SPORT- Pagina 444

Un classico 2-0 per la Juve che supera di slancio la Lazio

logo-juventusjuve stadiumjuve scudettoLa Juventus supera di slancio la Lazio, seconda in classifica, con il punteggio classico di 2 a 0. Ancora una volta è risultato determinante Carlitos Tevez autore della rete che ha sbloccato il risultato. Buona prestazione di Buffon che insieme all’argentino e ad Arturo Vidal, sono risultati i migliori bianconeri della serata. Unica nota stonata della serata l’ammonizione rimediata da Marchisio che salterà, perché diffidato, il derby di domenica prossima

La Juventus si avvicina a grandi passi verso il suo quarto scudetto consecutivo. Con il punteggio classico di 2 a 0 liquida la Lazio che veniva da una striscia consecutiva di otto vittorie. Nettamente superiore la squadra di Allegri che ha liquidato la pratica già nel corso della prima frazione di gioco. Le reti, risultate poi decisive, sono state realizzate dall’Apache, diciottesimo centro stagionale in campionato e dal difensore centrale Bonucci, autore di una incursione magistrale nel cuore dell’area biancoceleste. Con questo risultato, i bianconeri si sono portati a +15 dai diretti inseguitori, che rimangono Lazio e Roma a braccetto. In realtà, per via degli scontri diretti sfavorevoli per entrambe le romane la Vecchia Signorasarebbe a +16 a sette partire dal termine del campionato. Una voragine, che permette ai bianconeri di affrontare i prossimi impegni di campionato con grande tranquillità. Anche perché fra poco meno di tre giorni Madama affronterà, in trasferta, il Monaco, partita valevole per accedere alle semifinali di Champions League. Nonostante l’imminente e fondamentale impegno di Champions, Allegri non ha effettuato turnover, se non molto parziale, schierando un 3-5-2 con Matri e Tevez in attacco. Difesa a tre con Barzagli, Bonucci e Chiellini. Padoin ed Evra esterni, al centro Vidal, Pirlo e Marchisio. Problemi di formazione per Pioli, privo degli squalificati Cavanda e Novaretti e di tanti infortunati come De Vrij e Parolo. Recuperato Marchetti. La Lazio ha schierato un 4-3-3. Il tecnico biancoceleste Pioli ha scelto Felipe Anderson, Klose e Mauri per l’attacco. In difesa Cana e Braafheid. In regia Biglia con Cataldi e Lulic ai lati. La Lazio comincia positivamente con un pressing molto alto che non fa ragionare la Juventus. Dopo una manciata di minuti Mauri veniva pescato in area da Klose, ma Chiellini rimediava. I bianconeri si sono affacciati per la prima volta in avanti con un tiro da lontano di Marchisio che Marchetti ha neutralizzato. Intanto anche i padroni di casa alzano il pressing e il risultato è un match giocato in un fazzoletto. Tevez non tocca palla ma quando lo fa è gol. Minuto 17: lancio lungo, Vidal di testa anticipa Biglia il pallone sfila verso Tevez che si presenta solo in area e con un diagonale rasoterra di sinistro porta in vantaggio i Campioni d’Italia. La Lazio prova a reagire, ma i padroni di casa, hanno giocato meno intimiditi rispetto a Parma chiudendo ogni varco. Al 25° Klose ha la palla-gol per riportare i suoi in pareggio: lancio in area, respinta di Chiellini, il tedesco cerca lo spazio per il tiro ma Bonucci chiude in angolo.Al 28’la Juventus raddoppia. C’è in pressin la Lazio nella metà campo piemontese, ma Pirlo serve Bonucci che parte in contropiede. Gli attaccanti bianconeri si allargano alla perfezione, Cana e Mauricio non chiudono e il difensore centrale arriva indisturbato al limite dell’area ospite e realizza di destro. Sul 2-0 la Juventus prende ancora più fiducia e concede alla Lazio solo tiri da lontano con Cataldi protagonista, ma senza fortuna. La Juve sfiora il 3 a 0 su colpo di testa di Evra, fuori di poco. Allo scadere punizione di Pirlo, ma facile parata di Marchetti. Nella ripresa Pioli inserisce Candreva al posto di Braafheid, portando la squadra al 4-2-3-1 con Klose di punta. Gli ospiti giocano bene anche nel secondo tempo, ma non impensieriscono mai Gigi Buffon. Allegri dopo un quarto d’ora leva dal campo Matri per far entrare Morata con l’obiettivo di allentare la pressione biancoceleste. Al 17° Vidal, il migliore in campo insieme a Tevez, ci prova dal limite con un destro a giro: sul fondo. Dall’altra parte potente punizione di Candreva ma Buffon alza la sfera in angolo. Subentra Keita al posto di Mauri, stasera mai in partita. E’ Biglia a scaldare i guantoni a Buffon al 24’ con un siluro dalla distanza. Alla mezz’ora Morata fa venire i brividi alla difesa della Lazio saltando secco Cana, va sul fondo ma poi non trova un compagno in area. La partita si chiude male per i capitolini. Al 43’ Cataldi colpisce da dietro Tevez e rimedia un rosso diretto da Rizzoli. Nei minuti di recupero si registrava un tiro biancoceleste e lo effettuava Felipe Anderson, spesso fuori dalla manovra. Buffon in due tempi negava al brasiliano la rete. Con lo scudetto praticamente vinto, la Juventus può adesso pensare serena al quarto di ritorno di Champions contro il Monaco, in programma dopodomani. Obiettivo: entrare a fare parte delle 4 migliori squadre d’Europa.

