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Ciao, Francesco! Prima il pranzo con i parenti piemontesi, poi il papa saluta la sua Torino

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papa 333papa vittorio 333Carla Bracchino è l’anziana  cugina che ospitava il papa nelle sue visite in città negli anni passati. Ed erano quattro anni che non incontrava il cugino salito al soglio di Pietro

 

Poco prima delle 17 la papa-mobile è uscita dall’Arcivescovado dove, in precedenza, papa francesco aveva pranzato con i suoi parenti piemontesi. Carla Bracchino è l’anziana  cugina che ospitava il papa nelle sue visite in città negli anni passati. Ed erano quattro anni che non incontrava il cugino salito al soglio di Pietro.  Stamane. Con lei anche il figlio, Maurizio Bracchino, con la famiglia, e gli altri parenti Vanna e Luca Bellero. Il corteo di auto al seguito della vettura bianca del pontefice è passato lentamente per piazza Solferino, tra gli applausi di migliaia di giovani dell’estate ragazzi e non. Papa Bergoglio, dopo la sua due giorni sotto la Mole,  ha definito la  visita a Torino “un ritorno a casa, in cui ogni  incontro è stato molto importante”, in particolare “la preghiera silenziosa davanti alla Sindone” e la visita alla Chiesa di santa Teresa dove si sposarono  i nonni. poi l’arrivo a Caselle da dove è ripartito per la Città del Vaticano.

 

(Foto: il Torinese)

Francesco nel tempio valdese: "Vi chiedo perdono per quello che la Chiesa vi ha fatto"

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Il papa: “Mi sento rattristato per le contese e le violenze tra cristiani”

 

E’ stato un incontro storico, quello di Papa Francesco, il primo pontefice a visitare un tempio valdese. Ad accoglierlo nella chiesa di corso Vittorio “Cada cosa en la vida”, un canto in lingua spagnola ha accolto il santo padre. A fare gli onori di casa il moderatore valdese, Eugenio Bernardini. Le due autorità religiose hanno pregato insieme.  Papa  Bergoglio ha chiesto perdono ai Valdesi per quanto è stato fatto nella storia fatto contro la loro professione religiosa dai cattolici. “Da parte della Chiesa Cattolica  vi chiedo perdono per gli atteggiamenti e i comportamenti non cristiani, persino non umani che, nella storia, abbiamo avuto contro di voi. In nome del Signore Gesù Cristo, perdonateci!”. Ha detto, inoltre, il pontefice: “Mi sento rattristato per le contese e le violenze tra cristiani”. Ha commentato il moderatore valdese Bernardini: “Oggi papa Francesco ha varcato un muro alzato otto secoli fa”.

 

(Foto: il Torinese)

Francesco tra gli "ultimi" e il bagno di folla con i giovani: "Vivete, non vivacchiate"

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A tavola con detenuti, immigrati e clochard

 

Il papa ha pranzato in Arcivescovado con una famiglia rom (genitori e quattro figli) che abitavano nelle baracche di lungo Stura Lazio e ora sono seguiti da una comunità di religiosi e da una parrocchia, con alcuni clochard, undici minorenni carcerati al“Ferrante Aporti” e un gruppo di immigrati. Domani, invece, sempre lontano dai riflettori, il pranzo con i parenti torinesi e piemontesi. Nel pomeriggio, oltre alla visita al Cottolengo e alla Basilica di Maria Ausiliatrice l’appuntamento più affollato è stato quello con i giovani dell’Happening degli oratori, in piazza Vittorio.

 

 “Mi fanno tanta tristezza al cuore i giovani che vanno in pensione a vent’anni: sono invecchiati troppo presto”. Poi il tema dell’amore: “L’amore è anche casto, perché rispetta le persone e non le usa. La croce è il vero segno dell’amore, che  rappresenta il sacrificio”. Un riferimento anche alle vittime delle guerre, dallo sterminio degli ebrei allo stalinismo: “Perché le grandi potenze non hanno evitato tanto dolore? Che ipocrisia  parlare di pace, di dirsi cristiani e poi fabbricare o investire nelle armi.” Infine il suggerimento alle giovani generazioni: “Non invecchiate presto. Fate controcorrente. Siate creativi e portate qualcosa agli altri, siate al servizio, soprattutto dei poveri. E, come diceva Pier Giorgio Frassati, vivete, non vivacchiate”.

