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Troppi esami medici (inutili) fanno sballare gli amari conti della Sanità regionale

Fare radiografie su radiografie per la lombalgia, una delle patologie più diffuse dopo il raffreddore non produce benefici alla salute

 

molinette2L’assessore regionale alla Sanità, Antonio Saitta, commenta le notizie sui provvedimenti del Ministero della Salute, con riferimento alle “condizioni di erogabilità” in base alle quali il medico di medicina generale potrà prescrivere visite ed esami: “il tema dell’appropriatezza delle prestazioni sanitarie è centrale per la Regione Piemonte. Ci abbiamo lavorato fin dai primi giorni del nostro insediamento, con la collaborazione di esperti, organizzando seminari ed incontri che hanno visto la partecipazione di molti operatori sanitari. Lo abbiamo fatto con convinzione e non solo perché siamo, da anni, una Regione in piano di rientro”. nei mesi scorsi l’assessore aveva lanciato un appello ai medici di base per coinvolgerli in una campagna di sensibilizzazione dei pazienti, affinchè non abusassero degli esami.

 

Ecco i dati forniti dalla Regione: l’Italia è ai primi posti dei Paesi Ocse per numeri di Tac e risonanze magnetiche, superata solo dalla Grecia e da Cipro; il 22% di esami e prestazioni sono relativamente inappropriati e un altro 22% assolutamente inappropriati; un esame su tre non dovrebbe essere prescritto. In Piemonte si registrano 15. 94 prestazioni sanitarie ambulatoriali per abitante mentre lo standard nazionale è 12: nell’area metropolitana di Torino si assiste ad abusi impressionanti, in particolare la Risonanza magnetica lombare, ma fare radiografie su radiografie per la lombalgia, una delle patologie più diffuse dopo il raffreddore non produce benefici alla salute.

 

“Questo eccesso di diagnostica – sottolinea  l’assessore – non comporta solo costi vistosi per la sanità, ma rischi per i pazienti. Assistiamo al paradosso che da un lato c’è un eccesso di consumo e di assistenza sanitaria in ospedale, mentre i soggetti più fragili hanno difficoltà ad accedere ai servizi essenziali. Chi, ancora in questi giorni, protesta a difesa delle strutture complesse che abbiamo deciso di ridurre, credo farebbe bene a riflettere e confrontarsi con queste argomentazioni che hanno una solida argomentazione scientifica. Ribadisco quanto dissi a marzo in occasione del focus organizzato in Sanità con i medici Fornero, Davini e Bobbio. C’è un grande lavoro culturale da portare avanti: bisogna incidere sulla mentalità dei politici, dei prescrittori/operatori sanitari, dei cittadini. Noi abbiamo il dovere di prenderci cura dei malati, di mettere al centro il paziente e di offrire cure sobrie, rispettose e giuste”.

 

(Foto: il Torinese)

Tutte le auto di Elkann: l'anno prossimo Fca supererà il milione di vetture prodotte

In tutto il 2015 il gruppo automobilistico produrrà oltre 900 mila vetture

 

fiat fcaNonostante la batosta per i taroccamenti di Volkswagen, che potrebbe toccare anche l’indotto in Italia, il settore auto vede comunque rosa. In particolare Fca, che presenta dati positivi nelle vendite, superiori ai già buoni riscontri delle altre realtà sui mercati internazionali.

 

In tutto il 2015 il gruppo automobilistico produrrà oltre 900 mila veicoli e nel prossimo anno “supereremo ampiamente il milione di unità”, dice il presidente di Fca John Elkann in occasione della cerimonia in memoria del bisnonno Filippo Caracciolo di Castagneto, svoltasi  all’Aci.lingoto fiat

 

“Tutto quello che è stato detto da Sergio Marchionne sui benefici del consolidamento – spiega all’Ansa – continua a valere a prescindere da quello che è accaduto a Volkswagen: siamo tra le società più rispettose dell’ambiente nel mondo”.

 

(Foto: il Torinese)

Stagione di terremoti ai vertici della cultura: dopo Librolandia dimissioni da MiTo

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fassino 33Dopo la coppia scoppiata Milella-Cogoli, separata dopo le dimissioni di quest’ultima da direttore di Librolandia, ora e’ la volta di Settembre Musica

 

Di questi tempi i terremoti ai vertici delle istituzioni culturali sono all’ordine del giorno. Dopo la coppia scoppiata Milella-Cogoli, separata dopo le dimissioni di quest’ultima da direttore di Librolandia, ora e’ la volta di MiTo – Settembre Musica. Si sono infatti dimessi  i vertici della prestigiosa rassegna musicale. Hanno dato forfait il direttore artistico Enzo Restagno e il presidente del Comitato di coordinamento Francesco Micheli. Dice all’Ansa il sindaco Piero Fassino: “Non ci sono scossoni al vertice di MiTo: questo ricambio era annunciato.  Restagno aveva preannunciato che con questa edizione di MiTo considerava conclusa la sua esperienza alla direzione del festival, così come Micheli aveva fatto sapere che altri impegni lo avrebbero portato a lasciare la presidenza”. In attesa di aggiornamenti, i dietrologi si possono sbizzarrire sulle ipotesi più disparate.

