TRIBUNA- Pagina 62

ORSA UCCISA, ON. BRAMBILLA: “MOVIMENTO ANIMALISTA DENUNCIA ROSSI PER ANIMALICIDIO”

Non solo “animalicidio”. Nell’esposto-denuncia del Movimento animalista, dopo l’uccisione dell’orsa KJ2, la magistratura sarà invitata anche a considerare la “cattiva gestione” del progetto di ripopolamento degli orsi da parte della Provincia autonoma di Trento. Ma il coronamento di tutto è un’accusa squisitamente politica: “Il governo e alcune amministrazioni locali di sinistra –avverte l’on. Michela Vittoria Brambilla, presidente del Movimento animalista – hanno avviato e conducono sistematicamente una guerra contro gli animali selvatici, con tanto di strumentalizzazioni per raccogliere voti. Il premier Gentiloni cambi rotta e bocci subito la richiesta del Trentino, avallata in silenzio a fine luglio dalla Commissione dei 12 (Commissione paritetica Stato-Regioni per il Trentino e l’Alto Adige), di avere “mano libera” sulla fauna. Più mano libera di così… una vera follia.”

L’esposto-denuncia del Movimento animalista prende le mosse, ovviamente, dall’ipotesi di reato prevista dall’art. 544 bis “Uccisione di animale”. Contrariamente a quanto sostenuto dal presidente della Provincia Rossi, firmatario dell’ordinanza di “esecuzione” dell’orsa, fior di esperti giudicano “non necessario” l’abbattimento di un animale, per di più protetto, che, per esempio, poteva essere ulteriormente monitorato ed eventualmente, in un secondo tempo, catturato e allontanato. Sono tutte da chiarire, inoltre, le modalità e le circostanze dell’uccisione, di cui si capisce solo che è stata voluta e preordinata.

Non è tutto. “La Provincia – insiste l’on. Brambilla – dovrà anche rispondere della gestione del progetto di ripopolamento: della dimostrata incapacità di organizzare la convivenza tra orso e uomo delimitando zone di rispetto e imponendone l’osservanza agli escursionisti, soprattutto se accompagnati da cani liberi; del fallimento nell’educare gli ospiti al corretto comportamento nei boschi frequentati dai plantigradi; dei fondi nazionali e comunitari spesi prima per riportare gli orsi sul territorio e poi ammazzarli, con colpa, come Daniza, o volontariamente, come KJ2. Una massa di contraddizioni e un capolavoro di incapacità amministrativa – sottolinea l’ex ministro del Turismo –  che il governo nazionale vorrebbe “premiare” lasciando all’ente locale “mano libera” sui selvatici. Occorre il contrario di quanto immagina l’evanescente ministro Galletti: che sulla gestione di un patrimonio di tutti, come gli orsi, i lupi e la fauna selvatica in generale, l’ultima parola sia sempre, effettivamente, del ministero dell’Ambiente. Qualcuno dei responsabili provi almeno a spiegare perché certe cose accadono in Trentino e non nelle Province di Bolzano e Belluno o, meno che meno, in Abruzzo”.

