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Garantire edifici scolastici sicuri, sostenibili, accoglienti, adeguati alle più recenti concezioni della didattica rappresenta una sfida che la Regione Piemonte affronta attraverso la programmazione, la pianificazione e la gestione di interventi finanziati con fondi comunitari, statali e regionali, per la messa a norma e in sicurezza, la ristrutturazione, la manutenzione straordinaria degli edifici scolastici.
Fino al 30 giugno 2025 gli Enti proprietari o gestori di edifici scolastici pubblici possono esprimere i loro fabbisogni e caricare le proposte progettuali sul portale dell’Anagrafe Regionale dell’Edilizia Scolastica (ARES)modulo “Fabbisogni”, lo strumento a disposizione di Comuni e Province per la richiesta di finanziamenti per l’edilizia scolastica per interventi che vanno dalle nuove costruzioni, all’adeguamento e miglioramento sismico, all’efficientamento energetico, al superamento delle barriere architettoniche.
In questo modo la Regione scatterà una “fotografia” delle esigenze territoriali in materia di edilizia scolastica, che verrà sottoposta al Ministero dell’Istruzione e del merito, per proporre il proprio Piano Triennale di Edilizia Scolastica 2025-2027.
Si tratta di una fase propedeutica e preliminare, necessaria, intesa come manifestazione di interesse per l’accesso alla programmazione triennale. Gli Enti interessati dovranno in seguito presentare la propria candidatura effettiva partecipando al Bando regionale che sarà successivamente pubblicato.
Chiorino: “Costruire un quadro chiaro dei reali bisogni dei territori, per investire risorse in modo efficace e mirato”
“La scuola è il primo presidio educativo ed è nostro dovere garantire che i luoghi in cui si formano i cittadini di domani siano sicuri, moderni e adeguati alla didattica contemporanea. Con questa nuova programmazione vogliamo costruire un quadro chiaro e aggiornato dei reali bisogni dei territori, per investire risorse in modo efficace e mirato” ha affermato Elena Chiorino, vicepresidente e assessore all’istruzione e Merito della Regione Piemonte. “È un lavoro – ha concluso il vicepresidente – che richiede visione, concretezza e sinergia tra istituzioni: la Regione Piemonte è presente, con determinazione e senso di responsabilità, al fianco di Comuni e Province per offrire agli studenti ambienti scolastici all’altezza dei loro sogni e del loro futuro, e per garantire al personale scolastico luoghi di lavoro salubri, sicuri e dignitosi”.
Link presentazione candidature :
https://ediliziascolastica.regione.piemonte.it/moduli/ReReFES/
Maggiori informazioni:
https://bandi.regione.piemonte.it/contributi-finanziamenti/avvio-programmazione-regionale-materia-edilizia-scolastica-2025-2027
Torino, la burocrazia rallenta le aziende
La burocrazia continua a rappresentare un ostacolo imponente per le imprese italiane. Se, di fronte alle recenti crisi epocali, le aziende artigiane hanno saputo adottare strategie lungimiranti per fronteggiarle, quando si tratta di burocrazia sembra invece di combattere contro i mulini a vento. Sebbene non sia priva di utilità, la macchina burocratica si dimostra spesso inefficiente, costosa e responsabile di un enorme dispendio di tempo e risorse, sia per le imprese che per la stessa Pubblica Amministrazione.
A soffrire maggiormente sono le micro e piccole imprese artigiane. Secondo una recente ricerca di Confartigianato, un imprenditore di una piccola azienda deve dedicare ogni anno ben 238 ore solo per adempiere a obblighi burocratici, un carico di lavoro superiore di 56 ore rispetto alla media dei Paesi OCSE.
Una fotografia poco lusinghiera arriva anche dallo studio condotto nel 2024 dall’Università di Goteborg, che ha analizzato la qualità istituzionale delle Pubbliche Amministrazioni in 210 regioni dell’Unione Europea. Le regioni italiane, nel complesso, ottengono risultati modesti: la più virtuosa, il Friuli Venezia Giulia, si posiziona al 63° posto a livello europeo. Il Piemonte, invece, si colloca solo al 127° posto e al nono nella classifica regionale.
