PRIMA PAGINA- Pagina 791

Nasce FCA Bank SpA, Super-Marchionne a tutto campo batte la crisi e schiaccia l'occhio a Torino

marchionne manifestofiat fca 1
L’Acea comunica che nel 2014 le consegne nei 28 Paesi Ue più Efta sono state 13.006.451, il 5,4% in più rispetto al 2013

 

Corsi e ricorsi. Torino è orfana del Lingotto diventato internazionale ma accoglie con speranza le notizie positive che riguardano il mercato dell’ auto in Europa. Chissà che non si aprano nuove prospettive per quel che resta dell’industria automobilistica sotto la Mole.Il clima torna positivo dopo ben sei anni. L’Acea comunica che nel 2014 le consegne nei 28 Paesi Ue più Efta sono state 13.006.451, il 5,4% in più rispetto al 2013. Nel mese di dicembre (il 16esimo di crescita consecutiva) sono state vendute 997.238 automobili, il 4,9% in più rispetto allo stesso mese dell’anno precedente. In gran spolvero Fca: nel 2014 è cresciuta del 3,5%, registrando un dicembre record in cui le immatricolazioni sono aumentate più del mercato (7,2%). Alla grande Jeepche nel 2014 ha segnato +70%.

 

Sergio Marchionne si manifesta a tutto campo, dopo l’annuncio accolto positivamente da tutti gli ambienti, delle prossime 1500 assunzioni a Melfi (e altre in prospettiva a Mirafiori, lascia intendere l’amministratore delegato). Il manager dichiara con sicurezza che l’unione fra Fiat e Chrysler ha fatto bene a entrambe le società. L’ad di Fca, inoltre,  ribadisce da Detroit una sua possibile uscita nel 2018, al termine del piano industriale. Sono solo una manciata i potenziali pretendenti alla sua poltrona di grande capo, fa intendere Marchionne che preannuncia anche una stagione “interessante” per la Ferrari, brand di cui decanta l’italianità: “La sua esclusività non va toccata.E deve essere fatta in Italia, altrimenti è una bestemmia”. E intanto Piazza San Carlo si prepara ad ospitare la presentazione della 500x il 24 e 25 gennaio, con una grande kermesse di spettacoli e musica.

 

Ma la notizia del giorno è la nascita di FCA Bank SpA, la nuova società di Fca Italy SpA, nella galassia del gruppo Fiat Chrysler Automobiles e Ca Consumer Finance S.A.,società del gruppo Crédit Agricole. Con la licenza bancaria in Italia, assume il ruolo di holding di un gruppo bancario  presente in 16 Paesi europei. La naturale prosecuzione di un percorso incominciato 90 anni fa, con la creazione a Torino di Sava, allo scopo di migliorare l’offerta.

 

 

(Foto: il Torinese)

Al Buon Bio la bontà del carciofo in tanti sapori

bio 

Per una avventura ricca di gusto e di piacere

 

Menu vegetariano di pesce al ristorante il Buon Bio, disponibile anche la scelta alla carta.Protagonista il carciofo, tanto difficile da pulire ma tanto buono da mangiare. I carciofi rappresentano una vera e propria miniera di principi attivi e vantano particolari virtù terapeutiche. Hanno pochissime calorie, sono molto gustosi ed hanno molte fibre, oltre ad una buona quantità di calcio, fosforo, magnesio, ferro e potassio.Sono dotati di proprietà regolatrici dell’appetito, vantano un effetto diuretico e sono consigliati per risolvere problemi di colesterolo, diabete, ipertensione, sovrappeso e cellulite.