Dario Barattin

Sassuolo Torino, l'anticipo finisce 1-1

toro bandiera

I ragazzi di mister Ventura ora si preparano per domenica prossima, quando ci sarà  il derby

 

Pari per 1-1, l’anticipo  tra Sassuolo e Torino. Berardi in vantaggio su rigore, nel primo tempo. Nella ripresa il pareggio, sempre su rigore, di Quagliarella. Consigli, il portiere emiliano, si dimostra il migliore: già nel primo tempo riesce ad evitare il gol su Benassi e Martinez. I ragazzi di mister Ventura ora si preparano per domenica prossima, quando ci sarà  il derby.

Dal Quadrilatero ad oggi, la gloria del calcio piemontese

Casalecampione

Quella di Casale è stata una festa di sport con un’attenzione particolare al mondo della scuola: in mattinata i testimonial, in testa il ct della nazionale Antonio Conte

 

Ha avuto parole di elogio per il calcio piemontese Carlo Tavecchio, presidente della Figc. L’occasione è stata mercoledì 15 aprile, quando a Casale Monferrato è stato ricordato il centenario dello scudetto del Casale Calcio, ottenuto nel 1914 dopo un doppio incontro con la Lazio, vinto 7-1 in Piemonte e 2-1 a Roma. Il numero uno del calcio italiano ha ricordato i successi ed il cammino in Regione di Juventus e Torino, passando anche per i fasti dell’antico Quadrilatero, che agli inizi del secolo aveva come confini quelli della Pro Vercelli, del Casale, dell’Alessandria e del Novara. Quella di Casale è stata una festa di sport con un’attenzione particolare al mondo della scuola: in mattinata i testimonial, in testa il ct della nazionale Antonio Conte (ma c’erano anche Paolo Vanoli, Antonio Cabrini, Giancarlo Antognoni, Mauro Sandreani, Angelo Alessio) sono intervenuti nelle scuole. Poi al Teatro Municipale si è svolta la bella cerimonia di rievocazione del titolocon il contributo toccante di Romana Blasotti Pavesi, presidente di Afeva – Associazione familiari vittime amianto, che ha voluto testimoniare che Casale, città martire per i morti d’amianto, grazie allo sport possa avere una rinascita, l’intervento di Fabrizio Manca, direttore del Miur Piemonte e dl presidente del Coni,  Giovanni Malagò. Nel pomeriggio, invece, tutti allo stadio Natal Pallidove la nazionale under 18 azzurra ha battuto 1 – 0 con una rete del primo tempo di Bifulco, i coetanei turchi, in una partita però non proprio esaltante. Ma i colori azzurri a Casale non si vedevano da molto, troppo, tempo.

