Rubriche- Pagina 24

Penne saporite in salsa di zucchine

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Un piatto leggero, semplice, delicato ma al contempo saporito

Un primo piatto perfetto, leggero, semplice, delicato ma al contempo saporito, dal color verde acceso che sara’ una gioia per occhi e palato di tutti i commensali.

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Ingredienti per 4 persone:

360 g di pasta corta tipo penne
400 g di zucchine chiare
50 g di parmigiano grattugiato
100 g di pancetta affumicata a cubetti
1/2 spicchio d’aglio
1 cucchiaio di prezzemolo tritato
1cucchiaino di menta fresca tritata
1 cucchiaino di basilico fresco tritato
Olio evo q.b.
Sale, pepe
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Tagliare le zucchine a meta’, scavare leggermente per eliminare un poco di polpa, lessare in acqua salata mantenendole al dente. Scolare, conservare l’acqua di cottura e lasciar  raffreddare. In una larga padella soffriggere con un poco di olio i cubetti di pancetta. Frullare le zucchine con il parmigiano, l’aglio, il prezzemolo ed il basilico tritati, il pepe e l’olio, aggiustare di sale. Cuocere la pasta nell’acqua di cottura delle zucchine, scolare e saltare in padella con la salsa di zucchine.

Paperita Patty

 

Quante uova di Pasqua vi sono avanzate?

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PENSIERI SPARSI  di Didia Bargnani
Per qualche giorno ancora dopo Pasqua ci piace mangiare le uova di cioccolato ma arriva il momento in cui vorremmo non averle più in casa o perché ci hanno stufato, si sa, anche l’aragosta mangiata tutti i giorni, che barba, che noia o semplicemente perché non vogliamo più avere la tentazione di cedere alla golosità.
E allora finiamola una volta per tutte: una torta tenerina meravigliosa, fondente, umida e cioccolatosa è la soluzione perfetta.
Per uno stampo di circa 18/20 cm. mi serviranno:
200 gr. di cioccolato, 70 gr. di olio di semi, 3 uova, 90 gr. di zucchero a velo, 20gr. di farina o fecola.
Accendo il forno a 180 in modalità ventilato, sciolgo il cioccolato a bagno maria, faccio raffreddare, aggiungo l’olio.
In un’altra ciotola monto con le fruste elettriche le uova con lo zucchero e unisco la farina setacciata. Aggiungo il cioccolato precedentemente sciolto e mescolo il tutto.
Verso l’impasto nello stampo foderato con carta forno e possibilmente un po’ imburrato.
La Tenerina è pronta per essere infornata; il forno deve essere già a temperatura.
Dopo circa 30 minuti il dolce sarà pronto, se desidero una consistenza meno umida lascerò cuocere qualche minuto in più, cospargo di zucchero a velo e con una tazza di tè o un caffè dico addio alle uova di Pasqua, almeno fino al prossimo anno.