“La spiegazione più semplice – prosegue la paladina degli animali – è, purtroppo, la più vergognosa. L’anno prossimo ci sono le elezioni anche in Trentino e i partiti anti-orso come il Patt non vedono l’ora di “accreditarsi” presso i propri elettori, letteralmente sulla pelle di questi incolpevoli animali. Quel che ancor più indigna è il lato “nazionale” della vicenda: la decisione presa a fine luglio dalla Commissione dei 12 di approvare all’unanimità la famosa “mano libera”, una proposta di norma di attuazione dello Statuto speciale che consentirebbe al Trentino “di gestire in via ordinaria, quindi in maniera diretta e più rapida,” la presenza dell’orso e degli altri animali sul territorio. Più rapida di così? Come? Sparando a vista? Una follia che nasce dal patto rosso tra amministrazioni di sinistra e governo del pd che vogliamo denunciare con forza. Un governo degno di questo nome (spetta all’esecutivo pronunciarsi sulla disposizione attuativa) si guarderebbe bene dall’avallare una simile richiesta, cioè in sostanza di svendere la gestione della fauna protetta alla provincia di Trento, abdicando al suo ruolo costituzionale di custode di questo patrimonio. Ma il ministro Galletti è inesistente o connivente, mentre il governo Renzi, di cui il Gentiloni è fotocopia in forma e sostanza, ha già parlato fin troppo chiaramente, concedendo alle doppiette del Trentino-Alto Adige, alla vigilia del referendum del 4 dicembre scorso, la possibilità di uccidere anche animali tutelati nel resto del Paese. Né incendi né siccità hanno indotto qualche istituzione a chiedersi se non sia il caso di cancellare la prossima stagione venatoria. Tutto si tiene: la guerra ai selvatici è dichiarata. Noi la combatteremo, ma dalla parte degli animali”.

INIZIATIVA DELLA CROCE VERDE SAN MAURO A FAVORE DEGLI ANZIANI

La Croce Verde Torino sezione di San Mauro Torinese, nell’ambito delle diverse iniziative organizzate a San Mauro riguardanti l’emergenza caldo, informa i cittadini che nelle giornate del 6, 13 e 27 agosto aprirà la propria sede in via Dora, 5 a gruppi di anziani in qualità di persone maggiormente a rischio durante le ondate di calore, per i possibili effetti negativi sulla salute

Durante le tre domeniche di agosto del 6, 13 e 27, dalle ore 15 alle 18, gli ospiti godranno della compagnia dei volontari della Croce Verde e potranno assistere a spettacoli musicali, teatrali e cinematografici e, ai fini della prevenzione, avere informazioni utili sui rischi domestici e le chiamate di emergenza. Verranno inoltre offerte bevande e merende.

Gioacchino Garofalo, responsabile Croce Verde Torino, sezione San Mauro Torinese: «L’iniziativa della Croce Verde a favore degli anziani, patrocinata dal Comune di San Mauro, è organizzata in collaborazione con il Sea, Servizio Emergenza Anziani che individuerà di volta in volta, visti i limitati posti disponibili, le persone soggette a maggiore rischio o necessità. La Croce Verde, inoltre, metterà a disposizione personale e mezzi per il trasporto di eventuali ospiti con difficoltà di mobilità. Il rimborso di eventuali spese, sostenute da Croce Verde, sarà a cura del Comune di San Mauro Torinese».

La Croce Verde Torino aderente all’Anpas, Associazione Nazionale Pubbliche Assistenze, grazie ai suoi 1.356 volontari e 76 dipendenti effettua oltre 78 mila servizi annui. Si tratta di trasporti in emergenza urgenza 118, prestazioni convenzionate con le Aziende sanitarie locali, assistenza sanitaria a eventi e manifestazioni sportive con una percorrenza di circa 1.280.000 chilometri. La Croce Verde Torino conta cinque sedi operative distaccate nei comuni di Alpignano, Borgaro-Caselle, Ciriè, San Mauro Torinese e Venaria Reale, dispone di 53 ambulanze, 3 mezzi attrezzati al trasporto disabili e 28 autoveicoli per servizi socio sanitari e di protezione civile. Dal 1907 insieme ai cittadini nello spirito di “Volontari da 110 … e Lode”.

Grugliasco (To), 31 luglio 2017

VOLONTARIATO: LA VIA DELLA FELICITA’ DISTRIBUITA IN OMAGGIO PER MIGLIORARE IL CLIMA SOCIALE

Prosegue la distribuzione gratuita della guida al buon senso intitolata La Via della Felicità. Volontari consegnano il libretto scritto da L. Ron Hubbard all’inizio degli anni ’80 presso i mercati o gli esercizi commerciali maggiormente frequentati. 

