TRIBUNA- Pagina 116

Dal Comune tutte le info utili per chi resta in città ad agosto

turisti 2L’estate per chi resta a Torino, tutte le informazioni necessarie sul sito ufficiale della Città

 

 

Variazioni ai mezzi pubblici e alla viabilità, iniziative nelle diverse circoscrizioni cittadine, sospensione di ZTL Centrale e sosta a pagamento.

 

E ancora i turni di apertura di esercizi commerciali e distributori di carburante.

 

Un’utile pagina di riepilogo di queste informazioni pratiche per la vostra estate in città. In continuo aggiornamento.

 

(fonte. www.comune.torino.it)

Palazzo Civico: “Burocrazia Zero, i primi passi”

PAL CIVICInsieme ad associazioni delle imprese e altri enti pubblici, l’obiettivo è snellire il più possibile le pratiche amministrative per cittadini e imprese

 

Primi e concreti risultati per il progetto “Torino burocrazia zero”, il lavoro avviato lo scorso mese di marzo dal Comune di Torino, insieme ad associazioni delle imprese e altri enti pubblici, con l’obiettivo di snellire il più possibile le pratiche amministrative per cittadini e imprese. L’esecutivo di Palazzo Civico ha approvato una delibera che contiene indirizzi e segnala una prima serie di interventi che, senza entrare in conflitto con la normativa nazionale in materia, apporteranno quelle modifiche utili a ridurre tempi delle pratiche, semplificare le procedure ed evitare che uno stesso documento venga richiesto più volte e da più uffici.

“Nei primi mesi di lavoro – spiega il direttore generale, Gianmarco Montanari – i soggetti coinvolti nel progetto “Burocrazia zero” (dalla Camera di Commercio all’Agenzia delle Entrate, all’Inps, all’Unione industriale, all’Api e ad altre associazioni del mondo produttivo) hanno operato su due diversi fronti: uno riguarda le attività amministrative che toccano le imprese, l’altro è quello relativo ai servizi al cittadino. Per entrambi gli ambiti – aggiunge Montanari – abbiamo individuato una serie di soluzioni adottabili senza far ricorso a risorse aggiuntive, interventi che è possibile effettuare subito o comunque in breve tempo perché richiedono esclusivamente modifiche di tipo organizzativo, di processo e di gestione nei rapporti con altre istituzioni pubbliche. Per quelli che invece necessitano di investimenti, come nel caso di modiche ai sistemi di gestione informatizzata, occorre, eventualmente anche insieme ad altri soggetti pubblici o privati, trovare le risorse finanziarie per attuarli”.

Tra le prime soluzioni finalizzate alla semplificazione amministrativa e già adottate da Palazzo Civico, il city manager ha indicato quella relativa al Durc (documento unico di regolarità contributiva) che ora viene presentato una sola volta e in un unico ufficio, mentre prima era richiesta la comunicazione a più uffici. A proposito di imprese, un altro degli obiettivi più immediati è quello di operare sul versante dell’integrazione delle procedure per semplificare le attività dello Sportello Unico delle Attività Produttive (SUAP), che oggi prevede modulistiche diverse per chi si rivolge al Comune di Torino (il cui sistema è gestito dal Csi) e chi usufruisce dei servizi offerti dalla Camera di Commercio (il cui sistema è collegato al Registro delle imprese). Nei fatti, si tratta di intervenire per allineare le procedure di due sistemi che oggi parlano lingue diverse e non dialogano tra di loro.

Ancora per agevolare il rapporto tra aziende e macchina amministrativa – evidenzia il direttore generale – “stiamo affrontando il tema delle fidejussioni, che non di rado mette in difficoltà le imprese per adeguare la documentazione rilasciata dagli istituti di credito ai requisiti richiesti dal punto di vista amministrativo. Per semplificare la procedura è allo studio l’adozione di modulistica sostenibile per tutti, per chi richiede la fidejussione, per chi la concede e per chi la deve accettare verificando che sia stata rispettata la normativa in materia”.

Tra le soluzioni che puntano alla “Burocrazia zero”, che però richiedono risorse aggiuntive per diventare concrete realizzazioni, il direttore generale ha parlato della prenotazione unica per le scuole dell’infanzia, con l’adozione di procedure informatizzate che all’atto dell’iscrizione consentano di verificare la disponibilità di posti in tutti gli istituti, siano essi statali, comunali o privati, ed evitino ai cittadini il “pellegrinaggio” nelle diverse scuole. Inoltre, entro fine anno – ha aggiunto ancora il city manager – dovremmo sperimentare l’apertura sul territorio di uffici polifunzionali con, ad esempio, sportelli della divisione Catasto e Tributi nelle sedi circoscrizionali”. E, sempre nell’ottica di facilitare il rapporto con i cittadini, sono in corso di adozione soluzioni finalizzate alla semplificazione delle pratiche relative alle variazioni anagrafiche e alle richieste di informazioni alla Polizia municipale.