Quando la cucina ha un cuore vale il viaggio

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Pensieri sparsi

Siamo ad Asti, nel cuore del suo caratteristico centro storico, località a meno di un’ora di distanza da Torino, famosa per aver visto nascere lo scrittore e poeta Vittorio Alfieri e per la produzione vinicola del Monferrato rinomata in tutto il mondo.
Primo aprile 2024, per Antonio Campagna titolare del ristorante L’Angolo del Beato, sono esattamente 47 anni di attività: aveva appena 14 anni quando decise che voleva fare il cameriere e immaginate la sua felicità quando a 22 anni gli viene offerta la possibilità di rilevare il ristorante in cui lavora, ingrandisce il locale e inizia la sua attività di ristoratore, rimane qui per circa 20 anni.
Quando suo figlio Marco decide di seguire le orme paterne si presenta l’opportunità di cambiare luogo e trovano la location perfetta, i locali di un deposito di formaggi abbandonato da anni in un vicolo del centro storico.
Antonio trasforma questo deposito in un ristorante intimo, accogliente, molto curato dove offre una cucina piemontese con qualche piatto del sud, in particolare le orecchiette con le cime di rapa, in ricordo della mamma, Paolina, che è stata in cucina ad aiutare fino a 95 anni.
Si tratta di una cucina strettamente stagionale, molto curata nella scelta delle materie prime, tutte di prima qualità perché Antonio sulla qualità non transige, la spesa è compito suo o del figlio, in cucina due cuochi e in sala anche la moglie di Antonio.
Non c’è un piatto forte in quanto è tutto eccellente ma i clienti dell’Angolo del Beato sanno che quando sono qui non rinuncerebbero mai all’insalata russa, fatta al momento, con grande gentilezza,  anche senza tonno per chi non mangia pesce, al vitello tonnato e a tutti gli antipastini che vengono portati in tavola uno dopo l’altro: una meravigliosa salsiccia cruda, insalatina di carciofi e parmigiano, mortadella super artigianale, fiori di zucca, frittatina di ortiche, parmigiana di melanzane leggerissima e molto altro.
“ Non usiamo nulla di surgelato – spiega Antonio- solo prodotti freschi e rigorosamente di stagione, in autunno è un tripudio di funghi, tartufi, cardi”.
Altri due prodotti che caratterizzano il locale sono i dolci e i vini; zabaglione al moscato, con la ricetta di mamma Paolina, torronata, mousse di castagne, bunet, torta di seirass con canditi e le immancabili e famose scorzette d’arancia ricoperte di zucchero.
L’orgoglio di Antonio è rappresentato dalla sua cantina, proprio sotto i locali del ristorante, in mattoni rossi, contiene oltre 400 vini, per la maggior parte di produzione locale, tante “chicche” di produttori emergenti.
Mentre parliamo viene fuori quanto cuore ci mette Antonio nel suo lavoro, i ricordi di tanti anni di attività, primo fra tutti l’acquisizione del Torino calcio da parte di Urbano Cairo: “ quella notte mi fecero fare le 2, ma alla fine si trovò l’accordo”, sicuramente siglato con un brindisi dei suoi vini speciali.
Didia Bargnani

Golosi involtini pasquali in gelatina

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Un detto popolare recita ”Non c’e’ Pasqua senza uova”

Nel rispetto della tradizione, per una Pasqua all’insegna della convivialita’ e degli antichi sapori, vi propongo un facile e fresco antipasto ideale per il pranzo o per il picnic di Pasquetta che vede le uova come immancabili protagoniste del menu’ in una festa di colori e sapori.

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Ingredienti per 8 persone:

 

8 fette di prosciutto cotto tagliato spesso

6 uova sode

100 gr. di tonno sott’olio

1 cucchiaio di capperi

2 cucchiai di mayonnaise

1 cucchiaio di peperoni sott’aceto tagliati a striscioline

1 dado per gelatina

2,5 dl. di vino bianco

2,5 dl. di acqua

cucchiaio di aceto bianco

sale q.b.

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Tritare quattro uova sode con i capperi, il tonno, la mayonnaise;

farcire le fette di prosciutto, arrotolare ad involtino e sistemare in una pirofila preferibilmente in vetro. Nel frattempo preparare la gelatina: portare ad ebollizione l’acqua, far sciogliere il dado, mescolare, aggiungere il vino bianco e il cucchiaio di aceto, mescolare nuovamente e versare sugli involtini di prosciutto. Guarnire con le striscioline di peperone e le rimanenti uova tagliate a piacere. Lasciar raffreddare in frigo per almeno 3 ore.

Buona Pasqua a tutti i lettori.

Paperita Patty

Valontan, una storia di provincia

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A Brunello Martoccini era nato un figlio. Una bella notizia per  l’anziano zio, il signor Virgilio Borlazza, che viveva a Romentino, nel novarese. Contadino in pensione, Virgilio, aveva promesso al nipote che avrebbe fatto da padrino al battesimo del primo figlio