Vanelli: "Una generazione di imprenditori e di creativi per aumentare il Pil della cultura"

Vanelli“Dopo una stagione di grandi investimenti c’è il rischio di dormire sugli allori. Occorrono meno enti e più capacità sul mercato internazionale, serve il cambio generazionale ma non funzionano artifici burocratici e cooptazione”

 

A partire dalla metà degli anni ’90 Torino ha iniziato un percorso di riconversione della sua immagine: da città grigia legata esclusivamente all’industria  ad una metropoli dal volto più accogliente , consapevole della sua storia e della sua bellezza .  La città doveva trovare delle opportunità alternative a fronte della ormai prevista crisi dell’industria dell’auto e ciò fu possibile grazie alla straordinaria stagione di concordia istituzionale tra i governi nazionale, regionale e municipale che,  se pur di colore politico differente , hanno collaborato per raggiungere obbiettivi comuni. Nel recupero del patrimonio storico e culturale si sono avviate e realizzate importanti trasformazioni nel territorio , come ad esempio il superlativo recupero della Reggia di Venaria, ed inoltre sono stati promossi con grande successo la Fiera del Libro, il Salone del Gusto, i Giochi Olimpici Invernali 2006, Torino World Design Capital, le celebrazioni dell’Unita’ d’Italia e i grandi rinnovamenti urbanistici come la metropolitana e il passante ferroviario. Con questi mutamenti la percezione della città agli occhi dei torinesi, dell’Italia e del mondo e’ completamente cambiata: non solo una realtà industriale e produttiva, ma anche una metropoli apprezzata per il proprio patrimonio architettonico, artistico, paesaggistico ed

polo reale cavallo enogastronomico di qualità . Tutto ciò ha concorso in qualche modo a rendere meno severi gli effetti della crisi economica e sociale di Torino e del Piemonte nell’ultimo decennio. Su questi temi,  il Torinese intende  avviare un’inchiesta , anche con l’opinione dei nostri lettori, sulla situazione attuale e sulle prospettive di rilancio dell’azione pubblica e privata per la valorizzazione culturale e turistica della nostra città e del nostro territorio . Su questo, abbiamo incontrato  Alberto Vanelli (nella foto in alto), uno dei protagonisti di questa trasformazione della città , già dirigente dei Beni Culturali della Regione Piemonte e direttore della Reggia di Venaria, che alla luce degli importanti e ambiziosi risultati raggiunti ci ha illustrato il suo punto di vista.

 

Dottor Vanelli, non è’ che stiamo riposando sugli allori? Dopo tanti risultati brillanti raggiunti, ora che si fa?

 

VENARIA1Sono personalmente soddisfatto del lavoro di questi anni. Eppure, il rischio che la sua domanda paventa effettivamente c’è , la soddisfazione cioè può facilmente trasformarsi in  compiacimento e in appagamento ,logorando la forza, l’entusiasmo e la capacità di iniziativa e consumando il ruolo acquisito da Torino. In questi anni memorabili, l’enorme patrimonio storico derivante dallo status di Torino di città capitale del Ducato di Savoia prima, e del Regno di Sardegna poi, è’ stato recuperato e riproposto al pubblico, dopo un lungo tempo di abbandono , a seguito di un eccezionale lavoro di restauro, che ha visto un investimento di oltre un miliardo di euro.  E un analogo percorso ha investito le architetture realizzate  dopo l’Unita’ d’Italia fino alla fase dello sviluppo industriale della città e al suo declino. E se si fa l’elenco dei beni è’ imponente il numero dei casi che sono stati salvati e ristrutturati . ( ndr:  monumenti come Palazzo Reale, l’ Armeria Reale, Palazzo Madama, il Castello di Rivoli, il Museo d’Antichita, Villa della Regina , Palazzina di Stupinigi, la Basilica di Superga, il Castello del Valentino, la Reggia di Venaria, il Museo del Risorgimento, Palazzo Carignano , e ancora nelle architetture più recenti la Mole Antonelliana , il Lingotto, le OGR , la Chiesa del Sacro Volto, fino al recente completamento della nuova galleria Sabauda e delcc madama Museo Egizio)- Ciò ha consentito a Torino di riproporre la sua autentica e originaria immagine di capitale regale,  riconciliando così ,i torinesi con la loro storia e facendo della città una meta ambita e attrattiva per il turismo , non solo nazionale , ma anche internazionale ; tutte le ricerche confermano questo scenario. C’e’ da rimarcare che nella nostra città l’architettura barocca raggiunge vertici di qualità assoluta, superando sovente per bellezza , magnificenza ed eleganza l’analogo patrimonio di grandi capitali europee. E la Regione e la Città non sono intervenute in questi anni solo per recuperare il patrimonio, ma hanno elaborato e realizzato soluzioni istituzionali e organizzative fortemente originali per la conduzione dei beni culturali italiani. Oggi Torino e’ universalmente considerata una città bellissima,ricca di storia, arte e saper vivere e  i torinesi ne sono orgogliosi  . I torinesi oggi sono soddisfatti di questo cambiamento, però a mio avviso il ciclo avviato negli anni 90 , rischia nei prossimi anni di veder lentamente esaurire la spinta propulsiva e innovativa che la accompagnava.

