SPORT- Pagina 448

La Juventus espugna il Ferraris e attende il Real

logo-juventusCon rete di Vidal  la Vecchia Signora si laurea Campione d’Italia per la 33a volta sul campo mentre per gli almanacchi è il titolo numero 31. Ha conquistato il titolo con quattro giornate di anticipo rispetto alla conclusione del campionato. La festa scudetto è durata poco sia in campo che negli spogliatoi in vista dell’importantissimo match di martedì prossimo allo Stadium contro il Real Madrid di Carlo Ancelotti e Cristiano Ronaldo

L’arbitro Valeri pone termine all’incontro alle ore 19.49, giocatori e dirigenti bianconeri corrono in mezzo al campo, abbracciandosi, esultando, lanciando il proprio allenatore per aria, Massimiliano Allegri, vincitore del suo secondo scudetto dopo aver vinto il primo con il Milan. La Juventus iscrive, per gli almanacchi e albi ufficiali, il suo nome a fianco dello scudetto numero 31 anche se, la gran parte della Torino bianconera (oltre i 250 milioni di tifosi bianconeri sparsi nel mondo) sventolerà per la 33a il tricolore sulle bandiere per le vie della città: le ferite di Calciopoli sono lontane dall’essere sanate. Dentro lo stadio ligure è tempo di festeggiare per il primo campionato vinto dal tecnico livornese con la Signora, il quarto consecutivo per una squadra che da lungo tempo risulta essere la dominatrice assoluta della nostra serie A e che taglia il prestigioso traguardo con ben quattro giornate d’anticipo. E’ stata una festa sobria, iniziata nello spogliatoio prima e all’aeroporto di Caselle poi, dove i bianconeri sono stati accolti da alcune centinaia di tifosi con urla di gioia mentre piazza San Carlo tributava loro applausi e il giusto onore. Un tributo intenso ma breve: domani arrivano i campioni in carica della Champions League, il Real Madrid di Carlo Ancelotti e Cristiano Ronaldo, con tutti i sogni che si porta dietro. Ma torniamo alla partita di Marassi. Turnover solo per Pirlo, Chiellini e Morata, tra i titolari c’è Tevez. Quest’ultima scelta, sui social network juventini, non è stata molto condivisa: “Ma come, lo risparmi nel derby e lo schieri dal primo minuto a tre giorni dalla Champions?”. Occhi puntati sull’argentino mentre le due squadre si dispongono in campo con un rombo speculare. Tevez va al minimo, si gestisce, mentre Llorente ovviamente aggredisce la partita. Ma dopo 32 minuti equilibrati e bloccati, giungeva la svolta della partita: Llorente apriva per Lichsteiner che metteva sulla testa di Vidal il pallone dello 0 a 1. Boato juventino da parte della dirigenza bianconera, su tutti Marotta e Nedved mentre Ferrero, presidente della Samp, si dimostrava sconsolato. Carlitos si ripresenta in campo per disputare la seconda frazione di gioco, spaventando Viviano con un gran tiro, piazzando un cross rasoterra nell’area sampdoriana. Mihajlovic vorrebbe la sua squadra aggressiva e invece è sembrato avere poca energia nel serbatoio per questo finale di stagione. Buffon, vecchio cuore genoano, non è stato chiamato in causa per tutta la prima ora di gioco. Viene spaventato appena più tardi, quando Bergessio, subentrato a Rizzo, calcia due volte verso la porta: traiettoria sempre alta, nel secondo caso per un prodigioso recupero di Bonucci in scivolata. La Juve ha spazio per ripartire, nei momenti in cui decide di correre e di non abbassare il ritmo di gara. Tevez spreca il raddoppio con un rasoterra assai lento e lasciando il posto a Morata. Dentro anche Chiellini, per alzare il muro finale e ricomporre la difesa azzurra di Antonio Conte. “Siamo noi, siamo noi, i Campioni dell’Italia siamo noi”, intonano piccoli gruppi di tifosi juventini qua e là per il Ferraris. Allegri li guarda e sorride: il primo sorriso di giornata, il primo di una lunga serie. Poi di nuovo facce concentrate: lo spettacolo è solo all’inizio, per domani sera è tempo di Real Madrid e di una buona fetta di gloria.

