TRIBUNA- Pagina 70

Teatro dentro e fuori dal carcere

Un teatro che è occasione rieducativa, pensato come una necessità per chi lo fa, ma che è ben presto stato apprezzato anche dal pubblico

Si tratta dello spettacolo L’infanzia dell’alta sicurezza, realizzato dal regista Mimmo Sorrentino e da Teatroincontro, che vede protagoniste sulla scena otto detenute del carcere di Vigevano, condannate per reati associativi. Il progetto di teatro partecipato è cominciato come laboratorio due anni fa, ma è ben presto diventato un evento apprezzato anche fuori dal carcere. Grazie all’iniziativa del Teatro stabile di Torino – Teatro nazionale, la pièce è stata inserita nel cartellone della stagione teatrale ed è in scena da oggi, 4 aprile, fino al 9 aprile al teatro Gobetti di Torino. Un’iniziativa presentata a Palazzo Lascaris con una conferenza stampa organizzata da Bruno Mellano, garante regionale dei detenuti.

“È significativo che alle detenute impegnate nello spettacolo sia stato concesso dal magistrato di sorveglianza un permesso di “necessità con scorta”, ha dichiarato Mellano, “che viene concesso eccezionalmente per motivi di particolare gravità, come l’imminente pericolo di vita o la morte di un parente. Si tratta di un precedente interessante, perché stabilire che il teatro, per delle persone recluse, non sia solo utile ma necessario significa attribuire alla detenzione i fini rieducativi sanciti dall’articolo 27 della nostra Costituzione. In questo senso il teatro si dimostra uno strumento per un nuovo modo di comunicare, in grado di scardinare vecchi schematismi all’interno del carcere”.

Alla conferenza stampa era presente anche il vicepresidente del Consiglio regionale, Nino Boeti, che, ricordando la sua esperienza di medico ortopedico della squadra di rubgy della casa circondariale Lorusso e Cutugno di Torino, ha messo in luce come l’attività sportiva e quella teatrale siano due strade per la rieducazione e il recupero in carcere, affinché alla comunità siano restituiti uomini e donne diverse.

SCIENTOLOGY: la Suprema Corte di Cassazione francese conferma la condanna dello Stato transalpino

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

I fedeli della Chiesa di Scientology di Torino si uniscono ai cugini d’oltralpe per celebrare una importante vittoria per la libertà di religione in Francia
    Il 24 novembre 2015, la Corte d’Appello di Parigi aveva infatti condannato lo stato francese a pagare 35.000 euro all’Associazione Spirituale della Chiesa di Scientology e Celebrity Center di Parigi e a quattro dei suoi membri per diniego di giustizia e colpa grave.
    La Chiesa di Scientology aveva argomentato davanti al giudice che la richiesta di scioglimento dell’associazione, avanzata dalla Procura durante un processo nel 2009, non solo era illegale, ma rappresentava anche una colpa grave, per cui lo stato doveva essere condannato.
    La Corte d’Appello di Parigi aveva dato ragione alla Chiesa di Scientology affermando: “… che questa omissione da parte della Procura, come pure del Tribunale, di applicare correttamente la legge in vigore nel pronunciare lo scioglimento dell’associazione spirituale della Chiesa di Scientology e Celebrity Center, dimostrava l’incapacità del servizio pubblico della giustizia di svolgere la missione della quale è investito.»
    La Corte d’Appello aveva ritenuto colpevole lo Stato anche di diniego della giustizia per aver violato il diritto dell’associazione e di alcuni dei suoi membri di essere giudicati entro un lasso di tempo ragionevole.
    Insoddisfatto del risultato e della sentenza, lo Stato ha fatto presentato ricorso alla Suprema Corte di Cassazione che l’ha rigettato dichiarando inammissibili i motivi del ricorso.
    È la seconda decisione della Corte Suprema a favore della Chiesa di Scientology dall’inizio dell’anno.
    Il 12 gennaio 2017, il più alto organo giudiziario del paese aveva già confermato la condanna dell’associazione UNADFI (Union des Associations de Défense des Familles et de l’Individu) per essersi illegalmente costituita parte civile e in totale malafede contro gli Scientologi nello stesso caso (2009), una procedura penale che in questo modo è stata caratterizzata “dall’incompetenza dell’ufficio della Procura” e da un’unica parte civile che “ha agito in malafede e abusato del suo diritto di adire le vie legali”.
    Scientology è praticata in Francia fin dal 1950 e le sue chiese contano decine di migliaia di fedeli. Se la Francia non riconosce né sovvenziona alcuna religione deve comunque assicurare la libertà di praticarla.
    La religione, fondata da L. Ron Hubbard negli anni ’50, è ufficialmente riconosciuta nel Regno Unito, in Spagna, in Portogallo, Olanda e Svezia e la sua natura religiosa è stata riconosciuta in decine di sentenze italiane e tedesche.
    I programmi umanitari di pubblica utilità della Chiesa di Scientology raggiungono decine di milioni di persone nel mondo ogni anno.