La complessità burocratica è evidente anche nei dettagli. Per avviare l’attività di un fabbro, ad esempio, è necessario affrontare una serie di adempimenti che comprendono: relazione tecnica sul ciclo produttivo, valutazione previsionale e definitiva dell’impatto acustico, autorizzazione per emissioni in atmosfera, autorizzazione agli scarichi e valutazione dei rischi. Tutto da presentare in duplice copia, per un totale di 1,95 chili di documentazione cartacea e costi professionali che si aggirano intorno ai 5.000 euro. E se il fabbro decidesse di assumere un apprendista? Dovrebbe prepararsi a investire non solo denaro, ma anche molta pazienza.
Anche nei lavori pubblici, la burocrazia si rivela una zavorra. Sempre secondo Confartigianato, in Italia occorrono in media 815 giorni — ovvero circa 2 anni e 3 mesi — per portare a termine una gara d’appalto per lavori come la riasfaltatura di una strada a doppia corsia lunga 20 chilometri.
“Da sempre chiediamo che la semplificazione degli adempimenti a carico degli imprenditori – commenta Dino De Santis, Presidente di Confartigianato Torino – va realizzata con una sola istanza, una sola piattaforma informatica, una sola risposta e un solo controllo (la semplificazione del rapporto fra fisco e contribuente è possibile realizzarla, perché il Fisco possiede già le informazioni sui contribuenti, ad esempio con la fatturazione elettronica.).”
“Occorre, quindi, agevolare l’accesso a servizi pubblici digitali, semplificare normative regionali e favorire l’interscambiabilità documentale all’interno della P.A. – continua De Santis – Il livello di digitalizzazione dei servizi pubblici sono ancora troppo basse. A pagare il conto sono le aziende che sottraggono tempo prezioso e risorse economiche alla loro attività produttiva.”
Un segnale positivo è arrivato ad aprile, con l’approvazione da parte del Governo di un disegno di legge che prevede l’abrogazione di oltre 30.700 norme emanate tra il 1861 e il 1946. Una volta definitivamente approvata, la misura porterà a una riduzione del 28% del totale delle norme in vigore. “Si spera che i tempi di approvazione siano ragionevolmente brevi. – conclude De Santis – Il successo del Pnrr dipende proprio dal dialogo con i rappresentanti del tessuto produttivo, a partire da artigiani e piccole imprese, e dalla sua sostenibilità amministrativa, con il superamento degli ostacoli e delle lentezze nella gestione dei processi della PA.”
La Regione Piemonte comunica di avere raggiunto e superato con largo anticipo l’obiettivo prefissato di 50.000 prestazioni sanitarie aggiuntive svolte al di fuori del normale orario di servizio. A meno di quattro mesi dall’avvio del piano, il totale ha già superato quota 65.000.
«Con un mese di anticipo abbiamo raggiunto e superato abbondantemente le 50.000 prestazioni extra-orario, cioè la sera e nei fine settimana, arrivando alle oltre 65.000. Siamo soddisfatti della risposta da parte delle Aziende sanitarie, degli oltre 5.000 professionisti e operatori del comparto sanitario che hanno dato la loro disponibilità e dei cittadini che hanno apprezzato la novità e che hanno potuto effettuare visite ed esami nei fine settimana ed in orari serali», dichiarano il presidente Alberto Cirio e l’assessore alla Sanità Federico Riboldi.
L’iniziativa, partita il 22 febbraio, ha coinvolto le aziende sanitarie piemontesi con l’obiettivo di ridurre le liste d’attesa, ampliando l’offerta di prestazioni in fasce orarie serali e durante i weekend.
«L’aver superato il tetto delle 65 mila prestazioni è un risultato straordinario certificato dall’apprezzamento di pazienti e portato come esempio a livello nazionale», aggiungono Cirio e Riboldi.
L’assessore Riboldi sottolinea come la riduzione delle liste d’attesa sia stata indicata come priorità ai direttori generali delle aziende sanitarie regionali, insieme all’equilibrio economico, considerato fondamentale per la sostenibilità del sistema. «La struttura dell’assessorato lavora ogni giorno, con le Aziende sanitarie, sul fronte del monitoraggio dei dati in tempo reale, con la Control room e il RUAS, Responsabile unico dell’assistenza sanitaria, figura di raccordo con l’Osservatorio nazionale. Siamo orgogliosi che la presidente Meloni ed il ministro Schillaci abbiano indicato il Piemonte come una delle Regioni più attive su questo fronte e rinnoviamo l’impegno per riportare la situazione sotto controllo», afferma.
L’impatto del piano è stato significativo: oltre 65.000 cittadini hanno potuto usufruire di visite e prestazioni che, altrimenti, avrebbero potuto subire lunghi tempi d’attesa o rinunce.
