TRIBUNA- Pagina 83

VIGNALE (FI): LA FAVOLA DEL PD SUL SALONE DEL LIBRO E’ FINITA (MALE)

salone 2016 libro“Quella del Salone del Libro è una favola finita male che in questi due anni ci ha raccontato il PD” lo ha affermato il consigliere regionale Gian Luca Vignale  in Consiglio regionale dove su richiesta di Forza Italia si è parlato del Salone de Libro.

“Siamo di fronte ad un vero e proprio fake di Chiamparino e della sua amministrazione – ha aggiunto Vignale in aula – dove chi, insieme agli enti pubblici, aveva creato e fatto diventare una realtà culturale internazionale il Salone, veniva additato come responsabile del disavanzo finanziario e di una gestione non corretta”.

“La realtà è che – ha proseguito – , a due anni dalla nuova scelta dei vertici non piemontesi, abbiamo assistito alle dimissioni di Direttore e Presidente, ad uno scandalo giudiziario e alla possibile perdita del Salone. In soli due anni sarebbe stato difficile per chiunque inanellare tanti errori.”.vignale

“Per ridare credibilità al sistema – ha concluso è necessario che ognuno si assuma le proprie responsabilità e che soprattutto si faccia chiarezza sulla posizione di Gl Events Ciò che dovrebbe essere chiaro a tutti, PD compreso, è che il Salone del Libro deve tornare ad essere una manifestazione fatta con e per i cittadini e non certo una battaglia interna tra imprenditori, sponsor e soprattutto tra correnti di partito”.

“JIHADISTI, SERVE CARCERE DURO TIPO 41BIS!”

isisMARRONE-MONTARULI (FDI-AN): ASSURDO USARE MEDIATORI UCOII CONTRO RADICALIZZAZIONE IN CARCERE

<<In una fase di continue stragi jihadiste nelle città europee la Relazione annuale del Garante regionale dei detenuti evidenzia un dato preoccupante e sconosciuto all’opinione pubblica: al 4 febbraio 2016 (dati DAP), in Piemonte risultavano esservi 9 detenuti monitorati (si tratta di incarcerati per reati connessi al terrorismo internazionale e/o per attività di proselitismo, radicalizzazione e reclutamento) e 11 attenzionati (soggetti che in carcere hanno comportamenti che ne rivelano la vicinanza all’ideologia jihadista)>> segnalanoMaurizio Marrone, Capogruppo di FDI-AN in Regione Piemonte, e Augusta Montaruli, Dirigente Nazionale FDI-AN, che attaccano <<Qual è la soluzione geniale del Governo Renzi per impedire il proselitismo degli jihadisti e la radicalizzazione in carcere dei detenuti islamici? Un protocollo d’intesa tra il Capo del Dipartimento dell’Amministrazione penitenziaria, Santi Consolo e il Presidente dell’Unione delle Comunità e delle Organizzazioni Islamiche in Italia Izzedin Elzir per avviare una collaborazione finalizzata a favorire l’accesso di mediatori culturali e di ministri di culto negli istituti penitenziari: saranno otto le strutture carcerarie coinvolte nella prima fase del progetto, tra le quali anche quella di Torino.

Peccato che l’UCOII sia la filiale italiana dei Fratelli Musulmani, organizzazione islamista internazionale dedita anche alla lotta armata e per questo dichiarata fuori legge come organizzazione terroristica in Egitto, Russia, Siria, Arabia Saudita, Emirati Arabi Uniti, Tagikistan e Uzbekistan.

Altro che mediatori culturali islamisti, il pericolo di radicalizzazione islamica negli istituti penitenziari si può evitare solo applicando agli jihadisti l’isolamento da carcere duro tipo 41bis, esattamente come già avviene per la malavita organizzata: perché bisognerebbe mai distinguere tra mafiosi e terroristi se non per irresponsabile buonismo? Di questi tempi nessuno può permetterselo>>.

DDL ENTI LOCALI; ZANONI(PD): GRANDE INNOVAZIONE, TIMORI VIGILIA INFONDATI 

ZANONI_1Il commento della senatrice del Pd Magda Zanoni, segretario della commissione Bilancio 


