SPORT- Pagina 11

Cristiana Ferrini: “Mio Padre, Il Capitano dei Capitani. Giorgio Ferrini, una storia granata” / 1

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Di Laura Goria

Cosa si può dire di un uomo meraviglioso che muore a soli 37 anni, lascia una moglie innamoratissima, due figli ancora piccoli e una moltitudine di tifosi affranti?

Il mitico capitano del Toro, Giorgio Ferrini, mancato l’8 novembre del 1976, rivive ora nelle pagine scritte dalla figlia Cristiana; un’intensa dichiarazione di amore al suo “Papitano”, che ha chiuso gli occhi ed è volato via troppo presto.

E sfatiamo subito l’errata idea che sia solo un libro di sport. No! E’ infinitamente di più.

Innanzitutto è la biografia dove sfogliamo la vita semplice –eppure straordinaria- di un uomo con valori solidi, spinto da un’immensa passione, notevoli doti, animo profondamente buono e corretto.

Ma con un tempo breve come un lampo che ne ha fatto leggenda.

Sono memorie preziose, uniche e appassionanti che vi conducono nella quotidianità del campione, scorrevoli come un ottimo romanzo. Soprattutto… distillate dal cuore.

Cristiana è la fotocopia al femminile di “Papitano” Giorgio. Stessi occhi color cielo terso, capelli biondi, cuore sempre spalancato agli amici, inscalfibile senso di lealtà, identica tenacia da mula triestina, di quelle che non mollano mai.

Indossa il cognome Ferrini come seconda pelle ed apre lo scrigno dei ricordi, regalandoci l’essenza di suo papà. Traccia il profilo innanzitutto dell’“Uomo”; prima ancora che del mitico campione granata.

Lo fa con l’emozione di una figlia che nel Dna ha ereditato la capacità di convertire l’impatto del dolore in tempra straordinaria. Oggi è una donna felicemente ancorata alle sue radici; ha volato alto per tornare realizzata, sempre positiva e con una gioia di vivere contagiosa.

Questa intervista è solo la punta dell’iceberg di un intero pomeriggio trascorso insieme. Peccato che le parole sciorinate per iscritto non possano trasmettere pienamente i toni vibranti della sua voce, l’entusiasmo straripante dalle sue parole, la luce che scintilla e diffonde radioso il suo sguardo mentre racconta la genesi del libro che… ci dice:

«E’ dentro di me da sempre. Sono pensieri, frasi, brani di canzoni o un tramonto che mi fanno pensare di raccogliere qualcosa da dedicare a lui. Probabilmente è arrivato il momento maturo in cui sono riuscita a scrivere quello che avevo dentro».

  1. Giorgio che uomo era?

Innanzitutto una persona per bene, con valori profondi, leale, incorruttibile, giusto, altruista. Buono, ma non debole; non scendeva a compromessi e non aveva mai secondi fini. Un puro, ma anche figura carismatica, un leader che ha portato i suoi valori nello spogliatoio e nella compagnia degli amici. Oggi percepisco dai racconti di chi l’ha conosciuto che era speciale e pieno di qualità. Cosa non scontata.

  1. Per te chi era l’amato “Papitano”?

Come per le mie amiche, il papà era il principe azzurro, la prima figura maschile di riferimento. Ma penso di avere avuto una fortuna in più; lo chiamavo “Papitano” proprio perché era anche il capitano della mia squadra del cuore. Io ero tifosissima fin da piccola; portata allo stadio dai nonni e dagli zii, casualmente, poi in me è nata la passione.

3) Hai perso il tuo Idolo quando avevi solo 12 anni: come si sopravvive e si supera?

Ci sono rabbia e rancore, poi ho visto la sofferenza di mamma e Amos, e in un pomeriggio sono cresciuta da bambina ad adulta. Ho sentito che dovevo proteggerli. Ero troppo piccola per un dolore così grande, e qualcuno doveva tenere duro. Per salvarmi, ho voluto farne la mia forza e conviverci. Mi sono creata come un film dove lui c’era e questo mi ha sempre aiutata.

4) Come si cresce con il rimpianto?

Io non l’ho lasciato quel giorno; per me era andato via solo il suo corpo. All’inizio, soprattutto nei week end, la sua assenza fisica era sopportabile, come se fosse al solito ritiro. Invece nei momenti importanti, come scelte da prendere, avvertivo terribilmente il vuoto.

5) Che genitore è stato per te e come siete stati educati?

Un papà amico, ma severo; con la sua parte di dolcezza e comprensione nei giochi e nei compiti. Poi si sdoppiava e diventava il mio idolo in campo.

