TRIBUNA- Pagina 107

In via Bellezia apre lo Sportello Sicurezza e Lavoro

lavoro

Iniziativa per rendere effettivi salute, sicurezza e diritti nei luoghi di lavoro, offrendo a lavoratrici e lavoratori consulenze e pareri gratuiti

 

Dal 17 febbraio 2015, presso il Centro San Liborio, in via Bellezia 19 a Torino, tutti i martedì, dalle ore 15alle 18, sarà attivo lo Sportello Legale Lavoro di Sicurezza e Lavoro. Uno sportello gratuito dedicato a infortuni, malattie professionali e rapporti di lavoro. “È dal 2010 che, attraverso la nostra rivista e le tante iniziative in tutta Italia, ci dedichiamo alla promozione di una cultura del lavoro sicuro, dignitoso e qualificato, che salvaguardi i diritti di lavoratrici e lavoratori e dell’ambiente. – afferma Massimiliano Quirico, direttore di Sicurezza e Lavoro – Abbiamo affrontato e affrontiamo una pluralità di problematiche: dal mobbing all’amianto e alle altre malattie professionali, dagli infortuni in itinere a quelli in fabbrica, in cantiere, in agricoltura, in ufficio, ecc., raccogliendo testimonianze e contributi di lavoratori, familiari delle vittime, imprese, sindacati, medici, tecnici ed esperti e seguendo numerosi processi e vertenze. Ora, con lo Sportello Legale Lavoro, vogliamo lavorare per rendere effettivi salute, sicurezza e diritti nei luoghi di lavoro, offrendo a lavoratrici e lavoratori consulenze e pareri gratuiti sulle tematiche di cui ci occupiamo da anni. Una nuova sfida per Sicurezza e Lavoro, possibile grazie alla collaborazione di alcuni giovani avvocati torinesi, uomini e donne, che prestano la propria opera a titolo volontario e gratuito”.

 

Massimo Iaretti

L'Apidge e le classi di concorso atipiche

Classe studenti

Si tratta di una brutta storia che fotografa un quadro complesso e prospetta un clima di conflittualità nelle scuole che non porta rispetto alla professionalità di molti docenti e lascia troppa discrezionalità nell’interpretazione di chi è chiamato a decidere nell’interesse degli studenti

 

Riceviamo e pubblichiamo

 

Il fenomeno delle cosiddette classi atipiche deriva dal fatto che alcune norme regolatrici del sistema sono state modificate attraverso l’azione di Riordino degli ordinamenti scolastici, mentre invece altre parti del sistema, pur non essendo adeguate al cambiamento, sono rimaste inalterate e pertanto si deve ricorrere ad “aggiustamenti in corsa”, in attesa che vengano formalmente riviste nella sede specifica. Le classi di concorso in base alle quali migliaia di docenti in questi anni hanno sviluppato le loro carriere (graduatorie di istituto, graduatorie per le supplenze e le assunzioni a tempo indeterminato) trovano la loro fonte normativa nel Decreto Ministeriale 30 gennaio 1998, n. 39.  Ogni classe di concorso si collega ai percorsi universitari sostenuti e ai titoli culturali e professionali rilasciati, nonché ai rapporti con l’Amministrazione (individuazione della “disciplina’’, dei suoi parametri generali di riferimento e dell’abilitazione all’insegnamento).

 

Nell’articolo 64 della legge 133 del 6 agosto 2008 (conversione in legge del decreto legge 112 del 25 giugno 2008), si ponevano le basi per il riordino del “sistema-scuola” mirando ad una «razionalizzazione ed accorpamento delle classi di concorso, per una maggiore flessibilità nell’impiego dei docenti».  Dal 2008 ad oggi, non si è ancora riusciti ad approvare tale regolamento, anche se già dal 2010 circolava una “bozza di regolamento” finito sotto il vaglio del Consiglio Nazionale della Pubblica Istruzione che ne richiedeva sostanziali modifiche e che ha dato seguito, nel maggio 2012 ad uno “schema di regolamento” a sua volta oggetto di polemiche e di contestazioni.Intanto la vita della scuola è andata avanti utilizzando forme provvisorie di adattamento confluite tra le Misure di supporto al Riordino dei cicli, che hanno inteso prioritariamente garantire l’occupabilità dei lavoratori della scuola.