#CambiamoAria!: “Bene l’aumento del costo dei permessi sosta e Ztl ma l’obiettivo resta il road pricing”

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

“Vediamo positivamente i provvedimenti discussi dalla Giunta comunale, ma non sono che un piccolo passo e dovrebbero integrarsi con una seria e sistematica politica per una mobilità nuova. L’aumento dei costi del permesso per entrare nella Ztl potrebbe essere il preludio a quel road pricing modello AreaC milanese che proponiamo con la nostra petizione, ma si devono anche aumentare estensione oraria e spaziale della Ztl”. E’ questa la posizione espressa dal vasto gruppo di associazioni torinesi che nelle scorse settimane ha lanciato la campagna #CambiamoAria! chiedendo alla Giunta Appendino di adottare misure antismog più coraggiose.“Per quanto riguarda l’aumento dell’abbonamento alla sosta dei residenti -aggiungono le associazioni- ribadiamo che come principio è giusto che anche i residenti paghino un contributo per la sosta, perché lo spazio pubblico non è illimitato. Dovrebbe essere il più possibile proporzionale ai consumi, alla potenza, al reddito e al numero di auto in famiglia. Occorre agire però anche sull’aumento dell’estensione e delle tariffe delle strisce blu: un’altra forma di road pricing per raccogliere risorse da destinare al trasporto pubblico, il cui miglioramento, così come quello delle rete ciclabile, è cruciale per cambiare mobilità. Nel centro storico e in altri punti della città occorre anche liberare spazio pubblico dall’occupazione delle auto, tanto più che i parcheggi sotterranei -che pure abbiamo contrastato- sono spesso mezzi vuoti. Meno parcheggi, più spazi liberi per pedoni, bici, arte e relax!”. La campagna #CambiamoAria! promossa da Legambiente Molecola, Bike Pride, Officine Corsare, Movimento per la Decrescita Felice, Alter.Polis, Studenti Indipendenti, mira aspingere l’Amministrazione Appendino ad adottare provvedimenti strutturali coraggiosi nel campo della mobilità: tra le proposte avanzate dalle associazioni la creazione di una Congestion Charge Zone su un’area estesa del centro urbano che porti, come avvenuto a Milano con l’AreaC, ad un abbattimento significativo del traffico veicolare privato e, grazie alle risorse così reperite, al potenziamento del trasporto pubblico, della mobilità ciclistica e pedonale, oltre che interventi diffusi di moderazione del traffico.

“LA NOTTE DEI ROSPI, AIUTIAMOLI AD ATTRAVERSARE LA STRADA”