 

Dario Barattin

Tra Granata e Rosanero una partita pirotecnica

TORO PALERMOPALERMO TORINO 2-2

 

Bellissima partita al Barbera di Palermo. Il Toro affronta i rosanero di Iachini in una partita che si rivela pirotecnica. Il Palermo parte subito forte e al 10′ si porta in vantaggio, sugli sviluppi di un calcio d’angolo, con Vitiello. Dopo il gol rosanero il i granata si svegliano e al 13′ pareggiano con Bruno Peres che si mette nella traiettoria di un tiro sbagliato di Quagliarella e trafigge Sorrentino, 1-1. La squadra di Iachini non ci sta e al 26′ si porta nuovamente in vantaggio con Rigoni il quale è bravo a inserirsi in area su un bel cross di Lazaar e bucare Padelli di testa. Settimo goal stagionale per il centrocampista del Palermo. I Siculi poco dopo sfiorano nuovamente il goal su calcio d’angolo, ma Andelkovic centra la traversa. Nel secondo tempo i ragazzi di Ventura cambiano ritmo e, a differenza del primo tempo, prendono in mano il gioco. Decisivi, per questo cambio di approccio, gli ingressi di El Kaddouri e Maxi Lopez. I due si rendono inoltre protagonisti del pareggio granata. El Kaddouri mette dalla trequarti un cross perfetto per l’argentino che davanti al portiere è freddo e appoggia la palla in fondo alla rete. Entrambe le sqadre però, anche se per motivi differenti, vogliono i tre punti. I rosaneri sono i primi a sfiorare il vantaggio, ma Dybala non sfrutta un cross perfetto di Jajalo che lo aveva messo da solo davanti alla porta e si mangia il goal del vantaggio. Vantaggio che all’87’ trova il Toro con la doppietta di Maxi Lopez, ma l’arbitro clamorosamente lo annulla per una lievissima spinta dell’argentino su Gonzales. La partita, con grande rammarico per i granata, si conclude sul 2-2. Ora la squadra di Ventura si trova a -2 dal Genoa sesto e la settimana prossima, dopo la commemorazione del Grande Torino a Superga il 4 maggio, i granata avranno una buona occasione per accorciare le distanze giocando in casa contro l’Empoli.

 

Filippo Burdese

Juventus batte Fiorentina e manca un punto al quarto scudetto

juve fioLa Juventus sconfigge la Fiorentina e si porta ad un solo punto dalla conquista matematica del quarto scudetto consecutivo. La partita ha visto nuovamente sugli scudi l’artefice principale di questo campionato della squadra allenata da Allegri, Carlitos Tevez che ha realizzato una doppietta prima della rete del momentaneo pareggio di Fernando Llorente. L’arbitro Banti, nel corso dell’incontro, ha decretato due penalty in favore della Viola, il primo realizzato e il secondo sbagliato da Rodriguez.

 

L’Apache ci ha messo davvero poco a ritornare decisivo. Dopo l’opaca prestazione fornita sia contro il Monaco ma anche con il Torino, Carlitos Tevez è risultato nuovamente decisivo per il risultato finale contro la Fiorentina. È proprio lui la miglior notizia per Massimiliano Allegri che, da perfezionista quale è, non sarà del tutto soddisfatto della prestazione complessiva della squadra ma che può contare, in vista della partita decisiva di Champions League di martedì prossimo contro i Galattici del Real Madrid. La partita di ieri sera poteva, se la Lazio non avesse vinto contro il Parma, già decisiva per la conquista dello scudetto. Così non è stato ma la festa è solamente rinviata di poco. La matematica dice che basterà realizzare un solo punto per conquistare il tricolore con qualche giornata di anticipo rispetto alla conclusione del torneo. Si vedrà se il punto necessario arriverà sabato prossimo da Genova, nella partita che vedrà impegnati i bianconeri a Marassi con la Sampdoria o se si dovrà aspettare quella casalinga del 9 maggio con il Cagliari. Dicevamo che il 3 a 2 con cui la Juventus ha battuto in rimonta la Fiorentina regala buone indicazioni al tecnico livornese oltre al suo uomo di punta, arrivato a quota 20 gol in campionato, 28 in stagione.

