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Modifiche viabili su corso Orbassano e in piazza Santa Rita per lavori di Iren Energia sulla rete di teleriscaldamento. Lavori da domani

Probabili rallentamenti e disagi per il cantiere di Iren Energia che da domani e fino ai primi di agosto interesserà l’asse di corso Orbassano. L’intervento sulla rete del teleriscaldamento è suddiviso in tre fasi e si protrarrà fino all’inizio del mese di agosto.

Durante la prima fase dei lavori non sarà possibile percorrere il tratto di piazza Santa Rita che unisce corso Orbassano e via Tripoli e la corsia parcheggi di piazza Santa Rita da via Barletta a corso Orbassano, mentre su corso Orbassano, all’intersezione con il lato Nord di piazza Santa Rita, sarà istituito un senso unico con direzione da Nord a Sud. Su ambo i lati di corso Orbassano, da piazza Santa Rita al civico 143, e della corsia parcheggi di piazza Santa Rita, da via Barletta a corso Orbassano, sarà inoltre in vigore un divieto di sosta e fermata con rimozione forzata dei veicoli.

Il divieto di transito lungo il tratto di piazza Santa Rita che unisce corso Orbassano e via Tripoli e quello di sosta e fermata con rimozione forzata su ambo i lati di corso Orbassano da piazza Santa Rita al civico 143 di corso Orbassano proseguiranno anche nella seconda fase dei lavori. Lungo corso Orbassano, da via Monfalcone a piazza Santa Rita, sarà in vigore un senso unico con senso di marcia da Sud a Nord, mentre lungo via Tripoli, da piazza Santa Rita a civico 72 si potrà procedere solo da Nord a Sud.  Sarà poi istituito un divieto di sosta e fermata, con rimozione forzata dei veicoli su ambo i lati di via Tripoli da piazza Santa Rita al numero civico 68 destinato a rimanere in vigore anche nel corso nella terza fase dell’intervento, quando non sarà possibile percorrere, via Tripoli da via Mombasiglio a piazza Santa Rita e all’intersezione con il lato nord di piazza Santa Rita e il tratto di piazza Santa Rita che unisce corso Orbassano e via Tripoli.

La giurisdizione “apparente” sui trattenimenti degli immigrati nei Cpr

Sono molto eloquenti i dati che emergono dal rapporto “La giurisdizione apparente – Osservatorio sulla giurisprudenza del Giudice di pace di Torino in materia di trattenimento amministrativo”, curato dalla professoressa Valeria Ferraris e dell’avvocato Maurizio Veglio per Asgi (Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione) e presentato questa mattina a Palazzo di Città.

La Vicesindaca Michela Favaro ha portato i saluti del Comune di Torino. «C’è tanto lavoro da fare per garantire agli stranieri la necessaria tutela – afferma Favaro – E’ importante accendere un faro su questa situazione. L’immigrazione da problema deve diventare risorsa. Una recente analisi della Banca d’Italia spiega come sia in atto un calo demografico costante e un impoverimento professionale. Le aziende spesso non trovano i lavoratori che cercano. A ciò si aggiungono altre discrepanze. Un report della Fondazione Operti informa che nell’area metropolitana di Torino vi sono 75mila alloggi sfitti: eppure per gli stranieri è un problema trovare casa. Servono strumenti che non siano solo punitivi ma che permettano di integrare chi arriva nel territorio e nella comunità».

Monica Cristina Gallo, Garante dei diritti delle persone private della libertà personale della Città di Torino, aggiunge che un ordine del giorno del Consiglio comunale torinese, votato all’unanimità, chiedeva la chiusura del Centro di permanenza per i rimpatri (Cpr) di corso Brunelleschi. «E’ stato chiesto al Prefetto di fare una sperimentazione ma non vi è la possibilità – dice Gallo – Il Cpr sarà riaperto nei prossimi mesi, dopo i lavori di ristrutturazione. Non solo: recentemente è stato incrementato a 18 mesi il limite massimo di permanenza nei Cpr italiani, luoghi dove le persone sono private del diritto costituzionale alla loro libertà e per questo sottoposte a grande sofferenza».