 

    Scopo dell’iniziativa è quello di divulgare principi universali di buona convivenza per migliorare il clima sociale promuovendo la legalità, il rispetto degli altri, dell’ambiente e altri valori fondamentali per una vita sana e prospera.

 

    Giovedì 10 agosto verranno distribuiti a Leinì nei pressi del mercato, mentre nei giorni precendenti ne sono state consegnate copie anche a Torino in corso Belgio e zona Vanchiglietta

 

    I volontari prestano particolare attenzione anche all’immigrazione facendo omaggio del libretto tradotto nella lingua d’origine in segno di ospitalità e accoglienza. La lettura e la diffusione de “La Via della Felicità” contribuisce infatti a migliorare l’integrazione fornendo principi universali applicabili da persone di qualsiasi nazionalità, ambito sociale o credo. 

Leo e Merlo: “Cattolici, ora un nuovo impegno politico. Si’ all’appello del Presidente della Cei”

Il recente appello del Presidente della Cei, Cardinale Gualtiero Bassetti, per una nuova “rappresentanza politica dei cattolici” non puo’ e non deve passare sotto silenzio. Nessuno, come ovvio, pensa a riproporre formule politiche ed organizzative del passato. Come, del resto, nessuno pensa a soluzioni politiche di natura confessionale o clericale.

Ma un dato e’ certo. Cresce in modo esponenziale, dalla base e non soltanto dai vertici, la domanda di una nuova e qualificata rappresentanza politica dei cattolici italiani a fronte di un quadro politico alquanto confuso e frastagliato. E il proliferare dei “partiti personali” e dei partiti del “capo” privi di cultura politica e di un chiaro riferimento ideale, rafforza ancor di piu  lanecessita’ di raccogliere questa sfida politica e culturale. Si tratta, cioe’, di riproporre nella geografia politica contemporanea e in forma nuova ed aggiornata, il patrimonio del cattolicesimo democratico e del cattolicesimo sociale che in questi ultimi anni si e’ progressivamente e pericolosamente appannato ed eclissato. Un appello, quello del Presidente della Cei, che non puo’dunque fermarsi ad un generico richiamo culturale ed etico. Si tratta, adesso, di verificare se il laicato cattolico, variamente articolato ed organizzato, “scende in campo” per raccogliere una sfida sempre piu’ necessaria ed indispensabile. Non per un “interesse cattolico” ma, semmai, per rafforzare la qualita’ della democrazia e per un progetto politico e culturale che sappia valorizzare il “bene comune”.  

Giampiero Leo

 

Giorgio Merlo

 

Mauro Carmagnola

 

Bruno Geraci

Coda Zabet, come uccidere due volte un novantenne (e la politica)

