“Solidarietà e vicinanza all’amica Susanna Tamaro per la morte della sua cagnetta, uccisa dal “solito” boccone avvelenato. E’ sorprendente, in materia, l’inerzia del governo e dello stesso Parlamento. Eppure non dovrebbe essere così difficile trasformare in legge l’ordinanza ministeriale, che viene reiterata ogni anno, e rafforzarla, come prevede una proposta di legge che ho firmato e depositato il primo giorno di questa legislatura, introducendo nel codice penale un articolo specifico che punisca chi ‘prepara, miscela, detiene, utilizza, colloca o abbandona esche o bocconi avvelenati o contenenti sostanze nocive o tossiche, compresi vetri, plastiche e metalli o materiale esplodente, che possono causare intossicazioni o lesioni o la morte di una persona o di un animale'”. Lo dichiara l’on. Michela Vittoria Brambilla, commentando il post su Facebook con il quale la scrittrice annuncia la morte per veleno della sua cagnolina.“Quasi ogni giorno – aggiunge l’ex ministro – da tutto il territorio nazionale, i media riportano notizie tristemente simili a quella data da Susanna Tamaro: è ora di affrontare il problema con una legge”.
La riforma che introduce nel nostro ordinamento il referendum propositivo senza quorum è molto rischiosa
C’ è infatti il pericolo reale di una dittatura mascherata delle minoranze. Il Costituente aveva previsto prudentemente il solo referendum abrogativo con quorum e raccolta di firme per la sua realizzazione. Il rendere semplice il referendum propositivo senza un quorum che ne garantisca la validità circa l’affluenza di un numero adeguato di cittadini al voto, significa un infliggere un corpo mortale alla democrazia parlamentare rappresentativa, annullando la centralità del Parlamento, sancita dalla Costituzione. Le cosiddette “democrazie dirette” non sono democrazie, come dimostra l’esperienza della storia. Il Centro “Pannunzio”,
Il Centro “Pannunzio”
Numeri in crescita a Volpiano per Mr.Pack, il punto di raccolta, collocato in piazza Italia, per il recupero degli imballaggi in plastica di uso domestico: nel 2018, escluso il mese di dicembre ancora da conteggiare, sono stati raccolte oltre 10 tonnellate di plastica, due in più rispetto a tutto il 2017. Commenta l’assessore all’Ecologia Andrea Cisotto: «È un dato molto significativo che dimostra la sensibilità ambientale dei volpianesi e ha un impatto positivo sul ciclo virtuoso dei rifiuti. Credo che i cittadini abbiano anche apprezzato il bonus sulla tassa rifiuti, uno strumento attraverso il quale si interviene con un beneficio economico nei confronti delle persone più attente all’ambiente». Il meccanismo di Mr.Pack prevede uno sconto sulla tassa rifiuti, pari a 10 euro ogni mille punti accumulati (fino a un massimo di 30 euro), e l’azzeramento della tassa per chi conferisce la maggiore quantità di imballaggi; ogni punto equivale a 100 grammi di anidride carbonica non emessa in atmosfera.
A VANTAGGIO DI IMPRESE, TERRITORI, PAESAGGIO, CRESCITA ECONOMICA”
Uncem ritiene positiva la nascita in Piemonte della “Banca della terra”, prevista nel nuovo Testo unico dell’Agricoltura diventato legge ieri a seguito dell’esame e del voto in Consiglio regionale. Uncem ritiete strategiche e fondamentali, in particolare nelle aree montane, la razionalizzazione fondiaria dei terreni agricoli, attuata attraverso la ricomposizione fondiaria, l’ampliamento e il riordino delle proprietà polverizzate, l’arrotondamento delle superfici dei fondi, la rettificazione dei confini, la fusione delle particelle e la realizzazione delle eventuali opere infrastrutturali necessarie e di miglioramento fondiario.