Brunello, nel frattempo, si era trasferito a Torino. Quindi era lì, nella capitale sabauda, che doveva recarsi.  Nessun problema, a parte uno. In verità non un grande problema ma piuttosto, come dire?, delicato: il mal d’auto che Virgilio soffriva con particolare disagio. Anche da giovane, quando capitava di prendere la corriera alla fermata, davanti al cascinale dei Borlazza, appena messo il piede sul gradino avvertiva quel malessere che agguanta lo stomaco e lo strizza ben bene. “Comunque, la parola data va mantenuta”. E  il signor Virgilio non era uomo da venir meno alle promesse. “Piuttosto faccio il viaggio con la testa fuori dal finestrino ma quando il prete bagna la testa dell’Edoardo(questo il nome  scelto per l’erede di casa Martoccini)  devo esser lì, altro che balle!”, affermava deciso l’anziano contadino.La moglie , la signora Adele, doveva ritirare dei medicinali prescritti dal medico e , cogliendo al balzo l’occasione, per non perder tempo,  lo spedì in farmacia , raccomandandogli di acquistare anche delle pillole utili a contrastare quella fastidiosa nausea che alcuni, come lui, provavano durante i lunghi viaggi in automobile. Virgilio non si fece pregare, consapevole com’era che le decisioni della moglie erano irrevocabili e che a nulla sarebbe valso opporvi resistenza. Dunque, andò. In pochi minuti, raggiunta la farmacia e varcata la soglia, si trovò una sorpresa che avrebbe voluto evitare: dietro al bancone non c’era il farmacista D’Intrugli ma sua moglie, una signora un po’ impicciona e molto, ma molto curiosa.“Oddio, proprio quella lì mi toccava d’incontrare. E’ quasi peggio dell’Ercolino, quel gran rompiballe di mio nipote ”, sospirò Virgilio. Dopo lo scambio di saluti , molto formale e piuttosto freddino,  l’anziano allungò la ricetta sul bancone  e aggiunse: “..mi servono anche le pastiglie per l’auto”.  La moglie del farmacista, alzando gli occhi dal foglio, lo guardò negli occhi e chiese: “Valontan?”. Virgilio, contrariato per la domanda, borbottò dentro di sé..”Eccola qua, la curiosa. Vuol sapere dove vado,eh? Ma io non gli dico un bel niente”. E stette zitto. La signora intanto, voltando le spalle all’anziano,  cercava sugli scaffali le medicine, mormorando  tra sè e sè , “Valontan”.Virgilio, che aveva l’udito buono, a dispetto dell’età,  scosse la testa e pensò: “Di nuovo. Eccola che insiste. Non riesce proprio a farsi i fatti suoi…Ma io starò muto come una tomba e la soddisfazione di dirle dove devo andare proprio non gliela dò”. La farmacista, raccolte le confezioni sul bancone, rilesse quanto stava scritto sulla ricetta.. “Allora, vediamo un po’. Supposte di glicerina..sì..sciroppo per la tosse..eccolo.. antibiotico e antipiretico sono qui. Ah… ecco..Valontan”.Virgilio, esasperato dall’invadenza, rispose seccato: “Vado a Torino. Contenta, adesso? ”.La signora, sgranando gli occhi, disse:”Ma signor Virgilio, io non volevo sapere dove andrà lei. Valontan è il nome delle pastiglie”. L’anziano però non le credette. Pagò le medicine, ritirò la merce e lo scontrino e, prima di andarsene le disse: “Eh, sì! Altro che non vuol saperlo, la scìura farmacista. Ma se me l’ha chiesto tre volte, cara Madonna!  Farsi i fatti propri mai, eh..? Buongiorno”.

Marco Travaglini

Spaghettoni con fave fresche: un primo saporito e delicato

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Legumi semplici ricchi di proprietà nutritive e fibre. Molto versatili in cucina, consumate sia crude che cotte, hanno un sapore unico

Dalla primavera sulle bancarelle dei nostri mercati arrivano le fave, legumi semplici ricchi di proprieta’ nutritive e fibre. Molto versatili in cucina, consumate sia crude che cotte, hanno un sapore unico e inconfondibile. Provatele cosi’, le apprezzerete in tutta la loro tenerezza.

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Ingredienti per 4 persone:

 

320gr. di spaghettoni

100gr. di salame crudo

1 tazza di fave fresche sgusciate

1 piccola cipolla

1 ciuffo di menta fresca

80gr. di pecorino grattugiato

Olio evo, sale, pepe q.b.

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Sbollentare le fave sgusciate per pochi minuti in acqua bollente, lasciar raffreddare. In una larga padella soffriggere la cipolla affettata con poco olio, aggiungere il salame crudo tritato, le fave private della loro pellicina, mescolare, lasciar insaporire e aggiustare di sale e pepe. Scolare la pasta al dente (conservare un mestolino di acqua di cottura), far saltare in padella per un minuto mescolando bene, cospargere con la menta fresca tritata, il pecorino, nappare con l’acqua di cottura e servire subito.