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni

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La vita di tutti, nessuno escluso, esige rispetto. La morte lo esige doppiamente. Un suicidio implica, di norma, un pietoso silenzio. La pietas deve prevalere su ogni altra considerazione. Queste le regole umane e deontologiche che riguardano le persone ,compresa la categoria dei giornalisti. Dileggiare un vivo è sempre inopportuno, se si può brandire una penna come fosse  un coltello. Ma il vivo può difendersi con la querela, ammesso che poi abbia i suoi effetti. I morti non possono far nulla, neppure replicare ai sensi della legge sulla stampa, come si diceva un tempo. ”Cessate di uccidere i morti” scriva il poeta Ungaretti. Mancare di rispetto ad un morto è quindi  molto più grave. I morti meritano tutti rispetto anche quando , contraddicendo Tolstoj, non sono “tutti belli”. D’accordo, le agiografie sono stucchevoli, ma certi articoli che rimestano su cose di trent’anni fa e su novantenni ammalati e suicidi non appaiono accettabili in termini morali. La libertà di stampa è cosa sacrosanta, ma il dovere del silenzio a volte prevale. Quando morì Giorgio Cavallo ex rettore dell’Università implicato nella vicenda P2, nessuno ebbe il cattivo gusto di scriverlo sui giornali. Cavallo era un microbiologo di fama internazionale, Coda Zabet, ex socialista, novantenne e suicida, un signor nessuno, quindi la sua morte poteva tranquillamente passare del tutto inosservata. I giornalisti che hanno scritto di Zabet sono persone professionalmente molto  stimabili, ma a volte, a tutti, può scappare  la parola di troppo. E’ umano che succeda e non si deve farne un dramma. Giulio De Benedetti e Alberto Ronchey -posso testimoniarlo- davano ordine di ignorare i suicidi. Quanto si legge in queste ore  su Francesco Coda Zabet , esponente socialista torinese di secondo o terzo piano(non era certo un ras)  di cui si suppone il suicidio dopo una scomparsa improvvisa, mi ha amareggiato. Le vere cordate che rovinarono il socialismo torinese furono le cordate “regionali” di matrice meridionale di cui ancora oggi c’è traccia in altri partiti. Ma alcuni capi cordata come Franco Froio , quando morirono, non furono ghigliottinati sulla pubblica piazza. E basterebbe leggere il bel  libro di Paola Bellone  su Bruno Caccia, per rendersi conto della figura controversa dell’on. Froio, fiduciario di Mancini in Piemonte.

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Coda Zabet era  un uomo che aveva pagato per i suoi errori ed era tornato un uomo qualunque
che ,almeno nel momento della sua  fine, meritava parole più sobrie, essendo ormai uscito di scena da molti decenni. Se fosse stato un uomo importante dovrebbe rispondere alla storia e, se credente, dovrebbe rispondere  davanti a Dio del suo operato, ma nessun altro, nel momento della morte, può sentenziare. Alla morte si addice la pietà e anche il silenzio. Non casualmente ,ormai da molti anni ,la Chiesa consente i funerali religiosi ai suicidi, pur condannando il suicidio. E’ vero che Coda Zabet  fu detenuto per un certo periodo, ma godette anche  della fiducia di Padre Ruggiero, storico ed eroico cappellano delle Nuove, che andò nelle grane proprio per la fiducia accordata al detenuto. Non ho mai conosciuto Coda Zabet, ho letto di lui solo attraverso i giornali. Non credo che avremmo mai avuto nulla da condividere. Non credo che fosse una persona stimabile, ma sospendo il giudizio nel momento in cui apprendo che è morto. Il quotidiano  “Repubblica”  ha comunque ricordato che venne assolto dalle imputazioni a lui ascritte e questo resta un  altro dato di fatto inoppugnabile. I comportamenti politici sono una cosa, i reati un’altra. Voglio però dire che  non si può neppure infrangere la dignità e la storia di un grande partito come quello socialista, il partito di Turati, di Matteotti, di Pertini, di Saragat, di Nenni e anche di Craxi, con piccole vicende che non possono essere considerate storia di quel partito, ma al massimo cronaca contingente.

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A Torino, per citare i morti, i socialisti furono Chiaramello, Passoni, Mussa Ivaldi, Malan , Magnani Noya, Salvetti , Cardetti, Secreto, Spagnolo, Dalmastro, Borgogno, tanto per citare qualche nome di esponenti che ho conosciuto; in Piemonte giganteggia la figura di Aldo Viglione, presidente per antonomasia. Liquidare quella storia, identificandola con Coda Zabet e il mercato delle tessere, è sbagliato. Era Grillo che faceva certi discorsi in Tv e continua a farli anche oggi, travolgendo la stessa politica nella sua interezza, comunque collocata. Il qualunquismo diventato populismo che minaccia le stesse istituzioni democratiche. Non sono mai stato iscritto al PSI, ho sempre  mantenuto  una ferma autonomia di giudizio nel corso degli anni dominati da Craxi ,ma da storico mi rifiuto di credere  a certe semplificazioni che appaiono troppo manichee per essere vere .