 

Massimo Iaretti

Juve vince di misura: 1-0 sul Monaco

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La Juventus piega il Monaco solamente su un calcio di rigore assai generoso concesso dall’arbitro ceco Kralovec. La trasformazione del penalty, da parte di Arturo Vidal che insieme alle parate del sempre verde Gigi Buffon, sono risultati i migliori bianconeri della serata. Andrea Pirlo e Carlitos Tevez, per una volta, sono stati poco incisivi, il primo rientrava da un lungo infortunio al polpaccio, il secondo, recupeva anch’egli da un problema muscolare

 

 

La Juventus segue alla lettera il consiglio di Massimiliano Allegri, battendo con il risultato di 1 a 0, prezioso o striminzito dipende da come lo si osservi, il Monaco. Partita valida per accedere alle semifinali di Champions League. Decisivo il rigore di Vidal, che dimostra sangue freddo nel momento del bisogno. Sicuramente ai tifosi, all’atto della trasformazione del calcio di rigore, sarà venuto in mente quello sbagliato dal cileno contro l’Olympiacos. Il centrocampista trasforma, togliendosi d’impiccio brutti ricordi e ponendo i bianconeri in una posizione favorevole in vista del match di mercoledì prossimo nel Principato. I monegaschi amano difendersi e ripartire, come sapevamo. Al ritorno non potranno farlo, lasciando spazi preziosi all’attacco juventino. Missione compiuta, contro una rivale inferiore ma che per i primi venti minuti ha messo paura allo Stadium, dimostrando una certa qualità. Per l’occasione Toulalan non recupera, ma la sostanza non cambia. La squadra transalpina ha schierato due linee parallele da quattro giocatori l’una e vicine tra di loro, nobilitate da Kondogbia, con Moutinho alle spalle di Martial e gli esterni Ferreira-Carrasco e Dirar pronti a ripartire velocissimi.

 

L’inizio dell’incontro parla solo monegasco. Pirlo, rientrato dopo cinquanta giorni, ha un inizio gara difficoltoso. Sbaglia 3-4 passaggi di fila, la qualità della manovra di Madama non può che risentirne in negativo. Dall’altra parte del campo, Martial si dimostra un pericolo, Ferreira-Carrasco punta l’uomo e cerca l’uno contro uno con belle finte. E proprio al 10° Buffon è prodigioso sulla conclusione dello stesso Ferreira-Carrasco, messo in porta da Martial. Ancora il numero 17 a impegnare Buffon, poi dopo un sinistro a lato di Moutinho la Juve inizia a giocare. Chiellini marca a uomo Martial, Pirlo e Pereyra si rinfrancano un po’. Pericoli veri non ne arrivano, perché il ritmo bianconero è blando e l’allenatore Jardim si sa difendere benissimo con il raddoppio sistematico. Il primo tempo di Evra e Lichtsteiner non permette di crossare dal fondo, chiave fondamentale per scardinare la difesa del Monaco. La Vecchia Signora chiude la prima frazione di gioco in crescendo: Tevez, al 43° mette una palla di esterno destro per Vidal, che spreca a due passi da Subasic dopo aver controllato bene. Gol divorato. Difficile immaginare un tema diverso nei secondi 45 minuti. Ferreira Carrasco mette ancora i brividi con una galoppata chiusa dall’assist per Bernardo Silva, su cui vigila un Buffon decisivo nei tre interventi della serata. Gigi è tra i migliori della Juve. Al 12°’ l’episodio chiave della partita. Lancio al millimetro del rinfrancato Pirlo in profondità per Morata, che brucia Carvalho sullo scatto ed è scaltro a farsi toccare dal portoghese all’ingresso dell’area.

