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Olivetti: chiesto il giudizio per De Benedetti, Passera e Colaninno

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Si trattava di operai che avevano lavorato in alcuni stabilimenti dell’azienda, che i magistrati sospettano fossero inquinati da sostanze cancerogene 

 

Rinvio a giudizio per 33 dei 39 indagati nell’ inchiesta sulle morti per amianto alla Olivetti. La richiesta arriva dalla procura della repubblica di Ivrea. Il provvedimento è stato firmato dai pm Laura Longo e Lorenzo Boscagli, e riguarda anche Carlo De Benedetti, Corrado Passera e Roberto Colaninno. Il reato per cui si procede è omicidio colposo. Per cinque degli indagati è stata inviata al gip la richiesta di archiviazione, invece un sesto è deceduto nelle scorse settimane.

 

La Procura aveva aperto l’inchiesta per 20 morti sospette dovute al contatto con l’amianto. Si trattava di operai che avevano lavorato in alcuni stabilimenti dell’azienda di Ivrea che i magistrati sospettano fossero inquinati da sostanze cancerogene dove si fabbricavano telescriventi e personal computer. Molti, andati in  la pensione, si sono poi ammalati di mesotelioma pleurico. Sono tutti morti dal 2003 in poi: tra la fine degli anni Settanta e i primi anni Novanta avevano lavorato in reparti inquinati da da fibre di amianto, respirando polveri nocive.

Chiampa Terminator è pronto a ridurre e aggregare le Regioni

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“Si potrebbero fare delle cose insieme tra diverse realtà regionali, aggregarle su progetti condivisi, sulla gestione di alcune strutture anche sanitarie”

 

Dopo le Province toccherà alle Regioni? Se non proprio di abolizione totale dell’ente regionale si tratta, si ipotizza almeno la riduzione del numero di giunte e consigli. Il tema, su cui si dibatte da tempo in questa era di tagli alla politica, è stato riportato all’onore delle cronache dal presidente della Conferenza delle Regioni e governatore del Piemonte, Sergio Chiamparino.”Siamo pronti a discutere sulla riduzione delle regioni. Servono, ma devono essere riorganizzate. Si potrebbero fare delle cose insieme tra diverse regioni, aggregarle su progetti condivisi, sulla gestione di alcune strutture anche sanitarie. E’ inutile che io dica quante: sono pronto ad affrontare questa discussione ma c’è bisogno di un interlocutore al tavolo”.

 

In Francia le Regioni sono state ridotte della metà e così anche  la burocrazia. “Io sono pronto anche perché si sta discutendo una riforma importante, quella del Titolo V e la seconda camera. E come presidente della Conferenza – ha proseguito Chiamparino – sono pronto a sedermi a un tavolo e discutere di questi temi. Se il Governo è pronto noi siamo pronti a discutere su un riordino anche territoriale delle regioni e anche su una ridefinizione assai più drastica di quello che sta avvenendo al Senato sull’attribuzione di funzioni. Io sono pronto a questa sfida”. Per incominciare dovrà cercare di ridurre l’indennità dei suoi consiglieri che, con un blitz, sono riusciti a rinviare il taglio dei propri stipendi.

 

(Foto: www.regione.piemonte.it)

No Tav, la procura conferma la linea: lunedì ricorso contro la sentenza

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AGGIORNAMENTO

La Procura della repubblica di Torino è orientata a fare ricorso rispetto alla sentenza relativa all’attacco del 14 maggio 2013 al cantiere Tav  di Chiomonte. Lunedì prossimo si terrà il Riesame per altri tre anarchici arrestati con l’accusa di terrorismo. Nell’ordinanza di custodia cautelare per i nuovi indagati sono presenti i risultati di indagini integrative. Secondo l’accusa confermerebbero che l’assalto al cantiere poteva causare “grave danno” al Paese.

 

Le condanne sono arrivate per gli altri capi d’imputazione: detenzione di armi da guerra (le bottiglie incendiarie), danneggiamento con incendio e violenza a pubblico ufficiale

 

Sono quattro le condanne a tre anni e sei mesi, inflitte agli attivisti No Tav Niccolò Blasi, Mattia Zanotti, Chiara Zenobi e Claudio Alberto, per l’attacco al cantiere di Chiomonte nella notte del 14 maggio 2013.

 

La Corte d’Assise ha però assolto gli imputati dall’accusa di terrorismo, quella su cui si era scatenato il dibattito sui media negli ultimi mesi, con vivece scambio di accuse tra i sostenitori delle forze dell’ordine e dei No Tav. 

 

Assolti dunque “perché il fatto non sussiste” dall’accusa principe per cui i pm Andrea Padalino e Antonio Rinaudo avevano proposto la condanna a nove anni e mezzo. Le condanne sono arrivate per gli altri capi d’imputazione: detenzione di armi da guerra (le bottiglie incendiarie), danneggiamento con incendio e violenza a pubblico ufficiale.

