Magnifica Torino / il Duomo
La bellezza della semplicita’. Pochi semplici ingredienti che si uniscono e danno vita ad uno dei simboli della tradizione italiana nel mondo: la pizza
Una base croccante farcita con pomodoro, mozzarella, olive. Prepararla in casa e’ davvero semplice e veloce, non occorrono particolari capacita’, potete impastare la base nella planetaria o a mano, il risultato sara’comunque garantito. Profumata, calda, filante….impossibile resisterle!
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Ingredienti :
(dosi per tre teglie tonde da 28cm)
500gr. di farina 0
5 cucchiai di olio evo
2 cucchiaini di zucchero
1 cucchiaino di sale fino
1 bustina di lievito secco tipo Mastro Fornaio
275ml di acqua tiepida
Salsa di pomodoro rustica q.b.
Mozzarella q.b.
Olive taggiasche q.b.
Filetti di acciuga (facoltativi, a piacere)
Basilico o origano
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Preparare l’impasto base. Impastare, nel mixer o a mano, per almeno dieci minuti, la farina precedentemente setacciata con la bustina di lievito secco, aggiungere lo zucchero, il sale, l’olio ed infine l’acqua tiepida. Quando si e’ ottenuta una palla morbida ed elastica, metterla sul piano di lavoro infarinato e riprendere ad impastare a pugno chiuso con forza, sbattendo ripetutamente l’impasto sul tavolo. Quando la pasta si presentera’ liscia ed inziera’ a formare delle piccole bolle, inciderla con quattro tagli a croce, metterla in una terrina infarinata, coprirla con un tovagliolo e riporla in forno o nel micronde (spenti) al riparo da correnti d’aria per almeno quattro ore. Terminata la lievitazione riprendere l’impasto, impastarlo nuovamente sino a sgonfiarlo, tagliare la pasta in tre parti, stenderla a mano o con il mattarello,sistemarla nelle teglie tonde foderate con carta forno, guarnire con passata di pomodoro, mozzarella a dadini, olive, filetti di acciughe o altro a piacere, irrorare con un filo di olio, salare. Infornare nel forno preriscaldato alla massima potenza e cuocere ciascuna pizza per circa 15/20 minuti. Servire calda.
Paperita Patty
Sappiamo bene quanto le aspettative eccessive siano in grado di rovinarci l’esistenza. E come il sentimento e la cultura imperanti ci habbiano messo nella condizione di avere l’aspettativa di fondo che nella nostra vita tutto debba procedere in modo positivo.
Per cui tendenzialmente ogni situazione di difficoltà, di inciampo, appunto, viene vissuta in modo inadeguato, con fastidio, spesso drammatizzando la situazione, il che finisce inevitabilmente con il peggiorare in modo significativamente negativo l’impatto che su di noi hanno quelle occasioni.
“Benedette” aspettative… Dovremmo essere consapevoli che più elevate e intense esse sono, maggiore sarà il nostro livello di insoddisfazione e di disagio rispetto a quello che ci succede… Il vero piacere/dispiacere non nasce semplicemente da ciò che avviene, ma dal rapporto tra le nostre aspettative e ciò che avviene.
Per riuscire a utilizzare i nostri inciampi e farli diventare occasioni di crescita personale, è perciò necessario essere adattabili, avere capacità di recupero nelle varie situazioni negative e di difficoltà. E possedere la volontà di affrontare e superare le sfide e gli ostacoli che la vita ci propone.
Tutto ciò può essere sintetizzato in una parola che negli ultimi tempi è stata forse usata troppo e a sproposito: resilienza. Possiamo definire questa qualità come la capacità di affrontare, resistere e riorganizzare in maniera positiva la nostra vita dopo aver subìto eventi particolarmente negativi e traumatici.
E uscendo dall’esperienza rinforzati e migliorati, se non addirittura trasformati. Talvolta gli eventi negativi, anche se naturalmente non desiderati ed evitati, possono addirittura diventare la condizione necessaria e indispensabile per i nostri positivi cambiamenti.
Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.