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Salvatore Vullo mi ha trasmesso una sua lettera al direttore de “La Stampa” che esprime la sua vigorosa indignazione. Vullo che è un socialista che non si vergogna di esserlo, anzi ne è orgoglioso, ha ragione a leggere in certi articoli che riguardano i socialisti  ” superficialità e mistificazione”. Craxi, Giuliano Amato, i garofani rossi non sono cose da buttare aprioristicamente, ma  sono da studiare con distacco critico privi di “codardo oltraggio”, come scrive Vullo.  A volte chi lo pratica, in passato, ha scelto la via del “servo encomio” come tanti che usarono negli Anni ’80 il Partito socialista quando era in auge, salvo poi abbandonarlo all’improvviso, come fanno i topi sulle navi che affondano.

Prevenzione e contrasto alla violenza di genere: pubblicato il bando regionale

È stata pubblicata sul Bollettino Ufficiale regionale la manifestazione di interesse per partecipare, in partenariato con la Regione Piemonte, all’avviso pubblico del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il “finanziamento di progetti volti alla prevenzione e contrasto alla violenza delle donne anche in attuazione della convenzione di Istanbul”.

«Accogliamo con favore l’iniziativa del Dipartimento per le Pari Opportunità perché è in coerenza con il lavoro che la Regione ha avviato in attuazione della legge regionale numero 4 del 24 febbraio 2016 per il contrasto alla violenza di genere e per il sostegno alle donne vittime di violenza e ai loro figli. Inoltre si tratta di un passaggio che rientra tra gli obiettivi del Piano triennale regionale degli interventi per contrastare la violenza di genere dove ci concentriamo anche sui maltrattanti» – ha dichiarato Monica Cerutti, assessora alle Pari Opportunità della Regione Piemonte. Il Piano per il triennio 2017-2019, non ancora approvato ma in dirittura d’arrivo, prevede in un obiettivo specifico il sostegno e la promozione di sperimentazioni di interventi a favore degli autori di violenza. Questo avviso pubblico risponde alla linea d’intervento C del bando del Dipartimento per le Pari Opportunità della Presidenza del Consiglio dei Ministri per il “finanziamento di progetti volti alla prevenzione e contrasto alla violenza delle donne anche in attuazione della convenzione di Istanbul”. «La Regione Piemonte invita tutti i soggetti interessati a manifestare la loro intenzione entro il 15 settembre 2017. Per noi è importante riuscire ad avere un quadro preciso del lavoro che viene svolto a sostegno dei soggetti autori di violenza sul territorio regionale per riuscire a mettere in atto un’azione di sistema proprio come abbiamo fatto per i Centri antiviolenza e le Case rifugio» – ha concluso Monica Cerutti.

GTT TORINO/RADICALI E SIAMO TORINO: Le ‘sindacasse’ a 5 Stelle hanno perso il tram

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO

Come per la capitale, anche il trasporto pubblico locale di Torino sembra arrivato al capolinea. Notizie di stampa paventano addirittura lo stop dei mezzi entro agosto. I dati recentemente pubblicati sullo stato delle casse e dei mezzi di GTT (Gruppo Torinese Trasporti, l’azienda di trasporti pubblici il cui azionista unico è il Comune di Torino) sono i seguenti:

– Età media dei mezzi: 12 anni su un ciclo di vita di 15.

– 4.800 dipendenti, 2.800 autisti, molti alle soglie della pensione.

– Il bilancio al 31/12/2016 rileva debiti per 542 milioni a fronte di un fatturato di 440.

– Su 40 milioni di chilometri percorsi dai bus solo 3 milioni sono affidati ad altre ditte, quando il contratto di servizio ne consentirebbe quasi 15.