 

Quando i giudici hanno letto il dispositivo numerosi simpatizzanti e attivisti No Tav presenti nell’aula bunker delle Vallette, dove si celebra il processo, hanno gridato “libertà”, “buffoni” e “terroristi siete voi”.

 

“Questa sentenza è uno schiaffo alla Procura di Torino e a questi Pm, che usano la giustizia come grimaldello per difendere i poteri forti”. Così l’Ansa riporta le parole di Nicoletta Bosio, uno dei leader del movimento No Tav.

 

(Foto: il Torinese)

Magìa del Governo: la Provincia non c’è più e i dipendenti pure

510 ex provinciali su un totale di 1700, rischiano l’esubero e in più c’è pure il rischio licenziamento per 22 precari

 

provinciaE’ stata la prima manifestazione del ciclo “Occupy Provincia”, quella di ieri, partita proprio da Torino per allargarsi in questi giorni alle  altre città italiane. Il governo ha cancellato con un colpo di bacchetta magica le province trasformandole in Città metropolitane, dimenticandosi di un piccolo particolare: che fare del personale?

 

I dipendenti provinciali hanno sfilato in corteo in centro città occupando  la sede della Provincia di corso Inghilterra da dove sono partiti, fino ad arrivare a  Palazzo Cisterna e  alla Regione in piazza Castello

 

510 ex provinciali su un totale di 1700, rischiano l’esubero e in più c’è pure il rischio licenziamento per 22 precari.Grazie a un emendamento del governo alla legge di stabilità è previsto  un taglio del 30 per cento del personale per le città metropolitane e del 50 per cento per le province. Dovrebbe essere la regione ad assorbire i malcapitati, ma il vicepresidente Aldo Reschigna ha fatto capire che non ce n’è proprio per nessuno. Un bel problema per centinaia di famiglie che rischiano di non avere più entrate economiche.

 

(Foto: il Torinese)

 

 

 

Fca scrive da Londra: “Tre miliardi di dollari dalle azioni”

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sergio_marchionneIl Ceo del gruppo automobilistico: “Intendiamo proseguire nella realizzazione del Business Plan 2014-2018”. Fiat Group Automobiles annuncia inoltre che il nome della società è cambiato in FCA Italy Spa.

 

L’offerta di azioni ordinarie e il prestito obbligazionario di Fca in negli Stati Uniti ha fruttato un ricavo di circa 3,887 miliardi di dollari.

 

Nel comunicato diramato dalla nuova sede di Londra FCA informa di avere completato ” l’offerta di azioni ordinarie e del prestito obbligazionario a conversione obbligatoria”.

Fiat Chrysler Automobiles annuncia il completamento dell’offerta di 100 milioni di azioni ordinarie, valore nominale €0.01 per azione, e di “un ammontare nozionale complessivo di 2.875 millioni dollari  di obbligazioni 7,875% a conversione obbligatoria e scadenza 2016.”

FCA intende utilizzare il ricavato netto dell’offerta di azioni ordinarie e del prestito obbligazionario a conversione obbligatoria per le generali esigenze del Gruppo. “Questo è stato un anno di radicale trasformazione per FCA. Dopo aver acquisito dal VEBA Trust la residua quota di minoranza in Chrysler, abbiamo trasformato Fiat e Chrysler in FCA ed esordito al New York Stock Exchange, il tutto negli ultimi 12 mesi.

 

Il completamento di queste offerte rappresenta un altro passo decisivo per fare di FCA un costruttore di automobili globale, dotato della capitalizzazione per competere efficacemente con i maggiori costruttori mondiali” ha dichiarato Sergio Marchionne, CEO di FCA. “Intendiamo proseguire nella realizzazione del Business Plan 2014-2018”.

 

Fiat Group Automobiles annuncia inoltre che il nome della società è cambiato in FCA Italy Spa. “Si tratta di un ulteriore passo nella ‘corporate identity’ di Fiat Chrysler Automobiles – si legge nel comunicato aziendale – con l’obiettivo di mettere in evidenza come tutte le varie aziende FCA nel mondo facciano parte di un’unica società globale. Il cambio del nome è un nuovo tassello che sottolinea come FCA sia un’unica realtà fatta di persone che hanno saputo integrarsi e dare vita a una nuova azienda veramente internazionale”. Nei prossimi mesi cambieranno denominazione anche altre società della Regione EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa), così come accadrà a quelle delle altre Regioni.

