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Latina – Reale Mutua Basket Torino: una sconfitta imbarazzante

IL BASKET VISTO DA VICINO

Chiariamoci subito: perdere di due punti sbagliando l’ultimo tiro per vincere non significa necessariamente “imbarazzo”. Si poteva anche vincere questa partita all’ultimo secondo ma non è questo che crea “imbarazzo”.
La gestione degli ultimi minuti è sicuramente una facile inchiesta in cui si evidenziano limiti indiscutibili nella serenità della gestione della partita sia in campo che, soprattutto, dalla panchina, e se talvolta si è vinto all’ultimo secondo è anche vero che si è quasi sempre rischiato di perdere anche si è vinto all’ultimo istante.
Il vero problema è la gestione di un momento particolare della partita: quando siamo in vantaggio.


Ora, costringo i più anziani ad un momento nostalgia e i più giovani ad uno sforzo di fantasia. Il basket “antico” ha sempre avuto un quintetto base su cui puntare alla grande per tutta la partita e le riserve tali erano considerate ed entravano solo per problemi di falli di un titolare o a partita finita. Basket Torino sta vivendo una situazione non positiva con Diop fuori per infortunio e alcuni giocatori non in perfetta forma fisica. Abbiamo cinque giocatori titolari, Marks Alibegovic Cappelletti Pinkins e Campani e due riserve, Toscano e Traini. Quando siamo in vantaggio, magari di dieci punti come ieri… , dare riposo ai titolari per le riserve … o tenere Marks in panchina per quasi 6’ nel quarto quarto o Pinkins fuori con Toscano in campo non mi sembra un colpo di genio. Le altre squadre recuperano e poi ce la si gioca negli ultimi secondi.
Credo che sia impensabile che giocare 30’ o più anche nel basket moderno possa essere un problema per giocatori ben allenati e in momenti fondamentali. Il Killer Istinct è quello che hai o non hai. E, al momento, Torino non ha. Chiudiamo prima la partita, magari con il più 15 o più venti a fine terzo quarto giocando con chi ha le qualità per farlo e poi “riposo”, se così si può dire, a partita vinta negli ultimi minuti.
A tutti Voi che lavorate ogni giorno in ufficio, in cantiere, in negozio o a casa a fare le faccende mentre vi occupate dei figli ecc… : non avreste voluto avere un “capo” che vi fa riposare dopo aver “giocato” 10’ di seguito? E’ una ovvia provocazione che è volutamente con il sorriso da leggere tra le righe. Però, non è possibile provare prima a vincere le partite e poi riposare? E’ così basso il livello di resistenza dei nostri giocatori da dover essere sostituiti? Spero proprio di no.
La partita è andata come al solito a strappi (per i motivi, rileggere le righe sopra) con Torino sempre sopra e Latina ad inseguire. Alibegovic e Pinkins in buona condizione, Marks gioca al suo solito e Cappelletti con luci ed ombre. Campani si vede all’inizio ma poi scompare nel finale. Di Toscano e Traini non posso parlare male, fanno ciò che possono ma non hanno numeri tali da elevare la qualità del nostro gioco.
Siamo in realtà senza alcun tipo di difesa. Parafrasando il motto che si trova al palazzetto di Pistoia che recita “ a Pistoia non puoi vincere ma solo segnare un canestro in più” a Torino potremmo scrivere “contro Torino non puoi vincere ma solo se noi segneremo un canestro in più”. L’organizzazione difensiva è purtroppo inconsistente e lavorare sugli ultimi attacchi di una partita o sulla gestione di situazioni particolare sarebbe un dovere.
Purtroppo al momento siamo in mezzo al gruppo delle prime (meno male), ma per soli quattro punti sommati insieme subiti in due partite non siamo in testa in “solitaria”. Questo significa vedere il bicchiere mezzo pieno, da parte mia. Però è necessario effettuare un cambio di rotta. Sabato prossimo si rigioca e il pubblico non è proprio ottimista quando si perde.
E’ chiaro che questa annata è già un miracolo per la città di Torino. Ma anche per chi ha investito in questa avventura esiste un rischio molto alto di rimbalzo negativo se al Palazzetto si presenterà il pubblico delle “piccole” occasioni.
Si deve vincere ma anche convincere: Torino ha bisogno di basket e di un minimo di qualità. Non è una piccola realtà, Torino è una grande città e necessita di grande mentalità. I progetti per realizzarsi abbisognano di grandi menti. E non si può pensare in piccolo, c’è bisogno di crescere mentalmente, senza esitazioni e senza scusanti. Ripeto: non si deve essere arroganti ma bisogna crescere nella consapevolezza dei propri mezzi. La squadra, per la seconda lega nazionale è da vertice. Rendiamola tale. Siamo ad un punto di svolta. Speriamo in bene.