In famiglia esistevano delle regole, papà e mamma per noi c’erano sempre ed erano il punto di riferimento. Ci davano la possibilità di sbagliare, ma poi dovevamo crescere e andare con le nostre gambe.

6) I ricordi più belli che hai di lui?

Sono infiniti e continuano a riaffiorare, perché da quando li ho messi nero su bianco, si è scatenato di tutto, tanto da scrivere un altro libro.

7) E con lui?

Un ricordo solo nostro è la nuotata. Esperienza forte e fisica, che facevamo in mare, soprattutto quello scuro e melmoso di Lignano. Mi prendeva sul dorso, ci immergevamo sott’acqua fin sul fondo, e riemergevamo. Poi un’altra spinta e tornavamo giù. Come due delfini sospesi uno sull’altro, staccati, io lo abbracciavo senza bloccarlo e ne imitavo il movimento. Era bellissimo!

E la prima volta nelle acque cristalline della Sardegna è stato pazzesco. Ancora oggi, ogni volta che mi tuffo, innanzitutto, mi immergo allo stesso modo. E quando vado sotto…è quello…il momento in cui forse ci uniamo ancora.

8) Quanto eri una fan sfegata?

La fede granata in me era innata. Adoravo andare allo stadio con papà, che mi guardava perplesso, chiedendomi se non preferissi giocare con le amichette.

Invece sceglievo di fare i compiti sulle gradinate e seguire gli allenamenti. Se il tempo era brutto stavo con la custode del Filadelfia, signora Franca, che mi ha insegnato a cucire e rammendare. Ancora oggi, per me, lì è casa.

Ed è curioso, perché pensa che, paradossalmente, l’unico pallone in famiglia, non l’aveva portato papà dallo Stadio, ma comprato la mamma, supplicata da me e mio fratello.

9) E Amos?

Era più piccolino, i compagni di squadra di papà gli facevano un sacco di scherzi e per lui era una tortura. Fingevano di fargli il gesso, un’iniezione, la doccia fredda. Papà, con intelligenza, aveva capito che il calcio non era il suo sport e, con sensibilità, l’aveva indirizzato verso la vela e il motocross.

10) Tuo fratello assomiglia a Giorgio?

Ha tutta la sua gestualità, che è pazzesca. Ma quanto a carattere, Amos è selettivo. Da un amico pretende tanto, è più esigente; a volte stupito che si comporti con lui in un certo modo. Invece papà di amici ne aveva veramente tanti. Amos no, è un solitario. Ma i principi e i valori che porta avanti sono gli stessi. Gli ho chiesto se voleva scrivere qualcosa e la sua introduzione è davvero bellissima.

11) Cosa ti è mancato più di papà nelle varie fasi della tua vita?

Sono credente e non chiedo mai “Perché non ci sei?”. So che c’è! Lo sento sempre presente e gli chiedo di guidarmi, non farmi sbagliare o fare il passo più lungo della gamba. Come se continuasse un dialogo e un confronto tra me e lui.

Ovvio che nelle scelte di studio e lavoro mi sono confrontata solo con mamma, che è stata bravissima. Ma aveva le sue idee e cercava di proteggerci, era cauta soprattutto se c’erano investimenti da fare. Si, l’opinione di papà sarebbe stata importante.

12) Perché Giorgio, fin da piccolo, pur essendo Triestino, aveva questo amore incondizionato per il Toro?

Non lo sappiamo, ed è inspiegabile, tanto più che all’epoca il calcio non era importante come oggi. Aveva voluto il numero 8 rabberciato col panno lenci su una maglietta. E sua mamma gli aveva anche confezionato un pallone con la gomma piuma, ricoperta di stracci cuciti insieme.

Non si capisce neanche perché proprio l’8 che non era neanche quello di Valentino Mazzola. Forse è il destino.

13) Quando l’aereo con a bordo la squadra del Grande Torino si schiantò a Superga, il 4 maggio 1949, per Giorgio fu straziante. E’ vero che quel dolore contribuì a forgiare il futuro capitano Granata?

L’aneddoto ce lo raccontò nonna. Papà, appena apprese la notizia corse via disperato; senza dirle niente, mentre lei stava allattando zio Bruno, di 10 anni più piccolo.

Inconsolabile, camminò da solo, lungo il mare fino a notte fonda, mentre tutti lo cercavano preoccupati.

Quando tornò, il padre non ebbe cuore di punirlo perché, guardandolo negli occhi, lo vide talmente sconvolto che lo mandò a dormire.