 

Quindi la cultura è’ un cantiere ancora aperto?

 

Si certo,le pubbliche amministrazioni, Comune e Regione, stanno affrontando  alcuni lavori da portare a compimento e avviando il recupero di alcune strutture che sono rimaste indietro. Basti pensare al Museo Regionale di Scienze  Naturali,a tutto il quartiere  della Cavallerizza Reale , al Borgo Castello del parco della Mandria e ancora al Castello di Moncalieri e al Museo di Artiglieria.

 

Ma c’è una bella addormentata: Stupinigi. Come risvegliarla?

 

TUTTADRITTA STUPINIGIIo credo che Stupinigi dovrà e potrà’ essere davvero l’evento culturale dei prossimi anni. Il grande lavoro di restauro, sia degli edifici che della componente artistica, ormai in dirittura d’arrivo , è’ stato uno dei più ambiziosi , anche se forse troppo lungo, programma di riqualificazione di un bene culturale ambientale . Con la Fondazione Mauriziana  hanno collaborato il meglio delle aziende private torinesi e dei nostri enti pubblici. Sono convinto che il completamento degli attuali lavori con il recupero del borgo circostante e la realizzazione di moderne strutture di accessibilità e accoglienza, accompagnato da un percorso di visita affascinante e ricco di suggestioni, possa elevare quel sito a una delle grandi mete di turismo internazionale . Preliminare è’ però  il consolidamento istituzionale e finanziario della Fondazione Mauriziana.

 

C’è una balcanizzazione nel mondo degli istituti culturali torinesi , in particolare nel settore quello dell’arte contemporanea .  Non è’ il caso di razionalizzare e accorpare i tanti soggetti che se ne occupano?

 

Torino è’ stata in questi anni all’avanguardia nella creazione del modello istituzionale organizzativo per la gestione dei beni culturali, e questoARTE1 modello che garantisce autonomia e operatività ci è molto invidiato sopratutto in Italia. Pero’ sono state costituite strutture di gestione in un numero che, con il senno di poi, appare oggi decisamente eccessivo, oltretutto con squilibri incomprensibili sia sulla quantità dei dipendenti, sia sul finanziamento e sia sulla capacità di reperire risorse autonome dalla propria attività .  Comune e Regione hanno consapevolezza dell’impossibilità,  alla luce delle SALONE 215disponibilità economiche attuali, di mantenere questo sistema, ma le soluzioni non sono semplici. Se è’ vero che ogni struttura si è dotata di propri uffici per la comunicazione, il marketing , per la gestione amministrativa e così via, moltiplicando in questo modo gli uffici e i dipendenti e conseguentemente le spese, per altro verso, oggi questi enti sono naturalmente gelosi dell’identità acquisita e della propria indipendenza, anche per la sotterranea , forte competitività e concorrenza che esiste tra di loro e che oltretutto rende complicatissimo il governo del sistema. Il processo di accorpamento avviato, in particolare dalla Città e dalla Regione, incontra conseguentemente molte resistenze e non poche complicazioni giuridiche. La cosa poi , raggiunge vertici grotteschi nel caso dell’arte contemporanea , dove sono proliferate cinque strutture che operano in questo campo e la stessa CRT vorrebbe fare delle OGR un ulteriore centro per la cultura e l’arte contemporanea. Qualcosa  di non dissimile, anche se qui il problema patrimoniale e istituzionale è’ ancora più complicato riguarda anche il circuito delle residenze sabaude, vera araba fenice della politica culturale piemontese e , se pur in misura molto più limitata, il settore della promozione del libro.

 

Che obbiettivi a suo avviso, andrebbero perseguiti per raggiungere nuovi traguardi ?