Paolo Michieletto

Derby della Mole, decide De Ligt

Bello questo Derby, sanguigno, vissuto da entrambe le squadre con grande intensità dal primo minuto all’ultimo. Vince la Juve per l’unico errore commesso dai granata, ovvero lasciare libero Higuain in area, che ha potuto così servire l’assist vincente per la zampata di De Ligt.
Per il resto, le due squadre si sono affrontate sin dall’inizio a muso duro, spazi stretti da una parte e dall’altra, continui cambi di fronte, il duello Cuadrado-Belotti che ha fatto da leitmotiv per tutta la partita, a braccetto con le parate di Sirigu, il migliore dei granata con parate decisive.
Nella Juve, da segnalare la prestazione dell’olandese De Ligt, non solo per il goal nel suo primo Derby, ma anche – e soprattutto – per le ottime chiusure, per una sempre maggior autorevolezza dimostrata con buone iniziative, tipo il lancio lungo per Cuadrado all’8‘ e il tiro in porta su cross di Ronaldo al 45’, che ha impegnato Sirigu non poco.
Tra i migliori dei bianconeri anche Cuadrado – entrato ottimamente nel ruolo di terzino destro – e Pjanic, autore di alcune deliziose aperture per CR7, con il quale ormai si trova a memoria; peccato che la serata di grazia di Sirigu abbia impedito a Ronaldo di girare in rete un rasoterra al 42′ e poi al 56′ st, su contropiede ben innescato da Dybala.
Serata da gregario dunque per il portoghese, che comunque si dà da fare con sponde per i compagni da cui nascono interessanti triangolazioni con Pjanic, Dybala e Cuadrado.
All’11‘ l’episodio contestato: sul corner per il Toro, la palla finisce sul braccio di De Ligt, ma il VAR dice che non è rigore perchè dalle immagini si vede chiaramente che il difensore olandese prova ad evitare il contatto con la palla, ritraendo il braccio all’indietro. Con il nuovo regolamento non si guarda più all’intenzionalità, ma si valuta se l’aumento dell’ingombro determinato dal braccio avvenga in modo innaturale o meno: e qui è invece evidente che è stato naturale.
Al 36′ grandissima occasione per il Toro per passare in vantaggio, su bella iniziativa di Belotti, ma la palla arriva a Meitè, che da due passi la manda alta sulla traversa.
A questo punto la Juve preme sull’acceleratore, ed il finale del primo tempo è tutto dei bianconeri, con tentativi a rete di CR7, Bonucci di testa al 43′ sugli sviluppi di una punzione e De Ligt allo scadere, ma Sirigu para tutto il parabile e si va negli spogliatoi sullo 0-0.
La ripresa vede le squadre meno arrembanti, si allungano e si gioca su spazi un pochino più larghi; al 52′ st viene fischiato un fuorigioco di Bernardeschi, rimane il dubbio.
Sarri capisce che c’è bisogno di forze fresche e inizia le sostituzioni: al 58′ st dentro Higuain e fuori Dybala (comunque buona prestazione), ed al 66′ st fa entrare Ramsey per Bernardeschi, purtroppo ancora in ombra; ottimo impatto sulla partita per l’argentino e il gallese, che danno subito una scossa alla gara: il gioco della Juve si velocizza ed al 69′ il Pipita impegna Sirigu in una gran parata sulla sua girata al volo.
Subito dopo arriva il vantaggio bianconero: lasciato solo in area di rigore, Higuain serve una palla d’oro a De Ligt, che di destro insacca, stavolta nulla può il portiere granata.
Il Toro però non ci sta, e appena un minuto dopo impegna Szczesny con un bel tiro di Ansaldi dalla destra; dalla parte opposta, l’asse Ramsey-Higuain produce una ghiotta occasione al 72′ st, ma Sirigu sventa ancora una volta.
Ai tentativi del Toro di sfondare – Belotti e Zaza pressano i difensori bianconeri – , la Juve oppone scambi Cuadrado-Ronaldo-Higuain, che fruttano calci d’angolo e azioni prolungate in avanti, con buon palleggio.
All’84’ occasionissima per Ramsey, che si trova solo davanti a Sirigu ma il portiere granata esce di piedi, negandogli il goal.
Il finale di partita è tutto del Torino, alla disperata ricerca del pari, ma De Ligt e Bonucci chiudono ogni varco; al 93′ st i granata segnano, ma è fuorigioco netto, e il risultato non cambia più.
Ovunqueecomunque #finoallafine
Rugiada Gambaudo