La Banca della terra dovrà permettere un buon riutilizzo di terreni incolti, abbandonati, frammentati, dei quali si conosce o non è noto il proprietario. “Assieme alla nascita delle Associazioni fondiarie – spiega il Presidente Uncem Piemonte, Lido Riba – questo catasto di terreni e l’intera operazione dovrà favorire le imprese agricole esistenti, la nascita di nuove, con conseguenti positive ricadute per i territori, per la crescita economica, per il contrasto all’abbandono di aree montane e collinari. È un tema sul quale Uncem crede e da sempre puntiamo”. La Banca regionale della terra consiste in un sistema informativo liberamente consultabile, contenente l’elenco aggiornato dei terreni silenti, incolti o abbandonati. L’elenco comprende altresì i terreni e i fabbricati di proprietà pubblica e privata, idonei per l’attività agricola e disponibili per la vendita, la locazione e la concessione in comodato d’uso gratuito. Uncem ha chiesto alla Regione che la mappatura dei terreni incolti, abbandonati o dei quali non si conosce il proprietario venga effettuata all’interno del “Censimento nazionale dell’agricoltura”, al via quest’anno. E che gli Enti locali non siano lasciati soli. “La legge prevede che l’elenco delle particelle sia fatto dalle Unioni di Comuni – evidenzia Riba – Riteniamo però per molti Enti questo onere non sia accettabile. L’agricoltura non è più competenza diretta dei Comuni e delle Unioni. Dunque serve un supporto. I rilevatori del censimento dell’agricoltura possono vedere aggiunti tra i loro compiti il supporto ai Comuni nel mappare cosa è incolto, abbandonato, oltre che le particelle silenti”. Questi terreni – secondo quanto previsto dalla legge – una volta censiti possono essere assegnati a favore di imprenditori agricoli e delle A ssociazioni fondiarie legalmente costituite, una ventina oggi in Piemonte, prima Regione in Italia ad aver legiferato in materia già due anni fa.
A VANTAGGIO DI IMPRESE, TERRITORI, PAESAGGIO, CRESCITA ECONOMICA”
Uncem ritiene positiva la nascita in Piemonte della “Banca della terra”, prevista nel nuovo Testo unico dell’Agricoltura diventato legge ieri a seguito dell’esame e del voto in Consiglio regionale. Uncem ritiete strategiche e fondamentali, in particolare nelle aree montane, la razionalizzazione fondiaria dei terreni agricoli, attuata attraverso la ricomposizione fondiaria, l’ampliamento e il riordino delle proprietà polverizzate, l’arrotondamento delle superfici dei fondi, la rettificazione dei confini, la fusione delle particelle e la realizzazione delle eventuali opere infrastrutturali necessarie e di miglioramento fondiario.
La Banca della terra dovrà permettere un buon riutilizzo di terreni incolti, abbandonati, frammentati, dei quali si conosce o non è noto il proprietario. “Assieme alla nascita delle Associazioni fondiarie – spiega il Presidente Uncem Piemonte, Lido Riba – questo catasto di terreni e l’intera operazione dovrà favorire le imprese agricole esistenti, la nascita di nuove, con conseguenti positive ricadute per i territori, per la crescita economica, per il contrasto all’abbandono di aree montane e collinari. È un tema sul quale Uncem crede e da sempre puntiamo”. La Banca regionale della terra consiste in un sistema informativo liberamente consultabile, contenente l’elenco aggiornato dei terreni silenti, incolti o abbandonati. L’elenco comprende altresì i terreni e i fabbricati di proprietà pubblica e privata, idonei per l’attività agricola e disponibili per la vendita, la locazione e la concessione in comodato d’uso gratuito. Uncem ha chiesto alla Regione che la mappatura dei terreni incolti, abbandonati o dei quali non si conosce il proprietario venga effettuata all’interno del “Censimento nazionale dell’agricoltura”, al via quest’anno. E che gli Enti locali non siano lasciati soli. “La legge prevede che l’elenco delle particelle sia fatto dalle Unioni di Comuni – evidenzia Riba – Riteniamo però per molti Enti questo onere non sia accettabile. L’agricoltura non è più competenza diretta dei Comuni e delle Unioni. Dunque serve un supporto. I rilevatori del censimento dell’agricoltura possono vedere aggiunti tra i loro compiti il supporto ai Comuni nel mappare cosa è incolto, abbandonato, oltre che le particelle silenti”. Questi terreni – secondo quanto previsto dalla legge – una volta censiti possono essere assegnati a favore di imprenditori agricoli e delle A ssociazioni fondiarie legalmente costituite, una ventina oggi in Piemonte, prima Regione in Italia ad aver legiferato in materia già due anni fa.