(Terza e ultima parte)
Potete trovare questi e altri argomenti dello stesso autore legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.
Martedì. Al Blah Blah suonano i Kontravoid. Al Vinile si esibisce Alex Vaudano.
Mercoledì. All’Osteria Rabezzana è di scena il Corrado Abbate Trio. Al Jazz Club The Chicago Blues Jam!
Al Blah Blah suonano gli Hippie Death Cult + Supasonic Fuzz.
Giovedì. Al Peocio di Trofarello sono di scena gli Horse Power. Al Cafè Neruda suonano Gianni Denitto e Alberto Gurrisi. Allo Ziggy si esibiscono Notturno Kilroy+ Simone Villa + Mazaratee.
Venerdì. Al Jazz Club si esibiscono i 20 Strings. Al Circolino suonano gli After Dark “Blues Experience”. Al Blah Blah sono di scena gli Alteria + guest t.b.a. Allo Spazio 211 si esibisce Gaia Morelli. Allo Ziggy suonano Monade Stanca+ Bowelaw.
Sabato. Al Cap 10100 concerto Gospel. Al Jazz Club suonano i FarRock. Al Bunker per 2 sere consecutive “Jazz is Dead ! Festival. Al Blah Blah suonano gli Small Jackets + Fox Conspiracy + Onyrica. Allo Ziggy si esibiscono i Manicomio. Allo Spazio 211sono di scena i c+c= maxigross.
Domenica. Al Bunker “ “Jazz is Dead! Festival”. Al Blah Blah suonano i The Lings.
Pier Luigi Fuggetta
Rubrica a cura de La Cuoca Insolita
Chi avrebbe mai pensato che un giorno si potesse fare a meno dello zucchero per preparare qualcosa di dolce? Dalle bibite alla pasticceria, fino ad arrivare ad alcune preparazioni salate, lo zucchero è quasi sempre presente. Se pensiamo che lo zucchero bianco una volta non esisteva e che si usava solo frutta secca o frutta di stagione per dolcificare, oggi ci sembra impossibile fare a meno di questo ingrediente. Eppure, un’alternativa c’è, ed è anche alla portata di tutti. Parliamo della stevia. La stevia (Stevia rebaudiana) è una pianta originaria dell’America Latina che si usa come dolcificante naturale. Da qualche anno si impiega anche nella nostra cucina ed è un’ottima alternativa allo zucchero, perché è a zero calorie.
Chi è attento alla lettura delle etichette, avrà certamente notato che questo ingrediente inizia ad essere usata anche nei prodotti che si trovano sugli scaffali dei supermercati. Per chi ha bisogno di perdere peso o non dovrebbe impiegare troppi zuccheri semplici nella sua dieta, è davvero utilissimo. Tutto questo grazie ad un gruppo di molecole presenti nella pianta: i glicosidi steviolici. Si tratta di principi attivi, contenuti soprattutto nelle foglie: quando vengono fatte essiccare, hanno un potere dolcificante fino a 250-300 volte superiore rispetto allo zucchero! Questo significa che, pur essendo molto dolce, la stevia non fa alzare la glicemia. Inoltre, rispetto allo zucchero e ad altri dolcificanti alternativi, non favorisce la formazione di placca e carie e non provoca disturbi intestinali.
Come dolcificante si usano più spesso le foglie essiccate, ma anche le foglie fresche possono dare molta soddisfazione: sono così dolci che sembra siano appena state immerse nello zucchero. Provate a prenderne una dalla pianta (tra poco vi spiegherò come coltivarla) e a masticarla: quel sapore dolce resta in bocca per tantissimo tempo, anche dopo che avrete finito di mangiarla. Un po’ come il caffè. Oppure come se aveste mangiato un pasticcino: alla fine vi resta il senso di soddisfazione in bocca, ma con le foglie di stevia la cosa bella è che questa sensazione si ottiene a zero calorie!