Al mattino gli chiesero spiegazioni e lui angosciato…«Ma sono morti tutti i miei eroi, volete capirlo!», poi aggiunse «Io diventerò il capitano!».

14) Giorgio era molto umile e semplice, come fu la sua infanzia?

E’ cresciuto in casa Ferrini dove c’erano molto amore, gioia, allegria, armonia… e la povertà del dopo guerra. Ma affrontata con lo spirito tipico dei triestini che sono goderecci e sanno far festa in modo sano e con poco. Si riuniscono, cantano e si divertono. Uova sode e sale, sedie a sdraio in macchina e per loro è vacanza.

Poi c’era il palazzo, con tutte le porte aperte, un modo per dire che esisteva condivisione tra le famiglie: gioie, dolori, chi aveva una patata la passava all’altro, nella corte i bambini giocavano insieme, una mamma li controllava e loro si guardavano tra loro. L’ultima volta che sono andata a Trieste l’ho visitato; c’è ancora, riammodernato, in lontananza il mare e l’Istria.

15) Passò dai banchi di scuola direttamente all’età adulta. Come arrivò la svolta dell’ingaggio granata?

Conclusa la scuola dell’obbligo lavorò in una fabbrica di scarpe americana; perché doveva già contribuire al bilancio familiare e per i nonni era l’avvio di un impiego sicuro con probabile assunzione all’orizzonte.

Dopo gli esordi a pallacanestro, era passato al calcio e uscito da lavoro si allenava e giocava nella squadra di Trieste, la Ponziana, dove era stato notato. Già allora aveva una marcia in più.

Dal Toro arrivò il dottor Motto, che poi ho conosciuto, e mi ha raccontato come i nonni lo ricevettero a casa con educazione, ma anche ostilità. Quando propose un contratto, il nonno rispose che a lui interessava solo quello con la fabbrica.

Nonna, invece, quasi bisticciando, si impose e disse «No, Giorgio va! Farà sempre in tempo a tornare, ma se non prova, ci chiederemo tutta la vita se abbiamo sbagliato. E poi chi siamo noi per dirgli di no!».

16) In parte, dunque, si deve a tua nonna l’arrivo di Ferrini 15enne al Toro, che donna era?

Tostissima, lungimirante, molto moderna, intelligente. Sicura, forte, coraggiosa, tipica donna giuliana, di confine. E ti dico anche che, finché c’è stata, è la persona alla quale ho sempre chiesto un consiglio e lei me l’ha dato ogni volta lucidissimo. Su qualsiasi cosa, a partire dal fidanzatino, mi diceva «no, non è giusto…», oppure «Cri, aspetta, sei frettolosa, lascia un attimo che le cose si calmino, cerca di ragionare…»

17) L’amore tra tua mamma Mariuccia e Giorgio sbocciò con un candore di altri tempi. Corteggiamento e timidezza…direi…a ruoli invertiti…

Lo raccontavano insieme ridendo e mamma ne ha riparlato a Natale.

Papà era timidissimo e complessato per l’acne; lei invece per niente e spigliatissima. Arrivava dalla Val Sugana che le stava stretta, e a Varese era cassiera in un bar. Bella e parecchio corteggiata, era però incuriosita da quel giovane sempre a testa bassa. Quando un amico le svelò che a Giorgio piaceva molto, prese in mano la situazione e organizzò un pomeriggio danzante col jukebox.

Arrivato da solo, papà si mise dietro la console, mamma andò a chiedergli di cambiare musica e lo invitò a ballare. Ha fatto tutto lei.

Peccato che i nonni avessero mandato zia Sandra, più piccola di 10 anni, per riportare a casa la sorella. E che papà abbia sentito il commento della ragazzina “Ma con tutti i ragazzi belli che ci sono ti sei messa a ballare proprio col più brutto”.

Papà sparì e mamma per riconquistarlo iniziò a comprare i giornali sportivi per capire chi fosse. Chiaro che lei non ne sapeva molto, ma lo provocò dopo un’espulsione; e lui risentito “Prima di fare queste battute vieni a vedermi”. Non se lo fece ripetere due volte e la storia si sbloccò.

Lei iniziò a seguire tutte le partite e a fare il tifo: lui a dare il meglio di sé in campo per piacerle.