Nel primo incontro del tavolo di lavoro sul progetto “Burocrazia zero”, lo scorso marzo, il sindaco Fassino non aveva nascosto l’ambizione di fare di Torino, insieme alle altre istituzioni e alle associazioni delle imprese, un esempio per gli altri comuni italiani, la città guida nelle azioni finalizzate alla “sburocratizzazione” delle procedure amministrative, quantomeno a livello locale. Bene, “il Ministero per la Semplificazione e la Pubblica Ammnistrazione – ha annunciato Montanari – ha inserito Torino tra le possibili sedi della sperimentazione di provvedimenti governativi varati allo scopo di agevolare i rapporti tra pubbliche amministrazioni, cittadini e mondo delle imprese”.

 

(mge – www.comune.torino.it)

Tav, botta e risposta tra il sindaco di Sant’Ambrogio e Chiamparino

no tav notteREGIONE PALAZZOLa lettera di Dario Fracchia, Sindaco di Sant’Ambrogio e la risposta del presidente della Regione Piemonte

 

 Lettera aperta al Presidente Sergio Chiamparino
“Non è un problema di ordine pubblico ma politico: lasciamo da
parte le reazioni isteriche e parliamo con dati alla mano”

 

 

Caro Presidente,
Le tue ultime esternazioni su La Stampa chiamano in causa
pesantemente i sindaci della Valle di Susa. Ritengo necessarie
a questo punto alcune brevi precisazioni:
1) i sindaci chiamati in causa -almeno il 90% della Bassa Valle
in rappresentanza di oltre 50.000 abitanti – sono stati eletti lo
scorso mese di maggio dai cittadini della Valle di Susa con un
chiaro programma e mandato di opposizione al tav, perché
opera non prioritaria e inutile
2) i sindaci come qualunque altro cittadino hanno il diritto e il
dovere, nel caso ritengano sbagliate le scelte del Governo e
anche dell’Europa, di esprimere la loro contrarietà utilizzando
tutti i mezzi pacifici e legali che la democrazia consente ad
ogni libero cittadino: la storia recente e passata è costellata di
scelte errate e perfino dannose prese da grandi politici e da
grandi tecnici. E’ lunghissimo l’elenco di leggi e provvedimenti
rivisti e corretti perché inefficaci e talvolta dannosi sebbene
studiati da esperti riconosciuti, spesso condizionati dagli
interessi prioritari di gruppi di potere finanziario e politico
strettamente intrecciati tra loro e a danno dei cittadini
3) nel PD, se vige la democrazia che ne contraddistingue il
nome, non vedo cosa ci sia di scandaloso se le posizioni sul
tav della Valle di Susa divergono, specie quando portate avanti
in ambito istituzionale e con motivazioni precise ed
approfondite, in modo legale e pacifico
4) nel 2015, viste purtroppo le stime al ribasso del PIL italiano,
si prevede la necessità di reperire altri 20 miliardi di euro:
dove sono i denari per il tav e per le famose “compensazioni”
da sempre sulla carta ma che neppure uno dei pochi sindaci
della Valle favorevoli al Tav ha mai neppure intravisto? Anche
la Francia non se la passa molto meglio:sia la Corte dei Conti
Francese ( pag 155 del rapporto 2012) che la commissione
parlamentare 21 nel Giugno 2013 hanno certificato la non
priorità di quest’opera e la sua insostenibilità economica
5) Le ultime intercettazioni dei ROS ( vedi Ordinanza San
Michele ) hanno evidenziato non il pericolo ma la certezza che
la malavita organizzata è già presente nel cantiere e pronta a
mettere le mani sugli appalti: e siamo solo all’inizio del tunnel
esplorativo e delle indagini sulle prime spese pazze per
allestire il cantiere con soldi pubblici
6) Si invoca l’intervento di Matteo Renzi: invito a leggere le
centosedici pagine del suo libromanifesto
(“Oltre la rottamazione”, ed.
Mondadori), in cui Matteo Renzi prende una posizione netta e chiara contro
l’Alta velocità in Val di Susa: «La Tav TorinoLione?
Non è un’opera dannosa,
ma inutile. Sono soldi impiegati male. Rischia di essere un investimento fuori
scala e fuori tempo. Questo, naturalmente, non giustifica l’atteggiamento
allucinante e folle di chi aggredisce le forze dell’ordine». Queste le sue
testuali parole, perfettamente condivisibili. E ci sono molte altre figure di
spicco nel PD della medesima opinione ( Emiliani, Puppatto,ecc.)
Forse prima di esternare sul tav e la Valle di Susa sarebbe opportuno tornare
a fare politica in modo costruttivo e lasciare da parte le reazioni isteriche
caro Presidente. Noi siamo aperti al dialogo e non solo sul tav perché i
problemi che ci affliggono e da risolvere in Valle sono tanti e ben più
importanti e pressanti del tav: concentriamoci su questi, non sprechiamo
denari su un’opera inutile, solo così faremo un grande servizio al Piemonte e
a tutta la Valle di Susa ritrovando unità di intenti e spirito di sereno e
costruttivo confronto. Il problema non è di ordine pubblico ma politico: su
questo vogliamo parlare e collaborare, nell’interesse di tutti. Questa è la via
maestra per riportare la calma, per depotenziare ed isolare i violenti e trovare
soluzioni condivise, moderando anche i toni spesso sopra le righe nei
confronti dei sindaci e della popolazione della Valle: siamo gente per bene
anche se qualcuno se ne dispiace!
Un cordiale saluto e augurio di buon lavoro

