Rubrica settimanale a cura di Laura Goria
Banine “I miei giorni nel Caucaso” -Neri Pozza- euro 19,00
Banine è lo pseudonimo di Umm-El-Banine Assadoulaeff, nata a Baku nel 1905, e questo libro – pubblicato per la prima volta nel 1945 a Parigi dove lei era esule da 25 anni- è un memoir familiare con al centro la sua infanzia e adolescenza trascorse sulle rive del Mar Caspio.
La scoperta del petrolio sull’uscio di casa aveva reso la sua famiglia di contadini improvvisamente e scandalosamente ricca, ma le vicende storiche rivolteranno più volte le carte.
Banine è l’ultima di 4 sorelle, cresce tra parenti rumorosi e propensi al litigio, in un clima tutto sommato sereno. Sorvegliata, da un lato, dalla balia tedesca Fräulein Anna e, dall’altro, contesa dalla nonna, una monumentale donna musulmana, che maledice e insulta come e quanto le pare.
Poi c’è il corollario di zie bruttine, baffute e dedite al gioco; una serie di zii avari; i cugini propensi all’omosessualità e, tra tutti, spicca la cugina Gullnar che vuole arrivare vergine al matrimonio solo per potersi poi dare a molteplici uomini e tradimenti.
Un microcosmo che passa le giornate tra chiassosi pranzi, litigi per i soldi, vacanze e viaggi, nozze combinate come tradizione vuole.
L’amore è un capitolo a parte nella vita di Banine, che regolarmente finisce per mettersi in coda e innamorarsi di tutti quelli che piacciono alle sorelle.
A ingarbugliare ulteriormente il quadro domestico c’è anche il secondo matrimonio del padre con l’emancipata Amina che, vissuta per anni a Parigi, porta una ventata di modernità.
Fin qui le caleidoscopiche vicende private che si innestano sui rivolgimenti della Storia.
Siamo negli ultimi anni dello zarismo e si profila il potere sovietico nel Caucaso. Un mondo che è sulla soglia della fine e oscilla tra credenze e abitudini dure a morire e una modernizzazione che fa grandi passi; tra un Islam che opprime e un laicismo progressivo che cancella il velo. Da un fanatismo all’altro, con pogrom, massacri e pagine di storia non proprio edificanti.
Quando poi muore il ricchissimo nonno, l’eredità viene spazzata via dall’arrivo dei soldati russi e dall’espropriazione di terre e beni, che diventa la regola assoluta. I palazzi sono condivisi con sconosciuti meno abbienti, e compaiono commissari politici che incitano alla delazione e fanno presa su un’ingenua Banine ormai 15enne, facile preda del marxismo e del fascino di un dirigente comunista. Ma non finisce qui…..
Manuel Vilas “La gioia all’improvviso” -Guanda- euro 19,00
Il secondo romanzo di Manuel Vilas è una sorta di interrogazione fluviale sul senso dell’esistenza e rimanda spesso al suo precedente “In tutto c’è stata bellezza” del quale è la continuazione ideale.
La voce narrante è quella dell’autore che a tratti smarrisce la bussola e durante un tour promozionale dal Portogallo agli Stati Uniti d’America racconta il suo presente; ma insegue anche il passato e compie un’opera di proustiana memoria che porta il lettore a meditazioni profonde. Tutto il libro è una ricerca che scandaglia il nucleo della vita.
Vilas parla di affetti altamente coinvolgenti, come l’amore per i genitori che non ci sono più e che ora capisce meglio di quando erano vivi. L’amore per i figli, difficile da esplicare quando si è ancora di questo mondo, ma che capiranno al suo funerale e alle prese con la sua assenza. L’amore per la nuova compagna che segue nei suoi viaggi di lavoro, con la quale l’intesa è forte, ma sempre velata dall’enigma insito nei complessi rapporti umani.
Scorrono pagine in cui assegna nomi di musicisti o attori alle persone più importanti della sua vita; ma su tutto regnano alcune domande che prima o poi anche noi ci poniamo: cosa ci facciamo su questa terra, quanto conosciamo davvero a fondo l’anima di chi amiamo, cosa ci aspetta dopo e come possiamo gestire il peso e la bellezza della memoria?
Decisamente un libro che non lascia indifferenti…..
John O’Hara “The New York Stories” – Bompiani – euro 16,00
O’Hara -nato in Pennsylvania il 31 gennaio 1905 e morto a Princeton, nel New Jersey l’11 aprile 1970- è uno dei grandi maestri del realismo americano, contemporaneo di Mostri Sacri della letteratura americana come Hemingway e Scott Fitzgerald.
Non riuscì a realizzare il sogno di laurearsi a Yale, ma divenne reporter per “Herald Tribune” e “Time”; poi la fama con il romanzo di esordio “Appuntamento a Samarra” che, pubblicato nel 1934, contribuì a renderlo uno degli scrittori più noti d’America. Di romanzi ne scrisse 17, vinse premi letterari e fu anche un autentico maestro delle short stories.
In questo volume sono riuniti 32 suoi racconti, scritti tra gli anni trenta e sessanta del Novecento.
La Grande Mela è la protagonista e lo sfondo di tutti i brani… leggerli equivale a ritrovarsi nella New York di quegli anni, tra Times Square, Brooklyn, eleganti grattacieli o più modeste brownstone.