18) Davvero un amore candido…

La storia poi è cresciuta, ma nel massimo rispetto delle regole. Entrambi lontani da casa, alloggiavano nella stessa pensione, dove si dormiva con le porte aperte e se avessero voluto…avrebbero potuto fare tutto quello che volevano, come tanti altri. Ma loro invece no! Mamma dice che erano due imbranati. Si limitarono a baci, carezze e abbracci e non superarono mai il limite prima del matrimonio. Lei tenne fede al diktat di sua madre che le aveva detto: “La reputazione, stai attenta, mai rovinartela. Lo ami, però aspetta”.

19) Che marito è stato?

Lui in casa era una bella figura, non dominava mamma, avevano i loro ruoli. Erano scherzosi, soprattutto ancora molto innamorati, avevano appena 34 e 37 anni e ancora tanto da darsi.

Li ricordo soprattutto sul divano abbracciati e giocosi: mamma che lo scompiglia tutto, lui che la lascia fare, con sguardi pieni di amore. Oppure giocare a cuscinate sul lettone tutti e quattro insieme; iniziavano sempre loro due, poi ci buttavamo anche io e mio fratello.

Non era mai per cose gravi, ma papà odiava le discussioni, mamma il contrario e quando qualcosa la infiammava, lui faceva muro; ogni tanto diceva “Rossa, basta!”, poi usciva e andava dai vicini Mori, o a camminare. Quando tornava, mamma avrebbe voluto riattaccare, ma ormai non era più il momento.

20) A voi che esempio è arrivato?

Direi perfetto. Amos ed io in casa avevamo un clima sereno e siamo cresciuti con un fortissimo senso della famiglia, dei suoi valori fondamentali. Ci sono entrati sottopelle grazie all’esempio e ai comportamenti quotidiani di mamma e papà, come si muovevano, come erano. E se pensi che da lui ho assorbito un segno così forte in soli 12 anni, l’esempio era davvero alto; certo poi portato avanti da una mamma eccezionale.

21) Quanto costava a lui e a voi il tempo sottratto alla famiglia per la squadra.

La normalità era che andava e veniva. Ma quando c’era, esisteva la qualità! Siamo cresciuti sapendo che nostro papà aveva semplicemente ritmi diversi. Certo, quando riuscivamo a godercelo più a lungo era una gioia enorme. Credo che per lui fosse un sacrificio molto meno che per noi, perché stava facendo quello che amava. Allora i calciatori il lunedì sera andavano nei Toro Club con la famiglia e neanche questo per lui era faticoso.

22) Giorgio era di poche parole, ma i suoi gesti e silenzi quanto erano intensi?

Gli occhi e il gesticolare erano il suo parlare. Con lo sguardo comunicava con me, gli amici e gli altri. A volte bastava che ci guardassimo da lontano come sapevamo fare noi…e non doveva dire nulla, lo sguardo bastava.

Ho ancora nitido il ricordo di quando era l’ora di andare a letto dopo il mitico carosello; mi guardava semplicemente indicando direzione zona notte. La magia era tutta negli occhi e nella gestualità.

23) La prima parola che ti viene in mente quando pensi a tuo papà?

I suoi occhi! Pace!

Cristiana Ferrini: “Mio Padre, Il Capitano dei Capitani. Giorgio Ferrini, una storia granata”  Cairo Editore

 

PS. Il libro offre anche la possibilità di rivedere immagini della vita di Giorgio Ferrini, molte inedite, e ricordi vari della carriera del capitano. Erano conservati in un baule che ora Cristiana mette a disposizione di tutti.

Basta inquadrare con la fotocamera del vostro cellulare il QR code che trovate sul risvolto di copertina. Vi collega alla pagina Instagram Giorgio Ferrini 8, dove Cristiana carica costantemente materiale prezioso.

 

CONTINUA…….

La stagione agonistica 2025/26 di Parella Volley

Il Volley Parella Torino, la più importante società di Torino, ha presentato alla piscina Pellerina, la stagione agonistica 2025/26. Parella Volley ha circa 6000 tesserati di tutte le età e disputa i campionati B1 Femminile e B maschile. Ai nostri microfoni il presidente Gianluca Facchini ha ricordato che la storica società di pallavolo ha come mission l’obbiettivo di far crescere i giovani con un percorso di formazione tecnica attraverso la maturazione equilibrata dei ragazzi.

FRANCESCO VALENTE

Guarda il video:

Jannik Sinner è cittadino onorario di Torino

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L’onorificenza a un simbolo sportivo assoluto – conferita per il contributo all’immagine nazionale e internazionale della Città – è stata votata oggi pomeriggio dal Consiglio comunale con l’approvazione unanime della proposta del sindaco Lo Russo sottoscritta da 24 consiglieri.