 

Questa partita non poteva essere troppo attendibile in vista del Real, ma la Vecchia Signora si è dimostrata in discreta forma. Un super Barzagli, artefice di eccellenti interventi, Lichtsteiner ed Evra in progresso. Qualche dubbio sulla condizione di Pirlo, Marchisio e Vidal. I centrocampisti dovranno migliorarsi per cercare di impensierire i Blancos. La Fiorentina, ha disputato una buona gara almeno fino al vantaggio su rigore di Gonzalo Rodriguez, ma ha rallentato il suo cammino in campionato e si è vista passare davanti in classifica il Genoa di Gasperini. Gli rimane l’occasione storica di vincere l’Europa League: col Siviglia sarà un doppio confronto bello, interessante e molto equilibrato. Da parte sua, Allegri ha confermato l’assenza sia di Vidal che di Morata, oltre allo squalificato Bonucci. Montella ha rinunciato a Borja Valero, per il resto ha schierato la squadra tipo, compreso un Salah che, come da copione ha creato, soprattutto nel primo tempo, parecchio fastidio alla Juve. Nella prima mezz’ora le due squadre si sono studiate a vicenda. La prima palla gol è di un convincente Llorente, che si girava su Rodriguez e impegnava Neto. La Viola passava alla mezz’ora esatta di gioco. Il tocco di Pirlo, subito dentro l’area sul dribbling di Joaquin è netto, Rodriguez dal dischetto realizzava l’1-0. I bianconeri reagivano immediatamente: contatto dubbio tra Sturaro e Neto fuori dall’area, punizione di Pirlo e testata vincente di Llorente, che sovrastava Savic: 1 a 1. La Fiorentina soffriva ogni volta che la sfera si alzava: prima Evra impegnava Neto, poi era Tevez a saltare sul cross del francese, molto positivo da alcune partite, sull’ultima azione del primo tempo e insaccava alla destra del portiere brasiliano.

 

Si andava al riposo sul 2 a 1. Dopo dieci minuti di gioco Allegri decideva di sostituire  Pirlo. La partita continuava con sprazzi di gioco da una parte all’altra. Da registrare le forti accelerazioni di Joaquin e Salah. Lo spagnolo si conquistava il secondo rigore della serata, ubriacando con una finta Chiellini nell’uno contro uno. Stavolta Gonzalo calciava fuori, sprecando l’ennesimo calcio di rigore (1 su 6 in campionato). Subito dopo, per una vecchia ma sempre valida legge del calcio, gol sbagliato gol subito, la partita si chiudeva quando Marchisio (300 partite in bianconero) smarcava con un lancio millimetrico Tevez, freddando l’incolpevole Neto. Per l’occasione, i movimenti di Basanta e Rodriguez non sono risultati perfetti. Lo Stadium, nonostante la punizione finale di Ilicic che ha fissato il risultato finale sul 3 a 2, si rilassa in attesa della gara con CR7 e la sua corazzata capitanata di Carlo Ancelotti. Sperando che la prestazione fornita nell’occasione dall’Apache sia più positiva rispetto a Montecarlo.

 

Dario Barattin

 

Derby della Mole, ecco le nostre pagelle granata

toro carosellotoro flagtoro bandieraCommento post-derby

Venti anni. Un lasso di tempo lunghissimo che ha segnato le memorie delle generazioni granata più giovani. Generazioni che per anni non hanno potuto urlare di gioa per una vittoria della loro squadra sui rivali. Per questi tifosi i derby più memorabili erano quelli del 2001/2002, segnati dalla rimonta all’andata da 0-3 a 3-3 e dal 2-2 del ritorno in cui Maresca sbeffeggiò la piazza granata imitando le corna di Ferrante, una leggenda per il Toro, dopo il goal del pareggio. Ma ieri finalmente i giocatori in campo e il loro condottiero, mister Ventura, hanno fatto un regalo bellisimo ai tifosi. Viste il giorno dopo, le azioni salienti del match, danno quasi la sensazione che fosse destino che il Toro portasse finalmente a casa i tre punti nel derby perchè, si sa, la fortuna è cieca, ma per vent’anni aveva simpatizzato solo per “l’altra squadra”. Invece ieri è successo qualcosa di magico, la fortuna ha scambiato i colori bianconeri per quelli granata e ha fatto sì che tre tiri della Juve, al posto che regalare l’ennesima beffa al popolo torinista, sbattessero contro il palo, permettendo così ai ragazzi di Ventura di raggiungere una storica vittoria che, oltre alla gloria, regala ai granata altri due motivi per essere felici. In primo luogo la vittoria dà tre punti al Toro che, approfittando dei passi falsi di Sampdoria e Fiorentina, si porta a -2 dal sesto posto che significherebbe ritorno in Europa League. In secondo luogo, per la società, l’allenatore e i giocatori, la vittoria vale due volte tanto, anzi quattro. Esatto perchè battere una squadra la quale ha quattro volte il tuo monte ingaggi (27 milioni il Toro, 118 la Juve) non può che darti una carica mentale difficile da contenere per i futuri avversari. Quella di ieri dunque è stata una vera impresa che consentirà alla squadra di affrontare il Palermo, mercoledì, con un pieno di autostima e ai tifosi più giovani, dopo venti anni di sonni agitati, di andare a letto tranquilli e soddisfatti perchè il Toro è tornato!