Derby della Mole, Sarri: “Partita tosta, ma ne siamo venuti a capo”

TORINO JUVENTUS 0-1

Con il  gol di De Ligt la  Juventus batte il Torino e vince il derby della Mole. Il commento del ct juventino Maurizio Sarri intervistato su Dazn: “Era una partita difficilissima, era chiaro che loro sarebbero entrati in campo con un altissimo livello di determinazione . In una prima fase dovevamo riuscire a controllare la loro aggressività prendendo possesso della partita in una seconda e terza fase. L’ abbiamo fatto in una partita sporca e di intensità. Non era una situazione adattissima alle nostre caratteristiche, una partita tosta e ne siamo venuti a capo. Era una partita in cui era difficile essere belli e il modo di giocare degli avversari la portava su binari diversi, erano condizioni difficili per la densità del Toro. Sono contento di quello che ho visto, questa era una partita che poteva metterci in grandissima difficoltà e invece la squadra ha reagito con armi non propriamente nostre, ed è un buon segnale”.

Maratonina della Felicità alla 6^ edizione

Riceviamo e pubblichiamo

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Nella storica Sala Colonne di Palazzo Civico è stata presentata ufficialmente la 6^ edizione della Maratonina della Felicità, evento eco-solidale ispirato a La Via della Felicità, di L. Ron Hubbard approvato dalla Federazione Italiana di Atletica Leggera.

E’ organizzata dall’Associazione PRO.CIVI.CO.S. ONLUS con l’ASD Giannone Running e la collaborazione di  Impossible Target.

“L’idea di coniugare una corsa o camminata di 21 k con i 21 messaggi di buon senso tratti da La Via della Felicità è nata nel 2014 assieme all’ultra-maratoneta Simone Leo – ha spiegato Giuseppe Cicogna – con l’intento di offrire un evento simile ad una gara, ma senza competizione. Per correre, camminare, misurarsi assieme agli altri e non ‘contro’. Anche moltissime persone che non vengono a correre o camminare alla Maratonina, comunque ci aiutano a rendere possibile l’evento in mille modi. Associazioni, aziende, funzionari pubblici, la Polizia Municipale, gli sponsor, gli amici; letteralmente centinaia di persone che potremmo non vedere alla partenza, partecipano comunque per permettere a chi si iscrive, di poter passare una mattinata divertente e utile.”

Simone Leo dal canto suo è un vero e proprio macinatore di chilometri, capace di andare da Atene a Sparta e ritorno con le proprie gambe, 490 km no-stop, unico al mondo ad aver portato a termine tutte e sette le corse da oltre 200 km su strada considerate più dure dagli esperti.

“Per me la Maratonina della Felicità è ovviamente un momento in cui staccare la spina, una ‘passeggiata’ da fare con amici e tra amici, ma lo spirito di questo evento è unico e non manco mai, neanche quando, come in questo caso, ho impegni importanti in programma.”

Simone infatti sta preparando la sua prossima fatica estrema: la Arrowhead che si correrà a gennaio 202, 217 km a 40 gradi sottozero tirando una slitta con il necessario per la sopravvivenza.