La questione degli insegnanti fuori sede
Il Coordinamento Nazionale dei Docenti dei Diritti Umani, in concomitanza con la ripresa dell’anno scolastico 2018/2019 e con le vibranti proteste espresse da tanti insegnanti meridionali fuorisede, intende manifestare la propria solidarietà con tutto il personale educativo soggetto a forti disagi. Il rapporto ISTAT “MIGRAZIONI INTERNAZIONALI E INTERNE DELLA POPOLAZIONE RESIDENTE”, pubblicato a dicembre del 2018, mostra un’Italia spaccata in due: da una parte il Centro Nord, meta di molti emigrati, e dall’altra il Mezzogiorno, sempre più povero e spopolato.
Nel comunicato stampa si legge infatti che “Negli ultimi venti anni la perdita netta di popolazione nel Mezzogiorno, dovuta ai movimenti interni, è stata pari a 1 milione 174 mila unità. Nel 2017 le regioni più attrattive sono ancora una volta Emilia-Romagna (+2,9 per mille residenti), Trentino Alto-Adige (+2,7 per mille), Lombardia e Friuli-Venezia Giulia (entrambe +1,8 per mille); le meno attrattive sono Calabria (-4,2 per mille), Basilicata (-4,0 per mille), e Molise (-3,5 per mille).Per i trasferimenti tra province diverse, i saldi netti positivi più elevati si registrano a Bologna (+4,9 per mille), Monza e Brianza (+3,4 per mille) e Bolzano (+3,2 per mille). Saldi netti negativi si rilevano, in particolare, per Caltanissetta (-7,1 per mille), Crotone (-6,1 per mille) ed Enna (-5,5 per mille).”
I dati in questione evidenziano una situazione veramente allarmante, che può essere messa in controtendenza, solo attraverso una serie di provvedimenti oculati e coraggiosi. Facciamo appello a tutti gli amministratori pubblici e alle maggiori autorità politiche competenti, affinché un “circolo virtuoso” si possa innescare, mediante un piano di rientro per i docenti in questione. Sarebbe banalizzante affermare che con una popolazione scolastica minore occorrono meno cattedre; in realtà, con tutte le problematiche di carattere sociale afferenti alla tutela della Legalità, proprio in contesti fortemente degradati come quelli del Mezzogiorno, urgono invece interventi formativi più incisivi, da estrinsecarsi in ore curriculari ed extra-curriculari, attraverso l’utilizzazione del personale educativo attualmente in servizio al Nord. Troviamo legittimo che ciascun insegnante possa tornare alla propria regione di appartenenza senza eccezioni. Ci piacerebbe una sorta di grande “Piano di sviluppo e incentivazione del settore scuola” che rilanci gli investimenti in termini di capitale umano ed economico per creare nel Sud nuovi posti di lavoro.