 

In questo contesto sono nate le cosiddette “classi di concorso atipiche”, attraverso le quali gli insegnamenti che confluiscono in più classi di concorso del vecchio ordinamento vengono “riadattati” in modo funzionale al nuovo sistema attraverso atti normativi espressi sotto forma di decreto e di nota ministeriale. In tale contesto naturalmente è stata anche praticata tutta la normativa relativa al  nuovo concorso per reclutare nuovi docenti (D.D.G. n. 82 del 24 settembre 2012). Venuti a conoscenza dei contenuti dello “schema regolamentare” sono nate sin da subito forti aspettative e sono sorti conseguentemente antipatici “conflitti di competenza” tra docenti di diverse classi di concorso laddove si sono riscontrate modificazioni nell’attribuzione degli insegnamenti in relazione al nuovo ordinamento. Di fronte ad un provvedimento peraltro sempre “in fieri” il Ministero ha dato interpretazioni non sempre univoche, fornendo anche soluzioni in chiara contraddizione tra vari Uffici, soprattutto  soprattutto a livello periferico. La Magistratura, più volte intervenuta, ha inteso soprattutto rimarcare il ritardo nell’operato dell’Amministrazione, giungendo di recente anche a disapplicare provvedimenti direttoriali. Gran parte della matassa intricata è stata lasciata all’interpretazione e soprattutto al “buon senso” dei dirigenti scolastici coinvolti nell’attribuzione delle “cattedre”.

 

In definitiva si tratta di una brutta storia che fotografa un quadro complesso e prospetta un clima di singolare conflittualità nelle scuole che non porta assolutamente rispetto alla professionalità di molti docenti e lascia troppa discrezionalità nell’interpretazione di chi è chiamato a decidere nell’interesse degli studenti. Per questo motivo questa Associazione, su forte e motivata richiesta di tanti suoi iscritti, ha deciso di aprire un ampio dibattito in proposito, volto soprattutto ad individuarne i risvolti ed rilievi più significativi sotto il profilo didattico e curricolare. Si invitano dunque associati e simpatizzanti a fornire la più ampia e documentata partecipazione ad un Forum che chiameremo “atipicità e professionalità dei docenti”

 

Il Presidente Nazionale

 Ezio Sina

 

Che cos’è Apidge ?

L’APIDGE  si propone come interlocutore critico e propositivo delle istituzioni per tutti gli aspetti che riguardano la professione docente, partendo dal presupposto che nessun sistema scolastico può raggiungere le sue finalità formative  se gli insegnanti, individuati come professionisti responsabili e non come meri esecutori, non sono messi nelle migliori condizioni per svolgere la loro attività di estrema rilevanza sociale.

L’APIDGE  intende evidenziare, promuovere e sviluppare, in primo luogo tra i docenti, una cultura e una coscienza professionale contro i pericoli di impiegatizzazione e di riduzione al fatto burocratico dell’attività di insegnamento. Strumento fondamentale per raggiungere pienamente tale scopo è la costituzione di un ORDINE PROFESSIONALE degli insegnanti che divenga parte essenziale dei processi di reclutamento dei docenti e della loro formazione iniziale ed in servizio, che promuova un rigoroso Codice Deontologico-Professionale e che partecipi a pieno titolo nelle varie fasi divalutazione di sistema

L’APIDGE si propone perciò come interprete e portavoce di quel disagio che abbia ragioni coerentemente professionali e come interlocutore con le Istituzioni per tutte le questioni afferenti la FUNZIONE DOCENTE attraverso attività di formazione, di informazione e di confronto attraverso pubblicazioni, eventi, convegni, momenti di dibattito sulle questioni didattico-disciplinari e professionali con tutte le componenti della società e in stretto collegamento con analoghe esperienze a livello europeo

L’APIDGE, in pieno rispetto al sistema dell’autonomia scolastica, ritiene necessario che funzioni e retribuzioni in ambito scolastico siano diversificate contro ogni forma di egualitarismo e appiattimento economico e professionale

Firme false, Pichetto (Fi): "Posizione complicata per il Pd"

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“Il tentativo di minimizzare la questione – spiega l’esponente azzurro – mi pare quantomeno peculiare per chi, proprio sulla raccolta di quelle firme non necessarie, aveva giocato la carta del ritorno alla dignità, alla trasparenza e alla legalità nella nostra Regione”

 

“Francamente se dovessero essere confermate anche a livello giudiziario le ricostruzioni raccontare fino ad oggi dai media sulle firme e sugli autenticatori ‘fantasma’ delle liste pro Chiamparino, credo che la posizione del Partito Democratico si farà alquanto complicata: in particolare dal punto di vista della superiorità etica che da sempre contraddistingue le crociate del centrosinistra”. Questo il commento capogruppo in Regione Piemonte di Forza Italia Gilberto Pichetto circa le recenti dichiarazioni di Chiamparino riportate dalla stampa locale e dove il presidente sminuisce il caso affermano ‘Quelle firme non erano neppure necessarie’.