“Mi sto allenando per questa nuova sfida. Porterò con me il leitmotiv lanciato con questa edizione della Maratonina della Felicità che è #proteggiemigliorailtuoAmbiente in un contesto ambientale particolarmente significativo.”

E di ambiente ha parlato anche Nicola Giannone, di Giannone Running, che della Maratonina della Felicità ha ideato il nuovo percorso sviluppato in modo particolare nel parco della Pellerina e fornisce tutto il supporto tecnico.

“Abbiamo una città piena di verde e di parchi bellissimi. Collaborando con la Maratonina della Felicità abbiamo raccolto l’idea di devolvere il ricavato al progetto ‘Regala un Albero’, che abbiamo deciso di sostenere in modo importante con le nostre gare, come Greentour che si è corsa nella collina torinese a settembre riscuotendo un grande successo di pubblico.”

Anche Massimo Lovera, presidente di LOCAUTO DUE, main sponsor della Maratonina della Felicità ha sottolineato l’importanza di un evento che, “…nella sua semplicità invita tutti noi a mettere un po’ del nostro per migliorare le cose. E anche un’azienda come la nostra non può non impegnarsi in questa direzione e fare la sua parte. Per questo motivo sosteniamo con entusiasmo la Maratonina della Felicità e siamo ben lieti che si svolga vicino a noi.”

Il saluto istituzionale arriva da Simone Tosto, della Circoscrizione 5 che con la Città di Torino ha concesso il patrocinio.

“E’ bello che questo evento abbia luogo nella nostra Circoscrizione, ma in particolare mi ha colpito il coinvolgimento, la capacità che questa idea ha di creare una partecipazione comune tra realtà così differenti.”

Cristina Seymandi coordinatrice del Tavolo di Progettazione Civica che, da donna pratica, ha promesso di partecipare alla 7 km dando appuntamento a tutti a domenica 3 novembre alle 09.30 in strada pianezza 275 alla partenza della 6^ Maratonina della Felicità.

Guarda il video:

La 6^ edizione della Maratonina della Felicità si terrà il 3 novembre 2019, Parco della Pellerina, Torino . Un evento…

Pubblicato da Il Torinese su Martedì 29 ottobre 2019

Nuoto: stagione agonistica a Torino

Inizia la stagione agonistica di nuoto 2019/2020. L’appuntamento inaugurale del calendario è la prima tappa della Coppa Tokyo Winter Edition, in programma venerdì 1 e domenica 3 novembre – sabato 2 non si gareggia – al Palazzo del Nuoto di Torino. Due giorni di prove in vasca da 25 metri, all’interno della manifestazione che non prevede premiazioni ma che rappresenta per centinaia di atleti un’importante verifica della preparazione e un’occasione per raggiungere i tempi limite di qualificazione alle competizioni più importanti. Sono 721 i nuotatori iscritti, in rappresentanza di 21 società e per un totale di 2429 presenze gara individuali. Di seguito il programma:

 

– venerdì mattina dalle 9 (riscaldamento dalle 8 alle 8.45): 100 mx F / 400 sl M / 50 do F / 50 fa M / 200 sl F / 50 ra M / 100 ra F / 400 mx M / 100 fa F

– venerdì pomeriggio dalle 15 (riscaldamento dalle 14 alle 14.45): 200 fa M / 200 do F / 200 ra M / 50 sl F / 100 do M / 200 mx F /100 sl M / 800 sl F/ 800 sl M

– domenica mattina dalle 9 (riscaldamento dalle 8 alle 8.45): 100 mx M / 400 sl F / 50 do M / 50 fa F / 200 sl M / 50 ra F / 100 ra M/ 400 mx F / 100 fa M

– domenica pomeriggio dalle 15 (riscaldamento dalle 14 alle 14.45): 200 fa F / 200 do M / 200 ra F / 50 sl M / 100 do F / 200 mx M /100 sl F 1500 sl F/ 1500 sl M

 

