Il Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani nel rinnovare con forza la propria istanza di estendere l’insegnamento delle discipline giuridiche in tutte le scuole , in particolare nelle scuole di primo grado, vuole esprimere il proprio pensiero in merito alle recenti iniziative del Ministero in materia di Cittadinanza e Costituzione.
E’ noto a tutti come il Coordinamento abbia concluso ogni suo intervento e ogni sua comunicazione evidenziando l’importanza dell’educazione al rispetto delle regole, fin dalla più tenera età. Nel mese di aprile di quest’anno, in seguito alla manifestazione contro tutte le mafie svoltasi a Locri, il Coordinamento ha ritenuto di scrivere al Presidente della Repubblica, al Presidente del Consiglio dei Ministri e al Ministro dell’Istruzione sottolineando ulteriormente il ruolo fondamentale che i docenti di diritto hanno in questo compito delicato, senza con ciò voler sminuire il ruolo dell’intero corpo docente, ma rivendicando le competenze specifiche degli stessi che li potrebbero e li dovrebbero rendere protagonisti tanto di un insegnamento curriculare quanto coordinatori di tutte le iniziative che riguardano la legalità.
E’, infatti, importante che la scuola venga potenziata nella sua offerta formativa e, indiscusso e indiscutibile il lavoro encomiabile e gli sforzi profusi dagli insegnanti di tutte le discipline, in particolare Noi insegnanti di diritto potremmo sostenere ulteriormente e validamente, data la specificità della nostra materia, il compito affidato a ciascun docente. Perché per divenire cittadini consapevoli si deve procedere a piccoli passi e fin da bimbi, comprendendo che il rispetto delle regole è alla base della convivenza pacifica e civile. Siamo certi che un progetto siffatto non potesse non essere stato valutato allorché nel 2015 è stato avviato un piano di assunzione che ha segnato l’ingresso a scuola di migliaia di docenti di diritto, ma dobbiamo constatare che molti di essi, purtroppo, a distanza di due anni dal loro ingresso nel mondo scolastico, si trovano sconsolatamente e soltanto ad effettuare sostituzioni di colleghi, mortificati nella loro dimensione umana e professionale. Eppure la strada sembrava proprio orientata nel senso giusto. Molti di Noi furono assegnati alle scuole medie e lavorarono con entusiasmo a contatto con i più piccoli che accolsero la novità in maniera estremamente positiva.
Cosa è successo? Cosa si è interrotto? Perché non si è ritenuto di proseguire sulla strada intrapresa? Perché oggi si parla reiteratamente dell’importanza dell’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione, prevedendo anche un colloquio in sede di esami conclusivi del primo e del secondo ciclo, ma pervicacemente non si vuole attribuire ai docenti di diritto l’insegnamento della loro materia ? Perché si insiste nel voler attribuire una materia che rientra nelle nostre specifiche competenze a docenti rispettabilissimi e preparatissimi, ma non formati come Noi all’insegnamento delle materie giuridiche? Perché, ancora, con tutte le risorse umane e professionali di cui dispone la scuola , si privilegia la scelta di cercare all’esterno gli esperti che dovrebbero insegnare la cultura della legalità? Non ritenete che per tutti Noi sia mortificante? Non ritenete che sia giunta l’ora di darci il giusto rango nell’ottica del piano di educazione alla legalità ed in relazione agli obiettivi dell’Agenda 2020?
Perché? Attribuire l’insegnamento di Cittadinanza e Costituzione ai docenti di diritto è fisiologico e consentirebbe, peraltro, a tantissimi docenti di fare rientro nelle loro realtà dalle quali si sarebbero anche allontanati con entusiasmo se nella loro nuova destinazione avessero avuto, e avessero, la possibilità di svolgere concretamente un lavoro che li gratifichi professionalmente. Per questo motivo abbiamo deciso di chiedere un incontro al signor Ministro per discutere le problematiche inerenti a tali argomenti.
Prof.ssa Elisabetta Barbuto
Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani
Caro direttore,
Abbiamo appreso con grande gioia e contentezza dell’iniziativa che il
L’Associazione è una realtà attualmente non attiva e gravata dai debiti: in pericolo il prezioso patrimonio librario e archivistico e un inestimabile patrimonio culturale. Ho portato il tema in Consiglio Comunale per cercare di sbloccare la situazione
Palazzo Birago di Vische (di proprietà della Asl), all’incrocio tra via Verdi e via Vanchiglia. A causa di problemi di carattere economico e di un rilevante indebitamento, l’Associassion Piemontèisa ha recentemente interrotto la sua attività, e risulta difficile identificare un soggetto che possa rilevarla. I nodi della questione: Palazzo Birago di Vische presenta gravi criticità strutturali. Ci sono problemi rilevanti anche in termini di salvaguardia dell’immobile dalle occupazioni abusive. Che qualcuno possa entrare nella biblioteca e sottrarre o distruggere libri e materiale non è un’ipotesi assurda. L’Associazione al momento non dispone di nessun altro bene. Il figlio di Andrea Flamini ha rinunciato all’eredità (con relativa situazione debitoria). Questo dal punto di vista della situazione economica e strutturale. Dal punto di vista politico, invece, preoccupa l’immobilismo della Giunta. Non si registrano sviluppi da mesi a questa parte, nonostante le roboanti dichiarazioni di qualcuno sui giornali. Ho portato il tema in Consiglio Comunale questo pomeriggio per cercare di smuovere la situazione, ma alla domanda “quando faremo un intervento di salvaguardia su quel luogo?” non ho avuto una risposta precisa. Ho chiesto di poter approfondire il tema in Commissione, alla presenza di rappresentanti della Regione Piemonte (disponibile a ospitare nei locali della Biblioteca del Consiglio Regionale il vasto patrimonio archivistico e librario dell’Associazione). Sarebbe utile, a questo punto, andare in Commissione, invitando anche rappresentanti della Regione. L’Associassion Piemontèisa è un patrimonio che deve essere messo nuovamente nella disponibilità dei torinesi. Non c’è tempo da perdere.
Inizierà martedì 21 novembre, alle ore 20.45, presso la sede della Croce Verde di None in via Santarosa 74 il nuovo corso gratuito per aspiranti volontari soccorritori.
Boni: “In alcune zone del Torinese vengono buttati nei rii mobili, divani, medicinali e rifiuti pericolosi”

Martedì 31 ottobre 2017 alle ore 13,00 la Giunta Regionale del Piemonte, raccogliendo parzialmente le istanze che erano giunte dalle associazioni ambientaliste e animaliste