 

Il 16 e 17 Gennaio proprio il carciofo sara’ il Re della tavola e vi sedurra’ con piatti prelibati e gustosi tra cui:

 

BRUSCHETTA ALLA CREMA DI CARCIOFI FRESCHI
CON KERKENESSE DI POMODORI
TAGLIATELLE ALLA CREMA DI CARCIOFI
TOCCHI DI VERDESCA DEL MEDITERRANEO AI CARCIOFI 
CROCCA FATTA IN CASA DI CARCIOFI E PATATE

 

menu patrocinato dai rossi e dai bianchi della
CANTINA CANTOLIO
PRIMITIVO DI MANDURIA
NEGRAMARO DEL SALENTO

 

Potete prenotare via email scrivendo
a info@ilbuonbio.it
oppure ai numeri 011.436.66.80
o al 334.16.71.851 anche via sms o whatsapp

IL BUON BIO
Aperto tutti i giorni
a pranzo dalle ore 12:30 alle 14:30
a cena dalle ore 19:30 alle ore 23:00
in Via Piave 8 a Torino
tel.  0114366680 – 3341671851
www.ilbuonbio.it
info@ilbuonbio.it

I politici "graziati" dalla sentenza non mangiavano anche loro? Sì, ma erano tutti pranzi in buona fede

consiglio lascaris
Per i magistrati i fatti contestati “non costituiscono reato” e sarebbe evidente la mancanza di dolo con cui sono stati spesi i fondi, anche per pranzi, cene e bar, stessa tipologia di spese che ha inguaiato i consiglieri dell’era Cota

 

La sentenza è di assoluzione per tutti gli imputati della seconda tranche di Spese pazze. Il gup Daniela Ruspoli ha accolto in toto, senza la minima eccezione, la richiesta dei pm che avevano chiesto l’assoluzione di tutti gli imputati “ripescati” nell’ambito di Rimborsopoli. Con questa richiesta la Procura di Torino aveva chiuso il proprio  intervento al processo bis degli ex consiglieri regionali del Piemonte. In questa ultima tranche i politici coinvolti erano quasi tutti del centrosinistra. Per i magistrati i fatti contestati “non costituiscono reato” e sarebbe evidente la buona fede con cui sono stati spesi i fondi, anche per caffè e ristoranti, stessa tipologia di spese che ha inguaiato i consiglieri dell’era Cota.

 

Erano rientrati nell’inchiesta il vicepresidente della Regione Piemonte, Aldo Reschigna, il segretario regionale Pd Davide Gariglio, l’assessore regionale Monica Cerutti, l’attuale senatore Stefano Lepri, Angela Motta, Eleonora Artesio (tutti delcentrosinistra), Gianluca Vignale,Giampiero Leo e Fabrizio Comba (centrodestra). Imputato anche Luca Pedrale, ex capogruppo di Forza Italia a palazzo Lascaris, ma la sua posizione è stralciata.L’ex governatore Roberto Cota, che inizierà a fine mese il processo a suo carico, insieme con decine di consiglieri del centrodestra coinvolti nella prima Rimborsopoli, aveva dichiarato alla vigilia di questa sentenza: “se assolvono la sinistra dovranno assolvere anche noi”. Chissà.

 

(Foto: il Torinese)

Regione, Saitta gongola per il primo ok da Roma: promossa la Sanità "made in Piemonte"

molinette

sant'anna ospedaliPer accelerare il più possibile le assunzioni si sta valutando la possibilità di attingere da graduatorie aperte presso alcune aziende sanitarie che hanno espletato negli ultimi tempi concorsi per infermieri

 

Qualche buona notizia – finalmente – nel mondo della sanità piemontese malata. Tra mille problematiche, ultima quella legata ai turni senza fine degli infermieri e quella connessa delle liste di attesa nei pronto soccorso (problematiche dovute alla carenza di risorse finanziarie, questo è il vero tema) giunge positiva la notizia , di cui parliamo in altra rubrica del giornale, della possibile assunzione di nuovi 600 infermieri, grazie ai 100 milioni di euro risparmiati dalle Asl. E quella del nuovo sistema di monitoraggio delle code attraverso il web. Ma l’assessore regionale alla Sanità Antonino Saitta,  può tirare un sospiro di sollievo soprattutto per il primo via libera alla revisione della rete ospedaliera piemontese, deciso dai vertici tecnici del ministero, durante una riunione con il direttore regionale della sanità Fulvio Moirano. “Un’ottima notizia: cominceremo presto ad assumere  e venerdì si terrà l’incontro con i direttori delle aziende e i pronto soccorso in crisi”, gongola l’assessore.

