Di Manuela Savini
Vittoria meritata e due punti conquistati con cuore. Pur giocando in casa davanti ai propri tifosi, non era facile superare una squadra che non perdeva da sei partite. Con questa vittoria, Torino raggiunge Reggio Emilia e Brindisi a quota 22 punti con ancora otto incontri da disputare. Per quanto riguarda gli altri campi, tra le big vincono Milano, Avellino, Venezia e Capo d’Orlando e, da metà classifica in giù, Brindisi,Cantù e Varese.

Prossimo incontro fuori casa, domenica 19 marzo alle ore 19.00, per la sfida Umana Reyer Venezia vs Fiat Torino
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CLASSIFICA (22a giornata): Milano 38; +Avellino e +Venezia 28; +Capo d’Orlando 26; -Sassari, -Trentino 24; + Torino, -Reggio Emilia e +Brindisi 22; -Brescia, -Pistoia 20; -Caserta e +Cantù 18; +Varese 16; -Pesaro 14; -Cremona 12.
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Nel posticipo serale della 22a giornata, Fiat Torino ha mostrato, sul campo, il gioco che i ragazzi del coach Vitucci sono realmente in grado di esprimere. Hanno saputo tenere a bada gli avversari che si sono presentati a Torino forti delle loro ultime sei vittorie consecutive. Torino ha interrotto questa tendenza grazie a concentrazione, determinazione e convinzione, nonostante fosse ancora priva del proprio centro, DJ White, bloccato per problemi alla schiena. Chissà se la società, in attesa del recupero del suo giocatore e vista la posizione della squadra in classifica in termini di play off, non
stia pensando a qualcuno che prenda il posto di White fino al suo rientro. Di fronte ad un Palruffini come al solito gremito di tifosi, il coach Vitucci ha schierato in campo Wilson, Harvey, Mazzola, Washington e Wright, mentre Trento si è presentata con Marble, Hogue, Gomes, Baldi Rossi e Craft. Nel primo quarto Torino non è partita benissimo, ma grazie alle triple messe a segno da Wilson e Harvey, ha chiuso il tempo con sei punti di vantaggio su Trento (22-16). Come era prevedibile, nel secondo quarto, dopo una partenza decisa di Fiat Torino, Trento non è stata più a guardare ed ha reagito riducendo le distanze a quattro punti (41-37), realizzando un parziale a favore di 21 punti contro i 19 di Torino. Nella prima frazione di gara, Torino ha meritato il vantaggio avendo giocato in maniera più equilibrata sia in attacco che in difesa. Solo Alibegovic è sembrato un po’ sotto tono. Dopo l’intervallo Torino è sceso in campo con Wilson, Mazzola, Washington, Wright e Harvey ed ha saputo gestire il vantaggio con una difesa solida e ben organizzata, realizzando 15 punti nel terzo quarto. Trento, invece, pur avendo giocato meglio della prima frazione di gara, non è riuscita ad andare oltre i 13 punti. Al termine del terzo quarto i padroni di casa hanno chiuso in vantaggio (56-50). Nell’ultimo e decisivo quarto, il coach Buscaglia ha provato a fare reagire i suoi ragazzi, ma Torino ha saputo tenere a bada la maggiore fisicità degli avversari, infrangendo una delle difese più solide del campionato. Uomo simbolo per Fiat Torino in questo quarto è stato il giovane Cuccarolo che dopo aver esordito domenica scorsa fuori casa, anche in questa occasione ha saputo dimostrare il proprio valore. Torino ha vinto (76-67) realizzando un parziale di venti punti (contro i diciassette degli avversari) ed ha fermato il cammino di Trento, riaprendo di fatto la corsa per i play off.