 

Fallo tanto involontario quanto evidente, ma fuori area. Per l’arbitro Kralovec è rigore. In evidenza le qualità del giovane spagnolo, pur non nella sua serata migliore. Dagli undici metri Vidal non dà scampo a Subasic. Allegri e Jardim cambiano: il tecnico ospite mette Berbatov per Raggi, sfiorando subito il gol di testa da corner. Allegri, a 15 minuti dal termine passa al 3-5-2, con Barzagli per un Pirlo che boccheggiava per mancanza di ossigeno. Quello di Berbatov è l’ultimo brivido della serata, anche se Fabinho è bravo ad anticipare Morata a un passo da Subasic. Il risultato di 1 a 0 è quello che la Juve fortissimamente voleva alla vigilia. Basterà per la gara di ritorno? Tra sette giorni lo sapremo.

 

Dario Barattin

Parma-Juventus 1-0: Mauri regala l'impresa ai crociati, bianconeri sottotono

parma juveSconcertante prestazione della squadra di Allegri in vista dell’importante confronto per i quarti di finale di Champions League con il Monaco. Rientreranno tutti i big assenti a Parma, unico ancora in dubbio il regista nonché cervello della squadra, Andrea Pirlo

 

Clamoroso al Tardini dove l’ultima della classe sconfigge i Campioni d’Italia. Decide un gol del centrocampista argentino Mauri, naturalizzato italiano, nel secondo tempo. La squadra di Allegri si è resa pericolosa solo in due occasioni ma è apparsa largamente sottotono rispetto alle ultime uscite contro Empoli e Fiorentina. Un club fallito e ultimo in classifica che sconfigge la prima della classe. Questa è la bellezza del calcio, il resto sono solo fantasie. La Juve, lanciatissima verso il quarto scudetto consecutivo, è stata sconfitta meritatamente dal Parma. Dopo l’1-1 a San Siro contro l’Inter e la vittoria per 1-0 contro l’Udinese nel recupero, continua la favola dei ducali che si concedono un successo contro la Vecchia Signora conquistando un bottino di sette punti in una sola settimana. Decide un gol di José Mauri a mezz’ora dal termine dell’incontro. La Juventus ha giocato bene solo nella parte finale della prima frazione di gioco, poi è calato il sipario. E’ probabile che la testa dei Campioni d’Italia era già rivolta all’atteso quarto di finale di Champions contro il Monaco, in programma domani. Allegri ha effettuato quattro cambi rispetto a Firenze: Ogbonna al posto di Bonucci, Lichtsteiner per Evra, quindi Coman e Llorente in attacco. Donadoni, sempre privo dello squalificato Lucarelli, ha schierato il 3-5-2 con Belfodil e Ghezzal in attacco. In regia Jorquera ha preso il posto di Lodi mentre in difesa ha schierato dall’inizio Mendes e Santacroce. Come esterni Varela e Gobbi. E’ stata la Juventus a comandare la partita anche se a ritmi molto bassi, ma il Parma, chiudendosi molto bene non ha concesso grandi spazi di manovra. Coman è stato neutralizzato da Mendes mentre Llorente servito male e fuori area. La prima emozione la produceva Belfodil che al 21° si presentava in area dopo un lancio, saltando Chiellini e poi sparando un sinistro che terminava di poco a lato. Scampato il pericolo, la Juve reagiva spingendosi di più in avanti. Vidal si svegliava e, al 31° minuto, da una punizione di Marchisio, colpiva la sfera in piena area ma Mirante respingeva di piede. Sempre il cileno, ci provava per ben due volte da fuori area ma senza la giusta mira. Al 43° la seconda grossa occasione per i bianconeri: Coman veniva smarcato in area, defilandosi a sinistra, concludendo da distanza ravvicinata. Super Mirante salvava ancora i suoi. Nel secondo tempo Madama non riusciva a costruire chiare occasioni da rete e si affidava ai tiri da fuori con Marchisio e Coman che non trovavano la porta. Al quarto d’ora l’episodio che ha deciso la partita: Belfodil attaccava a destra ed effettuava un perfetto assist al limite per Mauri che giungendo in corsa, di sinistro, infilava la palla all’incrocio dei pali. Allegri decideva di cambiare Pereyra con Morata e poco dopo Coman con Pepe. Deludente la prova del francesino così come quella dell’ex Udinese. Lo spagnolo ci provava subito con un tiro da fuori area che non andava a segno. Donadoni non cambiava nessuno salvo quando costretto. Santacroce e Belfodil accusavano crampi e venivano sostituiti da Cassani e Prestia. Dentro anche Lila al posto di Mauri che riceveva il giusto tributo dei tifosi emiliani. In campo non succedeva più nulla perché la Juventus non era capace di imbastire azioni offensive e il Parma si difendeva compatto, vincendo con pieno merito. Per la Juventus un brutto campanello d’allarme in vista della delicatissima partita di domani contro il Monaco. E’ vero che rientreranno i big, salvo forse Pirlo, ma è necessario cambiare atteggiamento e approccio alla partita altrimenti saranno dolori per tutti.