Osservatore acuto, era capace di ascoltare le storie delle persone di qualunque ceto sociale: captava i loro discorsi, afferrava i loro pensieri, sapeva raccontare i meandri delle loro vite.
In questi racconti entra nelle esistenze variegate di camerieri, segretarie, attori e attrici, produttori, sceneggiatori, pubblicitari, giornalisti e professionisti dell’editoria.
Storie di varie lunghezze e spessore che vi condurranno in miliardari appartamenti dell’Upper East Side, tra cocktail e vite mondane; ma che parleranno anche dei fallimenti, della disperazione e delle immani fatiche di chi è costretto a combattere a denti stretti per sopravvivere.
Anna Peyron “Il romanzo della rosa” -Add editore – euro 16,00
C’è tutto il suo travolgente amore per le rose in questo libro che Anna Peyron ha scritto tracciando la storia del fiore nei secoli e nelle vite di grandi personaggi storici.
Oltre 200 pagine interamente dedicate alla “regina dei fiori” che la Peyron coltiva dal 1984 sulla collina di Torino, a Castagneto Po, nel Vivaio Roses du Temps Passé, dove ha dato vita a una lussureggiante produzione di rose antiche e classiche.
La storia di questo fiore inizia il 21 aprile 1799 quando Giuseppina Bonaparte acquista un castello, circondato da un parco incolto, dopo averlo visitato insieme a Napoleone.
Affascinata dalla botanica trasforma questo luogo abbandonato in un giardino che diventerà storico, unico e pregiatissimo. Impiega paesaggisti, botanici, zoologi, chimici, naturalisti e matematici, li mette tutti all’opera per realizzare il suo sogno: trasformare il parco della Malmaison in uno scrigno di pura magia e bellezza, con semi di piante esotiche, rare e ancora sconosciute in Francia, Purtroppo morirà a soli 50 anni, nel maggio 1814, in piena fioritura delle sue adorate rose, senza testamento e lasciando una scia di debiti.
E’ nel 1896 che il finanziere Osiris acquista la proprietà, la fa restaurare e nel 1904 la dona allo Stato francese: le rose di Giuseppina rivivranno.
Ma la storia di questo incantevole fiore attraversa i secoli e deve le sue fioriture a personaggi vari e assortiti; a partire dai lavori nel 1899 del celebre paesaggista Edouard André per realizzare il primo roseto della storia.
Ed è solo l’inizio dell’affascinante viaggio in cui vi conduce la Peyron, attraverso luoghi, profumi, giardini e personaggi indimenticabili.

Dal 1945 ad oggi, com’è cambiata l’azienda nel tempo?
La vostra impresa ha legami con il mondo accademico. Un valore aggiunto?
Una delle prime raccomandazioni che Geppetto fa a Pinocchio
I primi anni di formazione sono affidati al
Nel 1917 dopo Caporetto il Re cambio’ il presidente del Consiglio Boselli con Vittorio Emanuele Orlando e Cadorna con Armando Diaz.


Justine ama prendersi cura degli anziani, adora ascoltare le storie delle loro vite ed è particolarmente legata all’ospite della stanza 19, Hélene; soprannominata “la donna della spiaggia” perché immagina di stare sotto un ombrellone a leggere romanzi con un gabbiano che la segue ovunque, annuncia scomparse e ritorni, le tiene compagnia.
L’amicizia è quella tra quattro 70enni che si erano conosciute nel periodo aureo dei loro 30 anni, e più diverse tra loro non potrebbero essere. Sylvie è morta da poco e alle altre tre tocca il gravoso, noioso, triste compito di svuotare la sua casa al mare: uno scrigno di ricordi, suppellettili, cibi scaduti e ciarpame vario. Tutti gli strascichi di una lunga vita. Lei era il vero collante della loro amicizia e, in sua assenza, le superstiti faticano a ritrovarsi, condividere ricordi belli e brutti, e perdonarsi le reciproche pecche, superare vecchi rancori.
L’autore, giornalista e scrittore, attento soprattutto alle cronache di costume, raccoglie in questo libro i suoi articoli-reportage tra San Francisco e Los Angeles. Una sorta di moderno Grand Tour, in cui più che le rovine del passato, al centro, ci sono esempi di successo proiettati in un futuro sempre più high tech. Siamo nella dorata Silicon Valley, la terra di Google e il cono d’oro delle start up di maggior successo.
Joaquim Maria Machado de Assis è nato a Rio de Janeiro nel 1839 in una famiglia di meticci di umili origini: il padre imbianchino di origine portoghese, la madre donna delle Azzorre che muore quando lui è ancora piccolo, e la sua vita sarà segnata anche dalla morte della sorella. Queste tragedie unite a una salute precaria (soffriva di epilessia) daranno il tono alla sua visione del mondo permeata di pessimismo. Per sopravvivere si adattò a vari mestieri, ma proseguì con tenacia studi e letture.
E qui c’è bisogno di una prima precisazione: allergia da contatto al nickel e allergia “alimentare” al nickel sono due cose ben diverse (e per dirla bene, la seconda è definita “sindrome da allergia sistemica al nickel”). Mi spiego meglio: non è detto che essere allergici al nickel si traduca nel 100% dei casi in sindrome da allergia sistemica al nickel, con necessità di una sua esclusione dalla dieta. E qui arriva una seconda precisazione: è