Dopo le tappe dello Slam, il Monviso Sporting Club ha organizzato l’appuntamento più importante di padel della stagione, mettendo a disposizione degli atleti 3.000 euro di montepremi oltre ai rimborsi per il pernottamento per le coppie semifinaliste.

Un ottimo esordio se si pensa che il padel è ‘sbocciato’ in Piemonte solo da circa un anno. Cinquantotto le coppie iscritte complessivamente e tre i tabelloni conclusi: uno ‘Open’ femminile con dodici coppie, uno di terza e quarta categoria con venticinque coppie, i cui semifinalisti si sono qualificati al tabellone Open maschile a cui si sono iscritte di diritto diciassette coppie. Solo dodici le coppie provenienti da fuori Piemonte ed esattamente dall’Argentina, dalla Lombardia, dall’Emilia Romagna e dal Lazio che vantano una maggiore tradizione padelistica rispetto al Piemonte. In ambito maschile il successo è andato alla coppia italo-argentina Cristian German Gutierrez/Hugo Sconochini (argentino, naturalizzato italiano e già campione di basket) sulla coppia italiana Alberto Albertini/Enrico Burzi al termine di una partita spettacolare (64 76).

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In ambito femminile, invece, successo a sorpresa della coppia lombardo-romagnola Giulia Sussarello/Sara D’Ambrogio contro la coppia romana, testa di serie n. 2, Sara Celata/Martina Lombardi al termine di una partita altrettanto bella (64 76).
Davanti a poco meno di un centinaio di persone, in entrambe le finali si è visto un livello di gioco alto e molto spettacolare; in particolare, in campo maschile, ha impressionato l’argentino Cristian Gutierrez (attualmente n. 37 al mondo) che ha intrapreso un “match in singolare” con il campione italiano Enrico Burzi, mentre in ambito femminile, la giovane e promettente comasca, Giulia Sussarello, ha dimostrato grande solidità fisica e mentale mettendo in campo un gioco aggressivo e coprendo da sola tre quarti di campo contro la forte coppia Celata/Lombardi, entrambe giocatrici nazionali e, rispettivamente, una campionessa italiana e l’altra vicecampionessa.
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In entrambi i tabelloni Open, le coppie torinesi hanno tenuto alto l’onore di casa cedendo il passo contro avversari decisamente superiori e raggiungendo, comunque, piazzamenti pregevoli. In ambito femminile si sono fermate ai quarti di finale: la coppia Barbara Cravero/Carola Scialpi cedendo il passo alla forte coppia milanese-bolognese Maria Maderna/Martina Camorani (62 61), quella
formata da Chiara Sangiorgio e Carlotta Colombo perdendo contro la testa di serie n. 2 Celata/Lombardi (61 61) ed il tandem Chiara Prati/Simona Impagliazzo battute dalla coppia torinese-bolognese Manuela Savini/Laura Pollacci (60 60); quest’ultima coppia ha, poi, perso in semifinale contro Celata/Lombardi (62 62).
In ambito maschile, la coppia formata dai due forti tennisti Alberto Giraudo/Nicolò Vercellino si è fermata nei quarti di finale contro la testa di serie n. 4 Carlo Conti/Giordano Orecchio (63 61), mentre Marcello Motta/Simone La Pira, dopo una lottatissima partita negli ottavi, hanno perso anche’essi nei quarti di finale contro la più solida coppia Albertini/Burzi (61 63).
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Nel tabellone di terza e quarta categoria maschile hanno raggiunto le semifinali, conquistando la qualificazione nel tabellone Open, le coppie: Armando Calvetti/Stefano Peracchione (64 57 63 sulla coppia Giancarlo Maccagno/Costabile Cilento), Guglielmo Cavallotto/Nicola Goitre (63 64 sulla coppia milanese Edoardo Marchisio/Filiberto Rizzitiello), Paolo Ballatore/Alessandro La Gioia (36 76 61 sulla coppia Alessandro Ferrero/Marco Cassetta) e Luca Nicoletti/Stefano Reitano (61 63 sulla coppia Carlo Villani/Denis Musurana). Dei qualificati, le coppie Cavallotto/Goitre, Ballatore/La Gioia e Nicoletti/Reitano hanno superato il primo turno del tabellone Open, fermandosi nei quarti di finale. Il livello di gioco del padel in Piemonte sta crescendo anche se il gap con le altre regioni, come Lombardia o Lazio, è ancora alto, ma la passione dei giocatori e l’impegno economico dei circoli consentirà alla nostra regione di raggiungere livelli alti di gioco. La dimostrazione di questa inevitabile tendenza sono il numero di campi aumentato sensibilmente nell’arco di dieci mesi, il
numero di tesserati agonisti ed il numero di squadre piemontesi che parteciperanno all’imminente campionato nazionale di serie B. La Federazione tennis dovrà andare oltre quanto sta già facendo, garantendo maggiore sostegno ai circoli che vorranno investire ed ai giocatori, nuovi e non, che vorranno dedicarsi a questo divertente sport.
