Rubriche- Pagina 98

La pizza a lievitazione naturale della Cuoca Insolita

Il terzo appuntamento con la rubrica La Ricetta della Cuoca Insolita. Una ricetta adatta per chi vuole concedersi un pezzo di pizza senza sentirsi in colpa. In più ha un’alta digeribilità.

Se vi piace la pizza, ma non sempre riuscite a digerirla bene, oppure qualcuno vi ha detto che non è proprio indicata se si vuole perdere qualche chilo o per un buon controllo di glicemia e colesterolo, sappiate che questa volta potrete concedervela. Perfetta sia come aperitivo che per una merenda sana per i vostri bambini, la pizza di farro con farina integrale a doppia lievitazione naturale è facile da fare e potrete anche prepararne in grande quantità e poi conservarla a pezzetti nel congelatore.

Tempi: Preparazione (15 min); Cottura (20 min); Lievitazione (5 h)

Attrezzatura necessaria: Contenitore a bordi alti, frullatore a immersione, teglie da forno, carta da forno. Se si ha la macchina del pane o il frullatore con il gancio si fa meno fatica, ma non è essenziale.

Costo totale: 3 €

Ingredienti per 4 persone (4 pizze da 200 g):

Per l’impasto della pizza

  • Farina di farro integrale – 350 g
  • Pasta madre rinfrescata – 175 g (se non ne avete, potete usare 1 cucchiaino di lievito di birra secco o 7 g di lievito di birra fresco e aggiungere ancora altri 140 g circa di farina all’impasto)
  • Acqua – 210 g
  • Sale fino integrale di Sicilia – 1 cucchiaino scarso
  • Malto d’orzo – 2 cucchiaini
  • Olio extra vergine di oliva – 1 cucchiaio

Per il condimento

  • Passata di pomodoro – 300 g
  • Olio extra vergine di oliva – 2 cucchiai
  • Sale fino integrale di Sicilia
  • Origano fresco o secco

Perché vi consiglio questa ricetta?

L’uso della pasta madre al posto del lievito di birra e la doppia lievitazione rendono la pizza molto più digeribile. Anche chi ha qualche problema con la glicemia, può mangiare una bella fetta di questa pizza! Infatti la cottura nel forno di casa è meno aggressiva (in pizzeria si arriva a 300° C e la cottura è velocissima; questo fa “caramellizzare” i carboidrati che quindi fanno alzare la glicemia molto velocemente; questo a casa non succede). La presenza di farina integrale, oltre a fare bene per il controllo della glicemia, rende la pizza molto più ricca di fibre (da 2 a 3 volte di più), utili per l’equilibrio dell’intestino.

Potete aggiungere (negli ultimi minuti di cottura) anche la mozzarella, ma la pizza è già così buona che potreste decidere di farne a meno, a vantaggio del colesterolo!

Approfondimenti e i consigli per l’acquisto degli “ingredienti insoliti” a questo link.

Come si prepara la pizza a lievitazione naturale

FASE 1: LA PREPARAZIONE DELL’IMPASTO 

Per questa ricetta ci vuole la pasta madre rinfrescata da un giorno al massimo: più è recente il rinfresco, più la lievitazione sarà buona. Per sapere come rinfrescare il lievito madre basta guardare qui. Mettete la farina di farro, la pasta madre, l’acqua (tiepida; ideale a 30°C) e il malto d’orzo in una terrina a bordi alti. Impastate energicamente per circa 5 minuti, per raccogliere tutti gli ingredienti. Aggiungete il sale e impastate per altri 5 minuti, appoggiandovi sul piano di lavoro e muovendo le mani velocemente (in questo modo l’impasto non si attaccherà alle mani). Aggiungete infine l’olio (di nuovo nella terrina) e impastate per altri 5 minuti (riportandovi sul piano di lavoro appena l’olio sarà incorporato), fino a quando otterrete una palla di consistenza omogenea. Se è un po’ appiccicosa, aggiungete ancora un po’ di farina.

FASE 2: LA LIEVITAZIONE

Infarinate il fondo di una bacinella larga e mettete a riposare l’impasto facendo un taglio a croce sulla superficie. Coprite con un canovaccio pulito e mettete nel forno spento e chiuso, dove avrete messo anche un pentolino di acqua molto calda, per creare un ambiente umido e tiepido. Lasciate riposare per almeno 2-3 ore l’impasto (o comunque per il tempo necessario affinché la pasta raddoppi di volume).