L’unico inconveniente è che la stevia ha un retrogusto che ricorda un po’ la liquirizia, per cui si sconsiglia di fare un dolce interamente con questo tipo di dolcificante. In ogni caso è un buon compromesso usarla insieme ad altri dolcificanti, per abbassare le calorie totali della ricetta. Inoltre, a differenza di altri dolcificanti, non si degrada con la cottura, come l’aspartame, né perde il suo potere dolcificante, come il fruttosio.

Come coltivare la stevia in casa e come usarla in cucina
L’habitat naturale della stevia è l’America Latina, dove questa pianta non muore in inverno. In Italia cresce anche bene, ma solo nella stagione calda. Per coltivarla, si inizia in primavera, partendo da una sola piantina di circa 10 cm. Tutti i consigli per l’acquisto della stevia a questo link. Dopo un paio di mesi si otterrà un cespuglio alto quasi un metro. Tra metà agosto e metà settembre è possibile raccogliere le foglie (si possono fare anche due raccolti a distanza di un mese): basta staccare le foglie dai rami e metterle in uno strato sottile su un panno pulito. L’ideale è al sole, al riparo dalla pioggia.
Nell’arco di qualche giorno, le foglie saranno già secche, ma ancora un po’ verdi (non è ancora ora di tritarle). È necessario aspettare qualche settimana, affinché diventino color marrone chiaro e non abbiano più residui di umidità.
Sminuzzando le foglie nel mortaio, un pochino alla volta, si ottiene una polverina piuttosto fine, che va separata quindi dalle parti più fibrose della foglia con un setaccio.
Il lavoro è fatto! Ora non resta che usarla per preparare qualche dolcino delizioso o qualche bibita. Ovviamente, a pochissime calorie!
Come calcolare la dose
Se è vero che il potere dolcificante rispetto allo zucchero può essere superiore di quasi 300 volte, in generale per le foglie ottenute in casa il rapporto è interiore (diciamo circa 50-70 volte di più). E’ comunque una proporzione molto vantaggiosa. Un cucchiaio di zucchero equivale più o meno a un quarto di cucchiaino di foglie essiccate e tritate. Quindi, se in una torta sono previsti 100 g di zucchero, si possono sostituire con un solo cucchiaino di foglie secche di stevia. Per avere qualche idea di come impiegare in cucina la stevia basta cliccare qui o seguire un corso di cucina con La Cuoca insolita (i corsi ripartono da settembre 2020).
La stevia è perfetta non solo per la pasticceria, ma anche per le bibite. Forse non tutti hanno notato che in mezzo litro di bibita può esserci l’equivalente di 10 bustine di zucchero. Basta leggere qualche etichetta.
Si sente dire spesso che è necessario bere tanto, per mantenere una buona idratazione (specialmente in estate). Ma come fare a dissetarsi se non si ama l’acqua? Ecco quindi due idee, utilizzando la stevia.
Ricetta del tè freddo di menta e stevia
Questo tè freddo di menta e stevia è buonissimo, è super-rinfrescante e facile da preparare. Un tè freddo senza zucchero, a zero calorie.
Sciacquate la menta (circa 20 foglie) e la stevia (circa 10 foglie) velocemente sotto all’acqua (se la stevia è essiccata non è necessario sciacquarla). Mettete in una grossa pentola insieme a 2 litri di acqua e portate a bollore, coperto. Una volta preso il bollore fate sobbollire a fuoco basso, coperto, per circa 10-15 minuti.
Lasciate raffreddare, filtrate per eliminare le foglie e trasferite in bottiglie (meglio se di vetro se il tè è ancora un po’ caldo). Bevete fresco.

Ricetta dell’infuso di stevia
Se invece volete usare la stevia per una bevanda calda, potete ottenere un fantastico infuso: versate una piccola manciata di foglie (fresche o secche) in una tazza di acqua bollente e lasciate in infusione per 10 minuti. Otterrete una bevanda dolcissima che vi riappacificherà con voi stessi e il resto del mondo, senza bisogno di zuccherarla come forse siete abituati a fare con il tè o una tisana!