 

Dario Barattin

I Granata stoppano i Giallorossi

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Torino Roma 1-1

 

Stop della Roma grazie al Torino: 1-1 il risultato dell’incontro con  la rete di Maxi Lopez, che ha sostituito Martinez. I giallorossi erano n vantaggio dopo un calcio di rigore di Florenzi. Palo della Roma sempre  con Florenzi, con qualche buona opportunità per i granata. La  squadra di  mister Ventura vuole il campionato in tutta tranquillità.

Juventus travolge Fiorentina 3-0

juve fioLa Juventus espugna l’Artemio Franchi travolgendo la Fiorentina con un perentorio 0 a 3. Nonostante le importanti assenze, i bianconeri si impongono con le seconde linee. In finale la squadra allenata da Allegri se la vedrà con il Napoli o la Lazio che si affronteranno questa sera. Note stonate della serata, l’espulsione di Morata e l’ammonizione rimediata da Marchisio: entrambi salteranno la finale di Roma

 

E’ una Juventus inarrestabile che sbriga la pratica Fiorentina con un perentorio ed inequivocabile 0 a 3. Nonostante la presenza in campo di ben cinque giocatori bianconeri solitamente non titolari la Vecchia Signora ha polverizzato i sogni di gloria dei viola. Si conclude così, come a Dortmund, un passaggio assai difficile, temuto alla vigilia dell’incontro, ma che ha visto ancora una volta, la determinazione della squadra allenata dal tecnico livornese Massimiliano Allegri. Si è vista la Signora omicidi scendere in campo vogliosa di dimostrare di essere la padrona assoluta non solo del campionato di serie A, ormai conquistato anche se la matematica non lo certifica ancora, ma l’incontestabile dominatrice in campo nazionale. Una squadra che incute timore, che non arretra di un millimetro dinanzi alle difficoltà e che soprattutto ha ancora fame di vittorie e di conquista di trofei. Priva di Tevez, fermato da un problema muscolare, Allegri sceglie Matri con Morata. Nel riscaldamento Lichtsteiner avverte un fastidio alla coscia: dentro Padoin. Montella risponde con il 3-5-1-1, con Salah a supporto di Mario Gomez. Chi si aspettava una Juve con la testa già alla Champions ha impiegato poco a capire che non era così. I bianconeri al 21° minuto riaccendono le speranze di arrivare in finale: palla persa in mezzo al campo da Borja Valero, Marchisio ne approfitta per servire Pereyra e sul tiro rimpallato dell’argentino Matri segna da vero opportunista.