Per Silvja Manzi (Direzione nazionale Radicali Italiani) e Laura Botti (Coordinatrice Associazione radicale Adelaide Aglietta) «La situazione complessiva di GTT non è grave come quella che si rileva all’ATAC di Roma, ma certamente i problemi sono gli stessi, anche se a oggi hanno un impatto meno devastante ancorché assai preoccupante dato che i numeri prospettano difficoltà di bilancio e di cassa molto rilevanti. Si è scoperto che si tratta di un’azienda che spende troppo in manutenzione e non ha denaro per acquistare nuovi mezzi e rinnovare un parco ormai vetusto; che, soprattutto, non è in grado di investire come dovrebbe per garantire un servizio adeguato alle necessità.

Non vi è dubbio che sulla falsa riga di quanto Radicali Italiani sta proponendo a Roma, la consultazione dei torinesi per chiedere se intraprendere la via della messa a gara del servizio, o di una parte di esso, affidandolo a più soggetti, rompendo così il monopolio e aprendo alla concorrenza (in poche parole, liberalizzando il servizio, non necessariamente privatizzandolo), sia un’opportunità concreta da praticare. 

Per questo proponiamo, anche a Torino, che il Consiglio comunale, secondo quanto previsto dallo Statuto cittadino, indica un referendum consultivo per mettere a gara il servizio di trasporto pubblico. 

Resta il fatto che le situazioni di ATAC a Roma e GTT a Torino siano paradigmatiche del problema rappresentato, più in generale, dalla gran parte delle società partecipate e di come sia sempre più evidente e necessario dover risolvere la contraddizione di uno Stato incapace di stare sul mercato. Sul tema “partecipate” i radicali propongono di:

– liquidare o vendere le società partecipate che non erogano servizi pubblici essenziali di interesse generale (ai quali le norme non garantiscono valenza pubblicistica), così come le quote di partecipazione di minoranza detenute in qualsiasi società;

– liberalizzare i servizi essenziali profittevoli, come la raccolta dei rifiuti, consentendo davvero la partecipazione di più soggetti e la diversificazione dell’offerta;

– mettere a gara, anche a livello internazionale, i servizi essenziali non profittevoli (in assenza di mercati redditizi) – che saranno quindi sussidiati – lasciando pubbliche reti e strutture, concentrando le risorse pubbliche sul nucleo essenziale del servizio universale;

– liquidare le società in house alle quali sono stati affidati direttamente, senza gara, servizi disponibili in concorrenza sul mercato;

– prevedere forme di azionariato popolare per i servizi essenziali che non si ritiene di liberalizzare o affidare a gara, dando priorità, nell’acquisto di quote, ai cittadini residenti nel territorio dove operano queste società.

Intanto a Roma i radicali sono impegnati negli ultimi giorni di raccolta firme per arrivare al traguardo dell’indizione del referendum, tutte le info su: MobilitiamoRoma.it».

Secondo Guglielmo Del Pero e Andrea Peinetti di SiAmoTorino «La strada da percorrere per eliminare inefficienze, costi elevati e clientelismi delle società partecipate è una sana concorrenza nel rispetto delle regole fissate dallo Stato nell’interesse dei cittadini.

Lo stato comatoso di GTT lo dimostra senza equivoci.

Per questo al fianco dei radicali sosteniamo la proposta di un referendum comunale consultivo per mettere a gara il servizio di trasporto pubblico anche a Torino».