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A Torino ed in tutto il Piemonte, purtroppo, sono ancora poche le strutture indoor e, se, come probabile, il numero dei giocatori agonisti e amatoriali continuerà ad aumentare, già a partire dalla prossima stagione, i campi al coperto saranno insufficienti a soddisfare la domanda. L’auspicio è che nascano nuovi centri specializzati nel padel oppure che i circoli di tennis aumentino i campi da padel e ne prevedano la copertura per affrontare la lunga stagione invernale piemontese.
In questo senso, il Monviso Sporting Club, ha già dimostrato di voler investire nel padel realizzando tre campi (con la previsione di raddoppiare a breve), di cui due al coperto sotto una struttura permanente. E così l’AD Stefano Ponzano ha confermato che “abbiamo voluto fare le cose professionalmente e pertanto anche al padel ci siamo approcciati con la finalità di diventare un punto di riferimento per il movimento regionale e nazionale”. Ora, per consentire la crescita del movimento padelistico in Piemonte, l’auspicio è che anche altri circoli possano intraprendere percorsi simili. Per garantire questa crescita è necessario non dimenticare i tre concetti chiave che hanno consentito al padel di diventare il secondo sport più praticato in Spagna: il padel è divertente, facile da imparare anche dopo poche lezioni e deve essere uno sport accessibile a tutti.
MS
Foto: Monviso Sporting Club
Peppe… non sono fittizie. Può dare la sensazione che debba essere la solita routine del ruolo dover sostenere interviste ma, a ben vedere, il mondo che lui vive ogni giorno lo condiziona in positivo e gli dà la carica istintiva per rendere luminosa la propria realtà. “Eccolo” è la prima parola che pronuncia al suo arrivo e lo fa come lo si dice ad un amico ad un appuntamento. E’ sorprendente la sua disponibilità dopo allenamento e massaggio per riprendere al top con la sua schiena, e non si può non apprezzarne la qualità della persona. Il suo racconto sembra essere quello di un predestinato anche se lui lo considera come normale. Inizia a 6 anni e procede in tutta la trafila che lo conduce dalle giovanili alle nazionali, ma sa che tutto questo è conosciuto e sa che il suo passato è noto, e credo che la sua volontà sia di osservare il presente e sognare sempre il futuro. Sembra un personaggio di Oscar Wilde, sempre proiettato in avanti con
una luminosità particolare che emana intorno a sé voglia di vivere. Tra i suoi ricordi curiosi, troviamo che un politico famoso avrebbe fatto di tutto per averlo a giocare nella sua squadra del cuore a Roma, ma non se ne fece nulla, ma forse, oltre ai molteplici riconoscimenti individuali, alcune esperienze lo aiutano a continuare quel percorso di crescita individuale che ancora oggi lo rende sempre protagonista. Ad un certo punto della carriera vola in Spagna a giocare da “straniero” e in quel luogo prova l’esperienza del “coccolato” ma responsabilizzato perché se sei in un luogo e non sei indigeno, devi giustificare con i fatti la tua presenza e questo ti costringe ad essere sempre concentrato. Il mondo spagnolo cestistico sembra più appassionato allo spettacolo che al risultato in sé, ma questo per lui non è fondamentale, in quanto per lui l’impegno è sempre identico.
elegante. Già, elegante. Esiste un’eleganza forzata (come la ricerca di abiti sgargianti o ammennicoli assurdi) o chi ce l’ha naturale. Peppe la cerca nei particolari innati, come il suo numero di maglia, scelto sempre per la sua eleganza di forma, prima il numero 6 poi il 3 e adesso 8: una progressione che però ha un disegno sempre ricorrente che può permettere di comporre con pochi segni aggiunti o tolti sempre lo stesso disegno. Un’eleganza che si ritrova nella non volontà di esternare i successi individuali che sa però di essersi guadagnato nel corso degli anni. La mancanza di arroganza non significa remissività ma è la consapevolezza dei forti. I risultati sono in bacheca e sotto gli occhi di tutti e il pubblico conosce il passato, ma non si vive là dietro… e lui ha ancora un sogno nel cassetto che non è ancora stato aperto e che desidererebbe tanto schiudere: vincere di squadra.
La voglia di vincere qualcosa con la squadra è un segnale solo delle persone forti, che vogliono vincere non solo per qualcuno (per sé, per la carriera, per gli sponsor, …) ma CON qualcuno, ed è il massimo per chi sceglie uno sport come il basket, un vero sport di squadra, dove da soli non si può fare tutto.