«I risultati ottenuti dalla sperimentazione, anche a livello di apprezzamento dei pazienti, ci inducono ora a un’attenta analisi delle prestazioni maggiormente critiche e lavorare su quelle. Per questo motivo sono già in corso interlocuzioni con i ministeri competenti per definire le forme di un rifinanziamento dell’iniziativa; che permetta non solo di proseguire ma anche di avviare azioni strutturate nel tempo. Questi sono fatti concreti, apprezzati a tutti i livelli: il resto sono polemiche inutili e propaganda», conclude Riboldi.
I numeri del piano delle prestazioni aggiuntive
Dal 22 febbraio al 25 maggio, le aziende sanitarie piemontesi hanno effettuato oltre 65.000 prestazioni in orari serali e nei fine settimana, nell’ambito del programma straordinario per il contenimento delle liste d’attesa.
Il caso registrato all’ospedale San Luigi di Orbassano desta particolare preoccupazione: un adolescente è stato ricoverato in osservazione per una crisi d’astinenza. Non da droghe o alcol, ma da smartphone.
Un episodio che potrebbe sembrare estremo, ma che in realtà rappresenta il segnale reale di un malessere sempre più diffuso in una generazione iperconnessa, spesso lasciata sola di fronte al potere invasivo del digitale.
«Quando è arrivato in pronto soccorso, mostrava gli stessi sintomi di una crisi d’astinenza da sostanze psicoattive. Ma in questo caso, l’oggetto della dipendenza era il cellulare», ha spiegato al Corriere della Sera il professor Gianluca Rosso, medico chirurgo e psichiatra, docente al Dipartimento di Neuroscienze dell’Università di Torino.
Il giovane, accompagnato dai genitori, era in uno stato di forte agitazione psicomotoria. Panico, tremori e perdita di controllo hanno fatto scattare l’allarme tra i sanitari, evidenziando un quadro clinico tipico delle dipendenze patologiche.
Il Piemonte è tra le prime Regioni d’Italia a collaudare l’Infrastruttura Regionale di Telemedicina (IRT) per la realizzazione dei servizi di telemedicina
L’assessore alla Sanità, Federico Riboldi, ha ricordato che «come annunciato a fine 2024 entro il primo semestre di quest’anno è partito il collaudo dell’IRT, che permetterà alle Aziende Sanitarie Regionali, per la fine dell’anno, di avviare i servizi di telemedicina sulla nuova piattaforma». Si tratta di un’importante evoluzione per il sistema sanitario piemontese, che mira a migliorare l’efficienza e la capillarità dei servizi grazie a strumenti tecnologici all’avanguardia. «Un passo importante verso l’innovazione e l’ammodernamento della sanità piemontese – ha proseguito Riboldi – e che permetterà di realizzare una rete capillare e moderna a disposizione dei professionisti sanitari e, di conseguenza, ai cittadini piemontesi, soprattutto quelli che abitano nelle zone più isolate della nostra Regione. La telemedicina deve diventare un pilastro della medicina territoriale e l’IRT va esattamente in questo senso, per raggiungere i cittadini direttamente nelle proprie abitazioni».
L’Infrastruttura Regionale di Telemedicina è progettata per offrire servizi fondamentali come televisita, teleconsulto, teleassistenza e telemonitoraggio di livello 1 e 2, oltre a prevedere attività di supporto, aggiornamento e manutenzione della stessa infrastruttura. Il tutto sarà possibile grazie ai fondi del PNRR, che destinano al Piemonte quasi 39 milioni di euro esclusivamente per lo sviluppo della telemedicina.
Il collaudo dell’IRT, coordinato da Simona Iaropoli in qualità di Responsabile Unico del Progetto, si è concluso positivamente entro le scadenze previste. L’attività ha coinvolto il Gruppo Regionale di Telemedicina, un team multidisciplinare composto da professionisti della sanità piemontese, chiamati a valutare complessivamente l’impatto e le funzionalità di questa innovativa infrastruttura.
«Per il collaudo – ha spiegato il direttore generale di Azienda Zero, Adriano Leli – è stata individuata quale azienda pilota il Mauriziano, dove si sono svolti i test dei modelli di avvio di Televisita e Teleassistenza, primi tasselli dei servizi minimi di Telemedicina e che, per mezzo della tecnologia dell’IRT, consentono ai professionisti sanitari di espandere il perimetro dell’assistenza raggiungendo gli assistiti più fragili e con patologie croniche».