Secondo regolamento, sono ammessi alla Coppa Tokyo atleti delle categorie Ragazzi, Junior, Cadetti e Senior. La suddivisione in batterie e le classifiche non prevedono divisioni in base alla categoria. Le partenze, ad eccezione degli 800 e dei 1500 stile libero, sono effettuate dalle serie più lente a quelle più veloci. La Coppa Tokyo proseguirà con altre tre tappe, in calendario nei week end 30 novembre-1 dicembre, 11-12 gennaio e 8-9 febbraio. Per quanto riguarda gli eventi della prima parte di stagione in vasca corta, sono da ricordare il Trofeo Nico Sapio (Genova, 8-10 novembre), il Trofeo Mussi-Lombardi-Femiano (Massarosa, 16-17 novembre) e la fase regionale della Coppa Brema (21 dicembre, Torino). A dicembre è in programma anche il Campionato Italiano Open (Assoluto Invernale), che si terrà però in vasca lunga.

 

Di seguito le 19 società del nostro Comitato Regionale rappresentate nella prima tappa della Coppa Tokyo: Aosta Nuoto, Aquatica Torino, Asti Nuoto, Blu Sport Orbassano, Centro Nuoto Nichelino, Centro Nuoto Torino, CSR Granda, Dinamica Sport, Dinamica, Dynamic Sport, Nuotatori Canavesani, OASI Laura Vicuna Rivalta, Polisportiva Ovest Ticino, Polisportiva UISP River Borgaro, Rari Nantes Torino, Sisport Spa, Swimming Club Alessandria, VO2 Nuoto Torino, Vivisport UISP Fossano. Rappresentati anche GS Fiamme Oro e In Sport.

 

Regolamento della Coppa Tokyo, orari, programma e iscritti a questo link

 

Il calendario agonistico del nuoto piemontese a questo link

 

Foto LC ZONE Fotografia&Comunicazione

Reale Mutua Torino – Roma. Un testacoda vincente, ma che fatica…

Il Basket visto da vicino
Fortunatamente si è vinto. Altrimenti molto si potrebbe dire, ma commentare una vittoria è sempre più piacevole che giustificare una sconfitta, che, fino all’ultimo secondo è stata “possibile”. E’ indubbio che questa squadra di Torino di basket abbia nelle corde la possibilità di essere più forte delle altre, ed è sicuro anche perché, pur con una sconfitta evitabilissima, è comunque in testa al campionato.