Nell’83 per cento dei decreti di convalida al trattenimento presso il Cpr e nel 78 per cento di quelli di proroga, il Giudice di pace si limita ad accogliere la richiesta della Questura senza offrire argomentazioni, e le udienze di convalida non superano la durata di 10 minuti nel 64 per cento dei casi e non raggiungono i 5 minuti nel 35 per cento. I numeri del rapporto sono inequivocabili.

«Oggi sono ospitati dai Cpr più di 6mila persone – spiega Ferraris – solo il 50 per cento è poi effettivamente rimpatriato. Il 35 per cento è invece sottoposto al 2° provvedimento di trattenimento: significa che queste persone sono entrate in un circuito da cui non riescono più a uscire. Il rapporto conferma una situazione analoga a quella del precedente report risalente al 2017. Purtroppo c’è scarsa attenzione su temi che pure toccano valori costituzionali come la libertà personale. Come è possibile che le udienze di convalida davanti al Giudice di pace durino per più del 60 per cento dei casi meno di 10 minuti? Come si fa a organizzare un’appropriata difesa? Il gruppo nazionale più rappresentato nei Cpr è quello tunisino semplicemente perché vi è un accordo con la Tunisia per i rimpatri facilitati. In gran parte gli ospiti sono giovani».

L’avvocato Veglio spiega che siamo di fronte a uno scandalo giuridico. «La motivazione con cui i giudici di pace decidono sui trattenimenti è in molti casi racchiusa in un modulo già precompilato – rivela Veglio – Nei fascicoli individuali non si trovano neanche tutti gli atti e il verbale è prestampato. Manca solo la firma. La Corte di Cassazione in circa 150 pronunce, tra il 2020 e il 2023, ha rigettato i provvedimenti del Giudice di pace di Torino: per il 64 per cento dei casi ha ritenuto insufficiente la motivazione, definita “al di sotto del minimo costituzionale”. Gli avvocati di ufficio sono spesso compartecipi del degrado del diritto che queste pronunce sentenziano». La versione completa del rapporto si trova sul sito www.asgi.it .

Complesso dell’ex IRV di corso Unione Sovietica 220: dalla Giunta via libera al progetto esecutivo per un importo di 8.557.500 euro

Il progetto esecutivo relativo ai lavori di manutenzione straordinaria del complesso dell’ex Irv di corso Unione Sovietica 220 tesi al miglioramento del decoro urbano e al potenziamento dei servizi sociali è stato approvato questa mattina dalla Giunta comunale su proposta della Vicesindaca Michela Favaro.

La delibera prevede la contestuale approvazione del nuovo quadro economico e del cronoprogramma finanziario delle opere con lavori per un importo complessivo di 8.557.500,00 euro, che saranno finanziati in parte con fondi PNRR e in parte con fondi PNC nell’ambito di Next Generation EU.

Nel dettaglio sono previste opere manutentive finalizzate alla riqualificazione dei padiglioni I, II, III del complesso edilizio volte al completamento dei collegamenti verticali, l’ammodernamento dei sistemi di ascensore, la creazione di nuovi accessi per disabili, una nuova distribuzione interna e il rifacimento di alcuni servizi igienici. Sono inoltre previsti adattamenti strutturali della nuova area per spettacoli, un adeguamento antincendio e la risistemazione delle aree verdi.

Il progetto si inserisce nel Piano Integrato Urbano – PIU, che prevede interventi di rigenerazione urbana dei quartieri torinesi con la riqualificazione delle sedi bibliotecarie e del tessuto urbano che le ospita, per contrastare le vulnerabilità materiali e sociali, eliminare le barriere fisiche e socio-culturali, migliorare l’accessibilità e la qualità dello spazio pubblico e dei luoghi della socialità e dell’inclusione.

“La riqualificazione dell’edificio non è solo un intervento strutturale, ma un’azione concreta per ridurre le barriere sociali e incentivare l’inclusione attraverso la creazione di spazi accessibili e funzionali che rispondano alle esigenze di tutti i cittadini, in particolare delle fasce più vulnerabili della popolazione afferma la Vicesindaca Michela Favaro -. Con questa operazione, l’Amministrazione afferma il proprio impegno per la realizzazione di una città più equa, inclusiva e solidale, dove ogni individuo possa sentirsi parte integrante della comunità e avere accesso a servizi di qualità”.