Controindicazioni
Per molti anni l’Europa ne ha vietato l’uso (è stata ammessa nell’elenco dei dolcificanti naturali solo dal 2011). Nei primi studi degli anni ’80 si temeva infatti che i principi attivi responsabili del sapore dolce potessero avere effetti dannosi sull’uomo, ma l’EFSA (Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare) ha sconfessato questa ipotesi nel 2011. È stato tuttavia fissato un limite massimo di 4 mg/kg al giorno di glicosidi steviosilici (per chi pesa ad esempio 60 kg si possono consumare meno di 1 g di steviosidi al giorno). Facciamo due calcoli: in una torta da 1 kg circa basta usare 4 g di stevia secca macinata. È facile capire quindi che è improbabile che si possa superare la dose giornaliera raccomandata dall’EFSA.
In caso di allergie…
Allergeni presenti: la Stevia non è considerata un allergene
SCOPRI – TO Alla scoperta di Torino


Pubblichiamo una originale immagine della nostra lettrice Giovanna Seghesio.
Inciampiamo, realmente o in senso figurato, trovando un ostacolo sul nostro cammino, un impedimento, una negatività, qualcosa che ci frena, ci blocca. Anche uno sbaglio, se vogliamo. Oppure una qualsiasi forza esterna, oggettiva o rappresentata da una o più persone, che si frappone ai nostri desideri o che ci impedisce o ci limita nel raggiungere i nostri obiettivi.
E’ un inciampo tutto ciò che ci rallenta, che ci fa cadere, che ci fa deviare dal cammino intrapreso. Quanti inciampi nella vita di ognuno di noi!… Di ogni tipo… Come ci siamo sentiti quando qualche ostacolo si è frapposto tra noi e i nostri obiettivi?
Come abbiamo reagito quando abbiamo commesso errori? O fronte a comportamenti sbagliati nostri o altrui, o ad avvenimenti negativi che ci hanno bloccati o rallentati nel nostro percorso? Probabilmente li abbiamo visti soltanto nella loro negatività. Ma possiamo considerare gli inciampi nella nostra vita da una diversa prospettiva.
Che ci possa permettere di vederli non semplicemente come momenti negativi, magari drammatizzandone la portata e le conseguenze, ma piuttosto come episodi e situazioni che possono favorire i nostri processi di crescita e di sviluppo personale, dandoci l’opportunità di trasformare gli ostacoli in positive opportunità. Le cose accadono, nel bene e nel male.
La differenza la fa il modo in cui noi reagiamo ad esse. Iniziamo a vivere meglio dal momento in cui, anziché imprecare o maledire la sorte, considerandoci vittime predestinate della sfortuna, anziché abbatterci di fronte alla sconfitta, all’errore, alla disavventura, al contrattempo, anche alla tragedia, riusciamo finalmente a mettere in atto un cambiamento di prospettiva.
E a modificare il modo in cui percepiamo gli ostacoli, mettendoci nella condizione di vederli invece anche come occasioni di crescita, di apprendimento, di potenziamento, di miglioramento. E di considerarli anche come possibile strumento per abbandonare vecchi schematismi e aprirci a nuovi percorsi, mentali e comportamentali.
Roberto Tentoni
Coach AICP e Counsellor formatore e supervisore CNCP.
www.tentoni.it
Autore della rubrica settimanale de Il Torinese “STARE BENE CON NOI STESSI”.
(Fine della prima parte)
Potete trovare questi e altri argomenti dello stesso autore legati al benessere personale sulla Pagina Facebook Consapevolezza e Valore.