 

Prima gara da titolare dal suo ritorno in bianconero, primo gol del nuovo corso: Allegri ha azzeccato la scelta. Un gol non basta, la Juve lo sa e per questo riporta il pallone a centrocampo con la foga di chi non ha tempo da perdere. E puntuale arriva il raddoppio due minuti prima dell’intervallo: su tiro insidioso di Morata, Neto respinge sui piedi di Pereyra che, come contro l’Empoli, non si fa pregare: due centri in quattro giorni per l’altro reduce dell’Argentina, che non fa rimpiangere Tevez. Da segnalare un gol annullato a Gonzalo per fuorigioco (è millimetrico ma c’è: bravo il guardalinee Di Liberatore). Ottimo Marchisio, tornato a fare il vice Pirlo in mezzo al campo, Vidal e Sturaro sono due lottatori, Morata sa sempre come essere pericoloso e Pereyra ormai gioca da leader. La difesa, tornata a quattro, corre pochissimi rischi. La Viola aveva iniziato bene ma è stato un fuoco di paglia. Salah ha creato il solito scompiglio nei minuti iniziali, poi poco o nulla. La difesa invece è andata spesso in apnea. Nella ripresa la Fiorentina ha avuto subito due buone occasioni con Gomez e Salah, poi Savic ha rischiato l’autogol di ginocchio su cross di Pereyra. I bianconeri però non demordono: dopo un tiro di Vidal deviato in angolo, su corner di Marchisio Bonucci fa il 3-0 di piede al volo. La festa bianconera è rovinata dal cartellino giallo a Marchisio e all’88’ da Morata che si fa espellere per un brutto fallo su Diamanti: i due salteranno la finale. Montella gioca la carta della disperazione: dentro Diamanti e 4-3-2-1, ma serve a poco. Viola troppo molle e rinunciataria, ci si aspettava qualcosa in più da una squadra che aveva già mezzo piede in finale. Juve invece semplicemente di un’altra categoria.

 

Dario Barattin

La Juve con Carlitos Tevez domina allo Stadium

Juventus vs. Atalanta - Serie A Tim 2011/2012juve logo neroLa Juventus si aggiudica la partita del posticipo del sabato sera con un classico 2 a 0. Allo Juventus Stadium si è presentato un Empoli dal gioco compassato ma efficace. C’è voluta l’ennesima prodezza di un Carlitos Tevez che ormai non smette più di stupire non solo i tanti tifosi juventini ma tutti gli appassionati del più bel gioco del mondo. Nel finale Pereyra firma il raddoppio su assist dell’argentino

 

Juventus Empoli 2-0

 

Con un gol per tempo, la Juve sbriga anche la pratica empolese e aggiunge un altro tassello per il raggiungimento del suo 33° scudetto sul campo. Una vittoria firmata ancora una volta da Carlitos Tevez che con il 17° centro stagionale ha reso semplice la conquista della vittoria da parte della formazione di Allegri centrando il 20° risultato utile in campionato. Oltre a ciò, si gode un’imbattibilità difensiva che, in gare ufficiali, è salita a 484 minuti. L’Empoli, al contrario, si è visto costretto a porre fine alla bella striscia che durava da otto giornate ma torna, comunque, a casa a testa alta. La squadra allenata dal tecnico Sarri ha creato parecchi grattacapi ai Campioni d’Italia, sfiorando, nella ripresa, in più di una circostanza, un pari che, per coraggio ed impegno, avrebbe anche meritato. Priva degli infortunati Pirlo, Pogba e Marchisio, la Juve è scesa in campo con un centrocampo corretto, lanciando Padoin in cabina di regia con Sturaro al suo fianco. Poi, in vista della decisiva semifinale di ritorno di Coppa Italia con la Fiorentina di oggi, ha concesso un turno di riposo a Chiellini e Morata, dando spazio a Ogbonna e Llorente. Sul fronte opposto Sarri, viste le non ottimali condizioni di Tonelli, ha confermato in toto l’undici vittorioso con il Sassuolo. Per quasi un tempo la Juve ha fatto fatica a venire a capo di una squadra spigliata, scesa in campo decisa a giocarsi le proprie carte a viso aperto.