 

regio orchestraSicuramente il lavoro già avviato dalle pubbliche amministrazioni di completamento dei cantieri e di ricomposizione organizzativa del sistema con la razionalizzazione dei suoi costi è’ un compito ineludibile, ma io credo che il solo lavoro di riordino non basti. Ho l’impressione che questo settore stia cambiando radicalmente e che i vecchi strumenti della pubblicamadama reale amministrazione stiano diventando sempre meno efficaci, anche perché in fin dei conti, la grande leva per sostenere la cultura era investirvi denaro pubblico e quei soldi non ci sono più . Mi pare che due siano i processi in corso che vanno accompagnati e favoriti. Prima di tutto va avviato e sperimentato un processo di liberalizzazione della gestione del patrimonio culturale e dei suoi servizi favorendo e incentivando l’emergere di una autonoma e non assistita capacità imprenditoriale ,sia pubblica che privata. È’ necessario che si rafforzino e nascano soggetti capaci di progettare e organizzare in economia, con moderato o nullo finanziamento pubblico la gestione di un bene o di un avvenimento culturale,  dalle visite alle mostre, spettacoli , eventi, e servizi nonché la loro promozione e comunicazione. Per altro verso va incentivata e sostenuta la capacità creativa nelle tante diverse espressioni della cultura contemporanea. Sono convinto che siano presenti nel nostro territorio , una molteplicità di soggetti con straordinarie capacità creative lontane dalla frequentazione dei luoghi del potere, un po’ smarriti, disorientati, abituati a fare da se, senza tutele e supporti dalle amministrazioni : una sorta di cultura sommersa spesso conosciuta e apprezzataegizio 22 chissà per quali vie in altri luoghi, non di rado anche internazionali. Ricucire un contatto , virtuoso e non malato , tra le strutture del governo e le strutture della produzione creativa è’ un compito oggi non rinviabile. Va individuato uno strumento di crescita e di inserimento di questi soggetti  nel mercato della cultura ,e ciò non solo nell’arte contemporanea , ma anche nei campi della fotografia e della tecnologia digitale ,  nella produzione musicale e audiovisiva , nel design ,nella moda, nell’artigianato metropolitano, nell’ architettura e  così via . L’altro ponte mole vittorioobbiettivo è’ far diventare sempre di più la nostra città un polo di una rete internazionale ,non solo europea , in cui i nostri operatori sia imprenditoriali ,sia creativi , si misurino con un mercato più ampio , accettando alleanze , sfide e confronti  con gli altri soggetti che ormai in questo campo sono presenti e attivi. Faccio solo degli esempi, si pensi al potenziale che ha il Museo Egizio in un’ iniziativa di scambio e solidarietà per la tutela e la valorizzazione delle collezioni e delle aree archeologiche tra quelle europee e quelle del Medioriente , queste ultime oggi violentate dall’iconoclastia islamica. Si pensi al potenziale di produzione e valorizzazione culturale  che può emergere dal lavoro già imbastito dalla Venaria Reale, tramite il suo Centro Studi, con le altre residenze reali europee per un programma comune di ricerca e di mostre ,per far conoscere la storia e i rapporti tra le città e le corti d’Europa anche in una prospettiva di rafforzamento dell’integrazione europea . Si pensi infine alle opportunità di reinserimento di Torino nel mercato internazionale della produzione culturale contemporanea.  Insomma , l’attrattivita’ turistica e la produzione di cultura devono diventare nei prossimi anni, a partire dal patrimonio culturale recuperato, un pezzo, sicuramente non maggioritario , ma non irrilevante del PIL della nostra città e della nostra regione.

 

Ma chi saranno i protagonisti di questa nuova stagione ?

 

giovani banca

La mia generazione, su questo punto non ha lavorato bene: e’ rimasta abbarbicata al comando non occupandosi di favorire la formazione di un ricambio generazionale. Così , adesso che siamo invecchiati non è facile trovare nella generazione dei cinquantenni la naturale sostituzione . Per accelerare questo passaggio di testimone si è avviato un  processo di “rottamazione ” un po’ brusco e ciò’ e’ avvenuto in modo burocratico, fissando tetti di età e attuando una selezione un po’ improvvisata  con l’effetto di disperdere competenze e esperienze consolidate, anche se ovviamente invecchiate, mandando un po’ allo sbaraglio persone , sia pur capaci e ambiziose , talora non sufficientemente sicure e strutturate. Credo  che sarebbe necessario ammorbidire in qualche modo il processo di rinnovamento in corso;  una campagna di formazione di quadri e dirigenti potrebbe essere molto utile, programmando un affiancamento per il trasferimento di know how tra una generazione e l’altra. La formazione di una classe dirigente non si fa  con un percorso  burocratico e con un semplice processo di cooptazione, ma attraverso la proposta di nuovi orizzonti e di nuovi obbiettivi, facendo partecipare a questo processo, non solo pochi capaci e qualche abile cortigiano,   ma una generazione disposta a studiare, lottare e sgomitare in un’esperienza collettiva.

