Seconda parte
E’ possibile trovare i modi per non essere in carenza di energie, per dosarne l’uso evitando inutili sprechi, e adottare i molti metodi attraverso i quali possiamo “ricaricare le pile”, ridando al nostro corpo e alla nostra mente la migliore efficienza possibile?
Possiamo ottenere che il nostro livello energetico sia costantemente buono, evitando inutili ed eccessivi sprechi di energia e cercando e utilizzando molteplici occasioni per riacquistare energia? Iniziamo a valutare le situazioni che ci fanno spendere inutilmente troppa energie.
E consideriamo attraverso quali comportamenti le possiamo evitare. Ansia e stress sono due condizioni in grado di far uscire da quel “serbatoio”immaginario, di cui abbiamo parlato nel precedente post, una quantità impressionante di forze.
Ci stressiamo spesso perché chiediamo troppo a noi stessi, spinti dalle nostre esagerate ambizioni, dai nostri eccessivi bisogni e dalle nostre paure, accollandoci compiti emotivi, cognitivi o sociali difficilmente tollerabili e che ci portano a un problematico dispendio di energie.
E’ necessario prenderne consapevolezza per avviare un opportuno cambiamento. Molte persone, poi, non sono neppure consapevoli di essere ansiose e del loro livello di ansia, e conducono un’esistenza continuamente accompagnata da una sorta di “sordo rumore di fondo”.
La loro ansia perenne. Stress e ansia sono i due pincipali “nemici” divoratori di energie, che spesso ci impediscono di godere appieno della nostra esistenza. Avremo modo prossimamente di dedicare alcuni articoli su questo Foglio alla gestione ottimale di ansia e stress
Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.
(Fine della seconda parte)
Potete trovare questi e altri argomenti dello stesso autore legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.







RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA
Oppure che Ingrid Bergman era estremamente affabile. Parola di Antonio Monda che le vendette un paio di scarpe quando, giovanissimo maturando, ebbe in premio un viaggio negli Stati Uniti; per mantenersi lavorò come umile garzone in un negozio di calzature sulla Madison Avenue a New York. Lì un bel giorno entrò la diva, splendida 65enne, che lo promosse suo commesso personale e con lui parlò dell’amata Italia.
Il libro è a metà tra saggio e romanzo; del primo ha la precisione e la ricostruzione dei dettagli, del secondo la meravigliosa immaginazione. Una narrazione incantevole della vita e dell’opera dell’autrice di uno dei romanzi più inquietanti e famosi della letteratura mondiale.
C’è molta natura in questo romanzo della scrittrice e sceneggiatrice neozelandese, inclusa tra i 20 Best of Young British Writers di “Granta”. Al centro della narrazione c’è Birnam Wood, collettivo di orticoltori militanti in Nuova Zelanda. Attraverso atti di “guerrilla gardening” vorrebbero sviluppare un radicale e durevole cambiamento sociale e fare capire quanta terra viene sacrificata e sprecata quotidianamente.
L’isola di Liten, a metà strada tra Svezia e Danimarca, sembra proprio un luogo tranquillo; e invece no. E’ l’epicentro del secondo romanzo, pubblicato sotto pseudonimo da uno scrittore italiano -che vuole restare anonimo- ed ambienta una serie di gialli scandinavi originalissimi.








RUBRICA SETTIMANALE A CURA DI LAURA GORIA
Durante la pandemia Tóibín ha fantasticato su un possibile seguito, al quale ha lavorato al ritmo di 10 ore al giorno. Ed ecco questo bellissimo testo scritto con il suo rigoroso stile letterario. “Brooklyn” si era concluso con il ritorno in America della protagonista, Eilis Lacey, che si era recata nella natia Irlanda per la morte della sorella.
Ursula Parrot è lo pseudonimo della giornalista, scrittrice e sceneggiatrice Katherine Ursula Towle, (nata nel 1899, morta nel 1957). Ebbe una vita movimentata, con 4 matrimoni e svariate relazioni con personaggi di spicco dell’epoca, tra cui Francis Scott Fitzgerald. Morì stroncata da un tumore a 58 anni, in povertà e dimenticata da tutti.
Prima di tutto un plauso all’editore Perrone per l’idea della collana “Passaggi di dogana” dedicata alle città viste attraverso gli occhi e le opere di grandi scrittori. I lettori vengono trascinati tra le vie e i punti di riferimento letterari scoprendo: Lisbona con Tabucchi, Buenos Aires con Borges e, ancora, tra le molte altre mete, la Costa Azzurra con Fitzgerald e l’Oriente con Terzani. Insomma una preziosa manna per i bibliofili.
L’autrice inglese, che aveva esordito con “Le streghe di Manningtree” (sulla caccia alle streghe nell’Inghilterra del XVII secolo), ora torna in libreria con questo secondo romanzo che narra l’avventura picaresca e grottesca di Tarare, ragazzo perennemente affamato.