 

I bianconeri si sono ritrovati spesso a dover subire l’asfissiante pressing avversario e a velocizzare l’azione per mettere in difficoltà la retroguardia azzurra. Un obiettivo riuscito rare volte prima per merito di Tevez, che ha saltato con una bella finta al limite due avversari, e poi con un traversone dalla trequarti di Sturaro che ha smarcato in area Lichtsteiner. In entrambe le circostanze, però, Sepe è uscito alla perfezione, chiudendo ottimamente lo specchio agli avanti bianconeri. Si è capito che per sbloccare il risultato la Juve avrebbe avuto bisogno di un episodio e puntuale è arrivato al 43°: su un lancio in area per Sturaro, Giacomelli ha giudicato erroneamente volontario un tocco maldestro in chiusura di Rugani a Sepe e ha decretato la punizione a due. Vidal dal vertice dell’area piccola ha toccato il pallone corto a Tevez che con un gran destro ha infilato il pallone sotto l’incrocio. L’Empoli non si è abbattuto e, con un ottimo avvio di ripresa, ha messo alle corde i bianconeri. Buffon ha dovuto dimostrare tutta la sua classe per fermare uno scatenato Pucciarelli che prima lo ha costretto a un colpo di reni per deviare in angolo un colpo di testa in tuffo e poi ad un intervento risolutore in uscita per carpirgli il pallone dai piedi dopo che l’attaccante si era presentato solo davanti alla porta. La Juve si è limitata a controllare e solo nel finale, con l’ingresso di Morata, è tornata a farsi vedere in avanti.

 

All’81° Vidal sfiorava il palo con un destro dal limite. Con il trascorrere dei minuti, visti anche gli ingressi di Mchedlidze, Zielinski e Verdi, i toscani si sbilanciavano in avanti e i bianconeri finivano per approfittarne. Il gol giungeva al 94°, dopo che gli azzurri si erano visti costretti a proseguire in 10 per un infortunio muscolare occorso a Verdi. Tevez se ne andava via in discesa personale e con un sinistro dal limite costringeva Sepe a respingere il pallone sui piedi del subentrato Pereyra che da due passi infilava in rete. Con questo risultato, a nove giornate dal termine del torneo, risulta quasi impossibile solo pensare che la Juventus possa mancare a conquistare il suo 33° scudetto sul campo.

 

 Dario Barattin

Torino batte Atalanta 2-1 e resta nella corsa europea

VENTURA

Ventura: “La cosa importante è aver dato continuità ai risultati con questo secondo successo consecutivo in trasferta”

 

Il Toro vince 2-1 a Bergamo contro l’Atalanta e rimane in corsa per l’Europa League. Quello del Torino è l’11/o centro stagionale in campionato di Quagliarella he segna il vantaggio e poi 2-0 con il 7/o gol di Glik, di piede. Pinilla nella ripresa in rovesciata riapre il match ma viene espulso con Basha. Il Torino è a quota 42 e si avvicina al Napoli, battuto dalla Roma che domenica prossima sarà sotto la Mole. Il tecnico granata Giampiero Ventura commenta così ai microfoni di Mediaset Premium la vittoria ottenuta: “Non guardiamo la classifica. La cosa importante è aver dato continuità ai risultati con questo secondo successo consecutivo in trasferta. Ora giochiamoci queste ultime nove partite per capire chi siamo. Anche quest’anno abbiamo confermato che con lavoro e serietà si può proporre calcio, e anche calciatori visti quanti elementi della rosa sono andati con le rispettive nazionali.