Dario Fracchia, Sindaco di Sant’Ambrogio

 

 

La risposta del presidente Sergio Chiamparino

 

Caro Fracchia,
Le conferme alle mie (presumo!) “reazioni isteriche” sono venute dal servizio del TG 3 Rai di
domenica sera dove tutti i “pacifici” manifestanti intervistati rispondevano che gli attacchi notturni
di cantiere e le manifestazioni con polenta e spezzatino sono “due facce della stessa medaglia”. Più
chiaro di così… Quindi meno ipocrisia politica per favore.
Sarebbe più utile se il PD della Valle e voi sindaci che ne siete l’anima aveste il coraggio di dire
che, pur essendo contrari alla TAV (nessuno vuole convincervi del contrario), prendete atto che una
maggioranza di cittadini piemontesi italiani ed europei, attraverso i loro rappresentanti
democraticamente eletti, ha deciso che la TAV si fa e che quindi bisogna realizzarla nel miglior
modo possibile per la Valle stessa.
Quanto a Renzi essendo, come è noto, Presidente del Consiglio credo abbia qualche strumento nel
caso volesse mettere in discussione l’opera…
Gradisca i miei più cordiali saluti

Sergio Chiamparino

 

Partito Umanista: “Per dire stop a tutte le guerre”

6 agosto a Torino: per non dimenticare Hiroshima e Nagasaki

 

paceLetture e meditazioni, per ricordare i sessantanove anni trascorsi dal massacro delle bombe atomiche su Hiroshima e Nagasaki, per ribadire che la minaccia nucleare incombe ancora sull’umanità, per chiedere Stop a tutte le guerre.

 

L’unico modo rispettoso e adeguato per ricordare le vittime delle guerre è opporsi alle guerre: solo abolendo le guerre, gli eserciti e le armi, l’umanità potrà progredire verso un mondo con maggior giustizia, libertà e solidarietà; solo scegliendo la nonviolenza come metodologia di azione si rispettano e si promuovono la vita e la dignità umana, si difendono e si realizzano i diritti umani. Per questo chiediamo: – il disarmo nucleare a livello mondiale – il ritiro delle truppe di invasione dai territori occupati – la riduzione progressiva e proporzionale delle armi convenzionali – la firma di trattati di non aggressione tra Paesi – la rinuncia dei governi a utilizzare le guerre come metodo di risoluzione dei conflitti.

 

La serata è organizzata da: Il Messaggio di Silo, Convergenza delle Culture, La Comunità per lo Sviluppo Umano, Partito Umanista.

 

Tutti sono invitati a partecipare.

 

Regione: Sanità, Immigrazione e Turismo in commissione

Prime riunioni delle Commissioni a Palazzo Lascaris

 consiglio aula

“La Commissione ci ha permesso di approfondire le linee guida in materia di turismo e politiche sull’immigrazione. Il turismo è e rimane un asse fondamentale dello sviluppo del Piemonte. La sfida di questi anni è connettere i patrimoni culturali, territoriali, enogastronomici che la nostra regione ha e deve valorizzare al meglio con particolare attenzione alle nuove forme di turismo. In tema di immigrazione è necessario avviare politiche non solo di assistenza ma di vera integrazione”.

In questo modo il presidente, Raffaele Gallo, ha sintetizzato la seduta del 24 luglio della III Commissione che ha audito gli assessori Antonella Parigi (Turismo) e Monica Cerutti (Immigrazione).

“Una governance più chiara nel settore turistico, concentrare le risorse e sfruttare i fondi europei, valorizzare i cinque siti Unesco – Langhe e Roero è solo l’ultimo esempio, ma ne proporremo già un altro a Ivrea – sfruttare al meglio il turismo religioso con i Sacri monti”. Questa la dichiarazione programmatica dell’assessore Parigi, che non ha dimenticato di promettere il massimo impegno per sfruttare le opportunità offerte dall’Expo universale di Milano 2015 e da Torino città europea dello Sport 2015.