Il passo in più garantirebbe un sicuro slancio verso le “vette” che condurrebbero fuori dall’esilio in un campionato di livello, purtroppo, estremamente carente dal punto di vista di qualità. D’altra parte, è oggettivo come i 6 stranieri migliori per squadra (o quasi) siano distribuiti nella serie A maggiore (o Lega A che dir si voglia), e che quindi, fatti i calcoli, circa 100 giocatori siano in questa categoria. Nella nostra serie ci siano quindi stranieri di caratura minore o, in opposta tendenza ma con lo stesso obiettivo, chi è in cerca un rilancio o un vero e proprio “lancio” (ad esempio Taylor Jr. di Roma di ieri sera è sembrato aver un notevole potenziale, oltre che un modo di fare estremamente gradevole che lo ha condotto a salutare con il sorriso il pubblico torinese che lo applaudiva all’uscita. Un pensiero per il prossimo anno?). Gli Italiani forti giocano o fanno panchina in serie A (alcuni, vedi Tassone, addirittura in tribuna come spettatore a vedere ieri la partita, dopo un anno da semi protagonista a Cantù) e quelli che giocano in A2 (o Lega Nazionale Pallacanestro…) sono anche loro o navigati giocatori a fine carriera, o seconde linee, o giovani e giovanissimi, o in aspettativa di rilancio partendo dal basso. In questo quadro è chiaro come la differenza tra serie A e serie A2 non sia solo di una categoria, ma un pochino più abbondante, e in questo ne risente la mancanza di pubblico e di emozioni.
Le possibilità per la scalata in serie maggiore sono già presenti, e un qualche piccolo miglioramento nel roster darebbe la svolta decisiva. La REALE MUTUA BASKET TORINO ha tutte le carte in regola per salire, ma deve alzare il suo livello di qualità di gioco. Non è ammissibile perdere palloni palleggiandosi da soli sui piedi o difendere “guardando” chi tira. E non è una buona difesa prendere 83 punti dall’ultima in classifica rischiando addirittura il tiro della sconfitta all’ultimo secondo.
Torino ha bisogno di un salto di qualità nella coscienza dei propri mezzi in una categoria che merita rispetto ma non timori. Una partita contro l’ultima in classifica deve essere vinta senza se e senza ma, senza isterie in campo e in panchina (notevole il cambio di serenità con Iacozza a condurre la squadra nel finale di partita).
L’impressione che si è avuta è una inadeguatezza temporanea all’alto livello che dovrebbe essere invece una certezza che deve incutere timore negli avversari e non nei propri giocatori. Un errore non giustifica il cambio, una schiacciata di un giovane ai suoi quasi esordi deve essere applaudita e non redarguita (bravo Cassar, proprio a proposito).
L’insicurezza nasce dalla mancanza di serenità, e Torino non può non essere serena. La squadra è buona, e ha margini di miglioramento.
Ieri sera abbiamo rivisto Pinkins giocare molto bene così come Alibegovic (pur litigando con il tiro da tre) ha ripreso il ruolo di leader. E, seppure Marks e Cappelletti non abbiano brillato e Campani sia stato poco “sfruttato”, la squadra ha comunque vinto. Con Diop sempre fuori per infortunio e con Cassar che incomincia appena ad ambientarsi in questo livello (ma è un giovanissimo! Non dimentichiamolo) si è comunque portata a casa una vittoria importante.
E’ sicuramente un work in progress che al momento ha condotto ad una involuzione del gioco rispetto alla supercoppa, ed è innegabile. E’ altrettanto vero che i giocatori tutti insieme non hanno mai reso al meglio in questo periodo, ma speriamo che una condizione fisica migliore e un amalgama di squadra più consolidato conduca nel periodo “primaverile” che conta ad un livello più alto.
Intanto però, complice sicuramente il calendario in concomitanza con il calcio, il pubblico sugli spalti … latita. Serve un po’ più di allegria, di entusiasmo, di energia che richiamino il pubblico degli “indecisi”. Serve coraggio di dichiararsi “forti” e non la “prudenza” del temere gli altri. Studiamo gli avversari ma giochiamo il nostro gioco, non temiamo i vari “Carneade” (vedi sulle wikipedia di turno … Carneade, chi era costui?) delle altre squadre. La nostra squadra è una squadra giovane, anche se esperta. Ed ha bisogno di energia, non di rimproveri. Ed ha bisogno di pubblico, e il pubblico ha sicuramente bisogno di risultati ma per pagare il biglietto vuole vedere uno spettacolo. Quindi, che spettacolo sia! Avanti Torino.

Paolo Michieletto

Juve, ci pensa CR7

Poco pubblico ieri sera allo Stadium per la gara casalinga contro il Genoa, complice anche la serata fredda e piovigginosa. Neppure lo spettacolo è stato un granché, a parte qualche sporadico guizzo di Dybala, il migliore dei suoi per intuizioni ed iniziative. Nemmeno Ronaldo era in serata, ma alla fine lui a pareggiare non ci sta, e allo scadere, dopo il suo goal annullato dal Var, si va a prendere il rigore che poi trasforma da vero cecchino e riporta la sua Juve sopra l’Inter.
Il centrocampo bianconero non era decisamente in partita: Bentancur – lo si sa- non offre le garanzie di Pjanic, e si è visto. Khedira dura soltanto 60 minuti, oltretutto ieri non ha inciso come avrebbe dovuto, mentre Sandro ha aperto la porta al goal dei rossoblu. Imperdonabile il suo errore, da non era così opaco dai tempi di Allegri.
Cuadrado ha fatto la solita partita di sgroppate sulla fascia, ma è stato molto  meno incisivo rispetto alle ultime prestazioni.
Non ha convinto Rugani dall’inizio, mentre Costa, messo dentro nel finale, non ha potuto fare molto.
Il Genoa ha sorpreso per la tenacia, ha alzato il muro davanti alla porta e Radu, delle 11 conclusioni dei bianconeri, ha avuto il merito di sventarne almeno un paio di clamorose, su Dybala ( ah, quella serpentina nel primo tempo!) e Ronaldo nel secondo.
Il Genoa dà sempre il 200% contro la Juve, in casa e fuori, e ieri sera ha fatto l’impossibile in 10 contro 11.
Ma avere Cristiano Ronaldo in squadra, in partite come quella di ieri, fa la differenza.
Ovunqueecomunque#finoallafine
Rugiada Gambaudo

Le Jacks in Spagna agli European Masters di Softball

Le Jacks sono arrivate a Barcellona, dove nelle fila della squadra de “Le Zie”, prenderanno parte alla prima edizione degli European Masters di Softball organizzata dalla Europe Federation e che si disputerà nella cittadina catalana di Sant Boi de Llobregat.