La mozione evidenzia il legame significativo tra il tennista e la Città; protagonista delle Atp Finals “ha saputo parlare con entusiasmo di Torino, valorizzando l’immagine e l’attrattività internazionale.”

E’ un atto – sottolinea il documento – che celebra il suo straordinario percorso umano e sportivo e consolida il rapporto speciale che lo unisce alla nostra comunità.

“Un modello virtuoso per i giovani nell’esempio comportamentale e uno stile dallo spirito sabaudo” ha evidenziato Lo Russo nel presentare l’iniziativa.

Vent’anni da Toro: L’era Cairo dei Trionfi” (2005-2025 – L’ucronia di un Grande Torino rinato)

Nel luglio del 2005, Urbano Cairo prende le redini del Torino FC tra mille dubbi. Ma in questa realtà alternativa, fin dall’inizio qualcosa cambia. Cairo, più audace, decide di investire subito in un progetto ambizioso: ricostruire un “nuovo Grande Torino”. Affida la guida tecnica a Gian Piero Ventura ma con un piano a lungo termine, stile Ajax o Athletic Bilbao: valorizzare i giovani del vivaio, investire nello scouting, e riportare l’identità granata al centro.
2008 Ritorno in Serie A e la rinascita granata
Dopo due anni di assestamento, il Toro torna in Serie A nel 2008 con una squadra giovane, grintosa, e un gioco spettacolare. Nasce il trio delle meraviglie: Belotti, Ogbonna e Baselli, cresciuti nel vivaio e ormai colonne del club.
2012 Il Primo Trionfo: Coppa Italia
Contro ogni pronostico, il Torino vince la Coppa Italia 2012, battendo in finale la Juventus 2-1 grazie a una doppietta di Alessio Cerci. È un trionfo storico, il primo trofeo ufficiale dai tempi dell’ultima Coppa Italia del 1993. I tifosi invadono le strade, il Filadelfia viene ricostruito e diventa centro nevralgico del club.
2014 Lo Scudetto del Cuore
La stagione 2013-2014 è leggendaria. In un campionato incerto, il Torino approfitta del caos in casa Juve (in questa realtà, Conte si dimette a gennaio) e con una squadra compatta e brillante guidata da Immobile e Belotti in attacco, El Kaddouri a centrocampo e Padelli tra i pali, vince il suo 8° Scudetto. È festa in tutta Italia: il Toro torna campione dopo 68 anni, e lo fa con stile e umiltà.
2015 Europa League: una cavalcata epica
Da outsider, il Torino stupisce l’Europa. Batte l’Everton, poi lo Zenit, poi l’Ajax in semifinale. In finale a Varsavia contro il Siviglia, Belotti segna una doppietta da urlo e il Toro alza la sua prima coppa europea. È l’apoteosi.
2020 – Il nuovo Stadio Filadelfia
Grazie ai successi e agli introiti europei, Cairo finanzia la costruzione di un nuovo Stadio Filadelfia da 33.000 posti, tutto dedicato alla storia granata. Un impianto moderno ma con l’anima degli Invincibili.
2023 Seconda Coppa Italia e Supercoppa
Nel 2023 il Torino batte la Roma in finale di Coppa Italia, poi vince la Supercoppa Italiana contro il Milan con un rigore decisivo di Ricci. A 18 anni dalla prima coppa, il ciclo vincente continua.
2025 – Vent’anni di Cairo, il “Presidente del Rinascimento Granata”
In 20 anni, Urbano Cairo ha trasformato il Toro:
1 Scudetto (2014)
2 Coppe Italia (2012, 2023)
1 Europa League (2015)
1 Supercoppa Italiana (2023)
Ritorno stabile in Champions League
Un vivaio tra i migliori d’Europa
Un nuovo stadio e un Filadelfia pulsante
Non è tornato il Grande Torino, perché quello resta irripetibile. Ma è nato un “Toro Moderno”, degno erede di quella leggenda.

Enzo Grassano

Amanda Ghezzo, Ice Club Torino: Junior Grand Prix ISU, ottavo posto e convocazione internazionale

7 settembre 2025 – Ottimo debutto stagionale per Amanda Ghezzo, giovane promessa del pattinaggio artistico italiano, che ha conquistato l’ottavo posto allo Junior Grand Prix ISU di Varese tenutosi questo fine settimana, una delle competizioni giovanili più prestigiose a livello mondiale.