 

Il Ministero – dice il comunicato di piazza Castello – è interessato a far sì che il risultato in Piemonte entro la fine del 2016 sia raggiunto nel suo insieme, e quindi i margini di manovra per piccoli spostamenti e correzioni all’interno delle tabelle sulla dislocazione delle varie specialità sono assolutamente ammissibili. La formulazione di alcune prescrizioni completerà il parere tecnico del Ministero, che verrà formalizzato la prossima settimana dopo l’incontro con i tecnici del Ministero delle Finanze che si occupano di conto annuale e personale. Per accelerare il più possibile le assunzioni si sta valutando la possibilità di attingere da graduatorie aperte presso alcune aziende sanitarie che hanno espletato negli ultimi tempi concorsi per infermieri.

 

La Regione, inoltre, troverà forse anche una soluzione per  le cure domiciliari, con il pagamento dei relativi assegni. Se ne è parlato in Commissione Sanità:  il presidente Domenico Ravetti (Pd), ha chiesto alla Giunta di dare assoluta priorità alla soluzione del problema per evitare che gli assistiti restino senza la copertura degli assegni

 

 

(Foto: il Torinese)

 

 

 

 

Il Tribunale ordina alla polizia il sequestro dell'ex Moi occupato da profughi e immigrati

moimoi scontri1

La Procura aveva aperto un’inchiesta per occupazione abusiva, nella quale sono indagati un attivista di un centro sociale e una donna che aiutò immigrati

 

Dopo le passate tensioni tra profughi e cittadini della zona di piazza Galimberti e via Giordano Bruno, il tribunale di Torino ha disposto il sequestro preventivo degli edifici dell’ex Moi, i palazzi dell’ex villaggio olimpico di Torino in cui si sono stabilite numerose famiglie di immigrati. Il provvedimento è stato richiesto dalla procura torinese. Alle forze dell’ordine toccherà il compito di eseguire lo sgombero “con tempi e modalità in base a esigenze sociali e di ordine pubblico”. Quando – cioè – non si sa.

 

La Procura aveva aperto un’inchiesta per occupazione abusiva, nella quale sono indagati un attivista di un centro sociale e una donna che aiutò immigrati. Anche la politica si è occupata della questione: il leader leghista Matteo Salvini aveva tenuto un comizio nelle vicinanze e i consiglieri comunali di Torino avevano tentato tra mille problemi di ordine pubblico una visita alle palazzine occupate.

Il prefetto: dopo il terrore di Charlie Hebdo "tenere alta la guardia" anche a Torino

esercito 2 militari

La riunione con i responsabili della sicurezza e dell’ordine pubblico ha preso  in esame le misure di vigilanza da adottare su indicazione del ministero dell’Interno

 

A seguito degli atti terroristici che hanno disseminato Parigi di vittime e a fronte di minacce – più o meno verificabili – nei confronti dell’Italia, anche a Torino il livello di sicurezza degli obiettivi sensibili è stato alzato. L’invito del prefetto, Paola Basilone, alle forze dell’ordine subalpine è “Mantenere alta la guardia”. Anche per la nostra città e per il Piemonte, in realtà, mancano segnali particolari che riguardino il territorio torinese e regionale. La riunione con i responsabili della sicurezza e dell’ordine pubblico guidata dal prefetto ha preso  in esame le misure di vigilanza da adottare su indicazione del ministero dell’Interno, dopo i drammatici fatti d’oltralpe. Sono indicati come obiettivi “meritevoli di attenzione stazioni ferroviarie e aeroporto”, nei confronti dei quali è stato innalzato il livello di allerta. “Attenzionati”, si suppone, anche il consolato francese e le altre sedi diplomatiche, le sedi delle istituzioni, la sinagoga e le redazioni dei giornali.

