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Empoli-Torino, i precedenti tra i due tecnici

La partita Empoli-Torino di domenica (ore 15) sarà il secondo confronto in assoluto tra il tecnico granata Walter Mazzarri e l’omologo empolese Aurelio Andreazzoli. L’unico precedente è un Roma-Napoli risalente alla stagione 2012-’13, per la precisione alla trentottesima -ultima- giornata (19 maggio 2013), con Andreazzoli subentrato nel febbraio precedente a Zdenek Zeman sulla panchina dei capitolini e Mazzarri ormai da un quadriennio alla guida dei partenopei: successo per 2-1 dei giallo-rossi “andreazzoliani”, con reti di Marquinho al 47′ e Mattia Destro al 58′, a rendere inutile la successiva marcatura di Edinson Cavani, giunta all’84’.

Giuseppe Livraghi

Giovani arcieri piemontesi a Venaria Reale per un lungo weekend di gare 

Il campo del Sentiero Selvaggio di Venaria Reale è pronto per un lungo fine settimana di tiro con l’arco e di competizioni giovanili
 Le gare scatteranno nel pomeriggio di sabato con la seconda fase regionale – fase estiva – del Trofeo Pinocchio e proseguiranno per tutta la giornata di domenica con il Campionato Regionale Giovanile Targa. Entrambe le manifestazioni sono organizzate dalla società Sentiero Selvaggio in collaborazione con il Comitato Regionale FITARCO Piemonte e con il patrocinio del Comune di Venaria Reale, e rappresentano una gustosa anticipazione dell’evento tricolore in programma il 6 e 7 luglio sullo stesso campo di via Cavallo 38, cioè la finale nazionale del Trofeo Pinocchio.
 
Trofeo Pinocchio – fase estiva
Tornando al programma del prossimo week end, sabato alle 15 inizierà la seconda tappa regionale del Trofeo Pinocchio, manifestazione dedicata alle classi Ragazzi e Giovanissimi (classi 2008-2010), con i primi a loro volta divisi in Ragazzi di prima e di seconda media (rispettivamente classe 2007 e 2006). Sono 77 i giovani arcieri iscritti, in rappresentanza di 19 società piemontesi. Secondo regolamento la gara si svolgerà sulle 48 frecce, nell’unica divisione arco olimpico e su distanze variabili in base all’età. I Ragazzi tireranno a 20 metri, i Giovanissimi a 15 metri. Due arcieri della classe Ragazzi – Alessio Ieni (Arcieri Clarascum) e Kaede Marsili (Arcieri Varian) – sono già qualificati alla finale nazionale, dal momento che hanno totalizzato i migliori punteggi della prima fase di qualificazione (fase invernale) disputata a Cantalupa nella prima metà di marzo. Gli altri dieci arcieri piemontesi che parteciperanno alla finale nazionale del Trofeo Pinocchio – cinque maschi e cinque femmine distribuiti nelle tre categorie – saranno decisi proprio al termine dell’imminente seconda tappa regionale. Da ricordare che la nostra regione ha conquistato la medaglia d’argento nelle ultime tre edizioni del Trofeo Pinocchio, evento che rappresenta un importante momento di crescita, confronto e divertimento per moltissimi giovani arcieri di tutta Italia. L’elenco dei partecipanti e i risultati a questo link
 
Campionato Regionale Giovanile Targa
Domenica a partire dalle 9 voleranno invece le frecce del Campionato Regionale Giovanile Targa, riservato alle classi Giovanissimi, Ragazzi e Allievi (maschi e femmine) nell’unica divisione arco olimpico. Gli Allievi tireranno a 60 metri, mentre Ragazzi e Giovanissimi rispettivamente a 40 e 20 metri. Al termine delle 72 frecce di qualifica i migliori 16 accederanno al tabellone degli scontri diretti individuali, al termine del quale saranno assegnati i titoli e le medaglie regionali. Allo stesso modo, al termine delle qualifiche saranno pronosse agli scontri diretti anche le migliori quattro squadre (maschili e femminili) e le migliori quattro coppie mixed team, naturalmente composte da un ragazzo e una ragazza. Sono 77 gli arcieri complessivamente iscritti alla manifestazione, portacolori di 15 società piemontesi, protagonisti di una bella domenica di tiro con l’arco. L’elenco dei partecipanti e i risultati a questo link
 