Venerdì 31 marzo, alle ore 20.30, con ritrovo nel Piazzale Nino Costa (parcheggio Frazione Grignetto) ad Avigliana, si terrà una serata per conoscere i rospi, aiutandoli a raggiungere l’acqua della palude per riprodursi. La serata sarà l’occasione per inaugurare ufficialmente le barriere innalzate dal comune lungo il tratto stradale del Parco Naturale dei laghi di Avigliana interessato dall’attraversamento di rospi e rane a inizio primavera, facilitandone il passaggio sotterraneo attraverso i “rospodotti”. Questo è il nome delle condotte che già erano state realizzate anni fa al di sotto della sede stradale ma che fino ad ora si erano rivelate del tutto inefficaci per via della precarietà delle barriere precedentemente installate, collassate in breve tempo a causa del terreno franoso sottostante. Le nuove barriere sono il frutto della collaborazione tra la LAV di Torino e il Comune di Avigliana. Infatti, a seguito delle richieste avanzate negli ultimi anni dell’associazione animalista, l’amministrazione comunale, in collaborazione con l’Ente del Parco Naturale dei Laghi di Avigliana, ha fatto posizionare i pannelli, con l’obiettivo di far sì che i piccoli animali utilizzino gli appositi canali sotterranei per raggiungere l’acqua della palude senza più saltare sulla sede stradale. Il lavoro potrà quindi permettere la salvaguardia di molte vite animali, permettendo ai rospi di raggiungere in sicurezza l’acqua della palude, e potrà rendere la strada sicura anche per gli automobilisti, considerato che tale tratto è stato caratterizzato in passato da condizioni non favorevoli dovute alla scivolosità del manto stradale nei mesi primaverili. “Ringraziamo il sindaco di Avigliana, Angelo Patrizio, il direttore dell’Ente Parco, Bruno Aimone e l’assessora all’ambiente, Giulia Bussetti, per l’impegno profuso a tutela di animali e cittadini – dichiara Gualtiero Crovesio, responsabile territoriale della LAV a Torino – e auspichiamo che tale intervento possa rivelarsi finalmente efficace a tutela di rospi e rane, e che possa essere da esempio anche per altre amministrazioni”. Oltre che permettere ai cittadini di entrare in contatto con gli animali palustri, “La notte dei rospi” avrà lo scopo di sensibilizzare gli automobilisti ad una guida prudente nel tratto stradale interessato dalle migrazioni, onde evitare investimenti di rospi o rane che dovessero riuscire a saltare sulla strada nonostante le barriere.

Locandina studenti Politecnico: “allibita davanti a un messaggio sessista”

«Sono allibita davanti al manifesto che alcuni studenti del Politecnico di Torino hanno realizzato per promuovere il loro party studentesco. Quella che ne viene fuori è un’immagine sessista offensiva per la donna. Il messaggio è a dir poco vergognoso: per non essere considerati degli “sfigati” bisogna sottomettere le ragazze. È questo tipo di modello culturale che dobbiamo contrastare e ribaltare» – ha dichiarato Monica Cerutti, assessora alle Pari Opportunità della Regione Piemonte.

«Dobbiamo sradicare la cultura maschilista per la quale la donna è ancora un oggetto a uso e consumo degli uomini. Messaggi del genere non contribuiscono a superare la cultura della donna oggetto e non ci si deve neppure nascondere dietro la scusante dell’ironia perché non vedo alcuna ironia in una campagna pubblicitaria che punta a svendere il corpo delle donne. È per questo che la legge regionale numero 4 del 2016 contro la violenza sulle donne al suo interno ha una parte specifica dedicata alla comunicazione pubblicitaria» – ha concluso Cerutti,

L’articolo 11 della legge regionale prevede che:

1. La Regione, nell’ambito delle politiche di genere, promuova un uso responsabile di tutti gli strumenti di comunicazione affinché i messaggi, sotto qualunque forma e mezzo espressi, discriminatori o degradanti, basati sul genere e gli stereotipi di genere siano compresi, decodificati e superati.

2. La Regione favorisce azioni dirette a contrastare la discriminazione dell’immagine femminile nella pubblicità e nei mezzi di informazione e comunicazione, volte a favorire una rappresentazione della donna coerente con l’evoluzione dei ruoli nella società, superando gli stereotipi di genere, nel pieno rispetto della dignità femminile e della parità.

3. La struttura regionale competente per le pari opportunità, in collaborazione con gli esperti del settore, con le scuole e le università, promuove azioni utili al contrasto agli stereotipi di genere, anche mediante l’assegnazione di un riconoscimento annuale, non in denaro, per la pubblicità che meglio ha saputo rappresentare la figura femminile.

4. Nei casi di utilizzo offensivo o discriminatorio dell’immagine della donna, il CORECOM si fa parte attiva per segnalare ai soggetti competenti la presenza di comportamenti non conformi ai codici di autodisciplina della comunicazione commerciale da parte di soggetti aderenti a tali codici.