 

(Foto: il Torinese)

Filippo Burdese

 

LE PAGELLE GRANATA

Dopo vent’anni il Toro ritrova il successo nel derby e grazie alle sconfitte di Sampdoria e Fiorentina si porta a -2 dal sesto posto che vale la qualificazione in Europa League. A decidere la partita sono i goal di Darmian e Quagliarella che ribaltano il risultato dopo il vantaggio bianconero firmato da Pirlo su punizione e danno tre punti importantissimi alla squadra di Ventura.

 

Padelli 7: resta immobile sui tre pali colpiti dalla Juve e sul capolavoro di Pirlo, merita un voto alto per il miracolo sul colpo di testa su Sturaro che permette ai granata di mantenere il vantaggio;

 

Maksimovic 6,5: le sue uscite palla al piede permettono spesso al Toro di respirare, per il resto è sempre concentrato e si fa trovare sempre pronto;

 

Glik 7: a inizio partita il suo intervento in anticipo su Matri vale quanto un goal, si carica la difesa sulle spalle e sfoggia la solita grande prestazione. Capitano vero;

 

Moretti 6,5: non sbaglia nulla e mantiene sempre alta la concentrazione annullando spesso Pereyra e chiunque si trovi nella sua zona. E’ costretto a prendere un giallo per un brutto fallo su Tevez;

 

Peres 6,5: lesue accellerazioni sono meno efficaci del solito, ma intimoriscono sempre la retroguardia bianconera. Nella ripresa dopo una bella azione personale si ritrova in area di rigore, ma pecca di egoismo non servendo i compagni meglio posizionati e spreca un occasione;

 

Gazzi 6: il rosso inizia il match in grave difficoltà, prima regalando un pericolosissimo contropiede alla Juve, poi concedendo la punizione da cui nasce il goal di Pirlo. Con il passare dei minuti cresce e torna sui suoi standard abituali;

 

Benassi 6,5: comincia ad accumulare esperienza e si vede. Non si lascia tradire dall’emozione, come più volte successo in passato, non commette errori e corre tantissimo. Esce per crampi (dal 26′ s.t. Vives 6: aiuta il centrocampo a resistere all’assalto finale della Juve, prende un giallo per fallo di mano)

 

El Kaddouri 7: grazie a lui la manovra offensiva granata è più fluida e fantasiosa, sull’azione del 2-1 il suo passaggio smarca Darmian il quale poi confeziona l’assist del 2-1;

Darmian 8: con Quagliarella è lui l’uomo copertina di questo derby. Grazie a un controllo sbagliato riesce a saltare tutta la difesa bianconera e segnare l’1-1 e nella ripresa mette Quagliarella da solo davanti alla porta per il goal del vantaggio ( dal 37 s.t. Molinaro n.g.);

 

Maxi Lopez 6: è il meno incisivo dei suoi, corre tanto e cerca qualche giocata, ma è poco preciso e non entra mai completamente in partita (dal 16′ s.t.Martinez 6: gli viene giustamente annullato il goal del 3-1 per fuorigioco);

 

Quagliarella 8: dribbla Bonucci per poi servire l’assist per il pareggio di Darmian e nel secondo tempo entra nella storia del Toro segnando il goal del definitivo vantaggio. Oltre a questo corre sempre tantissimo e i suoi cambi di gioco sono da 10 e lode;

 

All. Ventura 9: “In questi quattro anni abbiamo costruito una bella torta e questa è la ciliegina”, questa la sua dichiarazione a fine partita che vuole sottolineare il capolavoro creato dal tecnico ligure che ha ridato entusiasmo, onore e risultati a una piazza che senza dubbio lo merita, leggenda.

 

FB

 

Toro arrembante e la Vecchia Signora si arrende

toro bandieratoro juve juve toroSTADIO OLIMPICO NUBIIl derby della Mole è appannaggio del Torino che dopo venti anni si aggiudica la stracittadina. La rete della vittoria, ironia della sorte, la realizza l’ex bianconero Fabio Quagliarella. La gara è stata preceduta da episodi violenti che nulla hanno a che fare con lo sport. Onorata fino alla fine dai giocatori di entrambe le squadre, la Vecchia Signora ha dovuto arrendersi ad un Toro arrembante, accompagnata anche da una buona dose di sfortuna, tre i pali colpiti durante l’incontro

 