Queste le formazioni:
FIAT TORINO: Wilson 0, Harvey 1, Parente 4, Poeta 8, Alibegovic 5, Wright 2, Washington 17, Okeke 18, Cuccarolo 14, Mazzola 21, Vitale 23, Crespi 33; All. Vitucci.
TRENTO: Marble 2, Sutton 9, Craft 6, Baldi Rossi 12, Moraschini, Forray 5, Flaccadori 9, Gomes 15, Hogue 9, Lechthaler, All. Buscaglia .
Queste le dichiarazioni a fine partita:
Coach Vitucci: “Una grande vittoria e per diversi motivi. E’ arrivata contro una squadra che veniva da sei successi consecutivi. Fisicamente la nostra è stata una settimana molto difficile, paragonabile a quella vissuta prima della sfida con Brescia. Eravamo dunque in grande affanno sotto questo punto di vista. Abbiamo messo in campo ciò che volevamo mettere ed il risultato è arrivato. Ottima la nostra difesa a zona che ha pagato. Siamo riusciti a tenere Trento a quota 67 e realizzare 76 punti contro la difesa simbolo del campionato. Direi che stiamo nettamente progredendo sotto tale aspetto. Abbiamo contenuto la loro fisicità. Siamo soddisfatti per i 22 punti centrati a questo punto della stagione, con 8 partite ancora da disputare. Possiamo guardare avanti con fiducia. Per quanto concerne White sarà sottoposto ad un ulteriore consulto medico tra domani e dopodomani per capire di più il suo problema alla schiena. Le decisioni in merito spettano alla società. Cuccarolo è stato eroico, giocando con un’infiltrazione e dando il massimo. Un vero esempio che i compagni hanno apprezzato”.
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Coach Buscaglia:“Una brutta partita che mi genera un mix di pensieri. Occorre mettere ordine. Torino è stata brava ed ha fatto quanto doveva, giocando con maggior voglia ed energia. Noi siamo scesi in campo con poca presenza e ci siamo trovati sempre un po’ in ritardo nelle scelte. Anche dalla panchina non era facile decidere cosa fare. Abbiamo sempre inseguito senza trovare lo switch giusto per cambiare volto al match. Ora, dopo una bella serie, dobbiamo ripartire dalla prossima partita tornando ad allenarci fin da subito con intensità”.
Foto: Fiat Torino Auxilium
Juve ai quarti senza problemi, ci pensa Dybala su rigore… stavolta senza polemiche!
di tanto il portierone dei lusitani. Il Porto prova a reagire, giusto per dare un senso al difficile tentativo di rimonta, ma le azioni si limitano a lunghi periodi di possesso palla senza mai affondare in maniera seria verso Buffon. Si va avanti così per tutto il primo tempo, con il Porto che tiene di più la palla e la Juve che però, quando attacca, dà sempre l’impressione di poter far male.

Nota di colore da sottolineare in un calcio troppo spesso pieno di veleni è la festa finale tra le due tifoserie che si applaudono reciprocamente, si abbracciano e si scambiano le sciarpe in un clima di amichevole complicità che suggella il legame tra due le squadre contro le rivali Benfica e Torino, da sempre unite e gemellate nel loro destino.
La Lazio ha vinto sul Toro per 3-1 nel posticipo della 28/a giornata di serie A.