 

(Foto: il Torinese)

Il Papa in visita al Cottolengo: "Ammalati e anziani sono membra preziose della Chiesa"

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“Una mentalità che non fa bene alla società, e noi dobbiamo sviluppare degli anticorpi”

 

“Cari fratelli ammalati, siete delle membra preziose per la Chiesa, siete la carne del Cristo crocifisso che abbiamo l`onore di toccare e di servire con amore. Con la grazia di Gesù siete testimoni e apostoli della divina misericordia che salva il mondo”. Sono le toccanti parole del papa in visita al Cottolengo, la Piccola Casa della Divina Provvidenza, istituzione sociale e religiosa torinese che il santo padre non poteva non visitare. “Sono stati grandi  i progressi nella medicina e nell`assistenza sociale, ma è diffusa anche una cultura dello scarto, conseguenza di una crisi antropologica che non vede più l`uomo al centro, bensì il consumo e gli interessi economici. E tra le vittime di questa cultura dello scarto vorrei  ricordare in particolare gli anziani, numerosi in questa casa. La loro longevità non sempre è interpretata come un dono di Dio, ma talvolta come un peso difficile da sostenere, soprattutto quando la salute è compromessa. Una mentalità che non fa bene alla società, e noi dobbiamo sviluppare degli “anticorpi” contro questo modo di considerare gli anziani, o le persone disabili, quasi fossero vite non più degne di essere vissute”.

 

(Foto: il Torinese)

Un papa di "rassa nostrana" che si commuove pensando alle sue profonde radici piemontesi

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papa vittorio 33papa vittorioLa poesia gli era stata raccontata da Nonna Rosa in dialetto piemontese. Un ritratto della gente di Piemonte, rigorosa, sincera, delle teste quadre, dal polso fermo

 

Dopo l’accoglienza calorosa dei fedeli di fronte al Duomo, il papa è entrato in cattedrale e si è seduto di fronte al sacro telo, con la testa reclinata verso il basso e le luci abbassate. Si è fermato qualche minuto in preghiera. La commozione di Papa Francesco è stata visibile,  in piazza Vittorio, durante  la sua omelia, in presenza di decine di migliaia di fedeli, quando ha citato i versi del poeta ottocentesco Nino Costa, tratti dalla poesia «Rassa nostrana». Gli era stata raccontata da Nonna Rosa in dialetto piemontese. Un ritratto della gente di Piemonte, rigorosa, sincera, delle teste quadre, dal polso fermo e dal fegato sano. Gente che parla poco ma sa quel che dice, che cammina lentamente ma va lontano, che con il sudore della fronte va a cercarsi il pane: «Tüt el Piemunt ch’a va serchesse el pan». Un riferimento all’immigrazione che ” aumenta la competizione nel lavoro:  i migranti non vanno colpevolizzati, perché sono vittime dell’iniquità, dell’ economia che scarta e delle guerre. Fa piangere vedere lo spettacolo di questi giorni, in cui esseri umani vengono trattati come merci”.

 

(Foto: il Torinese)

 

Benvenuto, Francesco! Ecco il grande abbraccio di Torino per il papa piemontese

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Sul palco allestito davanti a Palazzo Reale, si è svolto l’incontro con il mondo del lavoro: il papa ha ricevuto i saluti di un’operaia, di un agricoltore e di un imprenditore

 

Uno splendido sole, nel primo giorno d’estate a Torino, per  accogliere papa Francesco. Come da programma il pontefice  è arrivato all’aeroporto di Torino Caselle alle 8, dove è stato accolto dall’Arcivescovo mons. Cesare Nosiglia, dal presidente della Regione Sergio Chiamparino, dal prefetto Paola Basilone, e dal sindaco Piero Fassino. In piaza Rebaudengo il santo padre è salito sulla papa-mobile, con la quale, passando da corso Giulio Cesare ha raggiunto tra ali di folla Piazzetta Reale. Sul palco allestito davanti a Palazzo Reale, si è svolto l’incontro con il mondo del lavoro: il papa ha ricevuto i saluti di un’operaia, di un agricoltore e di un mprenditore.

