TRIBUNA- Pagina 68

Le iniziative del Garante Detenuti al Salone del Libro

“Oltre i confini” è il tema scelto per il XXX Salone Internazionale del Libro 2017, declinato nei più svariati contesti e richiamato fin dal sottotitolo, che caratterizzerà le iniziative presentate. In quest’ambito si collocano le due iniziative organizzate dal Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte:

 

Giovedì 18 alle ore 15.30, in Sala Argento, si terrà la presentazione della “Guida ai diritti. Orientarsi tra norme e pratiche penitenziarie” e del “VADEMECUM – Riferimenti utili alla comunità penitenziaria piemontese”.

 

La “Guida ai Diritti” è frutto del lavoro degli studenti partecipanti alla clinica legale “Carceri e diritti” del Dipartimento di Giurisprudenza dell’Università di Torino, con il coordinamento e la supervisione di docenti e tutors, il finanziamento della Fondazione CRT e la  collaborazione delle direzioni della Casa Circondariale “Lorusso e Cutugno” di Torino, delle Case di Reclusione di Asti e di Saluzzo, e di un gruppo di detenuti. Alla “Guida” sarà allegato il “VADEMECUM – Riferimenti utili per la Comunità penitenziaria”, supplemento informativo realizzato dal Comitato regionale per i diritti umani del Consiglio regionale del Piemonte, in collaborazione con il Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà della Regione Piemonte. L’editing e l’impaginazione della doppia pubblicazione sono stati curati dal laboratorio “Stampatingalera”, progetto gestito dall’Associazione Sapori Reclusi con i detenuti della Casa di Reclusione “Rodolfo Morandi” di Saluzzo. La stampa della “Guida” è stata realizzata all’interno della Casa Circondariale di Ivrea e, per quanto riguarda il VADEMECUM, dal Centro Stampa della Regione Piemonte. La doppia pubblicazione, presentata in anteprima al Salone del Libro, vuole essere un utile strumento di lavoro e di condivisione, anche per gli operatori, i volontari, i garanti, i famigliari, gli ex-detenuti. Significativa la previsione di stampa in varie lingue (italiano, francese, inglese, arabo).

 

Alla presentazione intervengono:

 

  • Enrica Baricco, Vicepresidente del Comitato regionale per i diritti umani

 

  • Maria Laura Scomparin, Direttore del Dipartimento di Giurisprudenza e professore ordinario di Diritto processuale penale dell’Università degli Studi di Torino

 

  • Claudio Sarzotti, Professore ordinario di Filosofia del diritto dell’Università degli Studi di Torino e Presidente di Antigone Piemonte

 

  • Michela Malerba, Segretaria dell’Ordine degli Avvocati di Torino

 

  • Monica Cristina Gallo, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale del Comune di Torino

 

  • Bruno Mellano, Garante delle persone sottoposte  a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte

 

 

Venerdì 19 alle ore 18.00, in Arena Piemonte, si terrà l’incontro “Oltre il confine del carcere: riflessioni sulla valenza rieducativa delle esperienze teatrali con i detenuti”.

 

A partire dagli anni ’80 il teatro in carcere – già presente in alcuni istituti con esperienze amatoriali – assume significati, metodologie e obiettivi nuovi: ne viene riconosciuta la funzione terapeutica e pedagogica e, attraverso esso, si fa conoscere alla società la realtà del carcere, sia tramite rappresentazioni negli istituti aperte al pubblico, sia con spettacoli di compagnie di detenuti in teatri esterni.

Da allora le esperienze di teatro in carcere si sono moltiplicate, l’Amministrazione penitenziaria ha aperto nuovi spazi, sostenuto progetti di sperimentazione e formazione, promosso forme di collaborazione con gli enti locali e culturali, anche attraverso specifici protocolli d’intesa: le compagnie che lavorano negli istituti penitenziari in Italia sono oggi oltre cento. Tra le compagnie piemontesi vi è  l’associazione “Voci Erranti” di Saluzzo (CN), attiva dal 2002 con il laboratorio diretto da Grazia Isoardi. Dal 4 al 9 aprile scorsi – inoltre – è stata rappresentata al Teatro Gobetti di Torino la pièce “L’infanzia dell’alta sicurezza”, importante esempio di “teatro partecipato” realizzato dal regista Mimmo Sorrentino, fondatore della cooperativa Teatroincontro, con le detenute in regime di alta sicurezza della Casa di reclusione di Vigevano cui – per la prima volta – è stato concesso dal magistrato di sorveglianza un permesso di “necessità con scorta” per poter “fare teatro”. All’iniziativa verranno portate testimonianze dirette da parte di attori detenuti, che reciteranno alcuni monologhi, e saranno proiettati due brevi video sul teatro in carcere.