Relazione e replica dell’assessore sono state stimolate dai numerosi interventi dei commissari che hanno toccato tutti gli aspetti del turismo piemontese, un comparto, è stato detto, “che rappresenta forse il più importante asset di sviluppo economico nei prossimi anni, in costante crescita da un decennio”. È stato chiesto all’assessore anche di non dimenticare l’importanza dell’eccellenza del turismo montano, con le Alpi che sono il luogo numero uno al mondo per chi ama le alte quote e gli sport della neve e danno costantemente il top delle presenze a livello regionale (3 milioni di turisti). Tutti i gruppi hanno formulato richieste all’assessore, l’opposizione ha rivendicato, già dall’epoca della Giunta Ghigo, il merito di aver promosso leggi che hanno favorito lo sviluppo di questi ultimi anni, “sebbene l’eredità delle Olimpiadi 2006 non sia ancora stata sfruttata in pieno”. Lavorare in rete, attuare i progetti e non lasciarli sulla carta, fare sinergie tra comparti vicini, come la cultura e lo sport, promuovere il trasporto pubblico e l’importante nicchia delle ciclovie, l’esposizione della Sindone e il bicentenario di Don Bosco, come eventi di particolare attrattiva. Si tratta soprattutto di sfruttare i milioni di visitatori dell’Expo 2015 che desiderano visitare l’Italia e il Piemonte, un territorio che gode di una diversificazione dell’offerta e di una enogastronomia come punti di forza incomparabili.

“Le politiche della Regione in tema di migranti non sono guidate solo da esigenze assistenziali – ha spiegato l’assessore Cerutti – non abbiamo una competenza diretta ma diamo il nostro contributo al tavolo presieduto dal prefetto di Torino, insieme agli altri prefetti, per programmare operativamente come affrontare l’emergenza profughi. È importante riconoscere chi ha la qualità di profugo in tempi rapidi, fortunatamente l’accordo nazionale prevede di velocizzare le procedure. Ricordo che si tratta di persone che godono della libertà di spostarsi sul territorio”.

Gli interventi dei commissari dei vari gruppi politici hanno teso, prima di tutto, ad avere chiarimenti sui vari punti specifici. Per esempio, sulla quantificazione numerica degli arrivi sul territorio piemontese. L’assessore ha specificato che si cercherà di non gravare ulteriormente sui territori che hanno già accolto più persone. Alla specifica richiesta proveniente dalla maggioranza, Cerutti ha assicurato che in questa tornata di arrivi “non è previsto che giungano minori non accompagnati”. L’opposizione, infine, ha sollecitato l’attenzione dell’assessore sul rischio che la criminalità organizzata riesca a gestire i flussi migratori a proprio favore, eludendo il controllo delle autorità. È stata chiesta una ridefinizione normativa sul fenomeno nomadi che ha trovato la disponibilità dell’assessore.

 

In IV Commissione l’assessore ha illustrato la strategia della Giunta per la sanità

 

L’assessore regionale alla Sanità, Antonino Saitta ha comunicato alla IV Commissione, presieduta da Domenico Ravetti (Pd), che la Giunta ha in serbo un piano di rientro che non pesi solamente sul personale, ma che si impegni maggiormente sugli appalti. È questo il contenuto della proposta di atto deliberativo sui programmi operativi 2013-’15, approvata a maggioranza con l’astensione di Fi e FdI e la non partecipazione del gruppo M5S.

Saitta ha detto chiaramente di non voler più proroghe, ma che è intenzione partire con le gare d’appalto. La Giunta regionale individuerà all’interno di ciascuna area integrata di coordinamento (Aic) l’azienda sanitaria a cui affidare la gestione degli appalti. I direttori locali dovranno decidere insieme le modalità della gara e l’assegnazione degli appalti. Per garantire che questa operazione sia coperta economicamente, l’azione di coordinamento dei direttori sarà supervisionata da un membro della direzione regionale.

Saitta ha poi proseguito su una seconda decisione della Giunta: per il ruolo di direttore sanitario regionale sono arrivate dodici candidature e, in base agli obiettivi che la stessa Giunta ha oggi (piani di rientro, rapporto con il Governo e controllo della spesa) la scelta è ricaduta su Fulvio Moirano, già direttore dell’Agenzia nazionale della sanità e con esperienza con regioni commissariate per piani di rientro e organizzazione della rete ospedaliera.

L’assessore ha poi voluto rassicurare la Commissione: c’è un’emergenza dal punto di vista economico nella sanità e se non verrà contenuta la spesa ci sarà un peggioramento del servizio. Competitività e concorrenza significano contenimento dei costi.

Diversi i temi affrontati nel corso della riunione. Primo fra tutti, la revisione della rete ospedaliera seguita dal rapporto con gli erogatori privati e con le case di cura, la continuità assistenziale, la centralizzazione degli acquisti di beni e servizi per conseguire i risparmi previsti dal piano di rientro, la riduzione delle liste d’attesa con interventi strutturali, gli investimenti per l’edilizia sanitaria.

Chiaramente, i 180 milioni di euro aggiuntivi (quelli appunto previsti dal Patto per la salute nazionale) costituiscono una bella boccata d’ossigeno.

Ma il futuro, ha concluso Saitta, “è a Roma, dove si giocano partite rilevanti e dove vengono gestite dal punto di vista tecnico e operativo le questioni più rilevanti. Alla politica spettano le scelte di fondo, che non devono essere calate dall’alto e devono essere spiegate alle comunità locali, tenendo conto però del quadro generale delineato dal nuovo Patto per la salute”.