Stadium, finisce in parità l’amichevole con l’Inghilterra

italia inghilterra

inglesi4juve stadiumUn 1 a 1 che conferma l’attuale difficoltà della nazionale italiana a vincere le partite. La squadra allenata da Antonio Conte è al terzo pareggio su quattro partite. Alla rete di Pellè che ha portato in vantaggio gli azzurri ha risposto nella ripresa Townsend per i britannici

 

La Nazionale italiana fatica a vincere le partite sia che siano di carattere amichevole come quelle di ieri sera che quelle che contano per la qualificazione europea. Con il pareggio di ieri, con l’Inghilterra, con il risultato di 1 a 1, si è concluso il “trittico” che ha determinato tre pareggi su quattro partite. Che la squadra allenata da Antonio Conte inizi ad avere qualche sintomo di “pareggite” è legittimo pensarlo. Lo vedremo nel mese di giugno, se si tratta di un semplice sentore, allorquando gli azzurri dovranno vedersela con la nazionale croata, prima del nostro girone per la qualificazione al prossimo campionato europeo che si disputerà nel 2016. Intanto, c’è da registrare, come era nelle previsioni, la calorosa accoglienza tributata dalla città ad Antonio Conte e dalla tifoseria bianconera che l’ha applaudito dalla partenza del centro di Torino dove era sistemata la squadra fino al fischio finale della partita. Nessuna contestazione come qualcuno alla vigilia temeva ma solamente attestazioni di stima e amore verso il tecnico salentino. L’incontro, fino alla mezz’ora è di studio ma improvvisamente al 29° minuto si rompe l’equilibrio con la meno prevedibile delle giocate: Chiellini vola via sulla fascia sinistra, mette al centro un delizioso traversone col suo piede sbagliato, quello destro, la sfera impatta sulla testa di di Pellè, che manda il pallone nell’angolino lontano. È l’1-0, solita esultanza di Conte che ha di che essere soddisfatto. Anche perché Bonucci, al 31° salva il vantaggio con un grande intervento in scivolata ad anticipare il taglio di Henderson. Con Ranocchia a completare il trio centrale, la difesa tiene bene fino all’intervallo. A destra, Florenzi concede qualche metro di troppo a Delph, i cui cross dalla trequarti provano a mettere in evidenza Kane. Dall’altra, Sterling e Sturridge non si vedono mai, ma l’Inghilterra è interessante: Hodgson propone Rooney tra la mediana Henderson-Jones-Delph e appena dietro le punte Walcott e appunto Kane. I tre davanti hanno caratteristiche fisiche e tecniche complementari tra loro. L’idea, seppur interessante, disattende un po’ le attese. Il secondo tempo parte con il debuttante empolese Valdifiori in regia, tra Parolo e Soriano e con Eder in attacco. L’oriundo, al 5° della ripresa ha la grande chance di bissare la rete realizzata con la Bulgaria ma Hart respinge prodigiosamente come da lì a poco, Pellè butta via, con un errore grossolano, il pallone del 2 a 0. E come spesso capita nel calcio, chi sbaglia paga. C’erano già state delle avvisaglie con i tentativi di kane e Gibbs. Nel frattempo, per l’Italia entravano Abate, Vazquez e Immobile, successivamente Verratti, Moretti e Antonelli. Ma il finale di gara è tutto britannico. Uno dei volti nuovi è Townsend che vedendo Moretti dargli le spalle ne approfitta per caricare il destro imparabile per l’incolpevole Buffon. 1 a 1. Ma gli inglesi, sull’entusiasmo del raggiunto pareggio non demordono e per ben due volte Rooney costringe il Gigi nazionale a esibirsi in due belle parate. Ora anche l’Italia ha un paio di ghiotte occasioni ma vengono sventate da Hart. Infine, c’è un’incursione di Bonucci all’interno dell’area di rigore. Il difensore bianconero chiede il calcio di rigore per un fallo di mano ma inutilmente. Alla fine, l’arbitro decreta la fine dell’incontro, per un risultato tutto sommato giusto per le squadre.

 

                                                                                                                                 Dario Barattin