 La Juventus ha dovuto rimandare la festa scudetto probabilmente ancora per un paio di partite grazie ad un Torino arrembante sin dal primo minuto di gioco. Si è conclusa così, la lunga astinenza da parte dei tifosi granata che non riuscivano più a sconfiggere i cugini bianconeri. I granata se lo sono aggiudicato meritatamente chiudendo la partita con il punteggio di 2 a 1. E’ stato senza dubbio, uno dei derby più emozionanti degli ultimi anni. Molto meno emozionante il pre partita che ha fatto registrare una sassaiola contro un vetro del pullman bianconero. Successivamente, una manciata di minuti dopo l’inizio della gara, una esplosione all’interno dell’Olimpico che ha ferito una decina di tifosi. Scene da condannare in maniera ferma e decisa, tutto l’opposto di ciò che si è visto sul terreno di gioco. Vantaggio di Pirlo e pareggio di Darmian nel primo tempo. Nella ripresa la rete-vittoria di Quagliarella. Juve anche sfortunata con tre legni colpiti. In classifica non cambia nulla per Madama: la Lazio ha pareggiato in casa col Chievo e i punti di vantaggio sui biancocelesti, secondi in classifica, sono 14. Per i granata continua la lotta per accedere all’Europa League. Ventura ha schierato un 3-5-2 con Bruno Peres e Darmian esterni. A centrocampo Benassi, preferito a Vives. In attacco chance dal 1° minuto per Maxi Lopez. Al suo fianco Quagliarella. Allegri risponde con il 4-3-1-2 con Pereyra dietro le punte che sono state Matri e Morata. Al posto di Marchisio, squalificato, ha giocato Sturaro che ha completato il centrocampo con Vidal e Pirlo. In difesa Ogbonna e Padoin terzino sinistro. Parte forte il Toro con un pressing alto che non fa ragionare la Juve. Ma è Matri ad avere le occasioni migliori: al 12°, smarcato alla grande da Pirlo, calcia sopra la traversa. Subito dopo sbaglia una girata al volo mentre in un’altra circostanza lo ferma Glik. Sul fronte opposto ci prova Quagliarella, ma senza fortuna. Gazzi non è in giornata, sbaglia tanto e al 34° stende Matri al limite dell’area. Punizione di Pirlo che insacca con un tocco magico di destro che tocca la traversa ede entra nella porta di Padelli. Il Torino accusa il colpo e sembra smarrirsi. La Juventus gestire la palla a centrocampo. Si giunge al 44°: Quagliarella sorprende Bonucci, va sul fondo, servendo l’accorrente Darmian che controlla male ma riesce a correre verso la palla con la difesa bianconera immobile e la conclusione, da pochi passi, termina in gol per l’1-1. Il secondo tempo si apriva con un’altra punizione per Pirlo che batteva ancora in modo sublime ma coglieva il palo con Padelli impotente. Il Torino non si scomponeva e al 12° passava in vantaggio: El Kaddouri attaccava l’area, servendo a sinistra Darmian che crossava radente nell’area piccola dove Quagliarella con una zampata anticipava Ogbonna e insaccava. Tredicesimo gol in campionato per l’attaccante campano. Iniziavano i cambi dei tecnici e se Ventura levava Maxi Lopez per Martinez, Allegri faceva entrare Tevez al posto di Morata. Al 25° grossa chance bianconera per Vidal: traversone di Pereyra e colpo di testa del cileno che non trovava lo specchio della porta. La Juventus premeva e nel Toro entrava Vives al posto di Benassi. Al 32°, secondo legno per i Campioni d’Italia: cross di Lichtsteiner e colpo di testa di Matri che scheggiava il legno alla destra del portiere. Allegri faceva subentrare Pepe per Pereyra e Llorente per Padoin nel finale. Ma la sfortuna si accaniva con i bianconeri, come al 36°: tiro-cross dalla sinistra e terzo palo ad opera di Matri. La sfera tornava in gioco, Vidal concludeva e Padelli respingeva. Padelli risultava decisivo anche poco dopo quando volava a negare il 2-2 a Sturaro che colpiva di testa da distanza ravvicinata. Gli ultimi minuti era un arrembaggio bianconero ma i granata stringevano i denti, resistevano e dopo cinque minuti di recupero potevano festeggiare uno storico successo nel derby della Mole.