 

Alla presentazione intervengono:

 

  • Grazia Isoardi, Regista, animatrice dell’Associazione “Voci erranti”

 

  • Mimmo Sorrentino, Regista, fondatore della cooperativa “Teatroincontro”

 

  • Valeria Ottolenghi, Critica teatrale, membro del Gruppo di progettazione del Coordinamento nazionale “Teatro e carcere”

 

  • Bruno Mellano, Garante delle persone sottoposte a misure restrittive della libertà personale della Regione Piemonte

 

 

A proposito di Gramsci “dimenticato”

Caro direttore,

due piccole notazioni, in merito all’articolo apparso su “il Torinese” lo scorso 13 maggio. Non Quaderni dal carcere, ma del carcere. Lettere dal carcere, questo sì. La prima edizione fu pubblicata da Einaudi, e non da Laterza. Non era integrale, ma assai ampia e conteneva senza dubbio le parti più significative del manoscritto. Quanto al contenuto più generale della notizia, diciamo che forse manca un pezzo. Ecco quanto ha scritto Dunia Astrologo sulla pagina fb della Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci: Non voglio certo prender le parti di amministratori distratti o privi di riferimenti culturali, ma non è corretto dire che non vi sono state celebrazioni per ricordare, il 27 aprile, gli ottanta anni dalla morte di Gramsci. Al Polo del ‘900 l’Istituto Gramsci ha organizzato un dibattito seguitissimo su “Gramsci e la crisi della politica” a cui ha partecipato, portando il saluto della giunta municipale, il vicesindaco Guido Montanari. Al termine dell’incontro, dopo un aperitivo offerto dalla Associazione dei sardi a Torino intitolata anch’essa ad Antonio Gramsci, è stata proposta una pièce teatrale, ” Tutto tranne Gramsci” dedicata agli aspetti affettivi e familiari della vita del grande intellettuale. Nel pomeriggio, inoltre, un gruppo di esponenti del PD torinese, assieme all’onorevole Cuperlo, hanno deposto una corona di fiori sulla lapide che lo ricorda e sono venuti a visitare Casa Gramsci.

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Giovanni Carpinelli
coordinatore scientifico della Fondazione Istituto piemontese Antonio Gramsci

Piemonte, la campagna #salvailsuolo fa tappa in Consiglio Regionale

Presentato “Il suolo sopra tutto”, libro che racconta la storia emblematica del sindaco anti-cemento Matilde Casa. All’iniziativa di Legambiente ha preso parte anche l’assessore regionale all’Agricoltura Giorgio Ferrero

 

E’ una mobilitazione senza sosta quella che vede impegnata Legambiente insieme ad altre 400 organizzazioni europee con l’obiettivo di raccogliere entro settembre 1 milione di firme per chiedere all’Unione Europea di introdurre una legislazione specifica sul suolo, riconoscendolo e tutelandolo come patrimonio comune. Ad oggi infatti manca un quadro legislativo vincolante per gli Stati membri, che riconosca tutele al suolo così come già avviene per l’aria e l’acqua. Se n’è parlato nei giorni scorsi  a Palazzo Lascaris a Torino, alla presenza dell’assessore all’Agricoltura della Regione Piemonte Giorgio Ferrero, in occasione della presentazione del libro “Il suolo sopra tutto” di Matilde Casa e Paolo Pileri.