 

Nel suo intervento Francesco ha sottolineato come la sua visita inizi con l’incontro con il mondo del lavoro, in un periodo di crisi. ” Un pensiero – ha detto il papa – ai disoccupati e cassintegrati e agli imprenditori.” Poi un monito contro l’economia “dello scarto” che esclude i poveri e un “no” all’idolatria del denaro. “Il lavoro è fondamentale, lo dichiara anche la Costituzione: che sia degno dell’uomo e della donna”. A proposito delle donne: “I loro diritti vanno tutelati”. E, dice il papa “è giunto il tempo di riattivare una solidarietà tra le generazioni, tra giovani e adulti”. E ancora: “Coraggio, siate artigiani del futuro, con la forza della speranza che dà il Signore e non delude mai”.

 

Dopo, lo spostamento verso la vicina cattedrale per il momento più toccante della due giorni papale, la preghiera davanti alla Sindone e una breve sosta davanti all’altare del Beato Pier Giorgio Frassati. Poi l’appuntamento in piazza Vittorio, davanti a centinaia di migliaia di fedeli, per la celebrazione della santa messa.

 

 Clelia Ventimiglia

(Fotoservizio: il Torinese)

Segnali di ripresa per le imprese ma poca soddisfazione per il presente

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I primi tre mesi di quest’anno registrano una contrazione della produzione industriale dello 0,4%

 

E’ la situazione “psicologica” che non aiuta. Eppure c’è un  significativo +4% per l’export piemontese nel 2014. La produzione industriale è cresciuta nella seconda metà del 2013 e nell’anno successivo. I comparti gomma, chimica e mezzi di trasporto stanno andando piuttosto bene, mentre sono in calo  legno e mobili. Dati che emergono dal Rapporto Ires presentato al Teatro Regio di Torino. I piemontesi, dice l’indagine,  sono più fiduciosi sul futuro ma meno soddisfatti della propria condizione. I primi tre mesi di quest’anno registrano una contrazione della produzione industriale dello 0,4%. Ma le previsioni delle aziende piemontesi del manifatturiero  per il secondo trimestre 2015, segnano un miglioramento, confermando  la ripresa della produzione: sono in crescita gli ordini in particolare dall’estero.  Il 2015 potrebbe rappresentare l’inizio di una crescita stabile dell’economia piemontese, seppur con una crescita del PIL che non dovrebbe superare l’1%, leggermente meglio della situazione  dell’economia italiana.

Torino e il Piemonte si presentano in vetrina a Expo puntando al rilancio del territorio

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turistilavoro2500x fiatSi parlerà di turismo d’impresa come nuovo asset di sviluppo del comparto, dei progetti innovativi e di ricerca in campo agro-ambientale finanziati in questi ultimi anni, di qualità per il cibo del futuro, dei siti che l’Unesco ha riconosciuto essere Patrimonio mondiale dell’umanità

 

Una intera settimana a Expo 2015 per presentare il “Sistema Piemonte”, che  sarà il protagonista di una serie di eventi e di iniziative che si snoderanno senza sosta dal 19 al 24 giugno. La mission è focalizzare l’attenzione sulle peculiarità sociali, economiche, turistiche e culturali del territorio piemontese e sulla sua capacità di continuo rinnovamento. I promotori sono Regione Piemonte, Città di Torino, Camera di Commercio e Unioncamere Piemonte. “Si parlerà di turismo d’impresa come nuovo asset di sviluppo del comparto, dei progetti innovativi e di ricerca in campo agro-ambientale finanziati in questi ultimi anni, di qualità per il cibo del futuro, dei siti che l’Unesco ha riconosciuto essere Patrimonio mondiale dell’umanità (a partire dai paesaggi vitinicoli di Langhe, Roero e Monferrato ad un anno esatto dal riconoscimento, ma anche Residenze sabaude, Sacri Monti, siti palafitticoli presistorici alpini, nonché la candidatura di Ivrea quale Città Olivettiana), di accesso al cibo nei percorsi didattici e negli scambi scolastici internazionali, dell’uso di tecnologie innovative per il controllo e la tracciabilità dei cibi” spiega il comunicato della Regione. (Leggi il programma)