Una campagna di Urban Lab per contrastare il cambiamento climatico

“Più alberi, meno gelati sciolti” è il nome della campagna pubblica di Urban Lab e Graphic Days presentata oggi nella sede dell’associazione che racconta le trasformazioni di Torino. Un’iniziativa di comunicazione e divulgazione che rientra nel programma di attività sviluppate da Urban Lab insieme alla Città di Torino nell’ambito del progetto europeo Conexus – Urban ecosystem renewal in EU and CELAC cities, finanziato dall’Unione Europea con il programma Horizon 2020. L’obiettivo è sensibilizzare la cittadinanza su tutte le soluzioni che si possono adottare in città per contrastare il cambiamento climatico.

«Le scelte che compiamo come amministrazione hanno conseguenze importanti sul clima, sull’ambiente in cui viviamo e sulla qualità delle nostre vite – afferma Chiara Foglietta, assessora alla Transizione ecologica e digitale della Città di Torino – Sommati insieme, piccoli interventi possono portare importanti benefici. Nostro compito è anche quello di accompagnare i lavori che realizziamo con delle campagne di comunicazione, di informazione e di sensibilizzazione che rendano più chiare le ragioni di quanto viene fatto. Togliere asfalto in un parcheggio, sostituendolo con un altro tipo di materiale, introdurre nuove aiuole, creare pareti verdi, piantare alberi, allargare i marciapiedi, introdurre segnaletica per ipovedenti, ridurre la velocità delle auto, sono solo alcuni degli interventi che la Città ha realizzato in Borgo Valdocco. Con “Più alberi, meno gelati sciolti” li raccontiamo alla cittadinanza, con cartelli nelle zone degli interventi, manifesti, una campagna social, e momenti condivisi con le scuole».

«La presentazione della campagna rappresenta l’evento finale del progetto Conexus – spiega Chiara Lucchini, responsabile sviluppo territoriale di Urban Lab – dove raccontiamo, insieme alla Città di Torino e a Graphic Days, le molteplici attività svolte nel corso di tre anni. Un cammino che ci ha portati nel quartiere Valdocco, a scoprire il borgo, le scuole, la comunità e i numerosi interventi realizzati con Valdocco Vivibile». E proprio con il progetto Valdocco Vivibile, la Città di Torino ha messo in campo oltre 100 interventi per mitigare e contrastare il cambiamento climatico, per favorire una mobilità più sicura, per aumentare la biodiversità e migliorare la qualità della vita delle persone negli spazi urbani.

La campagna confezionata da Graphic Days comunica, con un linguaggio accessibile, semplice e comprensibile da tutti, inclusi i bambini più piccoli, che reagire in maniera efficace al clima che cambia è possibile. Soluzioni semplici che si concentrano su alcune problematiche come il caldo eccessivo e le isole di calore in città, e che invitano, per esempio, a “ridurre l’asfalto, piantare nuovi alberi e utilizzare materiali chiari e riflettenti”.

«E’ una campagna che implementa il percorso di sensibilizzazione e consapevolezza sulle tematiche della sostenibilità ambientale – commenta Piero Boccardo, presidente di Urban Lab – e anche sui benefici che le soluzioni basate sulla natura possono portare».

Il programma di divulgazione ha portato nel quartiere Valdocco un percorso pedagogico e un’azione di guerrilla marketing, ideati per lavorare sul campo con bambini e ragazzi: insegnandogli ad osservare la città e i suoi spazi attraverso il filtro della vulnerabilità climatica e a immaginare le soluzioni urbane atte a rendere i quartieri più vivibili ed accoglienti.

“Laghetti Falchera”: nuova viabilità, aree gioco ed una zona a parco. Approvato il progetto esecutivo


Un nuovo isolato sorgerà a completamento del quartiere Falchera Vecchia nella porzione ad est compresa tra l’edificato esistente e l’autostrada Torino-Milano, una nuova viabilità, aree verdi, aree gioco ed una zona a parco tra la linea tranviaria 4 e l’autostrada.

