Troppa leggerezza nell’assegnare il reddito di cittadinanza

IL COMMENTO  di Pier Franco Quaglieni / Pietro Maso che nel 1991 uccise in modo barbaro a sprangate entrambi i genitori in concorso di tre amici, e’ riapparso alle cronache come detentore del reddito di cittadinanza. Il suo fu delitto orribile commesso allo scopo di fruire dell’eredità dei genitori. Venne condannato a 30 anni di carcere con il riconoscimento della seminfermità mentale al compimento del fatto,una formula ambigua, quasi una scappatoia da azzeccagarbugli di alto livello. Scontò 22 anni da detenuto e venne rimesso in libertà nel 2013 

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Dal 2016 venne  ricoverato in clinica psichiatrica .Venne anche  accusato anche di estorsione nei confronti delle sorelle che vennero messe sotto scorta. Nel frattempo, dopo essersi sposato, si separò.
Nel 2019 ottenne il reddito di cittadinanza, malgrado la sentenza contemplasse il divieto di poter fruire di erogazioni, data l’interdizione  perpetua dai pubblici uffici, di stipendi o assegni a carico dello Stato o di enti pubblici. Lo scorso anno si era parlato di una ex terrorista figlia di un magistrato ed ex parlamentare del pds che fruiva del reddito di cittadinanza e la cosa creò scandalo. Oggi il reddito di cittadinanza a Maso ha provocato  altra indignazione. Il delitto premeditato commesso è davvero grave, anche se la condanna che non comportò l’ergastolo, poteva apparire in qualche modo non rapportata al reato commesso. Va detto che Maso ha scontato almeno 22 anni di pena,cosa che molti terroristi, dissociandosi, non hanno scontato. Certo, appare scandalosa la leggerezza con cui venne concesso il reddito di cittadinanza  senza rispettare le norme di legge. E balza anche fuori il fatto che il reddito e ‘ un sussidio certamente non finalizzato, almeno in questo caso, alla ricerca di un lavoro.E forse in tantissimi altri casi e’ mero assistenzialismo. E’ giusto il reinserimento nella società del condannato al carcere. Io esaminai nel carcere delle Vallette uno studente condannato a decine di anni di carcere per mafia che desiderava laurearsi in Scienze Politiche. E’ giusto che vengano offerte opportunità di reinserimento, ma il reddito di cittadinanza a Maso lascia molto perplessi.  Ma forse è proprio il reddito di per sè che rivela dei limiti molto evidenti. Il caso di Pietro Maso lo dimostra in maniera quasi lapalissiana.
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(foto Corriere Veneto)
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