 

Un testo che nasce proprio dalla testimonianza della sindaca di Lauriano (To), incoronata Ambientalista dell’Anno 2016, che ha condotto sul proprio territorio una forte battaglia, a tratti decisamente difficile, contro il consumo di suolo. Matilde Casa ha infatti restituito all’uso agricolo, tramite una variante al Piano regolatore, un terreno sul quale si volevano costruire quaranta villette. Un atto che ha avuto tra le conseguenze una denuncia da parte di un privato per abuso d’ufficio per “avere provocato intenzionalmente un danno ingiusto”, avendo “trasformato un terreno edificabile in terreno agricolo”. Non un ricorso di tipo amministrativo quindi, ma un vero e proprio processo penale che ha portato dapprima ad un rinvio a giudizio e poi alla sentenza d’assoluzione piena da parte del Tribunale di Torino nei confronti del sindaco, del segretario e del tecnico comunale.

“Una storia emblematica –hanno detto Fabio Dovana e Flavia Bianchi, rispettivamente presidente e membro del consiglio di presidenza di Legambiente Piemonte e Valle d’Aosta- che fa emergere tutti gli ostacoli che incontrano quotidianamente gli amministratori più virtuosi che dovrebbero invece essere sostenuti con norme efficaci e incentivi per premiare comportamenti responsabili, come il riuso e la rigenerazione urbana, e sanzionare quelli speculativi. Per questo il suolo necessita di protezione a livello comunitario così come avvenuto in passato per la qualità dell’aria, dell’acqua o il rischio industriale, ma sono al tempo stesso importanti norme efficaci su scala nazionale e locale”.

 

Nel libro “Il suolo sopra tutto”, che porta la prefazione di Luca Mercalli ed è edito da Altreconomia, Matilde Casa racconta la propria difficile esperienza nel suo aspetto giudiziario e umano e la “solitudine amministrativa” che ha vissuto. Paolo Pileri, urbanista e militante del suolo, affronta il tema della cronica “disgiunzione” italiana tra politica e saperi esperti, la cui vittima designata è proprio il suolo. Per tentare infine una sintesi. Come ricongiungere l’elaborazione accademica sul tema alle scelte delle pubbliche amministrazioni? Le proposte finali che ne scaturiscono sono tanto radicali quanto chiare: forgiare una cultura ambientale e civica nelle scuole, all’università, nella formazione politica; invitare i piccoli Comuni a cooperare; restituire allo Stato -perché centrale- la responsabilità sui temi legati al suolo; pungolare il legislatore perché adotti gli strumenti più efficaci a difendere i terreni dal cemento.

 

 

L’Iniziativa dei Cittadini Europei People4Soil può essere sostenuta con una firma anche online su www.salvailsuolo.it

“TEATRO STABILE, UNA STAGIONE SPECIALE”

 L’intervento di Lamberto Vallarino Gancia, Presidente del Teatro Stabile di Torino – Teatro Nazionale in occasione della presentazione della nuova stagione teatrale

La prossima stagione assume un significato particolare perché sarà l’ultima firmata da Mario Martone dopo dieci anni di direzione artistica del Teatro Stabile. Ho conosciuto Mario circa due anni fa e da subito è nata un’intesa profonda, all’insegna del confronto dialettico più aperto e costruttivo e dello spirito di corpo. Sono state due stagioni ricche di successi straordinari e di grandi soddisfazioni grazie alla sua progettualità autorevole, al suo carisma intellettuale e al suo riconosciuto talento d’artista. A fine anno concluderà la collaborazione per sviluppare il suo lavoro su molti fronti, ma sono certo che lascerà un segno indelebile all’identità del Teatro, che nel corso degli anni ha consolidato un ruolo di riferimento nel panorama nazionale e internazionale. A lui va tutta la mia riconoscenza più sincera e profonda, sia umana che professionale. A sostituire Martone alla guida artistica del Teatro abbiamo chiamato Valerio Binasco, al quale porgo le felicitazioni più vive, mie e di tutto il Consiglio di amministrazione, e il benvenuto nella nostra squadra, con la certezza che saprà proseguire nel solco di eccellenza tracciato da Mario per conseguire ulteriori prestigiosi obiettivi e consolidare le funzioni e la competitività del nostro Teatro. Se lo Stabile gode di ottima reputazione e può esprimere una grande capacità produttiva e un’apprezzata proposta culturale è perché i suoi vertici si sono conquistati credibilità e affidabilità da parte di tutti i Soci Aderenti: Città di Torino, Regione Piemonte, Città di Moncalieri, Compagnia di San Paolo e Fondazione CRT sono interlocutori attenti e partecipi che pongono la nostra Istituzione nelle condizioni migliori per esercitare nel modo più efficace le molteplici funzioni di pubblico interesse, produrre e ospitare spettacoli di teatro e danza, formare culturalmente la cittadinanza e professionalmente i giovani attori, svolgere ricerca e documentazione nell’ambito dello spettacolo dal vivo, conservare e valorizzare importanti edifici di pregio storico ed architettonico. Oltre ai Soci Aderenti sottolineo con piacere la conferma di tre sponsor ‘storici’ come Intesa San Paolo, Lavazza e Gruppo Crédit Agricole Cariparma e saluto con grande soddisfazione l’approdo tra i nostri sostenitori di Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking, che ha deciso di supportare l’attività istituzionale e in particolare la produzione de Il nome della rosa, e Fenice, società appartenente a Edison. Infine, un ringraziamento speciale a chi contribuisce quotidianamente a realizzare la gran mole di lavoro di un Teatro Nazionale come il nostro: i colleghi del Consiglio di amministrazione, i dipendenti sempre motivati e affiatati, le organizzazioni sindacali che insieme a noi affrontano con grande senso di responsabilità le sfide del presente, last but not least gli artisti che con il loro talento daranno vita ancora una volta ad una stagione davvero speciale.