Lo ha deciso la Giunta comunale, nella seduta odierna, su proposta dell’assessore all’Urbanistica Paolo Mazzoleni, con l’approvazione del progetto esecutivo del Piano convenzionato in zona urbana di trasformazione Z.U.T. Ambito “2.6 Laghetti Falchera”.

In particolare, la società proponente “InvestiRE” – società di gestione del risparmio S.p.a.-, intende sviluppare sull’area edificabile un programma di housing sociale a destinazione residenziale integrato a superfici per servizio di interesse comune e per attività commerciali quali esercizi di vicinato e medie superfici di vendita alimentare ed extra alimentare.

La delibera approva gli elaborati predisposti dai proponenti relativi al progetto esecutivo delle opere di urbanizzazione, che consistono nella realizzazione di verde pubblico attrezzato, della pista ciclabile, degli spazi pubblici e del relativo arredo urbano, oltre all’illuminazione, ai parcheggi pubblici e alla riqualificazione della viabilità, compresa la nuova fermata per la linea tramviaria.

La spesa complessiva prevista per gli interventi è di 4milioni e 977mila euro a scomputo degli oneri di urbanizzazione primaria e secondaria relativi ai permessi di costruire, pari complessivamente a euro 3milioni e 513mila euro, mentre la quota eccedente sarà realizzata a cura e spese del proponente per un importo di 601mila euro.

Choco Story Torino apre le porte per svelare la storia e i segreti del cioccolato

Dalla domanda su quale città italiana poteva essere la principale candidata a ospitare il Museo del Cioccolato, se non Torino, a cui è tradizionalmente legata da secoli, nasce Choco Story Torino.

Inaugurato oggi, alla presenza del sindaco Stefano Lo Russo e degli assessori al commercio Paolo Chiavarino e al turismo Domenico Carretta, il Museo del Cioccolato e del Gianduja apre così le sue porte per svelare e raccontare al pubblico l’affascinante quanto gustoso mondo del cioccolato.

Come viene coltivato il cacao? Come si passa dalla pianta al cioccolato fondente? Sono domande che trovano risposta lungo il percorso museale studiato e realizzato nei locali che un tempo erano i grandi laboratori sotterranei della storica pasticceria Pfatisch di via Sacchi 38.

Qui i visitatori potranno fare un “viaggio” appassionante e coinvolgente, ideato per intrattenere un pubblico di ogni età, che consente di esplorare le origini della coltivazione del cacao, le prime ricette dei Maya e degli Aztechi, l’importazione in Europa e naturalmente la nascita della grande tradizione artigianale di Torino e del Piemonte.

L’esposizione diventa così un racconto articolato sul legame tra Torino e il cioccolato, composto da numerose attività interattive e da oltre 700 oggetti, tra antichi strumenti per le lavorazioni di cioccolato e zucchero, tazze, cioccolatiere e confezioni delle grandi cioccolaterie piemontesi, oltre che da alcune sale che approfondiscono i diversi aspetti storici legati al consumo e alla produzione dell’alimento; ne sono esempi la stanza in cui si rievocano i tempi in cui i Savoia ebbero per primi il privilegio di gustare il cioccolato in forma di bevanda, come quella interamente dedicata alle nocciole del Piemonte, nella quale fanno bella mostra un macchinario di fine ‘800 per la sgusciatura dei frutti e un originale costume di Gianduja, simbolo del Carnevale Torinese messo a disposizione dalla Famija Turineisa, o ancora gli spazi dedicati alla mera produzione, allestiti con originali macchine in uso ad inizio ‘900 e ancora oggi perfettamente funzionanti.

I visitatori troveranno quindi un percorso ricco, pieno di attività interattive, che trova la sua conclusione su alcune vetrate direttamente affacciate sui laboratori artigiani che permettono di osservare il lavoro di veri maestri cioccolatieri, dei quali è poi anche possibile assaggiarne la produzione.

Insomma Choco Story Torino si candida come tappa consigliata, tanto per i torinesi quanto per i turisti con la passione del cioccolato o semplicemente curiosi.