Fino al 2 novembre in un girone all’italiana la squadra, che ha conquistato a Torino nel 2013 il titolo dei World Masters  Games (IMGA) e nello scorso mese di agosto quello degli European Masters Games (IMGA), incontrerà le Bulgarian All Stars, le Cechie Carrots, le Denmark Classics, le Miralbueno Softbol ed il Team Sweden.

Ricordiamo che della rosa fanno parte le nostre le allenatrici Samanta Valsania e Monica Miroglio, la pitching coach Paula Ferrua, la dirigente Emanuela Ariotti, le atlete Isabella Dalbesio, Serena Perizzolo ed Alice Dall’ò.

Questo il programma degli incontri de Le Zie, in campo già oggi nel centro sportivo Can Torello:

(link per seguire il play by play)

http://competition.europeansoftball.org/2019/santboi/schedule.php

31/10/2019

  • 11:00 Denmark Classics vs Le Zie
  • 13:00 Bulgarian All Stars vs Le Zie

1/11/2019

  • 11:00 W 9 Italia Women vs Cechie Carrots
  • 13:00 Miralbueno Softbol vs Le Zie

2/11/219

  • 11:00 Le Zie vs Team Sweden

Tortona – Reale Mutua Basket Torino e la partita con Roma di mercoledì sera…

IL BASKET VISTO DA VICINO

 

Una vittoria è sempre una vittoria, e proprio nell’articolo precedente segnalavo come fosse anche l’unica cosa che conta … come disse un personaggio famoso, e fortunatamente è arrivata. Tortona era stata la bestia nera di Torino, avendoci battuti due volte nelle occasioni precedenti, ma questa volta la prestazione della squadra avversaria è stata imbarazzante e si è avuto gioco “facile” nel controllare la partita.

Mai veramente in discussione, Torino ha giocato non bene ma si è dimostrata sicuramente superiore a Tortona, pur se sempre priva di Diop, giovane centro titolare di Torino.

Le certezze di Torino sono rappresentate da due giocatori quali Marks e Campani. Il primo, sempre apparentemente nell’ombra, è una garanzia di solidità per la categoria, mentre il secondo, pur non dovendosi esporre al massimo, lo si intuisce come di categoria superiore per il secondo campionato nazionale e, quando serve, si vede.

Poi abbiamo il buon Cappelletti che a tratti appare in alta qualità e talvolta in forma “normale” mentre non “ancora pervenuto” nel campionato è Alibegovic di cui se ne ha un gran bisogno in prospettiva futura.

Al solito, con luci e ombre, Traini e Toscano che comunque sono un buon connubio tra volontà e possibilità e il loro contributo lo forniscono.

Splendida “sorpresa” è il ritorno al basket giocato di Pinkins che ad un certo punto della partita ha deciso di ricordarsi che sa tirare e giocare a basket e con un 4 su 4 da tre e 16 punti in un solo quarto (il terzo) per un totale di 24 a fine partita ha decisamente contribuito alla vittoria finale.

Insomma, Torino non è bella a vedersi, ancora, ma vince ed è in testa alla classifica, pur con una sconfitta che si poteva evitare. E questo non può che vedersi come un qualcosa di positivo.

Solo un commento a latere sul basket in generale. I ragazzi che seguono la pallacanestro ormai su TV, giochi elettronici e WEB vedono sicuramente un basket spettacolo. A tutti rammentiamo l’ultimo tiro di Kyrie Irving con un movimento da street basket di alta difficoltà e rara bellezza in una partita NBA dei suoi Brooklyn Nets, non solo per invitarvi a vederlo in rete, ma per fornire un suggerimento a tutto il movimento cestistico. Lo spettacolo è nella bellezza del gesto, non solo nella vittoria, e meno che meno in una sconfitta senza emozioni. L’eccessivo gioco “organizzato” conduce al non spettacolo, ad una difesa rugbystica con le braccia e non con le gambe e soprattutto con un attacco senza tattica e divertimento.