UNC PIEMONTE: “CASO VANNONI, PRONTI A DIFENDERE LE VITTIME DEL METODO STAMINA”

I legali del Comitato Regionale dellUnione Nazionale Consumatori a disposizione dei truffati per il risarcimento dei danni

 Il Comitato Regionale del Piemonte dellUnione Nazionale Consumatori, fondato e presieduto dallAvvocato Patrizia Polliotto (nella foto) , scende in campo a tutela delle vittime di Davide Vannoni, padre del contestato e inefficace metodo Stamina’. Arrestato a Torino (più precisamente, nella sua abitazione di Moncalieri), ora accusato di aver «adescato», usando anche i social network come Facebook, malati affetti da patologie neuro degenerative incurabili, in Italia, li avrebbe convinti a farsi curare in Georgia, in una clinica privata a Tibilisi, pagando infusioni di staminali. Malati che, secondo la Magistratura, non solo non sono mai guariti, ma sarebbero stati ingannati con lobiettivo di guadagnare e la loro salute sarebbe stata messa in pericolo perché le infusioni di Vannoni non hanno alcun fondamento scientifico’. Tutti i consumatori vittime del metodo VANNONI potranno denunciare l’accaduto presentando nei termini una querela nei suoi confronti, e potranno essere rappresentati nel procedimento penale dallUNC -Comitato Regionale del Piemonte- in persona del Presidente e Coordinatore pro tempore -avv. Patrizia POLLIOTTO del Foro di Torino– tramite il proprio procuratore avv. Caterina BIAFORA del medesimo Foro, rilasciando una nomina in qualità di persona offesa dal reato per offrire eventualmente degli ulteriori elementi per le indagini e che verrà depositata al Pubblico Ministero. Dopo la conclusione delle indagini preliminari sarà possibile anche costituirsi parte civile nel medesimo procedimento al fine di ottenere il risarcimento del danno subito.  

Il Comitato Regionale del Piemonte dellUnione Nazionale Consumatori ha quale scopo statutario, oltre che la difesa del consumatore anche la tutela della salute e della dignità umana: in questo caso specifico viene leso il diritto di malati gravi, creando false aspettative sia nei pazienti che nei loro familiari. I nostri legali sono a disposizione per assistere tutti gli aventi diritto nel processo penale.  Per far ciò, invitiamo le vittime di reato a mettersi in contatto con i nostri sportelli entro il 16 maggio 2017, telefonando allo 011 5611800 o allo 0121 376264 in normale orario dufficio dal lunedì al venerdì, spiegano dalla nota associazione consumeristica.

