano ad essere comunita’ di persone di uomini e donne e che sono utili nella misura in cui perseguono la partecipazione popolare, il radicamento territoriale e promuovono decisioni pubbliche, non puo’ che contrastare una deriva oligarchica e verticistica dei partiti stessi. Se, invece, per motivi di convinzione o di convenienza, ci si rassegna ad appaltare il tutto al “salvatore della patria” di turno, allora la sostanziale cancellazione dei partiti e la loro trasformazione in semplici cartelli elettorali e’ una buona e salutare notizia. Personalmente arrivo da una scuola dove mi hanno insegnato che per misurare il tasso di democrazia in un paese e’ sufficiente verificare sempre il tasso di democrazia presente nei partiti. Mai definizione piu’ attuale e pertinente. Ecco perche’ la “battaglia” – storica definizione delle lotte nei partiti della prima repubblica – all’interno dei partiti per riaffermare con forza e convinzione i principi democratici non puo’ essere un fatto virtuale o di pura testimonianza. Ne’, tantomeno, un fatto di pura retroguardia. Certo, nessuno pensa di remare contro i mulini a vento. Ma attorno al ruolo, alla funzione e alla stessa “mission” dei partiti si gioca una partita che non e’ soltanto un affare per gli addetti ai lavori. No, salvaguardare e rafforzare il profilo democratico e partecipativo dei partiti italiani significa anche, e soprattutto, salvaguardare e rafforzare la democrazia nel nostro paese.

 

Giorgio Merlo

"NOI ABBIAMO PAURA"

alpini sicurezzametro 1Prosegue sulle colonne del “Torinese” il dibattito sulla tragedia di Parigi. Inviate i vostri commenti e opinioni a: edizionibest@libero.it

 

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

 

Venerdi’ 13 novembre ore 22,19,sono a casa,sto guardando un film quando in sovraimpressione passa una scritta che dice :”sul canale di rainews tutti gli aggiornamenti sulla situazione a Parigi”,non capisco e cambio immediatamente canale e davanti ai miei occhi appare l’apocalisse. Fino alle 3 del mattino resto impietrito davanti al televisore ,incredulo come 14 anni fa a New York ,scioccato come 14 anni fa a New York ,piango come 14 anni fa ma a differenza di 14 anni fa oggi ho 2 figli di 12 e 8 anni e il senso di amore e preoccupazione nei loro confronti e’ cosi’ forte …

 

Il mio compito e’ aiutarli a crescere, amarli, consigliarli, condividere con loro la vita, dedicarmi a loro ma soprattutto proteggerli. E allora piango e sto male, non capisco come farlo, mi sento inerme come tanti di voi, perche’ cosi’ non ci si puo’ difendere, cosi’ si mette di mezzo la fatalita’ del trovarsi nel posto sbagliato al posto sbagliato.Resto immerso nei miei pensieri con la tristezza nel cuore durante tutto il weekend, mi assilla il pensiero di non poter far nulla se non assistere attonito a quanto accade. Penso e ripenso ai miei figli e piango ,ma che mondo gli lasciamo? Che futuro avranno?

 

Arriviamo a domenica sera.Io purtroppo sono separato e nel weekend i bambini erano con la mia ex moglie, verso le 20 e 30 ci sentiamo come sempre per augurarci la buona notte, domani ci sara’ la scuola e si va a dormire presto. Il piu’ grande lo sento triste, anche perche’ i miei bambini hanno la doppia cittadinanza italiana e francese in quanto la mia ex moglie e’ francese. Lui sente triste me, ad un certo punto (12 anni), mi dice: “papa’ ma tu vai a lavorare sempre in metro vero?” Si rispondo io,”speriamo non succeda niente,fai attenzione” mi dice lui ,LO RIPETO 12 ANNI!!! Lo rassicuro e gli dico che deve stare tranquillo, che non succedera’ nulla , gli dico: cerca di dormire, ci sentiamo domani e metto giu’. Ovviamente ascolto i telegiornali e mi colpiscono tre frasi del nostro Presidente del Consiglio:

 

Innalzeremo il livello di guardia nei posti ritenuti a rischio con lo spiegamento di oltre 700 militari

Li sconfiggeremo

Non abbiamo paura

 

Faccio una premessa :IO NON HO SCHIERAMENTI POLITICI, ma sono una mente pensante e ragiono.