 

E’ stato anche allestito  lo spazio espositivo Piemontexperience, incentrato sullle chiavi di lettura della qualità, della sostenibilità e dell’innovazione, che si dipana in un percorso narrativo di tradizioni industriali, capacità di ingegnerizzazione, propensione alla ricerca, in una cornice di eccellenze architettoniche, culturali, ambientali ed enogastronomiche che hanno reso il Piemonte famoso nel mondo. E Piemontexperience,il Piemonte come esperienza da vivere è il concept scelto dalla Regione per posizionarsi a livello d’immagine e che nasce come sintesi di un percorso volto a far emergere, invitando a scoprirle e viverle, le specificità e i tratti distintivi tipici di un territorio da sempre luogo capace di “rileggere” la propria cultura e la vocazione al continuo rinnovarsi.

 

“Il nostro obiettivo – ha dichiarato il presidente della Regione, Sergio Chiamparino –  è aprire due finestre: una che si affacci sulle bellezze naturali e sui beni culturali del Piemonte; l’altra che faccia vedere gli oggetti che i piemontesi sanno creare e focalizzi l’attenzione sulle persone e sul saper fare che permettono di ottenere risultati di così grande prestigio”.La seconda settimana  del Piemonte ad Expo è invece programmata dal 9 al 14 ottobre. Per tutta la durata della manifestazione è garantita anche la presenza nel Cluster del cioccolato e del cacao nel Padiglione del vino italiano. Dal 31 agosto al 20 settembre sarà aperta una vetrina promozionale nel Padiglione delle imprese cinesi.

 

(Foto: il Torinese)

Far West ferroviario: violenza, paura e degrado corrono sulle rotaie

Sul  convoglio regionale 2057 Chivasso-Ivrea un passeggero, un italiano di 44 anni privo di biglietto, ha iniziato a insultare il controllore e poi lo ha colpito con un pugno in volto

 

treno11AGGIORNAMENTO Il Ministero dell’Interno ha dato l’autorizzazione affinchè i treni a rischio sicurezza pervedano a bordo una scorta della polizia ferroviaria

 

Il Far West ferroviario prende di mira anche il Piemonte. Dopo l’ormai famosa aggressione a colpi di machete a Milano, si è verificato un nuovo caso di violenza ai danni di un controllore. E’ accaduto sul  convoglio regionale 2057 Chivasso-Ivrea, dove un passeggero, un italiano di 44 anni privo di biglietto, ha iniziato a insultare il controllore e poi lo ha colpito con un pugno in volto. Poi è fuggito non appena il convoglio è entrato nella stazione di Ivrea, ma è stato identificato grazie alle telecamere di sicurezza dalla polizia: è stato  denunciato.treno frecciarossa

 

I sindacati, preoccupati dell’escalation di violenza e degrado sui treni in Piemonte, hanno siglato un accordo che prevede la possibilità che il personale decida di non far viaggiare quei treni che non siano presidiati dalel forze di polizia. A tale proposito, il presidente della Regione, Sergio Chiamparino e l’assessore ai Trasporti, Francesco Balocco, sono intervenuti sull’ipotesi di sospensione del servizio ferroviario su alcuni treni nelle tratte Torino-Cuneo e treno frecciarossa milleTorino-Savona- Ventimiglia a partire dal 26 giugno: “Chiediamo un incontro, entro il 26 giugno, con i prefetti delle province di Torino e di Cuneo, con le forze dell’ordine e con i rappresentanti di Trenitalia per approfondire gli esatti contorni della situazione sulle tratte indicate come pericolose. A quanto risulta ai nostri uffici, infatti, su alcuni dei treni segnalati abbiamo a che fare più con un problema di sovraffollamento e di insufficienza del personale che di sicurezza. Peraltro siamo convinti che ogni questione relativa alla sicurezza di passeggeri e ferrovieri sia affrontabile con la collaborazione della polizia ferroviaria. La sospensione di una linea peraltro molto utilizzata è un’ultima ratio cui vogliamo assolutamente evitare di ricorrere”.

