Rubrica a cura del Centro Studi Piemontesi
Brodarìa: Termine oggi poco in uso. Si traduce in italiano con ricamo, ornamento. Diverse le parole collegate: brodà, ricamato; brodé, ricamare, lavorare di ricamo; arricchire con ornamenti; brodeur, ricamatore; brodeusa, ricamatrice. E quel che vorremmo tutti: un cel brodà dë stèile: un cielo trapuntato di stelle!. Per saperne di più vedi: Camillo Brero, Vocabolario Italiano-Piemontese/Piemontese Italiano, Torino, Editrice Il Punto/Piemonte in Bancarella, 2001; per l’etimologia REP-Repertorio Etimologico Piemontese, Torino, Centro Studi Piemontesi, 2015
Norma Cossetto era una giovane studentessa universitaria a Padova, allieva di Concetto Marchesi. Venne prelevata da casa, seviziata e stuprata con violenza bestiale inaudita e poi ammazzata e gettata in una foiba. La Commissione di Reggio Emilia afferma che mancano prove storiche certe della sua fine e giunge a mettere perfino in discussione il conferimento della Medaglia d’oro da parte del Presidente della Repubblica Ciampi. E’ una forma di arroganza negazionista intollerabile che oltraggia la figura della giovane studentessa istriana che dopo le vicende belliche ottenne la laurea honoris causa alla memoria su proposta del prof. Marchesi , deputato comunista ed insigne studioso. Il riconoscimento della giorno del ricordo, il 10 febbraio, sembrava aver posto fine alle discussioni di parte sulle foibe e sull’esodo Giuliano – Istriano – Dalmata . Solo una minoranza di vetero- comunisti votò contro l’istituzione del giorno del ricordo in Parlamento. In realtà tuttavia il 10 febbraio – malgrado la legge istitutiva – non viene ricordato in molte città e in tantissime scuole, violando la legge. Ma nessuno, finora, era giunto a mettere in discussione la morte tremenda a cui fu condannata Norma Cossetto, colpevole di avere un padre fascista. Eccepire addirittura sulla Medaglia d’oro è un’offesa alla verità storica oltre che alle comunità di esuli esistenti, in primis all’ Associazione Dalmazia Venezia – Giulia. Mi sento particolarmente anche colpito sul piano personale da questo vile negazionismo che solleva dei dubbi senza portare prove di sorta, se non discorsi di mera natura ideologica. Fui infatti io a scrivere a Ciampi, segnalando il caso della studentessa Norma Cossetto e fu il Segretario Generale del Quirinale Gifuni ad avviare la pratica che ebbe iter regolare e trasparente, come impone il conferimento di una medaglia d’Oro. Ciampi ebbe il merito storico di aver riportato la verità storica sulle foibe e sull’esodo che Gianni Oliva aveva per primo evidenziato nei suoi libri. Rimettere in discussione in modo strumentale certe verità significa un arretramento barbaro della nostra coscienza civile. Le memorie non sono mai condivise, ma i fatti storici non possono essere ridiscussi in base ad un revisionismo becero e arrogante. Norma Cossetto é un’eroina nazionale, una vittima che va onorata come vanno onorate tutte le vittime della violenza, di tutte le forme di violenza. E’ una giovane donna vittima della violenza sulle donne che oggi giustamente è oggetto di particolare attenzione.
Un Paese che non ha saputo dare un seggio parlamentare ad Arturo Diaconale è un Paese indegno. Una cosa simile a quella accaduta al prof. Vittorio Mathieu , non eletto nel Polo della libertà .Due volte candidato, venne bocciato perché i collegi a lui assegnati era già perduti in partenza. Con tutti gli sprovveduti ed i voltagabbana nominati deputati e senatori da Berlusconi , balza ancora più forte il trattamento iniquo riservato al giornalista Diaconale che tenne viva la testata liberale per eccellenza “ L’ Opinione”su cui ho scritto volentieri in passato .Tanto su “Il Giornale” mi venivano rifiutati articoli dalla responsabile della cultura Caterina Soffici ( che non aveva nulla della cultura liberale che avrebbe dovuto esprimere ), tanto ho avuto ospitalità dall’” Opinione”. Negli ultimi tempi mi è capitato che” Il Giornale”, per bocca di Alessandro Gnocchi, sia giunto a chiedermi un articolo per poi non pubblicarlo. Così va il mondo, liberale solo in apparenza, ma in effetti profondamente illiberale nella realtà delle cose. Diaconale ,che veniva dal” Giornale” di Montanelli, era uomo di tutt’altra pasta umana e professionale. Lo nominarono presidente del Parco Nazionale d’Abruzzo e poi per due anni nel consiglio della Rai dove condusse molti anni prima la trasmissione “Ad armi pari “ che durò pochissimo, forse perché troppo libera ed obiettiva . Io quando penso a lui penso anche a Pia Luisa Bianco, una affascinante giornalista di alto livello, relegata a Bruxelles. Un altro esempio di incapacità a valorizzare il meglio, premiando i mediocri.
Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
cool di Brooklyn) e sprofonda in una tragedia senza spiegazione. La sua adorata figlia di 3 anni, Carrie, (nome che richiama l’opera satanica di Stephen King) scompare misteriosamente dall’appartamento mentre stavano giocando a nascondino. Nessuno è entrato, nessuno è uscito…ma allora cosa è successo?