 

Amanda, quindicenne torinese e due volte campionessa italiana junior, ha rappresentato l’Italia con grinta e raffinatezza, distinguendosi tra le migliori atlete internazionali. Cresciuta sportivamente all’interno dell’Ice Club Torino, si allena quotidianamente tra il Palatazzoli e il Palavela sotto la guida esperta di Edoardo De Bernardis e Renata Lazzaroni.

La sua performance ha incantato il pubblico e i giudici: nello short program ha interpretato con intensità le musiche del film “Dune”, mentre nel programma libero ha portato in scena l’energia e il carisma di “Chicago”. Entrambe le coreografie, firmate da Edoardo De Bernardis, hanno valorizzato le doti espressive e tecniche dell’atleta, confermando la sinergia vincente tra talento e visione artistica.

Grazie a questo importante risultato, Amanda ha ottenuto la convocazione per un’ulteriore tappa del circuito ISU Junior Grand Prix, consolidando il suo percorso verso i vertici del pattinaggio internazionale.

“Amanda ha dimostrato una maturità artistica sorprendente per la sua età. Nel programma corto ha saputo trasmettere la tensione e la profondità emotiva di “Dune”, mentre nel libero ha sprigionato tutta la sua energia interpretativa, dando vita a un’esibizione brillante e coinvolgente. Il nostro lavoro si è concentrato sull’equilibrio tra tecnica e narrazione, e questo risultato conferma che siamo sulla strada giusta. Amanda ha ancora ampi margini di crescita e sono certo che potrà affermarsi con continuità a livello internazionale” ha affermato Edoardo De Bernardis.

“Siamo estremamente orgogliosi del percorso di Amanda, che con determinazione e passione ha saputo affrontare una competizione di altissimo livello. Il lavoro del team tecnico e artistico è stato fondamentale per la preparazione di questa pattinatrice talentuosa” ha commentato la Presidente dell’Ice Club Torino Claudia Masoero.

Foto gara copyright Wilma Alberti

‘Tennis in città’ al via da piazzale Grande Torino in vista delle Nitto ATP Finals

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Mancano meno di due mesi alla quinta edizione torinese delle Nitto ATP Finals, che si svolgeranno all’Inalpi Arena dal 9 al 16 novembre. Come da tradizione, il percorso di avvicinamento verso il “Torneo dei Campioni” propone una serie di appuntamenti che porteranno il tennis in alcune delle piazze e dei parchi più noti di Torino, con l’entusiasmo e l’energia delle Nitto ATP Finals.

La nuova edizione di ‘Tennis in Città’ ha preso il via venerdì 5 settembre dal piazzale Grande Torino, lo spazio che durante il torneo accoglie il pubblico diretto all’Inalpi Arena e al Fan Village. Qui, fino a domenica 7 settembre, sono allestiti un campo da minitennis e un’area per il tennistavolo, a disposizione di chiunque voglia cimentarsi con le discipline della racchetta, sotto la guida degli insegnanti dell’Istituto Superiore di Formazione ‘Roberto Lombardi’ della Federazione Italiana Tennis e Padel (FITP).

Organizzata dalla FITP, in collaborazione con la Città di Torino, Regione Piemonte e Ufficio Scolastico Regionale del Piemonte, l’iniziativa prevede otto tappe, che nei fine settimana accompagneranno l’attesa verso le Nitto ATP Finals.

Questo il calendario completo:

  • Piazzale Grande Torino (5-7 settembre);
  • Piazza Castello (12-14 settembre, insieme alla manifestazione benefica Tennis and Friends);
  • Piazza Arbarello (19-21 settembre);
  • Parco Peccei (26-28 settembre);
  • Piazza Vittorio Veneto (3-5 ottobre);
  • Parco Ruffini (10-12 ottobre);
  • Parco Dora (17-19 ottobre);
  • Piazzale Piemonte – Grattacielo Regione Piemonte (24-26 ottobre)
  • TORINO CLICK

Sport e salute, Regione e Asl in campo

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Il prossimo fine settimana la città di Torino ospita “Tennis and friends”, manifestazione giunta alla 5a edizione, sulla scia del grande successo delle Atp Finals.

Un evento sportivo di rilievo internazionale che ha il merito di ricordare l’importanza del binomio sport e salute, anche sul fronte della prevenzione.

La Regione Piemonte è uno dei partners dell’iniziativa, con il Ministero della Salute, il Ministero per lo Sport e i Giovani, la Federazione Italiana di Tennis e Padel e l’ASL Città di Torino.

La Regione con le Aziende sanitarie promuove da tempo numerose iniziative sul territorio, rivolte a tutte le fasce d’età, dai più giovani agli over 65.