«Come amministrazione – ha detto il sindaco di Torino Stefano Lo Russo – non possiamo che essere attenti verso la tutela e la valorizzazione di un prodotto così rappresentativo per Torino. La tradizione del cioccolato è parte integrante della storia e della cultura di questa città e una delle eccellenze che la rendono nota nel mondo. Per questa ragione non possiamo che essere lieti di questa nuova apertura: un museo che celebri la storia del cioccolato torinese e l’importante tradizione dei maestri cioccolatieri sarà un ulteriore elemento di attrattività per Torino e meta da non perdere per torinesi e turisti.»

“Torino è la vera capitale italiana del cioccolato – ha affermato l’assessore al Commercio Paolo Chiavarino – e questo museo celebra il ruolo importantissimo che il cioccolato gioca nella storia della nostra città e dell’Italia intera. Sono convinto che la ricaduta economica del cioccolato sulla città non vada sottovalutata bensì incoraggiata. Questa inaugurazione è un riconoscimento  che sottolinea una volta di più la straordinarietà di Torino e della nostra Regione”

“Sono certo – ha detto l’assessore al Turismo Domenico Carretta – che l’apertura del Museo del Cioccolato e del Gianduia contribuirà a far conoscere l’importante ruolo che Torino ha avuto nella creazione e diffusione del cioccolato. È di fondamentale importanza dare valore alla storia e ai luoghi storici della nostra città, come i grandi laboratori sotterranei di Pfatisch, che hanno contribuito in modo significativo alla produzione e alla tradizione del cioccolato. Invito tutti i torinesi e i turisti a visitare il museo per immergersi nella ricca storia e tradizione di questo prodotto, con l’augurio che possa diventare una destinazione imperdibile per tutti gli amanti del cioccolato e della storia di Torino”.

Dodici mesi con “Torino Spazio Pubblico”: salutano i volontari del servizio civile

Una lettera e un quaderno per ricordare un intenso anno di attività sono stati consegnati a Silvia Blanchi, Walter Cavaglià, Simone Pullara, Antonio Saponara, Nour Sarhan ed Emidio Sciamanna, i sei ragazzi che hanno svolto il servizio civile presso “Torino Spazio Pubblico”, il progetto di cittadinanza attiva promosso dal Comune di Torino .

L’assessore al verde pubblico e ai parchi, Francesco Tresso, li ha voluti salutare personalmente. «In questi mesi hanno avuto un ruolo fondamentale, organizzando l’attività di 1400 volontari che in vario modo si sono occupati del verde pubblico – spiega l’assessore – Torino ha enormi risorse in questo campo ed è importante che tanti cittadini se ne prendano consapevolmente cura».

I sei ragazzi sono usciti arricchiti dall’esperienza. C’è chi, studente di cinema, ha realizzato un piccolo documentario su “Torino Spazio Pubblico”. Sarhan utilizzerà invece quanto ha appreso per la tesi di biologia dedicata agli alberi. Altri si sono messi alla prova nel campo della comunicazione ambientale. Nessuno si è tirato indietro: tutti si sono impegnati per sfruttare al meglio l’opportunità.

Guidati da Giulio Travisano, che ha ideato nel 2013 il progetto, hanno coordinato 75 gruppi, tra singoli e associazioni, e li hanno coinvolti in varie iniziative ambientali. A ottobre hanno partecipato alla pulizia del parco della Pellerina. Non solo: per tutto il periodo, hanno sensibilizzato i torinesi attraverso le pagina social di “Torino Spazio Pubblico”.

Da domani lasceranno ai prossimi “civilisti” il compito di non disperdere questo lavoro. Loro partono per strade nuove che percorreranno però portandosi sempre dietro il prezioso bagaglio di capacità acquisite in “Torino Spazio Pubblico”.

Woodstock in Cittadella, tre giorni di grande festa

Woodstock in Cittadella è uno di quegli eventi a cui tutti possono partecipare perché al suo interno racchiude tante attività adatte ad un pubblico di ogni età. Saranno tre giorni di festa, a partire dalle 19 di venerdì 28 giugno, in cui si potrà ascoltare musica dal vivo, gustare dell’ottimo cibo, partecipare a tornei di calcio a 5, padel o tennis, assistere ad uno spettacolo di tango o diventare un giovane pompiere grazie a Grisulandia, progetto ludico organizzato dai volontari dei vigili del fuoco della sezione di Torino.