"Fatti di terra, guardiamo le stelle”, cinque giorni per riflettere con la "fiera" dello spirito

Cinque giorni in cui il capoluogo subalpino ospita dialoghi, incontri, lezioni, spettacoli, meditazioni ed esperienze che hanno come filo conduttore il complesso impasto di materia e trascendenza che costituisce noi umani e rimanda alla biblica argilla plasmata da mani divine

 

TO SPIRITUALITA 2015Fermarsi, riflettere e cercare il significato dell’esistenza con la guida di ospiti illustri, partendo da “L’impasto umano. Fatti di terra, guardiamo le stelle”.  Ecco il tema dell’11°  edizione di “Torino  spiritualità” organizzata dal Circolo dei lettori dal 23 al 27 settembre. Cinque giorni in cui il capoluogo subalpino ospita dialoghi, incontri, lezioni, spettacoli, meditazioni ed esperienze che hanno come filo conduttore il complesso impasto di materia e trascendenza che costituisce noi umani e rimanda alla biblica argilla plasmata da mani divine. Tema infinito al centro degli oltre 120 appuntamenti, con 150 voci di tutte le religioni e credenze che dal mondo, compresi intellettuali laici e scienziati, che convergono non solo nelle varie location torinesi (Palazzo Graneri della Roccia, sede del  Circolo Lettori, teatri, musei, chiese, tempio Valdese,ecc), ma anche nel più ampio territorio regionale, con tappe al Parco Astronomico di Pino Torinese e, più in là, a Novara ed Alba.

 

E poiché parlare di impasto umano vuol dire riflettere anche sulle relazioni che ci legano gli uni agli altri, la serata inaugurale (mercoledì 23 settembre, ore 18, Chiesa di San Filippo Neri) è per capire “Cosa muove gli uomini”. I giornalisti Mario Calabresi, Niccolò Zancan, Domenico Quirico e il fotografo Giulio Piscitelli lo metteranno a fuoco partendo dalla tragedia dei migranti e da come l’Europa (non) li accoglie. Più tardi (ore 21) nella Chiesa riecheggeranno invece le voci della scrittrice Michela Murgia, dell’attore Bob Marchese e del Coro del Teatro Regio di Torino che esplorano sacro e sublime del Requiem di Mozart nella lezione-concerto “L’imperfetta armonia”.

 

Incontri e lezioni sono occasioni da non perdere, con ospiti di notevole caratura, come: Sogyal Rinpoche, autore de “Il libro tibetano del vivere e del morire” ed uno dei maggiori maestri buddhisti contemporanei; il teologo statunitense Matthew Fox; i rabbini Rav Haim Cipriani e Rav Giuseppe Laras; lo psicolgo Giacomo Dacquino; il coreografo belga Alain Platel ed il giornalista – scrittore Corrado Augias. Un Gesù inedito lo racconta padre Alberto Maggi (biblista e divulgatore delle Sacre Scritture) ne “I pranzi di Gesù”; mentre di tutt’altro tono sarà l’incontro con lo studioso statunitense Jonathan Gottschall, accademico, combattente di arti marziali ed autore di “Il professore sul  ring”, intervistato dal critico d’arte Luca Beatrice sul fascino della violenza. E come la tensione spinga l’uomo a superare se stesso, quasi staccandosi dalla dimensione terrestre, ce lo spiega uno che lo sa bene, il free climber e pioniere dell’arrampicata libera Manolo.

 

Dialoghi per riflettere a più voci, iniziano giovedì 24/9 con due incontri. Gli scrittori Philippe Forest, Mauro Covacich e Giorgio Vasta dipanano laTORINO SPIRITUALITA CIRCOLO LETTORI matassa della capacità di convivere con l’assenza delle cose che ci vengono a mancare o che aspettiamo invano; mentre Mario Zaninelli e Antonio Montanari si soffermano sulla figura del monaco viaggiatore Thomas Merton e la sua vita alla ricerca della verità. Nel fitto programma spiccano il filosofo spagnolo Fernando Savater e il giornalista Michele Serra che in “Osservate più spesso le stelle” si interrogano su cosa valga davvero la pena insegnare ed imparare; gli storici Alessandro Barbero e Alessandro Vanoli dialogano sul “bisogno delle barbarie”; l’anglista Nadia Fusini e il critico teatrale Nicola Fano vanno alla ricerca della definizione dell’uomo nelle pagine di Shakespeare. Il MAO (Museo d’Arte Orientale) è poi la cornice giusta per sondare il concetto buddhista di impermanenza  del corpo con gli studiosi Carla Gianotti e Aldo Tollini.

 

Spettacoli con musiche e danze che arrivano da lontano con il loro carico di spiritualità; il Teatro Carignano è la location perfetta per due appuntamenti. I monaci tibetani del monastero di Tashi Lhunpo portano canti ancestrali, preghiere e invocazioni di antica e suggestiva tradizione. Invece le Deba Mayotte -13 donne dai 16 ai 62 anni, vestite di bianco e viola, con le mani decorate dall’henné, tutte provenienti dalle omonime isole dell’Oceano Indiano- con i loro canti sufi e sull’onda dei tamburi conducono a una dolce ipnosi e ad una serata  indimenticabile. Sempre in teatro, il reading dell’attore Fabrizio  Bentivoglio si ispira al capolavoro di Milan Kundera “L’insostenibile leggerezza dell’essere” per rispondere alla domanda “davvero la pesantezza è  terribile, mentre la leggerezza è meravigliosa?” e svelare come quest’ultima abbia un volto enigmatico e un contraltare di dubbio, tradimento e sensualità.