 

Processo Minotauro, gli imputati restano in carcere

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All’apertura dell’udienza il pg Antonio Malagnino ha richiesto alla Corte presieduta dal giudice Paola Perrone che gli imputati ancora in cella vi rimangano fino alla fine del processo, sospendendo i termini massimi della custodia cautelare

 

Al via il processo d’appello di ‘Minotauro’ per le presunte infiltrazioni della ‘Ndrangheta a Torino e in provincia. Sono 70 gli imputati che hanno fatto ricorso dopo le condanne  in primo grado. Tra questi anche l’ex sindaco di Leini, Nevio Coral, al quale era stata inflitta una pena di dieci anni. La condanna più alta è di 21 anni e mezzo, inflitta a Vincenzo Argirò, ritenuto uno dei capi del ‘Crimine’, il braccio violento dell’organizzazione criminosa. Presenti in aula anche otto parti civili: Regione, Provincia, Comuni di Torino, Volpiano, Leinì, Chivasso e Moncalìeri e l’associazione Libera. 

 

La prossima udienza si svolgerà a gennaio. Più di dieci imputati sono ancora in carcere. All’apertura dell’udienza il pg Antonio Malagnino ha richiesto alla Corte presieduta dal giudice Paola Perrone che gli imputati ancora in cella vi rimangano fino alla fine del processo, sospendendo i termini massimi della custodia cautelare per tutta la durata. “data la complessità del dibattimento”. La richiesta dell’accusa è stata accolta e così essun imputato uscirà quindi di prigione il 20 febbraio 2015, data del termine della custodia cautelare. Si prevede un programma di udienze fitto, anche tre a settimana.

 

(Foto: il Torinese)

 

 

I No tav fermano il Tgv e regalano due molotov a una ditta del cantiere

TRENO MILANO

Il treno Venezia-Parigi bloccato presso la stazione di Vercelli

 

Alcuni attivisti No Tav hanno bloccato in mattinata poco prima delle 7, il  tgv Venezia-Parigi presso la stazione di Vercelli. Hanno collocato una catena di ferro davanti alla locomotiva e con lo spray hanno scritto slogan contro l’alta velocità sulle carrozze del treno. A causa del blitz 11 treni della linea  Milano-Torino, che è rimasta chiusa per 25 minuti, fino alle 7.05, hanno subito rallentamenti. Sull’episodio sta indagando la Digos di Vercelli.

 

Invece, nel Torinese, sono state rinvenute due bottiglie incendiarie. Il ritrovamento è avvenuto nel cortile della ditta Torinoleggi di Rivoli, azienda che lavora nel cantiere della Torino-Lione di Chiomonte. Le due molotov sono state scoperte ieri  dal titolare. Sono state sistemate probabilmente nel fine settimana vicino ad alcuni automezzi aziendali parcheggiati. L’innesco era fatto con garza, legno e fiammiferi. Polizia e carabinieri stanno effettuando le indagini e  sospettano si tratti di un atto dimostrativo delle frange estreme No Tav.

 

(Foto: il Torinese)

Cavagnolo è il Comune chiave: tutti insieme contro l’amianto

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Vincenzo Barrea, in rappresentanza del sindaco metropolitano Piero Fassino (impegnato per una seduta di consiglio comunale a Torino) ha assicurato che il documento verrà approvato quanto prima anche dal Consiglio della Città Metropolitana

 

 

Per superare la sentenza della Corte di Cassazione che ha archiviato, con la pronuncia dell’avvenuta prescrizione, i due verdetti del Tribunale e della Corte d’Appello di Torino sul caso Eternit, occorre fare fronte comune. E’ il senso dei vari interventi che si sono susseguiti lunedì 15 dicembre nel consiglio comunale aperto che si è tenuto nella sala polivalente di Cavagnolo, il comune chiave per le inchieste di Raffaele Guariniello perché qui aveva sede la Saca, società del gruppo Eternit che ha lasciato la scia d un centinaio di morti.

 

Mario Corsato, primo cittadino di Cavagnolo, ha riferito degli incontri romani avuti, insieme al sindaco di Casale Monferrato, Titti Palazzetti, con le massime cariche dello Stato e spiegato la particolare situazione del Comune, non inserito nell’elenco del libro bianco sull’amianto, elaborato dal Governo e presentato alla Conferenza nazionale sull’amianto di Venezia due anni orsono. Una dimenticanza incredibile che ha anche generato una prima frustrazione per il comune torinese, ma che non ha fatto mai venire meno la voglia di continuare nella battaglia per ottenere giustizia.