MB/AB/EM – Cr Piemonte

 

 

Finpiemonte: “L’opportunità dei fondi europei”

La media è di un nuovo bando aperto ogni tre settimane negli ambiti più disparati: dai progetti di ricerca e sviluppo agli interventi in materia di risparmio energetico a quelli per la reindustrializzazione e l’internazionalizzazione delle imprese locali

 

finpiemonteL’assemblea dei soci di Finpiemonte S.p.A ha approvato nella riunione del 23 luglio il bilancio di esercizio 2013, che presenta ricavi per oltre 10 milioni di euro e registra un utile netto di poco inferiore ai 300mila euro, ed ha nominato il nuovo consiglio di amministrazione per il triennio 2014-2016, che sarà composto da Fabrizio Gatti, riconfermato presidente, e dai consiglieri Giuseppe Benedetto e Annalisa Genta.

 

Durante l’assemblea, alla quale era presente l’assessore regionale alle Attività produttive e ai Rapporti con le Società a partecipazione regionale, Giuseppina De Santis, è stato annunciato che lo scorso anno Finpiemonte ha erogato agevolazioni per oltre 324 milioni di euro a circa 6.400 beneficiari. La media è di un nuovo bando aperto ogni tre settimane negli ambiti più disparati: dai progetti di ricerca e sviluppo agli interventi in materia di risparmio energetico a quelli per la reindustrializzazione e l’internazionalizzazione delle imprese locali. L’effetto leva complessivo per il totale delle agevolazioni erogate è stato pari a 6,44: per ogni euro speso di risorse pubbliche sono stati attivati cioè 5,44 euro di investimenti privati.

 

“La società – ha commentato Gatti – ha cercato di interpretare al meglio la mission affidatale dagli azionisti, che nell’attuale congiuntura non può limitarsi alla sola funzione strumentale di erogatore di agevolazioni pubbliche, ma deve tendere sempre più verso il ruolo di facilitatore nell’interlocuzione fra le istanze del territorio e i grandi investitori e operatori istituzionali”.

 

L’assessore De Santis si è soffermata sul fatto che “la nuova programmazione dei fondi europei rappresenta per il Piemonte l’opportunità di superare le criticità esistenti nel sistema produttivo. Bisogna confermare le iniziative di successo e agire con discontinuità rispetto a ciò che non ha funzionato, concentrando ulteriormente risorse su ricerca e innovazione, sui contratti di insediamento, sulla partecipazione ai grandi cluster nazionali ed europei. Particolare attenzione dovrà essere dedicata alla finanza d’impresa, gestita attraverso fondi rotativi e risorse della Banca europea per gli investimenti. Su questo punto va riconosciuto il buon lavoro svolto da Finpiemonte relativamente agli accordi già raggiunti, che auspichiamo possa proseguire ancora meglio in futuro nell’individuare gli strumenti più innovativi e vantaggiosi per l’accesso al credito delle imprese”.

 

(Fonte: www.regione.piemonte.it)

Dalla Sala Rossa: il dibattito sulla Movida a San Salvario

salvarioI locali che non operano nella somministrazione di alimenti e bevande chiuderanno alle 24, gli altri sospenderanno l’attività nei dehors alle 2 e nel locale stesso alle 3

 

Domenico Mangone, Assessore al commercio, ha aperto il Consiglio comunale del 21 luglio con le comunicazioni sull’ordinanza del Sindaco che affronta la questione della qualità della vita dei cittadini residenti a San Salvario e delle molestie attualmente causate dalla cosiddetta “Movida”. L’ordinanza, “pienamente condivisa da me – ha specificato Mangone – e dall’assessore Giuliana Tedesco , punta alla non facile conciliazione delle esigenze dei residenti, degli imprenditori e dai frequentatori dei locali”.
Si tratta di un provvedimento sperimentale che interesserà fino al prossimo 30 novembre il quadrilatero compreso tra le vie Madama Cristina, Galliari (entrambi i lati), Nizza, ed il corso Marconi.
I locali che non operano nella somministrazione di alimenti e bevande chiuderanno alle 24, gli altri sospenderanno l’attività nei dehors alle 2 e nel locale stesso alle 3. L’esperimento, che potrebbe essere esteso se opportuno alle altre aree della città in cui si monitora la “movida”, integra una serie di atti già avviati o in via di attuazione. Tra i primi la squadra interforze “che serve a evidenziare la presenza del Comune e dello Stato”, e così pure la pulizia anticipata della vie da parte di Amiat, che coinciderà con i nuovi orari di chiusura. E’ inoltre in atto un rafforzamento del trasporto pubblico locale, mentre si lavora ad una creazione della Ztl notturna.
Poche ore prima della comunicazione, ha spiegato Mangone, il Sindaco aveva incontrato i rappresentanti dei gestori, mentre è imminente un confronto con i comitati di cittadini e con le associazioni attive sul territorio.
Mangone nel concludere si è detto certo che i provvedimenti si riveleranno efficaci nel migliorare la qualità della vita dei cittadini senza danneggiare le attività economiche del quartiere.