SOMMARIO: Ricordi di un ex allievo del “ San Gip” – Antisemitismo e violenza al Salone e al Campus Einaudi – Lettere




LETTERE scrivere a quaglieni@gmail.com


Atomi e rock
CALEIDOSCOPIO ROCK USA ANNI 60
In questo lungo viaggio tra le etichette discografiche rock degli anni ‘60 ci imbattiamo (e ci imbatteremo) regolarmente in “labels” eterogenei che coprivano tranquillamente i più diversi generi e stili, secondo una precisa volontà di rendersi operative quasi a 360 gradi nel mercato dei potenziali fruitori; facile comprendere come il garage rock fosse (e restasse) un prodotto relativamente di nicchia e come tale rivestisse un ruolo minoritario (se non talvolta laterale) nel quadro della produzione variegata di una singola casa discografica. E’ qui il caso di trattare l’etichetta “Era Records” (nota anche come “Era” o “Era Records, Inc.”), fondata a Los Angeles [Hollywood] nel marzo 1955 da Herbert (Herb) Newman e Lew (Lou) Bedell [Lewis Joseph Bedinsky]; da notare che nel 1958 sorgerà anche l’etichetta sorella “Doré Records”, che dal 1959 verrà gestita personalmente proprio da Bedell. Il gruppo “Era” operava anche come distributore di Monogram, Eden e Gregmark e tra 1969 e 1971 fu associato a Happy Tiger. A metà anni Settanta l’etichetta, il catalogo ed il logo [l’originario simbolo atomico] “Era” furono ceduti in blocco alla compagnia canadese K-tel.
Interessante rilevare che i generi predominanti nella discografia di “Era Records” furono alle origini rhythm and blues, dopo il 1959 jazz e country, ma qui senz’altro selezioniamo ed elenchiamo le sole incisioni di rock strumentale, surf, garage e psychedelic rock legate al tema centrale della nostra rubrica:
– THE SENTINALS “Latin’ia (Lateenya) / Tor-Chula” (3082) [1962];
– THE ARPEGGIOS “The Hot Canary / Like Old Times” (3085) [1962];
– THE SENTINALS “Christmas Eve / Latin Soul” (3097) [1962];
– THE SOUND OFFS “The Angry Desert / Working Up A Steam” (3100) [1963];
– THE VINE STREET BOYS “Come On Over / That Certain Someone” (3105) [1963];
– THE TOWERS “Alone In A Big Town / Friday Night Date” (3106) [1963];
– SANDY AND THE SANDSTORMS “Sandstorm / Flutterbug” (3112) [1963];
– THE MOMENTS “Surfin Train / Mamu Zey” (3114) [1963];
– THE CRESCENTS “Pink Dominos / Breakout” (3116) [1963];
– THE SENTINALS SIX “Infinity / Encinada” (3117) [1963];
– THE PAGENTS “Enchanted / Big Daddy” (3119) [1963];
– CONRAD AND THE HURRICANES “Hurricane / Sweet Love” (3130) [1964];
– THE PAGENTS “Sad And Lonely / Pa-Cha” (3134) [1964];
– THE FABULOUS DESIRES “Dance With Me / Ouch” (3138) [1964];
– THE HUNTERS “Tiger Shake / The Angry Desert” (3140) [1964];
– THE HUNGRY IV “The Hustler / Young Girl” (3152) [1965];
– THE LYRICS “So What!! / The Can’t Hurt Me” (3153) [1965];
– THE AMBERTONES “Clap Your Hands / Cruise” (5027) [1965];
– MARTY AND THE MONKS “Mrs. Schwartz, You’ve Got An Ugly Daughter / Psychedelic City” (5037) [1965];
– THE WIZARD’S “I’m A Blind / I Want To Live” (3161) [1966];
– THE NO-NA-MEE’S “Gotta Hold On / Just Wanna Be Myself” (3165) [1966];
– TY WAGNER “Slander / I Think I Found Love” (3168) [1966];
– THE OUTLAW BLUES “Mustafa / Non-Stop Blues” (3171) [1967];
– HARLAN MICHAEL “Day Sleeper / Tell Me” (3173) [1967];
– THE DECADES “I’m Gonna Dance / On Sunset” (3174) [1967];
– THE SEARCH “Everybody’s Searchin’ / Too Young” (3181) [1967];
– THE CHOCOLATE TUNNEL “Ostrich People / The Highly Successful Young Rupert White” (3185) [1967];
– TOMORROW’S WORLD “Tinkling Glasses / When It’s All Over” (3188) [1967];
– THE LOLLIPOP FANTASY “It’s A Groovy World / Waiting For A Dream” (3193) [1967];
– US “Delicious / Love Is Not As Grand” (3201) [1968].
Gian Marchisio