 

INFANZIA, IN COMMISSIONE L’ESPERIENZA DI SEA STAR PROJECT

Ripartire dalle fondamenta: dell’esperienza di una madre-ricercatrice sull’integrazione sensoriale e del progetto che ne è derivato per la riabilitazione di bambini e ragazzi con differenze neurologiche si è occupata la commissione parlamentare per l’infanzia e l’adolescenza, ascoltando- su invito della presidente, on. Michela Vittoria Brambilla – la dottoressa Giulia Ghibellini, consulente in materia di disabilità infantile e fondatrice dell’iniziativa The Sea Star Project, e la dott.ssa Lucia Mazzi, terapista della neuro psicomotricità dell’età evolutiva e logopedista presso la U.O.S. di Neuropsichiatria infantile della Ulss 22 Distretto Bussolengo-Verona. “La loro relazione – commenta l’on. Brambilla – per certi versi somiglia ad una favola, in realtà un è progetto di grande successo, dal quale il Servizio sanitario nazionale potrebbe trarre profitto”.

Quella di Giulia Ghibellini poteva esser una delle tante storie di genitori con un figlio portatore di differenze neurologiche che si accorgono tardi del problema, quando l’effetto-valanga dello sviluppo atipico ha già prodotto disfunzioni difficili da trattare. Invece, lavorando in Gran Bretagna, la dottoressa ha potuto beneficiare dell’attività di una lodevole istituzione britannica: l’health visitor, un’infermiera/e specializzata che segue fin dall’inizio, con visite periodiche, lo sviluppo del bambino. Nel caso specifico le anomalie segnalate hanno portato ad una prognosi sfavorevole, col rischio di un significativo ritardo nello sviluppo. Il background scientifico della madre, a questo punto, ha fatto la differenza. Giulia Ghibellini si è resa conto precocemente di due fatti. Primo: che le “differenze” della figlia dipendevano da disturbi dell’integrazione sensoriale (il processo attraverso cui il nostro cervello dà un senso agli stimoli esterni e interni e produce una risposta di complessità crescente con lo sviluppo). Secondo: che sulla base della “Piramide dello sviluppo”, tracciata da studi americani degli anni Novanta, solo intervenendo rapidamente sul mattone-base dell’integrazione sensoriale si poteva prevenire il crollo dei piani più alti della piramide, dove stanno le attività quotidiane e l’apprendimento ai più elevati livelli. La ricercatrice si è quindi trasferita negli Stati Uniti dove ha potuto sottoporre la figlia ad appropriate terapie riabilitative, fondate proprio sull’intuizione della “piramide”. Con successo. “Ora mia figlia è una ragazzina felice e potrà andare al college”, racconta con l’orgoglio di madre e di scienziata. “E’ possibile – assicura – ottenere risultati straordinari, purché l’intervento sia precoce e coinvolga tutti: terapeuti, genitori, scuola. The “Sea star project” è nato appunto per consentire al maggior numero possibile di genitori di connettersi e per diffondere l’approccio riabilitativo dal basso verso l’alto: salvaguardare prima le funzioni basiche e passare poi all’apprendimento di funzioni più complesse, come ad esempio la lettura”. Idee che hanno trovato piena applicazione a Verona, dove lavora la dottoressa Mazzi, della rete di “Sea star project”.

“Credo – afferma la presidente Brambilla – che il nostro sistema sanitario dovrebbe tenere in seria considerazione l’esperienza inglese dell’ “health visitor” ed il metodo impiegato da Sea star project, sia per quanto riguarda l’approccio riabilitativo che per la capacità di coinvolgere i genitori e di mettere in rete le conoscenze”.

Casa in affitto rifiutata a coppia gay

Una coppia omosessuale a Torino si è vista negare l’affitto di un appartamento perché gay “La discriminazione? Non è un concetto astratto. È qui, è ora… è ovunque dietro l’angolo”. La coppia ha scritto così su u Facebook sostenendo che “La proprietà non vuole, vuole una famiglia. Vuole qualcuno che stia a lungo”. E la polemica impazza sul web: “Speravo che del mio quartiere si parlasse sulle cronache nazionali per le sue  qualità positive, non per una così amara vicenda che colpisce due carissimi amici e il senso comune di tutti”, dice Claudio Cerrato, il presidente della Circoscrizione 4.