Di seguito le società partecipanti alle gare a Venaria Reale: Arcieri Alpignano, Compagnia Arcieri del Canavese, Arcieri Città della Paglia, Arcieri di Cuneo Ar.Con, Arcieri del Gufo, Oscar Oleggio Bellinzago, Arclub Fossano, Arcieri delle Alpi, Arclub I Falchi Bra, Arcieri Astarco, Gruppo Arcieri Marengo, Sentiero Selvaggio, Arcieri Varian, Arcieri Clarascum, Iuvenilia, GAM – Gruppo Arcieri Monregalesi, Arcieri del Borgo, DLF Alessandria, Ar.Co. Arcieri Collegno, Arcieri di Cerano, Arcieri Compagnia degli Orsi, Arcieri Langhe e Roero.

Basket, il cuore non è sufficiente

Nella vita come nel Basket il cuore non è sufficiente.  Sicuramente indispensabile, ma non sufficiente. I ragazzi in campo hanno fatto la loro bella figura vincendo l’ ultima partita, ancorché retrocessi
Hanno avuto cuore appassionando tifosi e non. Non simile figura fanno i dirigenti di ieri come di oggi. Del resto, come si sa, la classe non è acqua. Al meglio si potrebbe dire dilettanti allo sbaraglio.  Che poi , pensandoci bene,  tanto dilettanti non sono. Oltre a Terzolo, arrivato in aiuto di Feira si è reso disponibile Gianni Garrone. Torinesissimo, ex giocatore e patron di Collegno e Alto dirigente Fiat Iveco, gli è anche passata per le mani Auxilium Torino nella sua fase calante. E giusto per gradire autore di un accattivante libro storico sul basket piemontese, ora numero uno dell’ asfittico basket femminile locale.  Sanguigno e da 50 anni in qualche modo sempre presente. Un ritorno alle origini, visto che aveva rotto con Forni ed in qualche modo seguito Terzolo. A tutti una domanda: chi pagherà i debiti accumulati? In particolare quelli  con lo Stato, dall’ Inps alle tasse di vario genere? Forni, vendendo, pensava di passare la  patata bollente ad altri? Si prevedono conflitti.  Intanto l’incontro con Appendino è saltato. I baskettari chiedevano soldi per appoggiare il nuovo corso. Ma si sa che i comuni Italiani sono in bolletta.  Ho un amico che fa il procuratore.  Mi spiegava che gli attuali imprenditori sono poca cosa.  Lontani i tempi dei grandi mecenati alla Benetton. O quando Berloni voleva sfondare nel mercato del Nord e sceglieva o veniva scelta da Torino. Si prendevano due piccioni con una fava. Promozione pubblicitaria e Palazzetto del Ruffini pieno di tifosi. Chi dorme sonni tranquilli sono i dirigenti del Parco Olimpico. Sembrano dire: ci siamo tolti un peso.  Lo Sport al PalaVela era marginale.  Abbiamo altre cose a cui pensare non ultimo i mondiali di tennis.  Non hanno mai pagato gli affitti, ma l’ investimento sul campo mobile l’ hanno fatto quelli dell Auxilim.  Magari non hanno pagato ma il problema è loro.  Per noi basta un concerto ben riuscito e recuperiamo le perdite.  La situazione ora è che gli imprenditori  non ci sono con (diciamocelo) i biellesi che se la ridono sotto i baffi . “Vi avevamo avvertito cari torinesi…Ma non ci avete ascoltato”. Effettivamente il notaio Forni arriva da Biella dove il figlio giocava con scarsi risultati. Poi la passione lo ha portato nella nostra città passando per Moncalieri. Forni che un anno fa era un Dio in terra . Che non solo ci ha messo molti soldi ma addirittura si è indebitato con le banche.  I bene informati parlano di 2 milioni di euro.Principale accusa: stare dietro i capricci del figlio diventato quasi tutto, da direttore a direttore sportivo. Al tempo delle vacche grasse un po’ tutti (del settore) erano alla Corte del Re Sole Forni con l’intento di portare a casa qualcosa. Come tutti i cortigiani interessati. E viene fuori che il marchio Auxilium non è originale.  Eppure, dicono  sempre i soliti bene informati, sarebbero stati pagati per l’ affitto del Marchio 10mila euro all’anno a chi considerato proprietario almeno morale della storia dell’ Auxilim, partita 60 anni  fa dagli oratori salesiani. Marchio farlocco e 10mila euro l’anno possono sembrare un trascurabile dettaglio, ma non lo sono, anzi sono stati presupposti sbagliati di un progetto fallimentare.  Non bastano i soldi anche perché, come in questo caso, non sono stati sufficienti. Forni era già in difficoltà un anno fa.  Si è illuso credendo di mettere su una squadra competitiva al massimo per poi vendere, recuperando quello che era incassabile?.  Ora ha incassato zero e l’emorragia finanziaria ed economica non si é arrestata.   Ma mi sa che gli errori si ripetono. E come nelle migliori tradizioni la storia recente non insegna nulla. Avrebbero dovuto resettare tutto partendo dal basso. Dal vivaio, per capirci, magari cercando di costruire un tessuto diffuso ed articolato di atleti oltre che tifosi. Un atleta per arrivare ci deve mettere del suo. Un tifoso volendo risultati subito non s’incarica di capire dove e come le risorse ci sono. Anche qui comunque contenti loro contenti tutti.  E poi chi è causa del suo male pianga se stesso.
Patrizio Tosetto

Ultimo atto e, per una memoria "storica", …alcuni ricordi

Si è conclusa ieri l’avventura, almeno sul campo, di una squadra di basket di Torino in serie A

I tifosi, come me, hanno vissuto una serata triste e senza allegria e piena di commozione per momenti di basket che non si sa se torneranno. Il livello della serie A è un livello alto, anche se in Italia il livello non è sicuramente il migliore,… ma non è paragonabile a quello delle serie inferiori. Ci si era abituati, e adesso sarà dura, se tutto verrà confermato o peggio.

Odi ed ovazioni a persone che ci hanno accompagnati fanno parte del rituale degli “sconfitti” gloriosi, di coloro che perdono ma vogliono trovare un motivo di consolazione tanto nel “dimenticare” le cose meno belle quanto nel demonizzare qualcuno e con questo sfogare rabbia e impotenza nei confronti di una situazione ineluttabile in cui ci si rende conto di non poter far nulla. Il mondo del basket torinese era rimasto addormentato per più di vent’anni e poi, d’improvviso (…) si è ritrovato catapultato in una realtà di vertice grazie ai soldi e al mecenatismo di qualcuno. Poi, dopo cori di immensa gratitudine, qualcosa si è rotto e frantumato in mille pezzi. La memoria è corta di chi non ricorda i cori dedicati a qualcuno di… “un presidente…c’è solo un presidente…ecc…”di soli pochi mesi fa…alla deposizione di una corona… e che ieri ha visto in cosa si sono mutati. Sono stati commessi errori più o meno gravi, ma di questo se ne occuperà qualcun altro, ormai. La memoria è corta dalle nostre parti e Torino è una città strana, così come l’Italia “sportiva” se così la si vuol chiamare: se vinci sei un eroe e siamo noi, se perdi sei da insultare e siete voi. In particolare, nel calcio, non sembra il caso di commentare su come sia in discussione chi da otto anni vince tutto… .

Ma Torino è anche questa: si fa portare via ogni cosa, non si unisce ma si blocca sulle sue posizioni. Non fa quadrato per difendersi ma mette mine all’interno del proprio recinto. Peccato. Si cercano eroi, si evocano santi, per non vedere la realtà, di cui in realtà poco ci interessiamo, visto che nel mondo dei social chi ha più contatti vince e influenza l’opinione, giusta o sbagliata che sia. Non crediamo giusto allora esaltare troppo ciò che sembra vero così come demonizzare l’esatto opposto. La verità sta nel mezzo, anche se per qualcuno il punto di mezzo è proprio dove lui si è collocato… . E’ stata una stagione triste, piena di sconfitte che hanno ragioni anche tecniche e non solo economiche o giudiziarie. La conduzione della squadra, al di là del cuore, ha realizzato 32 sconfitte, non proprio da esserne felici ed orgogliosi dal punto di vista tecnico.

Giocatori se ne sono visti tanti, in questi anni. Una squadra ideale?

Diante Garrett, Jerome Dyson, Dallas Moore come guardie.

Lamar Patterson, Sasha Vujacich tra le guardie – ali

Deron Washington, Dorington Hobson, Jamil Wilson (di quando gioca bene) e Stefano Mancinelli tra le ali.

Deejay White e Mam Jaiteh come pivot.

Discutiamo pure sugli altri da inserire, ma, in ogni modo, a Torino abbiamo visto tanti bei giocatori e simpatiche presenze quali Trevor Mbakwe (sfortunato come Chris Wright per gli infortuni), Ndudi Ebi per simpatia, Valerio Mazzola e Valerio Amoroso, storici ognuno a modo proprio, Poeta che come giocatore ha messo l’anima, e non ultimi anche pivot della nazionale in declino e astri nascenti al momento fermi per motivi di salute, quali David Okeke a cui auguriamo di poter riprendere a giocare. In ogni caso a Torino si è visto tanto, nel bene e nel male sportivo, perché è di questo che si parla e si dovrebbe parlare. Perché se si volesse entrare in ambito di conduzione aziendale il discorso cambierebbe, ma non è nelle corde dei tifosi. I tifosi dovrebbero ricordare. Ricordare, come un bambino, che a scuotere troppo il giocattolo va a finire che alla fine si rompe, e non sempre c’è qualcuno che ce lo ricompra. A Torino abbiamo avuto un bellissimo giocattolo. Nomi di chi è stato bravo o cattivo non ha senso farne quando si viaggia a simpatie o antipatie. L’unica cosa certa è che il giocattolo si è rotto. A tutti coloro che avessero la possibilità di regalarcene un altro facciamo un appello. Noi tifosi, quelli che piangono, non quelli che urlano, siamo molto tristi. Siamo disposti a tutto pur di tifare di nuovo da quegli spalti, anche a cambiare nuovamente colori da seguire. Da gialloblù della cintura torinese a gialloblù di parco Ruffini a rossi a pois verdi di qualsiasi altra zona della città o di nuova composizione. Il tifoso di basket a Torino ora sembra orfano. Ha bisogno di un qualcosa che lo renda felice, anche un piccolo regalo. Purché non perda la memoria, eventualmente tra qualche anno, di chi o coloro che magari costruiranno questo nuovo giocattolo.

Avanti Torino, noi siamo qua.

Paolo Michieletto

 

La Juve non passa all'Olimpico

Ancora una volta, la Juventus gioca solo un tempo (il primo), costruendo tre limpide palle-gol sulle quali Mirante si supera, risultando il migliore dei suoi; nella ripresa, i Campioni d’Italia si sgonfiano progressivamente, sino a concedere addirittura due reti – al 79′ ed al 91′ st – ad una Roma che ha avuto il grandissimo merito di crederci sino all’ultimo

Ma, come dicevamo, la prima frazione di gara è tutta bianconera: al 6′ Emre Can serve una palla l’oro a Cuadrado, la cui conclusione a rete trova però un ottimo Mirante. La Juve non lascia spazi ai giallorossi, che non riescono ad uscire dalla propria metà campo e a fatica contengono le incursioni di Spinazzola sulla sinistra; al 15′, CR7-show: Cristiano si porta a spasso tutta la difesa avversaria e, dal centro dell’area, serve Dybala che cerca l’angolino alto, ma Mirante compie un altro miracolo. La Roma ribatte in contropiede ma non riesce mai ad impensierire davvero la formazione di Allegri, anche se al 17′ Pellegrini colpisce la traversa all’incrocio. Al 28′, la terza occasione da goal per la Juve: ancora Dybala prova a bucare la rete, ancora Mirante glielo impedisce, respingendo sul palo il tiro dell’argentino; insomma, alla mezz’ora, la Juve ha il pieno possesso di palla e campo, gioca tranquilla e dà l’impressione che presto passerà in vantaggio, con CR7 e Dybala che fanno movimento continuo, si scambiano posizione e paiono in serata. Invece la squadra di Allegri torna in campo nella ripresa completamente trasformata: lenta e senza più idee, lascia sempre più spazio alla Roma, che non aspetta altro ed inizia a macinare gioco; El Shaarawy è davvero in forma, non riescono a tenerlo e la difesa bianconera inizia a sbandare, anche se Chiellini e Matuidi mettono una pezza al 48′ st ed al 53′, in due occasioni pericolosissime create dai giallorossi. Madama tenta di farsi vedere: al 63′ st Cristiano scaraventa in rete un ottimo assist di Dybala, però il goal viene annullato per fuorigioco, e due minuti più tardi ci prova Emre Can, che raccoglie un bel passaggio di Dybala, ma Mirante è decisamente in serata di grazie e salva la porta. Al 70′ st entra Bentancur per Pjanic (problema alla caviglia), ma iniziano ed esserci troppi errori tecnici da parte bianconera, che infatti al 79′ st sbaglia un disimpegno e dà la possibilità a Florenzi di arrivare davanti a Szczesny e metterla dentro con un bel pallonetto: 1- 0 per la squadra di casa. Allegri prova a rimediare all’84’ st, sostituendo De Sciglio e Matuidi con Cancelo e Alex Sandro, ma nulla cambia, anzi: i giallorossi hanno un disperato bisogno dei tre punti per andare in Europa, e, complice una Juventus che dopo lo svantaggio non ha più saputo reagire, trovano il goal del 2-0 in contropiede con Dzeko. Game over all’Olimpico, Juve già in vacanza. #finoallafine
 

Rugiada Gambaudo

 
 

NUOTO PER SALVAMENTO – Campionato Regionale Assoluto

I risultati del week end al Palazzo del Nuoto

Al termine di due giorni e tre turni di gare si è concluso al Palazzo del Nuoto di Torino il Campionato Regionale Assoluto di nuoto per salvamento, evento che oltre ad assegnare i titoli di Piemonte e Valle d’Aosta ha rappresentato per molti atleti un’importante tappa di avvicinamento ai Campionati Italiani Assoluti in programma a fine maggio. 340 gli atleti iscritti, tesserati per 17 società piemontesi e provenienti anche da Liguria e Lombardia. Da segnalare la numerosa partecipazione “extraregionale”, incoraggiata dal livello tecnico e organizzativo della manifestazione. Tra i nuotatori presenti, inoltre, è da sottolineare la partecipazione di alcuni azzurri medagliati in campo internazionale e di tanti atleti di tutte le categorie sempre protagonisti in ambito nazionale. L’articolo completo con il resoconto delle gare su https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?id_info=20190512194808&area=6&menu=agonismo&read=salvamento

FIAT TORINO BASKET: siamo oltre la frutta e la festa è finita

Domenica si gioca l’ultima partita di Torino Basket sponsorizzata FIAT e targata Auxilium. Siamo alla fine. Retrocessione conclamata e penalità definite (e forse non è ancora finita…) hanno concluso una stagione difficile da definire solo a parole

Al di là di tutte le vicende giudiziarie legate alle sanzioni varie in cui non vogliamo minimamente entrare in quanto ci saranno organi preposti a valutare, l’annata si chiude con un risultato inquietante in termini anche solo di risultati. 10 sconfitte a zero in Eurocup, 21 sconfitte e 8 vittorie in campionato, una vinta e una persa in Supercoppa Italiana per un totale di 32 sconfitte e 9 vittorie. Esaltante non è la parola giusta. Ultima partita senza alcun senso se non quello di far entrare più gente possibile a vedere uno spettacolo surreale. Si leggono post, si leggono commiati, si leggono lacrime… Sarà, ma il mondo torinese rimpiangerà profondamente tutto quello che ha vissuto in questi anni. Chiedersi se e quando e come tornerà non è dato saperlo. Sicuramente, errori ne sono stati fatti tanti, ma dare colpe è sempre troppo facile, pur se si può ipotizzare con fatica di non cadere in tentazione di farlo. E’ evidente che se ritornerà dovrà farlo in altro modo non nei risultati ma nella programmazione, ma questo è sotto gli occhi di tutti. Una partita surreale, da vivere come? C’è chi vorrà rendere omaggio ai “lavoratori” tra giocatori e staff di quest’annata da 9 vittorie e 32 sconfitte ufficiali, chi si complimenterà con gli oscuri lavoratori dell’ombra (forse o sicuramente i più danneggiati da questa debacle conclamata), e chi piangerà per lo spettacolo del basket che volerà via. Di sicuro bisognerebbe trovarsi tra tifosi, gli unici sicuri sconfitti di questa realtà, che hanno solo speso e nulla guadagnato, e che ci hanno rimesso emozioni, arrabbiature e delusioni morali al punto di tornare a casa trentadue volte con la tristezza nell’animo. I tifosi di Torino, quelli veri, hanno perso il loro sogno. Applauditevi tra di Voi. Giocatori e staff, pur con le loro tristezze presunte o reali, si riposizioneranno in altri lidi, chi più chi meno, in funzione della propria abilità e dell’abilità dei loro manager. Ma noi, tifosi del basket a Torino, dove potremo riposizionarci? La speranza è l’ultima a morire, ma insomma non potremmo definirci in salute. E così domenica, quando suonerà la sirena della fine partita, travisando un famoso libro di Hemingway che spero mi perdonerà per l’accostamento irriverente, non chiedetevi per chi suona quella sirena: quella sirena suonerà per tutti noi, tifosi, per la fine del sogno del basket che Torino ha vissuto in questi anni, e che senza i tifosi sarebbe una semplice esecuzione di gesti motori. Forza tifosi del basket: stringiamoci insieme, ci ritroveremo su qualche spalto prima o poi tutti insieme a gioire per Torino. Questi siamo noi, questi sono i tifosi del Basket, questi sono veramente Torino.

Paolo Michieletto


 
 
 
 

NUOTO PER SALVAMENTO: Campionato Regionale Assoluto

Un mese di maggio decisamente ricco di appuntamenti per quanto riguarda il Piemonte e il nuoto per salvamento si aprirà tra sabato e domenica a Torino, sede del Campionato Regionale Assoluto. Pinne, manichini e torpedo torneranno protagonisti tra le corsie del Palazzo del Nuoto; soprattutto saranno protagonisti 340 atleti, tesserati per 17 società del nostro comitato regionale ma provenienti anche da Liguria e Lombardia, richiamate dal contesto di alto livello della manifestazione. Tra loro tanti nuotatori medagliati in campo nazionale e alcuni, con la maglia azzurra, anche nei più importanti eventi internazionali, ultimo dei quali i Mondiali dello scorso novembre. Il programma del Campionato Regionale Assoluto di nuoto per salvamento si aprirà sabato pomeriggio alle 14.30 e si chiuderà domenica sera intorno alle 19. Tutti i dettagli su programma, partecipanti e sugli imminenti appuntamenti nazionali su https://www.federnuoto.piemonte.it/finpiemonte/home_new/appro_new.asp?id_info=20190509190251&area=6&menu=agonismo&read=salvamento

Verso Torino-Sassuolo

Domenica all’ora di pranzo (ore 12:30) il Toro ospiterà al “Grande Torino” il Sassuolo, con l’obbligo di vincere per continuare la marcia verso l’Europa. I granata, attualmente settimi in classifica a quota 57 (a -2 da Roma e Milan), hanno l’obbligo di conquistare l’intera posta in palio: infatti, in caso di loro successo con gli emiliani e di successiva sconfitta della Roma con la Juventus, i granata sorpasserebbero i capitolini, effettuando un bel balzo in avanti in ottica europea. In linea teorica, potrebbe avvenire il sorpasso anche sul Milan, qualora i meneghini perdessero a Firenze coi viola: l’ipotesi appare, tuttavia, assai remota, vista la situazione affatto brillante della compagine gigliata. Di contro, il Sassuolo giunge nel capoluogo piemontese ormai salvo. Il tecnico nero-verde Roberto De Zerbi ha affermato che (giustamente) la sua compagine non regalerà niente: non si preoccupi, nessuno pretende nulla, anche perché nessuno ha mai regalato alcunché al Toro (anzi, il destino ha sempre tolto). La gara col “Sasòl” è la prima del trittico finale che vede il Toro obbligato a conquistare nove punti sui nove disponibili per avere la (quasi) certezza dell’accesso all’Europa: infatti, in caso di bottino pieno e di passi falsi di Roma e Milan, il “pass” europeo sarebbe certo. Oltre a far bottino pieno, il Torino deve sperare che la Roma conquisti non più di sei punti nei prossimi tre impegni (con Roma-Juventus in programma domenica sera, non è un’ipotesi strampalata), oppure che il Milan ne conquisti non più di sette (in tal caso ci sarebbe l’aggancio, ma col Torino avanti per gli scontri diretti). La situazione, però, diventerà più chiara dopo la finale di Coppa Italia di mercoledì prossimo tra Lazio e Atalanta: in caso di trionfo atalantino, infatti, ai granata basterà giungere settimi, tenendosi alle spalle i laziali.
 

Giuseppe Livraghi

 

Torino-Sassuolo, i precedenti

Il Torino-Sassuolo di domenica all’ora di pranzo (ore 12:30) sarà il confronto numero 6 tra granata e nero-verdi in Serie A nella città sabauda. I precedenti cinque confronti vedono il Toro avanti sia nel computo delle vittorie (tre, contro le due degli emiliani, mentre non ci sono mai stati pareggi) sia in quello delle realizzazioni (11-7). Il primo confronto nella massima divisione ha luogo nella stagione 2013-’14, per la precisione alla prima giornata (25 agosto 2013), in quella che consiste nella gara d’esordio del “Sasòl” in massima Serie: successo 2-0 dei granata, con reti di Matteo Brighi al 40′ e di Alessio Cerci al 63′. Vittorie ospiti sia nel 2014-’15 (1-0 alla dodicesima giornata, il 23 novembre 2014) sia nel 2015-’16 (3-1 alla trentacinquesima, 24 aprile 2016, con la rete granata opera di Bruno Peres), quindi altrettanti successi torinisti: 5-3 nel 2016-’17 (trentottesima giornata, 28 maggio 2017) e 3-0 la scorsa stagione (seconda, 27 agosto 2017, con centri di Andrea Belotti al 44′, Adem Ljajic all’84’ e Joel Obi all’88’). Le due compagini si sono, inoltre, affrontate nella città sabauda anche in cadetteria: tre volte nella stagione regolare più una nei play-off. I confronti nella “regular season” vedono avanti gli ospiti, con due vittorie contro l’unica dei padroni di casa (e nessun pareggio): si comincia con l’1-0 nero-verde dell’annata 2009-’10 (diciottesima giornata, 12 dicembre 2009), passando per il 2-1 sempre per gli emiliani nel 2010-’11 (venticinquesima, 5 febbraio 2011, con rete torinista realizzata da Rolando Bianchi su rigore), per poi giungere alla prima affermazione granata nel 2011-’12, col 3-0 alla trentacinquesima (15 febbraio 2012), firmato da Danilo D’Ambrosio al 31′, Migjen Basha al 52′ e Riccardo Meggiorini al 79′. Nella stagione regolare, quindi, il computo delle reti vede avanti il Toro, per 4-3. Ed eccoci ai play-off, risalenti alla stagione 2009-’10, dove nella semifinale d’andata (2 giugno 2010) il Sassuolo strappa un pareggio per 1-1 (con rete torinista di Rolando Bianchi al 73′), complicando la corsa dei granata verso la finale, poi comunque conquistata vincendo per 2-1 il confronto di ritorno in Emilia. Contando anche la partita dei play-off, il bilancio nella Serie cadetta vede un’affermazione granata, due dei nero-verdi e un pareggio, col Toro a condurre 5-4 nel conteggio delle marcature. Il computo generale, tra prima e seconda divisione, è in parità: quattro vittorie per parte (e un pareggio) in nove confronti, col Torino a condurre 16-11 nel conto delle reti.

Giuseppe Livraghi