 

1) INNALZEREMO IL LIVELLO DI GUARDIA

Tra lunedi’ mattina e oggi ho preso 8 volte la metropolitana e 2 treni per Milano e io non ho visto 1 e dico 1 poliziotto: anzi in metropolitana e’ sparita pure la presenza degli addetti alla sorveglianza ,mi chiedo ma la metro non e’ forse un obiettivo sensibile in una citta’ come Torino di 1.000.000 di abitanti ? Migliaia di persone tutte insieme sotto terra negli stessi orari inermi e indifesi, resto basito, esigo delle risposte ed esigo sicurezza per la mia persona e tutti imiei “amici” pendolari che leggendo queste poche righe non potranno che condividere le mie parole perche’ tutte le mattine io incrocio i loro sguardi e la preoccupazione e’ nei nostri occhi,ci si guarda e sono sicuro che i pensieri sono gli stessi, questa mattina nel mio scompartimento c’erano una coppia musulmana,lei col velo ,lui con uno zainetto a tracolla,credetemi ero terrorizzato e come me tanti miei “amici” della metropolitana. Non mi vergogno a dirlo, ho pensato alle parole di mio figlio e ai detti dei nostri genitori:prevenire e’ meglio che curare, sono sceso a meta’ del mio tragitto e ho aspettato un altro treno ,ma io cosi’ non voglio vivere!!! Attenzione per chiarezza di pensiero tengo a sottolineare che non voglio fare di tutta l’erba un fascio e non sono assolutamente razzista: il mio ex suocero e’ nato in Algeria ed e’ venuto in Francia per costruirsi una vita diversa, ha messo al mondo 5 splendide persone orgogliose di essere prima di tutto”FRANCESI”,i miei figli hanno anche sangue algerino ma questo non ha nulla a che fare con i terroristi che combattono nel nome di un Dio che se potesse probabilmente li radierebbe dal genere umano.”

 

2)LI SCONFIGGEREMO

Ma sconfiggeremo chi? Se un “martire di Allah” e chiedo scusa al profeta per aver bestemmiato, decidesse di farsi esplodere su una metropolitana dove non esistono controlli né ovviamente metal detector,chi potrebbe fermarlo?rispondo io :NESSUNO perche’ non c’e’ nessuno che possa farlo ne io che nella mia borsa posso avere l’Ipad,ne la mia vicina vecchietta che nella borsa della spesa ha i sedani,nei tutti i miei amici della metropolitana armati di trucchi,penne o agende;quindi prima di fare dichiarazioni populiste,inutili e vane per prendere un’applauso DOVETE AGIRE CON SENNO!!!!!!Perche’ c’e’ arrivato mio figlio che ha 12 anni! ABBIAMO PAURA E DOBBIAMO FARCI SENTIRE!!!!

 

3)NON ABBIAMO PAURA

Forse Lei, caro Presidente perche’ gira con la scorta. Noi SI, E ANCHE TANTA. E  concludo: non esiste solamente Roma esistono anche Torino, Verona, Napoli ,Palermo etc etc etc. Facciamoci sentire amici miei , io cosi’ non ci sto!!!

 

 (foto: il Torinese)

Marco Rousset

 

"Vogliono tagliare i fili ai nostri aquiloni"

francia italiaVogliono desertificare le nostre città, vogliono pianificare la nostra esistenza, cancellare i nostri programmi, asfaltare le nostre aspettative, unificare il nostro pensiero, iniettando paura. La miglior reazione è continuare a vivere

 

Oggi, 16 novembre 2015 dopo un fine settimana bombardato di notizie, immagini insanguinate, non si può non pensare e tirare le somme per cercare di capire dove siamo e cosa sta succedendo. Dopo aver condiviso , cambiato immagine di  profilo, letto e riletto frasi di personaggi di un tempo,  la domanda è sempre la stessa: cosa posso fare io?

 

Dopo tante analisi di professori, politici inadeguati e giornalisti spaventati cerco di capire…ma è impossibile capire cosa passa nella mente di certi fanatici. “Vogliono tagliare i fili ai nostri Aquiloni”, sì, nel vero senso della parola, se consideriamo  le nostre speranze, le nostre aspettative, i nostri sforzi a stare a galla, la progettazione del nostro futuro, il nostro impegno per i nostri figli e nipoti, dei semplici aquiloni.