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PAROLE ROSSE
nazionale del PD, Anna Rossomando, che, con uno sfortunato tempismo, spezzava più di una lancia in favore del rettore Saracco pochi giorni prima del ritiro dello stesso. Al poker dei principali esponenti dell’ala sinistra del PD torinese mancava Andrea Giorgis, attuale sotto segretario alla giustizia, ex capogruppo in comune e vicinissimo all’ex Sindaco e Presidente della Regione Sergio Chiamparino, che è stata lanciato un paio di giorni fa sui quotidiani torinesi. Subito il “fuoco amico” a bollarlo come candidato della ZTL (zona a traffico limitato) indicando con questo i quartieri centrali e collinari dove il PD fa il pieno dei voti e lo stesso Giorgis è stato eletto. Questo dovrebbe favorire sicuramente il sostegno del consigliere regionale di LUV (Liberi Uguali Verdi) Marco Grimaldi, autorevole rappresentante della sinistra esterna al PD che meglio di tutti rappresenta la sinistra fighetta e della movida e di parte di quell’area di sinistra rimasta orfana del rettore e che ora non sa che pesci prendere. Insieme a quello di Giorgis hanno incominciato a circolare i nomi di Mauro Salizzoni, in realtà il suo già da prima, luminare della medicina e votatissimo consigliere regionale, attuale vice presidente dello stesso consiglio e l’inossidabile, intramontabile, come dicono alcuni suoi detrattori, “buono per tutte le stagioni”, Sergio Chiamparino. L’ex sindaco, dicono i bene informati, nega decisamente. Da questo complicato, confuso e poco entusiasmante quadro emergono alcune considerazioni finali, sulla coalizione di centro sinistra, sulla sinistra del PD e su quella a sinistra dello stesso Partito Democratico. La coalizione appare tanto numerosa quanto velleitaria dove manca una guida chiara, sia politica che programmatica. Ruolo che spetta di diritto al principale partito della coalizione che, bloccato dalle divisioni ed interessi interni, non riesce a svolgere.
Oggi dopo il ritiro del rettore del Politecnico dalla candidatura a Sindaco nel centro sinistra su cui espresse già delle riserve Castellani, ritornano in pista nomi di scarso significato che non rappresentano nulla di significativo a livello politico e neppure amministrativo. Per avere un’idea adeguata di paragone bisogna riandare a Piero Fassino che fu segretario nazionale dei ds e due volte ministro. Nel 2011 stravinse. Aveva anche il pregio di aver fatto da giovane il consigliere comunale a Torino prima di diventare deputato. Il deficit accumulato da Chiamparino impedì a Fassino di realizzare il suo programma. Il centro- sinistra dovrebbe guardare ad un modello del genere che in effetti non possiede e impedire a Chiamparino di continuare a lavorare dietro le quinte come sta facendo. C’è chi parla di Laus come ad una grande risorsa che risolverebbe tutti i problemi. Ma verrebbe voglia di domandarsi chi sia politicamente il sen. Laus per pretendere di candidarsi a sindaco di Torino. Il suo curriculum è molto povero anche i termini culturali e resta nell’ambito delle vecchie clientele meridionali del passato che dominarono nella Dc e nel Psi. L’unico nome di grande prestigio ed autorevolezza è quello del prof. Mauro Salizzoni, medico di fama internazionale che ha appena terminato il suo impegno di direttore del Reparto Trapianti di Fegato delle Molinette e che quindi potrebbe dedicarsi a tempo pieno alla sua città. Le mezze figure dei politicanti sono inconciliabili con i problemi di una Torino abbandonata a sé stessa da Appendino. Nel fronte del centro – destra appare come unica risorsa l’imprenditore di successo Paolo Damilano che ha simpatizzato in passato per lo schieramento opposto. Lo stesso Salvini ha capito che un leghista candidato lo condannerebbe ad una sconfitta sicura perché non ha figure qualificate nella Lega torinese. Sicuramente i resti di “Forza Italia“ non possono avere l’impudenza di riproporre come cinque anni fa Napoli, un cognome a priori inadatto a fare il sindaco di Torino, ma non è solo il cognome a renderlo tale. Il giovane Marrone sta dimostrando grinta e capacità, ma non penso sia adatto a guidare una coalizione che deve guardare a Torino soprattutto ai moderati. Il centro- destra avrebbe una grande risorsa nell’ex presidente della Regione Piemonte Enzo Ghigo, l’unica figura politica che questo schieramento ha saputo esprimere tra i tanti carneadi berlusconiani costruiti artificialmente a tavolino in oltre vent’anni. Un confronto Salizzoni – Ghigo riporterebbe sui binari giusti il confronto elettorale di primavera, facendo voltare pagina rispetto al grillismo devastante della Appendino.
La storia della scuola si intreccia con il quadro delle metodologie didattico-educative, che a loro volta si incatenano alle vicende di alcuni personaggi specifici, i quali, grazie ad un particolare coraggio o ad una straordinaria lungimiranza e intelligenza, si sono distinti dai più, e hanno mostrato a tutti che c’è un’altra via, un altro modo di fare le cose.
Tutto questo Maria Montessori lo propone a fine Ottocento, opponendosi ad un sistema scolastico più che mai rigido e classista. Possiamo dunque giocare a fare meno i “dottoroni” quando inseriamo appositamente nei nostri discorsi quei termini anglofoni che tanto vanno di moda oggi, il lavoro di gruppo non è una novità e il dibattito è un metodo educativo utilizzato già dagli antichi. La letteratura che riguarda Maria Montessori e i suoi studi è decisamente vasta, molto si è detto a riguardo delle sue scoperte e delle innovazioni che ha apportato al sistema scolastico.