“Colui che apre una porta di una scuola, chiude una prigione” (Victor Hugo)
Prof. Romano Pesavento
Presidente Coordinamento Nazionale Docenti della disciplina dei Diritti Umani
CRESCONO GLI INVESTIMENTI NELLE CASE TIPICHE
“Calano i prezzi, ma la domanda immobiliare è in ripresa nelle principali località alpine. Non va bene il mercato nelle località minori. Ed è qui che vogliamo come Uncem lavorare, assieme a tanti Sindaci che si stanno impegnando per dare nuove vesti ai loro paesi, migliorarli continuamente per renderli più attrattivi, contribuire alla crescita del mercato e al valore degli immobili. L’U fficio studi Tecnocasa ci spiega che si prediligono la vicinanza alle piste o il posizionamento in centro paese, le abitazioni in pietra e legno in tipico stile montano. Quest’ultimo dato è positivo. Il patrimonio immobiliare nelle Alpi e negli Appennini soffre però la mancanza di interventi di ristrutturazione che ci auguriamo ecobonus e bonus ristrutturazioni, confermati nella legge di bilancio, possano incentivare. La domanda in ripresa, nonostante in diverse Regioni diminuiscano in media i prezzi degli immobili, è un buon segnale. Servono interventi per i borghi alpini e appenninici nel loro complesso. Diverse Regioni stanno usando per questo obiettivo risorse del Programma di sviluppo rurale, fondi europei. Gli Enti locali possono stringere nuovi rapporti con i privati che certamente vanno ad agevolare la messa in vendita di immobili oggi non utilizzati. E poi il loro recupero, ai fini non solo di seconde case, ma anche produttivo. Al Governo e al Parlamento chiediamo però una nuova legge sul catasto, una riforma complessiva che aiuti a superare la parcellizzazione degli immobili oggi in stato di abbandono. Senza una norma che permetta di andare oltre la mancanza di eredi proprietari e che favorisca vendita e recupero, anche con stanziamenti ad hoc, troppi borghi alpini e appenninici finiscono per rimanere ‘congelati’, ruderi o poco più senza un mercato”.Così il Presidente Uncem, Marco Bussone in merito ai dati Tecnocasa (file allegato) sul mercato immobiliare in montagna. In sintesi, gli immobili turistici delle località di montagna hanno registrato prezzi in diminuzione dell’1,1% nel primo semestre del 2018 rispetto al semestre precedente. In Val d’Aosta il ribasso è stato dell’1,7% ma è il Piemonte la regione che ha avuto la contrazione più forte, -6,0%, attribuibile sostanzialmente alle località minori. La domanda è in ripresa, orientata su piccoli tagli e con budget entro 300 mila euro.
Uncem Piemonte
SI RAFFORZA LA PARTNERSHIP TRA [TO]BIKE E DECATHLON
Una collaborazione nata più di un anno fa e costruita su una condivisione valoriale elevata: da una parte [TO]BIKE, il servizio di bike sharing attivo a Torino dal 2010 che ogni anno permette a migliaia di persone di muoversi in modo sostenibile ed economico sulle due ruote. Dall’altra Decathlon, il Brand punto di riferimento mondiale per gli sportivi e per gli appassionati di ciclismo
Dopo Decathlon Torino Centro, anche Decathlon Grugliasco in occasione del proprio ventennale, aderisce a questa partnership, nel pieno spirito della propria mission: “Creare voglia e rendere accessibile a tutti la pratica dello sport”. Grazie a questa nuova collaborazione Decathlon Grugliasco entra far parte del circuito di rivendite autorizzate [TO]BIKE, a partire dal 18 dicembre 2018 presso il punto vendita di Corso Allamano 143 sarà possibile, infatti, acquistare un abbonamento annuale al servizio di bike sharing. Inoltre, per i clienti Decathlon che si recheranno a Decathlon Grugliasco, per la manutenzione della propria bicicletta personale, come avviene a Decathlon Torino Centro, è stato attivato il servizio di Courtesy Bike. [TO]BIKE metterà a disposizione due biciclette senza perno, completamente brandizzate Decathlon, che potranno essere utilizzate in attesa di riavere la propria bicicletta disponibile dopo l’intervento di manutenzione. Decathlon consegnerà anche un lucchetto per rendere l’operazione quanto più sicura possibile.