IREN: RISULTATI ANCORA IN CRESCITA NEI PRIMI SEI MESI DEL 2017

Nel primo semestre allacciati ulteriori 350 condomini alla rete di teleriscaldamento di Torino. Dall’autunno al via il servizio di raccolta porta a porta a San Salvario con il coinvolgimento di 30.000 persone

Il Consiglio di Amministrazione di Iren ha approvato i risultati dei primi 6 mesi del 2017 che registrano un miglioramento delle performance economiche e una riduzione dell’indebitamento. Il primo semestre del 2017 ha confermato i risultati positivi ottenuti dalla multiutility nei primi tre mesi dell’anno: i ricavi si sono attestati a 1,8 miliardi di euro, in crescita del 17% grazie a diversi fattori tra cui il rilevante aumento delle vendite di energia elettrica a clienti finali (+40%) e della produzione della stessa (+19%), il Margine Operativo Lordo (Ebitda) registra un incremento di circa il 6% a 442,3 milioni di euro mentre l’utile utile fa segnare +19,5% a 145,1 milioni di euro.

Performance che, secondo quanto affermato dal Presidente Paolo Peveraro, “confermano il trend positivo di crescita del nostro Gruppo e la sua capacità di affrontare da protagonista le sfide che il mercato propone. L’attenzione ai nostri Clienti, all’impiego responsabile delle risorse, al rispetto dell’ambiente e allo sviluppo sostenibile, rappresentano gli elementi tipici e caratterizzanti di IREN e consentono di guardare con grande fiducia al futuro del nostro Gruppo e a investire in soluzioni innovative e sostenibili con ricadute positive a favore dei nostri stakeholder e dei territori in cui operiamo”.

A tali positive performance economiche si somma una diminuzione del debito netto di 54 milioni di euro in linea col trend decrescente, a perimetro costante, registrato negli ultimi 24 mesi dal Gruppo. Tale dato beneficia della robusta generazione di cassa che ha coperto agevolmente gli investimenti del periodo, pari a 103 milioni di euro, e il pagamento dei dividendi relativi al 2016, in crescita del 14% e pari a circa 89 milioni di euro.

Risultati commentati con soddisfazione dall’Amministratore Delegato Massimiliano Bianco, secondo cui “le performance realizzate nel semestre da poco concluso pongono in evidenza anzitutto la resilienza e l’ottimo bilanciamento del portafoglio di business del Gruppo. Alla crescita del 6% dell’EBITDA concorrono, infatti, in maniera paritetica sia le attività non regolate, rappresentate anzitutto dalla filiera energetica, sia quelle regolate e quasi regolate, come le reti di distribuzione energetiche e idriche e la gestione della filiera ambientale integrata (raccolta e smaltimento), che rappresentano il 70% del margine operativo lordo. Gli ottimi risultati realizzati a livello di EBITDA sono riflessi e amplificati nell’utile netto di Gruppo che si incrementa di circa il 19,5% dopo aver registrato già una crescita di circa il 71% nel 2015 e di circa il 47% nel 2016″.

Per quanto riguarda i diversi settori di attività, il quadro congiunturale derivante dalla chiusura temporanea di alcune centrali nucleari in Francia ha consentito al Gruppo di cogliere significative opzioni di crescita grazie alla capacità di agire sulla leva della flessibilità impiantistica. Particolarmente significativa inoltre la crescita dei clienti finali, cresciuti di 120.000 unità negli ultimi 6 mesi e di 200.000 unità negli ultimi 18 mesi attestandosi a 1,7 milioni grazie anche all’entrata nel perimetro di consolidamento di Salerno Energia Vendite. Infine, positivi i risultati derivanti dal settore Ambiente, grazie principalmente a una miglior saturazione degli impianti di smaltimento che hanno consentito un maggior recupero energetico.

Risultati che continuano a essere particolarmente apprezzati dal mercato, dove il titolo Iren, che già offre un’elevata politica di remunerazione, viaggia sui massimi storici sopra i 2,1 euro per azione.Nel corso del 2017 è proseguito, in linea con le previsioni, lo sviluppo delle reti di teleriscaldamento. In particolare nell’area torinese sono in corso di allacciamento quasi 350 condomini, corrispondenti a 2,7 milioni di metri cubi di volumetria. Per la nuova stagione termica 2017/2018 Iren porterà quindi il teleriscaldamento a complessivi 85 milioni di metri cubi, consolidando così ulteriormente la propria posizione di leadership.