Al termine della prima lievitazione prendete delicatamente la massa lievitata e dividetela in 4 panetti, che poggerete già su teglie oliate. Stendete i panetti delicatamente con le dita, versando un po’ d’olio sulla superficie e spianando l’impasto dal centro verso l’esterno. Lasciate lievitare per altre 3 ore nel forno chiuso, con lo stesso sistema usato per la prima lievitazione.

FASE 3: IL CONDIMENTO E LA COTTURA

Alla fine della seconda lievitazione potete scegliere o di lasciare la pizza bella gonfia e non toccarla più (e vi verrà una pizza alta come quella della panetteria), oppure stenderla un po’ con le dita (in questo caso resterà molto più bassa, simile alla pizza della pizzeria). Io qui ve la propongo in versione panetteria. Versate la passata di pomodoro sulla pizza e stendetela delicatamente con il dorso di un cucchiaio. Condite con origano e un filo d’olio.

Accendete il forno a 200° C in modalità ventilata, se possibile impostando il calore dal basso. Cuocete per 20 minuti. Se decidete di aggiungere della mozzarella, fatelo solo negli ultimi 3 minuti di cottura (la mozzarella deve essere a temperatura ambiente, ben sgocciolata e a piccoli pezzettini).

A chi è adatta questa ricetta?

La farina di farro integrale è meno ricca di carboidrati rispetto alla farina manitoba (che si usa normalmente per fare la pizza tradizionale). I lipidi (contenuti nel germe del chicco) sono grassi di buona qualità. Quello che cambia tanto è la percentuale di fibre. Pensate che in alcune farine di farro integrale si possono avere anche 11 g di fibre per 100 g di prodotto (nella farina manitoba ne troviamo circa 3 g).

Chi è La Cuoca Insolita?

La Cuoca Insolita (Elsa Panini) è nata e vive a Torino. E’ biologa, esperta in Igiene e Sicurezza Alimentare per la ristorazione, in cucina da sempre per passione. Qualche anno fa ha scoperto di avere il diabete insulino-dipendente e ha dovuto cambiare il suo modo di mangiare. Sentendo il desiderio di aiutare chi, come lei, vuole modificare qualche abitudine a tavola, ha creato un blog e organizza corsi di cucina. Il punto fermo è sempre questo: regalare la gioia di mangiare con gusto, anche quando si cerca qualcosa di più sano, si vuole perdere peso, tenere a bada glicemia e colesterolo alto o in caso di intolleranze o allergie alimentari.

Lupi alle porte di Torino, bisogna preoccuparsi?

Articolo a cura di IPLA, Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente

Sono diverse le segnalazioni di lupi che si avvicinano ai centri abitati. Ma sono un pericolo per l’uomo? 

Proprio all’interno della tenuta che ospita la sede dell’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente (IPLA SpA), sui bassi versanti della collina di Superga che si affacciano su Corso Casale, al confine tra i comuni di Torino e San Mauro, hanno probabilmente fatto capolino i lupi. Segnalazioni del predatore erano già state fatte nel recente passato sulla collina di Torino, ma decisamente più a nord: nei pressi di Castelnuovo Don Bosco, Casalborgone, Marentino. Questa volta a fare le spese del carnivoro sono stati un vitellino appena nato (presumibilmente venuto alla luce con gravi problemi di salute) e un cinghialetto. Il vitellino della razza Angus faceva parte della piccola mandria bovina che l’IPLA gestisce al fine del mantenimento in salute dei 10 ettari di prati stabili, quasi gli unici ormai rimasti su questi territori ormai completamente coperti dal bosco.

È opera dei lupi?

Di questi ritrovamenti e delle verifiche per comprendere se le predazioni siano effettivamente opera del lupo se ne stanno occupando in molti, dai veterinari dell’ASL ai referenti del Parco di Superga, dai funzionari della Città metropolitana di Torino a quelli della Regione Piemonte, fino al Centro grandi carnivori della Regione.
Nell’immaginario collettivo il lupo evoca da sempre grandi contrasti tra chi pretende assoluta protezione dell’animale e chi richiede una limitazione del numero per i danni che può arrecare. In Italia, dagli Appennini dai quali è risalito fino alle nostre regioni settentrionali, è presente una sottospecie, il cosiddetto lupo appenninico (Canis lupus italicus) che è quello che troviamo in particolare nelle regioni di nord-ovest: Liguria, Piemonte e Valle d’Aosta.
A discapito dei tanti allarmi che vengono lanciati, in realtà il rischio nei confronti dell’uomo sostanzialmente non esiste. Esiste invece la possibilità che il lupo attacchi bestiame cercando di colpire gli animali più piccoli e più deboli, proprio come accaduto all’IPLA. Teniamo conto che un singolo esemplare può cacciare in un territorio di 100 chilometri quadrati, superfici immense che descrivono bene la capacità di questa specie di percorrere molte decine di chilometri ogni giorno in cerca di fortuna e di cibo. In questo caso la soluzione sta nel proteggere il bestiame chiudendolo in ripari o nelle stalle di notte (è proprio di notte che il lupo agisce con maggiore frequenza) o con reti specifiche elettrificate, definite appunto “antilupo”.