 

“Il tentativo di minimizzare la questione – spiega l’esponente azzurro – mi pare quantomeno peculiare per chi, proprio sulla raccolta di quelle firme non necessarie, aveva giocato la carta del ritorno alla dignità, alla trasparenza e alla legalità nella nostra Regione. O quella scelta fu fatta in coscienza, perché il Partito Democratico la riteneva un elemento essenziale di garanzia per l’elettorato, oppure il centrosinistra ha giocato una partita esclusivamente elettorale per affermare una superiorità morale che forse i fatti dimostreranno non esistere”.

 

(Foto: il Torinese)

Fism: "il nostro appello per le scuole di infanzia paritarie"

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Invita e sostiene le scuole dell’infanzia federate a proseguire il servizio offerto a tutti i bambini” evidenziando che se il Governo e le amministrazioni locali non provvederanno a recuperare i tagli effettuati negli ultimi anni, le scuole saranno obbligate a ricorrere al’aumento delle rette a carico dei genitori

 

Le scuole dell’infanzia paritarie in Piemonte sono 485 ed hanno un’utenza annuale di circa 32mila alunni pari al 27,6% dei bambini da 3 a 6 anni in tutta la regione. Queste strutture, significative anche per le cifre che sono loro associate, stanno però versando in notevoli difficoltà economico – finanziarie provocate, da un lato, dalla lievitazione dei costi di gestione (quali luce, gas, riscaldamento, tasse locali), dall’altro dai tagli dei contributi ministeriali (negli ultimi 5 anni pari ad un 20%) e da parte egli enti locali, regioni e comuni. Questo stato di cose, sovente, anche in virtù del ritardo con il quale i contributi vengono erogati, costringe le scuole a ricorrere a prestiti bancari onerosi per poter pagare i propri dipendenti.

 

Il Consiglio regionale di Fism Piemonte – Federazione Italiana Scuole Materne, associazione che la propria sede a Torino in corso Galileo Ferraris 146, ha lanciato una denuncia della situazione di sofferenza delle scuole di infanzia rivolta alle pubbliche amministrazioni locali, ai partiti politici, alle organizzazioni sindacali ed alle autorità ecclesiastiche. Fism, in un articolato documento “invita e sostiene le scuole dell’infanzia federate a proseguire il servizio offerto a tutti i bambini” evidenziando che se il Governo e le amministrazioni locali non provvederanno a recuperare i tagli effettuati negli ultimi anni, le scuole saranno obbligate a ricorrere al’aumento delle rette a carico dei genitori “denunciando e documentando le responsabilità politiche del Governo e degli enti locali”. 

 

E, nella sua nota, il Consiglio regionale Fism sottolinea che la chiusura delle scuole di infanzia paritarie, oltre a causare perdita di posti di lavoro per insegnanti e personale ausiliario, determinerebbe un incremento dei costi a carico di Stato e Comuni poiché “il costo medio di gestione per bambino nelle scuole paritarie è di 2300 euro, mentre in quelle statali è di 6600 euro”.

 

Massimo Iaretti

Marrone- Alessi (FdI): "No al suk alle Ogm"

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“LA GIUNTA FASSINO CALPESTA LA CIRCOSCRIZIONE, NEMMENO AVVERTITA E CONTRARIA.”

 

<Altro che smentite a mezzo stampa: la decisione della Giunta Fassino di spostare nelle OGM il cosiddetto libero scambio, ovvero i suk dei venditori ambulanti non professionali, è già nero su bianco su una delibera firmata dagli Assessori Mangone e Curti già approvata dalla Giunta, nonostante le smentite sui giornali da parte del Presidente della Circoscrizione 7, evidentemente nemmeno informato di una decisione estremamente impattante per il suo territorio di competenza. Ma noi non accetteremo mai che il degrado, la ricettazione e la delinquenza diffusa tornino in Borgo Aurora insieme al suk alle OGM>> annunciano Maurizio Marrone e Patrizia Alessi, Capogruppo di Fratelli d’Italia in Comune di Torino e in Circoscrizione 7 che spiegano <<La Giunta Fassino non calpesta solo i residenti del quartiere già stufi dell’abbondante degrado esistente ma addirittura il PD di zona, che arriva a raccogliere le firme per una petizione contraria mentre i loro assessori firmano e approvano delibere contrarie! Basta prese in giro, se l’Amministrazione comunale tira dritto sul suk alle OGM siamo pronti anche alle barricate, fuori di metafora, per impedire questo ulteriore schiaffo al Borgo Aurora: se le istituzioni locali non sono in grado di garantire il decoro nel quartiere interverremo noi incatenandoci agli ingressi insieme alla cittadinanza indignata prima di ogni weekend di bazar!>> promettono Alessi e Marrone.