Prosegue inoltre l’impegno del Gruppo nell’incrementare il servizio di raccolta differenziata in città. A partire dall’autunno è infatti previsto l’avvio della raccolta porta a porta a San Salvario che coinvolgerà 30.000 persone, mentre nel 2018 è prevista l’estensione del servizio ad altri quartieri.

 

È mancato “Bugatti”, il campione di bocce

Era molto noto nell’ambiente per le sue straordinarie qualità di bocciatore

Si chiamava Domenico Chiarle, ma tutti lo conoscevano come “Bugatti”. Nell’ambiente delle bocce era a dir poco famosissimo, una specie di leggenda. Era nato a Cafasse il 6 dicembre 1934. È stato un “bocciatore” di straordinario talento. Molti ambivano a giocare insieme a lui, tutti temevano di trovarselo contro, qualcuno barava per tentare di batterlo. Le bocce sono state sempre la sua grande passione e la sua vita. Nel suo “anno d’oro” ha vinto 54 gare consecutivamente. Tentava sempre di non salire di categoria, per non dover cedere punti agli avversari e quando lo passavano in categoria “B” si arrabbiava. Dava il meglio di sè quando era sotto pressione. Ha vinto sette pallini d’oro e un numero incalcolabile di premi minori, ma ha tenuto per sè soltanto qualche trofeo e poche coppe, preferiva lasciarli ai soci dato che non sapeva dove metterli. Di tutto ciò che ha vinto, ha conservato soltanto le medaglie di nessun valore in quanto “non di metallo prezioso” ma che tuttavia definiva come le più importanti dato che erano quelle dei campionati e che aveva appeso in casa in un medagliere imponente. Da qualche anno si era ritirato dalla vita sportiva ma come “selezionatore” era riuscito nella improbabile impresa di condurre la squadra di Cafasse alla finale dei campionati nazionali in Sardegna ed era davvero molto orgoglioso della targa che la comunità cafassese, con una cerimonia a sorpresa, gli ha consegnato per ringraziarlo. Se l’è portato via una di quelle perfide malattie. Eppure, nemmeno la malattia è riuscita a scalfirne il carattere e la forza. È andato via, quasi scivolato fuori, alle 20,57 di giovedì 27 luglio 2017 combattendo fino all’ultimo contro la malattia con lo stesso carattere che sfoderava sul campo da gioco. Ci sembra giusto ricordarne l’eccezionale abilità e la sua correttezza sportiva…

A nome di tutta la famiglia, Duilio Chiarle

Radicali di nuovo in strada a raccogliere firme sulla proposta di legge popolare Ero Straniero

Dichiarazione di Igor Boni e Silvja Manzi, direzione nazionale Radicali italiani e coordinatori Associazione radicale Adelaide Aglietta:
Emma Bonino ha chiesto ai torinesi uno sforzo straordinario per raggiungere, in poche settimane, l’obiettivo delle 50.000 firme sul progetto di legge di iniziativa popolare Ero Straniero. Questa iniziativa dà l’occasione a un’altra Italia di alzare al testa e chiede di governare un fenomeno che ha una portata epocale e non è l’emergenza di un momento.
Per questo domani sera e domenica torneremo in strada chiedendo ai cittadini di abrogare la legge criminogena Bossi-Fini.
Resta il problema di una raccolta firme da effettuare con metodi ottocenteschi che noi, a differenza di altri, rispettiamo rigorosamente; per questo motivo torniamo a chiedere a chi può autenticare di venire a darci una mano.
Questi i prossimi appuntamenti:
venerdì 28 luglio, dalle ore 20 alle ore 22, presso il locale Tre Galli, in via sant’Agostino 25;
domenica 30 luglio, dalle ore 10 alle 13, in via Garibaldi, angolo via san Dalmazzo/via delle Orfane.