È firmata da 19 sindaci, da Alpette a Volpiano, e dal presidente dell’Unione Montana Gran Paradiso la lettera inviata giovedì 3 gennaio, dalla Città di Chieriall’Agenzia nazionale per la sicurezza nelle ferrovie (Ansf) per avere chiarimenti sulle «prospettive del servizio ferroviario SFM1 Chieri – Rivarolo – Pont Canavese». I primi cittadini sottolineano «il forte disagio che i propri cittadini utenti stanno sopportando da oltre 27 mesi» a causa della riduzione a 50 km/h della velocità dei treni. «Oggi – denunciano – gli utenti non possono più fare affidamento sul SFM1 per i propri spostamenti perché non hanno più la ragionevole certezza di arrivare in orario al lavoro, a scuola, a prendere un treno». I sindaci sottolineano di aver incontrato più volte l’assessorato ai Trasporti della Regione Piemonte e l’Agenzia per la mobilità piemontese, e ricordano che Gtt«contava di ottenere le necessarie autorizzazioni per riportare la velocità massima di esercizio a 70 km/h con il cambio di orario di dicembre 2018» ma nemmeno questo obiettivo è stato centrato e, dunque, «dopo due anni siamo ancora lontani dal traguardo». Gli amministratori chiedono all’Agenzia «indicazioni rassicuranti, ritenendo di dover dare ai cittadini un quadro chiaro rispetto alle prospettive del SFM1»; in particolare, desiderano sapere «se la velocità massima potrà essere aumentata a 70 km/h prima che la tratta Settimo Torinese – Rivarolo sia equipaggiata con il Scmt (Sistema controllo marcia treno), previsto per il 2021» e quali siano, nel caso in cui si si possa procedere anche senza Scmt, i tempi tecnici e le fasi per raggiungere l’obiettivo dei 70 km/h. Infine, i sindaci chiedono un incontro diretto con l’Agenzia per la sicurezza nelle ferrovie.
È firmata da 19 sindaci, da Alpette a Volpiano, e dal presidente dell’Unione Montana Gran Paradiso la lettera inviata giovedì 3 gennaio, dalla Città di Chieriall’Agenzia nazionale per la sicurezza nelle ferrovie (Ansf) per avere chiarimenti sulle «prospettive del servizio ferroviario SFM1 Chieri – Rivarolo – Pont Canavese». I primi cittadini sottolineano «il forte disagio che i propri cittadini utenti stanno sopportando da oltre 27 mesi» a causa della riduzione a 50 km/h della velocità dei treni. «Oggi – denunciano – gli utenti non possono più fare affidamento sul SFM1 per i propri spostamenti perché non hanno più la ragionevole certezza di arrivare in orario al lavoro, a scuola, a prendere un treno». I sindaci sottolineano di aver incontrato più volte l’assessorato ai Trasporti della Regione Piemonte e l’Agenzia per la mobilità piemontese, e ricordano che Gtt«contava di ottenere le necessarie autorizzazioni per riportare la velocità massima di esercizio a 70 km/h con il cambio di orario di dicembre 2018» ma nemmeno questo obiettivo è stato centrato e, dunque, «dopo due anni siamo ancora lontani dal traguardo». Gli amministratori chiedono all’Agenzia «indicazioni rassicuranti, ritenendo di dover dare ai cittadini un quadro chiaro rispetto alle prospettive del SFM1»; in particolare, desiderano sapere «se la velocità massima potrà essere aumentata a 70 km/h prima che la tratta Settimo Torinese – Rivarolo sia equipaggiata con il Scmt (Sistema controllo marcia treno), previsto per il 2021» e quali siano, nel caso in cui si si possa procedere anche senza Scmt, i tempi tecnici e le fasi per raggiungere l’obiettivo dei 70 km/h. Infine, i sindaci chiedono un incontro diretto con l’Agenzia per la sicurezza nelle ferrovie.