La Procura Generale di Torino ha presentato ricorso in Cassazione contro la sentenza con cui la Corte d’Assise ha assolto Alex Pompa – Cotoia per legittima difesa nel secondo processo a suo carico. Il giovane di Collegno era stato prosciolto dall’accusa di omicidio per la morte del padre, Giuseppe Pompa, 52 anni, avvenuta la sera del 30 aprile 2020 nell’abitazione di famiglia in via De Amicis. L’uomo morì intorno alle 23, colpito da 34 coltellate.
All’epoca dei fatti, Alex aveva 18 anni. Secondo quanto raccontato dal ragazzo, quella sera nell’appartamento si consumò l’ennesimo episodio di violenza domestica: il padre avrebbe aggredito verbalmente e fisicamente la madre, Maria Cotoia.
La Corte d’Appello aveva confermato l’assoluzione, riconoscendo la legittima difesa. Tuttavia, la Procura contesta questa ricostruzione: secondo gli inquirenti, sulla scena del crimine non ci sarebbero segni evidenti di colluttazione, né il corpo della vittima presenterebbe ferite da difesa. Elementi che, secondo l’accusa, potrebbero indicare un’aggressione deliberata e non una reazione istintiva a un pericolo imminente.
La Giunta regionale del Piemonte ha approvato una nuova misura a sostegno delle micro, piccole e medie imprese del territorio: “Voucher certificazioni PMI per competitività e sostenibilità”. L’iniziativa, proposta dagli assessori Andrea Tronzano (Attività produttive) e Matteo Marnati (Ambiente e Innovazione), mette a disposizione un fondo di 8 milioni di euro per favorire l’adozione di certificazioni volontarie in ambito tecnologico, ambientale e dell’innovazione sostenibile.
Obiettivo della misura è rafforzare la competitività delle PMI piemontesi, agevolandone l’accesso ai mercati nazionali e internazionali attraverso strumenti riconosciuti per la qualità e la sostenibilità.
Il contributo, a fondo perduto, potrà coprire tra il 50% e il 70% delle spese ammissibili, fino a un massimo di 100.000 euro per impresa. Le spese finanziabili includono consulenze, formazione e l’acquisto di beni e servizi direttamente connessi al processo di certificazione.
«Con questa misura – dichiara l’assessore Tronzano – vogliamo aiutare le nostre imprese a compiere un salto di qualità. Le certificazioni non obbligatorie rappresentano oggi un vantaggio competitivo fondamentale per operare nei mercati globali, soprattutto se orientate alla sostenibilità e all’innovazione. La Regione continua a investire su uno sviluppo industriale che unisce crescita e responsabilità ambientale, supportando concretamente le PMI che scelgono di innovare».
«Prosegue l’impegno della Regione Piemonte per sostenere le piccole e medie imprese, che sono fondamentali per l’economia del nostro territorio – afferma l’assessore Marnati – Con questa misura contribuiamo ad abbattere i costi di questi certificati in ambito tecnologico, ambientale e di innovazione sostenibile, per rafforzare e aumentare l’accesso e la competitività sui mercati, anche internazionali, per sostenere le esportazioni».
La misura si inserisce nell’ambito dell’azione “Supporto alla competitività e alla transizione sostenibile del sistema produttivo regionale” del Programma FESR 2021-2027, e si rivolge in particolare alle imprese attive nei settori ad alta intensità tecnologica e innovativa.
Tra i comparti più interessati figurano l’aerospazio, dove sono necessarie certificazioni specifiche per accedere alle filiere dei grandi player; la microelettronica e i semiconduttori, che richiedono standard di qualità, sicurezza informatica e ambientale per operare a livello globale; la meccatronica e l’automazione industriale, con la necessità di conformità a protocolli e normative come Industria 4.0; e, infine, le imprese attive nelle tecnologie verdi, nell’economia circolare e nei materiali avanzati, dove le certificazioni ambientali possono offrire un importante vantaggio competitivo.
Potranno accedere alla misura le imprese con sede operativa in Piemonte e almeno un bilancio approvato. I contributi saranno concessi nell’ambito del regime “de minimis” e assegnati sulla base di criteri di priorità che terranno conto anche della dimensione aziendale e del possesso di specifici requisiti, come sarà dettagliato nel bando di prossima pubblicazione.