E’ sempre un piacere incontrare un sorriso, ed un sorriso timido ma sincero è qualcosa di più. Valerio Mazzola si presenta come un ragazzone forte e deciso, ma nei suoi occhi si illuminano sprazzi di una intelligenza di qualità differente dal comune corroborata da un’attenzione al mondo non comune.
Su Premium Sport il tecnico rossonero Vincenzo Montella si scusa per le intemperanze dei milanisti nel fine partita:
“Non muore mai, il Milan: è una squadra sorniona, sembra che esca dalla partita e invece…”
equilibrata. Deulofeu è bravo ad entrare in area e ad aprire le difese. I rossoneri hanno una grande velocità e tecnica, un gioco fisico a centrocampo”.
Il coach Vitucci aveva avvisato i suoi ragazzi che contro Milano occorreva una prestazione da dieci e lode. Fiat Torino non ha giocato male, ma non abbastanza bene per vincere contro Milano che, grazie anche ad una panchina lunga, ha dimostrato ancora una volta di essere una squadra solida e compatta anche quando si è trovata gli avversari ad un punto di distanza.

Donne e sport, è il tema al centro delle iniziative organizzate dalla
Con le tavole si cerca di rappresentare metaforicamente e con leggerezza
dell’Udinese:
già avviene per il tennis), voluta dal Comitato nazionale padel della Fit da quest’anno, allungherà le giornate di torneo, ma consentirà ai giocatori meno esperti di iscriversi ad un torneo dello Slam senza incontrare al primo turno avversari di categoria superiore.
Rossi (Lorenzo), Orecchio, Spizzica ed i forti giocatori di casa Trevisan, Severini, Cremona e Carrara, mentre tra i grandi assenti i fratelli Capitani, Burzi, Sarmiento, Pupillo (Alessandro), Sinisi, Bruno, Girodat, Planas; in ambito femminile, invece, erano presenti Testud (già n. 7 al mondo di tennis WTA), Celata, Papacena, Lombardi, Camorani, Maderna, Tommasi, Grimaldi, Pollacci e Campagna, mentre assenti erano le nazionali Moroni e La Monaca.
categoria maschile, si sono imposti Pozzoni/Zanini su Bosio/Falleni, entrambe coppie milanesi ed, in quello di quarta categoria maschile, Rivera/Sciutto su Marchisio/Rizzitiello.
In Piemonte, invece, i tesserati di padel nel 2016 erano poco meno di trecento; nel 2017 questo numero è destinato ad aumentare grazie alle diverse iniziative organizzate a livello agonistico ed amatoriale, rispettivamente, dalla federazione e dai circoli. A dimostrare la crescita del padel nella nostra regione e l’impegno dei club, basti pensare che dai cinque campi del 2015, oggi si contano circa trenta campi, di cui solo una quindicina a Torino e nella prima cintura. L’interesse e la passione per questo sport sta crescendo velocemente ed i risultati, in termini di livello di gioco, si vedono già nel fatto che diversi giocatori piemontesi prendano parte a competizioni fuori dai propri confini regionali, per mettersi alla prova con le altre realtà nazionali.
In un PalaRuffini come al solito gremito di tifosi, Fiat Torino èscesa in campo decisa a riscattare le due ultime brutte prestazioni. E nonostante e un avvio di gara in salita, la squadra torinese èriuscita a rimanere sempre in partita ed a capovolgere il risultato nel momento di maggiore sofferenza, quando Brindisi era in volata verso la vittoria finale.
Il primo quarto si è chiuso con Torino sotto di 3 punti (20-23) e con Wilson come il migliore in campo con 9 punti. Nel secondo quarto, con cuore e un’ottima difesa a zona, Fiat Torino è passatain vantaggio per la prima volta, anche se ha chiuso il primo tempo indietro di un punto (43-44).
risultato finale. Questa volta Fiat Torino è stata più lucida degli avversari ed ha saputo portarsi avanti e gestire il vantaggio. A poco più di un minuto e mezzo dalla fine, Torino era avanti di cinque punti, grazie ad una tripla di Goss sul ferro ed un canestro da due di Wright (88-83). Il finale è stato da mozzafiato: a 14 secondi dalla fine il risultato era di 88-86per Torino. Washington è andato in lunetta segnando uno dei due punti a disposizione (89-86). A dieci secondi, Brindisi ha avutopossesso palla in attacco ed ha realizzato due punti grazie alla lunetta di Goss. A 8 secondi dal fischio fiale, Wright ha segnato uno su due tiri liberi, a seguito del fallo subito in attacco (90-88), ma i ragazzi di Fiat Torino hanno potuto tirare il fiato ed esultaresoltanto quando il tiro da tre punti di Goss è andato sul ferro,regalando la vittoria a Torino. Finale sofferto dunque e due punti importanti conquistati con grande cuore e grinta.