Spese pazze bis in Regione, i pm chiedono l'assoluzione per i 10 politici "ripescati"

consiglio X 1

Quasi tutti esponenti del centrosinistra che erano stati “richiamati” a giudizio

 

I pm hanno chiesto l’assoluzione di tutti gli imputati “ripescati” nell’ambito di Rimborsopoli. Con questa richiesta la Procura di Torino ha chiuso il proprio  intervento al processo bis degli ex consiglieri regionali del Piemonte. La sentenza potrebbe essere emessa già domani. In questa ultima tranche i politici coinvolti sono quasi tutti del centrosinistra. Per i magistrati i fatti contestati “non costituiscono reato” e sarebbe evidente la buona fede con cui sono stati spesi i fondi, anche per caffè e ristoranti. Coinvolti nell’inchiesta il vicepresidente della Regione Piemonte, Aldo Reschigna, il segretario regionale Pd Davide Gariglio, l’assessore regionale Monica Cerutti, l’attuale senatore Stefano Lepri, Angela Motta, Eleonora Artesio (tutti delcentrosinistra), Gianluca Vignale, Giampiero Leo e Fabrizio Comba (centrodestra). E’ imputato anche Luca Pedrale, ex capogruppo di Forza Italia a palazzo Lascaris, ma la sua posizione è stralciata.

 

Due città per i saldi: buona la prima (centro storico), deludente la seconda (periferia)

saldi1

saldi4Ad essere presi d’assalto in questi giorni sono stati soprattutto gli outlet (che hanno registrato un aumento del 15% delle affluenze) ed i punti vendita delle grandi catene di abbigliamento low cost, come Zara, Stradivarius ed il nuovissimo Bershka

 

Finite le feste natalizie, un appuntamento importante per le spese dei torinesi (e non solo), è quello con i saldi invernali 2015. In un periodo come questo, di forte contrazione dei consumi, l’inizio dei saldi ha assunto un ruolo di notevole importanza soprattutto per i commercianti, che dati di Confesercenti alla mano, vedono nei saldi circa il 20% del loro fatturato totale. Quest’anno i negozianti hanno trattenuto il fiato, in attesa di sapere se la scelta di anticipare i saldi al 3 anziché al 5 gennaio abbia dato i suoi frutti, trasformando la curiosità dei consumatori durante queste vacanze in scontrini da battere in cassa.

 

Il primo week-end è sembrato promettere bene: cattedrali dell’outlet e vie del centro invase da gruppi di persone alla ricerca del capo desiderato al prezzo stracciato. Le lunghe code per le vie del centro di Torino, le migliaia di persone in giro tra le strade dello shopping ed in piedi davanti a saracinesche ancora abbassate, hanno regalato per il primo week-end di saldi uno scenario per certi versi surreale (“liste d’attesa” addirittura per sedersi in un bar e prendere un caffè).

 

Ad essere presi d’assalto in questi giorni sono stati soprattutto gli outlet (che hanno registrato un aumento del 15% delle affluenze) ed i punti vendita delle grandi catene di abbigliamento low cost, come Zara, Stradivarius ed il nuovissimo Bershka; a fare la parte del leone (come ormai accade da sempre) i classici negozi “inarrivabili a prezzo pieno” come ad esempio il secolare Olympic che, durante il primo giorno di saldi contava un tempo di attesa per entrare di circa un’ora e mezza. Un inizio insomma positivo e dalle premesse incoraggianti, come ci ricordano i dati degli operatori dell’Ascom, che hanno registrato un incremento delle vendite, rispetto all’anno passato, che va dal 2 al 5%, con punte fino al 10% per alcuni settori.

 

“Anche quest’anno le vendite in saldo post festività rappresentano un importante indice di fiducia da parte dei consumatori”- afferma Maria Luisa Coppa, presidente dell’Ascom Torinese – “gli indicatori sono quasi tutti al rialzo e ci fanno ben sperare di chiudere positivamente la stagione invernale”. Ma a una settimana dagli inizi delle spese a ribasso, la folla dei primi giorni risulta come una specie di caos apparente, dove tutti entrano per guardare ma sono relativamente pochi (rispetto alle previsioni) coloro che escono con l’acquisto.