Luca Cassiani – Pd: Sono soddisfatto si sia trovato un punto di equilibrio grazie alla concertazione con i soggetti coinvolti sulla questione. Vedremo a novembre, al termine della sperimentazione, e verificheremo cosa ha funzionato e come proseguire.
L’obiettivo è che nessuno sia danneggiato e che i gestori delle attività commerciali possano lavorare. E voglio evidenziare che il problema non è limitato ai locali di San Salvario, ma anche ad altre zone della città. Condivido il provvedimento adottato con l’aumento dei controlli attuato dalle pattuglie interforze a tutela dei locali.

Angelo D’Amico – Forza Italia: Questa maggioranza si dimostra professionista del sotterfugio. Per trovare delle soluzioni che sono una vera e propria presa in giro degli esercenti, come la chiusura ad orari anticipati dei locali. Ricordo lo scorso anno la trovata della patente a punti per i locali, ora aspetto l’anno prossimo per vedere cosa vi inventerete.
Voglio evidenziare invece che i Regolamenti comunali devono essere rispettati dai cittadini, cosa che oggi non avviene e si finisce per tollerare una sorta di anarchia generalizzata.

Enzo Liardo – Ncd: Il nostro gruppo vede in modo favorevole l’ordinanza anche se al tavolo avrebbero dovuti essere coinvolti anche i cittadini. E’ importante che questo provvedimento non sia estemporaneo ma venga governato sempre al fine di garantire il diritto al riposo dei residenti, allo svago dei cittadini e a tutelare le attività commerciali.

Fabrizio Ricca – Lega Nord: Riconosco che ci sia stata buona volontà nel redigere il provvedimento ma allo stesso modo constato come non si conoscano le abitudini dei giovani che, dopo la chiusura delle attività esterne dei locali, acquisteranno bibite all’interno e le consumeranno in strada. Questa ordinanza è un provvedimento di facciata ma non farà cambiare nulla. Sarebbe stato necessario maggiore coraggio, soprattutto si sarebbe dovuto coinvolgere i residenti.

Maurizio Marrone – F.D’I: Con questo provvedimento hanno vinto coloro che volevano impedire il giro di vite annunciato dal sindaco. Auspichiamo che si valuti l’opportunità di delocalizzare la movida, come noi proponiamo in una mozione. Sarebbe stata un’opportunità per rivitalizzare alcune zone periferiche in stato di abbandono, in zone lontane da luoghi residenziali, alleggerendo le zone di piazza Vittorio Veneto e San Salvario dalla presenza di migliaia di persone.

Paola Ambrogio F.D’I.: Con questa ordinanza la situazione non cambierà. E’ evidente come l’Amministrazione comunale abbia invertito la rotta. Come si farà ad intervenire sui clienti che, dopo le due, continueranno a sostare per strada, provocando disturbo ai residenti? Si sarebbe potuto fare di più, a partire dal regolamento sui dehor tante volte anunciato ma mai discusso. Si è creata l’illusione di un cambiamento ma tuto resterà come prima.

Andrea Tronzano – Forza Italia: Credo che il tentativo di imbastire un dibattito proficuo con i cittadini debba essere indirizzato a un controllo sociale, cioè al far prevalere determinati comportamenti rispetto ad altri. Solo così, dando buone abitudini, si può pensare di ottenere anche una maggiore sicurezza nel quartiere. Ragioniamo sulla chiusura dei locali all’una dal lunedì al giovedì, su tutta la città.
Deve prevalere l’interesse alla salute pubblica, come già aveva evidenziato il Tar. Non capisco poi perché al tavolo di concertazione non partecipino le associazioni dei cittadini: sindaco, senta i Comitati di quartiere prima di fare un’ordinanza! Occorre tutelare il diritto al riposo e alla convivenza civile, come già è previsto dal Regolamento di Polizia urbana.

Vittorio Bertola – 5 Stelle: Sono contento di vedere un cambio di rotta nella Maggioranza: bisogna creare dialogo e rispetto reciproco tra le parti. Non so comunque se l’ordinanza sarà sufficiente: spero intanto che venga fatta rispettare. Sicuramente, sarebbe stato meglio sentire prima le parti interessate e affrontare il tema anche dal punto di vista urbanistico. Servirebbe riflettere anche sul modello sociale: come mai una piccola parte di chi esce la notte arriva ad eccessi che disturbano così tanto?
Il problema poi non riguarda solo San Salvario, ma anche Vanchiglia, piazza Vittorio, il parco della Pellerina, ecc.

Federica Scanderebech – Al centro con Scanderebech: Il Comune di Torino ha in mente un piano complessivo della movida in città? Perché non individuiamo zone in cui svilupparla, ad esempio al Parco del Valentino? E perché non proviamo a sperimentare anche una “silent night”, una movida silenziosa, con gente che balla ascoltando la musica dalle cuffie, senza disturbare nessuno? Proviamo a favorire una movida bella e sana!
Ho poi molti dubbi sull’ordinanza, discriminatoria e che crea un precedente: non si può costringere soltanto i locali di San Salvario a chiudere prima, mentre nelle altre zone della città gli esercenti possono fare quello che vogliono. La ZTL notturna, di cui si parla da tempo, ha uno studio di fattibilità e la copertura economica? In Commissione non pareva potesse essere realmente attuata.

Silvio Magliano – Ncd: A mezzo stampa abbiamo saputo che cosa ha in mente questa Amministrazione per il 2025 per sviluppare Torino come città universitaria. Non permettiamo però che la movida continui a crescere in maniera selvaggia: servono quartieri per la movida vicino alle università! Perché dal lato opposto rispetto al Campus Einaudi, verso via Catania e corso Regio Parco, non riqualifichiamo il quartiere con appartamenti e locali serali per studenti universitari?
Per quanto riguarda San Salvario, non credo che ora, dopo aver fatto crescere in modo incontrollato gli insediamenti di attività commerciali, si possa intervenire facilmente. Interveniamo invece subito in Vanchiglia, per evitare si crei lì un’altra movida selvaggia.

Silvio Viale – Pd: Non ho pregiudizi rispetto agli orari, siamo in una fase di sperimentazione. Sentendo la proposta di portare la movida nelle periferie, inorridisco e mi chiedo: ma se è una tale sciagura, perché estenderla ad altri quartieri? Il nostro regolamento del Commerci non parla di orari per i locali, solo i dehors sono limitati alle 2 o alle 3.
Un’eventuale ordinanza che limiti gli orari dei locali dovrebbe in ogni caso riguardare tutte le zone della città interessate dalla movida.

Roberto Carbonero – Lega Nord: Il Sindaco aveva prospettato un diktat coerente, nei giorni scorsi, ma ora sembra cedere a pressioni provenienti dalla stessa maggioranza. Occorre concretezza: qualcuno ha mai pensato di verificare a campione la quantità di scontrini emessi dai locali dopo l’una? Non credo siano moltissimi, forse non è una fascia oraria così vitale per i loro incassi. Facciamo una ricerca seria, così da poter discutere sulla base di dati oggettivi. Ricordando in primo luogo che ad essere prioritaria è la salute delle persone .

Ferdinando Berthier – Torino Libera: L’anno scorso c’erano problemi in piazza Vittorio, ora è la volta di San Salvario. L’ordinanza andrebbe estesa a tutte le zone della città interessate dalla movida. Tra piazza Zara e il Fioccardo, ad esempio, i residenti vivono grandi disagi dal giovedì alla domenica, compreso il parcheggio selvaggio. Gli esercenti devono certamente poter lavorare, ma prima di essere commercianti sono cittadini, a loro volta non gradirebbero il caos sotto casa.

Chiara Appendino – M5S: E’ assurdo formulare analisi sociologiche approssimative, stigmatizzando come “fannulloni” coloro che amano far tardi la sera. Esiste una schizofrenia di fondo nella gestione della vicenda. L’assessore Mangone, a giugno, aveva sostenuto l’inutilità di ordinanze limitative, preannunciando valutazioni della situazione: ma quest’ultime sono state fatte? Manca ogni concertazione, quando c’è la si pratica in ritardo, con dietro front improvvisi. E la mancanza di concertazione accresce le tensioni.

Michele Paolino – Pd: condivido chi ricorda che non bisogna trattare come un criminale chi esce alla sera. I locali aperti frequentati dai giovani sono la risposta al degrado. Questa maggioranza è impegnata a rendere la città fruibile, vivace, per questo ragionare solo su limitazioni di orario ci sembrava limitativo.
Ci sono tre diversi diritti da tutelare, quelli di chi vuole riposare sono i più vulnerabili perciò partiamo da loro, ma senza dimenticare chi investe denaro e produce reddito e occupazione, e chi vuole vivere la città. La Ztl notturna, limitando il traffico risolverà una parte dei problemi e contrastare la vendita di alcolici senza autorizzazione riafferma la certezza del diritto.

Michele Curto – Sel: Condivido gli interventi di Appendino e Paolino perché rivelano, nella diversità delle nostre culture una comune idea della città. San Salvario è come divisa in due: una parte ha la movida, l’altra no e chi vi abita ne vorrebbe forse un po’: per esempio le luci accese un po’ più a lungo. Tutto bene quel che finisce bene: una discussione iiziata con chi ordinava, chi benediceva e tutti ad ubbidire è finita con mezza marcia indietro ed una sana concertazione

Nella sua replica, l’assessore Mangone ha ricordato che non deve esservi criminalizzazione di chi vive la città di notte e che alcune posizioni sebbene inquadrabili nel ruolo di chi è all’opposizione, non sono praticabili. E’ infatti responsabilità della Giunta cercare un punto di equilibrio tra interessi in parte contrapposti. Peraltro, ha aggiunto Mangone “in Italia c’è la liberalizzazione e un Ente Locale si muove nel quadro di norme nazionali. Il Sindaco può firmare un’ordinanza di questo genere motivandola con la tutela della salute dei cittadini, lo può fare solo per periodo limitato di tempo e non può estenderla a tutto il territorio cittadino”.
“La limitazione degli orari era già stata annunciata come parte di una serie di provvedimenti integrati che ora sono una realtà concreta. Anche l’istituzione della Ztl notturna, a fronte dei costi delle telecamere e delle 10 porte di accesso della zona interessata, può trovare alternative attraverso l’uso di segnaletica ed il controllo ed il sanzionamento in caso di violazioni”.
Infine Mangone ha ricordato che la movida non è un fenomeno lasciato ad una crescita spontanea e che vi è stata un’azione programmatoria. A questo proposito l’Assessore ha citato la delibera che limita l’apertura di locali che disturbano maggiormente la quiete come i bar automatici con superfici interne inferiori ai 50 metri quadrati, e l’individuazione di possibili zone di espansione della vita notturna della città, in piazza della Repubblica e nella galleria Umberto I.

Piero Fassino – Sindaco: Intendo chiarire che la proposta qui presentata dall’assessore Mangone è un programma di interventi per tutelare tre diritti: il diritto al lavoro per gli esercenti, il diritto allo svago per i cittadini e il diritto alla tutela della quotidianità e del sonno per i residenti. Uno sforzo, dunque, per dare un maggior governo della vita notturna della città. Si rafforzerà il presidio del territorio da parte del ‘pattuglione’ interforze, si anticiperà la pulizia stradale all’orario di chiusura dei locali, si attiverà una ZTL notturna per ridurre l’affollamento di auto. E si introducono limiti agli orari di esercizio: la vendita di alcolici senza somministrazione dovrà terminare alle ore 24; ogni attività di somministrazione esterna ai locali dovrà terminare entro le 2 e in ogni caso tutte le attività – anche all’interno – dovranno terminare entro le 3. E a ogni locale viene fatto obbligo di dotarsi di personale dedicato a far rispettare norme e orari.
L’obiettivo che ci poniamo è trovare un punto di compatibilità tra esigenze diverse, sapendo naturalmente che ogni misura ha efficacia in quanto ogni persona assume comportamenti ispirati da civismo e rispetto delle regole. E sarà nostro dovere far rispettare e applicare le misure intraprese.
Nella replica il Sindaco ha posto l’accento sul fatto che il Regolamento comunale sui dehors dovrà essere revisionato. E ha spiegato che, in prospettiva, la vita notturna torinese – oggi presente in alcune zone della città (Murazzi, San Salvario, Vanchiglia e Quadrilatero romano) – dovrà organizzarsi in luoghi urbani (village) che non determinino impatti così pesanti come oggi. Un buon esempio è quello di piazzale Valdo Fusi, luogo dove il contesto ambientale, caratterizzato da scarso numero di residenti, consente attività di movida senza impatto rilevante. 

 

(Fonte: www.comune.torino.it)

Palazzo Civico: “Ecco gli esercizi aperti in agosto”

Le aperture dei distributori di carburanti e dei bar, dei ristoranti e negozi alimentari che saranno aperti nelle due settimane centrali

 

coffeeSul sito www.comune.torino.it, l’amministrazione municipale ha pubblicato  i  turni di apertura dei distributori di carburanti e dei bar, ristoranti e negozi di alimentari che saranno aperti nelle due settimane centrali del mese di agosto.

 

Cliccate qui per tutte le info: turni di apertura

Chiamparino da Nosiglia: “Impegno comune contro la crisi”

“Lavorare per migliorare la condizione di tutti i piemontesi che si trovino a vivere in situazioni di sofferenza”

 

chiampa gofaloneIl Presidente della Regione Piemonte, Sergio Chiamparino, ha incontrato nella sede della Diocesi l’Arcivescovo di Torino, Monsignor Cesare Nosiglia.

 

L’incontro è stata occasione per un reciproco scambio di opinioni sulla situazione della nostra regione- ha dichiarato Chiamparino– Monsignor Nosiglia ha voluto condividere con me la sua apprensione per la situazione economica del nostro territorio, dove i livelli di disoccupazione continuano ad essere preoccupanti. L’impegno comune è dunque quello di lavorare per migliorare la condizione di tutti i piemontesi che si trovino a vivere in situazioni di sofferenza economica, fisica e di emarginazione sociale”

 

Piero Fassino: “L’Authority resti dov’è”

fassino piero“Mi auguro che Parlamento e Governo ne tengano conto”

“Dal Presidente dell’Authority Trasporti è venuto un riconoscimento significativo e autorevole dell’opportunità di confermare la sede dell’Authority a Torino, che – con impegno diretto e concreto di Politecnico e istituzioni locali – ha potuto rapidamente avviare la propria attività, con rilevanti minor costi a carico dello Stato.

 

Mi auguro che Parlamento e Governo ne tengano conto.”

 

Lo ha dichiarato il Sindaco di Torino Piero Fassino, al termine della presentazione della Relazione Annuale dell’Authority dei Trasporti.

 

(mc – www.comune.torino.it)