Ormai tutti gli studi son concordi nell’indicare che l’attività fisica apporta benefici significativi alla salute fisica, mentale e cognitiva, e che la promozione di spazi verdi e attività all’aperto può migliorare il benessere generale e ridurre il rischio di malattie croniche. Anche livelli moderati di movimento possono portare a significativi benefici per la salute.

I dati

I dati per il Piemonte sono confortanti, perché la maggior parte degli adulti (18-69 anni) è fisicamente attiva (57%) o parzialmente attiva (27%), mentre 16 individui su 100 sono completamente sedentari (dati PASSI). Tra le persone ultra sessantacinquenni, la quota di sedentari sale al 27% (dati Passi D’Argento). Tra i bambini di 8-9 anni, il 15% è sedentario (dati OKkio alla Salute).

I benefici per la salute dell’attività fisica

A qualsiasi età, svolgere attività fisica con regolarità contribuisce a mantenere e migliorare il benessere psicofisico, a ridurre i sintomi di ansia, stress, depressione e solitudine, perché può essere svolta in compagnia, migliora il sonno, aiuta a smettere di fumare. Contribuisce inoltre alla riduzione della pressione arteriosa e al controllo del livello di glicemia e colesterolo nel sangue, a prevenire malattie metaboliche, cardiovascolari e neoplastiche e artrosi e a ridurre il tessuto adiposo in eccesso perché facilita il raggiungimento del bilancio energetico. Comporta benefici evidenti anche per l’apparato muscolo-scheletrico e riduce il rischio di cadute nella popolazione anziana. Migliora inoltre la qualità della vita delle persone affette da patologie croniche non trasmissibili.

Gli adulti dovrebbero fare durante la settimana almeno 150-300 minuti di attività fisica aerobica ad intensità moderata, o almeno 75-150 minuti di attività fisica aerobica a intensità vigorosa o una combinazione equivalente di intensità moderata e vigorosa, per ottenere evidenti benefici per la salute.

Le iniziative della Regione

La Regione Piemonte, con il Piano regionale di Prevenzione, è impegnata ad attivare un sistema per promuovere l’attività fisica individuale e di comunità costruendo reti intersettoriali tra Aziende sanitarie, amministrazioni locali e associazioni del territorio per valorizzare le opportunità di svolgere attività fisica e sportiva rendendole accessibili soprattutto ai gruppi di popolazione più svantaggiati.

A sostegno di questi obiettivi, i professionisti della sanità pubblica piemontese promuovono azioni di sensibilizzazione e di comunicazione per favorire stili di vita attivi nei diversi ambienti di vita e nei contesti locali, anche grazie all’Accordo di collaborazione tra ANCI Piemonte e Regione Piemonte per la promozione di “Comunità attive”.

Un’opportunità per mantenersi attivi è quella di partecipare a uno dei tanti gruppi di cammino presenti in Piemonte. Questa è la mappa dei gruppi:

https://www.google.com/maps/d/viewer?mid=1Snq9Yb8MgQN7nB0F5nOchl-GeF8VQYTJ&femb=1&ll=45.50326966313643%2C7.782173538629609&z=7

Il progetto Muovinsieme

Settembre è anche il mese della ripresa delle scuole su tutto il territorio regionale. Muovinsieme è un progetto che vede coinvolte le Regioni Friuli Venezia Giulia, Lazio, Piemonte e Puglia con l’obiettivo di proporre nella scuola primaria e nella scuola dell’infanzia un intervento di buona pratica sull’attività fisica e la didattica all’aperto.

Link

https://www.regione.piemonte.it/web/sites/default/files/media/documenti/2025-03/istantanea-comuni-attivi-2025_250325_uso-digitale.pdf

https://www.muovinsieme.dors.it/

Qualificazioni Mondiale 2026, Italia-Estonia 5-0: Buona la prima per Gattuso, show degli attaccanti

Esordio da sogno per l’Italia nelle qualificazioni al Mondiale 2026: gli Azzurri travolgono l’Estonia 5-0 a Roma, regalando a Rino Gattuso una serata perfetta nel suo debutto da commissario tecnico.
A sbloccare la gara è stato Moise Kean, bravo a sfruttare un assist preciso di Barella. Poco dopo è toccato a Retegui, che di testa ha firmato il raddoppio. Nella ripresa, l’Italia ha continuato a spingere: Raspadori ha calato il tris con un bel sinistro, mentre Bastoni ha trovato il poker sugli sviluppi di un corner. Il sigillo finale è arrivato ancora da Retegui, autore di una doppietta e tra i migliori in campo.
Prestazione convincente, ritmo alto e tanta intensità: l’era Gattuso inizia nel migliore dei modi.