 

Dario Barattin

Monaco, solo 0 a 0: bianconeri sottotono

juventus_logo_black_and_white_I bianconeri accedono alle semifinali di Champions League con una prestazione sottotono, soffrendo e resistendo alla pressione costante dei monegaschi. Una brutta serata europea quella esibita dalla squadra di Allegri che ha auspicato, per il sorteggio di domani, di non “pescare” il Bayer di Monaco. Nel corso della partita non concesso un possibile calcio di rigore per atterramento in area di Kondogbia

 

 La Juventus è fra le prime migliori quattro squadre d’Europa dopo una gara condotta all’insegna della sofferenza, offrendo una prova di resistenza a Monaco. Il risultato finale di 0-0 non può accontentare i raffinati del bel calcio, ma regala al gruppo di Allegri un risultato storico per il calcio italiano degli ultimi anni. Certo, Bayern Monaco, Barcellona e Real Madrid sono di un altro pianeta. Ma tra le grandi d’Europa c’è anche la Juve. Ci entra in semifinale di Champions. Barcollando, questo è quello che conta, contro le previsioni di Conte e gli auspici di Capello: dopo 12 lunghissimi anni, la Signora figura nella elite europea. E’ stata una partita sofferta, giocando male. Il Monaco può recriminare: non solo per non aver segnato ma anche per un rigore non concesso a Kondogbia nel corso del primo tempo, che ci stava. Sommato al penalty dell’andata si può comprendere il disappunto e la rabbia dei monegaschi. Pericolo scampato per la Juve ma che strizza. Il primo squillo di tromba che dovrebbe scuotere dal torpore Madama dormiente arriva già al 2° minuto. Chiellini scivola (ancora!), stavolta fermando la sfera con le mani, da terra, con un intervento stile rugby: ammonito. Subito dopo Bernardo Silva salta netto due bianconeri al 15°, cross basso e Barzagli salva in calcio d’angolo. Trascorso qualche minuto da registrare un tiro di Kondogbia: di poco fuori. La Juve non è quella di Dortmund. Si passa alle maniere forti ma pericolose: al 36°, Vidal e Chiellini chiudono a sandwich Kondogbia fiondatosi in piena area. Lo stadio chiede il rigore a ragione. L’arbitro non è di questo parere. Le squadre ritornano negli spogliatoi. Nella ripresa, al 55°, Vidal con un errato retropassaggio costringe Buffon all’uscita disperata su Berbatov, la Juve è frastornata. Il 3-5-2 di Allegri è troppo basso, non copre bene il campo, il pressing del Monaco è tambureggiante, le punte sono lontane. I bianconeri sbagliano tanto: dalle distanze in difesa ai passaggi di disimpegno. Anche Pirlo sparacchia a caso, Buffon manda in fallo laterale due rinvii. Tevez assiste sconsolato a palloni scagliati in avanti altro che ripartenze ragionate. A salvarsi Barzagli, che ci mette più di una pezza e Marchisio, che lotta contro tutti. Al Monaco manca il bomber che possa risolvere la partita. Negli ultimi venti minuti anche i “principini” alla distanza calano, il ritmo si abbassa e la Juve si alza. Llorente subentra a Morata e tiene meglio il pallone. Anche Pereyra sostituisce Vidal. La punizione di Pirlo che scheggia l’incrocio dei pali sembra ridare speranza ai bianconeri ma è un fuoco di paglia. Che sia un avvertimento per Bayern, Real e Barcellona? La Juve è tornata nell’olimpo del calcio internazionale nonostante una brutta prestazione e questo è quello che conta.

 

Dario Barattin

 

Ecco chi scenderà in campo per il derby

toro juve juve toro

La probabile formazione Toro-Juve

 

Il Toro continua la sua corsa verso l’Europa League contro i bianconeri di Allegri nel derby numero 190. La vittoria non darebbe solo tre punti, ma anche un carico di motivazioni a autostima che si rivelerebbero l’arma in più nel finale di stagione dei granata.La formazione vede diversi ballottaggi. In porta naturalmente spazio a Padelli. In difesa ci saranno Moretti, Glik e uno tra Bovo e Maksimovic a occupare il centro-destra. Il serbo sembra favorito per le sue uscite palla al piede che allenterebbero la pressione bianconera sulla retroguardia e darebbero più dinamicità alla manovra offensiva. Gli esterni saranno lo stakanovista Darmian a sinistra e Bruno Peres, autore del bellissimo coast to coast al”andata, a destra. A centrocampo Gazzi e Vives si contendono un posto davanti alla difesa con il primo favorito per la sua bravura nello spezzare il gioco avversario. L’altro ballottaggio a centrocampo è quello tra Farnerud e Benassi. Titolarissimo nel ruolo di trequartista atipico sarà El Kaddouri che, con la sua fantasia, dovrà orchestrare la manovra offensiva assistito dall’ex di turno Quagliarella nel ruolo di punta. Per affiancare il bomber napoletano, Ventura dovrà scegliere uno tra Maxi lopez e martinez con “la galina” favorito sull’attaccante venezuelano per la sua capacità di essere decisivo nei momenti più importanti. Venti anni senza vincere un derby è un tempo lungo, ma mai lungo quanto i giorni che precedono la stracittadini, pieni di speranze ed emozioni contrastanti. Molti tifosi del Toro probabilmente la notte prima della partita non riusciranno a dormire, perché in fondo al cuore sperano che un sogno li attenda già il giorno dopo, ma nella realtà.