 

(foto:archivio il Torinese)

No all’affitto a coppia omosessuale: le reazioni politiche

La denuncia lanciata da una coppia omosessuale torinese attraverso facebook dopo un rifiuto da parte di un proprietario ad affittare loro un appartamento ha suscitato anche i commenti del mondo politico.  «È paradossale che questa notizia mi sia giunta proprio durante il seminario “Combattere l’odio e le discriminazioni” durante il quale abbiamo presentato agli operatori delle forze dell’ordine il Protocollo di Intesa tra OSCAD e Regione Piemonte in materia di iniziative contro le discriminazioni» – dice Monica Cerutti, assessora alle Pari Opportunità della Regione Piemonte. Non concedere l’affitto a una coppia di ragazzi solo perché sono omosessuali a pochi mesi di distanza dall’approvazione della legge sulle Unioni Civili è a dir poco vergognoso. Non voglio neppure immaginare quali sorta di preoccupazioni possa aver avuto il proprietario dell’appartamento»

Afferma il vicepresidente del Consiglio regionale, Nino Boeti: “Il nostro è un Paese il nostro che non finisce mai di stupire. Ad una coppia gay, entrambi con un lavoro a tempo indeterminato, viene rifiutato l’affitto di un appartamento perché omosessuali. Ma si può ancora discriminare sulla base degli orientamenti sessuali, peraltro dopo l’approvazione della legge sulle unioni civili? Ognuno naturalmente è libero di affittare la casa a chi vuole, ma è davvero sconfortante il fatto che su questi temi non si riesca a fare un passo in avanti”.

“Il caso dei due ragazzi discriminati a cui è stato negato l’appartamento in affitto – sottolinea Marco Giusta, assessore comunale alle Pari Opportunità – evidenzia ahimè, ancora una volta, il persistere di pregiudizi e di omofobia a Torino. I mediatori immobiliari hanno spiegato ai giovani che avrebbero preferito dare in locazione l’alloggio a una famiglia”.

“L’Amministrazione Comunale – prosegue Marco Giusta – riconosce nella coppia di Simone e Michele una famiglia con lo stesso valore e la stessa importanza di tutte le altre così come già evidenziato nel momento in cui la Città ha modificato la delega da famiglia a famiglie.

 

 

VENARIA REALE, SANITÀ PUBBLICA E TERRITORIO

L’ Amministrazione comunale è molto attenta alla salute dei cittadini venariesi e in questi venti mesi di legislatura ha attivato tavoli tecnici con la direzione dell’ASL To3 che hanno portato i seguenti risultati: dal 13 marzo presso l’ospedale di Venaria Reale è stata riattivata la TAC (Tomografia Assiale Computerizzata), ed è la prima volta che sul territorio un servizio sanitario riapre dopo esser stato chiuso: si pensi alla ginecologia, al reparto di pediatria, al pronto soccorso H24, per citarne solo alcuni tra i più noti.

Per ora, il nuovo servizio TAC opera sul nostro territorio tre giorni alla settimana e sarà presente il medico anestesista: in questo modo si consente lo sviluppo di esami con e senza metodo di contrasto, nei giorni di Lunedì e Martedì dalle ore 8:00 alle ore 16:00 e il Venerdì con orario 8:00 – 13:00, garantendo la consegna sia del referto cartaceo sia della versione informatizzata, già entro le 24 ore dalla esecuzione dell’esame stesso. La presenza in loco del medico anestesista a sua volta ha consentito la riapertura, seppure ora in misura limitata (ogni martedì dalle ore 12:00 alle ore 15:30), dell’ambulatorio di terapia antalgica. Questa attività negli anni passati ha avuto un riscontro notevole in termini di richieste, perché tratta quei pazienti che, per differenti cause, soffrono di algie (dolore) in modo cronico.

Vi è stato, poi, un potenziamento dell’offerta relativa alle ecografie, determinata dall’acquisto di nuova strumentazione dedicata agli esami diagnostici di eco-tomografia e dall��aggiunta di ulteriori sei ore (giovedì dalle ore 12:00 alle ore 18:00), che rappresentano un servizio aggiuntivo in grado di agevolare in particolare l’utenza “lavorativa”. A tutto ciò si aggiunge il già attivo sportello per la prenotazione esami diagnostici, presso la sede del Municipio, in piazza Martiri della Libertà 1, attivo lunedì e giovedì dalle 15:00 alle 18:00. Dichiara il sindaco Roberto Falcone «Questi solo alcuni degli aspetti legati alle attività ambulatoriali che come Amministrazione stiamo seguendo con la massima attenzione e che sicuramente nei mesi a venire, in collaborazione con l’ASL To3,  per quanto possibile, cercheremo ulteriormente di sviluppare secondo le necessità dei cittadini, considerando il prossimo trasferimento presso la nuova struttura sanitaria di Via Don Sapino».