 

Anche gli scrittori Francesco Piccolo, Sandro Veronesi e  Sergio Claudio Perroni portano in scena altri reading per sondare misteri e riflettere sul senso della vita. Novità di questa edizione sono gli appuntamenti al Cimitero Monumentale e al Planetario in un viaggio tra terra e cielo. Paolo Nori legge stralci  di “La morte di Ivan Il’ič” di Tolstoj tra le tombe che ci ricordano la nostra mortalità; mentre vola alto nelle galassie, tra stelle, buchi neri ed infinito, lo spettacolo “Viaggio astrale per voce, musica e pianeti” al Parco Astronomico  di Pino Torinese.

 

Scuola di Otium riserva luoghi e tempi privilegiati in cui potersi interrogare sulla propria capacità di “essere umani”, nelle lezioni condotte da storici, filosofi, teologi, artisti e  religiosi. Rapporto tra corpo e spirito, fisica del Tao, regole monastiche, yoga, meditazione indiana ed altro ancora negli appuntamenti in programma. Progetti speciali, tra creature terrene ed entità divina, nelle riflessioni ispirate a testi sacri. In programma 6 lezioni in teatro (Carignano e Gobetti) tenute dall’attore Alessandro Bergonzoni, il teologo Vito Mancuso, il giornalista Pietrangelo Buttafuoco, il priore di Bose Enzo Bianchi, il magistrato Gherardo Colombo e il filosofo Fernando Savater.

 

Questo e molto altro ancora vi attende nel mix di spiritualità dell’impasto sapiente messo a punto  dal Circolo dei Lettori. Intanto, nel fine settimana (19-20 settembre) che precede la manifestazione potete  rodare muscoli e pensieri, riscoprendo il filo che lega uomini e natura, nelle 8 camminate spirituali alla volta di rifugi e vette alpine, laghi e santuari, guidati da scrittori, musicisti e teologi.

 

Laura Goria

 

Programma completo su:

www.torinospiritualità.org

info@torinospiritualità.org

Segreteria di Torino Spiritualità: Circolo dei Lettori, Via Bogino 9, Torino.

Informazioni: + 39 349 6285606

Migranti in Piemonte: a inizio settembre erano quasi 7 mila, previsti altri 1700

“Si sta ragionando sui protocolli d’intesa per le attività di volontariato, sul vademecum ad uso degli amministratori e dei gestori delle strutture, sulla formazione degli operatori, ma anche sulla trasformazione di eventuali esperienze di volontariato in tirocini”

 

profughi 2Qual è la situazione dell’accoglienza dei migranti nella nostra regione? I dati più aggiornati si riferiscono al 7 settembre: in Piemonte erano presenti 6.873 migranti. Il giorno dopo è stato richiesto alle Prefetture di provvedere all’accoglienza di ulteriori 1.781, secondo le quote spettanti ad ogni provincia, in base ai criteri definiti dal Tavolo di coordinamento regionale. Questi prevedevano la distribuzione del 40% su Torino e provincia e del restante 60% sul resto del Piemonte. Dunque, a Torino ne spetterebbero 712, ad Alessandria 217, a Cuneo 296, a Vercelli 88, a Novara 186, ad Asti 110, a Biella 91, al VCO 81. L’assessore all’Immigrazione Monica Cerutti ha illustrato in Consiglio regionale lo stato dell’accoglienza in Piemonte:

 

“L’incremento degli arrivi, come spesso abbiamo ripetuto, deve tenere conto della differenza tra il numero di persone che viene assegnato al nostro territorio e il numero di persone che effettivamente si ferma”, ha puntualizzato Cerutti, che ha poi chiarito che esistono dei criteri numerici sia per quanto riguarda la ripartizione dei migranti, secondo i quali il Piemonte deve accogliere circa il 7% degli arrivi sul suolo nazionale.Il numero di richiedenti asilo coinvolge anche il Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati (Sprar) che è gestito direttamente dai Comuni: in Piemonte sono titolari di strutture Sprar 25 Comuni delle province di Torino, Alessandria, Asti e Biella, che ospitano complessivamente 831 persone per lo più di una forma di “accoglienza diffusa”, organizzata in piccoli nuclei in appartamento. “È chiaro che all’interno del piano che la Regione sta mettendo a punto – ha sostenuto l’assessora – l’obiettivo è quello di fare in modo che con il nuovo bando Spar tutte le province siano titolari di progetti e che man mano l’accoglienza attivata dalle Prefetture muti trasformandosi in accoglienza Sprar”.

 

Per quanto riguarda i tempi di attesa delle risposte delle Commissioni territoriali alle richieste di asilo, dal 1° giugno scorso a Genova si è insediata una commissione in più che esamina le richieste che provengono dalla provincia di Alessandria. L’ultimo dato a disposizione indica che nel 2015 sono stati analizzati 4.500 casi, rispetto ai 3.300 dell’intero 2014. Si registra una crescita del 36% fa sperare in quello che può essere un miglioramento dei tempi di attesa. Che comunque continuano a essere elevati.