L'appello del sig. Cravero dopo la rapina dell'incasso

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Il proprietario di Jolly Sport in via Nizza, picchiato , pestato fino a rompergli il naso, oltre ad altre dolorose contusioni riportate,  davanti al cancello della sua abitazione di Pino Torinese

 

E il copione si ripete: l’ennesima aggressione commessa da bande di extracomunitari con conseguenze devastanti per la salute, oltre ai danni economici e morali , oramai all’ordine del giorno nel nostro Paese. Questa volta il malcapitato è un negoziante torinese, il signor Domenico Cravero, proprietario di Jolly Sport in via Nizza, picchiato , pestato fino a rompergli il naso, oltre ad altre dolorose contusioni riportate,  davanti al cancello della sua abitazione di Pino Torinese. L’hanno chiamato “Jolly” i suoi aguzzini, sono andati a colpo sicuro, sapevano con certezza che il signor Cravero porta d’abitudine l’incasso della giornata a casa dopo aver chiuso le serrande del negozio, si tratterebbe quindi di un agguato premeditato nei minimi dettagli . Ma lui, dopo l’operazione al naso e con le ecchimosi ancora molto evidenti, torna al suo lavoro e attraverso un’intervista comparsa sulla Stampa lancia un drammatico appello alle forze dell’ordine.

 

Chiede di difendere il quartiere San Salvario dalla malavita che opera praticamente indisturbata sotto gli occhi di chiunque. Sono uomini, ma anche donne, in molti casi nordafricani, rom, extracomunitari che commettono scippi , rapine, aggrediscono e spacciano, qualcuno di loro viene arrestato si, ma poi rilasciato come niente fosse e come niente fosse ricomincia a delinquere forse peggio di prima, certo che nulla lo possa fermare, nemmeno la legge. Sono persone senza scrupoli, senza morale e voglia di integrarsi civilmente e denigrando peraltro , la società in cui hanno scelto di inserirsi. Allora perché i cittadini italiani e in questo caso i torinesi, dovrebbero continuare a mostrarsi tolleranti in tutto e con tutti? Perché chi decide di vivere nel nostro Paese pretende di imporre un modus vivendi che in tutta probabilità a casa loro sarebbe condannato? La verità è’ che l’aspetto più agghiacciante di questo fenomeno è’ che ci siano istituzioni che tutelano e supportano molto più gli extracomunitari che i cittadini e i contribuenti italiani.  Ci uniamo all’appello del commerciante Domenico Cravero esprimendogli solidarietà e un augurio di pronta guarigione.

 

Clelia Ventimiglia

Riflessioni sull'orrore di Auschwitz

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Ho quasi percepito l’odore acre di bruciato nell’aria (e sarà probabilmente suggestione, ma tanti dicono di averlo avvertito, come se avesse impregnato tutto, dai mattoni, all’erba, all’acqua)

 

Quando i ragazzi della mia età andavano in vacanza con i genitori, solitamente si recavano in luoghi di villeggiatura, o in parchi di divertimento. Mio padre, invece, mi portava a visitare i luoghi legati alla Shoah. Intendiamoci, c’erano anche per me le vacanze più “leggere”, ma un paio di giorni erano sempre dedicati a qualcosa di più “storico”, per permettermi di provare a capire cos’era successo in un passato in fondo recente, e perché. Nonostante io abbia visitato la casa di Anna Frank e numerosi campi di sterminio, da Auschwitz-Birkenau, a Mauthausen, alla Risiera di San Sabba, ancora non ho trovato una risposta al “perché”. Ho visto ragazzi della mia età in lacrime presso le macerie dei forni crematori. Ho visto bandiere ebraiche portate con orgoglio da persone di ogni età, con una fierezza ed uno sconcerto negli occhi che mi hanno colpita profondamente. Ho sentito il silenzio assoluto di quei luoghi, interrotto solo dalle preghiere. Ho tentato una stima ad occhio del numero di scarpe e di pennelli da barba presenti nelle teche, raccolti per permettere di dare un’idea della mole dello sterminio. Ho percorso la Scala della Morte, camminato lungo sentieri delimitati a destra e a sinistra da filo spinato e visitato baracche di ogni tipo, ma sempre squallide a dir poco. Ho visto montagne di foto, mucchi di omaggi floreali, targhe commemorative in ogni lingua conosciuta. Mi sono trovata faccia a faccia con forche, camere a gas e forni crematori. Ho quasi percepito l’odore acre di bruciato nell’aria (e sarà probabilmente suggestione, ma tanti dicono di averlo avvertito, come se avesse impregnato tutto, dai mattoni, all’erba, all’acqua). Ho visto, sentito, toccato ed odorato…ma non ho capito perché. E probabilmente non lo capirò mai.