Paperita Patty 

Il panificio Boccardo istituzione torinese

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Scopri – To    Alla scoperta di Torino

Nel 1927 a Torino nasceva Giuseppe Boccardo e a soli 10 anni iniziò a lavorare in un panificio a Tetti Piatti, frazione di Moncalieri; proprio durante la seconda guerra mondiale, lavorò a Orbassano, a Stupinigi e a Moncalieri e spesso si trovò in situazioni molto rischiose come i bombardamenti. La farina era difficile da trovare e Beppe ogni giorno rischiando di morire andava in bici a recuperala nei paesi limitrofi e rimaneva poi a lavorare almeno 15 ore al giorno. Nel 1937 aprì il suo primo negozio in Via Torino a Nichelino e nel 1947 aprì l’attuale bottega in via Dei Martiri insieme alla moglie Rita. L’⁹amore per il suo lavoro, la qualità dei suoi prodotti ed il suo speciale carattere fecero sì che Giuseppe Boccardo fu, per diversi anni stimato “Presidente dei panificatori”.
Fra i tanti clienti che portano nel cuore il ricordo del “sergent” (così era soprannominato Giuseppe Boccardo) Gianni e Donatella ci dicono che “andare da Beppe Boccardo sia per gli acquisti sia per i momenti goliardici era sinonimo di festa, quelle belle e grandi feste di famiglia d’altri tempi, dove bocce, carte, vino e sanbajun non mancavano mai, ma soprattutto trovavi il suo sorriso e la sua allegria che ti dava la carica e il buonumore; immancabili le sue pizze e le torte chilometriche.”


Infatti, adiacente al panificio aveva il suo gioco da bocce dove si ritrovava ogni domenica ed ogni festa raccomandata con tantissimi amici e clienti per creare dei veri e propri tornei di bocce con tavolone imbandito perché lui amava condividere con loro non solo la sua passione per il pane ma anche quella della convivialità. Giuseppe ha poi lasciato le redini della panetteria al figlio Roberto che con la moglie Piera e i figli Filippo e Simone con grande amore e il rispetto della loro tradizione portano avanti questa magnifica realtà di famiglia. Grazie agli insegnamenti di “Beppe” oggi il panificio Boccardo, ha rinnovato e ampliato le loro ricette storiche originali proponendo moltissimi tipi di grissini e di pane per tutti i gusti come lo “Sporting” dedicato agli sportivi o quello integrale o ai cereali, anche le pizze sono molto variegate e particolari grazie alla maestria del nipote Filippo che spesso crea gusti molto apprezzati e ricercati. Entrando nella panetteria non si può non notare il banco dei dolci sempre freschi e dal profumo inebriante, tra di essi i biscotti di meliga, quelli integrali, i baci di dama, i Brut ma Bun tipici piemontesi e molti altri. Molto famosi e richiesti nelle feste sono anche i loro panettoni, le loro focacce della befana e le loro colombe che rispettano ancora tutti i passaggi della tradizione con lunghe lievitazioni e ingredienti di primissima qualità, tra i panettoni più venduti quello al pistacchio e quello con le gocce di cioccolato la fanno da padrone.

Piera la moglie di Roberto Boccardo ci spiega la grande soddisfazione nel constatare che i clienti sono ormai affezionati, amici più che clienti e che spesso si lasciano consigliare per provare ogni novità proposta soprattutto durante le feste. Piera ci rivela anche una delle sue colazioni preferite che ha scoperto proprio mentre lavorava nel suo panificio, ovvero quella con bacchettine di pane senza lievito miele e tè fresco, ma se deve consigliare una colazione più ricca si può sempre optare per un caffè o un cappuccino con i croissant caldi appena sfornati alla crema, al cioccolato, al pistacchio, integrali e molte altre paste. Roberto ci racconta che suo papà Giuseppe gli ha sempre detto che per fare bene questo mestiere il trucco è metterci il cuore, sentire il profumo del pane e capire in base a quello anche le giuste dosi di acqua e di farina, Roberto è cresciuto all’interno della panetteria e anche lui fin da piccolo ha sempre appreso quest’arte bianca che richiede tanta fatica, Roberto infatti con i suoi figli si alza alle due di notte per iniziare a preparare pane, pizze, grissini e farinate, d’estate con i forni si rischia di svenire dal caldo, le teglie sono molto grosse e pesanti e bisogna saperle maneggiare, un lavoro quindi che richiede impegno e molto sacrificio. Lo sanno bene Filippo e Simone i nipoti di Giuseppe che pur essendo ancora molto giovani si impegnano ogni giorno per continuare la passione del nonno e di tutta la famiglia Boccardo.

NOEMI GARIANO