 

(Foto: il Torinese)

    

Profughi, Chiamparino "dichiara guerra" alla Francia: "Egoista e spudorata"

profughi_protestachiampafotoprofughi_protesta_2Secondo l’Assessore Monica Cerutti “è necessario velocizzare gli esami da parte delle Commissioni territoriali e potenziare il sistema, in modo da avere risposte certe sugli esiti delle richieste di asilo nel giro di pochi mesi”

 

 

Mentre la vicenda profughi preoccupa il premier Matteo Renzi, a Torino il presidente della Regione, Sergio Chiamparino attacca duramente la Francia per il proprio atteggiamento: “mi sembra egoista e chiuso ai limiti della spudoratezza: considera Schengen all’esatto opposto dello spirito con cui è nato”, dice il governatore piemontese.Chiamparino incontrerà il ministro Angelino Alfano per proporgli  le caserme come centri di prima accoglienza, mentre la Regione sta predisponendo un piano per l’immigrazione.

 

Secondo l’Assessore Monica Cerutti, intanto “è necessario velocizzare gli esami da parte delle Commissioni territoriali e potenziare il sistema, in modo da avere risposte certe sugli esiti delle richieste di asilo nel giro di pochi mesi, ed è importante dire che è stato presentato il bando del sistema di protezione Sprar per richiedenti asilo in relazione ai minori non accompagnati e che la nostra speranza è in un prossimo bando anche per la popolazione adulta, per estendere l’accoglienza anche nelle province che in questo momento non hanno presenze Sprar, ovvero Cuneo, Vercelli, Novara e VCO, ma dove attualmente ci sono i progetti delle Prefetture”. Nel frattempo, a Verbania, i profughi respinti dalla Svizzera hanno manifestato davanti alla prefettura. Ecco il servizio di Vco24.it.

 

Da migranti a irregolari: monta la protesta dei profughi

 

Arrivati come migranti e profughi, se ne dovranno andare come immigrati irregolari. E protestano. Alle 9 di stamane è iniziata la marcia di una cinquantina di ospiti dei centri di accoglienza di Antoliva e Torchiedo. A piedi e incolonnati in fila indiana hanno raggiunto la questura. Sotto gli sguardi di poliziotti e carabinieri intervenuti per garantire l’ordine pubblico, hanno chiesto di parlare al questore, ottenendo un colloquio. Dopodiché si sono trasferiti in prefettura per un altro incontro con il viceprefetto Michele Basilicata. Quindi, scortati dalle forze dell’ordine, si sono diretti verso il comando provinciale dei carabinieri dove hanno inscenato un’altra protesta, tuttora in corso. Protestano perché alcuni di loro sono stati espulsi, perché la loro domanda per l’ottenimento dello status di rifugiati politici è stata respinta ed è stato rigettato anche il ricorso. Il problema nasce più di un anno fa quando sull’enorme pressione dei continui sbarchi, le regole d’ingresso sono cambiate, diventando più flessibili. Chiunque scenda da un barcone in qualunque località del sud Italia viene identificato, visitato e gli viene assegnato un permesso temporaneo come rifugiato politico, a prescindere dalla nazionalità e dalla storia personale. Poi viene smistato in uno dei centinaia di centri sparsi per l’Italia dove ha piena libertà di movimento, viene mantenuto e resta in attesa di ottenere il permesso definitivo di rifugiato politico. Che non è scontato perché difficilmente senegalesi, nigeriani e gambiani – per citare un esempio – possono dirsi profughi politici, contrariamente a siriani, libici o etiopi. E che non è immediato perché va avviata un’istruttoria sottoposta alla cosiddetta commissione Dublino, che prende il nome dalla città in cui sono state firmate le regole europee sull’immigrazione. In un clima di tensione le notizie che giungono dalla frontiera di Ventimiglia e dall’Unione europea, che sugli sbarchi fa orecchie da mercante, non fanno che peggiorare la situazione.

 

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