 

Chiara Mandich

Chiamparino: "Ecco come riorganizzerò gli ospedali"

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Delibera di integrazione alla revisione della rete ospedaliera,
la dichiarazione del Presidente Chiamparino

 

“Con l’approvazione odierna della delibera di integrazione alla revisione della rete ospedaliera si chiude per noi una fase significativa.  In pochi mesi la nostra Giunta è riuscita a fare quello che negli anni scorsi sembrava impossibile: presentare un piano di riorganizzazione credibile in grado di stabilire un rapporto di fiducia politica e tecnica con i Ministeri.  Possibili aperture e possibili uscite anticipate dal piano rientro si basano infatti prima di tutto sulla reciproca affidabilità, e proprio per consolidarla abbiamo voluto muoverci in maniera ferma, rispettando una tabella di marcia piuttosto rigida, perché per la nostra Regione il tempo non è più una variabile indipendente. 

 

Desidero fare i miei complimenti all’Assessore Antonio Saitta e al Direttore Fulvio Moirano, perché, in questi mesi di confronto con i territori, hanno sempre tenuto alti i tre capisaldi cui si ispira la riorganizzazione della rete sanitaria: i tempi, i saldi e la qualità della salute dei cittadini.  Con la delibera di oggi mettiamo a punto il progetto presentato poche settimane fa, e sul quale abbiamo voluto ascoltare i parere dei tecnici dei Ministeri e degli amministratori locali. Come si può vedere i cambiamenti che abbiamo dovuto apportare sono poca cosa rispetto all’impianto iniziale, a conferma della competenza e della precisione con cui era stata elaborata la prima bozza. Ora entriamo in una seconda fase: oggi comunicheremo formalmente questa delibera a Sindaci e amministratori, e, lo dico chiaramente, chi deciderà di fare ricorso sappia che lo presenterà contro tutta l’amministrazione regionale. 

 

A breve farò partire una lettera per il Ministero della Sanità per chiedere l’anticipazione del cosiddetto tavolo ex Massicci e l’anticipazione dello sblocco assunzioni. A tal proposito chiederò anche un incontro con i sindacati per condividere insieme un percorso di verifica delle situazioni di emergenza denunciate nei giorni scorsi da alcuni quotidiani. Abbiamo la necessità di fare assunzioni mirate, e quindi dobbiamo capire bene dove siano i vuoti veri, nell’interesse dei lavoratori ma soprattuto della salute dei cittadini.” 

Fratelli d'Italia: "Aurora e barriera, basta criminalità!"

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MANIFESTAZIONE “ADESSO BASTA”: MARRONE – ALESSI (FDI): I QUARTIERI AURORA E BARRIERA DI MILANO MANIFESTANO CONTRO LA CRIMINALITA’ RIVENDICANDO I DIRITTI DI SICUREZZA E TUTELA. DOPO TANTE PROMESSE L’AMMINISTRAZIONE TACE

 

Sabato 24 gennaio, Maurizio Marrone, Capogruppo FDI Comune, e Patrizia Alessi, Capogruppo FDI in Circoscrizione 7  parteciperanno alla manifestazione di protesta, organizzata dall’Associazione Corso Giulio Cesare con i cittadini dei Quartiere Aurora e Barriera di Milano, contro l’assoluta mancanza di sicurezza nel quartiere e per denunciare l’abbandono da parte dell’Amministrazione comunale.