 

Il progetto esecutivo della nuova struttura sanitaria, che attualmente è in fase di realizzazione e che dovrebbe essere consegnata entro il 2019, prevede infatti quattro piani con i servizi così suddivisi:

 

Piano seminterrato:

  1. a) mensa e spazi accessori
  2. b) Sert (servizio per le tossicodipendenze)
  3. c) deposito farmaceutico
  4. d) servizio mortuario
  5. e) spogliatoi
  6. f) locali tecnici
  7. g) depositi

 

Piano terra:

  1. a) zona di ingresso-hall
  2. b) punto prelievi
  3. c) attività day-hospital
  4. d) area di ristoro
  5. e) diagnosi per immagini
  6. f) punto di primo intervento
  7. g) guardia medica
  8. h) 118

 

Piano primo:

Le funzioni all’interno del piano primo sono:

  1. a) area ambulatoriale
  2. b) CAP (centro di assistenza primaria)
  3. c) endoscopia
  4. d) Direzione di Distretto

 

Piano secondo:

40 posti letto di continuità assistenziale.

Giornata contro il razzismo: un 21 marzo solidale

«Martedì  21 marzo, si celebra la Giornata internazionale per l’eliminazione della discriminazione razziale, una ricorrenza che è stata istituita dalle Nazioni Unite nel 1966. Come ogni anno vuole essere un momento per porre attenzione sui temi della diversità, dell’inclusione e dell’accoglienza. Lo stesso giorno però si celebrerà anche la Giornata della Memoria e dell’Impegno in ricordo delle vittime innocenti delle mafie e io credo che sia importante una riflessione congiunta sui due temi, come faremo il pomeriggio a Verbania insieme a Libera Piemonte» – ha dichiarato Monica Cerutti, assessora all’Immigrazione e ai Diritti della Regione Piemonte.

La Regione Piemonte su questo fronte sta lavorando con impegno su più livelli. «Ci siamo impegnati subito per avviare progettualità che trasformassero in strutturale il sistema dell’accoglienza sul nostro territorio e i risultati si cominciano a vedere anche grazie alle tante esperienze di buona inclusione dei migranti; abbiamo approvato una legge regionale per il contrasto a ogni forma di discriminazione offrendo alle potenziali vittime strumenti per denunciare eventuali vessazioni e dunque per combatterle anche culturalmente; stiamo lavorando in modo partecipato, quindi anche con gli stessi cittadini e cittadine di nazionalità straniera, a quella che sarà la nuova legge sull’immigrazione della Regione Piemonte, una legge per la promozione della cittadinanza» – ha dichiarato Monica Cerutti, assessora all’Immigrazione e ai Diritti della Regione Piemonte.

«Il 21 per me sarà l’occasione per ribadire pubblicamente l’importanza di contrastare con forza ogni forma di razzismo e xenofobia. Saranno tre gli appuntamenti ai quali parteciperò. La mattina interverrò a un seminario organizzato dalla CGIL su quelli che sono i percorsi di integrazione e i destini dei richiedenti asilo, dei rifugiati politici e dei titolari di protezione internazionale. Si parlerà del ruolo dei Comuni e dell’importanza del lavoro per l’inclusione» – ha continuato Monica Cerutti, assessora all’Immigrazione e ai Diritti della Regione Piemonte. L’incontro si terrà nel Salone “Pia Lai” in via Pedrotti 5 a Torino.

«Il pomeriggio, alle 14.30, sarò a Verbania dove interverrò a un workshop organizzato da Libera Piemonte e durante il quale si discuterà del tema “Esistono isole felici? Le rotte migratorie e l’accoglienza nel nostro Paese”. L’incontro si terrà all’auditorium centro d’incontro Sant’Anna in via Belgio 1. Infine alle 16 parteciperò all’inaugurazione della mostra Exodus a Villa Giulia di Verbania Pallanza. La mostra che abbiamo organizzato e che è stata esposta in Regione Piemonte diventa itinerante, questa è la prima tappa di una serie di appuntamenti attraverso i quali dodici reporter piemontesi racconteranno le migrazioni grazie alle loro fotografie scattate all’interno dei campi profughi» – ha concluso Monica Cerutti, assessora all’Immigrazione e ai Diritti della Regione Piemonte.

Monica Cerutti, assessora all’Immigrazione e Diritti – Regione Piemonte 335 6244252