 

Gli interventi sono stati molti e, per una volta, tutti in sintonia, non c’è stata differenza di posizioni politiche, perché tutti hanno detto chiaramente che l’amianto non è di destra, di centro o di sinistra, dal coordinatore Afeva Bruno Pesce, al vice sindaco di Casale Monferrato Cristina Fava, al consigliere metropolitano di minoranza Marco Marocco, al sindaco di Brusasco Franco Cappellino, a quello di Chivasso, Libero Giuffreda. E tutti hanno assicurato che l’ordine del giorno – che è stato poi approvato all’unanimità dal consiglio comunale e contiene le linee per affrontare il problema nel prossimo futuro – verrà anche approvato dalle rispettive amministrazioni. Vincenzo Barrea, in rappresentanza del sindaco metropolitano Piero Fassino (impegnato per una seduta di consiglio comunale a Torino) ha assicurato che il documento verrà approvato quanto prima anche dal Consiglio della Città Metropolitana e ha evidenziato che “il problema dell’amianto non è solo il problema di Casale, di Balangero, di Cavagnolo, ma di tutti, occorre però fari si che venga sentito da tutti come un fatto culturale, e non solo da coloro che lo vivono”.

 

Poi tutti i partecipanti hanno preso parte ad una fiaccolata per le vie del paese sino al monumento che ricorda coloro che hanno perso la vita per il mal d’amianto. E le lanterne accese erano cento come cento sono coloro che non ci sono più

 

 

Massimo Iaretti

 

 

 

Il mio nome è Chiampa, Sergio Chiampa: e sono il Salva-Piemonte

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Il commissario Chiamparino, quasi una definizione da romanzo noir, opererà sull’impiego  passato dei fondi e sull’avvio di due interventi bloccati dalla Corte dei Conti. In tutto sono in ballo 900 milioni di fondi

 

Il commissario straordinario per il pagamento dei debiti della Regione è sempre lui: è lo stesso governatore Sergio Chiamparino a rivestire il ruolo previsto da un emendamento del governo alla Legge di Stabilità. Si tratta, in sostanza, del tanto auspicato Salva-Piemonte, l’intervento di Palazzo Chigi che prevede  l’apertura di una specifica  contabilità in grado di fronteggiare l’eccezionale situazione di squilibrio finanziario (il buco) della Regione. Spetterà poi al Parlamento trovare la soluzione al non indifferente problema dello squilibrio di bilancio, con la richiesta di pre-ammortamento per due anni.

 

Si deve risolvere il peccato originale,  il disavanzo della Regione che potrebbe salire da 2,5 miliardi fino a 5/7 miliardi. Il commissario Chiamparino, quasi fosse una figura da romanzo noir, opererà sull’impiego  passato dei fondi e sull’avvio di due interventi bloccati dalla Corte dei Conti. In tutto sono in ballo 900 milioni di fondi della sanità e mezzo miliardo sul pagamento di altri debiti regionali in altri comparti.  Grazie all’introduzione della figura del commissario l’ente potrebbe beneficiare di introiti per  1 miliardo abbondante.

 

Ora la Legge di Stabilità può consentire a Chiamparino, nell’arco di pochi mesi, grazie ai poteri straordinari, di superare il “contenzioso” con i magistrati della Corte dei Conti. Infine, la questione dei residui attivi e passivi per circa 1 miliardo. Con una norma ad hoc potrebbero essere diluiti non in soli dieci anni, ma  in 30, come avviene per i Comuni.
 

 

No Tav, le reazioni: sito della procura oscurato, occupata l’autostrada

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tav ragazzi“I giudici che hanno emesso la sentenza dovrebbero andare in mezzo a quelle imprese che hanno subito minacce”

 

Quali sono state le reazioni all’assoluzione dal reato di terrorismo nei confronti dei quattro attivisti No Tav? “Se non è associazione con finalità terroristiche incappucciarsi e organizzare l’attacco allo Stato, qualcuno mi deve spiegare cosa sia.

 

E’ molto positiva comunque la condanna a 3 anni e 6 mesi, mi auguro che i Pm facciano ricorso e li ringrazio perché hanno avuto coraggio”. E’ quanto dichiara all’Ansa il ministro dei Trasporti, Maurizio Lupi, che aggiunge: “i giudici che hanno emesso la sentenza dovrebbero andare in mezzo a quelle imprese che hanno subito minacce”.
   

Ieri un manipolo di No Tav incappucciati ha occupato la carreggiata dell’autostrada del Frejus nei pressi di Giaglione, hanno esposto uno striscione e acceso fumogeni. Altri No Tav hanno occupato il treno 2012 Milano-Torino, che è stato fermato dalla polizia alla stazione di Novara.

 

Si è anche verificato un attacco informatico al sito web della procura di Torino, rivendicato da Anonymous, mentre centinaia di attivisti si sono radunati per una manifestazione a Bussoleno, in Val Susa.

 

Il sito No Tav: “Non si può esultare per una sentenza del genere, con i 4 notav dietro alle sbarre, ma quantomeno per una volta la sentenza non ha dato credito alla vendicativa e persecutoria linea di condotta della procura di Torino, che è bene ricordarlo, nasce nelle viscere dei fantasmi tanto cari all’ex procuratore Giancarlo Caselli, coordinatore della crociata contro i notav”.

 

(Foto: il Torinese)