 

(Foto: il Torinese)

Filippo Burdese

Un classico 2-0 per la Juve che supera di slancio la Lazio

logo-juventusjuve stadiumjuve scudettoLa Juventus supera di slancio la Lazio, seconda in classifica, con il punteggio classico di 2 a 0. Ancora una volta è risultato determinante Carlitos Tevez autore della rete che ha sbloccato il risultato. Buona prestazione di Buffon che insieme all’argentino e ad Arturo Vidal, sono risultati i migliori bianconeri della serata. Unica nota stonata della serata l’ammonizione rimediata da Marchisio che salterà, perché diffidato, il derby di domenica prossima

La Juventus si avvicina a grandi passi verso il suo quarto scudetto consecutivo. Con il punteggio classico di 2 a 0 liquida la Lazio che veniva da una striscia consecutiva di otto vittorie. Nettamente superiore la squadra di Allegri che ha liquidato la pratica già nel corso della prima frazione di gioco. Le reti, risultate poi decisive, sono state realizzate dall’Apache, diciottesimo centro stagionale in campionato e dal difensore centrale Bonucci, autore di una incursione magistrale nel cuore dell’area biancoceleste. Con questo risultato, i bianconeri si sono portati a +15 dai diretti inseguitori, che rimangono Lazio e Roma a braccetto. In realtà, per via degli scontri diretti sfavorevoli per entrambe le romane la Vecchia Signorasarebbe a +16 a sette partire dal termine del campionato. Una voragine, che permette ai bianconeri di affrontare i prossimi impegni di campionato con grande tranquillità. Anche perché fra poco meno di tre giorni Madama affronterà, in trasferta, il Monaco, partita valevole per accedere alle semifinali di Champions League. Nonostante l’imminente e fondamentale impegno di Champions, Allegri non ha effettuato turnover, se non molto parziale, schierando un 3-5-2 con Matri e Tevez in attacco. Difesa a tre con Barzagli, Bonucci e Chiellini. Padoin ed Evra esterni, al centro Vidal, Pirlo e Marchisio. Problemi di formazione per Pioli, privo degli squalificati Cavanda e Novaretti e di tanti infortunati come De Vrij e Parolo. Recuperato Marchetti. La Lazio ha schierato un 4-3-3. Il tecnico biancoceleste Pioli ha scelto Felipe Anderson, Klose e Mauri per l’attacco. In difesa Cana e Braafheid. In regia Biglia con Cataldi e Lulic ai lati. La Lazio comincia positivamente con un pressing molto alto che non fa ragionare la Juventus. Dopo una manciata di minuti Mauri veniva pescato in area da Klose, ma Chiellini rimediava. I bianconeri si sono affacciati per la prima volta in avanti con un tiro da lontano di Marchisio che Marchetti ha neutralizzato. Intanto anche i padroni di casa alzano il pressing e il risultato è un match giocato in un fazzoletto. Tevez non tocca palla ma quando lo fa è gol. Minuto 17: lancio lungo, Vidal di testa anticipa Biglia il pallone sfila verso Tevez che si presenta solo in area e con un diagonale rasoterra di sinistro porta in vantaggio i Campioni d’Italia. La Lazio prova a reagire, ma i padroni di casa, hanno giocato meno intimiditi rispetto a Parma chiudendo ogni varco. Al 25° Klose ha la palla-gol per riportare i suoi in pareggio: lancio in area, respinta di Chiellini, il tedesco cerca lo spazio per il tiro ma Bonucci chiude in angolo.Al 28’la Juventus raddoppia. C’è in pressin la Lazio nella metà campo piemontese, ma Pirlo serve Bonucci che parte in contropiede. Gli attaccanti bianconeri si allargano alla perfezione, Cana e Mauricio non chiudono e il difensore centrale arriva indisturbato al limite dell’area ospite e realizza di destro. Sul 2-0 la Juventus prende ancora più fiducia e concede alla Lazio solo tiri da lontano con Cataldi protagonista, ma senza fortuna. La Juve sfiora il 3 a 0 su colpo di testa di Evra, fuori di poco. Allo scadere punizione di Pirlo, ma facile parata di Marchetti. Nella ripresa Pioli inserisce Candreva al posto di Braafheid, portando la squadra al 4-2-3-1 con Klose di punta. Gli ospiti giocano bene anche nel secondo tempo, ma non impensieriscono mai Gigi Buffon. Allegri dopo un quarto d’ora leva dal campo Matri per far entrare Morata con l’obiettivo di allentare la pressione biancoceleste. Al 17° Vidal, il migliore in campo insieme a Tevez, ci prova dal limite con un destro a giro: sul fondo. Dall’altra parte potente punizione di Candreva ma Buffon alza la sfera in angolo. Subentra Keita al posto di Mauri, stasera mai in partita. E’ Biglia a scaldare i guantoni a Buffon al 24’ con un siluro dalla distanza. Alla mezz’ora Morata fa venire i brividi alla difesa della Lazio saltando secco Cana, va sul fondo ma poi non trova un compagno in area. La partita si chiude male per i capitolini. Al 43’ Cataldi colpisce da dietro Tevez e rimedia un rosso diretto da Rizzoli. Nei minuti di recupero si registrava un tiro biancoceleste e lo effettuava Felipe Anderson, spesso fuori dalla manovra. Buffon in due tempi negava al brasiliano la rete. Con lo scudetto praticamente vinto, la Juventus può adesso pensare serena al quarto di ritorno di Champions contro il Monaco, in programma dopodomani. Obiettivo: entrare a fare parte delle 4 migliori squadre d’Europa.