“Questo ddl porta con sé un carico di novità e innovazioni tale che è stato ampiamente riconosciuto, premiando la volontà del governo e del Parlamento di rendere finalmente l’azione degli enti territoriali uno strumento assai efficace per la ripresa del Paese e al contempo vicina ai bisogni dei cittadini”. Lo dichiara la senatrice del Pd Magda Zanoni, relatrice del ddl di modifica alla legge sui bilanci di enti locali e Regioni.  “Il provvedimento – prosegue Zanoni – porta con sé una grande semplificazione e accantona definitivamente il patto di stabilità che tanto ha penalizzato la politica degli amministratori locali. C’è di più però, il ddl ha raccolto un consenso trasversale che in commissione si era tradotto in una vasta collaborazione. Collaborazione che in aula è parsa sparire, in particolare per quanto riguarda il M5S. Ma probabilmente in questo caso erano giunti ordini dall’alto di attaccare il Governo, cosa che è stato fatta in modo anche un po’ ridicolo (cosa c’entra il tragico incidente in Puglia con il ddl?). In ogni caso, nessuno dei timori che si erano manifestati la scorsa settimana – conclude la senatrice dem – ha preso corpo e la soglia dei voti necessari è stata di gran lunga superata”. 

LINK VIDEO INTERVENTO: https://www.youtube.com/watch?v=G0fNvClmKGA

Grimaldi: caro Presidente, cara Sindaca, il tempo dei CIE è scaduto

Lunedì, per l’ennesima volta dall’inizio della legislatura, il Capogruppo di SEL Marco Grimaldi ha visitato il Centro di Identificazione ed Espulsione di corso Brunelleschi, accompagnato dalla consigliera comunale Eleonora Artesio e dall’Onorevole Giorgio Airaudo.

GRIMALDIDalla relazione del Garante Regionale dei Detenuti si poteva già apprendere che al 18 marzo il centro era pieno, con 62 detenuti, poiché in seguito a incendi e danneggiamenti molte delle aree sono rimaste inagibili e i 180 posti di capienza si sono ridotti a 62. Oggi i trattenuti sono quarantaquattro, con quaranta persone tra gli operatori del soggetto gestore, forze di polizia ed esercito che regolarmente turnano per garantire il funzionamento della struttura. Come il gruppo SEL e molti soggetti suggeriscono da tempo, le identificazioni degli ex carcerati potrebbero avvenire per lo più in carcere, evitando un inutile prolungamento della pena. Oggi la maggior parte dei presenti è rinchiusa in base agli Art. 13, 14 o 15 del Testo Unico sull’immigrazione (Dlgs 286/98), per reati amministrativi, per lo più per assenza di documenti. Il 20% dei detenuti viene generalmente rilasciato, mentre l’80% rimpatriato; i tempi medi di permanenza sono di 15/20 giorni, tuttavia oggi erano presenti diversi casi di richiedenti asilo e permesso umanitario per i quali i tempi si dilatano anche di alcuni mesi.

Il problema di riempire con attività il tempo dell’attesa è in parte insolubile. Ma soprattutto, perdere la libertà perché privi di documenti (in particolare permessi umanitari) e attendere febbrilmente di conoscere il proprio destino, con la probabilità alta di dover tornare in un Paese da cui si è fuggiti o addirittura, a volte, in cui non si è mai stati, venire separati della propria famiglia, dopo aver magari vissuto esperienze fortemente traumatiche: questo è inconcepibile.

Secondo i rappresentanti della delegazione, “non si tratta di migliorare le condizioni di vivibilità del centro. Si tratta di chiuderlo. I CIE sono fra i più grandi fallimenti della nostra recente storia. Un’orrenda vicenda italiana dentro una catastrofe europea e mondiale”. Non a caso la Regione, a gennaio dello scorso anno, ha chiesto l’immediata chiusura di corso Brunelleschi e la cancellazione della legge Bossi-Fini. Precedentemente il Comune si era espresso per il superamento della struttura.

“Ci allarmano le voci secondo cui si intende nuovamente rendere operative tutte le zone del Centro” – dichiara Grimaldi. – “Abbiamo assistito in questi anni a rivolte e disagi; sebbene si siano spesi più di 20milioni di euro, questo spazio ha dimostrato tutte le sue lacune in termini umanitari e di sicurezza. Nonostante ciò, invece di cessare l’attività, è rimasto l’unico CIE di tutto il Nord Italia. Per questo chiediamo alla Sindaca e al Presidente della Regione, che hanno votato in prima persona gli atti da noi proposti in Comune e in Regione, di tornare con noi in visita in corso Brunelleschi e ribadire ufficialmente al Governo che quegli atti vanno presi sul serio. Chiudiamo questo capitolo, il tempo è scaduto”.

Pd, Torino e Piemonte: parte una vera riflessione

pd manifestoPartecipando alla recente Assemblea/Direzione del Pd piemontese convocata per esaminare il recente voto amministrativo, si poteva verificare in modo palpabile il profondo cambiamento del “clima politico” che si respirava rispetto anche solo ad un recente passato. Non lo dico per polemica o per provocazione. Lo dico perche’ e’ un dato di fatto. Se, cioe’, sino a qualche mese fa – sostanzialmente sino a prima del disastroso esito elettorale del 5 e soprattutto del 19 giugno – alle assemblee del Pd si sentiva un continuo e massiccio appello alle virtu’ salvifiche e straordinarie del cosiddetto “renzismo”, d’un tratto questo armamentario che abbiamo sentito ripetere come un mantra si e’ dissolto. Quasi d’incanto. E, in particolare, proprio da parte di coloro che legittimamente avevano sempre esaltato il progetto e l’iniziativa renziana. Ora, non conosco – anche se posso immaginarlo – le ragioni di questo repentino cambiamento di opinione. Del resto, quasi tutti gli intervenuti al dibattito, salvo l’ex sindaco Fassino, hanno evidenziato criticita’ e problemi riconducibili all’azione del governo, e quindi anche del principale partito di centro sinistra, nel giustificare la pesante sconfitta rimediata a giugno. Comunque sia, e al di la’ del “clima” politico che si respira ormai qua e la’ nella base democratica, quello che conta rilevare e’ che probabilmente nel Pd e’ partita una riflessione piu’ laica, piu’ vera, forse meno patinata e finta. Certo, a tutto cio’, purtroppo, ha contribuito la pesante sconfitta elettorale. Soprattutto in Piemonte e, nello specifico, nella provincia torinese dove si e’ perso tutto quello che si poteva perdere. Peggio non poteva andare. E, come sempre capita, quando si vince vincono tutti; ma quando si perde perde solo qualcuno. Questa volta, pero’, non si possono scaraventare responsabilita’ sui singoli. Per il semplice motivo che quando ci si trova di fronte ad una sconfitta, le responsabilita’ politiche possono anche essere riconducibili ad alcuni singoli. Ma quando ci si trova di fronte ad una disfatta elettorale, la riflessione politica deve essere piu’ approfondita e meno condizionata dalle stesse ed eventuali responsabilita’ personali. La riflessione politica sulla sconfitta, comunque, e’ decollata. E non puo’ che essere positivo. Al di la’ delle contingenze legate al successo, o al progressivo affievolimento, del renzismo e di tutto cio’ che questo ha rappresentato nel bene e nel male. E da questo confronto a tutto campo si puo’ ripartire per far si’ che il Pd ritorni ad essere quello delle origini. Cioe’ un partito popolare, riformista, con una visibile cultura di governo, pluralista e realmente di centro sinistra. Nulla da inventare.

Giorgio Merlo

Come migliorare la sicurezza sulla tangenziale?

autostradaDopo il maxi incidente sull’autostrada A4 TO/MI, con 2 morti e 5 feriti , diventa facile capire perchè anche sulla Tangenziale di Torino avvengono tanti , anzi troppi, incidenti con morti e feriti. L’altro giorno percorrendo la Tangenziale ho visto un ragazzo che guidava a parlava al cellulare. Poi una ragazza che usava il tablet appoggiato sul volante. E infine, un signore che leggeva il giornale mentre guidava. Ma non basta! Auto sulla corsia di emergenza! E poi autocarri e Tir a forte velocità sulla corsia centrale, e come ciliegina, un autoarticolato, che trasportava auto e furgoni, sorpassare un Tir a oltre 110 Km. l’ora! E questa è una Tangenziale sicura? Dove certe cose non vengono viste dagli organi di controllo? E dove i limiti di velocità non si rispettano, e le telecamere non esistono? Forse qualcuno dovrebbe intervenire davanti a tutto questo!!

M.B.

Intesa tra garanti e carceri

GARANTE CARCERI“Oggi mettiamo nero su bianco regole e relazioni che ci permetteranno di essere più operativi nel quotidiano e valorizzare la rete dei garanti comunali. Torino è stata una delle prime città a dotarsi di questa figura e su questo esempio abbiamo fatto partire le indicazioni di un garante per ogni sede di carcere”. Così il garante dei detenuti della Regione Piemonte, Bruno Mellano, ha aperto, mercoledì 6 luglio, l’incontro per la firma del protocollo d’intesa fra i Garanti delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale piemontesi e il Provveditorato dell’amministrazione penitenziaria del Piemonte, Liguria, Valle d’Aosta. Si tratta del terzo Protocollo di questo tipo a livello nazionale, dopo quelli recentemente sottoscritti in Regione Toscana e in Regione Lombardia. Il documento va a regolare i rapporti istituzionali, le procedure operative e le modalità di accesso alle carceri. L’intesa coinvolge i dodici Comuni piemontesi sede di carcere: Alba, Alessandria, Asti, Biella, Cuneo, Fossano, Ivrea, Novara, Saluzzo, Torino, Vercelli, Verbania. Tutti i comuni piemontesi interessati hanno approvato una delibera istitutiva del Garante locale dei detenuti, e tutti – tranne per ora Novara – hanno provveduto alla nomina del proprio Garante comunale. “Dobbiamo sempre tenere presente che la pena non va scontata in un luogo di abbrutimento – ha sottolineato il vicepresidente del Consiglio regionale Nino Boeti durante i saluti – l’obiettivo della detenzione deve essere il reinserimento nella società e in questo percorso il tema del lavoro è centrale”. Per Luigi Pagano, provveditore dell’amministrazione penintenziaria regionale “quello che possiamo auspicare è che il garante sia parte di una rete di intervento. Il grado di una nazione si valuta dalla qualità delle proprie carceri, diceva Voltaire. Se non c’è un ‘intorno’ dell’istituto, se non c’è una pressione anche della società civile, delle istituzioni, del volontariato il rischio è che il carcere si richiuda su di sé con effetti devastanti sulle persone”. “È fondamentale un lavoro capillare e di rete – ha concluso l’assessora regionale alle Pari Opportunità Monica Cerutti – intendiamo potenziarlo con la legge contro tutte le discriminazioni, che vede fra le diverse figure anche quella del garante come partecipe di questa rete. Altro tema è forte la presenza della popolazione straniera nelle carceri, dobbiamo aumentare occasioni di dialogo interreligioso e culturale”.

fmalagnino – www.cr.piemonte.it

Rosso Ferrari per i bimbi del Regina Margherita

ferrari rossoOltre 30 Ferrari provenienti da tutta italia e dall’estero

In qualità di responsabile della delegazione Piemonte e Valle D’Aosta del Ferrari Club Passione Rossa Italia, scrivo per sottolineare che come ogni anno Torino per noi è una tappa importante, anche quest’anno con grande orgoglio abbiamo pensato ai Bambini dell’Ospedale Infantile Regina Margherita. Venerdì 8 luglio saremo in piazza Solferino alle ore 10 per il terzo evento ” Regaliamo un Sorriso”, dedicato esclusivamente ai piccoli degenti, ai quali regaleremo un sogno: fare un giro per le vie del centro a bordo delle rosse di Maranello, oltre 30 Ferrari provenienti da tutta italia e dall’estero. Vi siamo grati a nome di tutti i soci se anche tutti voi insieme ci aiuterete a regalare un sorriso, facendo girare la locandina sulle vostre pagine social. Grazie

 

Vittorio Bevilacqua

Terrorismo, immigrazione, mafie: che fa il Governo?

Caro direttore,

dacca2terroristi e integralisti islamici stanno massacrando persone innocenti 
in tutto il modo, e il Governo Italiano cosa fa? Oltre a recuperare le 
salme, invita gli italiani a rimanere uniti, e di non accettare 
provocazioni che sfociano in atti di terrore!  Nel nostro Paese sono 
arrivati, e continuano arrivare, migliaia di giovani islamici , ma 
nessuno si preoccupa.  In giro per l’Italia ci sono tante moschee 
abusive, con predicatori che diffondono l’odio verso gli infedeli 
cristiani, ma nessuno si preoccupa.  A Roma è presente, vicino al 
Vaticano, la più grande moschea d’Europa, ma neppure la Chiesa si 
preoccupa.  Con l’immigrazione si sono arricchite le mafie e le 
cooperative senza scrupoli, ma nessuno si preoccupa!  A questo punto, 
quando l’invasione si trasformerà in assedio , magari con attentati di 
matrice islamica, forse qualcuno incomincerà a preoccuparsi………ma 
sarà troppo tardi!

M. B.

MORRI (PD): “IREN BANCOMAT DEL PD? DAI 5 STELLE PAROLE INFAMANTI”

pd manifesto“NE RISPONDERANNO IN TRIBUNALE”

Gli unici bancomat che il PD conosce e utilizza sono quelli personali che stanno nelle tasche di ogni singolo dirigente ed iscritto. Definire l’Iren ‘bancomat’ del Partito Democratico è grave, offensivo e falso.Il PD di Torino non ha mai avuto rapporti opachi con le società partecipate, e con i nostri legali valuteremo come agire nei confronti dei parlamentari 5Stelle Laura Castelli e Marco Scibona per le loro infamanti allusioni, poiché è del tutto evidente che siamo di fronte ad affermazioni diffamatorie che vanno bel oltre i confini della polemica politica.

 

Fabrizio Morri

Segretario Federazione Metropolitana PD Torino