 

“I cittadini che scenderanno in strada, vogliono manifestare non solo la loro paura e la preoccupazione per la situazione di insicurezza e per il dilagare della microcriminalità ma soprattutto – affermano Marrone e Alessi- vogliono rivendicare il loro diritto di poter uscire di casa, camminare per strada, di portare i figli a scuola o ai giardini. Il centro sinistra – denunciano i consiglieri -ormai da anni ha dimenticato le periferie e le zone “più difficili” della Città. E’ stato così durante il decennio Chiamparino e purtroppo con Fassino la musica non è cambiata, anzi. Chiediamo una maggiore presenza delle Forze dell’Ordine sul territorio, a partire dagli agenti della Polizia Municipale troppo impegnati ad elevare multe e molto poco a presidiare il territorio

 

Saremo insieme ai cittadini perché  l’Amministrazione Civica non può continuare minimizzare, come spesso avviene, i segnali negativi che vengono dal territorio e che sono sotto gli occhi di tutti”. E’ deprimente vedere nuovamente i cittadini costretti a scendere in strada per gridare Adesso BASTA dopo tutte le promesse e i buoni propositi della Città dopo l’omicidio di Via Chivasso avvenuto a fine 2011: negli anni siamo riusciti a far approvare mozioni e ordini del giorno per riqualificare Aurora e Barriera di Milano, ma la Giunta Fassino non le ha mai attuate! 

 

Per questo saremo con loro sperando di non essere gli unici politici a difendere questi territori. Ci aspettiamo che il Primo Cittadino non sia a Roma ma sia al nostro fianco. I residenti sono al limite della sopportazione e chiedono aiuto.

 

 

Maurizio Marrone

Capogruppo FDI Comune

 

 

Patrizia Alessi

Capogruppo FDI Circoscrizione 7

 

Museo dello Sport: il crowfunding per la salvezza

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Un sistema di raccolta fondi collaborativo che permette a progetti, idee, sogni di realizzarsi grazie al contributo di piccoli ma numerosi finanziatori

 

L’Associazione Amici del Museo dello Sport ha lanciato una campagna di raccolta fondi a favore del Museo ospitato allo Stadio Olimpico di Torino attraverso la più grande piattaforma di crowdfunding americana, la Indiegogo di San Francisco. Il crowdfunding, o meglio finanziamento collettivo, è un sistema di raccolta fondi collaborativo che permette a progetti, idee, sogni di realizzarsi grazie al contributo di piccoli ma numerosi finanziatori.

 

La scelta della piattaforma californiana  sottolinea la portata internazionale della collezione e la volontà da parte dell’Associazione di far conoscere il Museo oltre i confini italiani ed europei nella certezza che lo spirito ed i valori che sottendono il Museo dello Sport  siano e debbano essere universali.

 

“Gli Amici del Museo dello Sport hanno raccolto il nostro appello per far sì che il Museo possa continuare a trasmettere i valori etici dello sport alle nuove generazioni e possa continuare a far rivivere quelle emozioni che solo grandi campioni e campionesse della vita e dello sport possono trasmettere. I fondi raccolti serviranno a dare visibilità sul territorio al Museo, che sono convinto non ha ancora raggiunto la popolarità che merita e che, nell’anno di Torino Capitale Europea dello Sport, può finalmente raggiungere e realizzare gli obbiettivi prefissati fin dalla nostra nascita: diventare una casa di tutti gli sport e gli sportivi ed una voce autorevole nel panorama culturale e sportivo, voce che ha da poco ricevuto il graditissimo riconoscimento da parte del Coni nazionale. ” queste le parole del Presidente del Museo dello Sport Onorato Arisi.

 

La campagna di crowdfunding ha come obbiettivo la raccolta di donazioni per un totale di 50.000 dollari, le donazioni partono da un minimo di 1$ e sarà possibile contribuire  entro e non oltre l’8 marzo 2015. Chi decide di donare e partecipare alla raccolta fondi ha anche la possibilità di scegliere tra somme  che prevedono riconoscimenti diversi:

 

si parte dal Museum’s Friend – Amico del Museo –  che a fronte di una donazione di 25$ riceverà una  lettera di ringraziamento ufficiale dal Museo ed un ingresso omaggio utilizzabile in qualsiasi momento- passando per il Platinum Member,  per chi offre 200 dollari è prevista una targa di ringraziamento che sarà esposta al Museo oltre all’entrata gratuita ad un evento allo Stadio Olimpico (partita, concerto, ecc). Al donatore che sosterrà le attività del Museo con 1000 $ andràil riconoscimento di  Museum Founder – Fondatore del Museo e la possibilità, tra le altre cose, di trascorrere una giornata al Museo e allo Stadio con un campione.

 

Di seguito il link per visionare o partecipare alla campagna di Crowdfunding:

 https://www.indiegogo.com/projects/olympic-sport-museum-in-torino-italy