 

 

INIZIATO A TORINO IL MESE DEL NO ALLO ZOO:

 DAL 4 MAGGIO, CITTA’ TAPPEZZATA DI MANIFESTI A SOSTEGNO DELLA MANIFESTAZIONE NAZIONALE DI  SABATO 27 MAGGIO «CONTRO GLI ZOO E LA SVENDITA DEL PATRIMONIO PUBBLICOA DIFESA DELL’AMBIENTE E DEI BENI COMUNI». PER TUTTO IL MESE, MOLTI GLI  APPUNTAMENTI PER PROMUOVERE L’EVENTO

Il 31 marzo 1987, esattamente trent’anni fa, chiudeva lo zoo comunale di 
Torino. Oggi, a trent’anni di distanza, la nuova giunta comunale guidata 
da Chiara Appendino, raccogliendo e facendo proprie le decisioni assunte 
dalla giunta precedente, sta portando avanti il progetto di un nuovo 
zoo; di nuovo al Parco Michelotti, proprio dove lo zoo era stato chiuso, 
riportando così indietro di trent’anni l’orologio del progresso.

Alcune tra le più rappresentative associazioni animaliste e 
ambientaliste della città (Enpa, Lac, Lav, Leal, Legambiente, Lida, 
Oipa, Pro Natura Torino, Sos Gaia Ecospirituality Foundation e Animal 
Renegades), che da anni combattono un’aspra battaglia contro questo 
progetto, hanno organizzato una manifestazione nazionale, denominata 
«Contro gli zoo e la svendita del patrimonio pubblico, a difesa 
dell’ambiente e dei beni comuni», che si terrà a Torino sabato 27 
maggio, con concentramento dalle ore 14.00 a Porta Susa e successivo 
corteo  attraverso le vie cittadine.

Intanto il 4 maggio è partita la campagna pubblicitaria a sostegno 
dell’iniziativa, con le prime affissioni di manifesti sui mezzi 
pubblici. Nei prossimi giorni altri duemila manifesti, alcuni dei quali 
di grandi dimensioni, campeggeranno sui muri della città, fino alla data 
dell’evento, a  ricordare all’Amministrazione comunale quanto sia forte 
– come testimoniano anche le oltre diecimila firme che erano state 
raccolte in pochi giorni già lo scorso anno – l’opposizione della 
cittadinanza alla privatizzazione del Michelotti e alla sua destinazione 
a nuovo zoo o «bioparco».

In preparazione della manifestazione nazionale, alla quale prenderanno 
parte attivisti e rappresentanti provenienti da tutta Italia, le 
associazioni promotrici, alle quali si stanno via via affiancando anche 
altre sigle del mondo ambientalista e animalista, hanno organizzato una 
serie di eventi promozionali, alcuni dei quali hanno già avuto luogo nei 
giorni scorsi. Tra questi figurano due spazi dedicati all’interno del 
Salone del Libro, audizioni in Comune, serate di raccolta fondi, 
conferenze, cene di sostegno, volantinaggi ed altri ancora.

Sabato 27 maggio 2017, ore 14.00, Porta Susa.
Partenza corteo, ore 15.00, alla volta del Parco Michelotti

Ciascun cittadino o associazione può sostenere economicamente la 
manifestazione nazionale del 27 maggio e le iniziative ad essa collegate 
tramite versamento a SOS GAIA Ecospirituality Foundation Onlus, IBAN: 
IT16 W033 5901 6001 0000 0115 631, con causale «Manifestazione No Zoo». 
Si allega il calendario degli eventi No Zoo in programma.

I sindacati di polizia replicano alla sindaca: “equilibrismo della peggior politica”