Ci sono specie che creano molti più danni

Da alcuni decenni la nostra regione e il nostro Paese hanno visto crescere le superfici a bosco con un incremento molto importante di presenza degli ungulati (caprioli, cervi e cinghiali). Queste specie, quando presenti in numero molto rilevante, creano infinitamente più danni del lupo, in particolare all’agricoltura. La presenza di un carnivoro limita la presenza degli ungulati tendendo ad un equilibrio dinamico delle popolazioni. È proprio l’equilibrio che dobbiamo preservare, trovando il modo migliore di convivere con queste specie. Evitando che le stesse provochino danni alle attività dell’uomo.

Tutti pazzi per i prodotti tipici, ma comincia tutto dal suolo

A cura di IPLA, Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente

La ricerca dei “prodotti tipici” aumenta tra i consumatori consapevoli. Ma in pochi sanno che è il suolo a rendere un prodotto “tipico”.  

Sempre più spesso i consumatori, e a ragione, danno importanza alla qualità e alla provenienza di ciò che mettono in tavola. E mai come oggi ci sono i cosiddetti consumatori “consapevoli”. I più attenti vogliono conoscere la filiera di produzione, dove e quando è avvenuta la raccolta di determinati prodotti e quali sono le loro principali caratteristiche organolettiche.

Prodotti tipici? Tutto comincia dal suolo

Le sigle DOC, DOP, DOCG, PAT, sono sempre più di dominio comune. Ed è aumentata l’attenzione nella ricerca del prodotto “di nicchia”, magari con caratteristiche specifiche e proveniente da un determinato territorio.

Eppure, nonostante l’attenzione che il consumatore più attento mette nella ricerca di prodotti che soddisfino specifici requisiti, quel che manca ancora è la consapevolezza che ogni prodotto agricolo (e ogni suo derivato) ha quelle caratteristiche perché cresce su un suolo con proprietà uniche e irripetibili. 

Infatti ogni suolo, in base alle sue caratteristiche chimico-fisiche, è in grado di favorire la produzione di specifiche colture determinandone i caratteri distintivi che le contraddistinguono nel paniere dei prodotti agroalimentari di qualità.

IPLA ha realizzato la Carta d’identità dei suoli

Con questi obiettivi abbiamo realizzato e pubblicato in anteprima le Carte d’identità dei suoli d’origine dei prodotti tipici del Piemonte. Un progetto, finanziato dalla stessa Regione Piemonte, che si propone di promuovere la conoscenza dei suoli regionali e delle loro peculiari caratteristiche in relazione alla loro specifica capacità di fornire prodotti agricoli di eccellenza. 

La diffusione di queste Carte d’identità dei suoli ha lo scopo di promuovere la conoscenza del consumatore riguardo alla risorsa suolo e alla consapevolezza della sua fragilità. Il suolo, infatti, è un bene che si rinnova in tempi molto lunghi ed è soggetto a numerose minacce: erosione, diminuzione della sostanza organica, cementificazione. In particolare, nelle aree di pianura a maggiore vocazione agricola, dove si concentrano i suoli più produttivi, è più intenso il consumo di suolo che riduce drasticamente le superfici che possono essere utilizzate per agricoltura di qualità. 

Come funziona la Carta d’identità dei suoli?

Le carte d’identità sono strutturate sulla falsa riga delle carte d’identità di ogni cittadino: descrivono l’origine dei sedimenti che hanno dato origine al suolo, la diffusione in ambito regionale, le attitudini produttive, le minacce a cui il suolo è sottoposto e alcuni segni particolari che lo rendono riconoscibile dagli altri. E si può trovare una fotografia del “profilo di suolo”, l’età e il nome. 

Un appello per proteggere il suolo

Sull’ultima pagina della carta d’identità è pubblicato un Manifesto per la protezione del suolo. Al suo interno si legge: “I suoli sostengono le produzioni agrarie, pastorali e forestali e sono la base per garantire a tutti una alimentazione sana. Distruggere i suoli significa distruggere una parte di noi stessi. Ogni prodotto che acquistiamo ha una storia che comincia da un suolo; ciascun suolo ha sue specifiche caratteristiche e attitudini produttive, da valorizzare e preservare. Conoscere i suoli e le funzioni che essi svolgono è lo strumento per far crescere la cultura di un utilizzo sostenibile delle risorse. I suoli filtrano gli inquinanti, accumulano acqua nelle falde, riducono l’anidride carbonica in atmosfera, ospitano e danno da mangiare a milioni di organismi viventi”.

Qui potete trovare Carte di identità dei suoli di origine dei prodotti tipici fino ad ora pubblicate.

Capodanno con Le Musichall e Murialdo

Un’alternativa ai soliti cenoni e alle feste in piazza

LE MUSICHALL e TEATRO MURIALDO: CAPODANNO A TEATRO

Martedì 31 dicembre 2019, ore 19 “Ridi con me… A Le Musichall” di Antonello Costa | Le Musichall

Martedì 31 dicembre 2019, ore 22 “Ridi con me… A Le Musichall” di Antonello Costa e a seguire “Concerto di Natale” con I Vitelloni | Le Musichall

Martedì 31 dicembre 2019, ore 21 “Miseria e nobiltà” di Masaniello con Margherita Fumero| Teatro Murialdo

Le Musichall | Corso Palestro 14, Torino

Teatro Murialdo | Piazza Chiesa della Salute 17d, Torino

Un’alternativa ai soliti cenoni e alle feste in piazza? Le Musichall e il Teatro Murialdo propongono un’allegra serata seduti in poltrona a godersi un Capodanno ricco di storie, emozioni e divertimento con brindisi di mezzanotte in compagnia degli attori in scena.

 

Per la notte di San Silvestro in scena a Le Musichall ci sarà lo spettacolo “Ridi con me… Le Musichall” che vede come protagonista Antonello Costa, uno dei massimi esponenti del varietà italiano che da oltre trent’anni propone al pubblico divertenti personaggi come il manager Don Antonino, il Tony Manero pugliese Tony Fasano, il Balbuziente della canzone di Trilussa e molti altri, senza dimenticare l’immancabile omaggio al principe della risata Totò.

Dedicato all’ilarità e alla spensieratezza, “Ridi con me… A Le Musichall” è una seduta terapeutica di gruppo in cui la risata è lo strumento per dimenticare i problemi, lo stress e le nevrosi causati dai ritmi estenuanti della società moderna.  Insieme alla soubrette Annalisa Costa accompagnata da tre ballerine, Antonello Costa diventa il dottore della risata proponendo 13 numeri comici, un’escalation di sketch divertenti per sperimentare le reazioni del pubblico in un crescendo di risate e sorprese. Un varietà con i fiocchi che ricalca l’avanspettacolo italiano degli anni 40 in chiave modernissima… Numeri comici, macchiette, mimo, monologhi, canzoni ballate e cantate per uno spettacolo di varietà a 360 gradi che vedrà Antonello Costa coinvolgere gli spettatori in una vera e propria terapia della risata attraverso personaggi stravaganti e senza tempo.

Dopo lo spettacolo delle 21 e il brindisi di mezzanotte inizierà il “Concerto di Natale” de I Vitelloni, un viaggio nella storia della canzone italiana attraverso tutti gli stili che ne hanno caratterizzato l’evoluzione. Dallo swing del Quartetto Cetra fino al rock raffinato di Lucio Battisti, passando per il jazz da night club, il rock’n’roll, il beat e il sound caraibico. Grazie agli ironici e originali arrangiamenti de I Vitelloni, la musica di Fred Buscaglione, Caterina Valente, Adriano Celentano, Renato Carosone trova nuovo respiro in uno spettacolo coinvolgente, divertente e tutto da ballare.

 

BIGLIETTI CAPODANNO

31 dicembre 2019 ore 19: Unico Platea 45,00 € + 1,50 € prevendita e Unico Balconata 40,00 € + 1,50 € prevendita.

31 dicembre 2019 ore 22 (con BRINDISI e I VITELLONI IN CONCERTO): Unico Platea 55,00 € + 1,50 € prevendita e Unico Balconata 50,00 € + 1,50 € prevendita.

I biglietti possono essere acquistati sul sito www.lemusichall.com e presso la biglietteria del Teatro aperta dal martedì al sabato dalle ore 15 alle ore 19 e a partire da un’ora prima dell’inizio degli spettacoli.  Per informazioni al pubblico, chiamare il numero 011 19117172 (in orario di biglietteria) o scrivere a info@lemusichall.com

Il 31 dicembre sul palco del Teatro Murialdo arriva “Miseria e Nobiltà” di Masaniello insieme ad un’ospite speciale, la famosa attrice Margherita Fumero.

La commedia, ben nota anche per la riduzione cinematografica diretta nel 1954 da Mario Mattioli e magistralmente interpretata dal grande Totò, narra della povertà napoletana che s’ingegna per tirare a campare. Stremate dalla più nera indigenza, due famiglie convivono sotto lo stesso tetto e, su invito di un ricco rampollo della nobiltà partenopea, si prestano a inscenare un’improbabile finzione, interpretando i componenti della famiglia del giovane blasonato, nel comicissimo tentativo di convincere il padre di una bella ragazza (un ricco ed ingenuo ex cuoco) ad acconsentire alle nozze. Uno spettacolo pieno di verve e d’intrighi che evoca la tradizione dei canovacci della commedia dell’arte, con scambi di persone, travestimenti e l’arte di arrangiarsi tipica napoletana.

Dopo un piccolo brindisi per salutare in allegria l’anno nuovo, la compagnia Masaniello insieme a Margherita Fumero intratterranno gli spettatori con esilaranti sketch di cabaret.

BIGLIETTO CAPODANNO Intero 50,00 euro, Ridotto 30,00 euro (gruppi di almeno 30 persone) + 1,50 euro di prevendita.

I biglietti possono essere acquistati sul sito www.teatromurialdo.it e presso la biglietteria del Teatro Murialdo aperta il venerdì e il sabato dalle ore 17 alle ore 21 e a partire da un’ora prima dell’inizio degli spettacoli. Per informazioni al pubblico, chiamare il numero 011.2480648 (in orario di biglietteria) o scrivere a info@teatromurialdo.it

 

L’IPLA festeggia i suoi 40 anni di ricerca

13 dicembre 1979 – 13 dicembre 2019: l’Istituto per le Piante da Legno e l’Ambiente – IPLA SpA – compie 40 anni.

L’Istituto, che è una delle società partecipate più antiche della Regione Piemonte, svolge molteplici attività di ricerca applicata, sperimentazione e gestione, su mandato della Regione Piemonte ma opera anche sul mercato privato e con finanziamenti europei. Da 40 anni IPLA rappresenta uno strumento tecnico-scientifico a supporto delle politiche di tutela, pianificazione, sviluppo e valorizzazione del patrimonio forestale, ambientale e naturalistico, in particolare nelle aree protette. Le proprie conoscenze e competenze sono messe al servizio del razionale utilizzo delle risorse primarie, per valorizzare le funzioni del bosco e salvaguardare la biodiversità.

Di cosa si occupa l’IPLA?

IPLA sviluppa e sostiene la filiera del legno e supporta le imprese forestali; valorizza gli alberi fuori foresta, verifica e monitora gli alberi monumentali e si occupa di formazione specialistica in ambito forestale. Opera nei campi dello studio, della salvaguardia e della gestione del territorio, con particolare riguardo al monitoraggio degli effetti delle misure ambientali contenute nel Programma di Sviluppo Rurale. L’I.P.L.A. è il Servizio dei suoli della Regione Piemonte: si occupa del rilevamento, della cartografia, dell’analisi e della protezione dei suoli, nonché dell’interpretazione dei dati pedologici. Attua azioni volte a contrastare le principali patologie ambientali (lotta agli insetti nocivi), a protezione dell’agricoltura, degli animali, delle foreste e dell’uomo. Attua progetti di valorizzazione della rete sentieristica regionale. Svolge attività di ricerca applicata nell’ambito del contrasto al cambiamento climatico. Attua inoltre azioni di sperimentazione e gestione nel campo del ciclo virtuoso dei rifiuti.

40 anni d’attività

40 anni di attività, un traguardo davvero importante. Dopo anni difficili IPLA oggi rappresenta un esempio di gestione, per quanto riguarda la trasparenza, l’efficienza e i propri conti in ordine. In occasione di questa giornata sono stati realizzati tre brevi video divulgativi, che ripercorrono in sintesi le attività di campo, che sono il cuore del business dell’IPLA. I video sono da oggi disponibili sulla pagina facebook ufficiale dell’Istituto. La salvaguardia e la valorizzazione dell’ambiente e del territorio, di cui si parla sempre di più, non possono fermarsi alle sole dichiarazioni ma comportano impegno, passione e lavoro costante”.

 

1 96 97 98