 

Ed il vero tasto dolente viene rappresentato soprattutto dalle attività commerciali presenti nella periferia della città, dove il primo week-end dei saldi, a differenza dei negozi “sotto la Mole”, si è presentato come un normalissimo fine settimana di gennaio. Una Torino quasi divisa in due, dove infatti il Codacons, nella prima settimana dall’inizio dei saldi, ha registrato una flessione delle vendite del 5% nelle vie centrali della città rispetto al 2014, ma con cali evidenti e considerevoli nelle periferie.

 

E se il bel tempo ed il caldo improvviso di questi giorni stimola ed invoglia cittadini e gruppi di turisti a passeggiare tra le piazze e le vie dello shopping, allo stesso modo non li attira verso quei capi (come giacche, piumini e cappotti) che, secondo i dati di Confcommercio, dovrebbero costituire la punta di diamante nel settore dell’abbigliamento e rappresentare la spesa principale dei consumatori. Insomma dopo un avvio più che promettente questa prima settimana di prezzi scontati sembra aver un po’ deluso le aspettative.

 

Ovviamente è ancora troppo presto per avere dati certi ma le associazioni di categoria si mostrano fiduciose ed ottimiste e sperano che questi saldi invernali del 2015 possano essere una nuova boccata d’ossigeno per molti negozi e commercianti che sono stati e sono tutt’ora i più colpiti dalla crisi. Staremo a vedere.

 

(Foto: il Torinese)

 

Simona Pili Stella

Estate fuori stagione, bruciano i boschi del Torinese per il forte vento e la siccità

INCENDIO FUOCO

In valle di Susa un rogo ha divorato nella notte un’area di 5 ettari a Gravere

 

La protezione civile aveva allertato tutto il territorio e la Regione aveva vietato l’accensione di ogni genere di fuoco in Piemonte. Il forte vento di questi giorni, che ha portato una strana estate anticipata con punte di 25 gradi, rappresenta infatti la condizione ideale per lo sviluppo di incendi. Così purtroppo è stato. E il vento, unito alla siccità ha favorito gli incendi boschivi un po’ in tutto il  Piemonte, un centinaio di casi. In valle di Susa un rogo ha divorato nella notte un’area di 5 ettari a Gravere. E’ stato necessario l’intervento di un elicottero della Regione e di varie squadre del Corpo Forestale e dei volontari Aib – Antincendi Boschivi per domare le fiamme. Un incendio anche nel Canavese, nei pressi di Cuorgnè. C’è da augurarsi che le cause non siano legate alla disattenzione di qualcuno.

 

(Foto: archivio il Torinese)

Il sindaco Fassino in piazza a Parigi in memoria delle vittime del terrore

parigi

Il premier Renzi: “Siamo qui per dire che noi non ci fermiamo, non ci facciamo arrestare dall’orrore e dalla paura, da Parigi deve partire un messaggio di dolore e vicinanza, ma anche di ripartenza e futuro”

 

Una enorme folla (1 milone e mezzo) di cittadini, ministri, capi di Stato e imponenti misure di sicurezza a Parigi per la marcia in memoria delle vittime della strage terroristica. Presente anche il sindaco di Torino,  Piero Fassino con il collega milanese Giuliano Pisapia. I primi cittadini di Torino e Milano, sono anche  presidente e vicepresidente dell’Anci. In tutto il Piemonte bandiere listate a lutto e numerose iniziative di solidarietà e cordoglio dei comuni che hanno esposto nei municipi anche la bandiera  francese abbrunata.

 

Il presidente Hollande ha dichiarato che oggi ”Parigi è la capitale del mondo”. E il prossimo 18 febbraio la Casa Bianca ospiterà un vertice  internazionale sulla lotta al terrorismo. In piazza anche il premier Matteo Renzi: “Siamo qui per dire che noi non ci fermiamo, non ci facciamo arrestare dall’orrore e dalla paura, da Parigi deve partire un messaggio di dolore e vicinanza, ma anche di ripartenza e futuro perché l’Europa non è solo passato”.