 

Hanno colpito nel cuore dell’Europa…questa Europa ogni giorni più vicina ( se consideriamo le distanze)  quanto  lontana nel considerare le istituzioni. Parigi, una città molto cara a tutti noi, ed hanno colpito luoghi di divertimento, svago, il calcio e la musica, il mangiare in compagnia.

 

Vogliono desertificare le nostre città, vogliono pianificare la nostra esistenza, cancellare i nostri programmi, asfaltare le nostre aspettative, unificare il nostro pensiero, iniettando paura. La miglior reazione è continuare a vivere, ascoltare musica e magari riappendere qualche crocifisso troppo spesso tolto per non urtare, per non farci individuare.Un pensiero alla famiglia, agli amici di Valeria e  di tutti gli altri che sono caduti in quest’imboscata.

 

Sono convinta che la  fine di ognuno di noi sia già determinata, ma questa barbarie è inaccettabile. Così come è inaccettabile la posizione di alcuni politici che propongono comprensione.  Mi fermo qui, torno a fare ciò che devo, almeno finchè me lo permetteranno!

 

Gabriella Daghero

Dopo Parigi: "La pace non può più aspettare"

parigi5L’appello è che da questa tragedia non nasca un danno ancora peggiore, ma al contrario sorga la spinta per una vera collaborazione internazionale che spenga definitivamente e globalmente la cieca logica della violenza

 

Dopo gli ultimi attentati di Parigi ci saranno giorni di lutto e di rabbia e dominerà la sensazione che la violenza ha sconfitto e sconfiggerà la ragione. Da più parti sentiremo appelli alla guerra totale contro il terrorismo e c’è già chi invoca attacchi in Libia e in Siria. Nonostante il profondo sgomento che ognuno di noi prova di fronte a questo ennesimo attacco terroristico, non possiamo spegnere la luce della ragione e quindi non possiamo ignorare il tragico volto della guerra con le sue terribili conseguenze per tutti.

 

Mantenendo accesa la luce della ragione sentiamo il dovere di fare un appello di segno diametralmente opposto, pur nel rispetto dei sentimenti di chi in queste ore è stato colpito da questa tragedia. L’appello è che da questa tragedia non nasca un danno ancora peggiore, ma al contrario sorga la spinta per una vera collaborazione internazionale che spenga definitivamente e globalmente la cieca logica della violenza. Non esistono altre strade se la vera intenzione è quella di evitare che la vita delle future generazioni sia tempestata da altre guerre.

 

Non c’è più molto tempo per dare seguito a questo appello. Non c’è più tempo per le giustificazioni morali in nome delle quali si arrecano danni terribili ad altri, come guerre erroneamente considerate necessarie per risolvere i conflitti. Non c’è più tempo per continuare a cercare di ridimensionare le proprie azioni violente confrontandole con quelle degli altri, ritenendo per esempio giusto l’uso della forza militare semplicemente per prevenire sofferenze che ipoteticamente potrebbero essere peggiori se tale tipo di forza non venisse usata. Non c’è più tempo per trasferire le responsabilità delle proprie azioni su altri che avrebbero il potere di decidere: non c’è presidente, comandante, né tantomeno un dio, che può costringermi ad uccidere.

 

Non c’è più tempo per provare ancora a mentire sulle conseguenze della violenza: non è vero, per esempio, che i bombardamenti definiti “chirurgici” non colpiscono i civili. Non c’è più tempo per provare a convincere e a convincersi che alcune vittime di violenza e di sopraffazione siano meno umane di altre.Non c’è più tempo per provare a convincere e a convincersi che tali vittime abbiano la colpa di aver provocato il male che è stato fatto loro: è evidente che nella mente di chi ha scritto “La Francia manda i suoi aerei in Siria, bombarda uccidendo i bambini, oggi beve dalla stessa coppa” la luce della ragione si è spenta, come si è spenta in chi oggi giustificherebbe l’uccisione di altri esseri umani in Libia e in Siria.

 

Dopo Parigi non c’è più tempo: la pace non può più aspettare.

 

Partito Umanista

 

(Foto: il Torinese)