Il Festival Internazionale dell’Economia è a cura di Editori Laterza, Collegio Carlo Alberto (CCA) – Torino Local Committee (TOLC) sotto la direzione scientifica di Tito Boeri. La manifestazione è promossa dal TOLC, che riunisce Regione Piemonte, Città di Torino, Fondazione Compagnia di San Paolo, Fondazione CRT, Università degli Studi di Torino, Politecnico di Torino, Camera di Commercio di Torino, Unioncamere Piemonte, Unione Industriali Torino e Legacoop, coordinati dalla Fondazione Collegio Carlo Alberto.
Sul palco dell’inaugurazione a dare il benvenuto della Città c’era il sindaco Stefano Lo Russo: “Quello dei giovani e del loro sguardo sul mondo – ha detto – è un tema di cui si discute sempre troppo poco o enfatizzandone componenti negative. Le nuove generazioni sono invece estremamente capaci di guardare alle cose con spirito critico e hanno molto da dire al mondo degli adulti, sanno costruire opinione e mobilitazione e penso davvero che questo sia un elemento positivo con cui guardare al futuro. Il modo con cui noi adulti sapremo rapportarci con le loro idee e le opportunità di crescita che sapremo offrire loro potranno fare la differenza”.
TORINO CLICK
Treni, più collegamenti tra Torino e Savona?
I collegamenti ferroviari tra Torino e Savona e tra Piemonte e Liguria sono stati al centro dell’incontro che si è tenuto ieri nella sala delle Congregazioni di Palazzo Civico tra il sindaco di Torino Stefano Lo Russo, il sindaco di Savona Marco Russo, l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte Marco Gabusi, l’assessore ai Trasporti della Regione Liguria Marco Scajola (in collegamento), la presidente dell’Agenzia della mobilità piemontese Cristina Bargero e i responsabili territoriali di Rfi.

L’incontro fa seguito alla firma, nel novembre scorso, del patto di collaborazione tra i rappresentanti dei territori interessati per affrontare il tema delle criticità nei collegamenti, sia su gomma che su rotaia, tra Torino e il savonese. Al primo punto del protocollo c’è proprio lo sviluppo del trasporto ferroviario, con l’intenzione di avviare un confronto sull’infrastruttura che si pone da sempre come uno dei ‘cordoni ombelicali’ tra il sistema produttivo piemontese e il sistema produttivo e portuale ligure e come uno degli atout strategici per la promozione di un modello di mobilità turistica sostenibile verso il Ponente ligure e, in direzione opposta, verso le località montane delle vallate cuneesi e torinesi.
“Con i sindaci e con le realtà interessate sosteniamo e condividiamo l’interesse a migliorare quello che è un nodo cruciale per il futuro dei nostri territori e di tutto il Nord Ovest- sottolinea il sindaco Stefano Lo Russo – e questo incontro, in tal senso, rappresenta un passo importante. Le necessità riguardano da un lato il potenziamento dei collegamenti per il trasporto merci, che si interfacciano a Torino con l’interporto sito e a Savona con il sistema portuale, e che necessitano di investimenti infrastrutturali e, dall’altro, la possibilità di implementare le tratte esistenti con ulteriori collegamenti più rapidi per il trasporto di persone, offrendo così maggiori opportunità a chi per lavoro, turismo, cultura vuole spostarsi tra le due città. Accogliamo con favore l’apertura manifestata da Rfi verso la possibilità di istituire nuovi servizi aggiuntivi a quelli esistenti, di tipo più rapido, come ad esempio intercity”.
“E’ stato un incontro importante – dice il sindaco di Savona Marco Russo – Rfi ci ha illustrato le progettazioni in corso. Noi Comuni abbiamo rappresentato le esigenze delle nostre comunità. C’è stato uno scambio di idee molto utile e la presenza delle Regioni è stata certamente significativa. A questo punto dobbiamo andare avanti con il lavoro per raggiungere gli obiettivi del Protocollo che nella riunione di oggi sono stati condivisi”.
“Lo spirito del tavolo avviato oggi è ampiamente condiviso, tanto che già nel 2022 Regione Piemonte ha sottoscritto un protocollo con Rfi, Regione Liguria, Autorità portuale e camere di commercio per la valorizzazione della linea ferroviaria nell’ottica del trasporto merci. Oggi, con il completamento dello studio in corso da parte di Rfi, sapremo quali interventi sono necessari e prioritari al fine del successivo inserimento nel contratto di programma tra Rfi e Mit- spiega l’assessore ai Trasporti della Regione Piemonte Marco Gabusi – Allo stesso modo, insieme ai Comuni, lavoreremo per dare una risposta alla necessità emersa di ulteriori collegamenti veloci per il trasporto dei passeggeri”.
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