 

Cerutti ha annunciato che “si sta ragionando sui protocolli d’intesa per le attività di volontariato, sul vademecum ad uso degli amministratori e dei gestori delle strutture, sulla formazione degli operatori, ma anche sulla trasformazione di eventuali esperienze di volontariato in tirocini. Il piano per attuare questo percorso non è ancora definito perché si stanno programmando le risorse del Fondo asilo migrazione e integrazione”.

Sette anni di carcere, condannata la mamma che iniettò insulina al bimbo di quattro anni

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Al momento l’infermiera è ricoverata in una struttura psichiatrica

 

Una storia che tempo fa aveva fatto scalpore. La madre, forse per attirare su di sè l’attenzione per qualche strano meccanismo psicologico, diceva che il proprio piccolo stava sempre male. In realtà era lei ad avvelenarlo lentamente. La condanna è a sette anni di reclusione per  l’infermiera arrestata lo scorso anno al Regina Margherita, accusata di aver iniettato per diversi mesi dosi di insulina al figlio di 4 anni.  Il gup Gianni Macchioni ha accolto la richiesta della difesa di dichiarare la donna semi inferma di mente e, nel pronunciare la sentenza, ha però recepito la linea dell’accusa che le imputava il tentato omicidio. Al momento l’infermiera è ricoverata in una struttura psichiatrica.

Costituzione, la grande riforma: dopo decenni questa (forse) è la volta buona

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LA GANGALA VERSIONE DI GIUSI /

di Giusi La Ganga

 

La riforma del nostro ordinamento costituzionale parte da lontano e fu oggetto da sempre di aspre controversie. Il primo in assoluto fu negli anni ’70 Randolfo Pacciardi, repubblicano, combattente antifascista in Spagna, dopo la guerra parlamentare e ministro

 

Questa settimana la vicenda della riforma costituzionale è al passaggio decisivo. Non ancora formalmente, perché occorrerà un secondo voto nelle due Camere, ma certo politicamente, giacché l’approvazione del Senato costituirebbe un punto di svolta e di non ritorno. La riforma del nostro ordinamento costituzionale parte da lontano e fu oggetto da sempre di aspre controversie. Per molto tempo chiunque ponesse il problema di un diverso assetto dell’organizzazione statuale veniva immediatamente accusato di attentare alla costituzione nata dalla Resistenza e bagnata del sangue di tanti patrioti. Si confondeva la prima parte, quella dei principi, che nessuno ha mai posto in discussione (anche se qualche ultraliberista oggi lo vorrebbe), con le parti successive, che delineano il funzionamento dello Stato.

 

Il primo in assoluto fu negli anni ’70 Randolfo Pacciardi, repubblicano, combattente antifascista in Spagna, dopo la guerra parlamentare e ministro. Sull’onda del passaggio in Francia dalla Quarta Repubblica alla Quinta, quella di oggi, Pacciardi proponeva anche per l’Italia una nuova Repubblica, presidenzialista. Fu trattato, anche per colpa di qualche cattiva compagnia, come un aspirante golpista, fu espulso dal PRI ed escluso dal dibattito politico, salvo poi essere riabilitato in tarda età. Una quindicina di anni dopo, nel 1979, fu Craxi, con un articolo sull’Avanti! scritto per l’apertura dell’ottava legislatura, a porre il problema di una “grande riforma”, che adeguasse la Repubblica alle necessità dei tempi nuovi. Si aprì un’ampia discussione, che coinvolse il meglio della cultura giuridica italiana e che produsse una grande quantità di proposte, dall’abolizione del bicameralismo perfetto alla riforma della P.A., dal rafforzamento dell’Esecutivo all’introduzione di correttivi all’eccessivo proporzionalismo della legge elettorale.

 

Apriti cielo! La Democrazia Cristiana, che campava benissimo nel sistema vigente, reagì negativamente, mentre il PCI tornò ad agitare lo spauracchio della democrazia autoritaria, accusando di tradimento dei valori della Resistenza chiunque si azzardasse a discutere la Costituzione. Alla fine degli anni ’80, con la caduta del muro di Berlino e lo scioglimento del PCI, e il contemporaneo indebolimento elettorale della DC, per un attimo parve possibile realizzare la “grande riforma”. Ma questo avrebbe presupposto un’intesa a sinistra, che, pur tentata, fallì miseramente. Questo fallimento fu una concausa, forse la più importante, del crollo della Prima Repubblica. Nel ’93 si cambio la legge elettorale, senza toccare la Costituzione, illudendosi che sarebbe bastato a rivitalizzare il sistema.