Una risposta, quella della Sindaca Appendino che esalta il più caparbio equilibrismo politico, riproponendo il vetusto teatrino della responsabilità irresponsabile, ma tant’é. I rappresentanti dei sindacati di polizia avevano chiesto senza se e senza che la Sindaca di Torino dicesse chiaramente con chi volesse stare: con la legalità e le forze dell’ordine o con gli scalmanati del “partito” dell’antiStato dei Centri sociali. La risposta della Sindaca intrisa della retorica di circostanza non chiarisce quale parte della società predilige ma si inerpica in una stravagante genuflessione politico-culturale, interpretando a suo uso e consumo proposizioni altisonanti di uomini illustri. La verità, per noi che rappresentiamo uomini donne che con onore e spirito di sacrificio indossano una divisa per la sicurezza dei cittadini, della legalità, della democrazia e delle Istituzioni anche comunali, è finanche scontato sentir dire che il primo cittadino di Torino sia contro la violenze; ci mancherebbe altro. Ma la serietà di chi vuole rappresentare il popolo, non solo del web, e quello di denunciare a chiari lettere, senza se e senza ma, i luoghi e le associazioni dove matura una sub cultura che si connota con l’odio verso le forze dell’ordine. Quello che è successo il 1° Maggio a Torino è un copione che si ripete da molti, troppi anni, e le istituzioni, Sindaca in testa devono stigmatizzare gli autori e i gruppi violenti, che non sono affatto misteriosi, specificandoli senza reticenze. Dal tenore della risposta della Sindaca non si evince alcun provvedimento nei confronti dei Consiglieri Comunali 5 Stelle, che prima scaricano le responsabilità degli incidenti alle forze dell’ordine e poi, quali campioni di democrazia, arrivano persino ad ipotizzare di vietare ai sindacati di scendere in piazza. 1 Ci aspettavamo più coraggio da parte della Sindaca che ha l’onore di guidare una città così importante come Torino. Sulla coerenza della Sindaca non possiamo pronunciarci, attesa che la sua vicinanza ai Centri sociali è più che nota ed è palesemente dimostrata dal veto posto, con votazione consigliare, alla chiusura proprio di questi Centri. Nulla di nuovo sotto sole. La speranza e che i cittadini si rendano conto che oltre alle belle parole costruite ed oltre a riflessioni che farebbero invidia al più navigato dei politici, da questi rappresentanti del popolo non c’è nulla di nuovo se non la preoccupazione di non volersi distinguere dai Centri sociali da cui si origina l’odio e la violenza verso le forze dell’ordine, magari da investire con un furgone. Non tema la Sindaca di Torino, i tutori dell’ordine continueranno con rispetto e senso del dovere a svolgere il loro ruolo anche se continueranno ad avere al loro fianco solo belle parole di elogio dal primo cittadini di Torino: ma d’altronde questa non è una novità.

 

Torino, 3 maggio 2017

SIULP SAP SIAP

Bravo Perna Di Lorenzo

Centro Pannunzio: “Casalegno e Rostagno: rispetto per entrambi, ma due storie diverse”

Il Centro “Pannunzio “ che ha avuto trai suoi fondatori Carlo Casalegno  , esprime il suo dissenso rispetto  all’iniziativa del 3 maggio promossa a Torino  dall’Unione nazionale cronisti italiani per ricordare insieme Mauro Rostagno e Carlo Casalegno, uno davanti alla casa natale, l’altro nel luogo del suo omicidio. Fa invece  bene il Consiglio regionale dell’Ordine dei Giornalisti a scoprire  una targa nella sua sede in ricordo di Casalegno che va tenuto distinto ed anche distante da Mauro Rostagno. La tendenza ad abbinare le vittime di mafia con quelle del terrorismo è storicamente sbagliata . Sono due storie diverse che, per essere capite, non vanno confuse. Di questo fatto ne dà testimonianza proprio la vicenda di Mauro Rostagno che fu militante di Lotta continua ,amico di Curcio, di Mara Cagol e  di  Adriano Sofri, movimento che ordinò  l’omicidio del commissario Luigi Calabresi. La comunità di meditazione e poi di recupero delle tossico- dipendenze creata in Sicilia da Rostagno e il suo impegno contro la mafia di cui restò vittima, non può farci dimenticare i suoi precedenti politici a Trento alla Facoltà di Sociologia ,fucina del terrorismo, e poi a Torino. Il Centro “Pannunzio” che promosse due cerimonie davanti alla casa di Carlo Casalegno in corso Re Umberto non può accettare di abbinare storie diverse ed anche contrapposte. I giovani, in primis, non capirebbero un messaggio che genera confusione e non contribuisce a restituire la verità storica di cui oggi c’è estrema necessità. Con ciò ovviamente senza mancare di rispetto a Rostagno e alla sua storia. Carlo Casalegno fu vittima del fanatismo brigatista e testimoniò con la vita la sua idea di libertà e di ordine democratico che seppe difendere in momenti nei quali Rostagno militava in realtà molto distanti dal pensiero di Carlo Casalegno, antifascista e anticomunista, in una parola democratico a 24 carati.

Il Centro Pannunzio

Abbiamo ancora bisogno della Chiesa?