formata da Chiara Sangiorgio e Carlotta Colombo perdendo contro la testa di serie n. 2 Celata/Lombardi (61 61) ed il tandem Chiara Prati/Simona Impagliazzo battute dalla coppia torinese-bolognese Manuela Savini/Laura Pollacci (60 60); quest’ultima coppia ha, poi, perso in semifinale contro Celata/Lombardi (62 62).
numero di tesserati agonisti ed il numero di squadre piemontesi che parteciperanno all’imminente campionato nazionale di serie B.
Peppe… non sono fittizie. Può dare la sensazione che debba essere la solita routine del ruolo dover sostenere interviste ma, a ben vedere, il mondo che lui vive ogni giorno lo condiziona in positivo e gli dà la carica istintiva per rendere luminosa la propria realtà. “Eccolo” è la prima parola che pronuncia al suo arrivo e lo fa come lo si dice ad un amico ad un appuntamento. E’ sorprendente la sua disponibilità dopo allenamento e massaggio per riprendere al top con la sua schiena, e non si può non apprezzarne la qualità della persona. Il suo racconto sembra essere quello di un predestinato anche se lui lo considera come normale. Inizia a 6 anni e procede in tutta la trafila che lo conduce dalle giovanili alle nazionali, ma sa che tutto questo è conosciuto e sa che il suo passato è noto, e credo che la sua volontà sia di osservare il presente e sognare sempre il futuro. Sembra un personaggio di Oscar Wilde, sempre proiettato in avanti con
una luminosità particolare che emana intorno a sé voglia di vivere. Tra i suoi ricordi curiosi, troviamo che un politico famoso avrebbe fatto di tutto per averlo a giocare nella sua squadra del cuore a Roma, ma non se ne fece nulla, ma forse, oltre ai molteplici riconoscimenti individuali, alcune esperienze lo aiutano a continuare quel percorso di crescita individuale che ancora oggi lo rende sempre protagonista. Ad un certo punto della carriera vola in Spagna a giocare da “straniero” e in quel luogo prova l’esperienza del “coccolato” ma responsabilizzato perché se sei in un luogo e non sei indigeno, devi giustificare con i fatti la tua presenza e questo ti costringe ad essere sempre concentrato. Il mondo spagnolo cestistico sembra più appassionato allo spettacolo che al risultato in sé, ma questo per lui non è fondamentale, in quanto per lui l’impegno è sempre identico.
elegante. Già, elegante. Esiste un’eleganza forzata (come la ricerca di abiti sgargianti o ammennicoli assurdi) o chi ce l’ha naturale. Peppe la cerca nei particolari innati, come il suo numero di maglia, scelto sempre per la sua eleganza di forma, prima il numero 6 poi il 3 e adesso 8: una progressione che però ha un disegno sempre ricorrente che può permettere di comporre con pochi segni aggiunti o tolti sempre lo stesso disegno. Un’eleganza che si ritrova nella non volontà di esternare i successi individuali che sa però di essersi guadagnato nel corso degli anni. La mancanza di arroganza non significa remissività ma è la consapevolezza dei forti. I risultati sono in bacheca e sotto gli occhi di tutti e il pubblico conosce il passato, ma non si vive là dietro… e lui ha ancora un sogno nel cassetto che non è ancora stato aperto e che desidererebbe tanto schiudere: vincere di squadra.
La voglia di vincere qualcosa con la squadra è un segnale solo delle persone forti, che vogliono vincere non solo per qualcuno (per sé, per la carriera, per gli sponsor, …) ma CON qualcuno, ed è il massimo per chi sceglie uno sport come il basket, un vero sport di squadra, dove da soli non si può fare tutto.
E’ sempre un piacere incontrare un sorriso, ed un sorriso timido ma sincero è qualcosa di più. Valerio Mazzola si presenta come un ragazzone forte e deciso, ma nei suoi occhi si illuminano sprazzi di una intelligenza di qualità differente dal comune corroborata da un’attenzione al mondo non comune.
Su Premium Sport il tecnico rossonero Vincenzo Montella si scusa per le intemperanze dei milanisti nel fine partita:
“Non muore mai, il Milan: è una squadra sorniona, sembra che esca dalla partita e invece…”
equilibrata. Deulofeu è bravo ad entrare in area e ad aprire le difese. I rossoneri hanno una grande velocità e tecnica, un gioco fisico a centrocampo”.
Il coach Vitucci aveva avvisato i suoi ragazzi che contro Milano occorreva una prestazione da dieci e lode. Fiat Torino non ha giocato male, ma non abbastanza bene per vincere contro Milano che, grazie anche ad una panchina lunga, ha dimostrato ancora una volta di essere una squadra solida e compatta anche quando si è trovata gli avversari ad un punto di distanza.

Donne e sport, è il tema al centro delle iniziative organizzate dalla
Con le tavole si cerca di rappresentare metaforicamente e con leggerezza