 

Così non fu. Anzi, il collasso dei partiti democratici favorì l’emergere di nuovi equilibri politici, il cosiddetto bipolarismo, che divenne un feticcio da invocare come il rimedio di tutti i mali, mentre al contrario generò, proprio per come era forzatamente nato, una lunga stagione di impotenza e di inconcludenza, durata un ventennio. Alla fine degli anni ’90 il centrosinistra realizzò una riforma istituzionale, per inseguire la moda federalista del momento, ma con risultati assai deludenti. A sua volta Berlusconi, quando ebbe una larga maggioranza, fece un tentativo di riforma, abortito per il no degli elettori nel referendum che seguì. Ma, in un ventennio, mai le forze politiche riuscirono a produrre qualcosa di culturalmente significativo, di ampio respiro, di larga condivisione nel Parlamento e nel paese. E siamo all’oggi. Ne riparleremo.

Corsi e ricorsi, Torino torna a sperare nell'auto: la sfida parte a febbraio da Mirafiori

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fiat 500fiat lingottoLa conferma della nuova vita dello storico stabilimento Fiat viene da Harald Wester, responsabile Maserati: “Il nuovo modello  sarà presentato al Salone di Ginevra, subito dopo lo commercializzeremo”

 

Il rilancio di Mirafiori sarà una realtà da febbraio 2016, quando inizierà la produzione del suv Levante della Maserati. Gli operai stanno già rientrando dalla cassa integrazione e la conferma della nuova vita dello storico stabilimento Fiat viene da Harald Wester, responsabile Maserati: “Il nuovo modello  sarà presentato al Salone di Ginevra, subito dopo lo commercializzeremo”.  Stanno andando bene anche le dichiarazioni di interesse per l’Alfa Romeo Giulia, che sono più di  5mila. “Spero che entro il 2015 –  dice – riusciremo a consegnare qualche vettura in Europa”.

 

Mentre il gruppo di Sergio Marchionne va alla grande in Europa, con dati di vendita superiori alla media complessiva, Si aprono gli ordini della nuova serie speciale Urban Edition, che amplia la gamma del modello leader del segmento: ad agosto, per il 35esimo mese consecutivo la Fiat 500L si è confermata la vettura più venduta della sua categoria in  Italia, con un look raffinato e una ampliata dotazione di serie. L’auto torna ad essere protagonista dell’economia, si spera anche di quella piemontese.

 

(Foto: il Torinese)

Suicidio nel Vercellese, il caso di Andrea serva da monito per combattere il bullismo

Andrea-Natali “Sappiamo che nessuno potrà restituirci nostro figlio –  spiegano con sconforto i genitori – ma vogliamo capire cosa è veramente accaduto”

 

E’ ancora scioccata la comunità di Borgo d’Ale, il paese del Vercellese dove vergognosi episodi di bullismo hanno probabilmente convinto il giovane Andrea Natali a togliersi la vita, a soli 26 anni. I genitori chiedono giustizia, la Procura di Vercelli ha aperto un fascicolo seguito dal sostituto procuratore Ezio Domenico Basso. Ma ne era stato aperto uno già più di un anno fa: nell’aprile del 2014 Andrea si era recato alla polizia postale di Biella per denunciare gli episodi di cyber-bullismo di cui era vittima (lo chiudevano nei cassonetti della spazzaturea e gli infilavano sacchetti di plastica in testa per poi fotografarlo e postare tutto su Facebook), situazione che lo ha fatto precipitare in una depressione profonda.

 

“Sappiamo che nessuno potrà restituirci nostro figlio –  spiegano con sconforto i genitori – ma vogliamo capire cosa è veramente accaduto”. Serve una lotta più incisiva, condotta anche dalle istituzioni, contro un fenomeno preoccupante come questo. L’ assessore ai Diritti della Regione Monica Cerutti ricorda che “il Piemonte ha messo in campo due progetti contro truffe e bullismo on line. Se vogliamo evitare che episodi come quelli di Borgo d’Ale continuino ad accadere, dobbiamo lavorare sui giovani sin dall’età scolastica”.

 

Il  progetto della Regione si chiama  Move Up. In collaborazione con l’Ufficio scolastico regionale e le forze dell’ordine si opera nelle scuole per sensibilizzare al rispetto delle diversità e alla prevenzione della violenza, oltre all’uso consapevole delle nuove tecnologie. Inoltre, si sta lavorando a un tavolo di coordinamento sulla lotta al cybercrime che si occupa delle truffe sottili, quelle che fanno leva su emozioni e sentimenti per estorcere ingenti cifre di denaro. “Truffe e bullismo on line possono avere tragiche conseguenze – afferma Cerutti – e dobbiamo lavorare sull’educazione al rispetto e sul contrasto alla solitudine delle vittime. Internet può diventare una vera e propria arma in grado di uccidere prima l’anima e poi il corpo di un uomo. La gogna mediatica alla quale sono sottoposte le vittime del cyberbullismo può essere insostenibile. Noi, cittadini e amministratori, non dobbiamo lasciare solo chi è vessato sul web e nella vita di tutti i giorni”.