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

In occasione del Maggio in Oratorio – MIO 2017, la rassegna di eventi, cultura, musica e sport, che affonda le sue radici nel quartiere di Vanchiglia e nella storia della Parrocchia S.Giulia di Torino, da scaricare alla pagina http://www.maggioinoratorio.it/ vi segnaliamo in particolare l’incontro:

Abbiamo ancora bisogno della Chiesa?

Sabato 6 maggio 2017 ore 21

con Mons. Massimo Camisasca

Un dialogo a 360 gradi con don Massimo Camisasca, attuale vescovo di Reggio Emilia – Guastalla e fondatore della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo, sul ruolo della Chiesa, l’educazione e la famiglia, in occasione della pubblicazione del suo nuovo libro sulla Chiesa “La straniera” (ed San Paolo).

Ingresso libero.

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Piazza Santa Giulia 7/L

tel: 011 8171790

e-mail: oratorio@parrocchiasantagiulia.eu

Un pensiero sul significato attuale della Festa del Lavoro

Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani, in occasione del Primo Maggio, vuole esprimere il proprio pensiero sul significato attuale della Festa del Lavoro prendendo spunto dalla riflessione che Ettore Ciccotti , storico, docente e politico italiano , nell’ormai lontano 1903, ebbe modo di esternare e partecipare agli italiani.

“Un giorno di riposo diventa naturalmente un giorno di festa, l’interruzione volontaria del lavoro cerca la sua corrispondenza in una festa de’ sensi; e un’accolta di gente, chiamata ad acquistare la coscienza delle proprie forze, a gioire delle prospettive dell’avvenire, naturalmente è portata a quell’esuberanza di sentimento e a quel bisogno di gioire, che è causa ed effetto al tempo stesso di una festa”.

Era il 1903, ma qual è oggi il significato di tale ricorrenza? Oggi, ancora, la gente può gioire delle prospettive dell’avvenire poiché “naturalmente portata a quell’esuberanza di sentimento e a quel bisogno di gioire che è causa ed effetto al tempo stesso di una festa?”

Pur nelle difficoltà che scaturiscono dal difficile momento in cui viviamo, noi crediamo di sì. Vogliamo credere di sì. Vogliamo credere che la festa del Primo Maggio sia ancora un momento di riflessione importante sul lavoro, oggi costituzionalmente riconosciuto come base fondante della democrazia oltre che un forte segno di speranza nel futuro, in un futuro laborioso, in un futuro in cui le giovani generazioni possano riscoprire l’orgoglio di essere cittadini italiani ed europei.

Indubitabilmente questa speranza nasce e si consolida nel lavoro costante che migliaia di docenti, ogni giorno, svolgono nelle loro classi, pazientemente e silenziosamente, con i loro alunni vedendoli crescere, anno dopo anno, e contribuendo in maniera veramente importante alla scelta della loro futura attività che darà impulso al progresso materiale e spirituale della società.

Presupposto imprescindibile di tale scelta è, infatti, il patrimonio culturale che i giovani acquisiscono a scuola, patrimonio oggi più ricco e completo anche grazie alla decisione strategica e fondamentale, di consentire loro, tramite l’esperienza dell’alternanza scuola lavoro, le prime timide, ma entusiastiche esperienze in campo lavorativo, nel rispetto del riconoscimento del diritto al lavoro e nella promozione delle condizioni che lo rendano effettivo.

Il Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani, i cui membri sono impegnati quotidianamente nella fondamentale opera di diffusione della cultura della legalità, vuole pertanto prendere parte a questa Festa auspicando che il lavoro registri sempre meno precarietà; che vi sia un costante aumento dell’occupazione, in particolare giovanile; che ogni cittadino possa trovare nel lavoro una soddisfazione umana, personale e familiare, che gli consenta di contribuire in maniera proficua alla crescita e al progresso materiale della società; che, infine, tutte le forze di Governo, sappiano cogliere ed incontrare le esigenze vitali dei lavoratori proseguendo, sempre e con energia, a profondere tutti gli sforzi per promuovere le condizioni che rendano effettivo il diritto al lavoro.

Prof.sssa Elisabetta Barbuto

Coordinamento Nazionale dei Docenti della Disciplina dei Diritti Umani