Dario Barattin

Sassuolo Torino, l'anticipo finisce 1-1

toro bandiera

I ragazzi di mister Ventura ora si preparano per domenica prossima, quando ci sarà  il derby

 

Pari per 1-1, l’anticipo  tra Sassuolo e Torino. Berardi in vantaggio su rigore, nel primo tempo. Nella ripresa il pareggio, sempre su rigore, di Quagliarella. Consigli, il portiere emiliano, si dimostra il migliore: già nel primo tempo riesce ad evitare il gol su Benassi e Martinez. I ragazzi di mister Ventura ora si preparano per domenica prossima, quando ci sarà  il derby.

Dal Quadrilatero ad oggi, la gloria del calcio piemontese

Casalecampione

Quella di Casale è stata una festa di sport con un’attenzione particolare al mondo della scuola: in mattinata i testimonial, in testa il ct della nazionale Antonio Conte

 

Ha avuto parole di elogio per il calcio piemontese Carlo Tavecchio, presidente della Figc. L’occasione è stata mercoledì 15 aprile, quando a Casale Monferrato è stato ricordato il centenario dello scudetto del Casale Calcio, ottenuto nel 1914 dopo un doppio incontro con la Lazio, vinto 7-1 in Piemonte e 2-1 a Roma. Il numero uno del calcio italiano ha ricordato i successi ed il cammino in Regione di Juventus e Torino, passando anche per i fasti dell’antico Quadrilatero, che agli inizi del secolo aveva come confini quelli della Pro Vercelli, del Casale, dell’Alessandria e del Novara. Quella di Casale è stata una festa di sport con un’attenzione particolare al mondo della scuola: in mattinata i testimonial, in testa il ct della nazionale Antonio Conte (ma c’erano anche Paolo Vanoli, Antonio Cabrini, Giancarlo Antognoni, Mauro Sandreani, Angelo Alessio) sono intervenuti nelle scuole. Poi al Teatro Municipale si è svolta la bella cerimonia di rievocazione del titolocon il contributo toccante di Romana Blasotti Pavesi, presidente di Afeva – Associazione familiari vittime amianto, che ha voluto testimoniare che Casale, città martire per i morti d’amianto, grazie allo sport possa avere una rinascita, l’intervento di Fabrizio Manca, direttore del Miur Piemonte e dl presidente del Coni,  Giovanni Malagò. Nel pomeriggio, invece, tutti allo stadio Natal Pallidove la nazionale under 18 azzurra ha battuto 1 – 0 con una rete del primo tempo di Bifulco, i coetanei turchi, in una partita però non proprio esaltante. Ma i colori azzurri a Casale non si vedevano da molto, troppo, tempo.

 

Massimo Iaretti