Enzo Grassano

“Una mano sul cuore”, volti noti in campo a Castiglione Torinese

LA PARTITA BENEFICA

In campo tanti volti noti della Tv, dello spettacolo e dei Social

Domenica 14 Ottobre, in occasione della Festa dello Sport, scendono in campo tanti personaggi
amati dai giovani dei Social e tanti nomi noti al pubblico televisivo. Un’intera cittadina in
fibrillazione per l’arrivo della Nazionale Calcio Spettacolo che in una partita benefica intitolata
UNA MANO SUL CUORE sfiderà la squadra del Castiglione Solidale, un team creato ad hoc per
l’occasione. A calcare il prato dell’Oratorio Madre Teresa di Calcutta con la maglia della Nazionale
ci saranno, tra i tanti, il capitano autore e compositore Vincenzo Torelli, Simone Barbato (noto al
grande pubblico per le sue apparizioni come mimo a Zelig e la partecipazione al programma L’isola
dei famosi), Assan Diop (il primo comico di colore ad aver calcato il palco di Zelig), Gilbert Nana
(amatissimo dai giovani e detentore del titolo mondiale di palleggi di testa), Gianluca Martino
(chitarrista dei Rockets), Oskar (cantante degli Statuto), Marco Carena, Mauro Villata (comico di
Colorado) e tanti tanti altri. Tra gli ospiti la notissima attrice e comica Margherita Fumero e
Nicholas Mazza (protagonista della scorsa edizione di Io canto Generation condotta da Gerry
Scotti). Madrina dell’evento la presentatrice Tv e speaker radiofonica Barbara Morris. Previste
incursioni famose come quella degli ex giocatori granata. A suonare l’inno di Mameli il Corpo
Bandistico di San Raffaele Cimena.
Insomma tra sorprese e presenze certe si annuncia un pomeriggio all’insegna del divertimento e
della solidarietà con incasso destinato all’Associazione FORMA dell’Ospedale Regina Margherita
di Torino. Allora segnatevi bene questa data : Domenica 14 Settembre 2025 alle ore 16,00 presso
l’Oratorio Madre Teresa di Calcutta a Castiglione Torinese.

A Rivoli la Festa dello Sport raddoppia 

Open Day nelle sedi delle Associazioni il 13 settembre e grande evento in piazza il 14 settembre

 

La tradizionale Festa dello Sport di Rivoli si rinnova e raddoppia. L’edizione 2025 introduce una novità assoluta: accanto alla giornata in piazza, che da anni rappresenta un momento di festa e aggregazione per la città, debutta l’Open Day della Festa dello Sport, un’iniziativa pensata per aprire le porte delle associazioni sportive e favorire un contatto diretto con cittadini e famiglie.
Sabato 13 settembre 2025 – Open Day
Dalle ore 9.00 alle 19.00 le associazioni sportive rivolesi accoglieranno il pubblico presso le proprie sedi. Sarà l’occasione per conoscere le diverse discipline, incontrare istruttori e atleti e sperimentare gratuitamente le attività proposte.
Domenica 14 settembre dalle ore 10.30 alle 19.30, piazza Aldo Moro si trasformerà in una grande palestra a cielo aperto, con stand, dimostrazioni, esibizioni e la possibilità di cimentarsi in numerose discipline: atletica, basket, pallavolo, danza, ginnastica, arti marziali, calcio, rugby, tennis, padel e molte altre. La giornata culminerà con la premiazione dei migliori atleti dell’anno che hanno raggiunto  risultati di rilievo a livello provinciale, reginale e nazionale.
La doppia iniziativa è promossa dall’Assessorato allo Sport della Città di Rivoli e dal Consorzio TurismOvest, in collaborazione con le associazioni sportive locali. L’obiettivo è favorire la diffusione della pratica sportiva tra cittadini di tutte le età, valorizzando il ruolo educativo, sociale e aggregativo dello sport.
“Lo sport è per tutti – afferma il Sindaco Alessandro Errigo – e a Rivoli vogliamo dimostrarlo anche con due giornate speciali. Dall’Open Day alle palestre fino alla grande Festa in piazza, ci sarà spazio per provare, divertirsi e stare insieme. È il modo migliore per far crescere i nostri ragazzi e rafforzare la comunità.”
Per prendere parte alle attività presso le Associazioni presenti sul territorio è sufficiente consultare la lista delle sedi e gli orari messi a disposizione al link seguente: