IL COMMENTO di Pier Franco QuaglieniChe il Governo Draghi sia nato con una presenza di donne abbastanza marginale e che tutti i partiti di sinistra – a parole fortemente femministi – abbiano espresso solo ministri uomini, resta un fatto abbastanza curioso . In un Governo lottizzato dai partiti questa responsabilità ricadrebbe quasi interamente sui partiti ,ma in un governo “di alto profilo“ istituzionale che affida al Presidente del Consiglio la proposta dei nomi dei Ministri da sottoporre al Capo dello Stato, risulta difficile incominciare subito con l’attaccare Draghi e lo stesso Mattarella,attribuendo loro scelte maschiliste. Così gli strali si sono rivolti contro i segretari dei partiti che non avrebbero inserito nelle rose di nomi da sottoporre a Draghi delle donne .Zingaretti è stato oggetto di violenti attacchi da parte delle donne escluse e di esponenti femministe di area. E qui ritorna il vecchio discorso delle quote rosa che, applicato al Governo, appare una vera follia in quanto la competenza deve assolutamente prevalere sulle questioni di genere. Ad esempio, la Ministra delle infrastrutture uscente del Pd ha dimostrato in modo clamoroso una evidente incapacità come tanti colleghi maschi. Un Governo di emergenza nazionale – a meno di essere faziosi o addirittura stupidi – non può seguire se non criteri di competenza. Ma non va ignorato che esistono donne in politica di buon livello o tecniche di area molto qualificate. Diventa credibile l’accusa di un accaparramento di posti da parte dei politici maschi, molti dei quali sicuramente non sono eccellenti. Franceschini e Orlando sono politici mediocri che certo non hanno mai brillato come Ministri, per non parlare di Speranza che andava rispedito a casa d’ufficio. L ’esclusione delle donne del Pd dal Governo ha ridato voce persino a Rosy Bindi che non fa più parte del Partito, malgrado sia stata due volte Ministro. E’ ricomparsa persino l’ex Ministra Livia Turco a dar man forte alla protesta. Anche la Turco non fu entusiasmante come ministro, anzi ministra, come diceva lei. Restano i posti di viceministro e di sottosegretario che potrebbero compensare le politiche rimaste fuori, ma resta anche, a maggior ragione, la discriminazione. Alle donne solo seconde e terze file. L’argomento è esploso e si è quasi subito sopito. Rimane il problema della parità di genere che rappresenta uno dei punti essenziali della democrazia perché trova fondamento nell’articolo 3 della Costituzione . La vicenda rivela un persistente maschilismo proprio in quella parte politica che a parole condanna ogni discriminazione contro le donne.
Qui la pandemia e la crisi economica non c’entrano, c’entra invece una scelta irreversibile di democrazia e direi anche di civiltà che non può essere elusa dal manuale Cencelli.Anche questo è un segno del degrado di una classe politica fatta di nominati e non di eletti . La parità uomo- donna ad ogni livello è un qualcosa che le democrazie non possono ignorare e i capi politici non dovrebbero mai calpestare in modo così vistoso. Non c’è bisogno di essere femministi, per cogliere il grave errore commesso ,a meno di voler sostenere ,dicendo il falso ,che non esistono donne competenti.Berlusconi su tre posti disponibili ha indicato due donne. Non entro nel merito di quelle scelte, ma sicuramente si tratta di donne ,anche se indossano sempre i pantaloni …. Se si vuole storicizzare, va però detto che tutti i governi della seconda Repubblica, salvo il governo Renzi,hanno avuto una media abbastanza ridotta di donne . Un problema che si trascina da tempo, anzi da quando esiste la Repubblica. La parità o addirittura l’eguaglianza aleggia nei discorsi, ma stenta ad essere praticata e la proposta delle “quote rosa“ non è decollata perché è un’offesa grave all’intelligenza delle donne oltre che al buon senso. |
La foto di Vincenzo Solano
Magnifica Torino / magica atmosfera ai giardini Balbo
L’isola del libro
Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
Simonetta Agnello Hornby “Piano nobile” -Feltrinelli-
E’ il seguito di “Caffè amaro”, primo capitolo di una memorabile saga familiare, che nel progetto della scrittrice siciliana si snoderà in una trilogia.
Siamo a Palermo nel 1942, il barone Enrico Sorci è sul letto di morte, mentre in sala da pranzo è riunita la sua numerosa famiglia. Nelle ultime ore che gli restano scorre all’indietro la sua vita, i suoi affetti, le sue mancanze -soprattutto verso la moglie sottomessa e devota che ha trascurato e tradito più volte- …..e riavvolge anche la storia della sua casata.
Una famiglia di ricchi proprietari terrieri sul viale del tramonto, tra anni 40 e 50, tra la fine della guerra e del fascismo, l’arrivo degli americani e l’alzare la testa della mafia.
Il romanzo ruota intorno al piano nobile, quello che nelle ricche famiglie siciliane racchiudeva saloni, cucina e appartamenti del capofamiglia. E’ lì che il barone riuniva a tavola figli, nuore, generi e nipoti, dopo aver fatto smontare tutte le cucine degli appartamenti dei suoi eredi. Una tradizione che contribuisce a tenere uniti i vari nuclei, anche a dispetto di torti, offese, pettegolezzi, tradimenti, segreti, rancori e gelosie.
Il romanzo è un portentoso affresco familiare in cui i vari protagonisti prendono la parola uno alla volta.
Il primogenito Cola è destinato a succedere al padre, ed è bloccato nell’infelice matrimonio con Margherita che tradisce con la cognata Laura, moglie del fratello mezzo pazzo Andrea (che ama picchiarla e umiliarla). Sarà lei il grande amore della vita di Cola e dalla loro liaison nasce il sensibile Carlino: mal sopportato dai fratelli, adorato dalla madre e dal padre che accettano la sua omosessualità.
Di volta in volta prendono poi la parola altri familiari, tra i quali spicca il figlio bastardo che Enrico aveva concepito con una cameriera e mai riconosciuto. E’ il misterioso Peppe Vallo che, dopo aver fatto fortuna in America, torna a Palermo e spia a distanza i Sorci.
La Agnello Hornby si è ispirata a racconti della sua famiglia e a carte ritrovate nella casa avita siciliana, il resto l’hanno fatto la sua fantasia e un’ avvolgente bravura e… curiosità… la foto in copertina è quella della sua mitica nonna Maria.
Christopher Bollen “Un crimine bellissimo” -Bollati Boringhieri- euro 19,00
Lo scrittore 45enne nato a Cincinnati (Ohio, Stati Uniti) dopo lo strepitoso successo del precedente “Orient”, torna con un romanzo legato al mondo dell’arte, ambientato tra New York e Venezia.
La storia è intrigante e ruota intorno a una frode e a due protagonisti in fuga dal loro passato, alla ricerca di un modo facile e veloce per arricchirsi e vivere al top.
Nick Brink è giovane, affascinante, bello, ha avuto un’infanzia avvilente nella profonda provincia americana «.. a 18 anni non ha niente da perdere e pochissimo che gli sarebbe dispiaciuto lasciare». Da 16 mesi è l’amante, o meglio una sorta di toy boy del ricco antiquario Ari che ha 20 anni più di lui ed è protagonista della New York che conta. Insieme vanno alla commemorazione funebre di un loro cliente blasonato, l’anziano Freddy van der Haar, discendente di una delle più antiche famiglie olandesi della Big Apple, morto ufficialmente di overdose, ma in realtà di Aids.
Il suo ultimo compagno è stato Clay Guillory, snello e atletico giovane di colore nato nel Bronx, che ha praticamente fatto da infermiere all’amante; ma si vocifera che l’abbia ammazzato per entrare in possesso della sua eredità.
E’ sul sagrato della chiesa che il destino di Nick inciampa in quello di Clay, e da quel momento le loro vite svoltano.
Nick lascia Ari e plana a Venezia per incontrare Clay che vive nella porzione di palazzo sul Canal Grande ereditata da Freddy. Ma la tanto favoleggiata eredità non esiste: anzi van der Haar era morto lasciandosi dietro una scia di debiti pesanti come macigni.
Ed ecco che Nick e Clay ordiscono un piano ben congegnato per vendere a un ricco americano gli ultimi esemplari di argenteria coloniale americana ereditati da Freddy, bellissimi…ma clamorosamente falsi.
Il papabile acquirente è Richard Forsyth West, viscido e avido miliardario, che vive a Venezia nella metà più bella di Palazzo Contarini, acquistata proprio da Freddi anni addietro.
Ma West è anche il fasullo personaggio che in passato aveva subdolamente sabotato Clay, mentre partecipava a un prestigioso stage presso la Guggenheim Collection a Venezia e sognava di far carriera proprio in quel museo.
La trama scorre veloce, intervallata da flash back che ricostruiscono il passato dei protagonisti e aiutano a delinearne le personalità.
Perché questo non è semplicemente il solito thriller, ma parla anche di omosessualità, amore, fedeltà e tradimenti, salite e discese di diverse classi sociali e razza.
Simone De Beauvoir “Le inseparabili” -Ponte Alle Grazie – euro 15,00
Questo testo è stato scritto dalla De Beavoir nel 1954, ed è rimasto inedito fino ad oggi. E’ il racconto dell’amicizia-innamoramento tra la scrittrice e pensatrice (tra le più influenti del 900 e compagna di Sartre) ed Elisabeth Lacoin, detta Zaza.
Ma è anche la denuncia di uno stereotipo dell’immagine e del ruolo della donna nella società perbenista e borghese del secolo scorso.
Il loro legame nasce quando si incontrano sui banchi di scuola; nel romanzo Simone è la timida Sylvie di 9 anni, mentre Zaza è la ribelle e brillante Andrée di 10. Siamo nella Parigi degli anni 20 e le due ragazzine sono di buona famiglia, religiose, amanti della lettura, sottomesse, infelici ribelli, si contendono il podio di prime della classe e diventano inseparabili. Studiano insieme e si affacciano alla vita, forti anche del loro legame; non fatevi ingannare dal fatto che tra loro si danno del voi, perché così era in uso all’epoca nella buona società francese, cattolica e tradizionalista.
Zaza/Andrée appartiene a una famiglia molto benestante, sorvegliata a vista da una madre che ripete lo schema asfissiante in cui è stata cresciuta …e quello che è un privilegio sociale e culturale finisce per trasformarsi in una trappola che tarpa le ali ad Andrée.
Tra le due quella che cova il sentimento più travolgente, quasi un innamoramento, è Sylvie, che diventa la testimone degli stati d’animo dell’amica, imprigionata dai genitori che la vorrebbero moglie devota di un uomo approvato da loro, madre a tutto tondo e zero interessi alternativi.
Andrée vive di sensi di colpa per l’amore che a 15 anni aveva nutrito per il coetaneo Bernard, baciato con trasporto, salvo sentirsi poi una peccatrice.
Non andrà molto meglio a 20 anni con il giovane Pascal che rifiuta il fidanzamento pur amandola. La storia non finisce bene perché poco prima dei 22 anni, nel 1929, Elisabeth/ Andrée muore stroncata da una malattia fulminante, e a Simone resta il compito di non lasciarla cadere nell’oblio. Ne racconta la storia dando la sua versione: «assassinata» dall’ambiente borghese in cui era cresciuta e che aveva sempre cercato di reprimere la sua unicità.
Mario Andreose “Voglia di libri” -La nave di Teseo- euro 18,00
Mario Andreose è uno che di libri se ne intende parecchio essendo stato correttore di bozze, traduttore, redattore e direttore editoriale delle principali case editrici italiane, da il Saggiatore alla Mondadori, fino alla nuova avventura della Nave di Teseo della quale oggi presidente e tra i fondatori insieme a Elisabetta Sgarbi.
La sua è una vita intera trascorsa in mezzo ai libri, ha creato collane prestigiose e in queste pagine ripercorre momenti importanti della sua carriera, a fianco di autori ed editori di gran peso.
Tutto iniziò con il suo battesimo di fuoco come correttore di bozze, poi un percorso in cui ha inanellato cariche come direttore editoriale del Saggiatore, poi del Gruppo Fabbri e in seguito direttore letterario di RCS libri.
Nel suo racconto rivive gli incontri con figure straordinarie come Alberto Mondadori,
Valentino Bompiani, Alberto Moravia, Leonardo Sciascia, Inge Feltrinelli ed altri protagonisti della scena letteraria.
A Umberto Eco è stato particolarmente legato da una collaborazione lunga 35 anni, nel corso della quale si è consolidata la loro amicizia. E’ a lui che dedica righe in cui rivela la sua “formidabile capacità di lavoro” e svela il processo creativo che ci ha regalato “Il nome della rosa”.
Andreose ci regala anche i ritratti di grandi personaggi quali T.S.Eliot, Saul Bellow, i pittori-poeti Kandinskij, Klee e de Chirico; rintraccia esordi letterari italiani come quello di John Steinbeck; dedica pagine al genio Giacomo Debenedetti e a Woody Allen.
Insomma, una mappatura e una preziosa galleria di ricordi e ritratti del dietro le quinte dell’editoria, che oggi sta cambiando incalzata dalla rivoluzione digitale.
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni
Ieri, festa di san Valentino, dopo tanti mesi di “astinenza”, sono andato a colazione in un uno dei migliori ristoranti torinesi di cui ero in passato e resto cliente abituale ed affezionato, fin dai tempi in cui andavo con Bobbio che abitava a poche centinaia di metri.
Cucina eccelsa come sempre, distanziamento dei tavoli assolutamente rispettato, mascherine del personale in piena regola, cucina e servizio ineccepibile secondo le norme. Ci ritornerò altre volte, sperando che finalmente il COVID ci consenta di pranzare normalmente.
Non posso tuttavia non segnalare un pisquano di cliente (in abbigliamento “sportivo” del tutto non consono al locale) che si è alzato due volte dal tavolo -penso per andare a fumare – senza mascherina. La seconda volta sono intervenuto con tono incazzato e gli ho chiesto perché violasse le norme in modo così plateale. Mi sono sentito rispondere con arroganza e inciviltà asociale che lui la mascherina non la mette perché “gli da’ fastidio“ . Mi è venuto voglia di chiamare i Carabinieri, non ad un generico centralino , ma nella figura di un alto ufficiale che mi onora della sua amicizia e che non mi sono mai permesso di disturbare in precedenza. Nel frattempo rientra dalla “pausa sigaretta“ , naturalmente senza mascherina, una bella signora che debitamente richiamata dallo scrivente con toni più urbani e gentili (le belle signore lo meritano di per se’) mi ha detto candidamente di essersela dimenticata. Se la gente “bene”, o meglio arricchita magari con vistose evasioni fiscali , che in passato non avrebbe mai posato le terga in quel ristorante, si comporta così, non possiamo più lamentarci di Speranza e di Arcuri. Siamo un popolo di animali, formato da potenziali suicidi (fatto trascurabile, anzi salvifico socialmente) e da potenziali omicidi, fatto penalmente rilevante e socialmente non accettabile.
A certa gente dovrebbe essere interdetto l’ingresso nei locali pubblici. Nel ristorante prescelto tutto era perfetto per passare un San Valentino sereno anche in tempi di pandemia. Non è accettabile che avventori certo non avvezzi a quel locale guastino il clima di una festa e compromettano la sicurezza degli altri clienti. La prossima volta alzerò la voce in modo ancora più veemente e soprattutto chiamerò i Carabinieri, facendo un esposto in piena regola. Così non si può andare avanti . Gli incivili vanno isolati e colpiti senza pietà anche nel giorno degli innamorati perche’ questa gente non può amare nessuno in quanto del tutto incapace di rispettare la vita delle persone . Barbari che sanno solo riempirsi di cibo, di vino e di nicotina. Presidente Draghi, incominci a dare addosso a questa gente, rendendo loro la vita impossibile.
Tagliatelle romantiche di San Valentino
La Ricetta della Cuoca Insolita
Chi è La Cuoca Insolita
La Cuoca Insolita (Elsa Panini) è nata e vive a Torino. E’ biologa, esperta in Igiene e Sicurezza Alimentare per la ristorazione, in cucina da sempre per passione. Qualche anno fa ha scoperto di avere il diabete insulino-dipendente e ha dovuto cambiare il suo modo di mangiare. Sentendo il desiderio di aiutare chi, come lei, vuole modificare qualche abitudine a tavola, ha creato un blog (www.lacuocainsolita.it) e organizza corsi di cucina. Il punto fermo è sempre questo: regalare la gioia di mangiare con gusto, anche quando si cerca qualcosa di più sano, si vuole perdere peso, tenere a bada glicemia e colesterolo alto o in caso di intolleranze o allergie alimentari.
Tante ricette sono pensate anche per i bambini (perché non sono buone solo le merende succulente delle pubblicità). Restando lontano dalle mode del momento e dagli estremismi, sceglie prodotti di stagione e ingredienti poco lavorati (a volte un po’ “insoliti”) che abbiano meno controindicazioni rispetto a quelli impiegati nella cucina tradizionale. Usa solo attrezzature normalmente a disposizione in tutte le case, per essere alla portata di tutti.
Calendario corsi di cucina ed eventi con La Cuoca Insolita alla pagina https://www.lacuocainsolita.it/consigli/corsi/
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Tagliatelle romantiche di San Valentino
San Valentino è il giorno degli innamorati. L’amore per me ha mille forme, oltre a quella che tutti intendiamo. È qualcosa che va oltre a quello che vediamo. È quello che ci spinge a fare bene ciò a cui teniamo, che ci fa resistere di fronte alle difficoltà, è quello che si prova per le persone che ci stanno vicino, quello che si mette quando si fa il proprio lavoro o si incarta un regalo per qualcuno di cui desideriamo vedere il sorriso. È anche quello che provo io quando mi metto in cucina e so che renderò felice qualcuno. Che sia a casa mia o che siate voi, che mi leggete e che sarete felici di preparare anche voi una cosa buona e che vi farà stare bene. Amore vuol dire anche amore verso sé stessi. Buon San Valentino a tutti, qualunque sia il modo in cui lo intendiate.
Tempi: Preparazione (1 h); Cottura (5 min).
Attrezzatura necessaria: minipimer, tagliere e coltello a lama liscia, pelapatate, mandolina, padella antiaderente diam 28 cm, casseruola per il brodo, pentola per cottura pappardelle, 1 mestolo, 1 cucchiaio e 1 forchetta di legno
Ingredienti per 2 persone:
Per le tagliatelle:
Barbabietola rossa cotta al vapore – 20 g in ricetta (ma preparatene almeno 50 g)
Acqua per frullare la barbabietola – 10 g in ricetta (ma preparatene almeno 25 g)
Semola rimacinata di grano duro (volendo potete prendere quella integrale) – 120 g
Acqua – 35 g
Olio extra vergine di oliva – 1,5 cucchiaini
Semola per la spianatoia
Per la salsa al cavolo nero e succo di zenzero:
Cavolo nero – 150 g (50 g da pulito)
Brodo di verdure – 500 ml
Zenzero fresco – 100 g (vi serviranno 30 ml di succo di zenzero)
Olio extra vergine di oliva – 40 g (compresi quelli per soffritto cavolo)
Farina tipo 2 – 2 cucchiai
Acqua per sciogliere farina – 1 tazzina
Sale fino integrale di Sicilia – 1 cucchiaino raso
Pepe rosa in grani
Difficoltà: bassa Costo totale: meno di 2 €
Perché vi consiglio questa ricetta?
Coloranti naturali: Avete ottenuto un meraviglioso e romantico rosa usando solo la barbabietola. In commercio, spesso, i cibi colorati contengono coloranti artificiali, a volte potenzialmente dannosi. Se però leggete nei prodotti confezionati la sigla E162 (https://www.alimentipedia.it/tabella-dei-coloranti.html), potete stare tranquilli perché è proprio il colorante ottenuto dalla barbabietola (meglio comunque produrlo in casa, perché è fresco e certamente non contiene conservanti).
Nessun conservante e senza uova: la pasta fresca fatta in casa ha solo ingredienti semplici ed è adatta anche in caso di allergia alle uova (le tagliatelle fresche che si trovano in commercio quasi sempre ne contengono)
Lo zenzero, che vanta anche proprietà afrodisiache, è un ottimo alleato della salute: è un potente antinfiammatorio, antibatterico, aiuta a regolare i livelli di colesterolo nel sangue e può essere impiegato anche per combattere la nausea durante la gravidanza.
Valori nutrizionali: questa ricetta è molto light (meno di 300 Kcal a porzione) perché non si usa la panna. Questo è stato possibile anche grazie alla tecnica di “risottare la pasta”. Sapete cosa significa? https://www.lacucinaitaliana.it/tutorial/i-consigli/come-risottare-la-pasta/
Approfondimenti e i consigli per l’acquisto degli “ingredienti insoliti” a questo link: https://www.lacuocainsolita.it/ingredienti/).
In caso di allergie…
Allergeni presenti: Cereali contenenti glutine
Preparazione
Fase 1: LE TAGLIATELLE
Prendete il minipimer e frullate nel suo bicchiere circa 50 g di barbabietola rossa cotta con 25 g di acqua. Versate solo 30 g di questa crema rossa nel contenitore dove preparerete l’impasto rosso. Aggiungete quindi nello stesso contenitore il resto degli ingredienti (semola, acqua e olio) e impastate fino a quando avrete ottenuto una palla morbida e setosa (ci vorranno circa 5 minuti). Chiudete in un foglio di pellicola e fate riposare mezz’ora a temperatura ambiente.
Su una spianatoia cosparsa di semola stendete con il mattarello la palla, cercando di formare un rettangolo regolare. Non rendetelo troppo sottile (io le ho lasciate a circa 1,5 mm). Ora con le dita arrotolate si sé stessa la sfoglia appena fatta, formando un rotolo. Con un coltello a lama liscia tagliatelo a listarelle, per formare le vostre tagliatelle. Srotolate subito le girelle e cospargete ancora la pasta fresca appena tagliata con della semola.
FASE 2: LA SALSA
Pelate lo zenzero con il pelapatate e grattugiatelo fine intero con la mandolina, appoggiandovi sopra a un piatto. Spremete con le mani lo zenzero appena grattugiato, ponendovi sopra a una piccola ciotola: si formerà un succo coloratissimo e molto profumato. Tenetelo da parte.
Sciacquate le foglie di cavolo nero sotto l’acqua corrente e mondatele, eleminando la costa centrale molto dura. Con un coltello a lama liscia, tagliatelle a piccole listarelle. Nella padella antiaderente mettete a scaldare dell’olio e quando sarà ben caldo fate soffriggere il cavolo nero per un paio di minuti, girando spesso. Abbassate il fuoco, versate 1 mestolo di brodo caldo, il succo di zenzero (2-3 cucchiai a seconda del vostro gusto) e fate cuocere tutto per 8-10 minuti. Salate verso la fine. In una ciotolina versate la farina e unite a poco a poco l’acqua, mescolando fino a formare una cremina densa. Versatela nella padella (se il brodo si è consumato tutto, aggiungete un mestolo nella padella prima di versare la cremina) e mescolate subito. Aggiungete ancora olio e mescolate.
FASE 3: LA COTTURA DELLE TAGLIATELLE
Fate bollire l’acqua nella pentola e salate. Fate cuocere le pappardelle per 2 min. Scolate e versate subito nella padella con la salsa. Aggiungete un pochino di brodo (mezzo mestolo) e girate delicatamente tutto con il cucchiaio e la forchetta di legno, finché tutto il condimento si è distribuito.
FASE 4: LA PREPARAZIONE DEL PIATTO
Disponete subito nei piatti, formando un nido. Decorate con qualche ciuffo di cavolo nero e qualche granello di pepe rosa.
CONSERVAZIONE
Nel congelatore: 6 mesi le tagliatelle fresche. Cospargetele bene di semola prima di congelarle.
In frigo: 3-4 giorni le tagliatelle prima della cottura. Anche la salsa si può preparare in anticipo e conservare per 3 giorni.
Barbero anche sulle foibe fa lezione
IL COMMENTO di Pier Franco Quaglieni Che il professor Alessandro Barbero dell’Università di Vercelli voglia spaziare su tutto lo scibile storico, imitando in chiave in verità un po’ provinciale il più noto Franco Cardini e voglia dar lezione su tutto a tutti, è un fatto noto che lo ha portato a scrivere cose inaudite, ad esempio, su Vittorio Emanuele II.
Fascismo e comunismo
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