L’evento patrocinato dalla Città di Torino è nato nel 2019 grazie ad un’idea dei ragazzi della Nazionale Italiana dell’Amicizia Onlus per festeggiare i 50 anni del mitico concerto rock durato tre giorni nell’agosto del 1969.

“La Nazionale Italiana dell’Amicizia Onlus – ha sottolineato l’assessore al Tempo Libero Domenico Carretta – ha voluto organizzare un’iniziativa per omaggiare il Festival che è stato il manifesto della cultura hippie degli anni ’70, declinandolo in una forma inclusiva e fortemente radicata sul territorio di Falchera, dove Walter Galliano e tutti i volontari della NIDA lavorano da 12 anni per realizzare dei progetti solidali. Saranno tre giorni in cui saranno coinvolti i torinesi e i turisti. I proventi della manifestazione saranno devoluti per realizzare uno studio di registrazione senza barriere architettoniche per permettere ai ragazzi disabili di poter esprimere la propria creatività e passione per la musica”. Alla presentazione del programma erano presenti anche il presidente della Circoscrizione 6 Valerio Lomanto e il professore Roberto Laudati che ricoprirà il ruolo di consulente sanitario all’interno della Cittadella di via degli Ulivi 11.

La Nazionale Italiana dell’Amicizia Onlus riceverà, sempre venerdì 28 giugno, nella Sala Rossa di Palazzo Civico, la benemerenza della Città di Torino per il suo grandissimo impegno sul territorio per far star meglio chi in questo momento sta vivendo in condizioni difficili. Presto la Cittadella sarà dedicata a Beatrice e Stefania Naso rimaste nel cuore e nella memoria di tutti, soprattutto in quelle dei ragazzi della NIDA.

Marco Aceto

Rinnovato il protocollo d’intesa tra Città di Torino e Rete delle Case del Quartiere

Rinnovato il protocollo d’intesa fra la Città di Torino, la Rete delle Case del Quartiere e gli enti gestori delle singole Case.

A stabilire il rinnovo, a conferma dell’importante ruolo che le otto Case di Quartiere ricoprono per le politiche pubbliche cittadine, è una delibera approvata nel corso dell’ultima seduta della Giunta comunale, su proposta dell’assessore alle Politiche Sociali e ai Diritti Jacopo Rosatelli. 

La Città di Torino ha nel suo Statuto la valorizzazione e la tutela delle aggregazioni sociali. Per favorirle l’amministrazione si propone anche di fare da stimolo ad iniziative mirate alla promozione e alla cooperazione sociale. Le Case del Quartiere rappresentano una buona pratica di co-progettazione tra il pubblico e il privato, in cui questa priorità trova piena realizzazione attraverso il volontariato e l’associazionismo. Ubicate su tutto il territorio cittadino, le Case si presentano come luoghi accoglienti e accessibili a tutti i cittadini, che qui trovano spazi ideali per la partecipazione e l’aggregazione sociale insieme ad iniziative, progetti e attività in ambito sociale e culturale.

Il documento approvato, che sarà firmato nelle prossime settimane da tutti gli attori interessati, rinnova, per la durata di quattro anni, l’intesa tra l’amministrazione comunale e le otto associate della Rete: Barrito, Casa nel Parco, Cascina Roccafranca, Cecchi Point, Più Spazio Quattro, Casa del Quartiere Vallette, Bagni pubblici di via Agliè, Casa del Quartiere di San Salvario.

“Il rinnovo del protocollo d’intesa tra la Città di Torino e la Rete delle Case del Quartiere – afferma l’assessore alle Politiche Sociali e ai Diritti Jacopo Rosatelli – darà prosecuzione ad una storia di successo che continua, facendo scuola in Italia e non solo, all’insegna della partecipazione civica, della cura dei beni comuni con i patti di collaborazione, del welfare di prossimità, dell’innovazione sociale e della libera iniziativa culturale. Ogni Casa è un presidio di socialità, democrazia e solidarietà, grazie alla cura e all’impegno che operatrici e operatori mettono in campo ogni giorno, ma anche grazie alla cittadinanza attiva senza la quale nulla di tutto questo sarebbe possibile”.