La “morte” dei playground e la crescita di allenatori obbligati a vincere “fin da piccoli” limita la fantasia e il divertimento. Un gioco esasperato tra difesa asfissiante e piacere nel non far segnare che supera la voglia di vincere facendo un canestro in più condurrà ad un basket senza divertimento. In TV ce n’è sempre di meno e lo spettacolo offerto dalle partite in chiaro conducono all’abbandono del pubblico neutro prima della fine della partita (vedi ultima partita di domenica sera, dove essenzialità per la vittoria e spettacolo erano lontani come l’est e l’ovest…) .

Il mio auspicio è che si cominci a giocare anche per il pubblico dei giovani che siano entusiasti del gioco e del momento che vivono, indipendentemente da ciò che il risultato dirà, altrimenti, mercoledì sera, con Torino e Juventus in contemporanea, solo i veri innamorati del basket a Torino saranno a vedere la nostra squadra, se non troveranno in quell’occasione spettacolo superiore a quanto in essere fino ad oggi, ma non solo nella nostra città, ma in Italia. La traccia non è difendere meno, ma difendere correttamente, senza spinte e urti consentiti, da arbitri e auspicate da allenatori “orbi” che, senza pubblico, alleneranno squadre senza tifosi e televisioni e, di conseguenza, anche senza ampie prospettive professionali.

Lo spettacolo è parte dello sport, ma senza spettacolo non ci sarà futuro, perché il pubblico va dove si diverte e senza divertimento si faranno scelte diverse. La partita contro Roma sarà fondamentale per orientare Torino verso l’alto: un po’ di divertimento in più potrebbe aiutare. Noi ci speriamo e ci saremo.

Dai Torino, vincere è l’unica cosa che conta, ma vincere bene è ancor a meglio!

 

Paolo Michieletto

Beach volley, argento nazionale per il Gspm Torino

NEL 3×3 FEMMINILE

Sulla sabbia di Riccione, le atlete gialloblù agguantano un prestigioso secondo posto. Buoni risultati anche per le altre formazioni schierate dalla compagine sabauda

Risplende l’argento sul petto delle ragazze della formazione 3×3 femminile del Gruppo Sportivo Polizia Municipale di Torino, classificatasi al secondo posto in occasione della quinta edizione dei campionati italiani ASPMI di beach volley, tenutisi a Riccione nella splendida cornice offerta dalla “Beach Arena”. Il terzetto sabaudo, composto da Lucrezia Elia, Roraima Pennazio e Roberta Pica, dopo aver chiuso il girone unico a 7 squadre in terza posizione, ha raggiunto l’atto conclusivo del torneo, cedendo il passo soltanto nella finalissima di categoria alle padrone di casa.

La compagine gialloblù, che quest’anno è giunta quarta ai nazionali ASPMI di pallavolo, ha potuto beneficiare dell’apporto sotto rete di tanti nuovi innesti, che ben si sono comportati nel corso della competizione. Numerose le formazioni schierate in campo dal GSPM Torino: in ambito maschile, il duo formato da Simone Manzo e Claudio Tisci è stato eliminato ai quarti di finale, mentre le coppie Mauro Buttolo-Alberto Marcelletti ed Emilio Pascale-Claudio Vitale sono uscite agli ottavi. Analoghi risultati nel misto per le quattro squadre iscritte, estromesse dal torneo ai quarti e agli ottavi di finale: Lucrezia Elia-Simone Manzo-Roraima Pennazio; Mauro Buttolo-Paola Guiffre e Claudio Tisci; Alberto Marcelletti-Roberta Naj e Roberta Pica; Emilio Pascale, Alessandra Dinisi e Luca Biagini (prestato dal GS Riccione). Estremamente positiva l’organizzazione della kermesse, supervisionata dal vigile riccionese Miki Banci e dal suo staff.

Alessandro Nidi